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Ultimo Aggiornamento: 03/06/2010 17:06
05/08/2006 02:55
 
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Come funziona l'informazione?

http://www.counterpunch.org/gebauer08022006.html


Vi riporto la traduzione


NOTIZIE SUL VASSOIO


Tel Aviv, 02/08/06
La propaganda è parte di ogni guerra, proprio come le bombe e i soldati. Ciononostante, è notevole la professionalità con cui Israele tratta i giornalisti stranieri, provvedendo scrupolosamente ad ogni loro necessità. Pranzo incluso.

Il telefono squilla alle 9:00 - giusto in tempo.
"Salve, qui è l'Ufficio Stampa del Governo" annuncia una voce femminile, "Cosa sta programmando di fare, oggi? Ha bisogno di qualche idea?".
E poi cominciano a piovere i suggerimenti - partecipazioni ad interviste, un tour per gli edifici di Haifa distrutti dai razzi Katyusha completa d'interviste alle vittime. Un esperto mi accompagnerà, uno che spiega la tipologia dei razzi - "anche in collegamento audio, se preferisce".

Ma c'è di più, sul piatto. "Il meglio deve ancora venire..." dice la donna dall'ufficio stampa israeliano, la GPO. "Possiamo offrirle un'intervista a Naharya coi genitori dei soldati rapiti", afferma. Spiega che i genitori di Ehud Goldwasser, prigioniero degli Hezbollah dal 12 di luglio, stanno attendendo in un hotel. Servirà un interprete? No, non è necessario: "Parlano un buon inglese, non si preoccupi."

Molti giornalisti accorrono, molti di loro su autobus della GPO. Circa quindici troupe hanno piazzato il loro equipaggiamento. Venti giornalisti tra radio e carta stampata si stanno godendo una pausa caffè e le tartine preparate per l'occasione.
Poi arrivano i genitori. Il padre spontaneamente avanza verso i microfoni. Il ripiano di fronte a lui pullula di microfoni - come se un politico stesse per rilasciare una conferenza stampa. Suda leggermente; le vene della fronte rigonfie.

Shlomo Goldwasser non ha molto da dire - non molto più delle solite frasi banali che gli ufficiali di sicurezza spesso insegnano a dire ai parenti per non farli uscire dal seminato. "Costoro, i rapitori di mio figlio, sono responsabili dell'incolumità di Ehud" esordisce Golwasser. "Sono anche responsabili della sua rapida riconsegna - e illeso". Dice di non riuscire a pensare ad altro da dirci. E' un padre, dice, non un politico.

"Prego, non sorrida!"

Goldwasser ha appena finito di parlare quando parte la ressa giornalistica ed i cameraman iniziano a chiamare. "Mr. Goldwasser, guardi qui" lo incita uno. "Per favore non sorrida". Altri vogliono sentire storie sui bambini - "Vanno dritte al cuore dei lettori". Altrove, la moglie è presa a sfogliare ripetutamente le pagine dell'album di famiglia. Risponde agli ordini impartiti come un robot e sarebbe persino in grado di scoppiare in lacrime se le venisse detto di fare così.
Fortunatamente nessuno le fa una simile richiesta.

Il misero spettacolo si protrae per novanta minuti. I genitori dicono di non aver nulla a che fare con la politica, nè con la guerra. Gli è stato detto che le apparizioni in pubblico avrebbero potuto salvare il loro figlio. Ed è tutto organizzato e coreografato dall'ufficio stampa del governo israeliano - organizzato per i giornalisti stranieri, cosicchè una delle ragioni di questa guerra, la sofferenza di genitori e civili, possa ricevere la giusta eco pubblica. Ma i genitori, in questa storia, in qualche modo risultano più come un extra.

La propaganda è parte della guerra - specialmente quando una Nazione vuole che il mondo veda la sua decisione di muover guerra come lecita e giustificata. Non è diversa dalla escalation verso la prima Guerra del Golfo o la più recente guerra in Afghanistan - o, più perfidamente, quella verso la seconda guerra americana in Iraq. Vasti eserciti di addetti alle pubbliche relazioni confezionano un'immagine emotivamente carica in modo da sollevare l'opinione pubblica e dei media in favore degli architetti dell'invasione. E' la procedura standard - relazioni pubbliche di guerra.

