Capitolo 7 - "La stagione della mietitura"

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Tyrande
00lunedì 19 ottobre 2009 14:43
Arhiael
Si ricordò dell'Athelas che le aveva dato Athorman, mentre erano nella spelonca sulla spiaggia.

"L'Athelas...nel mantello..."

Riuscì a dire con un filo di voce.
Ossian77
00lunedì 19 ottobre 2009 16:03
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
"Non e' la sola!" disse l'elfo avvicinandosi. Lo sguardo esprimeva genuina preoccupazione, alla vista di Dhargo e Dalkest. Inginocchiatosi al fianco dei due guerrieri, verso rapidamente una goccia di cordiale nella bocca di ognuno dei due. Respiravano ancora, ed erano quasi coscienti, ma le loro forze erano state in larga parte divorate dagli incantesimi dello stregone.

"Posso salvarli..." sibilo' Griogaire

"Non cambiare argomento! Non hai altro da offrire se non le informazioni che ti ho chiesto!" urlo' Menelruth, spingendo la spada contro la gola dello stregone. Se fosse caduto, ci si sarebbe impalato sopra da solo.

"No, non puoi salvare nessuno. Basta con le vili menzogne, creatura di Angmar. E basta con questo sciocco negoziato, Menelruth. Pensavo di averti ricondotto a piu' miti consigli, tempo fa. Dunque mi sbagliavo?" disse il Noldo.

Per la prima volta, la spada tremó nelle mani di Menelruth. Lo stregone non riuscí ad approfittare della distrazione, congelato sul posto dalla punta della spada e dalla presenza del Noldo.

"Lui...lui sa. Ora é costretto, COSTRETTO a dire quello che gli chiediamo. Ora possiamo miancciarlo, grazie a quella spada! Non capisci?"

"Amico mio, io capisco solo che qui due innocenti stanno morendo sotto i miei occhi, perché nego loro le mie cure, e forse un altro uomo perirá per la stessa causa, un tuo congiunto. Questo essere non ti dirá mai la veritá, non importa quanto lui stesso lo voglia, per paura della lama dell´uomo dell´Est. É uno schiavo di Angmar, e chiunque sia il suo padrone, la sua volontá é piú forte, ed é qui con noi in questo medesimo istante"

"Ma lui"
Menelruth mosse le mani lungo l´elsa, cambiando impugnatura, come se gli stessero sudando attraverso i guanti di ferro. "Lui..."

"Lui non puó vivere. Deve tornare tra le ombre, e deve farlo subito. Sei come un figlio, per me, e non lasceró che le tue illusioni ti condannino ad una missione suicida. Riponi la tua lama, o abbatti questo essere"
.

Il volto di Griogaire si fece livido d´ira e paura. Non poteva vedere Eorein bloccato come era in quella posizione, ma sentiva la presenza del talismano che lo avrebbe condannato all´oblio eterno.

"N...no...no...pietá..." disse con una voce raschiante

"Non puoi aspettartene. Chiunque tu fossi in vita, se sei stato scelto dall´ombnra per esserne sedotto e fatto rinascere stregone e non morto, devi essere stato un crudele ed empio assassino. Tuttavia, sai molto poco del potere di cui ti vanti. Alla fine, la volontá finale non é quella del tuo padrone, ma quella dei Valar e di Mandos. Sei nato uomo, ed alle sue aule, prima o poi, andrai per essere giudicato...nel frattempo, vagherai ombra senza corpo, spirito disincarnato prigioniero del vento, un riflesso opaco di ció che eri un tempo"

"Dunque..."
sembrava sorpreso.

"Non credere che i miei occhi vedano meno bene dei tuoi. Semmai il contrario! Ho visto da lontano quell´ombra assetata di morte. Non permetteró che si nutra di una sola altra anima, nemmeno della tua. Va ora. Rifugiati lontano, tra le gelide nuvole, ed attendi la fine dei giorni senza cercare di trarre vendetta su queste persone, né sul tuo Signore. Parti ora! Che con questo luogo, e con queste persone, non hai piú nulla a che vedere. La tua ora é giunta. Trova la pace, se puoi". Aveva parlato alle spalle di Menelruth, ben consapevole che il guerriero non avrebbe voluto che proprio lui vedesse la frustrazione che gli segnava il volto, la rabbia del fanciullo contraddettlo dal padre e dal maestro, ripreso mentre sbagliava sapendo di sbagliare.




Ashtarazor
00martedì 20 ottobre 2009 14:03
Ronan
* 'un tuo congiunto' ha detto.. Albar? o forse Deor?.. non ricordo.. uh che stanchezza improvvisa.. mi sono fermato un momento e già non riesco più nemmeno a pensare decentemente e a muovere un muscolo.. be.. non posso lamentarmi, è andata molto meglio a me che a loro..*

Pensò Ronan, guardando i suoi amici a terra, mentre raggiungeva Anarya per aiutarla a sollevarli o a spostarli in posizioni più sane.

*mmhpf.. mi sembra di essere invecchiato dieci anni, tutti in un colpo...*
Ossian77
00martedì 20 ottobre 2009 18:37
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Odio, ira, paura, tutto negli occhi di quell'essere, che per secoli
aveva creduto di essere sfuggito alla morte. Per secoli aveva guardato i vivi con disprezzo, una parte del suo cuore ricordava la paura della fine, ricordava la tenebra, in cui si era trovato un tempo, e sentiva ancora l'ombra penetrare in lui e condannarlo a questa semi vita.
Aveva imparato ad amare la sua nuova natura, aveva barattato la pace
eterna con l'eterna vendetta. Fissava il volto di Menelruth, il suo sguardo lo sfidava ad infrangere le regole che il noldo gli aveva dettato, sentiva il desiderio di conoscenza del suo avversario, percepiva la frustrazione di non poter sapere.

"Coraggio mortale, ubbidisci al TUO padrone! Lui dice che non ho nulla da dirti..."

Menelruth spinse la spada in alto ed in avanti, ma senza convinzione. Quello strano metallo morse la carne morta dello stregone, senza causare dolore.

"Taci!" sibilo' Menelruth. Un suono terribile. Se la rabbia da sola avesse avuto il potere di uccidere, lo stregone avrebbe preso fuoco in quell' istante.

Griogaire sorrise, prima di parlare. Un ghigno orribile, che i muscoli del viso morti da tempo a malapena riuscivano a produrre.

"Non è facile vero? essere la spada della luce, percepirne la bellezza, la bontà infinita, avendo sempre un piede bagnato nel sangue"

Gli sguardi dei tre elfi erano fissi sul guerriero. Anarya e Celenandor, ed il Noldo, alle spalle del guerriero. Se i primi due erano preoccupati, e pronti a scattare, il terzo era calmo come l'acqua di un lago montano. Questo umano significava qualcosa, per quei tre immortali. Persino a Ronan, Eorein ed Arhiael, che poco sapevano di elfi e incantesimi, la cosa appariva fuori dall' ordinario. In quel momento, c'era in gioco molto di piu' di quel che si vedeva a occhio nudo.

L'aria stessa sembrava immobile. Eorein stava per intervenire, ma prima che potesse fare anche un solo movimento il noldo lo fulminò con lo sguardo. L'eothraim si paralizzò letteralmente sul posto, trattenendo il fiato. Sentì Gurcrist vibrare nel fodero, il noldo guardò la lama, e il cavaliere potè vedere una lieve nota di disprezzo nel rapido movimento delle sue labbra.

Menelruth ruotò impercettibilmente la lama della spada, quel poco che gli bastava per vedervi riflesso il volto del noldo alle sue spalle. L'espressione dell'elfo non tradiva alcuna emozione, continuava a fissare lo stregone come se fosse assolutamente sicuro della scelta che avrebbe fatto il suo protetto. Menelruth sentì la sua determinazione crescere, tornò a concentrarsi su Griogaire, stringendo più saldamente la presa attorno all'impugnatura della spada.
Lo stregone sorrise, stava per parlare ancora una volta, quando il suo sguardo fu catturato dagli occhi immortali del noldo. L'elfo fece solo un piccolo movimento col capo nella direzione di Eorein e poi tornò a fissarlo. L'ombra aveva capito, e con fare quasi rassegnato fissò Menelruth.

