Martin Mystére Speciale 36: L'uomo dal rinascimento
Storia ambientata nell’universo alternativo verniano di Martin Mystére, che io non conosco. Mah. Lo snodo finale è anche simpatico e abbastanza originale, per quanto prevedibile, ma che fatica arrivarci… sembra che Recagno fosse il primo a non credere alla storia e si perde in battutine metanarrative in cui si sputtana da solo (con una comparsata dal nulla in cui si autoaccusa di utilizzare soluzioni narrative banali) e un umorismo da spettacolo di rivista, che qui non funzione bene.
I disegni di Santoro e Romanini sono schizofrenici. Si parte con uno stile denso e morbido, immagino dovuto a Santoro, ma poi il tratto si fa meno deciso (e per me va bene, perché i disegni iniziali mi sembravano più adatti per Jonathan Steele) e affiorano spesso “prestiti” da Alessandrini, in particolare i volti di Angie e di Tower. Ma poi queste tracce non vengono più seguite col risultato che alcuni personaggi sembrano cambiare volto di vignetta in vignetta. Il risultato finale non è affatto da buttare, però è un po’ spiazzante. Meglio l’altra faccia del volumetto.
Castelli scrive una simpatica storiella a incorniciare gli episodi fuori serie, riprendendo la diatriba tra marziani e seleniti accennata nei redazioni del volume Mondadori che raccoglieva i tre episodi di Docteur Mystére. Niente di eccezionale, ma piacevole. Gli episodi fuori serie di questo numero sono un breve racconto in prosa di Castelli (simpatico, anche se forse messo lì tanto per fare numero e giustificare certi passaggi del resto), una storia breve pubblicata solo sull’edizione romana di un giornale (purtroppo l’argomento che dovrebbe trattare viene appena sfiorato e mettendoci dentro un po’ di tutti Castelli lo ha reso un po’ confuso, Torti scazzatissimo ai pennelli) e la storia breve di Palumbo pubblicata 25 anni fa su Comic Art, terribilmente penalizzata dalla riduzione di formato e dal bianco e nero.
Per me si tratta di uno degli Speciali meno soddisfacenti, a cui va aggiunta un’altra considerazione: il prezzo è aumentato e la pagine sono diminuite ancora rispetto all’anno scorso. Io non sono uno di quei fenomeni di internet che piagnucolano perché la Bonelli aumenta di
30 centesimi le sue testate (
“eh, ma io compro più testate, in un mese così mi vanno via 1,50 € in più, se non 3! Roba da fare un mutuo per i fumetti!”
) però mi rattrista cogliere questo segno di salute evidentemente non buona di MM. E poi in effetti se quei 7,50 euro non li avessi spesi per lo Specile con soli 50 centesimi in più mi ci pagavo i pedali nuovi della bici…