Non tutte le informazioni circolanti in tale atmosfera controllata, chiaramente, sono credibili. Ma è difficile criticare Israele per la pretesa di veder riportate le vittime dei razzi degli Hezbollah - diciassette, dall'inizio della guerra contro il gruppo di miliziani - sui media. Proprio tali vittime sono il carburante delle operazioni di Israele che ora infuriano nel sud del Libano.

Tuttavia la supervisione e disponibilità d'Israele verso i giornalisti stranieri sembra decisamente eccessiva. Appena avete ricevuto l'accredito stampa dal GPO, venite bombardati di e-mail e telefonate. Quando inviati in altre zone di crisi i reporter tedeschi dovevano spesso sudare per essere corretti e all'altezza e dovevano cercarsi per proprio conto le persone da intervistare o i contatti. Non qui. In Israele, i giornalisti godono d'un pacchetto "tutto compreso" - e sono molto ben sorvegliati.

Servizi ben confezionati comprendenti trasporto, pranzo ed esperti militari selezionati - tutto ciò è offerto senza neppure che sia richiesto. Molti giornalisti accettano entusiasti l'offerta. Per giorni, immagini delle unità d'artiglieria israeliana hanno animato gli schermi televisivi di tutto il mondo - una ragione essendo il fatto che i guerrieri delle Pubbliche Relazioni portano sempre le troupe televisive al fronte verso il tramonto. Il soffice e tiepido calar del sole è preferito dai cameraman e dai fotografi.

Una e-mail arrivata mercoledì è un buon esempio. Offre non meno di undici nuovi spunti di notizia. I rifugiati israeliani, probabilmente. O gli attriti con gli arabi israeliani? Uno speciale su come un intero villaggio sia stato sparpagliato per tutta israele? Un servizio sulla gente costretta a lasciare le proprie case? Precedenti ostaggi? Oppure un villaggio preso di mira dal fuoco per decenni? E' tutto a portata di mano.

Non c'è bisogno di andare chissà dove. "I contatti possono essere raggiunti via telefono," dice la donna dell'ufficio stampa. "E' preferibile fare così, specialmente per le radio". Gli organizzatori sanno esattamente quello che i giornalisti vogliono. Cronisti radio e TV spesso devono andare in onda così di frequente che assai di rado hanno occasione di uscire dall'hotel. Perciò, quando un razzo Katyusha colpisce, una e-mail contenente una lista di testimoni completa di numeri telefonici è più che benvenuta.

Le barriere di linguaggio sono anch'esse abbattute di buon grado. Ogni lista include testimoni con diversi profili linguistici. C'è ampia scelta in una Nazione di immigrati come Israele: inglesi, francesi, spagnoli, russi e ovviamente diversi interpreti di tedesco in ogni città. Laboriose traduzioni simultanee sono rese superflue da tale servizio.

Gli esperti di pubbliche relazioni israeliani, comunque, hanno ora un lavoro cucito su misura per loro. Con l'opinione pubblica contro Israele dopo il bombardamento dell'avamposto ONU nel sud del Libano, il suo uso eccessivo della violenza è di nuovo alla ribalta. E la guerra non sembra in procinto di terminare tanto presto.
05/08/2006 14:58
 
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L'informazione funziona "uguale" anche sull'altra sponda del Litani, a quanto pare.

http://eureferendum.blogspot.com/2006/07/who-is-this-man.html
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poverini_parte prima

Solo qualche mese fa il colosso tedesco "Quelle", specializzato nelle vendite per corrispondenza, aveva annunciato di voler eliminare dal proprio catalogo il marchio sportivo britannico "Lonsdale" a causa del successo che riscuote tra i gruppi neonazisti. La predilezione del logo da parte dell'estrema destra era stata spiegata con il fatto che la parola "Lonsdale" contiene nella parte centrale la sigla quasi completa (manca la 'p' finale) della 'Nsdap', il Partito nazionalsocialista tedesco di Adolf Hitler.

poverini_parte seconda


Cosa farà Raul se alla fine riuscirà a governare da solo?
"Cercherà di ripetere l'esperimento cinese: apertura al mercato senza riforme politiche".