"La tua determinazione a quanto pare è molto forte. Ma sarai sempre un gradino al di sotto di me. Coraggio mio grande sovrano!" Gracchiò l'ombra. "Poni fine alla mia forma terrena, libera il mondo dalla mia funesta presenza...sono solo un servo del Male in fondo...solo un burattino dell'ombra" Lo stregone accennò ad una breve risata. "Ma sappi che anche tu sei solo un fantoccio nelle loro mani." Disse lanciando un'occhiata al Noldo.

"Credi che a loro interesi la sorte degli uomini? Vi considerano bambini impulsivi e vigliacchi, talmente incapaci di qualsiasi decisione saggia, da seguirvi passo passo in ogni azione, sussurrano nelle vostre orecchie ordini, condizionano le vostre azioni, facendovi credere di agire per chissà quale alto scopo. Ma lascia che ti dica una cosa, loro ci saranno ancora, quando degli uomini si saranno perse le tracce. Non hai davvero la forza di estorcermi alcuna informazione, umano, e ciò che so morirà con me. La guerra continuera' e altra gente morira', e tu non potrai fare nulla per impedirlo! Quante donne fuggiranno da dimore in fiamme perche' tu avrai subito ancora una volta la volonta' degli elfi? Quanti orfa... "

Si mossero entrambi nello stesso istante Tanto che nessuno riuscì a
dire se fosse stato Menelruth ad affondare la lama o Griogaire a
lasciarvisi cadere sopra. La lama spunto' per meta' della sua lunghezza dal cranio dello stregone, entrando da sotto la mascella. Griogaire vi rimase appeso come un sacco vuoto ad un gancio. Poi cadde in avanti, ginocchia in terra. La lama, talmente terribile era il suo filo, si fece strada uscendo dell'alto grazie al solo peso della sua vittima. Griogaire dei Darroch, o cio' che restava del suo corpo originario, giaceva faccia a terra nel fango.

Menelruth aveva lo sguardo fisso davanti a se, oltre Eorein, ed oltre la foresta. La spada ancora alta davanti ai suoi occhi. Eorein, al suo fianco, senti' all' improvviso una brama feroce di snudare Gurcrist, sebbene non vi fossero nemici nelle vicinanze.

Valandur
00martedì 20 ottobre 2009 19:41
Eorein
Un desiderio selvaggio lo sfiorò per un momento, ma si infranse contro la determinazione del guerriero come una violenta ondata sferza uno scoglio.
Senza smuoverlo.
Si avvicinò ad Arhiael e si chinò su di lei:

"Va tutte bene, sciocca ragazza?"

Le sue parole sembravano dure, ma il tono della sua voce ed il suo sorriso tradivano solo la tenera preoccupazione di un fratello maggiore verso la piccola sorella che ha combinato un grosso guaio, rischiando di farsi male.
Tyrande
00martedì 20 ottobre 2009 20:49
Arhiael
L'eothraim si rese conto che Arhiael non riusciva a sentire le sue parole, gli occhi erano quasi sbarrati, a seguire movimenti di qualcuno che nessuno vedeva e le sue labbra si muovevano, in un muto dialogo.
....

* Fa male, vero? Il fallimento brucia...Non c'è proprio nessun motivo per sentirsi indegni, piccola Arhiael*

La sua voce risuonava profonda nella sua testa. La ragazza pensò di essersi sbagliata, non l'aveva chiamata umana o ragazzina, no, l'aveva chiaramente chiamata per nome.

*Tuo padre sapeva, e non ha fatto nulla per fermarci.*

Arhiael si sentì avvampare.

* Mio padre capì quando era oramai troppo tardi, e potè solo chiedere l'aiuto di Menelruth, e morire difendendo tutto ciò che aveva. *

Sentì la risata dello stregone nella sua testa.


*Troppo tardi? Pensi veramente che lui sapesse da troppo poco tempo? *

*Arriva la notte con stelle lucenti
E gli uomini dormono in letti accoglienti.
Arriva la notte con nero mantello
Ma siamo al sicuro nel nostro castello.
Arriva la notte sui boschi profondi
E questa paura a tutti nascondi.
Arriva la notte magnifica e oscura
E un’ombra si muove nella radura.*


Le parole risuonarono nella sua testa. Arhiael avvertì una fitta allo stomaco...non poteva conoscere quella filastrocca...non poteva...non poteva.

*Io so chi l'ha composta per te piccola Arhiael.*

*NOOOOOOO maledetto tu non lo sai, non sai niente!*

*Tua madre si era accorta dell'ombra, e aveva intuito che tuo padre non avrebbe avuto la forza di combatterci...così, ti mise in guardia...nell'unico modo in cui si può mettere in guardia un bambino.*

La cacciatrice non riusciva a dire più nulla.


* Quindi come vedi, non c'è nulla di cui esser degni. Arhiael...la mia salvezza poteva significare la salvezza di molti...ed invece tutto finira', prima o poi, in un bagno di sangue, e questa terra, svanira' per sempre. Sara' come se ne tu, ne i tuoi ricordi, foste mai esistiti. Peggio dell' oblio che quella lama ha minacciato di infl...*

"Arhiael! Im Celenandor. Telin le thaed. Lasto beth nîn, tolo dan nan galad!"

La voce nella sua testa cessò di colpo,i suoi occhi misero a fuco il volto dell'elfo, e dietro di lui il viso preoccupato di Eorein.

"Capitano."

Gli disse con un mezzo sorriso.

"Sembra proprio che dovrai sopportarmi ancora per un po'."

Ma Arhiael non potè non notare lo sguardo di apprensione che il sinda aveva rivolto al noldo.
Ossian77
00mercoledì 21 ottobre 2009 00:03
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
"Cavaliere, mi serve che tu compia un ultimo sforzo" disse Celenandor ad Eorein. "So di chiedere molto, ma non possiamo attendere qui che Arhiael si riprenda. E non succederá, se non la curiamo. Aveva un erba medicamentosa, nella tasca del mantello. Ne sai nulla? Mi sembra di riconoscerla per foglia di Re, ma non sono un esperto"

Eorein rimase di sasso. Era certo che Athorman avesse usato quella dose su Arhiael ben prima di entrare nella foresta. Si era attardata, per farsi medicare...e invece...

"Si, é un erba curativa. Ma non puó usarla chiunque. Occorrono mani di Re. Mani guaritrici" disse Eorein.

"É vero. Sembra proprio la Athelas" confermó Anarya.

"Eorein, metti Anarya sul destriero vicino all´altro cavaliere dell´est, e portala al rifugio dove avete nascosto Deor. Il Noldo verrá con voi sul destriero di Anarya. Noi vi raggiungeremo appena possibile con gli altri cavalli e...Dwalin" disse l´elfo. "Spero sia ancora vivo..."

"Aspettate" disse Menelruth. Aveva riposto la spada, e si era seduto su un capitello spezzato. Il destriero nero stava annnusando il corpo del suo padrone a pochi passi di distanza "C´é una cosa che dobbiamo verificare...anche se ormai non ho piú dubbi, per quel che mi riguarda"

"Che cos..." inizió a chiedere Celenandor. Un rumore tra le foglie lo interruppe. Pieno di graffi, l´ascia in una mano e l´elmo nell´altra, fece irruzione nella radura un uomo del Nord, proveniente dalla stessa direzione da cui erano arrivati Arhiael, Eorein, Dhargo e Dalkest

"Aspettiamo lui..." disse Menlruth, senza alzarsi

"Il nordico osservó perplesso la scena, per qualche istante. Ansimava, ed era provato dalle ferite e dalla corsa, ma cercava di non darlo a vedere.

"Tutto a posto Menelruth" confermó. "Ci sono davvero solo loro in questo luogo"


Ashtarazor
00mercoledì 21 ottobre 2009 08:53
Ronan
"Ah eccoti, Albar!"
disse Ronan, andandogli incontro visibilmente allegro e dandogli un'amichevole pacca sulla spalla corazzata.

