Capitolo 7 - "La stagione della mietitura"

Qualche minito dopo aveva cominciato ad intuire le caratteristiche dell'arco, si era un po' abituata a quella sua strana elasticità, ma non era sicura di poterlo usare velocemente, le era necessario usare molta forza, il che riduceva le energie per la mira.
Sperò di combinarci comunque qualche cosa, nel caso se ne fosse presentata la necessità.
Doveva cercare di riposare un po', almeno i muscoli, altrimenti non sarebbe riuscita nemmeno a camminare, per cui decise di sedersi appoggiando la schiena al muro, tenendo a vista l'angolo da cui sarebbero dovuti tornare Dhargo e gli altri.
Chiuse gli occhi cercando di non dormire, tentando di tenere sempre all'erta i suoi sensi.

Arhiael aprí gli occhi di colpo. Un crampo orribile al collo l´aveva destata dal torpore che l´aveva sorpresa. Guardó la candela sul tavolo e stimó che non dovevano essere passati che pochi minuti.

Lasya era in piedi, di spalle, aggrappata alla soglia della porta come se fosse l´unico punto fermo in una tempesta. La breve pausa le aveva schiarito la mente, almeno per un pó. Si rimise in piedi, stringendo forte l´impugnatura dell´arco.

Si voltó per guardare Meriel e vide che non dormiva piú. Era stesa sul letto, con gli occhi fissi sul soffitto. Lo sguardo era distante, perso, come se stesse sognando a occhi aperti. Strinse le lenzuole nella mano chiusa a pugno, il corpo teso. Stava mormorando qualcosa, una parola che Arhiael non capiva.

"Che sta dicendo?" chiese a Lasya. Le due avevano viaggiato assieme per molto tempo, e forse l´attrice aveva un idea di cosa accadeva.

"Sta sognando. É un buon segno, suppongo...ma mi fa un pó paura". Le si avvicino e le accarezzo la fronte. Non sem,bró destarsi, e continuó a bisbigliare qualcosa, c´éra dolore nella sua voce.

"Che significano quelle parole?"

"Me le tradusse Ronan, un giorno. Lui non ha mai visto Meriel sognare, quindi non so se le ho riportate con esattezza. Dice qualcosa sulle acque, e che le dispiace, e che chiede perdono, e che é troppo tardi, e qualcosa su un luogo chiamato il picco del cielo...ma non so, forse adesso sta dicendo qualcos´altro. Non parlo la sua lingua, ma sembrano le stesse parole..."

Un brivido corse per la schiena di Arhiael, un istinto antico la stava avvertendo che non era un sogno qualunque quello. Era alla presenza di un mistero antico, ne era certa.

Un alito di vento si insinuó nel passaggio. Portava con se il fresco profumo delle onde, del sale, delle colline lungo la costa. Spense tutte le candele, lasciandoli al buio fatto salvo per una lanterna di vetro.

Un ulteriore brivido scosse Meriel, e stavolta la dama si mise a sedere di scatto sul letto, stringendo la ferita alla spalla con una mano, gli occhi stretti per il dolore. Il respiro le si calmo rapidamente. Senza una parola, si sedette sul bordo del letto, e esploró la stanza in cerca dei suoi vestiti. Solo dopo qualche istante gli occhi le si soffermarono sui Arhiael, un pó confusi e sorpresi.

Tese una mano verso di lei e fece per alzarsi, solo per ricadere pesantemente sul letto. Arhiael scattó in avanti per evitare che ruzzolasse in terra, afferrandola per i gomiti.

"Sono felice di rivederti, giovane cacciatrice...Hai un ombra intorno a te, ma sei viva, e questo é l´importante" disse abbracciandola.

Sorrise debolmente a Meriel, poi il suo corpo sembrò prendere l'iniziativa da solo, cadde pesantemente sulle ginocchia, ed appoggiò la testa sulle gambe dell'attrice, mentre le sue braccia le cingevano la vita, si ritrovò a singhiozzare come una bambina spaventata, come quando da piccola cercava il conforto della sua matrigna dopo un brutto sogno. Era quello che era stato, un brutto sogno, un orribile incubo, e lei voleva svegliarsi ma non ci riusciva.

