Capitolo 7 - "La stagione della mietitura"

Menelruth sembrava sapere tutti i trucchi per mettere a disagio le persone. Chissa se ne conosceva almeno uno per ottenere l´effetto opposto, si chiese Arhiael. Si avvicinó molto e piegandosi un pó in avanti, i pugni sui fianchi, la scrutó da vicino, come si fisserebbe un animale esotico in gabbia.

"Me lo aspettavo..." disse il Gondoriano. "Venire con noi al castello. Hmmm....non so. Voglio essere pragmatico Lady Arhiael. Il fatto che si trattasse di un guerriero o una guerriera non si é mai messo in mezzo per determinare le mie scelte, ve lo dico prima che vi preoccupiate. Troppi anni assieme agli elfi per fare un errore simile. E tuttavia, sono un pó scettico. Parliamo chiaro. Chi di noi andrá al castello, il, Celenandor, ancora non abbiamo deciso, si troverá in un mare di guai ed all´improvviso. Potrebbe esserci da combattere, o anche da tenere in piedi un bluff di proporzioni mai viste. Insomma, sangue freddo, esperienza da vendere, e l´abilitá di uccidere presto e bene, senza tante urla. Potete mettere sul piatto una di queste cose? O potete sostituirla con qualsivoglia vantaggio tattico o strategico? Ditemi voi"

Arhiael abbassò lo sguardo per un attimo, per poi tornare a fissare il suo interlocutore.

"Conosco il castello milord, e so esattamente dove tengono le copie prima di utilizzarle."

Sentì un brivido a ripensare alla grande stanza piena di vasche, ma doveva resistere, trattare con Menelruth era come fronteggiare un animale feroce, una piccola esitazione e si veniva irrimediabilmente sbranati.

"Per il resto non sono brava come Ronan nel fingere o come Eorein nel combattere, ma il conte si troverebbe davanti agli occhi due persone che dovevano essere morte e che non lo sono.Potrebbe essere un vantaggio, rimarrebbe sicuramente senza parole."

Scrutava lo sguardo del cavaliere cercando di capire cosa stesse pensando, ma la sua espressione rimaneva indecifrabile.

"Vi prego, io DEVO entrare li dento."

Aggiunse in fine.

"Non é una cattiva idea" disse Menelruth. Il Gondoriano non si era mosso, non molto almeno, eppure...quando erano finiti cosí vicini all´angolo? Arhiael improvvisamente desideró essere altrove. "Il fattore sorpresa non é cosa da poco, né lo é la conoscenza di stenze e passaggi, per non dir nulla di volti e voci, mi riferisco ai soldati ed ai servitori del castello..." belle parole, ma la speranza non stava per niente aumentando in Arhiael "Avrei solo un ultima domanda"

* eccola...la condanna *

"Oltre all´ovvio desiderio di giustizia, per porre riparo ai torti subiti da te o altri, c´é qualcos´altro che vi spinge a proporvi? Sapete..." disse interrompendola prima che potesse rispondere. Quel sorriso gli aleggiava di nuovo sul volto.

* non sta ridendo davvero, mi sta facendo vedere i denti *

"...lo chiedo perché non é che l´altra missione sia meno importante, o meno pericolosa. Insomma, sareste egualmente utile anche sulla nave...quindi come mai questo desiderio di andare proprio al castello? Parlate liberamente Lady Arhiael, ve ne prego"

*Non capitolare proprio ora...non farti leggere nei pensieri.*

Arhiael cercò il più possibile di schermare i suoi sentimenti,non voleva trapelasse nulla dal suo sguardo.

"Capite che è estremamente importante sapere se stanno facendo altre copie, dobbiamo sapere chi sono "loro" e chi siamo "Noi", non possiamo rischiare di farci ingannare da uno dei loro fantocci, questa volta con lady Ingrid è andata bene perchè sapevamo di dover stare in guardia...ma la prossima volta? Potremmo non essere così fortunati."

Si interruppe, per dargli il tempo di pensare, ma non troppo a lungo, non poteva far condurre il gioco a lui.