Perché non lo ha fatto Fidel in questi anni?
"Perché Fidel è contrario a qualsiasi riforma. E' convinto che il sistema può sopravvivere solo se si barrica in se stesso".





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08/08/2006 12:21
 
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Re:

Scritto da: Agrumica 08/08/2006 12.04

poverini_parte prima

Solo qualche mese fa il colosso tedesco "Quelle", specializzato nelle vendite per corrispondenza, aveva annunciato di voler eliminare dal proprio catalogo il marchio sportivo britannico "Lonsdale" a causa del successo che riscuote tra i gruppi neonazisti. La predilezione del logo da parte dell'estrema destra era stata spiegata con il fatto che la parola "Lonsdale" contiene nella parte centrale la sigla quasi completa (manca la 'p' finale) della 'Nsdap', il Partito nazionalsocialista tedesco di Adolf Hitler.






e i fascistelli d'italia
gnurantelli che non ci credo assai sappiano nsdap che significhi
che la portano a fare?


banale moda ed emulazione?


.......................................................................................
Nella mia mente ogni cosa sopravvive in silenzio...

http://dottorskizzo.splinder.com
08/08/2006 16:26
 
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Re: Re:

Scritto da: DottorSkizzo 08/08/2006 12.21


e i fascistelli d'italia
gnurantelli che non ci credo assai sappiano nsdap che significhi
che la portano a fare?


banale moda ed emulazione?



Ma tanto adesso i nazi portano le magliette con l'effige del CHE e la kefiah..
non ci sono più i nazi di una volta...

[Modificato da ..kiara 08/08/2006 16.28]









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Ma io sopravviverò
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16/08/2006 16:23
 
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[Modificato da ..kiara 16/08/2006 16.25]









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vi riporto un articolo (seppur incompleto...)
http://www.libero-news.it/libero/LF_main.jsp?topic=5002&edition=#

è il terzo dall'alto.

(se voelte conoscere il seguito, vi tocca comprarvi il giornale [SM=g27828] )

[Modificato da emi. 23/08/2006 12.57]



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Re: vi riporto un articolo (seppur incompleto...)

Scritto da: emi. 23/08/2006 12.57
http://www.libero-news.it/libero/LF_main.jsp?topic=5002&edition=#

è il terzo dall'alto.

(se voelte conoscere il seguito, vi tocca comprarvi il giornale [SM=g27828] )

[Modificato da emi. 23/08/2006 12.57]




Siccome l'articolo è edito da Libero, dimmi, ti prego, dimmi che è falso. Parole come "errori","pestilenza","genio" messe così, a caso, mi fan venire i brividi.O lindo, incrini il mio coraggio.

però è vero, Cerreto ha raggiunto i cento abitanti quando io e Bb siam passate di lì.

[Modificato da zaren1 23/08/2006 18.00]



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lasciando perdere attese e ritorni, ho aperto gli occhi dall'orlo increspato, ho visto un'alba blu, ho visto un'alba blu

l'intelligenza sta nel chiedersi sempre serenamente se c'è la propria vita in allarme rosso e non fare finta di ridere, con autoironia non mentire mai.

Ma soprattutto: sono in intimo allineamento con il palpitante ronzio del Divino Wow
23/08/2006 18:18
 
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Re: Re: vi riporto un articolo (seppur incompleto...)
eh, ma il fatto è che, piaccia o no, quelle parole non le mette lì a caso.

Comunque credo proprio che l'intervista sia vera. Sebbene, a quanto pare, una decina di giorni fa su Il Foglio, comparve una lettera del nostro che poi si rivelò essere una bufala (sebbene lui la condivise e decise di adottarla).
Ho letto qualcosa sul forum di Radio Radicale, ma al momento non trovo il ilnk...



