Capitolo 7 - "La stagione della mietitura"

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Tyrande
00lunedì 21 settembre 2009 23:37
Arhiael
Lei non lo stava guardando, i suoi occhi erano fissi in un punto non ben definito.
Il tenue tessuto della realtà mostrava già i segni dei suoi artigli, si stava aprendo la via con tutta la ferocia di cui era capace,una ferocia ancestrale, antica quanto il mondo, più pericolosa della morte stessa, ma ora, che la spada era nelle mani della ragazza, lui si era arrestato, in attesa, incerto sull'esito di quel cambiamento repentino.
Arhiael guardò l'eothraim.

"La morte, amico mio, non è la peggiore tra le sorti. Io non sono il custode della tua anima Eorein, per cui potrai riprendere con te questa aberrazione se vorrai...ma solo dopo che il mio corpo sarà diventato un freddo pezzo di marmo."

Così dicendo lanciò l'arma il più lontano possibile. Sentì la lama scorrere sulle dita per tutta la sua lunghezza, e l'urlo del demone risuonare nella sua testa, lo vide contorcersi, dimenarsi, tentare ugualmente di avanzare, e poi finalmente lo vide accasciarsi e perdere consistenza.
Girò la testa cercando il suo obiettivo, poco prima di scattare guardò ancora una volta l'eothraim.

"Non l'avvicinare a me!"

"Non condannarmi per l'eternità."
Ossian77
00martedì 22 settembre 2009 13:19
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata


* Molto saggia, bambina umana...hai capito che non avete speranze, finalmente! Per ricompensa ti lascero' per ultima... Divorateli!*

In quell' istante, tutti gli spettri residui scattarono in avanti, ignorando Arhiael e tuffandosi sull' eothraim. Lontano, tra i cespugli, ancora si intravedeva quel bagliore verde.

Nell' aria si senti', per un istante, un ronzio lontano.

Tyrande
00martedì 22 settembre 2009 16:32
Arhiael
Correva verso di lui, pensando alle infinite sofferenze che quell'essere le aveva fatto patire, e a quelle che avrebbe ancora potuto infliggerle.

*Ora tocca a te maledetto.*

...e udì chiara nella mente la sua risata.
I pensieri di Arhiael, erano come frasi urlate nell'assoluto silenzio per lui, lei rallentò un istante la corsa, consapevole del fatto che lui avrebbe previsto tutti i suoi movimenti, rendendo il suo sacrificio vano.
Si affidò al puro istinto, sperando che il suo corpo trovasse da solo la strada...

Un passo verso di lui...
...e vide suo padre abbracciarla...

Un passo verso di lui...
..e vide le fiamme, sentì le urla...

Un passo verso di lui...
...e vide Athorman, Dalkest, Eorein, Ronan...

Un passo verso di lui...
...e..."Da ora, sempre al tuo fianco Drestan."
Ossian77
00martedì 22 settembre 2009 18:19
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Gli spettri si avventarono su Eorein, assetati di vendetta, ansiosi di pascersi della sua anima. L'istinto gli fece alzare lo stesso i pugni, piantare i piedi ben divaricati nel fango, prepararsi all' assalto.

la sagoma di Arhiael scatto' dietro di lui verso un punto imprecisato vicino al muro perimetrale.

Qualcosa lancio' un selvaggio nitrito vicino al vecchio arco diroccato. Arhiael balzo' in avanti e un ombra scura le sfioro' la schiena. Rotolando nel fango su una spalla, percepi' che qualcos'altro, qualcosa di molto pesante, le era passato a pochi millimetri dalla testa. Senza neanche guardare dove colpiva, si volto' e torse il busto con la spada di Drestan a spazzare l'area davanti a se. In quel momento la vide. Una sfera nera e irta di punte. Nel momento stesso in cui senti' la punta della sua spada arrestarsi contro degli anelli d'acciaio, avverti' l' impatto devastante contro le sue costole.

* ancora...questo sibilo, ma cosa... * si chiese nell' istante che il dolore ci mise ad arrivarle al cervello.

L'impatto con la testa della mazzafrusta genero' una cascata di scintille azzurre. Erano ovunque, e cadevano lentissime, a coprire l' intera area. Leggere come fiocchi di neve, dove si poggiavano permaneve un alone bluastro.

Poi il tempo riprese a scorrere alla sua normale velocita'. Arhiael vide, volando all' indietro per la violenza del colpo, gli spettri confusi ed agitati allontanarsi da intorno a Eorein, Dalkest e Dhargo.

I tre sembravano circondati da una strana luce azzurra, mentre quelle strane stelle filanti continuavano a cadere, lentissime.

Alla sua sinistra, finalmente, Arhiael lo vide. Un uomo del nord, vestito di stracci neri, in sella ad un destriero immenso, la testa coperta da un alto elmo di ferro. Nella destra, una mazzafrusta. Sembrava lui stesso confuso ed incerto su cosa stesse accadendo.

In quell'istante, lontano, ben oltre quel cortile stregato, si udi' un corno suonare. Limpido e chiaro, era il suono di uno strumento antico, magico. Le sue note vibravano nelle loro ossa e nei loro cuori, rinvigorendoli come non mai.

Una strana euforia si impossesso' di lei, di Dalkest, di Eorein, persino Dhargo riusci' a rimettersi in piedi.

* Ronan...ci sei riuscito, alla fine? * penso' Arhiael. Non sentiva dolore, ma non riusciva a muoversi. Non piu'. Le gambe e le braccia erano inerti come morte.
Ossian77
00lunedì 28 settembre 2009 23:05
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Eorein l´aveva visto arrivare all´ultimo momento. Un istante di luciditá nel vortice dei colpi e delle schivate, per capire che Arhiael stava cercando un bersaglio che solo lei poteva vedere. Poi quel ronzio, nell´aria, sempre piú forte. L´addestramento face guardare lui e Dalkest, soldati che ne avevano passate di tutti i colori, dritti verso il cielo.

* frecce! * pensó l´eothraim. Alzó d´istinto lo scudo di Maugram. Sbirciando oltre il bordo vide due strali in cielo, luminosi come stelle cadenti, discendere sopra di loro da un altezza impossibile.

Nell´istante esatto in cui le frecce giunsero, Arhiael lanció un grido, la spada di Drestan nel suo bersaglio. Pochi piedi sopra le loro teste le frecce si dissolsero in una cascata di scintille. La loro luce fu accecante. Ovunque quelle scintille scendevano lente, dissipando i veli che schermavano i loro nemici ai loro occhi. Al solo contatto con quella luce, gli spettri gridarono di dolore.