"Io conosco bene gli abitanti di Lond Aradon, saprei riconoscere a chi appartengono quegli esseri, potremmo avre un idea più precisa dei loro piani magari."

Pregò che lui non riuscisse a sentire il suo cuore, che pareva un cavallo imbizzarrito

Sostenne lo sguardo di quei due occhi crudeli a lungo, finché il Gondoriano non parló.

"Riconoscere le copie dagli originali, magari anche quelle ben fatte ed assolutamente realistiche. Dici di poterlo fare ed io non ho modo di confutare questa tua affermazione. Potresti semplicemente stare provando a vendermi fumo per poterti unire a noi, sebbene non ne sia entusiasta, per qualche scopo recondito, magari qualche cosa di personale, no? Mi chiedo se non dovrei fare qualche domanda a Ronan o a Eorein su cosa sia accaduto negli ultimi giorni. Non ti ho vista al massimo della forma, lo ammetto, ma non mi sei sembrata del tutto normale...."

* cii siamo, scoperta, é la fine *

"Va bene, vieni con noi. C´é una regola che devi tenere bene a mente peró. Questa é la MIA missione. Se tu hai la tua, va per la tua strada e buona fortuna. Se vieni con noi, ricordati che sei tu l´ospite, non io. Hai autonomia di giudizio ed azione, ma i piani li stabiliamo assieme PRIMA, ed una volta stabiliti, non li cambiamo senza consultarci. Niente improvvisazioni o iniziative o eroismi. In buona sostanza, donna o non donna, bella e giovane o brutta e vecchia, abile o indifesa, se scopro che stai diventando un peso, o che rischi di farci scoprire, te lo giuro, ti abbatto dove ti trovi, e ti butto ai serpenti, intesi?" concluse Menelruth, nella voce poco piú che un vago tono di rimprovero.

*Vai dritto al punto...non c'è che dire.*
"Intesi milord."

Stava per andarsene quando fissò nuovamente il cavaliere, gli si avvicinò fino ad essere a meno di un palmo dal suo naso.Ebbe la sensazione che l'aria attorno a quell'uomo fosse stranamente calda...si impose di non pensare troppo...

"Solo una piccola precisazione signore, NON MI MINACCIATE! Non fatelo, perchè se la paura della morte può aver effetto su molte persone, non lo ha su di me. Vivere o morire hanno lo stesso peso sul piatto della bilancia per quanto mi riguarda."

Una parte di lei era semplicemente terrorizzata da quello che stava facendo, era sicura che lui l'avrebbe divorata in un attimo, ma c'era un angolino del suo cervello, che trovava estremamente appagante fargli capire che non era disposta a farsi trattare come un qualsivoglia tirapiedi.

Menelruth non si mosse, e sorrise. Questa volta davvero. Le rughe intorno agli occhi non mentivano. Le diede un leggero buffetto sulla guancia e disse.

"Benvenuta a bordo, allora"

Arhiael rientró nella stanza principale, seguita da Menelruth.

Si consultarono velocemente su Dagoberth e la sua reticenza a parlare. Ronan fece un cenno di no con la testa, poi il Gondoriano si avvió verso il prigioniero e senza tante cerimonie lo trascinó per i capelli, ancora legato alla sedia, fino alla botola in cucina dove erano state rinchiuse Ingrid e Mead, buttandocelo dentro e chiudendogliela sopra.

"Non si sará fatto male?"chiese Dhargo

"Non importa. É un farabutto, e non lo avrei lasciato andare comunque. Ho controllato, se puó tranquillizzarti. Dopo l´atterraggio sembrava un pó scosso ma ancora abbastanza sano. É chiaro che non sa nulla. Inoltre, se anche parlasse non ci sarebbe tempo per accertarsi che non ci stia fornendo intenzionalmente o meno delle informazioni sbagliate. Potrebbe anzi essere sotto una qualche specie di condizionamento. Dopotutto, ha nominato poco o nulla la contessa e molto il conte, mentre mi é sembrato di capire che sia lei la vera mente di tutta questa storia. Non so, la cosa mi ha insospettito..."

