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Alitalia, chi la salverà ?

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2023 20:07
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18/03/2010 14:07

Re: Re:
piperitapatty, 18/03/2010 13.54:




c'ha pure le alette sulla giacca [SM=x44458]
però che vuoi, una donna di solito è la segretaria, l'hostess o l'infermiera [SM=x44452]



Scusate, ho visto male. Le strisce sono 3, la signorina è un comandante!
Sì infatti, e tu che continui a spacciarti per ingegnere, ma va! [SM=x44463]


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"Cinque anni fa la Puglia era conosciuta in Europa per inquinamento e criminalità. Oggi siamo una Regione-modello per il turismo, la cultura, la bellezza. Non abbiamo ceduto al ricatto delle imprese che volevano farci bere e respirare veleno per farci lavorare e abbiamo fatto comunque crescere l'economia. I pugliesi, oggi, sono orgogliosi di esserlo" - NICHI VENDOLA

"[...]però la tanto contestata Puglia ha dato tante soddisfazioni al suo capo: le escort a Palazzo Grazioli" - NICHI VENDOLA
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18/03/2010 14:12

Re: Re:
Etrusco, 18/03/2010 13.58:




Ma ti pare che Il Messaggero possa mai scrivere qualcosa di crudelmente critico contro Sabelli & Capitani coraggiosi? [SM=x44466] [SM=x44474]

PS ma... ce ne sono tante di questi primi ufficiali nella flotta Alitalia? [SM=x44479]



Il traffico è ancora quello della bassa stagione, quindi fa poco testo, però è vero che i disservizi sono abbondantemente diminuiti e i voli al 90% vanno in orario. I Roma-Linate addirittura quasi tutti in anticipo.
Aspettiamo l'alta stagione e vediamo... e speriamo più che altro. Almeno io [SM=x44452]

Dimenticavo. No, purtroppo non ce ne sono tante [SM=x44464]



[Modificato da !absolut.ste! 18/03/2010 14:14]

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Re: Re: Re:
!absolut.ste!, 18/03/2010 14.12:



Il traffico è ancora quello della bassa stagione, quindi fa poco testo, però è vero che i disservizi sono abbondantemente diminuiti e i voli al 90% vanno in orario. I Roma-Linate addirittura quasi tutti in anticipo.
Aspettiamo l'alta stagione e vediamo... e speriamo più che altro. Almeno io [SM=x44452]

Dimenticavo. No, purtroppo non ce ne sono tante [SM=x44464]







non ti preoccupare: concentrati a stringere amicizia su quelle poche buone che ci sono, poi ci sarà occasione di presentarmele... [SM=x44484]
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18/03/2010 14:21

Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 18/03/2010 14.18:




non ti preoccupare: concentrati a stringere amicizia su quelle poche buone che ci sono, poi ci sarà occasione di presentarmele... [SM=x44484]



Ho visto che hai dato a Cesare quel che è di Cesare [SM=x44452]


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18/03/2010 14:32

Re:
Etrusco, 18/03/2010 14.05:




non le vedo bene nel dettaglio, ma di solito un tipo di alette le rilasciano a chi prende il brevetto di paracadutista (a Pisa o altrove):
è molto rassicurante avere il pilota provetto paracadutista [SM=x44461]




a dire il vero le alette sono quelle date ai piloti quando ottengono il brevetto al termine dell'addestramento. quindi penso sia più pilota che paracadutista.
[Modificato da piperitapatty 18/03/2010 14:33]

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PippyZzetta
18/03/2010 14:32

Re: Re: Re:
!absolut.ste!, 18/03/2010 14.07:



Scusate, ho visto male. Le strisce sono 3, la signorina è un comandante!
Sì infatti, e tu che continui a spacciarti per ingegnere, ma va! [SM=x44463]






io di solito sono "signornina" [SM=x44450]

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!absolut.ste!, 18/03/2010 14.21:



Ho visto che hai dato a Cesare quel che è di Cesare [SM=x44452]






in realtà me ne ero accorto che al posto del verde c'era l'azzurro, come di altri dettagli, ma non avevo tempo di modificare l'articolo così com'era..
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Re: Re:
piperitapatty, 18/03/2010 14.32:




a dire il vero le alette sono quelle date ai piloti quando ottengono il brevetto al termine dell'addestramento. quindi penso sia più pilota che paracadutista.




ma a dirla tutta scherzavo: le alette da paracadutista sono inequivocabili anche dal colore che non è dorato. [SM=x44461]
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Etrù, li posti sempre tutti gli articoli su Alitalia e ti scordi proprio questo? [SM=x44452]


L'Alitalia è prima in Europa per puntualita'
La tedesca Lufthansa e la svizzera Swiss hanno invece accumulato i maggiori ritardi nei voli

ROMA - Alitalia al primo posto per puntualità fra le compagnie europee a gennaio. La performance ha ancor più rilievo se si pensa che la tedesca Lufthansa e la svizzera Swiss (che fa parte del Gruppo Lufthansa) hanno, invece, accumulato i maggiori ritardi nei voli, piazzandosi agli ultimi posti della classica. E' quanto riporta on line Ticino finanza, in possesso di dati dell'Aea (Associazione delle compagnie aeree europee) contenuti in un report confidenziale. "Uno spaccato inedito e di grande interesse per valutare la qualità del servizio prestato dalle compagnie aeree europee all'avvio del 2010", scrive Ticino finanza. Secondo i dati riservati, con un tasso di puntualità dell'84,3% nei voli in partenza, Alitalia è al primo posto fra le 22 compagnie monitorate. "Un dato che sfata molti luoghi comuni", osserva Ticino finanza, sottolineando che il dato è superiore di 11 punti rispetto alla media di tutte le compagnie aderenti all'Aea. Swiss si è piazzata al 19/o posto, Lufthansa al 21/o e la controllata Austrian al secondo. Tra le grandi, Air France e Iberia al 13/o posto. Il direttore operativo di Alitalia, Giancarlo Schisano - interpellato dall'ANSA - ha confermato che "la puntualità dei nostri voli oggi è decisamente buona" e lo conferma il mese di febbraio "con una puntualità dell'82% - ha aggiunto -

