Che Depp meriti il riconoscimento più prestigioso alla sua indiscutibile bravura è fuori da ogni dubbio. Come anche che Daniel Day Lewis, a prescindere dal suo caratteraccio vero o presunto sia un fior di professionista. Il fatto è che le scelte dell'Academy non sempre sono ponderate e troppe volte sono state influenzate da fattori che col talento di attori e registi c'entravano il classico fico secco. Esempi se ne possono fare a bizzeffe: da Paul Newman, "colpevole" d'avere idee politiche di sinistra, allo straordinario Russell Crowe di "A beautiful mind", giubilato per alcune sue intemperanze (neanche l'Academy fosse diventata il tribunale per le Cause dei Santi!)e soprattutto perchè, in nome del "volemose bene" quell'anno si era deciso di premiare gli attori neri. Vogliamo dimenticare la scipita prestazione della Paltrow in "Shakesperare in love", premiata solo grazie ai buoni uffici del papà produttore? Ma del resto, si sa, questo è l'imponderabile fattore che finisce con il condizionare qualsiasi gara o concorso.
Comunque quest'anno l'Academy non ha fatto grosse stupidaggini: la Cotillard nel ruolo di Edith Piaf è stata straordinaria, Day Lewis sappiamo tutti quanto vale, Tilda Swinton è un'ottima professionista (anche se io le avrei preferito la Blanchett)e Javier Bardem il miglior attore europeo della sua generazione.
Forse Johnny Depp paga per il suo passato turbolento e per l'essersi trasferito in Francia. Gli americani, in questo, sono molto conformisti. Infatti mi sembra molto strano che abbiano premiato una francese, un irlandese, un'inglese e uno spagnolo...
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