09/06/2006 00:33 |
|
| | | OFFLINE | Post: 800 | Registrato il: 22/11/2005
| Utente Senior | |
|
con tutto il rispetto per il card Arinze....
Occhi azzurri da mandare in visibilio qualsiasi donna: sembra un attore di kolossal americani, più che un un sacerdote dell'ordine dei Legionari di Cristo, padre Thomas Williams, decano della facoltà di teologia all'Ateneo pontificio Regina apostolorum, fotografato con il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti in occasione della presentazione del master «Chiesa ecumenismo e religioni»
|
|
09/06/2006 15:00 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.836 | Registrato il: 15/06/2005
| Utente Veteran | |
|
Scritto da: emma3 09/06/2006 0.33
con tutto il rispetto per il card Arinze....
Occhi azzurri da mandare in visibilio qualsiasi donna: sembra un attore di kolossal americani, più che un un sacerdote dell'ordine dei Legionari di Cristo, padre Thomas Williams, decano della facoltà di teologia all'Ateneo pontificio Regina apostolorum, fotografato con il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti in occasione della presentazione del master «Chiesa ecumenismo e religioni»
Onestamente non mi piace...troppo "boy" hollywoodiano. |
09/06/2006 15:12 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.837 | Registrato il: 15/06/2005
| Utente Veteran | |
|
|
09/06/2006 17:23 |
|
| | | OFFLINE | Post: 42 | Registrato il: 14/05/2006
| Utente Junior | |
|
Would you like to know why GG and Clemens quarrel?? Hello Josie'86!
Sorry, but I cannot answer this post in Italian ... If I understand your entry of June 1 correctly you would like to know why it is that the two man quarrel, what their quarrel is about.
There was an article in "Panorama" some time ago on the subject entitled "Un papa, due segretari e mille pettegolezze", dating 27-12-2005. It is still online to date, can be found in "Archivio".
I remember that it was said that the two of them have different caracters, Clemens is the more outgoing of the two, while Gaenswein has taken over the monk-like lifestyle of the pope.
Andrea M. [Modificato da @Andrea M.@ 09/06/2006 17.44] |
10/06/2006 11:29 |
|
|
...it seemed to me too silly that Gaenswein and Clemens quarelled because the Pope's secretary didn't want to share Clemens his telephone number!!! Thank U 4 your answer, Andrea!!! |
10/06/2006 12:01 |
|
| | | OFFLINE | Post: 43 | Registrato il: 14/05/2006
| Utente Junior | |
|
That is only one aspect ... Hello Josie'86!
I think the subject of Gaenswein not wanting to share his cell-phone number is only one (tiny little) aspect of the matter.
In the article it says that Gaenswein did not even want to enter Clemens's appartment when going there with the pope. It was said that he went there twice, once going up to the appartment but remaining at the door, once leading the pope just to the elevator and the third time the pope went there for an evening out, Gaenswein remained in the Apostolic Palace and had the security personnel accompany the pope ...
Andrea M. |
10/06/2006 12:12 |
|
|
|
10/06/2006 22:45 |
|
| | | OFFLINE | Post: 3.412 | Registrato il: 09/08/2005
| Utente Master | |
|
|
12/06/2006 01:08 |
|
| | | OFFLINE | Post: 8.441 | Registrato il: 10/05/2005
| Utente Master | |
|
Nuove beatificazioni in vista
Si avvicina la beatificazione di 188 martiri giapponesi del XVII secolo
La Congregazione vaticana per le Cause dei Santi ha dato recentemente la propria approvazione alla causa di beatificazione di 188 martiri giapponesi del XVII secolo.
Lo ha confermato una nota diffusa dalla Conferenza Episcopale del Giappone (www.cbcj.catholic.jp).
Secondo il Segretario della commissione episcopale incaricata della causa, il gesuita Fuyuki Hirabayashi, la cerimonia di beatificazione potrebbe aver luogo a partire dal maggio 2007.