* amici...devono essere amici...pensa in fretta! * si disse.

Arhiael era a terra. Lui era appiedato, davanti ad un guerriero immenso e in sella ad un destriero temibile. Presto gli spettri avrebbero riattaccato.

Lontano, forse troppo, il bagliore di Gurcrist ancora si intravedeva tra i rovi. Fu una questione di un attimo. Uno sguardo a Dalkest, ed Eoorein si trovó a correre come se la fine del mondo fosse alle porte.

Gli spettri ancora confusi, c´era solo lo stregone a minacciare il suo piano. Il destriero nero scattó in avanti, in un balzo fu a un passo da Eorein, la mazza nera si alzó per calare sulla sua testa. Eorein lo sapeva ma non fece nulla per evitarla. Ogni tantativo di difendersi gli avrebbe fatto perdere istanti preziosi.

* devo avere fede...*

All´istante dell´impatto, non si sentí il rumore delle ossa del suo cranio spezzate. Piuttosto un sonore clangore metallico, ed il selvaggio nitrito di due destrieri impareggiabili.

"BESTIA DELLA NOTTE!" gridó una voce nella lingua delle praterie. Lo stregone, in sella sebbene a malapena, riuscí a girare il suo destriero appena in tempo. Davanti a lui c´era la morte in persona. Dalkest lo stava caricando, la spada impugnata a due mani "TORNA DA DOVE SEI VENUTO!"

Dopo che spada e mazza e desteriero si incontrarono di nuovo, lo stregone cadde dalla sella, pesantemente, a terra. Con una mano si stringeva una clavicola, l´osso che gli sporgeva tra le dita guantate. Oltre, vicino ad Arhiael, Dalkest in sella a Mandorallena era pallido e stanco. Impugnava ancora la spada di Maugram, sebbene il braccio sinistro gli pendesse inderte lungo un fianco.
Ossian77
00martedì 29 settembre 2009 10:02
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
* CHI DIAVOLO SIETE!!!! * tuno' la voce dello stregone nella mente di Arhiael.

"Umano, abbiamo giocato abbastanza a lungo. Pagherai la tua audacia!"

Mentre parlava, la voce dello stregone non sembrava nemmeno provenire dalla sua bocca. C' era poca, pochissima luce, giacche' le scintille stavano, piano piano, perdendo il loro splendore. Lo stregone si rimise in piedi. Alto ben piu' di un uomo, da lui promanavano un ombra scura ed il tanfo della morte.

* le tenebre stanno tornando * penso' Arhi. E tuttavia, non riusciva a sentirsi affranta, nonostante il dolore e le ferite e la presenza di quel mostro. Qualcosa nel suono che aveva udito, ancora riverberava nelle sue orecchie.

"CREDI FORSE DI SCONFIGGERMI CON VANE PAROLE?" ribatte' Dalkest "PER BEMA, TI DARO' TUTTO L' ACCIAIO CHE MERITI, ABOMINIO!"

Dalkest scatto' in avanti, roteando la spada. Arhi non pensava che ci fosse nulla che potesse fermarlo in quel momento, quando vide una cupa ombra addensarsi intorno all' arma dello stregone.

* DALK!!! NO!!! * non riusci' ad urlarlo, solo a mormorarlo, il busto attraversato da fitte di dolore ad ogni respiro.

L' ombra lascio' la testa dell' arma in un istante, avvolgendo Dalkest ed il suo destriero in un colpo solo. Quando le tenebre calarono, sia il destriero che il cavaliere erano a terra. Arhi non riusci' a ricordare nulla di piu' avvilente e triste del vedere quelle due creature orgogliose e piene di vita distese a terra, quasi prive di vita. Dhargo, nel frattempo, si era messo al suo fianco. Appoggiato con la schiena al muro, aveva trascinato il suo spadone nel fango fino a la'. Lo stregone, seguito un passo indietro dal suo destriero, li fisso' con crudelta'. Non aveva piu' lineamenti in grado di sorridere, ma anche in quella tenebra la soddisfazione era palese sul suo volto.

"Speravo di essere un difensore di donzelle un po' migliore...speravo...speravo di avere qualcosa di bello da dire in questa circostanza, ma non mi viene nulla..." il cacciatore sentiva la morte vicina, ed aveva paura. "Moriremo in piedi, Principessa. Almeno questo te lo devo..." disse offrendole la mano.
Tyrande
00martedì 29 settembre 2009 14:54
Arhiael
Si alzò urlando tutto il dolore che il suo corpo sentiva ad ogni minimo movimento,si appoggiò al muro insieme al cacciatore tentando di controllare il tremore che ormai la dominava.

"Non sei mai stato un salvatore di donzelle..."

Sussurrò a Dhargo, mentre piantava la spada nel terreno per non cadere.

"....ma poco importa, ciò che sei è più che sufficiente per poterti considerare un amico."

"Arhiael ascolta..."

"NO!!!...niente più parole...risparmia il fiato...e almeno vendiamo a caro prezzo la nostra vita."

Si trascinò un po' distante dal cacciatore, mentre i suoi occhi non si staccavano dal mazzafrusto dello spettro.
Dhargo dimostrò di aver capito quello che lei voleva, e si prepararono ad attaccarlo da due punti diversi.

*....Sono ancora qui mostro...*

...e un sorriso di scherno apparve sulle sue labbra...
Ossian77
00martedì 29 settembre 2009 17:52
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Con fatica, Dhargo ed Arhiael si misero in guardia. La creatura che avanzava verso di loro non perdeva tempo. Passi rapidi e ben distesi. Con quella mazza sembrava stesse andando a macellare degli agnelli. Un lavoro sporco e che andava fatto presto e bene.

Arhi e Dhargo si concentrarono sulla difesa, ma erano davvero allo stremo delle forze. Lo stregone, inoltre, non aveva nessuna intenzione di giocare con loro. Anzi. Era evidente che le cose non stavano andando piu secondo i suoi piani, ed intendeva rimediarvi. Dhargo cadde per primo. Una ginocchiata sotto il cuore, poi il colpo del manico di ferro sulla nuca. Fini' faccia a terra senza piu' muoversi.

Arhiael stava, finalmente, guardando in faccia la morte. La morte che, a dire tutta la verita', aveva quasi agognato negli ultimi giorni. La morte liberatrice. La morte che da la pace.

