ALICAOS:
PER CONVINCERE I PATRIOTI A RICAPITALIZZARE, IL CAVALIERE METTE IN PISTA ERMOLLI
E IN SALA D'ATTESA C'È ANCHE SILVIO SCAGLIA...
Quando sull'aereo c'è un vuoto d'aria si ricorre ai sacchetti di carta, ma quando una compagnia aerea ha un
vuoto di capitale allora la soluzione è difficile.
Questo succede nella nuova Alitalia di Colaninno-Sabelli dove la turbolenza è rappresentata da
un groviglio di problemi che oggi saranno affrontati nel consiglio di amministrazione per i risultati del primo semestre. Dal palazzo della Magliana usciranno notizie sicuramente confortanti, ma dietro le quinte c'è grande agitazione tra i patrioti della cordata che stanno cercando di capire dove si sono cacciati.
Ieri mentre il
"Financial Times" denunciava che
1 volo su 3 è in ritardo, sul canale televisivo di
Class-CNBC si parlava di un
buco per il 2009 di 500 milioni! Di fronte a una voragine così grande la maggior parte dei patrioti è in grande agitazione.
Per oggi era prevista anche una riunione degli
azionisti che non intendono cacciare altri soldi e che di fronte all'invito del commissario Fantozzi per pagare la prima quota prevista nel contratto, hanno preferito scegliere la strada dell'arbitrato.
Secondo l'opinione raccolta tra questi
meravigliosi campioni del capitalismo, IntesaSanPaolo e il suo capo Corradino Passera dovrebbero farsi carico di una
ricapitalizzazione che consentirà di diluire le quote dei patrioti e di tenere in piedi la Compagnia.
D'altra parte il mercato del trasporto aereo è in crisi profonda e da un momento all'altro si aspetta che British Airways annunci il licenziamento di almeno il 20% dei suoi dipendenti.
Non c'è studio al mondo che consenta di intravedere un miglioramento della situazione esistente, ma
ai patrioti sfugge la volontà di Berlusconi di evitare un colossale sputtanamento.
Sul salvataggio di Alitalia il Cavaliere si è giocato carte pesanti e non può accettare l'idea che il Piano Fenice si traduca in un flop colossale.
Questa è la ragione per cui sembra che nelle ultime ore
papi-Silvio abbia buttato nella mischia Bruno Ermolli, il 70enne manager di Varese, con il compito di esercitare una mediazione convincente con la cordata dei patrioti riluttanti ad aprire il portafoglio.
Ermolli ha doti diplomatiche e idee suggestive.
Nei giorni scorsi ha lanciato il progetto di Milano come sede economica dell'Unione Mediterranea e con la sua società Sin&rgetica sta cercando di vincere la gara da 17,5 milioni per i servizi di consulenza sui conti della Sanità.
Oltre al tema della ricapitalizzazione che appare inevitabile, c'è quello che tocca il rafforzamento del vertice di Alitalia. Qui continua il balletto delle voci sulla sostituzione o sul ridimensionamento delle deleghe di Rocco Sabelli, il manager molisano in rotta di collisione con Colaninno.
Oltre ai nomi circolati nei giorni scorsi ecco spuntare quello di
Silvio Scaglia, l'artefice di Fastweb che nell'aprile 2007 ha ceduto il suo 18,75% della compagnia telefonica agli svizzeri di SwisseCom. Anche lui, come Sabelli, viene dalle telecomunicazioni, un mondo dal quale è uscito con un pacco di circa 1,2 miliardi di dollari, cifra che l'ha messo al 13° posto tra gli uomini più ricchi d'Italia.
Recentemente ha fondato Babelgum, una web tv completamente gratuita e ha costituito società in Grecia e in altre parti del mondo. Nel suo curriculum c'è la qualifica di ingegnere al Politecnico di Torino e un inizio di carriera in McKinsey, la società dei genietti che ha partorito Alessandro Profumo, Colao Meravigliao e Corradino Passera, il vero deus ex-machina di Alicaos.
Fonte: Dagospia