"...è stato terribile..."

Riuscì a sussurrare.

"Lo so Arhy, lo so."

Le rispose Meriel mentre le accarezzava lentamente i capelli.

Non era passato un minuto, che i primi strepiti li raggiunsero dal lungo corridoio. Potevano essere il cozzare di lame o delle urla di guerra, Arhiael non ne poteva avere idea. Il freddo la attanaglió di colpo, serrandole lo stomaco in una gelida morsa. Il combattimento si avvicinava, e presto sarebbe stato su di loro.

"Te la dovrai cavare da sola, Arhy" disse Meriel. "Io da qua non posso fare molto, non ferita come sono...e..."

"Ed io ti sarei solo di impiccio" aggiunse Lasya, rapidamente. "Il tuo amico é la, con Amdír e Lord Hirluin. Forse hanno bisogno di una mano"

"Corri fino alla fine del corridoio con l´ arco in mano. É una posizione vantaggiosa" disse Meriel con uno sforzo. "va! e ricordati che questo é il tempio di Ulmo. Finché stai sull´acqua, hai un vantaggio su di loro. Se le cose si mettono veramente male, non dimenticare questa cosa. Stai sull´acqua!"

Arhiael non era sicura di capire a cosa si riferisse Meriel, ma il suo tono di voce le diede sicurezza. Si rimise in piedi e si precipitó a capofitto oltre il tendaggio e giú per il corridoio. La faretra era agganciata alla cintura e sotto il ginocchio, per non essere di impaccio, e la spada di Drestan le pendeva dall´altro fianco. In mano teneva l´arco.

Arrivó alla fine del corridoio in pochi istanti. Nella sala, Amdír con la lunga lancia, Dhargo con la sua tozza spada e Lord Hirluin con una lama di Fornost simile a quella di Arhiael davano battaglia ad una mezza dozzina di tipacci. Per terra, un corpo riverso. Nella vasca a fine corse dalla scala-trappola, altri due uomini giacevano faccia in giú in un lago rosso.

La battaglia non era uno scontr furioso, ma una serie di rapidi assalti, finte ed affondi. I tre difensori erano meglio equipaggiati ed addestrati, e si difendevano come disperati. Erano pericolosi ed i tagliagole che li avevano accerchiati cercavano di trovare un modo per ferirli senza scoprirli. Un assalto diretto li avrebbe di certo condotti alla vittoria, ma metá di loro sarebbe tornata a casa mutilato o peggio morto.

I tre difendevano la zona dell´altare, facendo si che gli attaccanti offirssero il fianco al passaggio da dove sbucava Arhiael. Sembrava stessero difendendo una piccola porta grigia dietro l´altare.

* una finta... * pensó Arhiael.

Arhiael aspettava il momento giusto per scattare. Da dove stava non aveva una buona linea di tiro, e non voleva rivelare il passaggio da dove intendeva uscire, rovinando cosí tutti gli sforzi dei guardiani del Tempio, Amdir ed Hirluin.

Dhargo riuscí a sferrare un contrattacco rapido e pericoloso, ritirandosi subito dietro le punta della lancia di Amdír. Arhiael ne approfittó e si precipitó alle spalle del gruppo di invasori, estraendo una freccia mentre correva. Si fermó con un piede dentro uno dei canaletti ed incoccó. Tese, e l´arco le sembro incredibilmente rigido, come se stesse piegando una sbarra di ferro pieno. Con le mani che le dolevano per la pressione della corda, trascinó le due dita fino a sfiorarsi la bocca con l´impennatura della freccia. Poi lasció andare.