Alle spalle dello stregone, un lampo verde. Poi un altro. Seguiti da urla selvagge, umane e non. Lo stregone si volto a vedere, ed Arhi ne approfitto'. Cerco' di fare il massimo danno possibile prima che i sensi le venissero meno e, per un istante, costrinse persino lo stregone sulla difensiva. La lama trovo' la nera cotta, e spesso anche la carne. La disperazione e la furia ridiedero vita, per un breve istante, alle sue membra congelate. La spada di Drestan colpiva e colpiva, sebbene da quei tagli non uscisse sangue.

Non era un avversario comune quello che aveva davanti. L'armatura era imbevuta di nera magia, e la carne che ricopriva non sentiva piu il tocco del tempo da molte vite umane. Lo stregone si riprese, ma aveva anche capito che Eorein era arrivato vivo a destinazione.

Preso tra troppi fuochi allo stesso tempo, non si era accorto che il supporto degli spiriti dell' aria gli era venuto a mancare gradualmente. La sua mente si interrogava freneteicamente sulle cause, oltre all' ovvio fatto che Gurcrist aveva dei poteri al di la' delle sue aspettative. Non ne sapeva abbastanza, di quella missione, e qualcosa era andato storto, forse anche alla torre stessa.
Gli spiriti, che non erano accorsi al suo richiamo, e quelle frecce...Quel pensiero lo fece decidere una volta per tutte.

Colpi' con un colpo di traverso con tutta la forza che aveva, piu' per togliere Arhiael dalla sua strada che per chiudere il combattimento. Il destriero...Non aveva tempo. Doveva riorganizzarsi. Sapeva come sopravvivere in quella foresta lui, almeno per qalche minuto. Forse...

Arhiael, stupita di non essere stata falciata come un fuscello, fece per inseguirlo. Fu in quel momento che il mondo, intorno a lei, cambio' di colpo...

Lo spazio tra le vecchie pietre del pavimento inizió ad emettere luce. Una luce pura e bianca. Un sibilo intenso ne accompagnava l´espansione. Nel suo allagare il cortile, la luce sembrava metallo fuso, colato lungo un canale invisibile. Mano a mano che si riempiva, Arhi vide che quel canale formava in realtá un intricato disegno. Forse, visto dall´alto, poteva avere un senso o una forma. Da dove stavano loro si capiva solo che era potente, e veloce. Presto il cerchio si chiuse, avvolgendo l´intera radura.

Lo stregone sembrava davvero allarmato a quel punto. Senza badare ad Arhiael, scattó verso la foresta. Giungto al limitare del cerchio di luce, sembró che sbattesse contro un muro di vetro indistruttibile. Sbalzato all´indietro, prese a colpirlo selvaggiamente con la propria arma, senza sortire effetto alcuno. Sopra di lei, in cielo, gli ultimi spettri si davano rapidamente alla fuga.

Eorein riapparve, ferito e sanguinante, con Gurcrist in mano. La visione della spada fece annodare lo stomaco ad Arhiael.

L´enorme glifo che era apparso sul pavimento diminuí la sua luminositá un pó, ma la barriera che proiettava doveva stare ancora lí perché lo stregone, finché Eorein era ancora lontano, non accennava a smettere di provare a infrangerla. Vederlo in quello stato lo rendeva una creatura ancora piú terribile.

Sotto il suono delle sue impreazioni e la furia dei suopi colpi, Arhiael sentiva distintamente una voce. Parlava una lingua a lei sconosciuta, ma di una bellezza e possanza sovrannaturali. Era spaventosa, nella sua bellezza. Qualcosa di antico e perfetto, la lingua originale, il canto della creazione recitato a pochi passi da lei.
Ossian77
00mercoledì 30 settembre 2009 00:20
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
"Canto la melodia che spinge le nuvole ed i venti a ruotare
 La canto per Scacciare le correnti che opprimono questo luogo

 Canto la melodia che fa scaldare la terra, il ritornello sommesso dei vulcani, canto con la voce del fuoco che cova sotto la cenere

  Canto la melodia che riscuote e risveglia, e canto la canzone che unisce e fortifica

   Canto al contrario la melodia che scurisce, la canto alle pietre di questa radura

     Canto il mio comando ad albero e foglia, canto la mia umile richiesta alle nuvole lontane, canto la mia supplica alla possente terra

      Canto il mio ordine, Canto la melodia che intrappola il male, canto il canto della vita, sopra il canto della non vita


         Canto la canzone che ferma e la canzone che muove, 
         Canto la canzone che innalza, che creó le montagne,
         Canto la canzone che abbassa, che ci diede le valli,
         Canto la canzone che fa scorrere, che ci diede i fiumi,
         Canto la canzone che arresta, che ci diede i placidi laghi





Tyrande
00giovedì 1 ottobre 2009 23:32
Arhiael
Quando vide il bagliore verde di gurcrist ebbe paura di morire, erano giorni che la morte non la spaventava più, che non aveva più timore di farsi avvolgere da quelle tenebre, per lei era diventato un premio ambito, ricercato con la forza di chi sa di poter trovare solo in un altro luogo la felicità che le era stata negata.
Ma ora, pensare di non poter trovare riposo in eterno, la gettava quasi nel panico. Se non fosse stato per quel canto probabilmente sarebbe svenuta per l'angoscia.
Si inginocchiò lentamente, i suoi occhi non si staccavano dallo stregone, sapeva che una belva in trappola è mille volte più pericolosa, li avrebbe falciati entrambi, per il semplice gusto di sfogare la sua rabbia.

*Se così deve essere...che sia allora.*

Pensò con rabbia, era stanca, era troppo stanca, voleva solo che tutto finisse in un modo o nell'altro. Quando Eorein le fu accanto, lei mise la spada di Dresta davanti alle gambe dell'eothraim, obbligandolo a fermarsi per un attimo.

"Ti avevo pregato, ti avevo implorato di non condannarmi....di non condannarci per l'eternità..."

Il silenzio che seguì fu come un muto dialogo tra i due, alla fine del quale Arhiael si alzò appoggiandosi al biondo cavaliere, impugnò l'arma come meglio poteva e mosse un passo verso l'ombra.

"Sei in trappola!!!"

Urlò con il poco fiato che le era rimasto.
Lo stregone smise di percuotere il muro invisibile che lo confinava in quella radura e si girò lentamente verso la cacciatrice e il suo
compagno.