"Ti sei perso tutto lo spettacolo!
Temevo che fossi caduto..
e invece eccoti qui, sobrio come una roccia! E altrettanto stabile, a quanto vedo!"
Ossian77
00mercoledì 21 ottobre 2009 09:53
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
Albar viveva e agiva con tempi tutti suoi. Era immobile, o si muoveva velocissimo. Era una persona che viveva di estremi, e che non temeva di mostrare i suoi oensieri ad alcuno. Era l'esatto opposto dell' abitante tipico di Lond Arador. Fisso' Ronan, senza espressione, e la scena dietro di lui, a lungo. Gli elfi ed Eorein si davano da fare per mettere Anarya su Mandorallen e accomodare Dalkest e Dhargo al riparo dal vento. Menelruth era ancora la', seduto.

Poi sorrise. Si vedeva che non lo faceva spesso, ed era difficile dire cosa lo avesse provocato, ma qualcosa era genuinamente divertente per lui in quella situazione tragica. Forse trovava l'umorismo di "quell' omino di citta'" divertente. Forse aveva notato come tutti, anche Ronan, fossero feriti. Una grande battaglia aveva avuto luogo, e nessuno si era risparmiato. Anche se non alla guida di un esercito, l' attore li aveva guidati dove dovevano arrivare, ed avevano vinto. Restitui' la pacca a Ronan, dicendogli

"Non sei male come guerriero, per essere uno che scivola nelle ombre come un ladro ed uccide con armi da femmina. Mi ero sbagliato su di te"

Ronan rimase un po' basito, ma l' istinto gli diceva che per un uomo del nord quegli insulti erano da intendersi come dei veri complimenti, onorificenze conquistate sul campo di battaglia.
Ashtarazor
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:45
Ronan
Anche Ronan sorrise.
"Be, ho fatto ben poco,in fondo.
Porta i miei saluti a Dwalin, sono sicuro che ce l'ha fatta.
E il suo cordiale ha fatto il suo dovere alla perfezione.
Noi ora stavamo giusto per levare le tende.
Di qua col Noldo, Anarya e i feriti, loro di là, se ho capito bene, ma Celendandor ti spiegherà meglio.
Aspetteremo al rifugio, da Deor."


Aggiunse con un cenno di saluto.

*ahh.. Adoro i piani ben riusciti.*

pensò, soddisfatto e si avviò verso il tenebroso cavallo nero che stava ancora annusando i resti del suo padrone.
Anche Ronan si chinò a guardare il mucchietto di stracci e metallo. Chissà se il coltello dello stregone poteva tornare utile..
Intanto seguitava a parlare col focoso animale avvicinandosi pian piano e cercando di entrare un po' in confidenza.

"Ecco qua, bello, il tuo padrone ci ha fatto tutto un lungo discorso solo per dire che lui era stanco e che ne andava a riposare per un po'..
e poi ha detto che io posso salirti in groppa, sai?
stavamo proprio parlando di questo.. si si si... e a un certo punto mi fa:
'io vi darò il mio cavallo, ma voi dovrete passare sul mio cadavere.. altrimenti il capo non mi fa andare in vacanza..'
e allora.. be.. noi siamo disposti a tutto pur di avere a disposizione un bel cavallo come te e per dare una mano a una brava persona."


Ronan intanto l'aveva preso per le briglie delicatamente e con naturalezza, senza tirarlo e senza salirci, solo accarezzandogli un po' il collo e il muso, mentre gli parlava.

"no no no..
buono.. buono.. è proprio quello che vorrebbe anche lui, te lo dico io.
Su, fai il bravo, Gregghy, che sei un cavallo di razza, abituato alla guerra.. ai tuoni e ai fulmini..
E sono sicuro che qualche vampata di fuoco la sai fare anche tu, se te le fanno girare, vero?
Quindi non facciamo scenate, ti tratteranno benissimo, vedrai.
Anzi, guarda, se ti comporti bene, dopo ti dò 2 zuccherini..
o preferisci la carne umana?
no.. Gregghy, quella elfica non si può, ma se la contessa ti piace, poi te ne lascio un pezzetto..
dicono che sia particolarmente tenera.."


La voce di ronan sfumò complice e delicata nella cortina di pioggia,
mentre conduceva al passo quell'animale nervoso, in fila, dietro agli altri cavalli.

Tyrande
00mercoledì 21 ottobre 2009 23:23
Arhiael
Con l’aiuto di Ronan riuscì ad issarsi lentamente in sella, seguita quasi subito da Dhargo.
Il cacciatore la vide agitarsi inquieta.

“La mia spada.”

Ronan si guardò attorno e la vide ancora saldamente piantata nel terreno, la prese e la ripose personalmente nel fodero al fianco di Arhiael.

“E’ qui, stai tranquilla.”

La rassicurò stringendole la mano.

“Grazie Ronny.”

Lui fece un profondo inchino.

“Figurati….ed ora tieniti forte, che ti porto a fare un giro col mio nuovo cavallo.”

Greggy per tutta risposta sbuffò agitando la testa.

“Ehi amico non farmi fare brutte figure.”

Aggiunse l’attore con espressione seria.
Arhiael si strinse più che poteva alla sella, mentre Dhargo, dietro di lei, aveva afferrato con una mano la criniera del cavallo, e con l’altra tratteneva la cacciatrice per la vita.

Ossian77
00giovedì 22 ottobre 2009 09:19
Master - Ultimo Cerchio della Foresta Stregata
"Heru..." sibilo' Dhargo dalla sella del cavalo nero. Il Noldo si avvicino'. "Dimmi" rispose.

"La foresta. E' preda di un incantesimo. Gli alberi...morte..piccole creature" quasi perse conoscenza per lo sforzo.

"Chetati, amico mio. Devi riposare. So per certo che possiamo attraversare la foresta per la stessa via da cui siete arrivati. Nessuno ci disturbera'"

Lo sguardo sorpreso di Ronan ed Eorein spinse il noldo a spiegarsi meglio. "Dovete ringraziare il ostro amico uomo del nord, per questo..."

"Una sciocchezza...mi sono divertito"
disse Albar. Il nordico tese la mano a Menelruth che, solo dopo una lunga attesa, la tese a sua volta, facendosi rimettere in piedi.

"Avanti amico. E' andata bene che siamo ancora tutti vivi. Pensiamo alla missione" disse Albar

"Portate i feriti alla spelonca. Ci rivediamo li'" disse avviandosi verso la torre senza aggiungere una parola. Albar li guardo' facendo spallucce, poi si avvio' dietro al gondoriano di buon passo. Celenandor li attendeva poco oltre.

Eorein il Noldo misero Dalkest su Mandorallen. Ronan fece un ultimo giro per il cerchio di pietre, guardando attentamente a terra, poi sali' in sella per sorreggere il guerriero, ed Anarya face salire Eorein sul suo destriero.

"Eorein, ce la fai?" chiese Ronan

"Devo farcela" rispose l' eothraim, scrutando la foresta "Come facciamo a passare?" chiese, ancora piuttosto scettico.

"L'incantesimo ha perso efficacia, con la sparizione di Griogaire e degli spiriti del vento. Inoltre, le creature della foresta ci conoscono come lontani cugini, e esiterebbero ad attaccarci, sopratutto se non siamo noi a provocarle..."

"E.."
disse Eorein, sentendo che c'era dell' altro

"E quando Ronan ci ha spiegato la situazione, credo che Celenandor, Menelruth ed Albar si siano messi d' accordo su un piano di emergenza. Celenandor ha ricordato quale incantesimo era stato gettato sulla foresta, e Menelruth ha inviato Albar a sistemare le cose"

"A sistemare le cose"
fece eco l' eothraim, guidando Mandorallen su per la scarpata per le briglie. "Ed a controllare che non fosse una trappola, dico bene?"