Un andamento molto soddisfacente, addirittura ottimo su tratte quali Milano-Roma e Torino-Roma dove la puntualità è stata stabilmente superiore al 90%". Migliorato rispetto al 2009 anche il servizio di riconsegna bagagli. Gianluigi Difrancesco, direttore ground e sistemi Informativi di Alitalia, ha spiegato che "il numero di quelli disguidati (consegnati in ritardo) nel primo trimestre 2010 si é dimezzato rispetto alla media del 2009, passando a 9 x mille passeggeri contro i 21 x mille passeggeri dello scorso anno. Un valore che posizione Alitalia tra le migliori compagnie in Europa e che premia gli interventi organizzativi e gli investimenti in automazione". Tornando alla classifica Aea dei primi dieci vettori europei per puntualità, Alitalia - come detto - è al primo posto (84,3%), seguita da Austrian (82,4%), la scandinava Sas (82,4%), Air Malta (79%), la serba Jat (78,8), la rumena Tarom (78,1 %), la britannica Bmi (78%), la slovena Adria Airways (77,9%), l'islandese Iceland Air (77,8 %) e l'olandese Klm (77,4%). Al 74% la puntualità di Air France e Iberia mentre non compare il dato di British Airways. Poco più del 69% per Swiss, al 67% Lufthansa mentre fanalino di coda Turkish Airlines.

www.ansa.it

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L'aereo parte puntuale quando il check in è fatto bene e in fretta [SM=x44451]

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09/04/2010 22:56

Re:
Il vecchio Gio, 09/04/2010 22.41:

L'aereo parte puntuale quando il check in è fatto bene e in fretta [SM=x44451]




I ritardi al check-in sono rarissimi! [SM=x44495]
Però mi sa che questo articolo dovevo postarlo nella nuova sezione "incredibile ma vero" [SM=x44455]


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PippyZzetta
10/04/2010 10:07

Re:
!absolut.ste!, 09/04/2010 19.58:

Etrù, li posti sempre tutti gli articoli su Alitalia e ti scordi proprio questo? [SM=x44452]


L'Alitalia è prima in Europa per puntualita'
La tedesca Lufthansa e la svizzera Swiss hanno invece accumulato i maggiori ritardi nei voli

ROMA - Alitalia al primo posto per puntualità fra le compagnie europee a gennaio. La performance ha ancor più rilievo se si pensa che la tedesca Lufthansa e la svizzera Swiss (che fa parte del Gruppo Lufthansa) hanno, invece, accumulato i maggiori ritardi nei voli, piazzandosi agli ultimi posti della classica. E' quanto riporta on line Ticino finanza, in possesso di dati dell'Aea (Associazione delle compagnie aeree europee) contenuti in un report confidenziale. "Uno spaccato inedito e di grande interesse per valutare la qualità del servizio prestato dalle compagnie aeree europee all'avvio del 2010", scrive Ticino finanza. Secondo i dati riservati, con un tasso di puntualità dell'84,3% nei voli in partenza, Alitalia è al primo posto fra le 22 compagnie monitorate. "Un dato che sfata molti luoghi comuni", osserva Ticino finanza, sottolineando che il dato è superiore di 11 punti rispetto alla media di tutte le compagnie aderenti all'Aea. Swiss si è piazzata al 19/o posto, Lufthansa al 21/o e la controllata Austrian al secondo. Tra le grandi, Air France e Iberia al 13/o posto. Il direttore operativo di Alitalia, Giancarlo Schisano - interpellato dall'ANSA - ha confermato che "la puntualità dei nostri voli oggi è decisamente buona" e lo conferma il mese di febbraio "con una puntualità dell'82% - ha aggiunto -

Un andamento molto soddisfacente, addirittura ottimo su tratte quali Milano-Roma e Torino-Roma dove la puntualità è stata stabilmente superiore al 90%". Migliorato rispetto al 2009 anche il servizio di riconsegna bagagli. Gianluigi Difrancesco, direttore ground e sistemi Informativi di Alitalia, ha spiegato che "il numero di quelli disguidati (consegnati in ritardo) nel primo trimestre 2010 si é dimezzato rispetto alla media del 2009, passando a 9 x mille passeggeri contro i 21 x mille passeggeri dello scorso anno. Un valore che posizione Alitalia tra le migliori compagnie in Europa e che premia gli interventi organizzativi e gli investimenti in automazione". Tornando alla classifica Aea dei primi dieci vettori europei per puntualità, Alitalia - come detto - è al primo posto (84,3%), seguita da Austrian (82,4%), la scandinava Sas (82,4%), Air Malta (79%), la serba Jat (78,8), la rumena Tarom (78,1 %), la britannica Bmi (78%), la slovena Adria Airways (77,9%), l'islandese Iceland Air (77,8 %) e l'olandese Klm (77,4%). Al 74% la puntualità di Air France e Iberia mentre non compare il dato di British Airways. Poco più del 69% per Swiss, al 67% Lufthansa mentre fanalino di coda Turkish Airlines.

