Segnalazione libri e riviste

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Scritto da: nhmem 03/11/2005 22.56
A cura di Renato del Ponte, edito dal Circolo La Sprugola di La Spezia.

€ 12,00 tiratura limitata a 300 copie numerate e firmate, carta pregiata stampato a colori, sovraccoperta in pergamena, con le immagini degli Dei per ogni mese.
Per ordini rivolgersi ad Arthos, Casella Postale 60, 54027 Pontremoli MS.

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Bisogna inviare una richiesta su carta in posta prioritaria?

Scritto da:Italicvs 22/11/2005 19.37
Re: CALENDARIVM MMDCCLIX A.V.C. 2006 E.V.
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Scritto da: nhmem 03/11/2005 22.56
A cura di Renato del Ponte, edito dal Circolo La Sprugola di La Spezia.

€ 12,00 tiratura limitata a 300 copie numerate e firmate, carta pregiata stampato a colori, sovraccoperta in pergamena, con le immagini degli Dei per ogni mese.
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Purtroppo (almeno per quest'anno) si.

Inviata.

Caro Nhmem, credo che il Calendario meriti una pubblicità autonoma da questa rubrica. E che resti visibile in prima pagina fino all'esaurimento delle richieste. Ovviamente non è solo una questione commerciale. Vuoi provvedere?

Ricci, spina nel cuore di Montanelli

Indro Montanelli intratteneva con le sue radici toscane e fiorentine un rapporto difficile e complesso. Non tornava spesso a Fucecchio, dove era nato nel 1909. «Rivedere il paese natale e i luoghi dell’infanzia profondamente mutati - osserva a tal proposito il presidente della Fondazione Montanelli Bassi, Alberto Malvolti - gli procurava quello che lui chiamava "magone", la dolorosa consapevolezza di un impossibile ritorno». Forse anche per questo il grande giornalista non pubblicò mai in vita lo scritto La «mia» Firenze , che solo adesso esce nei Quaderni della Fondazione Montanelli Bassi (Fm editore) e che verrà presentato sabato prossimo a Fucecchio presso l’auditorium del Comune «La Tinaia», alle ore 16, nell’ambito della Festa della Toscana, con la partecipazione del presidente del consiglio regionale, Riccardo Nencini.
Sono trenta cartelle dattiloscritte, che riprendono brani di alcuni altri interventi di Montanelli apparsi in precedenza, ma nel loro complesso costituiscono un testo inedito. Vi si mescolano motivi autobiografici e riflessioni storiche, «seguendo le tracce di quel "genio fiorentino" - è sempre Malvolti a parlare - che si è espresso tanto nella grande arte del Rinascimento, quanto nel misurato disegno di un paesaggio costruito attraverso i secoli da generazioni di proprietari e contadini». Molta attenzione Montanelli rivolge ai banchieri e mercanti fiorentini, che anticiparono vari aspetti del capitalismo, ma non riuscirono tuttavia a generare una borghesia moderna.
Poi ci sono i ritratti. I grandi del passato, come Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. E accanto a loro alcune figure del Novecento: per esempio Giuseppe Prezzolini, fondatore della rivista La Voce , testata che Montanelli riprese per battezzare l’ultimo quotidiano di cui fu direttore.
Le pagine più affettuose sono però dedicate a Berto Ricci, l’ex anarchico passato al fascismo che Montanelli conobbe nel 1932: «L’uomo - scrive - al quale forse devo, in assoluto, di più: il solo maestro di carattere che io abbia trovato in un paese dove il carattere è l’unica materia in cui si passa tutti senz’esami».
Con il suo quindicinale fiorentino L’Universale , Ricci sognava di trasformare il fascismo «in una rivoluzione autentica», obiettivo per cui reputava indispensabile «costruire un nuovo tipo d’italiano». Un programma ambizioso, utopistico, del tutto incongruo rispetto alla realtà del regime mussoliniano, ma sicuramente affascinante per un giovane come Montanelli, che si affacciava allora alla ribalta e trovò nell’Universale una palestra di prim’ordine.
Vennero in seguito gli anni delle disillusioni, della sempre più nitida consapevolezza che il fascismo era un impasto di retorica formale e corruzione sostanziale. Montanelli rievoca il colloquio in cui annunciò a Ricci il suo distacco dal regime. E riferisce la risposta dell’amico: «Queste son faccende in cui s’ha da vedercela con la nostra coscienza, e nessuno può esser d’aiuto a nessuno. Io ti dico, ti chiedo di poterti stimare come avversario, visto che devo cessare di stimarti come amico e alleato».
Parole che, dopo la morte di Ricci sul fronte del Nord Africa, continuavano a tormentare Montanelli, fino a insinuare nel suo animo qualche dubbio sulla validità della scelta compiuta. Perché in lui la stima e l’ammirazione verso Berto prevalevano su qualsiasi dissenso politico.