"Dici bene. Menelruth non si fida ancora di voi, nonostante le nostre rassicurazioni...ora basta parlare. Anche se la via e' sicura, dobbiamo tenere gli occhi aperti. Gli spiriti degli alberi sono ancora in quieti, lo sento distintamente"


Ashtarazor
00giovedì 22 ottobre 2009 14:14
Ronan
* c'era da aspettarselo.. paranoico fino al midollo.. be, com'è giusto che sia.. viste le circostanze.. *

"Vorrei chiedere una cosa, Heru, appena possibile."

bisbigliò Ronan. Il noldo annui', silenziosamente. Aveva forse sorriso al suono della parola Heru?

"Volentieri, Ronan. Volentieri. Fino ad allora, occhi bene aperti. Un consiglio, cosa che do raramente peraltro. La cosa che hai raccolto da terra potrebbe essere benissimo inoffensiva. Giusto un buon coltello, per fare un esempio. Tuttavia mi accerterei che non vi siano malie su di esso, prima di considerarlo una mia proprieta'. Certi oggetti si legano ai loro padroni, nel bene e nel male, secondo la loro natura originale. Presta attenzione dunque"
Tyrande
00venerdì 23 ottobre 2009 19:06
Arhiael
Arhiael recuperò le redini e diede fiaccamente di sprone al cavallo, questo cominciò ad avanzare seguendo Mandorallen.
Per fortuna sembrava non essere troppo innervosito da tutto il trambusto che aveva visto.

*Chissà cos'è abituato a sopportare...è proprio vero che alla fine si fa il callo anche alle cose peggiori....*

Pensò con un brivido.
Ogni tanto sentiva il peso di Dhargo gravare sulle sue spalle, prese le redini con una mano sola, mentre girava il braccio dietro a sostenere il cacciatore.

"Ehi Dhargo...Dhargo."

Ci mise qualche secondo per rispondere.

"Dimmi principessa."

"Ascolta, tu sai che vuol dire quella frase di prima?"
"Le creature della foresta ci conoscono come lontani cugini.."

Il cacciatore ci pensò un po' su.

"A dire il vero non lo so con sicurezza."

"Uff non mi sei d'aiuto Dhargo, non sai niente!"

Aggiunse sorridendo, mentre si girava a guardarlo.

"Oh scusa tanto sai. Ma ti ricordo che se non fosse stato per me saresti ancora appesa ad una radice con il nulla sotto i piedi."

Disse dandole una pacca sul ginocchio.

"Ma dai, ancora con questa storia...era ovvio che me la sarei cavata comunque...no?"

"Si si certo principessa, era decisamente ovvio."

Continuarono a scherzare un po' mentre si avvicinavano alla foresta, un po' per rimanere svegli, ed un po' per rompere l'ansia che rientrare in quel luogo provocava ad entrambi.
Ossian77
00venerdì 23 ottobre 2009 21:57
Master
"Mi da sollievo vedervi in gradi di scherzarci un pó su" disse Anarya

"Davvero notevole, considerando quello che avete passato. Ora, peró, devo domandarvi un pó di silenzio. Stiamo attraversando un terreno ostile, ed i suoi legittimi proprietari sono ancora agitati e mal disposti. Spero ci facciano la cortesia di lasciarci passare..." disse il Noldo. "Ronan, ed Eorein. Siete brave persone, ma gli spiriti della foresta non lo sanno e non sono curiosi al riguardo. State in mezzo ai due cavalli, nascosti, e non fiatate. Anarya..." disse, proseguendo in elfico "Prendi il lato destro e conduci il destriero Bianco. Io prendo la sinistra ed il destriero nero. Sta in guardia...". L´elfa prestava attenzione alle sue parole come se le stesse parlando un generale, intrappolato dietro le linee nemiche con un soldato semplice.
Ashtarazor
00venerdì 23 ottobre 2009 22:17
Ronan
*sciocchezze.. se qualcosa ci da' noia, basterà una sola occhiataccia di Gregghy..
o di Mandorallen.. *


Pensò Ronan di nascosto, seguendo però scrupolosamente le istruzioni del Noldo.
Ossian77
00sabato 24 ottobre 2009 10:56
Master
Attraversarono quel brullo corridoio, ripensando a quella carica folle di solo poche ore...no, pochi MINUTI PRIMA! Sembrava passata una vita.
Il brullo sentiero che connetteva i cerchi di pietre portava ancora i segni del loro passaggio. Gli zoccoli di Mandorallen, gli stivali di Eorein. Piccoli segni qui e lá che erano tutto ció che restava delle piccole e feroci creature che li avevano assaliti.
Erano ancora lá, ai margini della foresta e del campo visivo. Si incitavano l´un l´altro ad attaccare, ma nessuno osava fare la prima mossa.

Oltrepassarono la trincea in cui avevano "rivisto" Setra, e nuovi dolorosi ricordi riaffiorarono. Non era facile stare in sella, deboli come erano. La pioggia ed il vento si erano attenuati, ma faceva comunque un freddo inspiegabile.

Nel dormiveglia causato dalle ferite, Arhiael, Dhargo e Dalkest si accorsero che la compagnia si era fermata. Le voci sommesse di Eorein, Ronan ed i due elfi li raggiungevano appena.

"Si, siamo arrivati da qui. Il sentiero cominciava in questo punto..."
"Ma allora..."
"Quel muro di Alberi non puó essere un buon segno"
"Che facciamo?"
"Combattere é impossibile....no, troppo pochi, e feriti. Finirebbe male"
"Non servirá..."

Con un occhio aperto, Arhiael vide il Noldo staccarsi dal gruppo ed andare di buon passo verso il nuovo limitare della foresta. Anarya, vicino a loro, si guardava intorno nervosa.

Ebbero tutti la distinta impressione che qualcosa stesse mormorando nel vento. Era il suono delle fronde degli alberi, misto a qualcosa di piú antico, profondo e sinistro. La voce del noldo sembrava rispondere a tono, in una lingua che non capivano. Alcuni degli alberi nelle ombre davanti a loro sembravano muoversi come se non ci fosse solo il vento ad agitargli i rami. Infine, il noldo si voltó e fece loro cenno di avvicinarsi.

Mentre passavano in mezzo a due olmi di dimensioni gigantesche, si sentirono schiacciati, oppressi da una tensione che permeava l´aria tutto intorno. Tra gli alberi non si vedeva ad un palmo dal naso, e le voci dalla foresta li minacciavano in continuazione.

Presto, comunque, furono oltre gli alberi, e lungo il fianco della collina alla base della quale passava quel minuscolo sentiero segreto.

* Dunque é da qua che sono passati * pensó Ronan, realizzando quanto fosse stato audace se non proprio folle il suo piano per arrivare da due direzioni diverse.

Riparati tra il fianco del colle e la foresta, per un pó il vento diede loro pace, ed in pochi minuti di silenziosa marcia giunsero alla spelonca dove avevano lasciato Athorman, Deor, e la sua famiglia.
Tyrande
00sabato 24 ottobre 2009 12:54
Arhiael
Fissò a lungo l'igresso del piccolo rifugio, sperando di vedere qualcuno affacciarsi, ma non riusciva a scorgere il minimo movimento, ne sentiva alcun suono provenire dalla spelonca.
Un pensiero raccapricciante la colse.

*..e se qualcuno fosse arrivato in nostra assenza?...*

Strinse i denti e si appoggiò al collo del cavallo per cercare di scendere, sentì Dhargo trattenerla per le spalle.

"Che fai?"

"Athorman, devo andare a vedere se sta bene."

Greggy sembrò aver compreso le intenzioni di Arhiael, ed abbassò il collo quasi fino a terra, per permetterle di scivolare letteralmente sopra di lui.
La cacciatrice atterrò quasi seduta, sorreggendosi all'animale per non cadere nel fango.
Guardò Ronan preoccupata, e l´amico le si affiancò sorreggendola.

"Ronny ti prego prova tu ad arrampicarti li sopra, io non ce la faccio, ma fa presto, dimmi se sono tutti ancora vivi."
Ashtarazor
00sabato 24 ottobre 2009 13:39
Ronan
"Ci penso io, Arhi, non affaticarti."

rispose Ronan, avviandosi.

