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Governicchio vergognoso, Prodi PRESIDENTE!!

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2013 23:23
11/05/2005 15:41
 
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Batosta
Il centrodestra allo sfascio, l'Unione al lavoro

Un’altra clamorosa sconfitta contribuisce ad aggravare la crisi che infesta la Casa delle Libertà: neanche il Berlusconi bis è servito a salvare il centrodestra, anzi, se possibile ha peggiorato le cose. Le richieste degli italiani, infatti, continuano ad essere eluse con sterili e insulse discussioni su chi sarà il prossimo presidente della Repubblica e col solito ritornello non ancora passato di moda di questo fantomatico partito unico in cui ormai sembra che ben pochi abbiano l’intenzione di entrarvi: dopo il rifiuto della Lega ecco aggiungersi la brusca frenata da parte del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il quale è tornato a parlare di federazione piuttosto che di partito unico. Si sa che Berlusconi aveva decisamente rifiutato l’ipotesi di una federazione, ma d’altra parte aveva anche affermato: "O si entra nel partito unico o si sta fuori", rimangiandosi poi allegramente quest’affermazione a proposito della Lega.
In mezzo a queste e numerose altre contraddizioni risulta quindi davvero difficile farsi un’idea precisa delle intenzioni della maggioranza. Piero Fassino qualche giorno fa ha ribadito il fatto che "Berlusconi e la maggioranza continuano a non fare i conti con la sconfitta elettorale. Parlano di cambiamento e di partito unico, tutte cose che non interessano al Paese". A ben vedere non ha tutti i torti. I risultati finali del voto di domenica e lunedì ne sono la conferma ineludibile e non prenderne atto (o "non volerne prendere atto") sarebbe ormai una mossa tanto inutile quanto controproducente.

Ma anche dare le cose per scontate è pericoloso, così com’è pericoloso adagiarsi sugli allori e aspettare nell’immobilità. E infatti anche l’Unione ha finalmente iniziato a muoversi per mettere a punto il proprio programma e la propria strategia. Saranno tutte queste vittorie, sarà il comportamento energico e insieme conciliante del leader Romano Prodi il quale ormai ha poco a che fare con la vecchia immagine di professore in pantofole che gli si attribuiva in precedenza, ad ogni modo pare che nel centrosinistra ci siano tutte le buone premesse per arrivare pronti e compatti (nel limite del possibile) alle elezioni politiche del 2006.
Col coinvolgimento dei movimenti, definiti "un riferimento prezioso per il futuro", Prodi è riuscito ad ottenere l’approvazione del leader del Prc (e si sa bene quanto sia difficile mettere Bertinotti d’accordo con chicchessia) il quale poco tempo fa aveva accusato la Fabbrica del centrosinistra di "mancanza di democrazia". Ma alla fine pare che la dimostrazione che il programma dell’Unione non sia affatto un pacchetto già pronto da prendere o lasciare ma che si debba costruire insieme e per gradi, l'abbia per fortuna tranquillizzato.

Anche il vertice svoltosi ieri a Roma, nel quartier generale di Prodi in p.zza Santi Apostoli per coordinare la cosiddetta "cabina di regia" dell’Unione istituita per discutere sempre sul programma, ha dato buoni risultati lasciando tutti abbastanza soddisfatti e fiduciosi.
"E' stato un incontro molto positivo. Abbiamo costituto due gruppi di lavoro molto importanti, uno per il programma, l’altro per le regole", ha subito dichiarato il presidente dell’Italia dei Valori Antonio di Pietro. Il leader dello Sdi Boselli aggiunge: "Nasce una cabina di regia del programma che presenteremo agli italiani in modo chiaro, limpido, senza miracoli attorno ad un’analisi seria e proposte concrete".
Soddisfatte dell’incontro anche Prc e Pdci e naturalmente lo stesso Prodi, che non ha nascosto il proprio entusiasmo: "L'Unione è unita e vince. Abbiamo già cominciato a lavorare sul programma. Quello finale sarà presentato all'inizio del nuovo anno, ma alcuni punti fermi verranno resi noti anche prima", è stato infatti il suo commento all’uscita dalla riunione.
E ha aggiunto che ciò che verrà fuori sia dalla cabina di regia che dalla Fabbrica verrà poi affrontato in una grande assemblea programmatica proposta per l’inizio del 2006, dove, alla luce delle discussioni e delle proposte, si stilerà il programma vero e proprio.

