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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 4) Anno B

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2012 08:06
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04/11/2012 07:34
 
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Wilma Chasseur
Dio è al primo posto?

Oggi vediamo uno scriba che interroga Gesù, non per metterlo alla prova, ma per udire la sua risposta e alla fine lo loda apertamente ("hai detto bene Maestro"). Gesù lo assicura che non è lontano dal regno di Dio.



Dove sta il problema?


Lo scriba chiede quale sia il più grande comandamento della legge e Gesù risponde: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. Il secondo è: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due dipende tutta la legge e i profeti". Così Gesù, con la sua risposta, ha risolto il problema del dottore della legge. Ma dove sta il problema? A noi non sembra un gran problema, ma per gli Ebrei lo era perché la legge l'avevano spezzettata in 613 comandamenti di cui 365 proibizioni e 248 precetti! Stabilire quale fosse il più importante era dunque un'impresa! Ma Gesù va dritto all'essenziale dicendo che i comandamenti più importanti sono solo due. Questi valgono più di tutti i 613 precetti, gli olocausti e i sacrifici.
Ma soffermiamoci un attimo su questo primo e massimo comandamento che mi ha sempre colpito per il suo radicalismo. Trovo che questo "shemà Israel", unifica in modo perfetto la nostra vita eliminando ogni dualismo. Infatti Gesù non dice: "Amerai il Signore tuo Dio con un po' di anima, un po' di cuore e un po' di forze, mentre con l'altro po' amerai il prossimo." Se così fosse dovremmo dividere il nostro cuore e le nostre forze e darne una prima metà a Dio e la seconda metà al prossimo. No! Gesù ci dice che dobbiamo occuparci ad amare Dio con tutto noi stessi, e solo così ameremo veramente il prossimo perché lo ameremo con lo stesso amore di Dio che circola in noi. E solo così ameremo "come io vi ho amato". La novità nella risposta di Gesù è che unisce quei due comandamenti che nell'Antico Testamento erano separati, (Dt 6, 4-5 e Lv 19, 18) e così unifica la volontà e il cuore dell'uomo e ci dice che amare è l'unica cosa necessaria.


Ma come fare per mettere Dio al primo posto? Eccovi la risposta di un saggio maestro.

La bicicletta di Dio


"In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che Dio è al primo posto nella mia vita?".
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a questa domanda. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità, a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura.



"Guido io"


Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".
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