Il Presidente dell’episcopato giapponese, monsignor Jun-ichi Nomura – Vescovo di Nagoya – e monsignor Francis Xavier Osamu Mizobe, S.D.B. – Vescovo di Takamatsu – (alla guida della commissione speciale per le beatificazioni), hanno visitato insieme a padre Hirabayashi a gennaio gli organismi vaticani ed hanno presentato una petizione firmata da tutti i membri della Conferenza Episcopale.
Anche il Cardinale Peter Seiichi Shirayanagi – Arcivescovo emerito di Tokyo – ha presentato una richiesta simile a Benedetto XVI in persona.
Secondo l’episcopato giapponese, deve ancora essere stabilita la data della riunione vaticana per l’approvazione finale della petizione, ma il Vescovo Mizobe ha affermato che è praticamente sicuro che tutto proceda per il meglio. Il prossimo passo saranno la firma papale e la promulgazione del decreto di beatificazione.
Il presule ha programmato di presentare all’Assemblea di giugno della Conferenza Episcopale giapponese l’istituzione di un comitato speciale per preparare la cerimonia di beatificazione.
“ Sarà un evento straordinario per la Chiesa giapponese” – ha affermato il Dicastero missionario attraverso “Fides” in una nota di mercoledì scorso –; “la beatificazione di Pietro Kassui Kibe e di altri 187 martiri giapponesi del XVII secolo porterà entusiasmo, immensa gioia e consolazione spirituale al piccolo gregge dei fedeli cattolici nel paese del Sol Levante”.
Tra i martiri del Giappone sono già riconosciuti Paolo Miki e i suoi compagni, Grazia Hosawaka, Ludivico Ibaragi, Michael Kozaki e Takayam Ukon.
Il Giappone ha circa 127 milioni di abitanti. La comunità cattolica supera il milione di fedeli, composta per più della metà di persone di altre nazionalità.
|
12/06/2006 13:53 |
|
|
|
12/06/2006 19:42 |
|
| | | OFFLINE | Post: 8.448 | Registrato il: 10/05/2005
| Utente Master | |
|
Dall'Inghilterra: in pericolo la riconciliazione... La Chiesa di Inghilterra vuole aprire alle donne Vescovo, scontento dell’Arcivescovo di Westminster
Si profila una battuta d’arresto nel processo di unità cattolico-anglicano, secondo il Cardinale Murphy-O’Connor
L’Arcivescovo di Westminster si è detto triste per la prospettiva che il cammino verso la piena unità cattolico-anglicana possa subire una serie battuta d’arresto in seguito alla decisione della Chiesa di Inghilterra di concedere la consacrazione episcopale alle donne.
Questa domenica, il presule ha detto al programma “Sunday” che se la Chiesa d’Inghilterra procederà all’ordinazione episcopale delle donne “saremo sempre più in parallelo anziché convergere verso la piena comunione, unità che crediamo corrisponda alla volontà di Cristo”.
Anche se la Chiesa d’Inghilterra non ha ancora preso alcuna decisione, il meccanismo per ammettere all’episcopato le donne è stato avviato, afferma un comunicato recapitato a ZENIT dall’Ufficio delle Comunicazioni Sociali dell’Arcivescovado di Westminster.
Il linguaggio del Cardinale segna un cambiamento rispetto alla sua precedente insistenza sul fatto che il processo in vista dell’unità era una “strada senza uscita” e fa eco ad un energico discorso pronunciato la scorsa settimana dal Cardinale Walter Kasper ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra, in cui il Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani ha avvertito delle conseguenze di questa decisione.
Il Cardinal Kasper ha affermato che se la decisione di concedere la consacrazione episcopale alle donne sarà la logica conseguenza dell’ordinazione sacerdotale femminile, questa avrà un rilievo ancora maggiore a causa del ruolo del Vescovo come agente di comunione.
Secondo quanto riportato dal Cardinale Murphy-O’Connor, il Cardinal Kasper ha detto che se ci saranno ordinazioni episcopali di donne ciò avrà ripercussioni sui rapporti “non solo all’interno della Comunione Anglicana a livello mondiale, ma anche all’interno della Chiesa d’Inghilterra e, ovviamente, sui rapporti con la Chiesa cattolica romana e con la Chiesa ortodossa”.