Quello dell’Unione è un progetto ambizioso quanto stimolante. Alla fine, chissà se Prodi riuscirà a smentire la comune teoria del centrodestra secondo la quale l’unità dell’Unione esiste solo nell’antiberlusconismo. L’identità di ogni partito della coalizione del centrosinistra è forte e ha le proprie peculiarità che la Fabbrica si è impegnata a promuovere e ascoltare in vista di una sintesi con gli impegni di un programma comune: si profila quindi per Prodi un lavoro estremamente delicato e difficile in cui polso e mediazione dovranno essere usati insieme con discernimento e accortezza affinché le vittorie e le fatiche di quest’ultimo periodo non svaniscano in una bolla di sapone a causa di malumori interni.
E allora sì che il centrodestra potrebbe rialzare la testa e sperare nel miracolo.


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12/05/2005 19:36
 
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Nano a casa!!!!!!!!!!!!!!!
Il segretario dei Ds Piero Fassino si scaglia contro l'Esecutivo di Silvio Berlusconi, responsabile del disastro economico "certificato" oggi dall'Istat.
L'Istituto di statistica ha infatti reso noto che il prodotto interno lordo del nostro Paese ha segnato un brusco calo per il secondo trimestre consecutivo.
"Questo è il risultato di quattro anni di politica economica di Giulio Tremonti prima e di Siniscalco poi, che ha gelato l'economia del Paese e impedito all'Italia di crescere - ha tuonato il leader della Quercia - i dati di oggi dell'Istat confermano l'assoluta gravità della nostra situazione economica. Credo che con questi dati si possa dire, con grande chiarezza, che l'Italia è in una fase di recessione economica: non soltanto cresce poco, non cresce più".

Fassino ha quindi giudicato logico il fatto "che qualche settimana fa, milioni di italiani sono andati alle urne e non hanno più votato per il centrodestra".
"La politica che il centrodestra ha fatto ha deluso tutte le aspettative - ha aggiunto - ha bloccato ogni possibilità di crescita e fa rischiare le famiglie e le imprese".
Il numero uno dei Democratici di Sinistra ha poi voluto commentare le incredibili dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo il quale questa situazione è stata determinata dalle vacanze pasquali.
"Ci sono state le vacanze di Pasqua - aveva esternato il Cavaliere - non si può andare al mare e pretendere poi che il Pil cresca".
Ma per Fassino quelle del premier "sono scuse risibili": "Più fa così - ha concluso - più dimostra la distanza che c'è fra il vero sentimento del Paese e la capacità che ha Berlusconi di capire quale sia lo stato d'animo degli italiani".

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13/05/2005 16:33
 
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A calci!!!!!!!!!!!!
Dopo l'ennesima sconfitta,che subiranno a Catania, il nano e la sua banda SPARIRA' dalla circolazione!!!

Verità
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14/05/2005 19:59
 
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Moratti vattene!!!!!!!!!!
Sindacati, associazioni della società civile e partiti politici del centrosinistra sono oggi scesi in piazza a Roma al fianco degli studenti che hanno protestato contro la Riforma dell'Istruzione del ministro Letizia Moratti.
Un corteo, quello che si è snodato per le strade della Capitale, al quale hanno partecipato oltre cinquantamila persone (ventimila secondo gli agenti della municipale).
"Tutto il mondo della scuola - ha scritto in una nota l'Unione degli studenti - manifesta per ribadire fermamente il proprio no ad una riforma antistorica, selettiva e classista".
Presente alla manifestazione anche il numero uno di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, il quale ha ribadito che quella del Governo "è una manovra che fa tornare indietro l'Italia dal tentativo di costruire una scuola di massa e di qualità".
"La manifestazione di oggi - gli ha fatto eco il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - ribadisce la denuncia dell'inaccettabilità delle politiche scolastiche del Governo: meno risorse, meno scuola, meno qualità sono scelte di fondo che noi respingiamo. La legge Moratti deve essere cancellata. Il Ministro si metta l'animo in pace: un disegno di questa natura è sbagliato e non può passare".