* le informazioni erano un po' approssimative, a conti fatti.. omissioni volute.. o valutazioni impruden.. *

"Eilà, della grotta, sono Ronan."

disse, una volta arrivato a sbirciare l'ingresso, facendo scivolare la mano sul suo coltello da lancio.

"Siete voi? Tutto bene?
Ci sono degli amici con me."


Ossian77
00sabato 24 ottobre 2009 13:51
Master
Ronan rivcevette la prima, vera, buona notizia da molti giorni. Semplicemente, la voce di Athorman gli rispose dal fondo della spelonca.

"Ronan...Amici! Grazie al cielo siete tornati. State bene? Avete portato aiuto?"

Ronan si sarebbe reso conto solo molte ore dopo del sollievo che aveva provando in quel momento. Per una volta, non era successo niente di male.

"Deor?" chiese
"Vivo, ha una tempra robusta. Ma non ne avrá per molto"
disse Athorman, sedendosi sul bordo della roccia e scendendo a terra.

"Siete stati via molto poco. Poco piú di un ora, credo. Non speravo di rivedervi, davvero. Sbirciando in cielo ho visto delle cose raccapriccianti accadere, e pensarvi in quell´incubo..."

"É andata bene, per fortuna. Vieni, tra poco coi sará un gran bisogno del tuo aiuto"


Ronan presentó dunque il dunadan agli elfi. Esprimendosi nel loro idioma, Athorman li ringrazió per essere venuti fin lí. Gli elfi ascoltarono attentamente quel che aveva da dire su Deor, e a spiegazioni date Anarya disse.

"Non abbiamo a che fare con normali ferite della carne. Tra Arhiael, Dalkest, Dhargo e Deor...forse nemmeno la nostra forza combinata basterá. Abbiamo delle erbe curative, e delle abilitá appropriate, ma non sono ottimista"

"Portaci da Deor, ed aiutaci a far entrare Arhiael e gli altri feriti nella grotta. Dovete riposare qui adesso. Non si puó continuare per Lond Arador in queste condizioni"
lo istruí il noldo. Con l´aiuto di Eorein e Ronan, issarono i feriti con una corda direttamente dalla sella dei cavalli nella spelonca. Dopo aver legati i destrieri assieme a Guthlaf, tutti si ritirarono al riparo.

Lo spazio era diventato praticamente inesistente. Non ci si poteva muovere, ma almeno la presenza dii tanti corpi aiutava a mantenere il caldo. Il noldo, Anarya ed Athorman lavoravano alacremente per curare i feriti. Bisbigliavano tra loro, rapidi, nella lingua degli elfi. Athorman sembrava un altra persona, di colpo. Vedere il numenoreano e gli elfi assieme, intenti a raggiungere un nobile scopo, ricordava a Ronan della parentela che un tempo aveva unito le due razze. Dovevano anche averla messa inscena, una volta. Forse era a Fornost? "Il senzamano", aveva intitolato l´opera quel pazzo di Lossadan.

I tre guaritori alternavano lunghi silenzi ed attese a frenetica attivitá in cui non si capiva se stessero mormorando preghiere, incantesimi, o altro. Di tanto in tanto a Ronan ed Eorein veniva chiesto di prendere dell´acqua, che di certo non mancava, ed altra legna da fare asciugare vicino al fuoco per usarla in futuro.

Una domanda bruciava nella sua mente. Dopo aver atteso quello che sembrava un tempo ragionevole dovette chiedere:

"Insomma, ma Menelruth, Albar e il sindar dove sono? E Dwalin?"

Non ricevette risposta se non uno sguardo perplesso di Athorman, da sopra la spalla. Evidentemente non sapeva che di elfi ce n´erano tre.


"Nessuno di loro sembra preoccuparsene" disse Eorein "O si fidano ciecamente, o si sono rassegnati al fatto che non possono farci comunque nulla, e cercano di fare quel che devono al meglio. Semmai, quanto tempo sará passato?"

"Non ne ho idea. Sono stanco e stordito. Potrebbe essere il cuore della notte, o mancare poco all´alba"
rispose Ronan.
Ashtarazor
00domenica 25 ottobre 2009 02:47
Ronan
"In effetti credo di essermi appisolato, poco fa."
aggiunse sbadigliando.
"E mi sa che riposerò un'altra ragionevole oretta.. meglio approfittarne, finchè possibile. Non sono un gran che' come infermiera.
e poi è vero che i nostri nuovi amici sanno il fatto loro.
Arriveranno se e quando lo riterranno opportuno.."


Ronan si cacciò in un angolo rintanandosi nel suo cappuccio
e non disse altro.
Ossian77
00domenica 25 ottobre 2009 11:11
Master
Molte ore dopo, Ronan ed Eorein furono svegliati dal freddo vento di terra che si infilava nell´apertura del loro rifugio. Dietro di loro, un mucchio di armi e corazze. Poco oltre, Athorman dormiva con la schiena appoggiata alla parete. Deor riposava con la testa in grembo alla sua consorte, il bambino stretto tra i due. Immediatamente di fianco, Dhargo, Arhiael e Dalkest erano stati adagiati sotto la medesima coperta. Il calore del fuoco morente non arrivava che a pochi passi dalle braci. Degli elfi, nessuna traccia.


Ronan si era aspettato qualcosa di diverso. L´alba, alla fine di una notte tanto terribile, sarebbe dovuta essere piú lieta, piú rassicurante. Sentiva invece solo un senso di freddo al cuore ed alle ossa e non riusciva a pensare alla vittoria del giorno prima se non come a un misero compenso per le perdite che avevano subito e che avrebbero subito nei prossimi giorni. Appena sveglio, lo assalirono subito mille pensieri, su cosa fare nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Solo l´idea che, in un modo o nell´alltro ben presto tutto sarebbe finito lo calmó un pó.

Scese all´aperto, sotto il cielo che si andava rischiarando. C´era qualcosa nell´aria che non lo convinceva. Cosa era che gli sfuggiva? Gli elfi, Menelruth, Lo Stregone, la pioggia, il primo ritaglio di cielo in molto giorni, se non azzurro e limpido, almeno visibile e terso.

"Ronan" disse la voce di Anarya. L´elfa lo aveva apostrofato dal riparo dove avevano legato i cavalli. "Vieni qui. Porta Eorein. Dobbiamo parlare"
Ashtarazor
00domenica 25 ottobre 2009 13:12
Ronan
Dopo un cenno d'assenso, Ronan andò ad evvisare l'Eothraim.

"Vieni Eorein, pare sia ora di fare quattro chiacchere.. Anarya ci aspetta ai cavalli. no.. non svegliarli. Non mi ha detto di farlo. Si vede che hanno bisogno di dormire ancora."

Dopodichè si mosse per tornare dall'elfa.




Ossian77
00domenica 25 ottobre 2009 14:48
Master
Una parete rocciosa si staccava dalla collina a formare una specie di nicchia a cielo aperto. Dietro la lingua di roccia, c´era parecchio psazio, sebbene il terreno fosse in salita ed irregolare. I cavalli avevano poco spazio ma non sembravano badarci. Il nuovo destriero se ne stava lá con loro, senza dare fastidio. Diversi altri destrieri si erano aggiunti. cinque rapidi cavalli dal manto castano, ed uno piú simile ad un agile pony. Uno dei cavalli sembrava della razza del festriero di Griogaire, sebbene di taglia minore. Alla sella portava legate oltre alle provvioste anche diverse armi.

Il gruppo giunto via nave, meno Dhargo, era tutto lí. I tre elfi, Dwalin, Albar e Menelruth.

"Benearrivati, amici" esordí Celendandor "abbiamo bisogno di riunirci a consiglio e, visto come stanno le cose, non possiamo farlo senza di voi. Potrete aggiornare Athorman in seguito, poiché ha speso molte energie stanotte per aiutare i feriti"

"Come stanno? Intendo, tutti loro..." interloquí Ronan.

Gli elfi si scambiarono una rapida occhiata. Poi Anarya rispose.