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Re: Re: Re: vi riporto un articolo (seppur incompleto...)

Scritto da: emi. 23/08/2006 18.18
eh, ma il fatto è che, piaccia o no, quelle parole non le mette lì a caso.

Comunque credo proprio che l'intervista sia vera. Sebbene, a quanto pare, una decina di giorni fa su Il Foglio, comparve una lettera del nostro che poi si rivelò essere una bufala (sebbene lui la condivise e decise di adottarla).
Ho letto qualcosa sul forum di Radio Radicale, ma al momento non trovo il ilnk...




sì, è comparsa questa lettera-bufala, a cui poi Ferretti ha risposto con una lettera vera. Non so di più. Bisognerebbe chiedere a Pastro quando torna dalla Sardegna. E' lui il lettore affezionato di Libero (quando torna mi mena...).
23/08/2006 18:25
 
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Re: Re: Re: Re: vi riporto un articolo (seppur incompleto...)

Scritto da: bolormaa80 23/08/2006 18.23


sì, è comparsa questa lettera-bufala, a cui poi Ferretti ha risposto con una lettera vera. Non so di più. Bisognerebbe chiedere a Pastro quando torna dalla Sardegna. E' lui il lettore affezionato di Libero (quando torna mi mena...).



si, qualcuno le aveva postate entrambe...qui

comunque questo è proprio un articolo, quindi [SM=g27815]

[Modificato da Agrumica 23/08/2006 18.27]






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N.B. L'articolo è stato ridotto.






per evitare di causare malori...
ok,lo leggerò un'altra volta.


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eh niente,non s'affronta.
24/08/2006 14:09
 
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credo sia stato tolto dal sito. Qualche anima pia può riportarlo o indicare dove trovarlo? Non credo ci sia più all'indirizzo riportato su...
24/08/2006 17:39
 
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Re:

Scritto da: Genoveffa2 24/08/2006 14.09
credo sia stato tolto dal sito. Qualche anima pia può riportarlo o indicare dove trovarlo? Non credo ci sia più all'indirizzo riportato su...



sì, infatti essendo su LIbero di ieri oggi non è più in linea.

Per ripescarlo bisognerebbe essere registrati al sito del giornale. Io, pur essendo lumbard purosangre non lo sono...


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LADIES AND GENTLEMEN....L'ARTICOLO
GIOVANNI LINDO FERRETTI, IL PUNK CATTOLICO
Dalla musica punk filosovietica a papa Ratzinger, storia di un figlio del Sessantotto che ha cambiato idea su (quasi) tutto. E per settembre è attesa la sua autobiografia

REGGIO EMILIA Sulla scrivania di Giovanni Lindo Ferretti c’è un piccolo leggio di legno con un libro antico, del 1813. è una raccolta di sermoni di Alfonso Maria De Liguori, un sacerdote del XIX secolo. Ferretti lo tiene aperto sulla predica che condanna l’ira: “Mi serve soprattutto quando penso alla politica. Dopo aver visto D’Alema a braccetto con l’hezbollah, per esempio, ho dovuto leggerlo avidamente”.
Giovanni Lindo Ferretti era la voce dei Cccp. Il gruppo filosovietico che sotto la sua guida ha portato in italia la musica punk “emilianizzandola” e “comunistizzandola” [con buona pace dei Clash, n.d. emi.] (“Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia, voglio un piano quinquennale, la stabilità”, recita un testo dei Cccp).