Antonio Carioti

Corriere della Sera 24 11 05

MEDITERRANEA
Quaderni annuali dell'Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo antico


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Volume I / 2004

Oriente e Occidente: metodi e discipline a confronto. Riflessioni sulla cronologia dell'età del ferro in Italia, Atti dell'Incontro di studi, Roma, 30-31 ottobre 2003, a cura di G. Bartoloni e Filippo Delpino.
A. Carandini, F. Roncalli, Indirizzi di saluto; G. Bartoloni, F. Delpino, Introduzione ai lavori. Quadro generale: R. C. de Marinis, Cronologia relativa, cross-dating e datazioni cronometriche tra bronzo finale e primo ferro; R. Peroni, A. Vanzetti, Intorno alla cronologia della prima età del ferro italiana: da H. Müller-Karpe a Ch. Pare; M. Pacciarelli, Osservazioni sulla cronologia assoluta del bronzo finale e della prima età del ferro; C. Iaia, I bronzi laminati del primo ferro italiano come indicatori cronologici a vasto raggio e problemi interpretativi; Discussione e interventi: R. C. de Marinis, C. Iaia, A. Guidi, A. Babbi, R. C. de Marinis, M. Pacciarelli, G. Bartoloni, S. Verger, A. M. Bietti Sestieri, A. Zanini, A. Babbi, F. Delpino, R. C. de Marinis, A. Vanzetti, R. C. de Marinis, R. Peroni, M. Pacciarelli, R. C. de Marinis, M. Pacciarelli, C. Iaia. Italia settentrionale e centrale: M. David-Elbiali, C. Dunning, Il quadro cronologico relativo e assoluto nell’ambito nord-alpino tra 1000 e 700 a. C.; R. C. de Marinis, F. M. Gambari, La cultura di Golasecca tra X e VIII secolo a. C.: cronologia relativa e correlazioni con altre idee culturali; A. Alberti, L. Dal Ri, C. Marzoli, U. Tecchiati, Evidenze relative al X, IX e VIII secolo a. C. nell’ambito dell’alto bacino del fiume Adige (cultura di Luco-Meluno); E. Bianchin Citton, N. Martinelli, Cronologia relativa e assoluta di alcuni contesti veneti della tarda età del bronzo e degli inizi dell’età del ferro. Nota preliminare; A. Dore, Il Villanoviano I-III di Bologna: problemi di cronologia relativa e assoluta; A. Babbi, A. Piergrossi, Per una definizione della cronologia relativa e assoluta del Villanoviano veiente e tarquiniese; F. Boitani, La ceramica greco-geometrica di Veio; M. A. Rizzo, Ceramica greca e di tipo greco da Cerveteri; Discussione e interventi: A. Vanzetti, M. David-Elbiali, A. Vanzetti, U. Tecchiati, R. C. de Marinis, A. Vanzetti, M. Pacciarelli, A. M. Bietti Sestieri, R. C. de Marinis, G. Bartoloni, R. Peroni, G. Bartoloni, E. Bianchin Citton, A. Guidi, G. Bartoloni, A. Guidi, R. Peroni e F. Ferranti, P. Von Eles, G. Bagnasco Gianni, F. Delpino, B. d’Agostino, A. Dore, M. Pacciarelli, A. Dore, F. Trucco, A. M. Bietti