Se la crescente pratica di ordinare le donne al sacerdozio anglicano ha portato ad un rallentamento nelle relazioni ecumeniche, la loro eventuale ordinazione episcopale porterebbe “ad un raffreddamento duraturo”.
L’Arcivescovo di Westminster ha spiegato al “Sunday” di essere profondamente rattristato dalla questione perché per anni è stato Condirettore dell’ARCIC, la Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica istituita nel 1970 la cui finalità è di portare avanti il dialogo teologico tra cattolici e anglicani sui temi di maggiore controversia.
“Avevamo un accordo sull’Eucaristia e sul ministero e fiduciosamente sempre più sull’autorità. E il mio sogno era che gradualmente saremmo arrivati a quella piena comunità eucaristica che crediamo sia la volontà di Cristo”, ha detto.
“Ora l’ordinazione delle donne al sacerdozio e soprattutto all’episcopato sembra rendere tutto ciò fuori portata ed è ciò che il Cardinal Kasper ha detto nel suo stile molto chiaro e caritatevole ma anche molto franco”, ha aggiunto.
Il Cardinale Murphy-O’Connor ha ad ogni modo affermato che “il rapporto, l’amicizia e la cooperazione tra la Comunione Anglicana e la Chiesa cattolica romana continueranno”, qualunque sia la decisione della Chiesa d’Inghilterra.
Se la Chiesa cattolica romana non vuole “interferire nei processi e nei giudizi” degli altri cristiani, il porporato ha comunque confessato: “Saremmo contenti se questo passo non venisse compiuto”.
|
15/06/2006 12:16 |
|
|
|
15/06/2006 12:29 |
|
|
Altra foto di Jos & Geo!!! ^___^
|
15/06/2006 19:54 |
|
| | | OFFLINE | Post: 8.480 | Registrato il: 10/05/2005
| Utente Master | |
|
Proposta del Papa per la Chiesa in America Latina: costruire discepoli
Spiega monsignor Héctor Gutiérrez, Vescovo di Engativá (Colombia) e membro del CELAM
“ Noi, membri della Chiesa cattolica, siamo impegnati, attraverso la nostra predicazione, la nostra azione sacramentale, liturgica, ministeriale, a costruire discepoli”, ha affermato un Vescovo membro del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano).
E’ questa la proposta di Benedetto XVI per l’America Latina, ha detto monsignor Héctor Gutiérrez, Vescovo di Engativá (Colombia) e membro del Dipartimento per le Comunicazioni del CELAM.
Il tema scelto dal Papa per la V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, che si svolgerà dal 13 al 31 maggio 2007 ad Aparecida (Brasile), è proprio “Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popoli in Lui abbiano la vita”
La grande riunione episcopale avrà luogo nel Santuario Nazionale di Nostra Signora Aparecida – patrona del Brasile –, che accoglie circa 8 milioni di visitatori all’anno. Benedetto XVI si recherà in Brasile per l’apertura dell’evento.
Nel contesto dei preparativi della V Conferenza, monsignor Gutiérrez ha concesso un’intervista collettiva questo martedì ad Aparecida (a circa 170 chilometri da San Paolo), insieme a monsignor Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida, monsignor Baltazar Porras, Arcivescovo di Mérida (Venezuela) e Oresidente del Dipartimento per le Comunicazioni del CELAM, padre David Gutiérrez, Addetto stampa del CELAM, e padre Sidney Fones, Segretario esecutivo del CELAM.
Secondo il Vescovo di Engativá, è necessario costruire “uomini e donne che ascoltino la parola di Dio, la meditino, riflettano su di essa e l’incarnino nel modo di comportarsi in ambito lavorativo, nel calcio, nella famiglia, nel perdono, nella riconciliazione”, ha affermato.
“I Vescovi dell’America Latina vengono qui in Brasile, al Santuario di Nostra Signora Aparecida, per dire all’America che c’è una via d’uscita, che è possibile, e che la via è fare discepoli. Costruiamo uomini e donne che capiscano la parola di Dio e l’incarnino nel loro vissuto quotidiano, nell’amore per Dio e per il prossimo”, ha insistito il presule.