"Che fare dunque?" chiesero Dhargo e Albar

"Ammazzare il tempo, fino a stanotte in attesa del Noldo" intervenne Celenandor "E riposare, e riflettere, ovviamente. Albar, vai con Dhargo. Milady" disse il Sinda rivolto ad Ingrid "dite ai miei amici dove la vostra serva Boudica giace. Mentre siamo qui, possiamo almeno provare a darle degna sepoltura"

"Non vi addentrate troppo nel bosco."

Quasi un sospiro all'orecchio di Dhargo.

Armati di pala, oltre che delle proprie armi, il cacciatore ed il nordico si avviarono fuori, seguiti da lady Ingrid e Mead. Li sentirono parlare un pó, poi muoversi sul retro della casa, dove dovevano aver trovato il corpo della servitrice. Nella buia e tiepida sala rimasero solo Arhiael, Ronan, Eorein, Dalkest, il Gondoriano ed i due elfi.
Menelruth, Anarya e Celenandor conversavano a bassa voce presso il camino, mentre Dalkest se ne stava seduto su una branda, gli occhi semi chiusi, colto dal sonno a metá del lavoro di ripulire la splendente corazza dell´unicorno, dono della stessa lady Ingrid.

Fuori, la luce diminuiva rapidamente, annunciando un lesto crepuscolo.

Avrebbe voluto riposare, ma il calare delle tenebre la rendeva nervosa...ricordava ancora quell'essere nel bosco, la disperazione che si espandeva tutto intorno a lui, fissava la porta sperando di veder rientrare Dhargo e Albar, poi guardava la finestra, quasi a voler imprigionare l'ultimo raggio di luce...non voleva che sparisse...

*Calmati...se, quando le tenebre sorgeranno, non saranno ancora rientrati allora potrai preoccuparti...*

Si mise in un angolo, appoggiata alla parete, aspettare non era mai stato il suo forte.

"..e quindi.. "
- Ronan stava cercando di tirare le fila di quello che era successo -

"..Quel mago è riuscito con le sue arti a cogliere di sorpresa Anarya e farle perdere i sensi per poi essere ucciso da Dhargo..
che però è stato addormentato a sua volta dall'altro che si è anche trasformato in un serpente enorme? Ho capito bene?"

"Albar."

La voce della cacciatrice giunse come da un luogo lontano.

"Cosa?"

Chiese Ronan sorpreso, era quasi certo che lei non stesse ascoltando.

"Albar lo ha ucciso non Dhargo."

Non aveva staccato un attimo gli occhi dalla porta, nemmeno per rispondere all'attore.

"Ah si, si, si.. certo, Albar.. naturalmente."
disse Ronan, pensieroso.

"..be' siamo stati fortunati, mi pare di capire.
Parecchio fortunati..
Ma non potevamo certo abbandonare lady Ingrid, naturalmente..
Bene..
Idee per la prossima mossa?
Non so voi, ma io sarei sinceramente tentato di sparire dalla circolazione.. anche se be.. non lo farò, ovviamente.
e poi il fatto che i maghi siano stati uccisi mi conforta parecchio. Dopotutto forse al castello credono ancora che io stia dalla loro parte e questo potrebbe darci qualche piccolo vantaggio.

Allora, Arhiael, Dalkest ed Eorein, come ce la vogliamo giocare, noi?
Come vogliamo aiutare i nostri amici?
A questo punto si saranno resi conto che non possono agire in modo diretto, come avevano intenzione di fare inizialmente, e tanto meno appellarsi alla loro autorità.
E hanno potuto toccare con mano quanto le nostre conoscenze o abilità siano essenziali per la riuscita della missione e per la loro stessa sopravvivenza.
Tutto dipenderà da cosa noi decideremo o suggeriremo di fare adesso.
E se voi, Menelruth, Celenandor, Anarya, avete già delle idee, prego, dite pure, così vi potremo dire se secondo noi vanno o non vanno bene.. e se ci piacciono o no, soprattutto, visto che la pelle è anche nostra e che le nostre protezioni non fanno rimbalzare le frecce così facilmente come le vostre.."