La freccia tuonó verso uno dei malfattori, che proprio in quel momento si era girato per allontanarsi dalla spada di Hirluin. La freccia lo colpí in piena bocca, uscendo intera dall´altra parte, rimbalzando sul coprispalla di lord Hirluin ed infilandosi per quasi dieci centimetri nella porticina di legno, a un pelo dalla mano di Dhargo. In un istante, la mischia si trasformó. Erano ora quattro contro cinque, invece che sei contro tre, e lei aveva un arco, solo un arco. Poteva tirare un altra freccia, al massimo, poi le sarebbero stati addosso. Se avesse estratto la spada forse si sarebbe potuta difendere, bruciandosi peró un occasione unica...

Decise di scoccare una freccia. Non aveva che pochi istanti ma le sue dita si mossero sicure e rapide come se fosse ancora davanti al paglione davanti al quale si esercitava col padre. Cocca, finestra, corda, incocca, tendi, apri gli occhi, aggiusta, sfiora l´impennatura con le labbra ed apri le dita. Naturale come camminare.

Di nuovo il tuono. Arhiael non era riuscita a tendere il durissimo arco al massimo della sua curva, ma l´impatto della freccia fu piú che sufficiente a stendere un altro dei bravi. Un passo indietro, una torsione sui talloni per riguadagnare quel mezzo metro in piú, e si ritrovó nella mischia. Una, anzi, due spade corte e ricurve si battevano come pioggia sui flettenti d´acciaio dell´arco.

D ´improvviso ridotti a quattro contro quattro, i briganti si fecero meno baldanzosi. Due di loro se la stavano vedendo con Dhargo, Amdir e Lord Hirluin, ed indietreggiarono rapidamente, messi sulla difensiva.

Nel vorticare di spade, un altro uomo finí nella vasca, con il cranio spaccato da una piattonata. Presto un secondo lo seguí, stordit da una scudata in faccia, e finito da un colpo di spadone alla schiena. I due rimasti provarono a darsi alla fuga, verso la rampa che portava fuori.

Amdir lo fece cadere con l´asta della lancia, e lo finí a terra, con un colpo che raschió il pavimento. Il quarto aveva un piede sulla rampa quando una freccia tuonó, inchiodandogli il collo alla mano, ed entrambi alla ringhiera di legno.

La battaglia, cruentissima, era durata forse un minuto. Ansimanti, stremati, feriti in tanti piccoli tagli, i tre contemplavano lo scempio che avevano fatto dei briganti. Lord Hirluin ed Amdir, in particolare, avevano uno sguardo triste e stanco.

"Il tempio... profanato da tutto questo sangue..." mormoró Amdir. Ad Arhiael girava la testa ed aveva quasi i conati di vomito dalla fatica. In quel momento, dal passaggio laterale, la voce di Lasya proruppe in un urlo lacerante....

*Solo un attimo per riprendere fiato.*

Implorò il suo cervello.
Mentre già le sue gambe cominciavano a muoversi verso il passaggio.

Arhiael e Dhargo si precipitarono lungo il breve corridoio, senza badare se Hirluin e Amdir li stessero seguendo o meno.

Irromopendo nella stanza, Arhiael vide Dhargo cadere a terra, un lungo coltello infilato nella coscia. Lo aveva scagliato un energumeno che si nascondeva dietro Lasya. Con una mano le torceva il braccio dietro la schiena, e con l' altra impugnava una sciabola lunga e solida, dalla lama ricurva e stretta.

"INDIETRO! O LA DONNA MUORE!!!!" gridó con tutta la sua voce

Arhiael soffocò un'imprecazione, mentre i suoi occhi passavano velocemente dal cacciatore all'aggressore.

"Tutti i tuoi compari sono morti...sta a te decidere se seguirli o meno...io ho bisogno di informazioni...se me le dai esci da qui con le tue gambe...te lo prometto."

Disse tentando di ostentare sicurezza ed indifferenza, mentre caricava lentamente l'arco.

"Non farlo! Lo giuro le taglio la gola, e poi te la dovrai vedere comunque con me. Da questa distanza non ci vuole niente a schivare!"

Gridó il criminale.