Secondo monsignor Gutiérrez, “alcuni di voi si chiederanno che importanza ha la V Conferenza per il Brasile, la Colombia, la zona meridionale. Che importanza ha in questo mondo di trattati di libero commercio? Cosa vogliono i Vescovi latinoamericani?”.
“La Chiesa non è indifferente alle questioni politiche, sociali, sportive, familiari, giovanili, economiche, ecologiche. Ciascuno nella Chiesa ha come compito fare presenza in America Latina”, ha osservato.
Il presule ha anche sottolineato che “la Chiesa ha i contenuti, d’amore, del perdono, dell’antropologia, della giustizia, dello sport… La sfida è come fare perché questi valori arrivino alla società, a tutte le persone che sono intorno alla Chiesa e che fanno o meno parte di lei”.
“E’ necessario trovare le vie perché la persona che ascolta il messaggio della Chiesa lo capisca, lo mediti e lo metta in pratica. Dobbiamo riuscire in questo, perché la parola di Dio è l’unica via che l’America Latina e il mondo hanno per trovare la soluzione ai problemi della giustizia che viviamo”.
Di fronte alla difficoltà di far sì che il messaggio della Chiesa penetri nel nostro cuore e nella vita quotidiana di ogni persona, monsignor Gutiérrez ha spiegato che molte volte “parliamo su una diversa lunghezza d’onda rispetto alle persone”.
“Molti parlano con un linguaggio e la Chiesa con un altro. Le persone hanno una preoccupazione e la Chiesa non risponde a questa preoccupazione. Questo è il nostro compito: sintonizzarci, metterci d’accordo”, ha continuato.
“Parliamo nella lingua delle madri, dei giovani, degli sportivi, dei poveri, dei ricchi; studiamo e domandiamo. Tu cosa vuoi? Cos’hai nel cuore? Qual è la tua preoccupazione? Questo per cercare una risposta e la proposta che la Chiesa farà. E’ un processo lungo, in cui la Chiesa si impegnerà. Non è facile, ma ci riusciremo”, ha affermato.
Il Dipartimento per le Comunicazioni del CELAM lavora da un anno alla formazione di un’équipe di comunicazione della V Conferenza con tutti i mezzi di comunicazione della Chiesa e alcuni privati di tutto il continente, come ha spiegato monsignor Baltazar Porras.
“La base di sostegno di ogni rete di comunicazione, però, è quella brasiliana e quella che esiste qui ad Aparecida”, ha detto l’Arcivescovo di Mérida. “Per noi è una gioia constatare che c’è una struttura abbastanza ampia, con una grande qualità tecnica”, perché il messaggio echeggerà non solo in America Latina e nei Caraibi, ma in tutto il mondo, ha infine concluso.
|
16/06/2006 19:31 |
|
| | | OFFLINE | Post: 830 | Registrato il: 22/11/2005
| Utente Senior | |
|
In occasione dei cinque secoli della basilica di San Pietro, da un’intervista a mons. Gianfranco Ravasi:
La Fabbrica di San Pietro è sempre stata al centro del potere tanto temporale che spirituale del Papato. E se pensiamo al carisma di Giovanni Paolo II dobbiamo constatare che la Chiesa non ha perso la sua dimensione simbolica trionfale. Ma Papa Wojtyla è forse l’ultimo Papa a misura di San Pietro. Benedetto XVI introduce un altro tipo di Chiesa, più sepolta nel seme della terra, nella profondità delle origini, addirittura catacombale. Il confronto con la modernità non può più avvenire attraverso la figura incombente della Chiesa trionfante ma attraverso il dialogo. Anche il simbolo magniloquente di San Pietro va declinato con la modernità di una società secolarizzata.
