Case vuote e affitti
E' di questi giorni un intervento di Guido Piran, Segretario Generale SICET CISL, che polemizza sul fatto che in Italia c'è fame di case ma ce ne sono cinque milioni vuote.
Piran è una persona seria ed il suo ruolo nel SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) gli offre la possibilità di essere sempre ottimamente documentato.
Anche se nella fattispecie basta utilizzare come riferimento i dati, pubblici, dell'Agenzia del Territorio.
Piran ha fatto una serie di annotazioni basandosi su dati noti, ufficiali, ma sui quali si riflette poco.
In particolar modo sul fatto che negli ultimi dieci anni si è costruito tanto nel settore residenziale ed, in contemporanea, sono aumentati in maniera inquietante le famiglie che perdono l'alloggio.
Per inciso, negli ultimi dieci anni si sono completamente ribaltate le motivazioni principali per lo sfratto.
Si è passati dal binomio necessità del proprietario e finita locazione alla morosità dell'affittuario.
Va notato che il numero di case vuote non è esattamente considerabile come numero di case "sfitte".
Questo perché c'è una componente rilevante di seconde case ad uso turistico che i proprietari non vorrebbero affittare a nessuna condizione (siamo un paese molto meno povero di quel che sembri).
Ciclicamente girano stime sulle case ufficialmente sfitte ed una cosa sconcertante è che nessuno dispone di dati certi in materia.
Quello che si sa è che in Italia sono milioni, quello che non si sa è esattamente quanti (né quanti siano affittati in nero...).
Cosa che stride con l'eterna ed assillante richiesta di buttare giù altro cemento.
Richiesta che, per inciso, continuerà ad esserci perché palazzinari ed immobiliaristi di tutte le forme, foggie e colori spendono tanto in pubblicità, specie sui giornali, ed è "normale" (il che è diverso da giusto) che siano trattati con riguardo.
Difficile non notare come la quantità immane di case vuote sia comunque uno spreco di dimensioni colossali che non dovrebbe restare solo "una cosa che dà fastidio ai sindacati degli inquilini".
Un'opzione, troppo ovvia ed efficace per essere presa in considerazione, sarebbe una superICI per le case sfitte controbilanciata da una riduzione delle tasse sugli affitti concordati.
I contratti ad affitto concordato sono quelli ad affitto ridotto e che prevedono una durata ridotta (per difendere i proprietari dagli affittuari che non se ne vogliono andare).
In questo caso:
A) Le case sfitte solo ufficialmente ma che in realtà sono affittate in nero sarebbero tassate, e questo evidentemente rispetta un criterio di giustizia.
B) Tassazioni e detassazioni potrebbero essere rese equivalenti, senza un danno per le casse dello Stato. Visco stimò in 4 miliardi di euro il costo della riduzione della tassazione al 20% per gli affitti proposta da Rutelli e che piace tanto a livello bipartisan. Peraltro, è del tutto evidente che quel danno alle casse dello Stato andrebbe coperto in altro modo.
Più propriamente, nell'ipotesi che piace a livello bipartisan, per detassare chi ha 2-3-4 case o più (visto che di certo non affittano la prima casa...) occorre poi rivalersi su chi ne ha zero od una......
C) Concentrare le detassazioni sui contratti ad affitto concordato permetterebbe a chi affitta "in bianco" di avere gli stessi introiti di oggi (meno canoni di affitto ma anche meno tasse) portando però i suddetti canoni a livelli più sostenibili per gli affittuari, con il risultato di ridurre significativamente i rischi di morosità. Quindi un vantaggio evidente per il proprietario che affitta ed un vantaggio evidente anche per l'affittuario, il tutto in contemporanea.
D) Concentrare le detassazioni sugli affitti concordati evita la favolistica di Confedilizia e company che sostengono che se gli si riducono le tasse di per sé questo porta alla riduzione dei canoni di affitto perché loro non speculano mai.
Cosa, questa, che stride completamente con il mondo reale.
Come ben sanno studenti ed extracomunitari ammucchiati in maniera indefinibile e come evidenziano le speculazioni/sciacallaggi sugli affitti vicino agli ospedali che curano il cancro, dove si punta a tosare il più possibile i parenti che vogliono stare vicini ai propri cari a rischio di morte....
E) Poiché gran parte degli appartamenti tenuti sfitti non lo sono solo per il basso rendimento dell'affitto post tasse ma per il fatto che in Italia è difficile mandare via gli inquilini, pure se non paganti, occorrerebbe una deroga riservata specificamente agli appartamenti sfitti da tanto tempo.
Fare una deroga così limitata non toccherebbe gli attuali appartamenti in affitto ma sarebbe determinante, assieme alla "superICI" per le case sfitte (abbinata alla riduzione della pressione fiscale sugli affitti concordati), nel fare in modo che quelle case tornino sul mercato, evitando lo spreco di tenerle vuote.
Se invece si tratta di case vacanze ed il proprietario non ha nessun interesse ad avere un reddito supplementare, a nessuna condizione, evidentemente il danno di una sovrattassazione è limitato e socialmente meno importante di uno sgravio che sia nell'interesse sia dei proprietari che hanno bisogno di un reddito supplementare che dei loro inquilini.