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14/05/2005 20:08
 
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Scuola
SCUOLA / EPIFANI: LA RIFORMA MORATTI VA CANCELLATA
14/05/2005 - 13:40
La Cgil aderisce al corteo di Roma sulla scuola

Roma, 14 mag. (Apcom) - "L'attenzione alla scuola pubblica e' la misura della cura che un governo mette per quanto riguarda il futuro dei giovani, lo sviluppo, la qualita' della democrazia". Lo afferma il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, in un messaggio agli organizzatori della manifestazione di Roma. Una protesta che, a suo giudizio, "ribadisce la denuncia dell'inacccettabilita' delle politiche scolastiche del governo: meno risorse, meno scuola, meno qualita' sono scelte di fondo che noi respingiamo".

"La legge Moratti - sottolinea ancora una volta il leader della Cgil- deve essere cancellata ed altre sono le priorita' da mettere in campo a partire dalla valorizzazione dell'istruzione per l'intero arco della vita, dell'obbligo scolastico a 18 anni, dal consolidamento del tempo pieno ad un piano di risorse a sostegno della scuola pubblica, alla valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici".

La Cgil, "in questa direzione ha messo in campo un importante sforzo di proposta programmatica che accompagna strettamente il nostro impegno contro i provvedimenti assunti dal governo sulla scuola e la formazione". E "per quanto riguarda la scuola superiore, continuo a trovare inaccettabile la riduzione dell'obbligo scolastico e che si preveda la separazione dei ragazzi in due distinti canali dei quali uno solo (i licei) e' quello che conta". Insomma, "il ministro Moratti si metta l'animo in pace: un disegno di questa natura - afferma Epifani - e' sbagliato e non puo' passare".

"La manifestazione di oggi, rappresenta per la Cgil - conclude - il proseguio di un impegno che in questi anni, insieme a tante associazioni e movimenti, abbiamo costruito e fatto crescere perche' un'altra idea di scuola pubblica e' possibile".


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16/05/2005 15:21
 
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WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 16 MAGGIO 2005
Disastro economico: tutti contro Berlusconi

Silvio Berlusconi ha finalmente preso atto della crisi economica che attanaglia l'Italia da lui governata. Il nostro presidente del Consiglio, dopo aver bacchettato per settimane la sinistra, i sindacati e gli industriali per la loro mancanza di ottimismo (secondo lui deleteria per il Paese), ha lanciato un accorato appello diretto proprio all'opposizione ai Sindacati e a Confindustria affinché si agisca insieme e ci si aiuti a vicenda per uscire il più in fretta possibile da questa gravissima fase di stagnazione.

La replica dei diretti interessati non si è fatta attendere. Dure critiche sono arrivate da parte del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: "Adesso il premier ci viene a parlare di dati preoccupanti?" ha detto in un'intervista a La Repubblica. "Adesso ci viene a chiedere un aiuto? Sono mesi che gli spieghiamo che la situazione è drammatica. Ma non ci ha voluto ascoltare". Secondo Montezemolo sarebbe stato senz’altro meglio andare subito alle elezioni, visto che la situazione dell’Italia sta diventando con l’andar del tempo sempre più drammatica. "Siamo un caso unico in Europa. Ed è inutile che si ripetano le solite grida d'allarme sulla minaccia cinese o su quella indiana", ha infatti affermato. "Guardiamo alla Francia e alla Germania […] Mentre la nostra produttività è ulteriormente calata, la loro è rimasta stabile o è cresciuta, grazie al mantenimento delle quote di esportazione e alla presenza della grande industria".
Quanto al taglio dell'Irap, per Montezemolo sarebbe un provvedimento importante anche solo a livello psicologico, ma "qualunque iniziativa sul versante fiscale deve essere compatibile con l'equilibrio della finanza pubblica e con i vincoli europei".