"Sta proprio lí il problema. Per Deor, siete stati fortunati. É di ottima tempra, e lo avete soccorso entro la giornata. Dovrebbe salvarsi, se lasciato a riposo ed al caldo. Per Dhargo e Dalkest le cose stanno leggermente peggio, ma anche loro hanno una buona posibilitá di cavarsela. Arhiael, purtroppo, é in condizioni ben peggiori, sebbene non abbia ferite paragonabili a quelle degli altri. Il soffio nero le é entrato in profonditá, e a peggiorare le cose sembra che lei stessa non sia piú particolarmente attaccata alla vita. Come elfi, é forse l´unica cosa sulla quale non abbiamo alcun potere, ne vorremmo averlo. La scelta di un umano di abbracciare il dono di mandos non puó riguardarci"

"Il che ci porta alle prossime mosse da pianificare"
taglió corto Menelruth "Le cose sono due. Semplice. Restiamo qua, e riposiamo tutti. O ce ne andiamo, e ce ne andiamo tutti, e rischiamo il viaggio. Chiunque abbia mandato quello stregone, e di ció parleremo tra un istante, sará curioso di sapere come é andata. Albar mi assicura che per un bel pezzo, almeno fino a poche ore fa, qui eravamo da soli. Non possiamo escludere che la battaglia fosse spiata, tuttavia. Potrebbero arrivare dei sicari, o peggio. Nel qual caso dovremmo trincerarci alla bell´e meglio in questa grotta, visto che non possiamo respingere scale e ramponi con la magia"

"Quello che Menelruth non ha ancora detto é che per prendere una decisione che sia...beh, la meno peggiore a questo punto, dobbiamo decidere in fretta e basandoci su quante piú informazioni possibile. Ronan, Eorein, tocca a voi. Ronan, poche ore fa ci hai detto che avevi altro da aggiungere, e che lo avresti fatto non appena fossimo stati al sicuro con Deor. Questo posto non lo chiamerei sicuro, a dire il vero, ma per ora é il massimo che possiamo aspettarci. Dopo, le cose potrebbero recipitare di nuovo. Metteteci a parte, ora che c´é piú tempo, di ció che sapete sul Castello, sulla contessa e sució che accade a Lond Arador, non solodi come sapevate come e dove liberarci dall´assedio, cosa di cui vi saremo per sempre immensamente grati, ma di qualunque dettaglio, anche se vi sembra poco importante. Siamo stati qua, giá una volta, e potremmo notare cose che a voi sono parse normali"
disse Celenandor.
Ashtarazor
00lunedì 26 ottobre 2009 00:37
Ronan
“Si, questo è il momento migliore.” assentì Ronan, gravemente. “Aspettavo proprio che ci foste tutti.
E' una situazione complicata.”


Incominciò a dire, sedendosi su un masso, pensieroso.
Cercando di concentrarsi per tirare in fretta le fila delle cose di cui era a conoscenza, si mise a unire di tanto in tanto la punta delle dita, guardando ora l'uno ora l'altro dei presenti.

“Tanto che non so nemmeno bene da dove cominciare..
Qui, anche chi tenta di ostacolarvi, sembrano tutti convinti di agire per il meglio e di essere dalla parte giusta, se non altro dal loro punto di vista.
Inizierei col riportare il loro pensiero nei vostri confronti.
Penso che saperlo vi possa essere utile.
Essi dunque ritengono che voi Elfi ve ne stiate tappati nelle vostre fortezze, felici, ben nutriti, immortali, irraggiungibili, mentre le armate di Angmar massacrano a destra e a sinistra. I nostri soldati muoiono, le nostre fattorie vengono bruciate, la gente presa schiava, e voi solitamente che fate? Nulla. Avete guerrieri con secoli di esperienza ed armi potenti, incantesimi come noi neanche ce li sogniamo. Ce ne avete insegnato  forse anche uno solo?
Il vento del Nord ci fa vivere nella tristezza, nella disperazione, ammala i nostri cuori e le nostre anime, si radica nelle nostre ossa e ci fa affondare nella tristezza. Gli elfi dicono sempre che le sorti degli uomini non li riguardano, che i nostri destini sono separati, che loro sono solo di passaggio nella Terra di Mezzo, che agognano Valinor, ma sono sempre pronti a puntarci un dito accusatore, a dire che per colpa nostra anche loro sono in pericolo. Gli elfi...sono una razza infida, pronta ad accusare e mai ad aiutare, che non fa altro che ricordarci di come abbiamo gettato al vento Numenore ormai....1500 anni fa, e per noi umani è tantissimo tempo. Forse una volta erano veri amici, ma e' finito tutto con l'Ultima Alleanza. Da allora, siamo diventati estranei....ma non ne siamo ancora liberi. Se non ci ingegnamo con le nostre arti, Angmar vincerà. E alla fine moriremo tutti.
Questo in sintesi è il loro pensiero.
E' difficile discernere dove stia il marcio, nelle loro intenzioni, se non dalle loro azioni, ma questo è compito vostro, immagino.
E io di voi, per lo meno di voi tre, e dei vostri amici, mi fido, altrimenti non avrei deciso di aiutarvi.
Oltretutto voi, a dispetto delle loro opinioni, non siete di certo tappati nelle vostre fortezze. qui ci siete venuti, a sporcarvi le mani, a vostro rischio e pericolo, e in risposta a una richiesta di aiuto che invece qui a lond arador è stata ignorata.
Detto questo, di sicuro la scomparsa del capitano di Angmar è innegabilmente un buon risultato per tutti. E fosse solo questo, credo che potremmo considerare di aver già ottenuto una grande vittoria.

Ora invece, rispondendo alle vostre domande, per quanto riguarda Lond Arador.. e la contessa... andiamo per ordine.
Siete già a conoscenza dei fatti avvenuti esattamente dieci anni fa.
Voi sapete che dama Ivoen è originaria di Lond Ernil, già ci avete avuto a che fare.
Tramite la sua famiglia materna, so che conobbe ai porti del Pelargir dei sapienti provenienti dal profondo sud. Da Umbar forse o dall'Harad, là comunque dove la magia viene studiata come qui la poesia o la navigazione.
Al tempo delle indagini che Menelruth, Maugram e Marahil compirono sui loschi affari nella tenuta di Dor in Ernil, la contessa aveva già convocato questi dotti per riceverne la sapienza e approfondirne le arti magiche.
In cambio deve aver promesso loro qualcosa, qualcosa di significativo, suppongo, visto il potere non indifferente che le è stato trasmesso.
Ora, dopo dieci anni, questi sapienti sono tornati qui per completare l'insegnamento, verificare i progressi, aiutarla nel gran finale, e presumibilmente, essere "pagati".
Ecco il perchè del ritorno della nave nera.
E spero che la loro ricompensa non abbia nulla a che fare con l'adorabile piccola figlia della contessa, che se non ricordo male ha per coincidenza proprio dieci anni tondi. Anzi il suo compleanno cade proprio in questi giorni.

Comunque, in sintesi dama Ivoen ha convocato potenti alleati, se ne è servita, ne ha appreso i segreti e alcuni di questi li ha insegnati ad una ristretta cerchia di nobili di Lond Arador a lei fedeli.
Non so esattamente cosa, ma quasi certamente si tratta di conoscenze invise agli Elfi, o almeno, così mi è stato riferito, questo è quello che temono.
Una delle stregonerie compiute di cui sono stato testimone è il rito che ha dato inizio al risveglio della foresta e all'inverno stregato.
In una sorta di riunione a volto coperto della loro setta, in un sotterraneo, ho assistito alla contessa che grazie alle sua arti, per mezzo di una pietra luminosa, riceveva istruzioni da una voce terribile.”

Ronan descrisse brevemente la scena con tutti i dettagli che rammentava.

“E questa voce annunciava tra le altre cose la venuta di un suo messo, che a questo punto mi viene il dubbio fosse lo stregone di stanotte, anche se non ne sono certo.