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l'avevo sentito qualche giorno fa
allora io nno voglio fare necessariamente il bastian contrario, però devo dire che i 30 e passa anni di sprechi mi hanno un po' segnato [SM=x44452]
innanzitutto mi chiedevo una cosa. come si fa a stabilire un dato assoluto di puntualità prescindendo da tratte, numero di vole e numero di rotte?
per carità sarà puntualissima nei suoi voli (e difatti quando sono andata a palermo non ho avuto il minimo problema) però un po' mi puzza il fatto che la classifica sia occupata ai primi posti da compagine "minori" (austrian, sas, rumenia, serbia, iceland airlines (!)) che hanno tratte tutto sommato limitate. mentre le grandi tipo lufthansa e airfrance (e consorella klm) sono indietro. forse perchè hanno diversi tipi di rotte, diverso tipo di traffico e quindi diversi tipi di aeroporti cui fare riferimento? con allungamenti di tempi, di via al volto etc?
boh, non dico sia così, dico solo che mi la classifica a leggerla così mi pare un poco strana [SM=x44473]
la ricerca delle condizioni al contorno è ormai una deviazione professionale [SM=x44465]

beninteso la turkish è fanalino di coda perchè probabilmente fa cagare e basta, cercavo di discernere tra compagnie degne di tale nome (tra cui ovviamente ci inserisco anche alitalia) e il resto.
[Modificato da piperitapatty 10/04/2010 10:10]

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26/05/2010 16:04




1- MENTRE I COLANINNO, LIGRESTI, BELLAVISTA CALTAGIRONE SI PREPARANO A SCAPPARE COL MALLOPPO VENDENDO AD AIRFRANCE,
I 40'000 PICCOLI AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI ALITALIA SONO RIMASTI CON TANTE BANCONOTE DI CARTA STRACCIA IN MANO -
2- IL TITOLO PRIMA ’GARANTITO’ DAL GOVERNO, POI SOSPESO E INFINE CANCELLATO:
“UN ESPROPRIO DI STATO” PER 40'000 PERSONE CHE HANNO INVESTITO CENTINAIA DI MILIONI € -
3- “CI HANNO PROMESSO RIMBORSI, MA LE BANCHE, IMBARAZZATE, NON NE SANNO NULLA” -
4- DOPO IL DANNO, LA BEFFA CHE SA DI TRUFFA: “I RISARCIMENTI? TITOLI SENZA CEDOLA CHE SCADRANNO NEL DICEMBRE 2012, FINO AD ALLORA NON DIVENTERANNO DENARO” -
5- LE ULTIME PAROLE FAMOSE DEL CAV.: "NESSUN RISPARMIATORE CI RIMETTERÀ UN EURO" -



Ferruccio Sansa per "Il Fatto Quotidiano"


"I titoli di Stato per rimborsare gli azionisti e gli obbligazionisti Alitalia? Non ne sappiamo niente". È la risposta più frequente che si ottiene interpellando le banche. Ma ce ne sono di diverse. Alcune desolanti: "Gli azionisti della vecchia Alitalia? Poveracci". Altre appena più incoraggianti: "I titoli arriveranno, ma finora non ne sappiamo nulla".


Lamberto Cardia

Le cronache del salvataggio della compagnia di bandiera hanno riempito migliaia di pagine dei quotidiani: si dibatteva di italianità, di cordate, di soci stranieri. Ma di loro, degli azionisti e degli obbligazionisti della vecchia Alitalia, tutti, o quasi, si sono dimenticati.

E pensare che non si tratta di quattro gatti, ma di almeno 40 mila persone che nell'Alitalia avevano investito centinaia di milioni di euro. Gente comune che, magari ascoltando le promesse del governo, aveva puntato i propri risparmi. Una vicenda che non sembra avere uguali.

Perfino in Italia: un titolo prima "garantito" dal Governo, poi sospeso e alla fine cancellato. Con i risparmiatori che in mano si ritrovano pezzi di carta spendibili come i soldi del Monopoli (in attesa del promesso rimborso con i titoli di Stato). Che pendono dalle parole del governo e dalle mezze frasi della Borsa Italiana e del presidente della Consob, Lamberto Cardia, ormai in scadenza. Parli di azionisti Alitalia e pensi ai grandi nomi della cordata: Colaninno, Ligresti, Bellavista Caltagirone.

Ma questa è un'altra storia, la Cai non c'entra, parliamo di chi aveva nel portafogli le azioni della vecchia compagnia. Gente che non ha avuto l'imbeccata giusta per disfarsi in tempo dei titoli oppure si è fidata di chi, come Berlusconi, disse: nessun risparmiatore ci rimetterà un euro.

La storia comincia nel marzo 2008, tempo di campagna elettorale: il governo Prodi sta contrattando con Air France la vendita di Alitalia e il Cavaliere lancia il sasso nello stagno, parla di una cordata italiana. Il titolo della società agonizzante comincia un'altalena spericolata: ad aprile +18 per cento, il 28 maggio +2,25, il 3 giugno -7,1.

Così Consob e Borsa il 6 giugno decidono di sospendere il titolo. Anche per salvaguardare i risparmiatori, si dirà. Ma qui la storia prende una piega tipicamente italiana (del resto si parlava di "italianità"): la nuova compagnia decolla, più o meno, mentre la vecchia finisce nel dimenticatoio insieme con i suoi azionisti e obbligazionisti.

Il signor Carlo di Aprilia (Latina), la racconta così: "Sono un piccolo azionista, ho acquistato 10.000 azioni Alitalia dopo aver sentito in televisione Berlusconi che inneggiava a una cordata italiana e che assicurava agli azionisti una forte rivalutazione del titolo. Invece sono rimasto ingabbiato, non posso più venderle". È uno dei tanti.