Concluse Ronan, strizzando l'occhio all'elfo.

"Io devo entrare nel castello, controllare la stanza di Setra, vedere cosa stanno combinando li sotto. Sono disposta anche ad entrare dal mare, per la strada che abbiamo seguito per la fuga."

Continuava a non guardare nessuno, come se non le importasse nulla di quello che potevano pensare gli altri.
L'ultimo raggio di luce aveva lasciato la stanza e lady Ingrid si era alzata per accendere alcune lampade ad olio.
Arhiael si staccò rapidamente dal muro e prese la spada.

"E' buio...non possono stare li fuori."

A grandi passi si avviò verso la porta.

*...avranno già ripulito tutto...ripulito tutto...ripulito tutto...*

Voleva urlare, voleva tirare giù il castello e i suoi maledetti sotterranei a mani nude, mattone dopo mattone.
Tentò di calmarsi.

"Se la nave va in fiamme o peggio, non entriamo più nel castello, si barricheranno dentro e non riuscirà più a passare nessuno. Rimango dell'idea che l'attacco vada portato su due fronti."

Aveva già afferrato la maniglia della porta.

"Comunque, se non vi dispiace ne parliamo tra poco, Albar e Dhargo sono ancora fuori...ed è buio."

"Ma certo vai.. hanno sicuramente paura del buio, là fuori..
Così intanto aspettiamo anche il Noldo.
Qualcuno vuol fare una partita a dadi? visto che abbiamo tempo da perdere..
Maledizione! Al calare della notte avremmo dovuto essere già a lond Arador, per fare un bel lavoro..
Muoversi in gruppo è di una lentezza impressionante.."

imprecò Ronan, brandendo la sua tazza di te.

Scoccò un occhiataccia a Ronan e si chiuse la porta alle spalle, l'aria della sera, ancora carica dell'odore del bosco, sembrò allentare il suo nervosismo.
Rimase qualche istante ferma a respirare lentatmente, ad occhi chiusi, nella calma apparente della sera, cercava di individuare i rumori del nordico e del cacciatore.

"Non mi preoccuperei eccessivamenteper Albar e Dhargo. Sono bene addestrati, e combattono nella notte da molti anni. Arriveranno tra poco, ne sono certa" disse Anarya guardando verso la finestra.

"E in ogni caso Ronan" intervenne il Sinda "Se vogliamo avere maggiori probabilitá di successo, é meglio che il Noldo sia con noi. Potremmo avere a che fare con qualcosa di peggio del semplice acciaio"

"Non solo" concluse Menelruth "Guardiamoci, siamo a dire poco stremati. Dobbiamo dormire almeno una notte in un vero letto. Altrimenti non andiamo da nessuna parte. Quanto a cosa fare, ancora non so...sto pensan do a una mossa su tre fronti. Nave, sotterranei e castello, il terzo dei quali sarebbe in effetti solo una distrazione, una distrazione molto molto rischiosa..."

"Già.. capisco bene.. Io almeno ho dormito qualche ora questa notte e sono più riposato. Con tutto il te che ho bevuto non dormirò per altri 12 giorni.."

Ronan posò la tazza di te, e si voltò a guardare il gondoriano negli occhi, con un lampo di energia che gli attraversava lo sguardo.

"No, non possiamo aspettare così tanto, Menelruth.
qualcosa la si deve fare. E la si deve fare stanotte.
Altrimenti, se non vedranno arrivare nessuno, si agiteranno come uno sciame di vespe, e in un solo giorno saranno in grado di preparasi molto bene al nostro arrivo e soprattutto di continuare quello che stanno facendo..

Vuoi un diversivo? Te lo do io un diversivo veramente efficace.