E nessuna buona nuova arriva per il premier neanche dal versante dei sindacati. Il leader della Cisl Silvano Pezzotta, infatti, afferma di non avere più l'intenzione di scendere a patti con Berlusconi. "Dopo le esperienze che abbiamo fatto non ci si può più fidare", ha detto. A fargli perdere la pazienza è stato il fatto di esser riuscito a siglare un'intesa, per quanto riguarda il pubblico impiego, con ben quattro ministri (Siniscalco, Gianni Letta, Baccini e Alemanno), intesa che però in sole 24 ore è improvvisamente saltata. Si lamenta delle numerose promesse non mantenute e, per quanto riguarda la richiesta di aiuto del premier, queste sono state le sue parole: "Non si mescolano i contratti pubblici con l'emergenza economica. Non vado a palazzo Chigi per discutere del pubblico impiego con Confindustria, che non c'entra nulla".

Critica anche l'opposizione, nonostante alcuni segnali di apertura da parte della Margherita e dei Ds, a patto però che si vada alle elezioni in autunno (cosa alquanto improbabile). Nessuna apertura invece da parte di Rifondazione Comunista:
"Rispondere all'appello di Berlusconi sarebbe da stolti", ha affermato infatti Fausto Bertinotti, il quale ribadisce la necessità che l'esecutivo si dimetta immediatamente in modo da "dare al Paese un Governo capace di proporre una politica alternativa a quella di Berlusconi e far uscire l'Italia dalla crisi".
Della stessa opinione è il presidente della Delegazione dei Comunisti italiani al Parlamento Europeo Marco Rizzo: "Non passa giorno senza che vi siano dichiarazioni del Commissario Almnunia che si dice preoccupato per i nostri conti che non tornano". E ha aggiunto: "Di fronte ai rilievi della Ue, il Governo è un insieme di note stonate: mai una volta si trova l'unisono e all’orizzonte non si vede nemmeno l’ombra di proposte convincenti e credibili per uscire dalla stagnazione. La verità è che rischiamo di non uscirne più e il clima avvelenato di una campagna elettorale ad oltranza rischierebbe certamente di peggiorare le cose". Insomma, anche lui è convinto che sia necessario andare al voto il prima possibile.

In ogni caso vien difficile credere che Berlusconi sia davvero disposto a una sorta di concertazione con la coalizione del centrosinistra, anche in una situazione disperata come questa. E’ più possibile che da parte della Casa delle Libertà ci si adoperi per un dialogo con le parti sociali le quali però, come abbiamo visto, non sono certo nella migliore disposizione d'animo per collaborare col Governo


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19/05/2005 17:27
 
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Colpo di mano del nano!
La Casa delle Libertà - prima con il ministro degli Interni Giuseppe Pisanu e poi con il premier Silvio Berlusconi - è ieri tornata ad ipotizzare una modifica della legge elettorale. Un proposito che ha messo in allarme le opposizioni, preoccupate per un possibile colpo di mano del centrodestra alla vigilia delle elezioni Politiche del 2006.
"Il Governo e la Maggioranza si tolgano dalla testa di poter fare delle forzature unilaterali su di una materia tanto delicata da poter compromettere la libera espressione della volontà popolare - ha tuonato il diessino Carlo Leoni - l'opposizione non consentirà alcuna manipolazione".

Molto duro anche il numero uno dell'Udeur Clemente Mastella, secondo il quale "in democrazia, soprattutto a meno di un anno dal voto, le regole di una competizione elettorale, che quindi riguardano tutti, si possono modificare solo con il più vasto consenso".
"Altrimenti si cade in situazioni che per amor di patria evitiamo di aggettivare - ha aggiunto - se una siffatta operazione dovesse andare in porto, ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio blitz di una maggioranza parlamentare che, sconfitta nel Paese, sta cercando ora di truccare le carte per tornare a vincere ad ogni costo".