*...e per quanto la tua magia possa essere potente...questo è l'ultimo giorno della tua non vita.*
Ossian77
00venerdì 2 ottobre 2009 09:20
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
"Intrappolato da chi?" disse lo stregone, la voce lacerata da furia e disprezzo "da una donna umana che non sa di essere gia' morta? Solo il cavaliere al tuo fianco rappresenta un degno avversario per le mie armi. Gli daro' la morte in battaglia che sono sicuro brama, come tutti i barbari sguaiati delle sue lande! TU, invece, sarai il mio salvacondotto fuori da questa radura!"

Lo stregone alzo' una mano, e di nuovo quell'ombra terribile che aveva falciato Dalkest prese a radunarsi intorno al suo pugno di ferro.
Ashtarazor
00venerdì 2 ottobre 2009 13:26
Ronan - Torre del faro di Henneth Telumethar
Ronan appoggiò finalmente il piede sulla solida terra.
Non ci credeva lui stesso.
Era arrivato.
Allo stremo, acciaccato ma ancora tutto intero.
Posò le mani sulla fredda parete, come se in quel momento sentisse tutto il peso della torre sulle sue spalle.
Ronan si appoggiò al marmo, rifiatando, la testa china, ansimante per lo sforzo.
Non sentiva più braccia e gambe. Ciò nonostante la sorpresa di aver toccato terra lo aveva incredibilmente rincuorato.

Poco prima, preso dalla disperazione, era riuscito a scendere pian piano lungo la parete, nonostante lo stordimento, cercando appigli lungo la nervatura della torre.
La corda non lo reggeva più di tanto, ed aveva rischiato di scivolare più volte su appigli malsicuri, e passando accanto alle feritoie, udiva sempre più forti e terribili le urla lancinanti degli spettri dentro la torre.
L'angoscia montava inesorabile come lo scorrere della sabbia di una clessidra e quando ormai pareva che la torre non finisse più, che non esistesse più un fondo, quando ormai Ronan non aveva più nemmeno il coraggio di guardare in basso per paura di vedere ancora troppa strada da fare, o un esercito di spettri risalire dal basso per ghermirlo, proprio allora i suoi piedi avevano incontrato il suolo.

Non pensava di avere ancora altre energie, eppure già non vedeva l'ora di muoversi. Ma aveva solo bisogno di riposarsi ancora un secondo, poi..
Il suo attimo di sollievo però fu guastato subito da cupi pensieri.
Le urla degli spettri oltre la parete ghiacciata non erano affatto cessate. Sentì nuovamente il panico crescere dentro di lui.
Anzi, salivano come l'ululato del vento..
Ronan rabbrividì e cercò il pugnale per districarsi rapidamente dall'imbragatura. Doveva fare in fretta..
Quanti dovevano essere? cinquanta, come minimo, forse più..
Troppi.
Quanto tempo era rimasto per allontanarsi?
Ci aveva messo troppo a scendere..
Ah.. Se avesse avuto un cavallo anche lui..
E se anche gli altri avessero avuto ragione dello stregone, ciò sarebbe bastato a disperderli?
E l'elfa..
* Anarya.. *
Ce l'aveva fatta?
In cuor suo sperò ardentemente di si.
E proprio sull'onda di quel pensiero, Ronan alzò istintivamente lo sguardo, come per cercarla, apprensivo..
Ossian77
00venerdì 2 ottobre 2009 14:36
Master - Torre del faro di Henneth Telumethar
Dal portale, aperto nel terenno, provenivano urla da far accoponare la pelle. Ronan guardo' verso la foresta, e noto' che anche li' strane forze dovevano essere all' opera. Delle luci danzavano nell'aria, seguite da lampi e fragori. Tra quelle rovine si doveva essere scatenato un inferno. Nello spazio aperto, vedeva due piccole sagome correre veloci verso le luci. Le loro corazze rilucevano nell' umida notte quando un raggio di lne le centrava dalle nubi vorticanti.

Poi delle urla, da sotto il portale. Il panico. Era finita, avevano preso Anarya! Nitriti di cavalli, animali in preda al panico, poi un tuonare di zoccoli lungo la rampa e, tra le pietre illuminate dai muschi, un ombra veloce ed enorme che percorreva la parete curva.

La mano di Ronan si chiuse intorno al Rapiere e la lama era di gia' a mezzo corso quando l'ombra divenne quella di un elfa che galoppava, bassa sulla sella per non toccare il soffitto, dritto verso di lui.

"NORO LIM SADRON!!! NORO LIM!!!" diceva per incitare il cavallo.

Ronan, istintivamente, indietreggio' fino a qualche metro dal portale. Non la vide piu' per un istante, poi la bestia letteralmente balzo' fuori dall' apertura. Quando Anarya lo vide, miro' dritto a lui, quasi a volerlo travolgere. Si sporse dalla sella, tendendo un braccio.

Lo strattone fu terribile, e Ronan si trovo' a malapena in sella, aggrappato all'arcione e con una gamba che ancora toccava terra ogni dieci passi. Per un istante si guardo' indietro, e vide una fontana, una fontana di spettri innalzarsi fino al cielo, oltre l'altezza della torre stessa, fuoriscendo dal portale. Cinquanta o Cento, impossibile contarli. In una parabola a scendere, quasi in fila indiana, le creature del vento presero a inseguirli.
Valandur
00venerdì 2 ottobre 2009 19:03
Eorein
La silenziosa preghiera dell'eòthraim:

*Padre Misericordioso, fa che possa vivere i prossimi minuti con onore*

Il cavaliere avanzò verso il suo avversario, la spada saldamente in pugno che vibrava di energia.
Il pensiero di Eorein corse lontano, ad una dolce serata di fine estate. Corse alla festa del Conte, quando su una ruvida panca di pietra nel rigoglioso giardino della villa, illuminata dalla calda luce delle torce, i suoi occhi si erano incrociati con due profondi laghi di montagna ed il suo cuore ne era stato trafitto.
Era disperato perchè non li avrebbe rivisti, ma non provava dolore, nè paura: solo una grande forza che ne permeava lo spirito indomito.
Lo stregone non poteva avere il suo cuore, perchè esso era ormai dedicato a qualcun altro.
Non avrebbe indietreggiato e si sarebbe posto tra i suoi amici e la Morte, se necessario.
Tra Arhiael e l'oscuro stregone.
La sua voce uscì forte e limpida:

"Avanti creatura immonda, vieni avanti! Non hai alcun potere su di me! Io rifiuto l'Ombra che tu rappresenti e chiamo a testimone Bèma il coraggioso e Manwè Sùlimo sopra di lui! Io sono solo un Uomo, ma sono un Figlio di Eru, e sono un Uomo libero! Non hai alcun potere su di me! Il mio cuore ed il mio spirito non ti appartengono! Vieni avanti, se davvero non mi temi!"

