26/05/2006 08:40 |
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"La Turco vuole omicidi più veloci"
Di Paolo Luigi Rodari (del 24/05/2006 @ 10:17:09, in Il Tempo, linkato 12 volte)
L’Osservatore Romano è sconcertato. Lo era l’altro ieri dopo le aperture ai Pacs espresse dal neo ministro della famiglia Rosy Bindi. Lo era ieri, dopo le parole espresse da un altro neo ministro del centro sinistra, Livia Turco della Sanità, che ha dichiarato - sono parole riportate sul quotidiano ufficioso della Santa Sede - «di essere favorevole alla sperimentazione della pillola Ru486, il farmaco che provoca l’aborto.
Certo, l’Osservatore Romano non riporta ufficialmente il pensiero della Santa Sede - non tutti gli articoli vengono rivisti dalla segreteria di stato ed anzi la stessa segreteria lascia una certa autonomia al direttore Mario Agnes -, eppure la seconda puntualizzazione in due giorni effettuata nei confronti di due ministri del nuovo governo testimonia la particolare attenzione con la quale l’azione della colazione del centro sinistra viene guardata Oltretevere.
L’Osservatore Romano non ha usato ieri mezze parole. Si è rivolto direttamente ai neo ministri del governo Prodi e ha chiesto loro di avere un po’ di cautela soprattutto quando in ballo vi sono materie così delicate. «Nessuna novità scientifica è arrivata rispetto a questo che è diventato ormai un “omicidio a cuor leggero”- ha scritto l’Osservatore riferendosi alle parole della Turco sulla Ru486 -: si tratta - continua il quotidiano - solo di dare alla donna la possibilità di scegliersi l’arma. Semmai un’arma più veloce dà all’omicida la consolazione di non pensarci su più di tanto. Per non parlare poi dell’uso di un farmaco che da abortivo si può facilmente trasformare per le sue caratteristiche in contraccettivo. E a poco serve assicurare che la sperimentazione avverrà nello spirito della legge 194». «La richiesta di cautela - conclude L’Osservatore - dovrebbe essere accolta almeno per non ferire la sensibilità di chi non ha in merito la stessa opinione del ministro. Su temi come questi, invece di esercitare subito la tanto agognata potestà politica, occorrerebbe verificare le diverse sensibilità dei governanti».
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