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Internet? Fa aumentare il terrorismo
Di Paolo Luigi Rodari (del 13/05/2006 @ 10:48:23, in Il Tempo, linkato 79 volte)
Per il Vaticano le religioni possono dare un importante contributo nella lotta al terrorismo. Infatti, se gli Stati riuscissero ad attuare una maggiore cooperazione anche in campo religioso, si potrebbe dare una scossa positiva alla costruzione di ponti tra culture e civiltà. Lo ha sostenuto l’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, monsignor Celestino Migliore, il quale, intervenendo l’altro ieri alla 60ma sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, ha voluto anche indicare l’utilizzo di internet e di altri media come una delle cause del vertiginoso aumento degli attentati nel mondo.Internet, infatti, ha reso il terrorismo un fenomeno transnazionale che chiede una soluzione forte e globalmente coordinata.
Il Vaticano ha voluto offrire una sua linea d’intervento alla lotta al terrorismo, i cui continui focolai in varie parti del mondo preoccupano e non poco anche Benedetto XVI. L’idea è quella di provare a coinvolgere le varie religioni del mondo in una politica di pace. Anche laddove gli scontri e gli attentati avvengono per motivi palesemente religiosi o comunque culturali, se si riuscisse a fare sentire le varie fazioni in campo parte integrante del processo di pace, forse le cose potrebbero cambiare in meglio. Sarebbe, in sostanza, una pace promossa dall’interno dello scontro, e non imposta con prove di forza esterne.
Migliore, nel suo interevento, dopo aver ribadito il principio della negazione di «ogni tipo di giustificazione morale ai terroristi», ha chiesto che siano le Nazioni Unite a spingere le religioni a dare il loro importante contributo a favore del pluralismo, del dialogo e della comprensione delle differenze culturali, affermando il valore della reciprocità tra le fedi.
Esplicito il sostegno alla Risoluzione 1624 del Consiglio di Sicurezza, laddove si condanna, senza mezzi termini, chi incoraggia il terrorismo ed anche chi giustifica o esalta gli atti terroristici, facendone «un’apologia». In questa logica è stato ribadito quel principio di negare ogni valore morale o giustificazione agli atti terroristici che fu oggetto, nel gennaio del 2002, dell’incontro interreligioso voluto ad Assisi da Giovanni Paolo II. Come allora, anche l’altro ieri il Vaticano ha ricordato come anche se spesso, all’origine del terrorismo, vi sono fenomeni di «esclusione sociale, politica ed economica», ciò non può rendere lecito il fenomeno.
Le religioni, oltre a dover negare giustificazioni etiche al terrorismo, «secondo le loro caratteristiche proprie - è Migliore a parlare -, sono chiamate a creare, incrementare e promuovere le precondizioni di ogni incontro, di ogni dialogo e di ogni comprensione del pluralismo e delle differenze culturali. |