Eorein piangeva, ma i suoi occhi erano due braci ardenti
Ossian77
00domenica 4 ottobre 2009 15:12
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Lo stregone puntó il pugno contro Eorein, e tutta l´ombra sembró essere risucchiata come fumo tra le dita guantate di ferro.
Dal palmo aperto all´improvviso, una luce nera, un ombra solida, saettó dritta verso Eorein, investendolo in pieno quando era ormai quasi a tiro di spada. Divorato dal suo odio, accecato dalla furia assassina, chiuso all´angolo, lo stregone aveva perso di vista tutto ció che non fosse Eorein. E questo gli aveva fatto abbassare la guardia...Dal nulla, alla sua sinistra, arrivó roteando una spada di lucente acciaio...
Tyrande
00domenica 4 ottobre 2009 23:36
Arhiael
...qualche istante prima....


Arhiael avanzò fino a mettersi vicino all'eothraim, vedere le lacrime
scendere dai suoi occhi era per lei la conferma che la fine era
giunta,sfiorò leggera come una brezza il braccio di Eorein.

"Addio capitano."

Sussurrò.

*...devi aspettare...*

Si trovò a pensare, mentre metteva qualche passo di distanza tra lei e il suo compagno.
Voleva scattare subito,non voleva vedere quel dardo colpire il cavaliere...

*Aspetta!!*

Poi l'ombra prese forma e saettò veloce nell'aria......

*ORAAAAAAAA!!!!*
Ossian77
00lunedì 5 ottobre 2009 23:33
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Eorein, toccato nell´animo dal male piú assoluto, avrebbe voluto solo buttarsi a terra e non pensare a nulla se non al dolore che provava in ogni muscolo ed in ogno osso, alla paura che, quando la magia lo stava divorando, aveva provato, pura ed incondizionata.

La spada di Arhiael gli diede un attimo di tregua, e si rese conto che sebbene Gurcrist fosse ancora salda nelle sue mani, e bene assetata, e che le gambe ancora lo sostenevano, dopo quel colpo e dopo quel combattimento con gli spiriti del vento del Nord non gli restava molta autonomia. Presto, ed improvvisamente, le forze lo avrebbero abbandonato.

Lo stregone era dritto davanti a lui, ma cercava Arhiael con lo sguardo folle d´odio. Confuso da una sensazione che non provava da secoli, l'angmariano avanzó rapido verso colei che aveva osato ferirlo.
Non era carne normale quella trafitta dalla spada di Arhiael. Resa compatta dal gelo oltre la morte e dall´arte arcana del signore di Carn Dum, celata da una cotta di nero acciaio forgiata dagli orchi, non sanguinava come quella di un uomo qualunque. Eppure il colpo gli aveva fatto provare del dolore e, sopratutto, aveva spezzato il sortilegio un istante prima che estinguesse del tutto le forze di Eorein.


Tyrande
00martedì 6 ottobre 2009 00:30
Arhiael
Da quelle braci ardenti trapelava tutto il male di cui lui poteva essere capace, le sembrò quasi che potesse strapparle il cuore dal petto solo con la forza di quello sguardo.
Cominciò ad ansimare, mentre indietreggiava, deglutiva a fatica e un nodo le serrava la gola, come se una mano invisibile tentasse di strangolarla, pensò che fosse qualche incantesimo dello stregone, prima di rendersi conto che era semplicemente la paura della morte.
Quel senso di sicurezza, che le aveva dato il poter guardare la nera signora senza timore, si infranse in un istante, lasciandola sola al cospetto del suo terrore.
Ossian77
00martedì 6 ottobre 2009 09:30
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Un rugito, misto di dolore e rabbia, si levo' da Dietro Arhiael. Puntandosi sulla spada, Dalkest si era messo in ginocchio. Lo sguardo fisso a terra, il cavaliere sembrava schiacciato dal peso dell' ombra nera che lo sovrastava. Piegato in due dal peso di invisibili catene, Dalkest ancora non si era spezzato.

"No! Non e' possibile! Non sei ancora morto!". La voce dello stregone suonava distorta dall' alto elmo, ma era evidente che persino uno come lui poteve provare paura.

"Servo. Non sei...altro...che...UN SERVO!" disse la voce di Dhargo, rotta dal dolore alla spalla. Nel fango e nel sangue, anche l'esploratore si stava risollevando. Deboli come agnelli al macello, al paragone del feroce messo di Angmar, erano tuttavia in piedi, tremanti, sfiancati, non fosse altro che per guardare con sprezzo il colpo di grazia calare su di loro.

"Questo...NON PUO' SUCCEDERE DAVVERO! MALEDETTI! MALEDETTI! Dovreste essere a terra, morti o agonizzanti!"

Gurcrist brillo' alle sue spalle, per tutta risposta.

Dalkest incespico', ma riusci' ad aggrapparsi alle briglia di Mandorallen prima di cadere. Il cavallo stesso sembrava ferito, e prossimo alla morte, ma restava ben saldo al fianco del suo padrone. Su gambe tremanti, finalmente, Dalkest alzo' lo sguardo ad incontrare quello del suo avversario.

"Non l'avrai...mostro" riusci' a dire a fatica. La voce aveva in se il basso ruggito del leone ferito.

Circondato. Lo Stregone era circondato. Da uomini mezzi morti e da una donna divorata dal Soffio Nero, ma era pur sempre chiuso in un cerchio di persone che si ostinavano a rialzarsi.

"Avete destato la mia ira nella sua pienezza. E' vero, creature potenti sono ormai giunte, e non mi lasceranno scappare. Perdero' questo travestimento mortale, e tornero' a perseguitarle, spirito e ombra del nord. Ma voi non vedrete mai quel giorno, MAI!". Le mani dello stregone e lo spazio sotto il cimiero brunito presero a emanare la luce sinistra del fuoco. "Le fiamme di Angmar vi consumeranno!"