Sestieri, R. C. de Marinis, A. M. Bietti Sestieri. Italia centro-meridionale: G. Bartoloni, V. Nizzo, Lazio protostorico e mondo greco; B. d’Agostino, Osservazioni sulla cronologia della prima età del ferro nell’Italia meridionale; F. Ferranti, L’orizzonte tardo-geometrico enotrio alla vigilia delle fondazioni coloniali greche; E. M. De Juliis, La prima età del ferro in Puglia; Discussione e interventi: B. d’Agostino, E. Gusberti, M. Rendeli, M. L. Lazzarini, G. Colonna, M. Pacciarelli, A. Vanzetti, A. M. Bietti Sestieri, G. Bartoloni, A. M. Bietti Sestieri, G. Bartoloni, E. M. De Juliis, B. d’Agostino, C. Iaia, V. Nizzo, E. Gusberti, V. Nizzo, G. Bartoloni, A. M. Bietti Sestieri, E. M. De Juliis. Mediterraneo: N. Kourou, Greek imports in Early Iron Age Italy; R. M. Albanese Procelli, Fasi e facies della protostoria recente in Sicilia: dati e problemi interpretativi; A. J. Nijboer, La cronologia assoluta dell’età del ferro nel Mediterraneo: dibattito sui metodi e sui risultati; R. F. Docter, H. G. Niemeyer, A. J. Nijboer, H. van der Plicht, Radiocarbon dates of animal bones in the earliest levels of Carthage; M. Botto, Per una riconsiderazione della cronologia degli inizi della colonizzazione fenicia nel Mediterraneo centro-occidentale; Discussione e interventi: N. Kourou, A. Guidi, N. Kourou, A. Guidi, N. Kourou, F. Cordano, C. Giardino, A. M. Bietti Sestieri, R. M. Albanese Procelli, F. Arietti, R. C. de Marinis, G. Colonna, F. Delpino, R. Peroni, A. J. Nijboer, N. Kourou, A. J. Nijboer, N. Kourou, A. J. Nijboer, N. Kourou, A. J. Nijboer, V. Nizzo, L. Nigro, M. Botto. Discussione generale e conclusioni: A. Guidi, R. C. de Marinis, C. Giardino, S. Verger, F. Delpino, M. Pacciarelli, R. Peroni, A. Vanzetti. B. d’Agostino, Conclusioni

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«Mediterranea»,
Quaderni annuali dell'Istituto di Studi
sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo antico
del Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Rivista diretta da Francesco Roncalli, I, 2004,
Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali,
pp. 678, I S S N 1827-0506, cm 21,5x30,5.

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Scritto da: Il Ghibellino 25/11/2005 22.29


Tra i miei acquisti di oggi anche alcune interessanti novità:


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Micol Perfigli
Indigitamenta. Divinità funzionali e Funzionalità divina nella Religione Romana
ETS Edizioni 2004, € 19,00
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Un libro che consigliai tempo addiedro e che riconsiglio nuovamente volentieri.

