Caro Ciccino,
E tu hai difficoltà a mettere in pratica le parole di Cristo: L'amore verso i nemici
(vedi Matteo 5, 38-48; 7, 12a)
Permettere ad un pedofilo, ad un ladro, un ubriacone violento che non si pente e continua a molestare minori o di continuare ad essere un membro approvato della congregazione, stando in sua compagnia per svagarsi e pranzare con i bambini,
non è segno di amore per nessuno: non si ama il peccatore che si mette in condizione di peccare, non si amano i piccoli della congregazione perché sono in pericolo di questo lupo rapace, non si ama Dio che dice che questi uomini devono essere espulsi affinché provino vergogna e si pentono.
Forse sei tu a non capire che il vero amore non significa tollerare il peccato ma aiutare la persona ad uscire dallo stato di peccato. Paolo spiega che la scomunica, praticata anche da voi cattolici solo non per i pedofili ma altri, è una
pena medicinale non un castigo, è una prova di amore.
Paolo prese quelle decisione, dure, ma in quel contesto, necessarie, lui si trovava anche in prigionia, e ritenne giusto opportuno agire così, per tutelare i i fedeli giusto come dici tu. E' TROPPO tardi devo chiudere, a domani. Pace
Paolo scrive 1 Corinti in prigione? Non mi risulta ma comunque erano istruzioni che aveva dato di persona e ora ricordava perché la fornicazione era tollerata. Dici bene, i pastori devono aiutare il peccatore ma tutelare il gregge. Il peccato è come il lievito, corrompe la congregazione ed è promosso da Satana: "Ora però vi scrivo di
smettere di stare in compagnia di chi è chiamato fratello ma pratica l’immoralità sessuale o è avido, idolatra, oltraggiatore, ubriacone o ladro,
non mangiando nemmeno con una persona del genere".
Paolo amava i fratelli e anche i peccatori, e dice queste parole che voi applicate solo agli apostati per aiutarli.
Shalom