Il re degli Stregoni, lontano nella sua fortezza di Carn Dum, aveva ben istruito i suoi fidati capitani. Maestro di incantesimi, egli si destreggiava in particolare col fuoco e la fiamma. Il potere del suo messo non era che pallida cosa, confrontata al suo, eppure apparve terribile e minaccioso ai quattro impavidi che lo stavano fronteggiando
Valandur
00mercoledì 7 ottobre 2009 20:47
Eorein
Ostinatamente, passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, respiro dopo respiro, Eorein avanzò verso lo stregone.
Aveva radunato tutte le forze residue - ben poche in verità - ma era deciso a farla finita, in un modo e nell'altro.
Un gridò esplose irrefrenabile dalla sua bocca:

"Auta i lòme! Aure Entùluva!"
Tyrande
00mercoledì 7 ottobre 2009 21:35
Arhiael
*Padre, ho sempre tentato di vivere secondo i tuoi insegnamenti, ho
allontanato dal mio cuore le facili lusinghe dei potenti, inseguendo
la verità in tutte le sue forme.
Ho speso i miei ultimi giorni per oppormi alla tenebra, sacrificando
la mia salvezza per fini più alti.
Ora ti prego, fa che sino all’ultimo istante, io possa dimostrarmi
degna di essere tua figlia.*


Smise di indietreggiare e levò lo sguardo verso lo stregone.

"Torna dal tuo padrone e digli che il cuore degli uomini non si è
ancora piegato."
Ashtarazor
00giovedì 8 ottobre 2009 03:05
Ronan - Piana del faro di Henneth Telumethar
"Maledizione! Ci stanno addosso!!"

Disse Ronan dopo essersi voltato ancora una volta a guardare lo sciame di spettri che li inseguivano.
Era riuscito a mettersi meglio in groppa al cavallo, dietro la sella, e a non sbilanciarlo troppo.
L'animale, lanciato al galoppo, ogni poco era impegnato sapientemente dall'elfa in qualche scarto o salto per evitare buche e ostacoli nel terreno fangoso della piana davanti alla torre e nonostante questo, filavano come il vento..
bucando la cortina di pioggia come il proiettile di una balista.

Ma quelli erano sempre dietro.

e poi loro, dove? dove speravano di fuggire?
Ronan strinse ancora di più la presa sulla sella e involontariamente la vita dell'elfa.
Ma non stava certo pensando a quanto fosse carina.
Vedersi inseguiti da centinaia di orribili spettri urlanti
era uno spettacolo che rasentava la pazzia.
il terrore allo stato puro che minacciava ad ogni istante di uscire
dai ranghi e far perdere completamente il lume della ragione.

Ronan si chiese come poteva essere ancora così lucido in quella situazione.
Avrebbe voluto gridare.
Avrebbe voluto scendere e mettersi a correre più veloce del cavallo, se questo fosse stato possibile.
O almeno sfoderare la spada e colpire qualcosa..
L'idea di essere praticamente inerme e di dipendere da qualcosa che non fosse se stesso, lo faceva impazzire.

Preso dalla disperazione, in quel momento pensò che non ce l'avrebbero fatta.
Dove avrebbero potuto andare?
Potevano trascinarseli dietro fino ai loro amici?
Non aveva senso. Anzi avrebbero dovuto andare nella direzione opposta.. o sarebbero stati sopraffatti..
E d'altra parte dove potevano andare?
Forse uno dei cerchi li avrebbe fermati?
nella foresta?
dove era pieno di quelle creature?
L'anello? avrebbe ancora potuto essere utile dopo che l'aveva usato in quel modo?
No.. non poteva.. ancora.. Anche se avesse funzionato.. già prima aveva sentito che qualcosa gli faceva perdere il controllo di ciò che faceva..
aveva detto e pensato cose strane.. che non conosceva neppure..
non si ricordava nemmeno bene cosa fosse successo prima di perdere i sensi..
no, doveva trovare un altro modo per cavarsela..

dove, dove andare?
E quando avessero raggiunto la foresta?

Ronan cercava febbrilmente soluzioni a un problema che non aveva considerato sotto questo aspetto.
E ora era troppo tardi per farlo, in groppa a un cavallo al galoppo , nel fischio del vento, e sotto i tuoni e le urla della tempesta..

Per un attimo ebbe la visione del loro cavallo che entrava a Lond arador alla testa di quell'esercito di spettri..
seminando morte e terrore ovunque.. in quei bastardi in città.. nella rocca dei fottuti conti.. e anzi magari proprio su quella stramaledetta nave nera zeppa di maghi del sud..

Scacciò quella fantasia come purtroppo irrealizzabile.
Si voltò.
Lo sciame si avvicinava..

"Anarya,"

Le avvicinò la testa all'orecchio per farsi sentire.
La voce, pur sforzata per sovrastare i rumori di fondo, fu rotta da un tremolio strozzato. il fremito involontario della paura, della fine vicina.
Ringhiò dentro di se'.
Doveva controllarsi. Se doveva morire, allora lo avrebbe fatto sputandogli in faccia, agli spettri.

"Che possibilità abbiamo?"

Disse sopra il fischiare del vento.
Ossian77
00giovedì 8 ottobre 2009 09:15
Master - Spianata di fronte a Henneth Telumethar
Anarya tolse una mano dalle redini del cavallo e diede una pacca sulla gamba di Ronan

"Migliori di quanto pensi, giovane uomo!". L'elfa sembrava piu' presa dall' emozione della cavalcata che preoccupata per gli spettri. Che avesse a che vedere con la sua natura di elfa dei boschi o semplicemente con delle informazioni che Ronan ignorava, importava poco.

"Non penserai che due uomini in armatura possano correre piu' veloci di un cavallo elfico!"

Ronan si accorse che mentre stava ad ascoltare quelle parole, aveva dimenticato gli spettri dietro di se. La voce di Anarya era limpida oltre il rombo dei tuono sulla scogliera, senza che dovesse fare alcuno sforzo. Avevano coperto una distanza notevole, in poco tempo. Era una cavallerizza fenomenale, e li aveva portati quasi sotto la foresta.

"Ecco, ci siamo! ERUCARON(*) !" disse con voce ferma nella lingua degli elfi. Sembrava quasi una parola d' ordine...

Ronan ebbe l 'impressione di attraversare una bolla di sapone. In un istante, la luce intorno aumento' fino a tornare quella di una normale notte di luna e stelle. Vide per terra delle intricate linee di luce, che sembravano descrivere un cerchio grande molti passi.

Le rovine erano ben visibili a pochi metri da lui, ormai. In ginocchio, appoggianto ad una grande spada d'argento, stava l' elfo alto che aveva visto nella torre. La spada era conficcata in profondita' nel fango e sembrava un cuore di metallo, vivo e forte, da cui si irradiavano nel terreno pulsazioni di luce, tenue e rassicurante.
Al suo fianco, l'altro elfo, Celendandor, roteava come un fulmine una spada. Due spettri erano penetrati all' interno della zona protetta dal Noldo, e tentavano di assalirlo ferocemente.