Salvatore Ligresti

Gente comune che si sfoga: "Di Cirio e Parmalat hanno parlato, giustamente, in tanti. Perché di noi azionisti e obbligazionisti Alitalia nessuno dice niente? Acquistare titoli comporta dei rischi, però qui è diverso: non ci hanno nemmeno lasciato la possibilità di vendere, magari a un prezzo di saldo".

"Di fatto ci hanno espropriato dei titoli"
, attacca Giovanna da Milano. Intanto passano i mesi, nel più totale disinteresse. "Nel gennaio 2009 il titolo, dopo essere stato sospeso, viene cancellato dal listino, senza spiegazioni di Cardia", racconta la senatrice Maura Leddi (Pd). Lamberto Cardia ad aprile dedica alla questione un rapido passaggio: "Va data una qualche forma di risarcimento, soprattutto agli obbligazionisti".


Alla fine, dopo l'ennesima interrogazione, il ministero dell'Economia risponde: i risparmiatori dovranno attendere fino al 31 maggio 2009 per eventuali risarcimenti. Ma il termine passa. E tutto resta in una nube di incertezza: azionisti e obbligazionisti saranno rimborsati attingendo al fondo dei conti dormienti che, racconta Leddi, "da due miliardi è passato a 800 milioni".

Intanto Franco Vecchi, presidente dell'associazione azionisti e obbligazionisti Alitalia, indica l'ordine di risarcimento: "I primi ad essere rimborsati saranno i crediti di Stato, poi ci sono i dipendenti, poi le banche, dopo gli obbligazionisti, poi vengono i fornitori e solo per ultimi gli azionisti". Tutto chiaro? Mica tanto.


Berlusconi
LE ULTIME PAROLE FAMOSE DEL CAV.: "NESSUN RISPARMIATORE CI RIMETTERÀ UN EURO"


I termini per presentare la domanda scadono nell'agosto 2009. Vengono anche fissate le condizioni. Che a tanti azionisti e obbligazionisti suonano come una presa in giro: "Il rimborso avverrà, se avverrà, attraverso titoli di Stato", sorride amaro Giuseppe D'Orta dell'Aduc (Associazione per la difesa degli utenti e dei consumatori). Aggiunge: "Ma così la carta straccia verrà sostituita con altra carta. Si tratterà infatti di titoli senza cedola che scadranno nel dicembre 2012, fino ad allora insomma non diventeranno denaro e non potranno essere ceduti".

ROCCO SABELLI

Non basta. Racconta Maria Grazia, azionista torinese di Alitalia: "Il decreto prevede che i rimborsi siano arrotondati per difetto: io ho 7000 azioni Alitalia, mi spetterebbero 1.905 euro. Invece me ne daranno mille e se ne terranno 905. Lo ritengo un furto legalizzato".

"Alla fine, se tutto andrà bene, gli azionisti otterranno 0,27 euro ad azione, il 50% del valore medio del titolo nell'ultimo mese di quotazione. E gli obbligazionisti il 70,9% di quanto gli spettava (se fosse stata accettata l'offerta Air France avrebbero preso l'85 per cento). Con un tetto: 50 mila euro per gli azionisti, 100 mila per gli obbligazionisti", racconta l'Aduc.

Ma andrà davvero così?
Le scadenze saranno rispettate?
Gianluca Di Ascenzo del Codacons allarga le braccia: "Le banche non sanno ancora nulla. Regna l'incertezza più assoluta. Intanto degli azionisti e degli obbligazionisti Alitalia nessuno si ricorda più".

Fonte: Ferruccio Sansa per "Il Fatto Quotidiano" 26-05-2010
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31/12/2010 09:24

premier indagato»No comment della procura di Lecce

atti già trasmessi a Roma

«Acquisto Alitalia, Premier indagato»
No comment della procura di Lecce

Lo riferisce l'avvocato Giovanni D'Agata, componente del dipartimento «Tutela del consumatore» dell'IdV


Silvio Berlusconi (Photoviews)
Silvio Berlusconi (Photoviews)
   Silvio Berlusconi sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Lecce per l'operazione di acquisto dell'Alitalia e gli atti sarebbero stati già trasmessi per competenza alla procura di Roma. A riferirlo, attraverso una nota, è l'avvocato Giovanni D'Agata, componente del dipartimento tematico «Tutela del consumatore» dell'Idv e fondatore dello «Sportello dei diritti». «No comment» sull'indiscrezione da parte del procuratore di Lecce, Cataldo Motta.

ESPOSTO DI ALCUNI AZIONISTI - Berlusconi sarebbe stato iscritto come indagato, aggiunge D'Agata, con numero di registro generale 13360/2010. L'esponente Idv, che difende alcuni ex azionisti Alitalia, sottolinea che tempo fa uno di loro, l'avvocato Francesco Toto, nell'interesse suo e di altri azionisti, obbligazionisti e creditori Alitalia «aveva depositato presso la Procura della Repubblica di Lecce un dettagliatissimo esposto sulla sciagurata operazione che aveva riguardato l'ex compagnia di Stato e sulla condotta tenuta dall'on. Berlusconi, allora candidato in pectore, e dal ministro dell'Economia e Finanze». L'esposto riguarderebbe in particolare le dichiarazioni dell'allora capo dell'opposizione Berlusconi su una cordata in grado di «non svendere la compagnia di bandera» e il successivo fallimento della cessione a Air France.