“Non rinnego i miei errori”
Oggi, abbandonati Repubblica e Il Manifesto, è abbonato all’Osservatore Romano. Vive nella casa di famiglia in un paese che non arriva a 100 anime, sull’Appennino emiliano a pochi chilometri dalla Toscana. Studia, canta, scrive. (A settembre Mondadori pubblica il suo autobiografico “Reduce”). E legge. Soprattutto Ratzinger: “Credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato, tolti i testi più “tecnici”. Mi ero stufato, qualche anno fa di leggerne su Repubblica tutto il male possibile. Sono andato in libreria e ho chiesto se questo Ratzinger avesse scritto qualcosa. Mi hanno indicato una pila di libri. Da lì ho scoperto un genio prima che diventasse Papa”. E poi Simone Weil, Hannah Arendt, Don Giussani, Dante.
A 53 anni Ferretti continua a “campare di parole”. Vincendo la sua ritrosia per i giornalisti, a Libero racconta un pezzetto del suo cammino, che l’ha portato da “Spara Yuri” agli inni alla Madonna, rintracciati e rielaborati pescandoli dalle tradizioni popolari di mezza Italia. “Certo, sono cambiato, ma per me è stato consequenziale. Sono stato educato da mia nonna e dai miei genitori, da cattolico. Ma sono stato anche figlio del Sessantotto e ho volontariamente aderito al comunismo, questa pestilenza dell’animo che si è rubata i figli migliori delle nostre famiglie. In un certo senso, sono tornato a casa. Ma non sopporto l’idea di essere anticomunista con lo stesso livore stupido di come sono stato ateo e bestemmiatore per anni. Voglio un po’ più di dignità”.
La ‘conversione’ dell’uomo che cantava (e canta ancora) “Emilia Paranoica” non è improvvisa. Nessuna caduta da cavallo. “Negli anni novanta mi interessava moltissimo L’islam. Le tragedie dell’Algeria e della Jugoslavia mi hanno portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ma la concezione della donna di quel mondo mi ha fatto capire che non faceva per me. Sono passato dal confucianesimo, dal buddismo. Ho capito che per anni avevo convissuto con pensieri insignificanti rispetto alla comprensione del mondo. Aveva ragione Wojtyla: anche per me è stato un male necessario. E qui ho riscoperto il cristianesimo”.
Semplice come le preghiere che gli aveva insegnato la nonna, affascinante come il pensiero di Ratzinger, che ha colpito Ferretti “per il richiamo che fa all’esigenza dell’attaccamento alla tradizione musicale. In chiesa sento certi canti...”. I cliché del convertito, però, su Ferretti non fanno presa. “Se c’è da cantare “Fedeli alla linea” la canto. Non abiuro i miei errori, sarebbe troppo comodo. La mia storia è questa e chi mi ascolta oggi la conosce benissimo. Del resto, le cose non sono mai scontate. Al tempo dei Cccp un ragazzo, fan sfegatato, insiste per offrirmi un caffè e mi dice sottovoce di essere un missino. Uno choc! Ne ho conosciuto un altro, entrato in un convento monastico, che ha chiesto al suo superiore di portarsi in cella “Affinità e divergente tra il compagno Togliatti e noi (uno dei dischi più noti dei Cccp, ndr). Quando ho fatto una canzone su Sarajevo attaccando il pacifismo, c’è chi l’ha usata come inno pacifista. IO offro la sincerità del mio percorso, del resto mi importa poco”.
E i fan “traditi”? C’è già qualcuno che ha provveduto a scomunicarlo, quando l’estate scorsa ha fatto sapere di condividere la posizione della Cei sul referendum di bioetica. Altri lo accusano di opportunismo. Lui non se la prende, parla con rispetto degli ex compagni di band (“Ma oggi siamo su mondi diversi”).
I Cccp sono diventati Csi (Consorzio Suonatori Indipendenti) dopo la caduta del Muro, poi Pgr (Per Grazia Ricevuta).