(Panorama)
|
17/06/2006 00:09 |
|
| | | OFFLINE | Post: 8.501 | Registrato il: 10/05/2005
| Utente Master | |
|
CAMBIANO I TESTI DELLA MESSA CATTOLICA IN INGLESE
I fedeli dovranno imparare preghiere più lunghe e ridondanti
Cambieranno i testi delle preghiere che i fedeli cattolici di lingua inglese hanno recitato per oltre 35 anni nelle chiese americane.
La conferenza dei vescovi americani, riunita da ieri a Los Angeles, ha infatti approvato a larga maggioranza la modifica dei testi liturgici, adeguandosi così alle pressioni del Vaticano per una traduzione inglese più vicina all'originale versione latina dei testi.
In molti casi i fedeli dovranno imparare versioni più lunghe e ridondanti di preghiere familiari. I vescovi americani, tuttavia, hanno apportato importanti modifiche alla versione voluta da Roma. I loro suggerimenti potrebbero però essere ancora rigettati dal momento che la nuova versione dovrà ricevere l'approvazione finale di Papa Benedetto XVI.
La direttiva del Vaticano era stata emanata nel 2001 con Papa Giovanni Paolo II, e aveva subito suscitato le proteste dei vescovi dei paesi di lingua inglese che vi vedevano una limitazione dell'autonomia di ogni paese di tradurre i testi liturgici a seconda delle necessità locali.
|
19/06/2006 00:46 |
|
| | | OFFLINE | Post: 3.605 | Registrato il: 09/08/2005
| Utente Master | |
|
Staminali, Osservatore: In Europa laicismo cieco"
Di Paolo Luigi Rodari (del 17/06/2006 @ 11:40:56, in il Velino, linkato 10 volte)
Secondo l’Osservatore Romano di oggi (edizione 16-17 giugno), la decisione del Parlamento europeo sulle staminali è frutto di un “laicismo ottuso che viola la dignità dell’uomo”. Il quotidiano della Santa Sede, dopo aver elencato le reazioni positive di Mussi e quelle negative della Commissione degli Episcopati della Comunità europea (Comece) alla notizia, arrivata da Strasburgo, del via libera alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, ha voluto commentare con parole dure la decisione: “Quello del Parlamento europeo - scrive l’Osservatore - è in effetti un errore fondamentale: una concezione profondamente sbagliata, costruita su un impianto tragicamente utilitaristico. Eppure l’Europa - continua il quotidiano -, figlia del Novecento e nata in opposizione alle aberrazioni di quel secolo, dovrebbe essere sensibile agli effetti ai quali una simile impostazione, una volta estremizzata, può condurre. Insofferente ad ammettere le radici cristiane della sua identità, l’Europa sembra oggi pretendere di riconoscersi attorno ad un laicismo cieco, che nega non solo le convinzioni religiose della maggioranza della sua popolazione, quanto i diritti inviolabili della persona, oltraggia la dignità dell’uomo e rifiuta principi iscritti nella natura umana stessa e quindi comuni a tutta l’umanità. Uno stravolgimento inaccettabile del disegno di Dio sull’uomo”. |
19/06/2006 14:24 |
|
|
VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello -
“Il Magistero unico interprete della Parola di Dio o opinione qualsiasi?”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) -
“Il Magistero unico interprete della Parola di Dio (cfr Dei Verbum, 10) o opinione qualsiasi?” - C’è un modo nuovo di dissentire nella Chiesa: non più opporsi, ma ridurre quel che dicono il Papa, e i Vescovi uniti con Lui, a una opinione tra le altre. Purtroppo vi contribuiscono alcuni pastori con i “forse” e i “se” dei loro interventi, portando vasi al relativismo mediatico che riduce tutto a opinione e a dubbio. Vi contribuiscono taluni centri ecumenici, dove la verità cattolica, affiancata da quella di altre confessioni, viene proposta come complementare ad esse.