L'indagine della Procura salentina, conclude D'Agata, seguirebbe l'azione civile già avviata presso il competente tribunale di Lecce. (Fonte Ansa)


Fonte: Corriere della Sera - 30 dicembre 2010


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03/04/2011 21:44

Ali-crac - Alitalia, a corto di quattrini, ha cancellato dal Registro aeronautico italiano ben 22 dei suoi 150 aerei, e li ha immatricolati in Irlanda: serve per garantire nuovi debiti, per un valore stimabile in 4-500 milioni - La gestione Colaninno-Sabelli alla canna del gas.
Nel suo primo anno di vita, il 2009, ha perso 350 milioni. Il 2010, 168 milioni.
Anche quest’anno si prevede di perdere un centinaio di milioni di euro...


Giorgio Meletti per il Fattoquotidiano

In un solo mese, novembre 2010, l'Alitalia ha cancellato dal Registro aeronautico italiano ben 22 dei suoi 150 aerei, e li ha immatricolati in Irlanda. Le fonti ufficiali della compagnia smentiscono seccamente che si tratti del fenomeno di cui parlano da tempo le voci di mercato: il cosiddetto lease back.

Funzionerebbe così: quando un'azienda ha problemi di soldi vende un suo bene a una società di leasing che glielo restituisce in affitto. Si fa con gli immobili, si fa anche con i macchinari e si fa con gli aerei. Normalmente ci si rimette, perché il canone di leasing che paghi è superiore al costo del capitale immobilizzato, se non altro in misura del legittimo guadagno della società di leasing. Però quando i conti sono scassati bisogna fare, appunto, cassa.

Nel caso dell'Alitalia siamo comunque di fronte a un nuovo fenomeno. I 22 aerei trasferiti a Dublino, in proprietà a una società controllata da Alitalia che si chiama Aircraft Purchase Company, sono tutti vecchi Airbus: i più anziani hanno 15-17 anni, i più giovani 7-8 anni. Sono aerei che la compagnia ha da poco finito di pagare, e quindi non sono più ipotecati dalle banche che avevano finanziato l'acquisto. Il trasferimento in Irlanda serve a renderli disponibili per garantire nuovi debiti dell'Alitalia, per un valore stimabile in 4-500 milioni.

La ragione del trasferimento in Irlanda è molto tecnica, ma significativa: è l'unico Paese europeo ad aver aderito alla convenzione di Cape Town, che vieta ai creditori di una compagnia insolvente (per esempio una società aeroportuale) di bloccare un suo aereo. In pratica una banca presta soldi all'Alitalia, o a simili aziende, solo se gli aerei dati in garanzia sono di targa irlandese, sennò chi presta i soldi rischia di vedersi sfilare la garanzia da un altro creditore.

Tutto questo significa che a soli 2 anni dalla nascita, e a 2 anni dalla prevista cessione a Air France, programmata per il 2013, la compagnia di Colaninno sta già lavorando alacremente alla gestione del debito, fissato a fine 2010 a 839 milioni.

La gestione della nuova Alitalia infatti non va bene. Nel suo 1° anno di vita, nel 2009, ha perso 350 milioni di euro.
Il 2010 si è chiuso con una perdita di 168 milioni.
Il 2011 doveva essere l'anno del ritorno ai profitti, secondo le ottimistiche previsioni dei "patrioti" chiamati da Silvio Berlusconi a strappare la compagnia di bandiera dalle mani degli odiati cugini d'Oltralpe, l'Air France a cui il governo Prodi aveva già venduto nella primavera del 2008.
Invece anche quest'anno si prevede di perdere un centinaio di milioni di euro.

Ma è la gestione industriale a dare serie delusioni agli azionisti della variopinta cordata di nomi blasonati dell'industria italiana che nel 2008 risposero all'appello di B. per acquisire benemerenze agli occhi del governo che si era appena insediato.
Nel 2010 le compagnie di analoga dimensione e ambizioni hanno fatto lauti profitti.

L'azienda guidata dall'amministratore delegato Rocco Sabelli, che pure è nata senza debiti, lasciando in eredità allo Stato italiano circa 3 miliardi di euro di zavorra della vecchia gestione pubblica, non marcia. Nel 2007, sommata con l'Air One che ancora era indipendente, trasportò 32 milioni di passeggeri. Nel 2010 i passeggeri trasportati sono 23 milioni, seppure in lieve recupero rispetto ai 22 del 2009.
Gli aerei viaggiano un po' vuoti: i posti sono occupati al 72% contro il 79% della media mondiale.

Ma soprattutto il mercato italiano, che l'operazione sponsorizzata da palazzo Chigi doveva difendere, è diventato terra di conquista per i concorrenti stranieri. La presa sul mercato dei voli nazionali, che doveva essere garantita dalla fusione con Air One benedetta da apposita deroga dell'Antitrust, si è ridotta a un 50% del mercato. Sui collegamenti internazionali invece Colaninno e Sabelli sono andati sotto: adesso il leader di mercato come posti offerti è la Ryan Air dell'Irlandese Michael O'Leary, il re del low cost. Ma anche la Lufthansa, come numero di voli internazionali negli aeroporti italiani, ha sorpassato Alitalia.

Ancora più deprimente è il bilancio in termini di efficienza.
Gli aerei Alitalia del corto e medio raggio (tutti esclusi i pochi voli intercontinentali), volano poco, a causa di un'organizzazione del cosiddetto network evidentemente poco ottimizzata: 7 ore al giorno contro le 8 della media mondiale. Il che significa un aumento del costo per ogni singola ora volata.

Ancora più sorprendente è il dato sull'utilizzo dei piloti. Tutti ricordano che nel 2008 uno dei punti più caldi della dura vertenza tra i dipendenti Alitalia e la Cai di Colaninno riguardava le ore volate. I piloti, accusati di essere un po' pelandroni, venivano inchiodati alla colpa di volare solo 560 ore all'anno contro le 700 dei colleghi tedeschi di Lufthansa.