Lasciati catturare. Da me. Adesso.
Ti ci porto io al castello.
Così si tranquillizzano.
Non si aspetteranno nessun attacco, non manderanno nessuno, e gli altri potranno riposare tranquilli e recuperare le forze per domani notte.
Io avrò accesso agli ultimi segreti e si fideranno totalmente di me.
E ti terrò d'occhio, fidati. La contessa ti preferisce vivo. Lo so. e ti dedicherà del tempo..
Saprò dove sei e ti farò uscire al momento giusto.
Potrò fare in modo di farvi entrare e raggiungere la nave di nascosto, senza insospettirli.
E allora colpiremo tutti insieme. La nave e gli altri passando dai condotti che abbiamo già usato per prenderli alle spalle.
Dammi retta.
Facciamogli credere di aver vinto.
Così abbasseranno la guardia e noi li colpiremo quando meno se l'aspettano.
Ma dobbiamo decidere adesso.
Questo è il momento giusto.
Se aspettiamo.. sarà troppo tardi."

Menelruth rimase seduto dove stava, a pensare. Rifletté a lungo prima di parlare. Nell´attesa, Ronan ebbe l´impressione che lui e i due elfi si stessero parlando senza emettere suoni, usando un codice silenzioso di cenni, respiri, sguardi. Il Gondoriano chiuse gli occhi a lungo, e vagó con la mente lungo le possibili combinazioni di eventi.

"Ronan ha ragione" disse aprendo di colpo gli occhi. I due elfi fecere un impercettibile cenno di assenso "Non possiamo commettere l´errore di sottovalutare il nemico proprio ora. Sono giá pronti a riceverci, ne sono certo. e sono freschi e riposati, e conoscono bene il territorio. Dobbiamo sorprenderli. Deve accadere qualcosa che li costringa almeno a pensare per un attimo. Attimo che voi usarete per entrare e, se possibile, colpire. Non credo che se la berranno. Senza offesa Ronan, ma questa messa in scena non puó davvero essere estesa all´infinito. Forse hai giá tirato troppo la corda con la Contessa, e stiamo andando a fare gli agnelli sacrificali, e forse no, ed una tenue speranza c´é ancora, per i nostri amici e fratelli d´arme"

"Si, anch'io ero indeciso, inizialmente. Ma Dagoberth si aspettava che un loro uomo vi avrebbe condotto qui. Questo mi ha tranquillizzato.
Se avessero pensato che vi avrei avvertito, non avrebbero mandato solo un paio di maghi ad avvelenarvi e 12 uomini di scorta, tanto per sicurezza. O forse vi ha solo sottovalutato. In entrambi i casi, meglio così..
Può darsi che la contessa abbia comunque qualche riserva su di me.
E' troppo accorta per non averne.
Ma completare brillantemente la mia missione e portare in dono questo bel prigioniero..
è proprio il modo di provarele la mia fedeltà e superare.. la prova, per così dire, almeno per quel tanto che basta.
La messinscena, chiamiamola pure così, va avanti da più di un mese per quanto mi riguarda. E' sufficiente che duri ancora 24 ore.. "

Arhiael vide muoversi un cespuglio. I passi di due figure pesanti giunsero dal limitare del cortile ghiaioso. La mano sulla spada, Arhiael non si rilassó nemmeno quando fu certa di vedere Dhargo ed Albar con le vanghe in pugno. Alla finestra, gli occhi attenti di due elfi le guardavano le spalle. I due si fermarono davanti alla cacciatrice.
Solo quando Arhiael vide il segno viola sulla spalla di Dhargo si tranquillizzó.

"Siamo davvero noi, principessa" disse Dhargo, stanco per il lavoro appena svolto.

"Entriamo in casa, comunque" aggiunse Albar, preoccupato "La foresta ha occhi stanotte"

"Che vuoi dire?" chiese Arhiael, il cuore che iniziava giá ad accelerare

"Che non siamo soli. E che non é una buona idea stare fuori col buio" disse il nordico, pallido in volto.

"Te lo devo dire, principessa. Seppellire una brava persona non é mai un bel lavoro. Ma farlo stanotte e in questa foresta é piú di quanto i miei nervi possano sopportare" aggiunse Dhargo, seguendo rapidamente Albar dentro casa.

"Ah, eccovi di ritorno, ragazzi. Com'è la situazione là fuori? "
domandò Ronan voltandosi verso di loro.

"Non bene" disse Albar, cinereo in volto. Un cenno del capo di Menelruth lo rassicuró. Nessuno degli elfi o il gondoriano sembrava essersi preoccupato.