Un esempio: la Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, promulgata da Giovanni Paolo II, sul concetto di comunione (“Communionis notio”): secondo il metodo teologico cattolico, dovrebbe essere il punto di interpretazione autentica dell’ecclesiologia nel dialogo ecumenico, invece è normalmente ignorata se non rigettata; si lamenta poi la mancata ricezione in casa cattolica dei documenti del dialogo ufficiale. In realtà, non pochi ecumenisti dubitano che la Chiesa cattolica abbia la pienezza dei mezzi di salvezza: un segno di tale ambiguità è la pratica dell’intercomunione e la ricerca del cosiddetto consenso differenziato sulle verità di fede. Lo stesso si può dire della Dichiarazione “Dominus Iesus” che rimane attuale per la problematica del dialogo interreligioso, e delle Encicliche “Redemptoris missio” e “Fides et ratio” che sono imprescindibili per la teologia delle religioni. Dunque va fatto uno studio approfondito dello stato del movimento ecumenico e del dialogo interreligioso.
A chi compete “sorvegliare” su tutto questo? Poiché il termine greco “episkopè” ha proprio questo significato, compete innanzitutto ai Vescovi, come Pastori e Gran Cancellieri delle Facoltà teologiche, insieme ai presidi e ai rettori di seminari, vigilare che si insegni la dottrina cattolica e in costante paragone con essa si compia la riflessione filosofica e teologica. Il più delle volte si sente dire che i Vescovi sorvolino per quieto vivere; una omissione grave, perché in tal modo i futuri sacerdoti, confessori e pastori, i laici che insegneranno la religione faranno tornare le pecore, come dice Dante - “all’ovil di latte vuote”. Quando tale istanza primaria di verifica dottrinale e disciplinare non funziona, deve intervenire, per il principio di sussidiarietà, la Santa Sede; l’iter di verifica non ha nulla di tenebroso, ma si compie secondo il metodo evangelico della correzione fraterna.
Il metodo teologico deve portare a distinguere la verità dagli errori, oggi dalla teologia ‘debole’. Sanno i Vescovi se i docenti, all’inizio dei corsi, aiutano gli studenti a distinguere ciò che è dottrina e ciò che è teologia? Essi devono promuovere quei punti della dottrina cattolica su cui c’è maggiore ignoranza o confusione: nella Sacra Scrittura, la storicità dei Vangeli e della persona di Gesù Cristo - visto ciò che sta venendo a galla col vangelo di Giuda e il Codice da Vinci - esponendo i limiti del metodo storico-critico e delle letture contestuali, spirituali e cosiddette ispirate; nella sacramentaria, l’essenza e il ruolo della grazia sacramentale per l’efficacia dei sacramenti, l’indissolubilità del matrimonio, il rapporto tra matrimonio e fede, tra matrimonio civile ed ecclesiastico.
In proposito si deve constatare com’è collocato oggi l’insegnamento morale dentro la legge cristiana: spesso taluni Vescovi intervengono su temi bioetici, esprimendo comprensione per la ricerca in corso e per le situazioni delle persone, ma non fanno nemmeno un cenno alla necessità della conversione richiesta da Cristo e all’aiuto della grazia, limitandosi alla legge naturale. Non sarebbe più consono ad un Pastore parlare delle virtù teologali e cardinali così necessarie per essere ‘perfetti come il Padre ’? Il Pastore non è un opinion maker ma un uomo di Dio che parla con Dio e di Dio all’uomo. Questa è la vocazione di ogni cristiano. Un insegnante di religione, se non comunicasse la dottrina cattolica ma presentasse la religione solo come fenomeno umano, in che cosa si distinguerebbe da un docente di filosofia?Tutto questo, mentre avanza tra i cattolici il protestantesimo in diverse parti d’Europa, anche per la scarsezza di sacerdoti; ci si abitua a parrocchie tenute da laici, quindi senza Eucaristia o diocesi dove i consigli presbiterali sono composti in gran parte da laici; aumenta il divario tra la fede personale e quella della Chiesa. Diventa urgente ricuperare l’occidente alla fede, alla dottrina cattolica dell’unica verità salvifica. |
22/06/2006 19:29 |
|
| | | OFFLINE | Post: 8.624 | Registrato il: 10/05/2005
| Utente Master | |
|
Reazioni su Bertone Segretario di Stato
Papa Ratzinger:
"BERTONE PASTORE FEDELE"
"Coniuga preparzione e attenzione pastorale. Ci legano fiducia e stima".