Dicevano Colaninno e Sabelli, ma anche molti sindacalisti che li sostenevano, che bastava indurre i piloti a volare quanto i tedeschi per far diventare ricca l'Alitalia. Risultato: adesso i piloti Alitalia volano meno di prima, 530 ore all'anno. Ed è evidente che non è per colpa loro, visto che un comandate di Airbus non può accendere e partire come un tassista animato da spirito d'iniziativa.

Secondo dati pubblicati dal Sole 24 Ore:
il costo medio del dipendente Alitalia è sceso dagli 82'000 € del 2007 a 49'000 € nel 2009.
La cura low cost di Sabelli però, per quanto severa, si è rivelata un autogol.
Nel 2007, infatti, i dipendenti Alitalia, molto più numerosi (troppi, si diceva allora) hanno prodotto 86'000 € di valore aggiunto (più del loro costo),
nel 2009 i pochi dipendenti imbarcati dalla nuova Alitalia hanno generato solo 45'000€ di valore aggiunto a testa, meno del loro costo.
Adesso quindi lavorano in perdita.



3 aprile 2011
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03/04/2011 23:04

Ma non è tutto perfettamente coerente con l'obbiettivo, neanche tanto mascherato ai suoi tempi, di giungere a cedere Alitalia ad Air France ad un prezzo il più basso possibile?
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09/06/2011 18:01

Re:
fabius039, 03/04/2011 23.04:

Ma non è tutto perfettamente coerente con l'obbiettivo, neanche tanto mascherato ai suoi tempi, di giungere a cedere Alitalia ad Air France ad un prezzo il più basso possibile?

[SM=x44458] [SM=x44464] [SM=x44469] [SM=x44472] [SM=x44471]

Alitalia nella super-holding francese?
L’ultima beffa di un disastro annunciato.

Secondo il Messaggero è questione di mesi: entro la fine dell’anno la compagnia di bandiera italiana sarà incorporata dal colosso francese.

Praticamente lo stesso destino ipotizzato nel 2007. Pronto a materializzarsi però con 4 anni di ritardo. E diverse centinaia di milioni in meno [SM=x44472]

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani smentisce ma, la notizia è ormai nell’aria. Alitalia, scrive in esclusiva il quotidiano romano Il Messaggero, sarebbe pronta a trasferirsi a Parigi diventando parte di una super-holding controllata dal duo Air France-Klm. Un’indiscrezione? Senz’altro, ma anche una voce concreta a sentire il quotidiano che dell’operazione sembra in grado di fornire più di un dettaglio. In sintesi: la compagnia di bandiera, che dai francesi è già partecipata per un quarto, si preparerebbe alla fusione con conseguente trasferimento della sede direzionale a Parigi (vi ricorda qualcosa che riguarda una certa Detroit?). Air France avrebbe già dato mandato in tal senso alla Leonardo & Co, advisor finanziario reclutato per l’occasione. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta sarebbe già stato informato della vicenda nel corso di un incontro a Palazzo Chigi.

Fin qui gli elementi chiave dell’operazione che, afferma ancora il Messaggero, dovrebbe realizzarsi entro la fine dell’anno. Ma nella notizia, ovviamente, c’è dell’altro. A cominciare dagli indizi a conferma dell’indiscrezione. Il primo, in realtà, lo aveva offerto lo stesso presidente di Alitalia, Roberto Colaninno che, smentite successive a parte, non aveva escluso sette mesi fa la possibilità della fusione con il vettore francese. Il secondo lo aveva fornito lo scorso anno l’amministratore delegato Rocco Sabelli secondo il quale quella di Air France rappresenterebbe la scelta obbligata in calendario per il 2013, alla faccia dei proclami di “italianità” dell’azienda. Il terzo indizio lo offre oggi la stessa compagnia che, in risposta allo scoop del quotidiano, sceglie di non seguire Romani nella smentita preferendo, al contrario, il più neutrale no comment. Tre indizi potranno anche non fare una prova. Ma per un legittimo sospetto c’è ne già a sufficienza.

A dire il vero tra gli indizi ve ne sarebbe anche un quarto, quello rappresentato dalla logica del mercato. La stessa logica chiamata in causa dal direttore generale uscente della Iata – International Air Transport Association, Giovanni Bisignani secondo il quale allo stato attuale delle cose la compagnia per come è concepita oggi non sarebbe più in grado di sopravvivere. “La strada è il consolidamento con altre compagnie con cui creare più efficienza” ha dichiarato all’Ansa. A pesare la concorrenza dei low cost ma anche i rincari del prezzo del carburante. Secondo la Iata, l’industria area mondiale avrebbe già rivisto al ribasso del 50% i propri utili attesi per quest’anno ipotizzando per il 2011 un profitto complessivo di circa 4 miliardi di dollari contro gli 8,6 previsti in precedenza. Nel 2010 gli utili erano stati di 18 miliardi. Alitalia, dal canto suo, ha registrato una perdita operativa di 100 milioni nel 2010 migliorando la propria situazione contabile rispetto all’anno precedente quando il rosso si era attestato a 274 milioni.

