VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
È nostra salda opinione che l’incrocio con gli Africani sia un attentato contro la civiltà europea perché la espone a decadenza (...) Dal meticciato rifuggiamo consci dei pericoli che trascina con sé, ma al tempo stesso cerchiamo senza illusioni l’elevazione degli indigeni nell’interesse loro e nostro, e per averli utili dipendenti nello sfruttamento delle aziende coloniali».
«In Europa la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata, e si diventa "meticci" (...). Non c'è altra strada: o ci impegnamo ad integrare gli altri facendoli diventare cittadini della nostra civiltà - con la nostra educazione, la nostra lingua, la conoscenza della nostra storia, la condivisione dei nostri princìpi e valori - oppure la partita dell'integrazione è perduta».
La prima frase l’ha scritta nel 1938 Lidio Cipriani, antropologo e teorico delle politiche razzista del regime fascista, sul numero sei di una rivista che non a caso si chiamava La difesa della razza. La seconda l’ha pronunciata il presidente del Senato italiano Marcello Pera il 21 agosto del 2005 in apertura del meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
Dalla paura del meticciato a sostenere la purezza etnica il passo può essere breve, dicono allarmate le opposizioni commentando le dichiarazioni di Pera (tra l'altro ribadite e sottoscritte sempre da Rimini anche dal vicepresidente del Consiglio, Giulio Tremonti). E il raffronto tra l’articolo scritto 60 anni fa (proprio l’anno delle leggi razziali di Mussolini) dal teorico italiano della superiorità della razza bianca e le parole del nostro presidente del Senato, l’allarme appare più che giustificato. Difesa della civiltà europea e paura delle contaminazioni (ossia: meticciato e multiculturalismo) rappresentano infatti il filo conduttore sia del pezzo di Cipriani che del discorso di Pera.
Per rendersene conto basta esercitarsi in una sorta di gioco al confronto leggendo prima «L’incrocio con gli africani è un attentato alla civiltà europea» scritto nel 38 in appoggio della politica razzista del Regime(in rete si può scaricare dal sito del Museo virtuale delle intolleranze e degli stermini ) e subito dopo «Democrazia è libertà? In difesa dell'Occidente» scritto dal nostro attuale presidente del Senato (sul sito del Senato )
Il meticciato è una «grave piaga i cui effetti si proiettano, ingigantendo nel tempo, e della quale i responsabili mai saranno puniti abbastanza» scrive Cipriani commentando la legge contro le unioni miste emanata dal Gran Consiglio del Fascismo . «È il caso di aggiungere un altro e così serio malanno ai tanti di cui già soffre l’Europa»? si chiede il teologo della superiorità della razza bianca 60 anni prima prima di Pera. Ovviamente no, incalza Cipriani che (anticipando in questo caso la Bossi Fini) propone di «trattenere nel loro paese gli Africani» e, soprattutto, «ricondurre in Africa quanti, puri o bastardi di qualunque grado, uscirono dalle sue genti». Obietttivo? Ma ovviamente «la conservazione e l’ascesa della civiltà europea». D’altronde il meticciato, si affermerà a più riprese sulla sua rivista è «un delitto contro Dio, contro la vita e l’umanità» poiché a differenza dell’omicidio, che «distrugge soltanto l'individuo», il meticciato «distrugge o contamina tutta la discendenza».
«In Europa la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata, e si diventa "meticci"» ammicca invece Pera ai ciellini il 21 agosto del 2005 domandandosi incredulo come sia possibile che in Europa si sia diffusa «l'idea relativistica che tutte le culture hanno la stessa dignità etica, nessuna è migliore di un'altra, tutte sono buone e giuste». «È nostra salda opinione che l’incrocio con gli Africani sia un attentato contro la civiltà europea perché la espone a decadenza – spiega meglio Cipriani – dato che essa (ndr: la civiltà, appunto) è possibile solo nell’ambito delle razze europee.»
«Una democrazia relativista è vuota, ci fa perdere identità collettiva e ci priva di qualunque senso obiettivo del bene», chiarisce invece il presidente del Senato che poi aggiunge: «Non c'è altra strada: o ci impegnamo ad integrare gli altri facendoli diventare cittadini della nostra civiltà - con la nostra educazione, la nostra lingua, la conoscenza della nostra storia, la condivisione dei nostri princìpi e valori - oppure la partita dell'integrazione è perduta». Anche perchè, insiste Cipriani, «non altra razza ha dimostrato finora di riuscire a contribuire» alla crescita della civiltà «Nè vi è mai riuscito nessuno fra i milioni di bastardi bianco-neri comparsi in Africa, in America e purtroppo anche sul suolo dell’Europa».
La soluzione? «Sull’insieme di questi vari problemi l’Italia pronunziò da tempo la sua parola definitiva – scrive Cipriani nel ’38 – il razzismo fascista è ora venuto a rafforzare i medisimi concetti e a dimostrare quale valore sia da darsi al materiale umano per l’incremento o meno della nostra civiltà». «La mia risposta, anche questa detta tante volte, è: ci difendiamo – dice oggi Pera, anche lui senza lasciare più dubbi - Ci difendiamo con la diplomazia, la politica, la cultura, i commerci, i negoziati, gli accordi. Ci difendiamo offrendo rispetto e chiedendo rispetto. E alla fine ci difendiamo con la forza delle armi».