Arhiael
Le vie di Lond Aradon erano deserte, un vento freddo le spazzava,sollevando ululati tra i vicoli,come una belva che esulta sulla carcassa della sua preda.
Arhiael avanzava a fatica, i piedi sembravano incollarsi al suolo ad ogni passo, la luce della luna illuminava le strade ancora bagnate della città.
L'aria era satura di un odore nauseante, che aveva il retrogusto del ferro.
*Conosco questo odore....*
Il respiro le si spense in gola, quando si rese conto che era sangue quello che bagnava il selciato.
*Lo stregone aveva ragione, ho fallito, e le conseguenze del mio fallimento si sono riversate sulla città intera.*
"Non pensare alle sue parole Arhy, l'inganno è l'unico modo che hanno di agire."
"Padre!"
Lord Arhiael era apparso dal nulla, a pochi metri dalla figlia.
"Pensavo che sarei riuscita a riportare le cose come erano prima...ma ora mi rendo conto che questo è impossibile. Lond Aradon non sarà più la stessa, io non sarò più la stessa, non voglio continuare così padre, non voglio sopravvivere a questo cambiamento."
"Ma tu devi Arhy, tu devi distruggere tutto ciò che un tempo era, e devi ricostruirlo più bello e più sicuro di prima."
"E' inutile padre, loro torneranno prima o poi."
"Ed è per questo che tu devi rimanere."
Quella voce che proveniva dalle sue spalle si era quasi confusa col rumore del vento, ma questo non le impedì di riconoscerla.
Sapeva già chi era, ancora prima di girarsi, era sempre stato così, sapeva quando lui arrivava, lo sentiva nell'aria, lo sentiva sulla pelle.
"Proprio tu mi chiedi di restare?"
Il dunadan sorrise.
"Il bosco ha bisogno di un nuovo guardiano, un guardiano che sappia dove orientare il suo sguardo, che sappia cosa cercare. Sei la prima difesa Arhy, sei la sentinella che avverte gli altri del
pericolo.L'ombra dentro di te non si estinguerà mai del tutto, tu puoi sentire il loro odore nel vento, puoi scorgerli nel muto bisbigliare degli alberi, nella voce del temporale."
"Per questo dovrei rimanere? Non capisci che l'unica cosa che interessava me era dimenticare tutto? Io volevo solo tornare a vivere...al tuo fianco."
Lui si avvicinò, e passò lentamente la sua mano per tutta la lunghezza della guancia della cacciatrice, ma senza toccarla.
"Noi non eravamo nel piano degli Dei , mia signora."
"No!!! Io.."
"ARHY! Ho dato la mia vita senza nemmeno pensarci, e l'ho fatto perché tu DOVEVI sopravvivere!"
"MA NON ERI TU CHE DOVEVI MORIRE!"Urlò.
"Ero io quella che doveva morire, quella che doveva rimanere li sotto, io quella che voleva dare la vita per la tua salvezza."
"Non decidiamo noi certe cose lo sai. Ma ora te ne prego, torna li sotto, riprendi il mio corpo e seppelliscilo vicino al luogo in cui tu
dimorerai ed io vivrò per sempre."
Rimasero in silenzio per un lunghissimo istante.
Poi l'ululato del vento cessò di colpo, Arhiael vide raccapriccianti
figure prendere vita dalle ombre che la circondavano.
"Il nostro tempo è terminato cuore mio. Addio."
"NO! Dres, no aspetta ti prego."
Si girò verso lord Arhiael.
"Padre te ne prego ancora un istante."
"No Arhiael, loro stanno arrivando ed arrivano per te."
Udì distintamente il suono di un cavallo al galoppo.
"Griogaire...è già tornato.*
Dopo pochi istanti Dalkest in sella a Mandorallen si apriva la strada
tra le ombre verso di lei.
Il cavaliere le tese la mano, in un istante capì che era
quello il momento in cui doveva decidere il suo futuro.
Il destriero si avvicinava sempre più velocemente, gli attimi
fuggivano, le ombre si appropinquavano, Arhiael con un urlo straziante
tese la mano all'eothraim, salì in corsa su Mandorallen, mentre ancora
urlava tutto il suo dolore.
Si svegliò madida di sudore, accoccolata a Dalkest, nella piccola
spelonca, si alzò lentamente e si avvicinò all'apertura della grotta
per respirare l'aria fresca del mattino.
Dhargo riemerse dalle ombre con una strana sensazione di paura, si
ritrovò appoggiato con la fronte sulla spalla di Dalkest.
Si alzò quasi di scatto, Arhiael doveva essere li tra di loro, ed
invece non c'era, si guardò attorno con un senso crescente d'ansia,
ora ricordava cosa lo aveva spaventato. Aveva sognato la cacciatrice,
l'aveva vista parlare con due uomini, nella piazza di una Lond Aradon
deserta, aveva visto le ombre avanzare verso di lei, avrebbe voluto
aiutarla ma qualcosa lo tratteneva per le spalle, trasformandolo solo
un inutile spettatore.
Poi Dalkest arrivò al galoppo, aveva visto il cavaliere tendere la sua
mano verso la ragazza, ed aveva visto con terrore lei esitare.
"ARHYYYY!!!! Afferrala maledizione, afferra la sua mano!!!"
Aveva gridato.L'istante dopo era sveglio, con l'eco delle sue parole ancora nella testa.
Sentì l'eothraim agitarsi e scattare in piedi mentre
scrutava l'interno della spelonca.
"Dov'è?"
Chiese al cacciatore.
"Non lo so, doveva essere qui, ma non la vedo."
"DEVE ESSERE QUI!"
Disse il cavaliere.
"Sei riuscito ad afferrarla?"
Domandò Dhargo.
"SI!! Si l'ho afferrata ne sono sicuro."
Si fissarono un attimo in silenzio....avevano fatto entrambi lo stesso sogno.
Uscirono velocemente dalla piccola grotta.
Arhiael era li davanti, immobile, le gambe leggermente divaricate
piantate saldamente al suolo, le braccia incrociate sul petto, mentre
fissava il mare.
Era ancora pallida, evidentemente il soffio nero non aveva ancora
esaurito i suoi effetti, ma Dalkest pensò che erano giorni che il suo
portamento non emanava tanta forza.
“Raggiungiamo gli altri.”
Disse mentre si stringeva nel mantello.
Scesero rapidi e silenziosi per raggiungere i loro compagni.
Gli elfi furono i primi ad udire i loro passi, si voltarono quasi all’unisono, ancor prima che le tre sagome fossero visibili agli altri.
Arhiael avanzava a lunghe falcate verso Menelruth, seguita da Dalkest e Dhargo.
Si fermo a pochi passi dal sovrano e chinò leggermente il capo.
“Permettetemi di presentarmi, mio signore,.”
Fece una piccola pausa.
“Io sono Lady Arhiael di Arhiael, guardaboschi del Conte, per diritto di nascita.”
Era la prima volta in vita sua che usava il suo titolo, si sentì pervadere dalla forza che veniva da tutte le generazioni che l’avevano preceduta.