"Si sta alzando la bruma, figlio di Wötankheld?" chiese Celenandor

"A banchi piccoli ma rapidi. Ma non giunge dal mare. Scende dalle montagne e avvolge la foresta. Cose misteriose si aggirano tra quegli alberi. É tutto cosí...irreale la fuori" solo a parlarne, tuttavia, sembró giá sentirsi meglio, sebbene fosse ancora agitato.

"Non di superstizione si tratta, stavolta" disse l´elfo. "Temo che qualcosa si muova tra le ombre stanotte. Ci avevate messo in guardia e credo abbiate ragione. Dhargo?"

"Confermo. Mentre chiudevamo la fossa, neanche a cinquanta passi da dove siedi tu adesso, ho sentito un freddo impossibile serrarmi la ferita alla spalla. Va meglio, ora, ma sono quasi svenuto. Albar ha fatto anche la mia parte di lavoro, ma mentre riprednevo fiato ho cercato di mettere a buon uso il mio talento. Ci sono tracce incomprensibili la fuori. Cespugli avizziti di colpo, senza motivo, tagli nella corteccia degli alberi che non sono stati fatti da orsi, e impronte leggere, ma molto molto grandi. Le potrebbe lasciare un enorme lupo, se pesasse come un uccello o anche meno...sono confuso, lo ammetto, ma non promette nulla di buono"

"Ed il noldo ormai dovrebbe essere di ritorno" aggiunse Anarya.

"Forse é davvero il caso di partire subito allora. Ronan, te la senti? " disse Menelruth alzandosi.

"Sono pronto." disse Ronan afferrando la sacca e le sue poche cose.

"Ragazzi, riposatevi, se potete, ritrovo domani sera, un'ora dopo l'imbrunire, nei posti che sapete. A quel punto sapremo con esattezza come muoverci e cosa colpire.
Arhiael sa come entrare di soppiatto in città, l'ha già fatto e conosce il terreno meglio di me.
Affidatevi a lei. E' essenziale che ci arriviate senza farvi notare.
Potreste anche fingervi comuni viandanti sulla strada costiera, da ovest, vedete voi.
Se dovessimo avere dubbi sulla nostra identità, chiedere "Chi ti manda?" risposta: "La Rosa Bianca."
Ricordatevelo, o non avrò rimorsi nel piantarvi un coltello nello stomaco.
Andiamo pure, Menelruth. Prendiamo due cavalli veloci.."

"Hey...Hey dove andate?"

Arhiael aveva l'espressione di chi sente il terreno cedere sotto i piedi.

"Io non posso portarli al tempio, io devo venire con voi."

Il suo sguardo si fermò su Menelruth.

*Mi avevi detto che sarei entrata con voi.*

Sembrava quasi un bambino, che rimprovera un genitore per una promessa non mantenuta.

"Menelruth ha acconsentito a farsi consegnare al castello come mio prigioniero. In questo modo concluderò la missione agli occhi della contessa. Questo la tranquillizzerà, mi premetterà di accedere ai loro ultimi segreti e ci darà tempo per posizionarci in città e sferrare un attacco a sorpresa domani notte,
mentre invece adesso siamo attesi da un intero esercito, molto probabimente.
Non puoi venire con noi, Arhiael, se non come mia prigioniera.
Ma qualcuno deve guidare gli altri fino a lond Arador, altrimenti sarà tutto inutile. E solo tu conosci il modo di farlo senza farvi notare. Ti prego, Arhiael, devi farlo tu.
Pensi di farcela?"

Era furiosa, e non faceva nulla per nasconderlo.

"Se è così che hai deciso di fare...e sia."

Si voltò verso la finestra, dando le spalle agli altri.

"Spero solo che tu sia in grado di sostenere tutto il gioco da solo, e di salvaguardare la vita di Menelruth..."
"Appuntamento domani sera al tempio di Ulmo, vedi di esserci...e porta buone nuove."

Se ne andò in cucina senza guardare nessuno, sbattendo rumorosamente la porta.