La scelta di affidarsi ad Air France, insomma, sembrerebbe logica. Ma una domanda sorge spontanea: non sarebbe stato preferibile percorrere la stessa strada anni fa quando l’accordo, che sembrava cosa fatta, fu stoppato con la scusa delle necessità strategica della compagnia di bandiera in “solide” mani italiane?
Un passo indietro. Nel 2007, con la compagnia di fatto agonizzante, si inizia a parlare sempre più insistentemente del possibile interessamento di Air France che nel marzo dell’anno successivo presenterà la sua offerta: 1,7 miliardi di euro per acquisire l’intera compagnia e i suoi debiti. Nell’estate del 2007, intanto, è scoppiata la rivolta dell’allora opposizione. Berlusconi invoca l’intervento dell’imprenditoria italiana. Detto fatto. Le ipotesi di cordata si materializzano da lì a poco. Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale, si fa promotore dell’operazione diffondendo notizie in proposito a partire dall’agosto del 2007. Notizie, rivelatesi “false e concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione dei valori del titolo Alitalia quotato sui mercati finanziari” diranno i giudici del tribunale di Roma che nel febbraio di quest’anno rinviano a giudizio per aggiotaggio lo stesso Baldassarre, già sanzionato dalla Consob con una multa da 400 mila euro . Nel dicembre 2007 la cordata è svanita e la compagnia si prepara ad entrare in amministrazione controllata. Poi nel 2008 il centrodestra rivince le elezioni. E lì prende forma il capolavoro.

“Merci Silvio” titolerà il giornale francese Les Echos nel gennaio 2009, e non è difficile comprendere il perché. Air France ha appena acquisito il 25% delle quote di Alitalia spendendo appena 300 milioni di euro. In termini relativi è già un affare, ma il bello viene dalla qualità degli assets. E già, perché l’azienda nel frattempo è cambiata. Ai francesi finisce un pezzo di compagnia sana e senza debiti visto che tutto il marcio è stato convogliato in una bad company (all’origine di un disastro per i piccoli azionisti) beneficiaria a sua volta di un prestito ponte da 300 milioni di euro. Da chi viene il prestito? Dallo Stato, ovviamente, vale a dire dai contribuenti. Ma è solo la punta dell’iceberg visto che tra prestiti, ammortizzatori sociali e debiti scaricati sul Ministero dell’Economia, il conto finale di Alitalia si colloca tra i 4 e i 5 miliardi di euro. “Un’operazione politica, sbagliata e costosa” scriverà l’Economist.

Insomma, la parte malsana, quella preponderante cioè, è stata scaricata sullo Stato e quindi sui cittadini, quella buona, minoritaria, è stata data in pasto al mercato. Solo che le cifre adesso sono note. E se la matematica non è un’opinione il 25% pagato 300 da Parigi identifica un valore complessivo dell’azienda pari 1,2 miliardi. Il che è meno di quanto aveva offerto a suo tempo Air France ma anche qualcosa, e non poco, in più rispetto a quei 1.056 milioni versati dai Colaninno boys per la rinnovata Cai. Nel frattempo la compagnia ha assunto il monopolio della preziosa tratta Roma-Milano grazie all’acquisizione di AirOne privandosi del fardello di 7.000 dipendenti in esubero. La possibile (probabile?) fusione rappresenterebbe la logica conclusione di un processo di ristrutturazione economicamente disastroso per tutti, tranne che per i diretti interessati. E se l’operazione andrà in porto i fortunati azionisti avranno modo e motivo di brindare copiosamente. Spumante o Champagne non fa davvero differenza.

Fonte: Il Fatto Quotidiano 9 giugno 2011
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09/06/2011 20:03

Re: Re:
Etrusco, 6/9/2011 6:01 PM:

Alitalia nella super-holding francese?
L’ultima beffa di un disastro annunciato.




E la Francia, che fa sistema-paese, alla fine la pagherà neanche con soldi veri, ma con un quarto di una delle centrali nucleari che ci ammollerà!
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21/07/2011 20:56

Da Spogli la verità su Alitalia
Dal blog di Giancarlo Santalmassi

L'analisi dell'ambasciata americana sulla cordata Cai che 'salvò' l'Alitalia è lapidaria. "È una pagina triste, Berlusconi ha aiutato i suoi amici e fatto pagare i debiti ai contribuenti italiani"(17 giugno 2011)
La cordata Alitalia? "Amiconi del Cavaliere, che si sono presi il meglio della compagnia lasciando ai contribuenti il peso dei debiti".
Ora che si ricomincia a parlare di un futuro francese per la compagnia di bandiera, fa effetto leggere il giudizio di Washington sul ruolo di Silvio Berlusconi nella vicenda.

L'analisi, contenuta in un dossier riservato ottenuto da WikiLeaks che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, si intitola: "Alitalia vola ancora sotto bandiera italiana, ma a un prezzo alto per l'Italia". A scrivere è Ronald Spogli, l'ambasciatore americano inviato a Roma da George W. Bush, che ha raccontato come tra Berlusconi e Bush ci fosse "un'intesa particolare". Nella stagione di Spogli tra Palazzo Chigi e Casa Bianca c'è stato un filo diretto, che ha fatto nascere operazioni internazionali, missioni militari e grandi affari. Eppure è difficile immaginare un giudizio più tagliente sull'operato del premier. "Durante la campagna elettorale della primavera 2008 l'allora candidato Berlusconi è intervenuto sulla vendita di Alitalia, dichiarando che sarebbe dovuta rimanere "italiana"".

Spogli ricostruisce come durante il governo Prodi l'appello del Cavaliere e le proteste dei sindacati abbiano fatto tramontare l'offerta di Air France-Klm per rilevare la compagnia. "Avendo mandato in fumo l'affare, Berlusconi si è ovviamente ritrovato sotto la pressione politica di dover salvare in qualche modo Alitalia". Allora, per "fornire la sua soluzione italiana Berlusconi ha usato le proprie capacità politiche e personali al fine di convincere un gruppo di ricchi uomini d'affari italiani a dedicarsi al "salvataggio" della compagnia e a preservarne l'italianità".