Neocon e Dossetti a braccetto
Oggi Ferretti lavora soprattutto sulla musica sperimentale e sacra. Tiene letture di Dante. È probabilmente l’unico neoconservatore dossettiano del panorama mondiale: “il pensiero neocon mi ha stupito e interessato. Si definiscono liberal assaliti dalla realtà o comunisti venuti dal freddo: e io mi ci ritrovo benissimo. Per mezzo mondo oggi “neocon2 è un insulto, così come lo è “dossettiano” per l’altra metà. Ma Dossetti qui da noi è stato un baluardo dei cattolici contro i comunisti per tanti anni. Per me è un santo, un santo che non capiva niente di politica”.
E la politica è la cosa che fa più arrabbiare Ferretti oggi. A un tiro di schioppo dal suo paese c’è quello dove Sandro Bondi fu sindaco del Pci. Oggi ce l’ha con la sinistra, piena di “comunisti stemperati” che “fanno i liberali ma non lo sono”. Per lui votare centrodestra alle ultime elezioni è stata “una rivoluzione” che l’ha divertito parecchio. Entrando nella sua stanza c’è una bandiera di Israele attaccata a una trave. Venticinque anni o giù di lì cantava “Bombardieri su Beirut”. I bombardieri adesso ci sono di nuovo e lui soffre per la “perdita di senso della realtà” dei governanti italiani, per D’Alema e per l’Onu. Mentre si accende e fuma una delle 50 sigarette quotidiane (dopo che gli è stato asportato un cancro al polmone) Ferretti parla di dolore: “Nella mia vita l’ho conosciuto. Sono stato operato sette volte, ho avuto malattie gravi. Il nostro mondo ha prima abolito la morte, nascondendola ai bambini, confinandola più lontano possibile, abolendo le veglie, i funerali. Adesso cerca di abolire il dolore: ma è un atto di una violenza terribile, la stessa che portava il comunismo a voler costruire il paradiso in terra. Avvicinandosi all’inferno”.


In pellegrinaggio a cavallo

Una delle canzoni più riuscite e amate dei Cccp è un inno nichilista, “Io sto bene”: “”non studio non lavoro non guardo la TV / non vado al cinema non faccio sport”. Ferretti ha cambiato solo le prime due cose (per esempio, non sa nulla della musica leggera contemporanea degli ultimi 10 anni) ma le ha cambiate del tutto.
Di sera va a dar da mangiare e a strigliare i suoi quattro amatissimi cavalli. Li deve ferrare e tirare a lucido perchè questo weekend andrà con gli amici, in sella, in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia, sui colli toscani. I vecchi del paese arriveranno in pullman.


[Modificato da emi. 25/08/2006 10.36]



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comprai il foglio apposta per leggerlo.
bell'articolo davvero.
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sicuramente sara' un caso, ma noto che alcuni militanti di Lotta Continua hanno maturato nel tempo radicali cambiamenti di pensiero...GLF e' l'ultimo della lista che annovera tra i nomi piu' illustri Ferrara,Liguori,Mughini,Panebianco....
25/08/2006 10:32
 
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Re:

Scritto da: mant(r)a 25/08/2006 3.22

comprai il foglio apposta per leggerlo.
bell'articolo davvero.



Maledetto! [SM=g27826]

Se lo sapevo ti avrei almeno appaltato la metà della fatica di ribatterlo tutto!


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Re:

Scritto da: harvest1968 25/08/2006 9.55
sicuramente sara' un caso, ma noto che alcuni militanti di Lotta Continua hanno maturato nel tempo radicali cambiamenti di pensiero...GLF e' l'ultimo della lista che annovera tra i nomi piu' illustri Ferrara,Liguori,Mughini,Panebianco....



Radicale mutamento di pensiero in Mughini?
Oddio, è diventato milanista?!?


[SM=g27828]


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Re: LADIES AND GENTLEMEN....L'ARTICOLO

Scritto da: emi. 25/08/2006 0.04
GIOVANNI LINDO FERRETTI, IL PUNK CATTOLICO
Dalla musica punk filosovietica a papa Ratzinger, storia di un figlio del Sessantotto che ha cambiato idea su (quasi) tutto. E per settembre è attesa la sua autobiografia

REGGIO EMILIA Sulla scrivania di Giovanni Lindo Ferretti c’è un piccolo leggio di legno con un libro antico, del 1813. è una raccolta di sermoni di Alfonso Maria De Liguori, un sacerdote del XIX secolo. Ferretti lo tiene aperto sulla predica che condanna l’ira: “Mi serve soprattutto quando penso alla politica. Dopo aver visto D’Alema a braccetto con l’hezbollah, per esempio, ho dovuto leggerlo avidamente”.
Giovanni Lindo Ferretti era la voce dei Cccp. Il gruppo filosovietico che sotto la sua guida ha portato in italia la musica punk “emilianizzandola” e “comunistizzandola” [con buona pace dei Clash, n.d. emi.] (“Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia, voglio un piano quinquennale, la stabilità”, recita un testo dei Cccp).