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20/05/2005 15:34
 
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Sciopero generale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Anche l'ultimo tentativo di raggiungere un'intesa è miseramente fallito: il confronto di Palazzo Chigi tenutosi ieri tra i rappresentati dei lavoratori ed il Governo si è concluso con un nulla di fatto.
L'Esecutivo si è definitivamente rimangiato l'offerta fatta alcuni giorni fa per il rinnovo del contratto dei lavoratori del pubblico impiego, un'offerta che aveva soddisfatto i sindacati.
"C'è stata una discussione molto pesante - ha rivelato il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani - il Governo non può fare come il gambero e tornare indietro sui suoi passi".
Nella tarda serata di ieri le segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil hanno diramato un comunicato unitario per annunciare la decisione di proclamare al più presto una "mobilitazione generale di tutti i lavoratori".
"E' stato un incontro insoddisfacente - ha poi commentato il segretario della Cisl Savino Pezzotta - il ministro dell'Economia giorni fa ci aveva fatto una proposta. Se non esiste più è un problema, perché per noi resta un punto invalicabile".
I sindacati decideranno data e modalità della nuova mobilitazione lunedì. L'ultimo sciopero degli Statali risale allo scorso 18 marzo, quando Cgil, Cisl e Uil (ma anche l'Ugl ed altre sigle sindacali) portarono in piazza a Roma oltre centomila persone

Verità
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21/05/2005 15:35
 
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Bravo Tabacci, schiena diritta contro il nano/mafioso/piduista
Il centrista Bruno Tabacci torna ad esprimere il proprio malcontento per l'operato del Governo ed in particolare per quello del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
"Quando Berlusconi, prima di Natale, ha tagliato lo 0,5% delle tasse chiamandola ripresa economica, ha illuso il Paese e se stesso - ha tuonato l'ex Dc - la conseguenza di quel provvedimento è che ora qualsiasi manovra economica sconta il fatto che non ci siano più risorse a cui attingere".
L'esponente Udc - sempre affrontando tematiche economiche - ha poi spiegato che "in Italia siamo passati dagli studi di settore di Visco ai condoni di Tremonti".
"C'è una la mancanza di liberalizzazione nei settori chiave - ha aggiunto - le aziende privatizzate si comportano come se avessero comprato un diritto al monopolio. Bisogna liberare, privatizzare, ridurre i costi che gravano su imprese e famiglie".
Non è la prima volta che Tabacci attacca così duramente gli alleati del centrodestra. I suoi moniti sono talmente frequenti che lo scorso 25 marzo il Cavaliere lo aveva definito "una spina nel fianco della Casa delle Libertà".

Illuminato
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23/05/2005 17:41
 
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Salviamo l'Italia
"Dobbiamo preparare una coalizione ed un Governo in grado di prendere le decisioni per salvare l'Italia". Lo ha ieri affermato il leader del centrosinistra Romano Prodi, che ha parlato da Mosca con un giornalista del Tg3. Secondo Prodi il prossimo Esecutivo, guidato dall'Unione, dovrà essere capace di dare una sterzata al Paese, e dovrà aiutarlo "a crescere e a cambiare rotta".
"Ho lavorato tanto per l'Ulivo, secondo me è quello lo strumento per fare avanzare l'Italia - ha aggiunto - l'Italia è ormai oggetto di intensa preoccupazione sotto molti aspetti, dalla capacità di tenuta del sistema produttivo alla tenuta dei conti pubblici. È una preoccupazione condivisa e molto profonda. Tutto ciò mi addolora fortemente, ma so che l'Italia ha tutte le energie per potersi riprendere. C'è tanta gente che ha voglia di fare un salto in avanti. Occorre però consapevolezza e coesione".

Ma, ovviamente, le parole dell'ex presidente della Commissione europea sono state subito criticate dagli esponenti della Casa delle Libertà. Il primo a parlare è stato l'azzurro Fabrizio Cicchitto, che ha invitato Prodi a non "cadere nel ridicolo".
"Oggi più che a salvare l'Italia, che non ha affatto bisogno del suo soccorso, deve pensare a salvare l'unità della sinistra, che sta andando in pezzi per dichiarazione dei suoi stessi dirigenti - ha affermato il forzista - del resto che il centrosinistra abbia bisogno di una ciambella di salvataggio è testimoniato dallo stesso Prodi, che ha evocato il rischio di un suicidio".

E X A.N.
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