E' così che 16 investitori formano la Cai, Compagnia aerea italiana. E il risanamento dell'impresa è presto spiegato: "(I sedici, ndr.) saranno aiutati da una legge italiana sulla bancarotta fatta su misura, che permetterà di dividere in 2 la compagnia: gli obblighi e i debiti di un miliardo di euro rimarranno alla "bad company", che sarà di responsabilità del governo italiano, e Cai si terrà la parte redditizia". L'ambasciatore descrive i 16 uomini d'affari, da Roberto Colaninno a Gilberto Benetton, in un paragrafo dal titolo: "Gli investitori Cai: capitalisti o amici degli amici?".

Poi il commento finale dell'emissario di Bush, lapidario: "La saga Alitalia è un triste memento di come funzionano le cose in Italia e della debole aderenza di Berlusconi ad alcuni principi base del capitalismo del libero mercato.
Berlusconi aveva la possibilità di lasciare che questa vicenda fosse gestita come una faccenda di affari e invece ha scelto di politicizzarla (...) un gruppo di amici stretti di Berlusconi sono stati allettati a prendere la porzione sana di Alitalia, lasciando i debiti ai contribuenti italiani. Le regole della bancarotta sono state cambiate nel corso dell'operazione per soddisfare i bisogni del governo (...) il modo in cui questo affare è stato gestito - amicizie, interferenza politica, preferenza per acquirenti italiani e leggi fatte su misura - ha offerto al mondo un chiaro promemoria dei limiti dell'Italia in materia di investimenti".

Tanto più che "resta da vedere se i viaggiatori italiani ne beneficeranno". E che Alitalia ha comunque bisogno di un alleato internazionale, per non restare chiusa nella provincialità.

Su questo punto, nel file dell'ottobre 2010 Spogli sottolinea il sostegno della Lega per Lufthansa che promette di mantenere l'hub milanese di Malpensa. Ma meno di tre anni dopo, anche i tedeschi hanno fatto le valigie abbandonando lo scalo lombardo. E tutto torna sulla rotta di Parigi: anni e miliardi buttati via.

Fonte:
santalmassiaschienadritta.blogspot.com/2011/06/grazie-spogli-per-la-verita.html?...
21/07/2011 22:44

Era il commissario della parte di Alitalia in liquidazione, la "bad company", con tutti i debiti, i creditori ed i lavoratori dismessi.
La parte "buona" è in mano a Colaninno e Sabelli per essere cucinata e servita ad Air France.

Fantozzi si dimette da commissario Alitalia: «Venuta meno la fiducia del Governo»



Augusto Fantozzi si è dimesso da commissario straordinario di Alitalia ritenendo che «sia venuta meno la fiducia del Governo nei suoi confronti». La decisione, annunciata attraverso una nota sul sito web, è stata presa dopo l'introduzione in manovra di una norma che consente all'Esecutivo di integrare con due ulteriori commissari gli organi commissariali monocratici delle imprese in amministrazione straordinaria che si trovino nella fase di liquidazione e nelle quali sia avvenuta la dismissione dei compendi aziendali.

Fantozzi, spiega il comunicato, ha rassegnato le proprie dimissioni nella mani del presidente del Consiglio e del ministro dello Sviluppo economico. La stessa cosa hanno fatto tutti i componenti dell'ufficio del commissario.

Fantozzi, prosegue la nota, renderà conto con la relazione semestrale e attraverso il verbale di consegne ai nuovi commissari «dell'ingente lavoro sin qui svolto, delle misure adottate, dei risultati raggiunti, della liquidità disponibile alla data odierna, delle numerose questioni pendenti e, più in generale, dello stato di avanzamento della procedura».

Inoltre, «assicurerà ai nuovi commissari la collaborazione necessaria a evitare ogni soluzione di continuità, specie in relazione al pagamento dell'acconto ai dipendenti di Alitalia Express, Alitalia Airport e Volare, predisposto da tempo e previsto per il prossimo 26 luglio, e a seguire per i dipendenti di Alitalia Servizi e Alitalia Spa».

Fantozzi ringrazia «tutti i collaboratori interni ed esterni della procedura per l'abnegazione e la professionalità con cui hanno svolto il proprio lavoro, le istituzioni vigilanti per l'intelligente e fattiva collaborazione, i magistrati della sezione fallimentare del Tribunale di Roma per lo sforzo profuso, tutte le altre autorità che, a vario titolo, hanno avuto relazioni con le società del Gruppo Alitalia in amministrazione straordinaria, le organizzazioni sindacali e desidera rivolgere a tutti i dipendenti e, in generale, a tutti i creditori i migliori auguri di soddisfazione futura». Ai commissari che gli succedono, infine, Fantozzi invia «gli auguri di buon lavoro».

Augusto Fantozzi, docente di diritto tributario e più volte ministro, era stato nominato commissario straordinario della ex compagnia di bandiera alla fine del 2008 dall'esecutivo Berlusconi.

La presa d'atto di Palazzo Chigi
«La Presidenza del Consiglio dei Ministri prende atto con profondo rammarico delle dimissioni rassegnate dal prof. Augusto Fantozzi dalla carica di Commissario nella procedura di amministrazione straordinaria relativa alla Società Alitalia». Lo si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi con la quale, però, il governo precisa che la norma contenuta nell'articolo 15 del decreto Legge sulla «manovra economica» non concerne specificamente il «caso Alitalia».

Fonte

Le già deboli speranze dei creditori di ricavare qualcosa si affievoliscono vieppiù.
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