È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

I collaboratori di Papa Benedetto

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2011 01:04
13/10/2006 22:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Re: grazie emma

Scritto da: ratzi.lella 13/10/2006 9.59
antonio socci ha fatto un'ottima analisi della crisi postconciliare.
socci pero' dovrebbe fare un passo avanti e non prendersela unicamente con giovanni xxiii.
ci sono stati altri silenzi sia sul comunismo che sull'islam, in nome di un fantomatico dialogo, eppure nessuno ne parla.
per quanto riguarda l'islam, stiamo vedendo in queste settimane gli effetti di questi silenzi, mentre, per quanto riguarda il comunismo, mi permetto di segnalare un articolo de "il corriere" sul profilo dell'allora cardinale ratzinger che di peli sulla lingua non ne ha mai avuti:


«La bontà implica anche la capacità di dire no».

Non avesse già un suo motto sotto lo stemma cardinalizio («cooperatores veritatis») vita, opere e carattere di Joseph Ratzinger potrebbero sintetizzarsi così. Spiega il cardinale: «Una bontà che lascia correre in tutto non fa bene all' altro». L' uomo non ha mai «lasciato correre». Le sue posizioni sono sempre nette come lo sguardo azzurro e il taglio dei capelli candidi. Forse perché il Prefetto per la Congregazione per la dottrina della fede non ha avuto inizi facili e ha preteso molto da se stesso.

Nasce il 16 aprile 1927 in una famiglia di agricoltori della Bassa Baviera, certo non ricchi. Suo padre è commissario di gendarmeria e per un breve periodo le difficoltà economiche fanno del genitore il suo insegnante. Un rapporto padre-figlio che segna un' esistenza: la chiave dei «no» magari è lì. Joseph diventa sacerdote nel 1951, si laurea in teologia a Frisinga, poi insegna a Bonn, quindi a Münster e a Tubinga, negli anni bollenti intorno al ' 68. Uno dei suoi colleghi professori si chiama Hans Küng, che nel 1979 verrà privato del diritto di insegnare «per conto della Chiesa». Tra i due i rapporti sono buoni. Poi precipitano. Nel 2000, quando il cardinale firmerà il documento «Dominus Jesus» in cui sosterrà che «solo nella Chiesa cattolica c' è la salvezza eterna» suscitando l' ira degli evangelici, Küng dirà: «La dichiarazione dell' ex Sant' Uffizio è un miscuglio di arretratezza medievale e mania di grandezza».

Tra gli allievi di Ratzinger a Tubinga c' è invece il brasiliano Leonardo Boff: anni dopo l' insegnante romperà clamorosamente con l' allievo, diventato capofila di una teologia della liberazione che il Prefetto intende stroncare. Nel 1962 approda a Roma come consulente teologico del cardinal Frings al Concilio Vaticano II e diventa, a 35 anni, quasi una star del settore. Nel 1969 è ordinario di Dogmatica a Ratisbona, nel 1977 arrivano da Paolo VI il cardinalato e la guida della diocesi di Monaco. Ma è Giovanni Paolo II a trasformarlo, nel 1981, nell' uomo-chiave dell' ortodossia e della teologia. A fare di lui il «cardinal no» dell' immaginario collettivo. I no sono innumerevoli, dal 1981 a oggi. No al sacerdozio delle donne. No al matrimonio dei preti. No all' omosessualità. Dice: «Io non sono il Grande Inquisitore né mi sento una Cassandra». Infatti ama argomentare e difendere i suoi no sempre nel nome di quella che per lui è la verità citata nel motto cardinalizio. Prendiamo quel no al comunismo, pronunciato nel 1984, quando la caduta del muro di Berlino è ancora lontanissima: «Una vergogna del nostro tempo, i regimi comunisti arrivati al potere in nome della liberazione dell' uomo».

Mezzo Est minaccia di rompere i rapporti diplomatici con la Santa Sede, il Segretario di Stato Agostino Casaroli quasi si dimette. Poi tutto rientra, Ratzinger si assume in toto la paternità delle sue affermazioni.


Anni dopo arriverà un no anche al capitalismo selvaggio del dopo-comunismo, in perfetta linea con Giovanni Paolo II: «Il crollo del comunismo non certifica automaticamente la bontà del capitalismo. Occorre combinare la libertà del mercato col senso di responsabilità dell' uno verso l' altro». Tesi ripetuta, a scanso di equivoci, in più di un' occasione pubblica. Sul no al sacerdozio femminile ecco un passo del documento firmato nel luglio 2002, quando un vescovo scismatico ordina sette «sacerdotesse» su una motonave sul Danubio: «Simulazione di un sacramento, invalida e nulla, costituisce un grave delitto contro la divina costituzione della Chiesa». L' omosessualità è «disordine oggettivo»: la Chiesa deve «accogliere con rispetto, compassione e delicatezza» le persone omosessuali ma - attenzione! - «richiamandole a vivere in castità».