"Non e' completa, non li terra' a bada a lungo, e il Noldo e' stremato!" disse l' elfa scendendo rapida da cavallo ed estraendo la sua arma. Dietro di se, Ronan vide ai margini del cerchio un esercito di creature che con adunchi artigli tentava di lacerare la sottile pellicola che impediva loro di sciamare sugli elfi.

* Dove sono finiti Menelruth ed Albar ? * si chiese, allarmato, Ronan. I due guerrieri non erano in vista.

Poco oltre, tra le rovine, suoni di guerra. La voce di Arhiael, quella di Eorein, ed una terza, raschiante ed orribile udirsi.

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(*) Sindarin per Santuario. Lett. "Casa di Dio"
Ashtarazor
00venerdì 9 ottobre 2009 16:44
Ronan
Ronan, grato che i suoi amici fossero ancora vivi, smonto' rapidamente, seguendo i movimenti di Anarya.
La presenza di lei e degli altri due elfi, e il vedere le stelle nel cielo di una notte improvvisamente limpida, gli aveva fatto riprendere lucidità e coraggio, nonostante temesse che i due guerrieri non arrivassero in tempo.

"D'accordo, io vado da loro.." bisbigliò, con un cenno del capo in direzione della battaglia tra le rovine.

* Cercherò di coglierlo di sorpresa.. *

Lo stregone.. doveva essere sua quella voce orribile.
Per un attimo gli sembrò stranamente familiare, come se l'avesse già sentita da qualche parte nella sua testa..
Scacciò quella strana sensazione con un brivido, tornando alla cruda realtà, e mentre si avvicinava cautamente, ripassò le armi a sua disposizione.

Era solo un uomo, gli avevano detto..
Si, che aveva messo in scacco tre elfi della notte dei tempi, due guerrieri che da soli potevano tirare giù il castello di Fornost, e sicuramente anche quelle due torri mobili di Dalkest ed Eorein, senza contare Dhargo e Arhiael, dato che erano ancora tutti lì a combattere.

* Un terribile guerriero.. *

Ronan controllò il giustacuore, e vicino al fianco tastò uno dei suoi due migliori coltelli da lancio per la corta distanza..
Passando al teatro, quando aveva incontrato Meriel, li aveva scelti proprio tra quelli che usava nello spettacolo dei coltelli,
quando il contorno che doveva seguire era quello sacro e inviolabile di Lasya..
Ma forse non era il caso di usarli contro un guerriero probabilmente corazzato al meglio, l'attacco avrebbe guastato la sorpresa, e difficilmente gli avrebbe procurato gran danno.

Quindi sfoderò lentamente il suo prezioso rapiere, di sicuro molto più indicato in questo caso.
Sottile, rapidissimo, di fattura eccellente. sebbene fosse un'arma più da duellante che da campo di battaglia.
Chi maneggiava una spada del genere non doveva appesantirsi.. perchè il suo uso era tutto un gioco di agilità, dunque doveva scordarsi scudi pesanti o armature di metallo, ma proprio per questo in guerra sarebbe stato falciato alla prima salva di frecce.
Ora però il nemico era uno solo, pensava Ronan, e la lama era così sottile, appuntita e flessibile da incunearsi tra gli anelli di una cotta di maglia in un guizzo invisibile e letale.
Poteva fare un affondo ben prima che un uomo armato pesantemente caricasse un solo fendente di arma da guerra.
Agilità, tempismo, coraggio nel buttarsi senza incertezze, e buona mira. Tutto stava nello scattare dentro la guardia avversaria al momento giusto, affondare, un istante e via, lontano per un nuovo assalto, oppure a contatto stretto, con l'arma compagna a cercare i punti scoperti.
E il suo fidato pugnale d'argento e il coltellaccio preso al brigante andavano giusto al caso.
Ronan controllò che il secondo in caso di necessità fosse pronto da estrarre e afferrò saldamente il pugnale istoriato, a cui era più avvezzo, nella mano sinistra.

Poi si fermò, con i sensi all'erta.
Era molto più vicino ora.
Si sporse appena da un muricciolo diroccato, appena raggiunto, per orientarsi, le armi in pugno, pronto a scattare..
o a ritrarsi, per procedere da un'altra direzione.
Ossian77
00sabato 10 ottobre 2009 12:32
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Ronan si trovó davanti esattamente quello che temeva.

Tra le rovine, quattro figure ne circondavano una quinta. Gli occhi di Ronan erano sotto l´assalto di tre luci. Quella spettrale di Gurcroist, quella pura e pulita che proveniva dai glifi nel terreno, e quella terribile delle fiamme che lo Stregone emanava.

Un uomo gigantesco, coperto da capo a piedi di nero ferro orchesco, nella destra stringeva un mazzafrusto dall´aspetto sinistro e minaccioso. Anche sotto il mantello sdrucito e l´alto elmo, Ronan vedeva bene che non era piú un umano quello che minacciava i suoi amici. Un cadavere, tenuto in piedi dalla magia, abitato fa un anima prava ed abietta.

Eorein sembrava l´unico ancora in grado di reggersi in piedi. Dalkest, Arhiael e Dhargo erano ridotti male, malfermi su gambe esauste, il loro spirito era prossimo a crollare assieme al loro corpo.

Dalkest si fece sotto con la spadona, imitato da Dhargho. Lo stregone intercettó la prima lama con la sua arma, e la usó per bloccare la seconda. Spinse entrambi indietro, verso Arhiael, e ruotó per colpire Eorein. Il cavaliere stava attaccando proprio in quel momento, ed i due affondi si dovettero trasformare in due parate.

Eorein sembrava soffire della vicinanza della creatura. L´aria intorno ad essa era distorta come se un calore insopportabile provenisse dalle mani e dagli occhi dello stregone. Spinse via Eorein, ma questi si rifece sotto, assieme agli altri tre. Spazzando l´aria con le mani, lo stregone riempí di fiamme lo spazio intorno a se, ferendo gravemente tutti e quattro. Alla fine di questo assalto, Dhargo era a terra, vivo, ma incosciente.

Forte come un troll delle colline, feroce come un lupo ferito, malvagio come solo un mago nero puó essere, lo stregone era finito in una trappola. Non doveva finire cosí. Era stato usato, da qualcuno molto piú in alto di lui, e sarebbe stato distrutto lí in quella radura.

La paura lo prese d´asalto. Se tutte le asce del mondo lo avessero ridotto in pezzi, comunque lui sarebbe tornato. E si sarebbe vendicato. Ma doveva essere sicuro di ridurre quella spada stregata ed il suo padrone al silenzio eterno. Morire per la lama di Gurcrist o fosse anche solo vicino ad essa voleva dire solo una cosa: la condanna al nulla eterno.