“Non rinnego i miei errori”
Oggi, abbandonati Repubblica e Il Manifesto, è abbonato all’Osservatore Romano. Vive nella casa di famiglia in un paese che non arriva a 100 anime, sull’Appennino emiliano a pochi chilometri dalla Toscana. Studia, canta, scrive. (A settembre Mondadori pubblica il suo autobiografico “Reduce”). E legge. Soprattutto Ratzinger: “Credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato, tolti i testi più “tecnici”. Mi ero stufato, qualche anno fa di leggerne su Repubblica tutto il male possibile. Sono andato in libreria e ho chiesto se questo Ratzinger avesse scritto qualcosa. Mi hanno indicato una pila di libri. Da lì ho scoperto un genio prima che diventasse Papa”. E poi Simone Weil, Hannah Arendt, Don Giussani, Dante.
A 53 anni Ferretti continua a “campare di parole”. Vincendo la sua ritrosia per i giornalisti, a Libero racconta un pezzetto del suo cammino, che l’ha portato da “Spara Yuri” agli inni alla Madonna, rintracciati e rielaborati pescandoli dalle tradizioni popolari di mezza Italia. “Certo, sono cambiato, ma per me è stato consequenziale. Sono stato educato da mia nonna e dai miei genitori, da cattolico. Ma sono stato anche figlio del Sessantotto e ho volontariamente aderito al comunismo, questa pestilenza dell’animo che si è rubata i figli migliori delle nostre famiglie. In un certo senso, sono tornato a casa. Ma non sopporto l’idea di essere anticomunista con lo stesso livore stupido di come sono stato ateo e bestemmiatore per anni. Voglio un po’ più di dignità”.
La ‘conversione’ dell’uomo che cantava (e canta ancora) “Emilia Paranoica” non è improvvisa. Nessuna caduta da cavallo. “Negli anni novanta mi interessava moltissimo L’islam. Le tragedie dell’Algeria e della Jugoslavia mi hanno portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ma la concezione della donna di quel mondo mi ha fatto capire che non faceva per me. Sono passato dal confucianesimo, dal buddismo. Ho capito che per anni avevo convissuto con pensieri insignificanti rispetto alla comprensione del mondo. Aveva ragione Wojtyla: anche per me è stato un male necessario. E qui ho riscoperto il cristianesimo”.
Semplice come le preghiere che gli aveva insegnato la nonna, affascinante come il pensiero di Ratzinger, che ha colpito Ferretti “per il richiamo che fa all’esigenza dell’attaccamento alla tradizione musicale. In chiesa sento certi canti...”. I cliché del convertito, però, su Ferretti non fanno presa. “Se c’è da cantare “Fedeli alla linea” la canto. Non abiuro i miei errori, sarebbe troppo comodo. La mia storia è questa e chi mi ascolta oggi la conosce benissimo. Del resto, le cose non sono mai scontate. Al tempo dei Cccp un ragazzo, fan sfegatato, insiste per offrirmi un caffè e mi dice sottovoce di essere un missino. Uno choc! Ne ho conosciuto un altro, entrato in un convento monastico, che ha chiesto al suo superiore di portarsi in cella “Affinità e divergente tra il compagno Togliatti e noi (uno dei dischi più noti dei Cccp, ndr). Quando ho fatto una canzone su Sarajevo attaccando il pacifismo, c’è chi l’ha usata come inno pacifista. IO offro la sincerità del mio percorso, del resto mi importa poco”.
E i fan “traditi”? C’è già qualcuno che ha provveduto a scomunicarlo, quando l’estate scorsa ha fatto sapere di condividere la posizione della Cei sul referendum di bioetica. Altri lo accusano di opportunismo. Lui non se la prende, parla con rispetto degli ex compagni di band (“Ma oggi siamo su mondi diversi”).
I Cccp sono diventati Csi (Consorzio Suonatori Indipendenti) dopo la caduta del Muro, poi Pgr (Per Grazia Ricevuta).