Beatrice e la Gioconda? Due angeli


Tutto sarebbe cominciato con i Fedeli d’Amore: la misteriosa confraternita, che «molti e convergenti indizi farebbero ritenere erede dei Cavalieri Templari», di cui avrebbero fatto parte anche Dante e Petrarca. Nel suo nuovo libro Beatrice e Monnalisa Renzo Manetti torna sui temi già affrontati nel precedente Le Madonne del Parto per dimostrare che questa confraternita sarebbe realmente esistita e che proprio sulla dottrina dei Fedeli d’Amore sarebbe stata costruita buona parte del Rinascimento italiano. Da Marsilio Ficino a Pico della Mirandola a Sandro Botticelli, che «per loro stessa ammissione avrebbero utilizzato simboli analoghi a quelli di Dante, Petrarca e Boccaccio». Manetti, seguendo il percorso dei Fedeli d’Amore, propone poi una serie di nuove e (per lui) «sorprendenti» interpretazioni. E se è vero che già in passato altri hanno ritenuto che Beatrice non avesse niente a che vedere con la figlia di Folco Portinari (né Gioconda con Lisa Gherardini né Laura del Petrarca con una dama di Avignone), stavolta punta più in alto: per «dimostrare che il riferimento a donne in carne e ossa fu solo una copertura a posteriori, in quanto tutte individuano una medesima entità spirituale, una potenza intelligente e silenziosa che accompagna l’esistenza di ciascuno di noi e che racchiude in sé il segreto della vita e della morte». Uno «spirito guida personale» legato, appunto, alla tradizione dei Fedeli d’Amore.
Alla sua Monna Lisa, Leonardo avrebbe dunque attribuito i propri lineamenti, ma non in quanto omosessuale. Piuttosto legandosi all’idea dello «spirito guida». Un’idea che, per Manetti, «rappresenta il cuore del catarismo che nel suo rito più importante, detto consolament , celebrava proprio l’unione fra la persona e l'alter ego celeste». Leonardo e Monna Lisa hanno così lo stesso volto perché essa è il suo alter ego, così come Dante si riflette nella luminosità di Beatrice e Petrarca nella solarità di Laura. «La visione del proprio spirito personale - assicura Manetti - avrebbe aiutato l’artista a ricevere l’ispirazione allo stesso modo in cui, seguendo l’insegnamento ficiniano, La Primavera di Botticelli era destinata a captare l’energia dello spirito universale».
La soppressione violenta dell’Ordine non avrebbe impedito ai Templari di tramandare in segreto «l’eredità e la credenza nella guida silenziosa di cui i cavalieri rossocrociati sarebbero stati, con i catari, uno dei tramiti fra l’Oriente e l’Occidente». Ma secondo Manetti c’è di più: la data della morte di Beatrice non sarebbe quel 1290 che si è sempre congetturato ma bensì il 1309 ovvero l’inizio (in Italia) dell'inquisizione che avrebbe costretto le confraternite laiche dei Templari a un temporaneo scioglimento. Nel libro di Manetti, poi, c’è anche spazio per una stoccata a Dan Brown: «Non voglio avere niente a che vedere con il Codice da Vinci . Autori come Dan Brown stanno compiendo sul Graal il più grande dei sacrilegi possibili».


Il libro: Renzo Manetti, «Beatrice e Monnalisa», Edizioni Polistampa (Firenze), pagine 192, 14

Stefano Bucci


Corriere della Sera 30 11 05

Michela Alessandroni

HERMANN HESSE. IL POETA INCANTATORE

Edizioni Portaparole, Roma 2005, pp. 91, € 8,00

www.portaparole.it.

Una circostanziata biografia dell’autore di “Siddharta”, seguita da Brani scelti, Fotografie e Bibliografia.

“I ministri di Hitler avevano dato inizio alla distruzione dell’opera di Hesse e le bombe americane avevano portato a termine il compito, distruggendo fisicamente quel che della sua produzione era rimasto. Questi anni per Hesse furono deludenti e resi penosi dal peggioramento di vari malanni fisici. Egli, come scrisse in una lettera a Karl Kerényi nel 1944, vedeva Shiva mandare in frantumi il mondo e sapeva che Vishnù ne avrebbe creato uno nuovo che non avrebbe avuto ‘nulla da spartire con i piani per il dopoguerra dei giovani americani’”. (dalla p. 61).