Subito dopo è riapparsa nel porto la nave nera.
Non so con certezza quali siano le vere intenzioni della contessa, ma non mi sembra una che si prostra tanto facilmente.. fosse anche la stella di numenor, quella tenebrosa presenza di cui vi ho riferito.
credo quindi che stia giocando una pericolosa partita d'astuzia con tutti coloro a cui si è alleata per un motivo o per l'altro.
Qualunque cosa stia facendo, comunque, sta per portarla a termine.
Oggi stesso o forse domani. E teme che il vostro arrivo la interrompa troppo presto.
Anche se forse è già tardi.
Ciò che loro chiamano “la rinascita” ormai è quasi ultimata. Una rosa scelta di persone destinate a diventare più forti e più saldi nello spirito e nel corpo. E non temeranno più.. la morte, né le malie del vento del nord o altri incantesimi. Mancano solo poche ore, poi sara' solo questione di dare una ripulita...
questo è quanto ho sentito, prima di partire.
E con essi un giorno potranno ricostruire il regno degli Uomini e tenere testa alle armate di Angmar.
Non resterà alcuna traccia di tutto ciò.
Tutto verrà cancellato al più presto.
Parallelamente entro due o tre giorni il conte Milear scoprirà finalmente il covo segreto, o ciò che verrà ritenuto tale.., degli eretici che da anni devastano queste campagne, almeno secondo la versione uffciale. E verrà dunque represssa una tremenda eresia e sventata una minaccia per Arnor.
In pratica li potrete solo ringraziare per il servizio svolto, quando arriverete voi.
E le tracce delle arti magiche e di qualunque cosa di compromettente, sparse per vari lugohi segreti della contea, scompariranno insieme ai culti degli eretici.
Quindi, almeno nelle loro intenzioni non troverete nulla.
In pratica, sembra che la contessa abbia usato la faccenda degli eretici sia come copertura per le attività sospette dei suoi adepti, sia come... forza o risorsa, in certi casi, su chi non era d'accordo con il suo punto di vista, immagino.

E la nave, che ci scommetto è la chiave di tutto, a giochi fatti, ripartirà entro pochi giorni.
Sembra però che "catturarla" o quanto meno avvicinarsi sia quasi impossibile, sempre che non la si voglia abbattere a colpi di trabucco.
C'è qualcosa nel golfo incaricata di proteggere la nave, qualcosa che mette piu´paura di un drago nero di palude e che voi credo abbiate già incontrato, visto ha provocato il vostro sbarco anticipato.
Probabilmente l'hanno "chiamata" quelli della nave stessa, che brulica, comunque, di marinai ed uomini in arme e, con ogni probabilità, anche maghi del sud, appunto.

Ciò detto, abbiamo comunque un accordo col sacerdote del tempio di Ulmo.
Una piccola nave se vogliamo, dovrebbe essere pronta a salpare da Lond Arador, a nostra disposizione per una sortita.

Ora, prima di continuare e spiegarvi anche cosa abbiamo visto nei dettagli al castello, e di cui sicuramente non sarà rimasta alcuna traccia quando arriveremo, e di un paio di passaggi segreti che potrebbero tornare utili, gradirei che anche voi ci metteste a parte di ciò che sapete sulla Setta della Lunga Notte e su ciò a cui hanno condotto le vostre indagini in passato.
Sono certo che mettendo insieme ciò che sappiamo ci vedremo tutti molto più chiaramente.

Ossian77
00lunedì 26 ottobre 2009 22:23
Master
Quando Ronan aveva iniziato a parlare, gli elfi e Menelruth si erano scambaiti un occhiata silenziosa, che stava tra il sorpreso da una parte ed un "cosa vi avevo detto?" dall´altra.

Quando Ronan ebbe finito, fu Celenandor a prendere la parola.

"Mi sembra giusto" disse "Ebbene, siamo stati invitati, in veritá implorati, settimane fa, di recarci con urgenza a Lond Arador da una lettera, scrittaci da qualcuno che, mi sembra ovvio, conoscete tutti bene. Lord Arhiael, che deve essere il padre, suppongo, della fanciulla che si é battuta con tanto coraggio contro lo stregone. É un vecchio amico, che conosco da quando era un ragazzo e stava imparandoil mestiere da suo padre. Al tempo, ero qua per controllare delle strane voci sui Monti Azzurri. Avere a che fare coi nani non é mai facile, specie per uno come me, cosí feci la mia base delle operazioni a casa di Arh..."

"Gli aneddoti a un altra volta, Celenandor. Noi non siamo ancora immortali, ed il tempo corre" lo interruppe Menelruth.

"Hmmm...suppongo di no. Va bene, in breve, conoscevo Arhiael, e la sua lettera di qualche settimana fa destó subito l´allarme in me. Avevamo sentore di strani eventi sulla costa, oltre Lindon, ma questo é un feudo lontano, a malapena sotto la giurisdizione del Re. Una gentile concessione che Cirdan ha fatto e continua a fare a Fornost, giacché la Contea si troverebbe sul suo territorio. Bene, come dicevo, non appena ricevuta la lettera ci mettemmo in cammino. Eravamo stati anni fa a Lond Arador, per investigare sul misterioso fenomeno della pioggia, ma arrivammo troppo tardi per catturare la Nave Nera, un dromone, suppongo proveniente da ben oltre Umbar, carico di chissá quali nefandezze. Al tempo, nulla si poteva sospettare dei nobili di Lond Arador"
Tyrande
00lunedì 26 ottobre 2009 23:05
Arhiael
Le vie di Lond Aradon erano deserte, un vento freddo le spazzava,sollevando ululati tra i vicoli,come una belva che esulta sulla carcassa della sua preda.
Arhiael avanzava a fatica, i piedi sembravano incollarsi al suolo ad ogni passo, la luce della luna illuminava le strade ancora bagnate della città.
L'aria era satura di un odore nauseante, che aveva il retrogusto del ferro.

*Conosco questo odore....*

Il respiro le si spense in gola, quando si rese conto che era sangue quello che bagnava il selciato.

*Lo stregone aveva ragione, ho fallito, e le conseguenze del mio fallimento si sono riversate sulla città intera.*

"Non pensare alle sue parole Arhy, l'inganno è l'unico modo che hanno di agire."

"Padre!"

Lord Arhiael era apparso dal nulla, a pochi metri dalla figlia.

"Pensavo che sarei riuscita a riportare le cose come erano prima...ma ora mi rendo conto che questo è impossibile. Lond Aradon non sarà più la stessa, io non sarò più la stessa, non voglio continuare così padre, non voglio sopravvivere a questo cambiamento."

"Ma tu devi Arhy, tu devi distruggere tutto ciò che un tempo era, e devi ricostruirlo più bello e più sicuro di prima."

"E' inutile padre, loro torneranno prima o poi."


"Ed è per questo che tu devi rimanere."

Quella voce che proveniva dalle sue spalle si era quasi confusa col rumore del vento, ma questo non le impedì di riconoscerla.
Sapeva già chi era, ancora prima di girarsi, era sempre stato così, sapeva quando lui arrivava, lo sentiva nell'aria, lo sentiva sulla pelle.

"Proprio tu mi chiedi di restare?"

Il dunadan sorrise.

"Il bosco ha bisogno di un nuovo guardiano, un guardiano che sappia dove orientare il suo sguardo, che sappia cosa cercare. Sei la prima difesa Arhy, sei la sentinella che avverte gli altri del
pericolo.L'ombra dentro di te non si estinguerà mai del tutto, tu puoi sentire il loro odore nel vento, puoi scorgerli nel muto bisbigliare degli alberi, nella voce del temporale."


"Per questo dovrei rimanere? Non capisci che l'unica cosa che interessava me era dimenticare tutto? Io volevo solo tornare a vivere...al tuo fianco."


Lui si avvicinò, e passò lentamente la sua mano per tutta la lunghezza della guancia della cacciatrice, ma senza toccarla.

"Noi non eravamo nel piano degli Dei , mia signora."

"No!!! Io.."

"ARHY! Ho dato la mia vita senza nemmeno pensarci, e l'ho fatto perché tu DOVEVI sopravvivere!"

"MA NON ERI TU CHE DOVEVI MORIRE!"Urlò.