In questi tre anni in cui è stato Arcivescovo di Genova, il Cardinale Tarcisio Bertone ha dato prova di grandi "doti e qualità". Sono le parole di una lettera di Papa Ratzinger che verrà pubblicata domani sull'Osservatore romano. Benedetto XVI definisce il neosegretario di Stato un "pastore fedele" che sa coniugare "attenzione pastorale e preparazione dottrinale".
Per questo motivo, e per "la reciproca fiducia e stima" che lega Bertone a Ratzinger (Bertone è stato braccio destro di Ratzinger nella Congregazione per la fede), Benedetto XVI spiega la nomina di Bertone nuovo segretario di Stato. Nel definire questo momento "un passaggio delicato ma ricco di grazia", infine, il Pontefice aggiunge che provvederà "quanto prima" alla nomina del nuovo arcivescovo di Genova.
_______________________________________________________________________
OPERA DON ORIONE: CON BERTONE ALTRO UMILE LAVORATORE
"Profonda spiritualità, grande equilibrio intellettuale"
" Dopo Benedetto XVI, un altro semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Sono proprio felice di questa scelta. Oltre alle grandi ragioni che hanno mosso il Santo Padre a sceglierlo come suo primo collaboratore, aggiungo qualcuna molto particolare: perché religioso salesiano, perché conosce bene la congregazione orionina, perché lo conosco personalmente e cordialmente". E' quanto dichiara Don Flavio Peloso, direttore generale dell'Opera Don Orione in merito alla nomina del Cardinale Tarcisio Bertone a Segretario di Stato Vaticano.
" Ecco, quello che mi faceva lavorare alla Dottrina della Fede - prosegue Don Peloso - così sua eminenza mi ha salutato varie volte, ricordando gli anni in cui io ero officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e il neo Segretario di Stato, allora preside dell'Università Salesiana, era consultore della Congregazione vaticana presieduta dal cardinale Ratzinger".
" Profonda spiritualità - continua Don Peloso - grande equilibrio intellettuale, bella capacità di relazioni fuse nel superiore interesse di promuovere il bene della Chiesa: così lo ricordo in quegli anni e così sempre mi è apparso negli incontri successivi e nel servizio pastorale a Genova, ove è stato molto vicino alle opere di carità di Don Orione
______________________________________________________________________
DON GALLO: CON BERTONE SVOLTA A 360 GRADI DEL PAPA
"Migliori auguri, ho studiato con lui per tre anni"
" E' un onore, una meraviglia, una gioia la nomina del cardinale Bertone a Segretario di Stato". Gli auguri arrivano da don Andrea Gallo, sacerdote genovese, che ha studiato insieme a Bertone tre anni all'istituto teologico di Ivrea. " Gli faccio i migliori auguri - sottolinea don Andrea ad Apcom - non solo come genovese, ma come suo amico. Abbiamo studiato insieme e ora è arrivato alla seconda carica più alta della Chiesa. E il primo luglio - continua don Andrea - festeggeremo la nostra ordinazione".
Per don Andrea Gallo, definito dal porporato genovese "antievangelico" per le sue opinioni troppo 'liberal', con questa scelta Benedetto XVI "realizza una svolta a 360 gradi nella prassi della Chiesa, scegliendo un non diplomatico". Un ulteriore motivo di gioia, per don Gallo, è l'appartenenza ai salesiani di Bertone. " Anch'io sono salesiano - afferma il religioso - ci fa onore che un figlio di don Bosco diventi segretario di Stato".
Quale è l'attesa nella città di Genova? " La città - risponde don Gallo - ha tutto il diritto a volere un pastore che abbia un piano pastorale. Magari anche un genovese.. ma che sappia ascoltare tutti".
|
28/06/2006 07:32 |
|
| | | OFFLINE | Post: 3.925 | Registrato il: 09/08/2005
| Utente Master | |
|
Madonna di Civitavecchia: nuove sorpendendti rivelazioni
Di Paolo Luigi Rodari (del 21/06/2006 @ 08:47:44, in Agenda Ratzinger in il Tempo, linkato 25 volte)
La sera del 31 marzo scorso il vescovo di Civitavecchia, monsignor Girolamo Grillo ha ammesso davanti alle telecamere che la statua della Madonna di proprietà della famiglia Gregori, in località Pantano, in quei giorni stava piangendo e che lui stesso aveva assistito al fenomeno.