Neocon e Dossetti a braccetto
Oggi Ferretti lavora soprattutto sulla musica sperimentale e sacra. Tiene letture di Dante. È probabilmente l’unico neoconservatore dossettiano del panorama mondiale: “il pensiero neocon mi ha stupito e interessato. Si definiscono liberal assaliti dalla realtà o comunisti venuti dal freddo: e io mi ci ritrovo benissimo. Per mezzo mondo oggi “neocon2 è un insulto, così come lo è “dossettiano” per l’altra metà. Ma Dossetti qui da noi è stato un baluardo dei cattolici contro i comunisti per tanti anni. Per me è un santo, un santo che non capiva niente di politica”.
E la politica è la cosa che fa più arrabbiare Ferretti oggi. A un tiro di schioppo dal suo paese c’è quello dove Sandro Bondi fu sindaco del Pci. Oggi ce l’ha con la sinistra, piena di “comunisti stemperati” che “fanno i liberali ma non lo sono”. Per lui votare centrodestra alle ultime elezioni è stata “una rivoluzione” che l’ha divertito parecchio. Entrando nella sua stanza c’è una bandiera di Israele attaccata a una trave. Venticinque anni o giù di lì cantava “Bombardieri su Beirut”. I bombardieri adesso ci sono di nuovo e lui soffre per la “perdita di senso della realtà” dei governanti italiani, per D’Alema e per l’Onu. Mentre si accende e fuma una delle 50 sigarette quotidiane (dopo che gli è stato asportato un cancro al polmone) Ferretti parla di dolore: “Nella mia vita l’ho conosciuto. Sono stato operato sette volte, ho avuto malattie gravi. Il nostro mondo ha prima abolito la morte, nascondendola ai bambini, confinandola più lontano possibile, abolendo le veglie, i funerali. Adesso cerca di abolire il dolore: ma è un atto di una violenza terribile, la stessa che portava il comunismo a voler costruire il paradiso in terra. Avvicinandosi all’inferno”.


In pellegrinaggio a cavallo

Una delle canzoni più riuscite e amate dei Cccp è un inno nichilista, “Io sto bene”: “”non studio non lavoro non guardo la TV / non vado al cinema non faccio sport”. Ferretti ha cambiato solo le prime due cose (per esempio, non sa nulla della musica leggera contemporanea degli ultimi 10 anni) ma le ha cambiate del tutto.
Di sera va a dar da mangiare e a strigliare i suoi quattro amatissimi cavalli. Li deve ferrare e tirare a lucido perchè questo weekend andrà con gli amici, in sella, in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia, sui colli toscani. I vecchi del paese arriveranno in pullman.


[Modificato da emi. 25/08/2006 10.36]




Grazie per l'articolo! Non so se Giovanni, come Dossetti, è un Santo. So che come lui è un Uomo grande che di politica non ci capisce nulla [SM=g27827]: [SM=g27827]:

E poi c'è pure un lato serio della questione che è questo: i comuni di centrodestra non invitano Giovanni in ogni sua forma e manifestazione per il suo passato da fedele alla linea. Ora se si mette a rilasciare ste interviste le amministrazioni di centrosinistra non saranno prese esattamente a bene.

Temo che prossimamente si resterà costretti nella stalla di Cerreto Alpi. Concerto dal titolo
"AUTOGESTIONE. Tutti i bottegai autogestiscono le proprie botteghe, tutti i managers autogestiscono le proprie carriere"
Se ce la faccio ad arrivare mi sta bene pure un posto in piedi in mezzo alle mucche

[Modificato da Genoveffa2 25/08/2006 12.21]

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