"Ero io quella che doveva morire, quella che doveva rimanere li sotto, io quella che voleva dare la vita per la tua salvezza."


"Non decidiamo noi certe cose lo sai. Ma ora te ne prego, torna li sotto, riprendi il mio corpo e seppelliscilo vicino al luogo in cui tu
dimorerai ed io vivrò per sempre."


Rimasero in silenzio per un lunghissimo istante.
Poi l'ululato del vento cessò di colpo, Arhiael vide raccapriccianti
figure prendere vita dalle ombre che la circondavano.
"Il nostro tempo è terminato cuore mio. Addio."

"NO! Dres, no aspetta ti prego."

Si girò verso lord Arhiael.

"Padre te ne prego ancora un istante."

"No Arhiael, loro stanno arrivando ed arrivano per te."

Udì distintamente il suono di un cavallo al galoppo.

"Griogaire...è già tornato.*

Dopo pochi istanti Dalkest in sella a Mandorallen si apriva la strada
tra le ombre verso di lei.
Il cavaliere le tese la mano, in un istante capì che era
quello il momento in cui doveva decidere il suo futuro.
Il destriero si avvicinava sempre più velocemente, gli attimi
fuggivano, le ombre si appropinquavano, Arhiael con un urlo straziante
tese la mano all'eothraim, salì in corsa su Mandorallen, mentre ancora
urlava tutto il suo dolore.

Si svegliò madida di sudore, accoccolata a Dalkest, nella piccola
spelonca, si alzò lentamente e si avvicinò all'apertura della grotta
per respirare l'aria fresca del mattino.
Dhargo riemerse dalle ombre con una strana sensazione di paura, si
ritrovò appoggiato con la fronte sulla spalla di Dalkest.
Si alzò quasi di scatto, Arhiael doveva essere li tra di loro, ed
invece non c'era, si guardò attorno con un senso crescente d'ansia,
ora ricordava cosa lo aveva spaventato. Aveva sognato la cacciatrice,
l'aveva vista parlare con due uomini, nella piazza di una Lond Aradon
deserta, aveva visto le ombre avanzare verso di lei, avrebbe voluto
aiutarla ma qualcosa lo tratteneva per le spalle, trasformandolo solo
un inutile spettatore.
Poi Dalkest arrivò al galoppo, aveva visto il cavaliere tendere la sua
mano verso la ragazza, ed aveva visto con terrore lei esitare.

"ARHYYYY!!!! Afferrala maledizione, afferra la sua mano!!!"

Aveva gridato.L'istante dopo era sveglio, con l'eco delle sue parole ancora nella testa.
Sentì l'eothraim agitarsi e scattare in piedi mentre
scrutava l'interno della spelonca.

"Dov'è?"

Chiese al cacciatore.

"Non lo so, doveva essere qui, ma non la vedo."

"DEVE ESSERE QUI!"

Disse il cavaliere.

"Sei riuscito ad afferrarla?"

Domandò Dhargo.

"SI!! Si l'ho afferrata ne sono sicuro."

Si fissarono un attimo in silenzio....avevano fatto entrambi lo stesso sogno.
Uscirono velocemente dalla piccola grotta.
Arhiael era li davanti, immobile, le gambe leggermente divaricate
piantate saldamente al suolo, le braccia incrociate sul petto, mentre
fissava il mare.
Era ancora pallida, evidentemente il soffio nero non aveva ancora
esaurito i suoi effetti, ma Dalkest pensò che erano giorni che il suo
portamento non emanava tanta forza.

“Raggiungiamo gli altri.”

Disse mentre si stringeva nel mantello.
Scesero rapidi e silenziosi per raggiungere i loro compagni.
Gli elfi furono i primi ad udire i loro passi, si voltarono quasi all’unisono, ancor prima che le tre sagome fossero visibili agli altri.
Arhiael avanzava a lunghe falcate verso Menelruth, seguita da Dalkest e Dhargo.
Si fermo a pochi passi dal sovrano e chinò leggermente il capo.

“Permettetemi di presentarmi, mio signore,.”

Fece una piccola pausa.

“Io sono Lady Arhiael di Arhiael, guardaboschi del Conte, per diritto di nascita.”

Era la prima volta in vita sua che usava il suo titolo, si sentì pervadere dalla forza che veniva da tutte le generazioni che l’avevano preceduta.
Ossian77
00martedì 27 ottobre 2009 09:44
Master - Il gruppo a consiglio
Furono tutti molto sorpresi, e preoccupati, di vedere Arhiael, Dhargo e Dalkest in piedi. Era davvero una strana assemblea, di guerrieri, cacciatori di mostri, principi elfi e guaritori quella che si era riunito dietro quella fredda lingua di roccia.

Un Gondoriano di antica stirpe, due cavalieri delle praterie dell' est, due cacciatori dei regni di Arnor e Gondor, un sapiente delle terre degli Umli, e tre elfi, uno per ogni stirpe.

Menelruth attese che Arhiael si presentasse, facendo un cenno con la mano ad Anarya prima che le dicesse di tornare a riposare.

"La figlia di Arhiael..." mormoro' Menelruth. "Conoscevo tuo padre. Una brava persona. Un uomo coraggioso. Non ne nascono piu' da queste parti...o quasi. Chi l' avrebbe detto, tutta quella forza, in fondo, non e' andata perduta. Sei in piedi a prestare giuramento dopo una notte a rotolarti nel fango con i fantasmi del Nord"

"Grazie, Signore"
disse con voce ferma, senza deferenza.

"Tuttavia..." mentre Arhiael alzava il capo dl breve inchino, Celenandor e Menenelruth si scambiarono un breve sguardo. Un cenno di assenso ad occhi chiusi

"Si Milord?" disse Arhiael perplessa. Menelruth era pericolosamente vicino. Non si fece intimidire, ma non era a suo agio

"Tuttavia, per quanto tu sia coraggiosa, e davvero onori l' educazione ricevuta da tuo padre, e per quanto ti sia battuta bene, cosa di cui ti rendiamo grazie, la battaglia di stanotte ti ha distrutto per sempre. Con il tuo corpo a pezzi e tutto quel dolore negli occhi, sei una bambola di stracci, per me, senza vera utilita' nelle battaglie a venire. Ti consiglio di tornare a letto. Non voglio averti sulla coscienza, ne al mio fianco se non sei in grado di batterti"
Ashtarazor
00martedì 27 ottobre 2009 13:25
Ronan
"Arhiael Arco Svelto!
Esclamò Ronan.
"Sono davvero felice che tu non sia più moribonda."

le disse sorridendo.

"Ma sei sicura di riuscire a reggerti in piedi?
I tuoi guaritori sono molto preoccupati per la tua salute.
Io stesso sto morendo dal sonno e dal freddo e vorrei starmene davanti al fuoco.. E tu invece arrivi qui fresca come una rosa.
Una rosa tremendamente bianca, però.
Sei pallida come un cencio, sai? Se non fosse mattina, direi di aver appena visto un fantasma.."
Tyrande
00martedì 27 ottobre 2009 13:37
Arhiael
Ronan aveva rischiato di farla scoppiare a ridere.

*Ti ammazzo dopo Ronny...*

Riuscì a riprendere la sua concentrazione...stette un attimo in silenzio, lo sguardo fisso in quello di Menelruth, poi le sue labbra si incresparono lievemente, un leggerissimo sorriso che durò meno di un batter d'ali.

"Fino a ieri avreste avuto ragione mio signore."

La sua voce risultava leggermente bassa ma estremamente chiara.

"Ma oggi io so qual'è il mio ruolo in questa vita."

Con un movimento rapidissimo aprì il mantello, estrasse la spada e la piantò con forza nel terreno.
Menelruth ebbe un leggero sussulto, come se fosse stato colto assolutamente di sorpresa dal gesto della cacciatrice.

"Questa è la mia terra, mio signore, ed io ne sono il guardiano."

Si inginocchiò lentamente tenedo le mani sull'elsa della spada e non staccando mai gli occhi da quelli del cavaliere.
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