Ricorreva l’anniversario dell’agonia del predecessore di Benedetto XVI, Papa Giovanni Paolo II. Il pensiero è corso immediatamente a undici anni fa quando, sempre dagli schermi del Tg1, il presule ugualmente commosso riferì che quel simulacro in gesso, proveniente da Medjugorje e raffigurante la Regina della Pace venerata in Erzegovina, aveva lacrimato direttamente nelle sue mani.
Come è risaputo la statua pianse sangue tredici volte tra il 2 e il 6 febbraio 1995 nel giardino dei Gregori, e la quattordicesima volta, il 15 marzo, nella residenza di monsignor Grillo subito dopo la celebrazione mattutina della Messa. Ma le recenti nuove lacrime sparigliano le carte e riaccendono l’attenzione su quanto avviene a Pantano, e in modo particolare alla luce delle sorprendenti rivelazioni contenute nel volume La Madonna si fa la strada (Ares) del giornalista Riccardo Caniato.
Il primo fattore di interesse è che a Pantano sono due e non una le statue che hanno dato segno. Infatti, mentre Caniato rivela come nella primavera del ’95 Giovanni Paolo II abbia voluto venerare la ben nota Madonnina, egli racconta di una seconda immagine che, di fatto, sarebbe stata donata ai Gregori proprio dal Capo della Chiesa di Roma. Accadde che, dopo la lacrimazione nelle mani di mons. Grillo, la procura di Civitavecchia dispose il temporaneo sequestro della statua, motivandolo con la necessità di ulteriori accertamenti. Ma a quel punto si innescò in Vaticano una reazione non preventivata dagli inquirenti: il 10 aprile 1995 venne a Civitavecchia il cardinale polacco Andrzej M. Deskur per guidare una veglia in cattedrale, e affermò di essere stato inviato da Giovanni Paolo II per favorire il culto della Vergine. Al termine della celebrazione il porporato consegnò al parroco dei Gregori una nuova statua, del tutto identica, che aveva appositamente fatto venire da Medjugorje, benedicendola a nome del Papa.
Ebbene è questa Madonna che ha pianto, stavolta lacrime umane, poche settimane fa, anche alla presenza del vescovo locale. Ed è quindi la stessa statua, tornando alle rivelazioni contenute nel libro, che in tutti questi anni ha trasudato in occasione delle più importanti feste liturgiche un olio profumato che, secondo l’autore, è segno del crisma battesimale, ed è segno che la Madonna - l’Immacolata per la fede - è abitata dallo Spirito Santo.
Ed è proprio attraverso questi segni assolutamente oggettivi, il sangue e l’olio, che il piano di Dio su Civitavecchia di cui la Madonna è tramite accrediterebbe in questo luogo un terzo fenomeno soprannaturale più tradizionale, ma non verificabile sensorialmente, di cui pochissimo era trapelato finora: le apparizioni della Vergine. A Civitavecchia, infatti, la Madonna sarebbe apparsa in molte circostanze a partire dal 1995 a Jessica, la primogenita dei Gregori, la prima a rinvenire le lacrime di sangue nel pomeriggio del 2 febbraio, ma in diverse occasioni anche a suo padre Fabio e in taluni casi alla famiglia al completo. A Pantano la Madonna si sarebbe presentata coi nomi di Madonna delle Rose e Regina delle Famiglie, dando anche messaggi come a Fatima, a Lourdes…, il cui contenuto sarebbe incentrato principalmente intorno alla crisi di fede e di comunione nelle famiglie e nella stessa Chiesa, in seno alla quale si paventa anche il pericolo dell’apostasia.
© Il Tempo 21 giugno 2006 |
|
|