Furioso, lo stregone prese a far piovere colpi a due mani su Eorein. Una grandine di affondi costrinse il cavaliere sulla difensiva. Lo stregone ignoró del tutto il fendente di Dalkest, che gli squarció la corazza sulla schiena, e la stoccata di Arhiael, che lo colse sotto il ginocchio. Mise Eorein all´angolo, e con una spallata lo mandó a volare di schiena contro un muro, mozzandogli il respiro.

Nel voltarsi, una nuova nube di fiamma avvolse Arhiael e Dalkest. Arhiael sentí il calore, ma meno di quanto temesse. Tra lei e la fiamma nera si era posto Dalkest, che ne aveva assorbito la maggior parte. Esausto, con la corazza annerita, il cavaliere crolló a terra, prima in ginocchio, e poi con la faccia nel fango.

Arhiael era ora sola, con Eorein e lo stregone, il suo fratello d´armi forse morto davanti a lei, bruciata, ferita e bagnata fradicia.
Tyrande
00sabato 10 ottobre 2009 13:35
Arhiael
Si piegò leggermente e girò Dalkest per togliergli il viso dal fango, passò una mano sulla sua bocca, liberandola dalla melma,non era sicura che fosse vivo, ma almeno avrebbe potuto respirare.
Poi guardò Dhargo, giacere incosciente al suolo,avvertì un enorme senso di inutilità, nonostante continuasse a colpirlo, quell'essere si accorgeva appena dei suoi colpi. Tutto quello che i suoi affondi avevano ottenuto era stato far aumentare il dolore che quel fuoco gelido le procurava, oramai lo sentiva in ogni recesso del suo corpo,della sua mente...

*Non posso far niente contro di lui...*

...e del suo cuore.
Si scagliò ancora una volta contro lo stregone, accecata dalle sue stesse lacrime, mossa solo dalla forza della disperazione.
Sperava quasi che lui la uccidesse all'istante...quel giorno era stato troppo lungo per lei, ora voleva che finisse.
Ashtarazor
00sabato 10 ottobre 2009 19:17
Ronan
*Vi ho mandato qui io, maledizione..
NON POSSO restare a guardare.. *


Quando lo stregone gli era parso più concentrato su Eorein, che su tutto il resto, Ronan aveva colto l'occasione per muoversi.
Strisciando veloce nel fango lungo le macchie di vegetazione fradicia che infestava i cumuli di pietre e detriti delle rovine, aveva raggiunto un grosso capitello spezzato.
da qui, avanzò sdraiato lungo una colonna caduta, ormai vicinissimo.

Fu allora che s'accorse che nell'area spazzata dal fuoco magico dello stregone, proprio lì vicino, incredibilmente alcuni arbusti incendiati, prima sicuramente fradici, bruciavano ancora, sebbene le fiamme che li lambivano fossero ormai ridotte a deboli e inquietanti lingue azzurre.
Ma forse, pensò Ronan sarebbero durate ancora quel tanto che serviva..
Mollo' all'istante la spada, quasi strappò nell'aprirla la leggera bisaccia che trasportava, e ne tolse rapido l'involucro di tela cerata in essa contenuto. Dentro, ben avvolto in una spessa imbotittura di panno, v'era un piccolo orcio di terracotta, tappato da un sughero pressato su una lingua di stoffa intrisa d'olio e di pece.
Ronan, dopo aver svolto freneticamente l'imbotittiura, esultò al fatto che sembrasse ancora intatto e asciutto, soppesandolo nella destra.
Ma, alzato lo sguardo, vide sgomento che le fiamme in cui sperava si stavano ormai estinguendo.
Si lanciò letteralmente in un balzo disperato verso quelle fiammelle morenti.. e, steso dietro al cespuglio, attese tremante che la linguetta dell'orcio s'accendesse..

* dai.. dai .. dai.. dannato pezzo di stoffa..*

E proprio in quel momento, vide con orrore Arhiael alzarsi dal corpo riverso di Dalkest, e lanciarsi in un altro disperato assalto alla spada..

Valandur
00domenica 11 ottobre 2009 16:25
Eorein
Aveva attaccato molte volte, con tutta la forza della sua determinazione.
E molte volte era stato respinto, gettato in un angolo come un vecchio fagotto.
Ma il cavaliere non aveva alcuna intenzione di mollare.
Radunò ancora una volta le sue forze e si gettò ostinatamente nella mischia...
Ossian77
00lunedì 12 ottobre 2009 22:24
Master
La linguetta di stoffa prese a sfrigolare per poi dare vita ad una vera e propria fiamma. Il fuoco del tizzone, subito dopo, si estinse del tutto.

Ronan sapeva di avere poco meno di una decina di secondi per liberarsi di quel pericoloso giocattolo. Quando alzó lo sguardio verso la mischia, vide Eorein e lo stregone cercare di spingersi via l´un l´altro, le armi incrociate. Arhiael, attaccandolo alle spalle, ricevette un poderoso calcio che la colse sul piatto della spada, alzata istintivamente come scudo.
Ashtarazor
00martedì 13 ottobre 2009 01:19
Ronan
Ronan si alzò, cercando di dominare l'agitazione.
Nel lanciare, il sangue freddo era la prima cosa.
Aveva un colpo solo. Non poteva sprecarlo.

Non si preoccupò di farsi vedere. Rimase un istante immobile. Buttò fuori tutta l'aria.
Si costrinse a svuotare la mente. Poi guardò il bersaglio.
Tutto doveva essere funzionale al bersaglio.
Esisteva solo il corpo del bersaglio.
Tutto il resto era solo di contorno ad esso.
Prese bene la mira.
Inspirò.
Fece due passi laterali, per calibrare meglio l'angolo di attacco, gli occhi fissi sul nemico.

A quel punto Arhiael, che non era di spalle, mentre si riprendeva dal colpo, lo vide.

"Eorein! Spostatiii!!" Urlò d'istinto a gran voce.

Ronan, leggermente piegato sulle gambe, un braccio in avanti, l'altro, carico, all'indietro, scrutò attentamente i movimenti dei due guerrieri per gli ultimi istanti, pronto alla torsione del lancio.

Infine prima di scagliare, urlò forte.

"Fuoco in bucaaaaaaaa!!!"

E l'orcio di fragile terracotta, ricolmo d'olio e pece infiammabili, sfrecciò in una luminosa scia dorata
verso il suo destino..
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