Per questo nel 2003 il cardinale chiede a tutti i parlamentari cattolici del mondo di non votare leggi favorevoli alle nozze di coppie gay: «Concedere il suffragio del proprio voto a un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale». Al cardinale non piace molto nemmeno il rock. Così spiega in un suo saggio nel febbraio 2001: «È espressione di passioni elementari, che nei grandi raduni di musica hanno assunto caratteri culturali, cioè di controculto, che si oppone al culto cristiano». Ratzinger si preoccupa immensamente, soprattutto negli ultimi anni, della Chiesa («una barca che fa acqua»). Ecco il drammatico passaggio del commento all' ultima Via Crucis del Venerdì Santo che un Wojtyla ormai morente gli affida: «Quanta sporcizia c' è nella Chiesa e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui. Quanta superbia, quanta autosufficienza». Lo ripete nella veglia pasquale: «Svegliamoci dal nostro cristianesimo stanco, privo di slancio». Parte della crisi, per Ratzinger, si deve all' eccesso di «creatività» di alcuni sacerdoti che trasformano le messe in show.

Il suo disamore per la riforma liturgica di Paolo VI è noto: «Si fece a pezzi l' edificio antico e se ne costruì un altro, sia pure con materiale dell' antico... Riforma intrapresa troppo frettolosamente e spesso limitata all' esteriorità». Anche qui c' è una ragione ben precisa: il sacerdote, nel nuovo rito, guarda i fedeli. In questo modo «la comunità non è più rivolta verso il sole che sorge, cioè verso Cristo, ma si chiude in se stessa». E anche la croce, ora posta di solito su un lato, dovrebbe «trovarsi al centro dell' altare ed essere il punto cui si rivolgono lo sguardo tanto del sacerdote che della comunità orante». La forma è sostanza, insomma, per Ratzinger. Soprattutto quando c' è di mezzo una Chiesa che «fa acqua».

C'è poi il Ratzinger dialogante, per esempio col mondo laico. Risale all' ottobre scorso un suo confronto pubblico con Ernesto Galli Della Loggia: il cardinale ascolta con attenzione il professore. Ma resta della sua granitica opinione: «Il laicismo non può essere una religione universale, è parziale, non risponde alle domande dell' uomo». Ugualmente c' è il Prefetto pronto ad ammettere gli errori storici: «I roghi degli eretici sono una colpa che ci fa pensare e deve guidarci al pentimento», l' Olocausto ebbe «una certa insufficiente resistenza da parte di cristiani per colpa dell' eredità antigiudaica presente nell' anima di non pochi». Negli ultimi tempi il cardinale mette in discussione anche l' eccessivo verticismo dell' organizzazione del papato: «Si può pensare a forum sovraregionali, a livello continentale, che si facciano carico di funzioni svolte da Roma».

La personalità ratzingeriana è dunque fortissima. E la gente avverte istintivamente il suo carisma. Ecco la scena vista ieri mattina verso le 13. Ratzinger raggiunge il suo appartamento a piedi dal Vaticano dopo l' omaggio alla salma del Pontefice. La folla lo riconosce. A Porta Angelica si fa silenzio assoluto. Il cardinale comincia a benedire, fedele per fedele, avvicinando le sue mani alle teste. Un paio di donne hanno le lacrime agli occhi.

Paolo Conti


(da "il corriere" del 20 aprile 2005)


a parte alcune frasi fatte, vorrei evidenziare il passaggio sul comunismo con un ratzinger che si assume in pieno le proprie responsabilita' e rivendica la bonta' del suo pensiero.
questo e' parlare chiaro...cio' che piu' mi fa piacere e' che, da papa, ratzi non ha mai abdicato al suo coraggio di dire sempre e comunque la verita'.
ogni papa dovrebbe poter rivendicare questa forza [SM=g27811]




GRAZIE PER QUESTO ARTICOLO........ GIA' QUESTA E' LA COSA CHE MI PICE DI PIU' FRA LE ALTRE DI RATZI NON TIRARSI MAI INDIETRO PARLARE DIRETTAMENTE ANCHE A COSTO DI PROVOCARE UN TERREMOTO OVVIAMENTE A FIN DI BENE!!!!!!!! ECCO PERCHE' E'MSCOMODO ED ANTIPATICO CHIUNQUE VA AL SODO DI UNA QUALSIASI QUESTIONE IN MODO DIRETTO, SCHIETTO E SINCERO E' SCOMODO ED ANTIPATICO!!!!!!!! INVECE..................
IO TI VOGLIO BENE COSI' CARO BENEDETTO!!!!!!!!!!!!!!
SEI GRANDE [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag cloud   [vedi tutti]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:50. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com