"DRAWL!" la voce di Amdír, giunto in quell´istante nella stanza. Nello spazio ristretto, aveva gettato a terra la picca per sfoderare una spada corta dalla lama d´argento. "É il capo della feccia di Lond Arador, o non sono piú un fedele di Ulmo. Maledetto, lascia andare la donna"

"Non potete farmi nulla da questa distanza. E tu attenta col tuo arco, o dovró usare questa bella ragazza come scudo. Non vorrai infilarle una freccia nel cervello, vero? Lasciatemi andare, e la donna vivrá..."

"Lo sai bene che non andrai da nessuna parte così."

Arhiael aveva abbassato l'arco,non voleva che quel tipo si innervosisse troppo, lo voleva tenere sulle spine ma non voleva farlo scattare.

"Ti ripeto la mia proposta, lasciala andare, dimmi quello che voglio sapere e ti accompagno personalmente alla porta del tempio."

Fu Lord Hirluin a parlare.

"Arhiael, non so cosa tu voglia chiedere a questo tagliagole ma non é possibile che sia cosí importante da decidere di lasciarlo andare. Tornerá con ancora piú uomini, prima che noi si possa organizzare una difesa qui al Tempio...Drawl deve restare qui in custodia. Ragazzo, non fare stupidaggini. Giá abbastanza sangue é stato versato nel sacro tempio di Ulmo. Non nuocere ad una fanciulla innocente, non in mia presenza, o preparati ad affrontare l´ira dei Valar!"

Drawl sbiancó, lí per lí, colpito dalle parole del dunadan. Per un stante, la paura gli fece scolorire il volto.

"Non temo gli Dei!" ribatté dopo qualche istante, la voce era aggressiva, ma non ferma come ci si sarebbe aspettati da un capobanda come lui "No, non li temo, non in questa vita. Altri e ben piú minacciosi attori sono su questo palco. DEVO riportare questa ragazza, a tutti i costi, anche la morte...anzi, MEGLIO la morte!"

"Ascolta Lord Hirluin...loro hanno una sola moneta per gli scagnozzi che li servono...qui puoi essere più o meno al sicuro e la cosa peggiore che può succederti è morire...e credimi...è una gran ricompensa se paragonata a quello che loro hanno in serbo per te...quando non gli servirai più."

Apriva e chiudeva le mani nervosamente attorno all'arco, la guerra psicologica non era certo il suo forte, e questa situazione cominciava a diventare parecchio irritante.

"No, dimmi tu cosa vuoi sapere, ma la ragazza resta con me, fino alla porta. Poi ne riparliamo..." Drawl sembrava avere ritrovato la sicurezza che gli derivava da tre lustri di vita criminale nei bassifondi di Lond Arador, di cui probabilmente almeni cinque anni passati al vertice di una banda di ladri e tagliagole.

La stanchezza ritornava a farsi sentire. Drawl aveva guadagnato un mezzo passo verso la porta. Istintivamente porati a proteggere Lasya, sia Arhy, che Hirluin e Amdir, si erano spostati di lato, come a facilitare l'uscita di Drawl.

"Va bene allora."

"Facciamo come dici tu."

Arhiael tentava disperatamente di prendere tempo.

"Chi ti manda e perchè sei qui?"

Drawl era nel suo ambiente. Esitava prima di rispondere, ripeteva la domanda, muoveva il pugnale, sempre guadagnando millimetri verso la porta. Quando si accorse che stava per tirare troppo la corda, disse:

"É stato qualcuno della corte. Qualcuno MOLTO in alto. Non ci hanno detto granché, solo di custodirla a qualunque costo, e di uccidere chiunque provasse a liberarla..."

Arhiael strinse piú forte l´arco "Non hai ancora risposto alla mia domanda..."

"É tutto quello che so. Lo giuro"

"Il tuo giuramento non vale nulla!"

"Non posso inventarmi la cose che non so..." un piede era ormai sulla soglia

"Sai cosa ti stanno puntando contro?" era stata la voce di Meriel a parlare. Lentamente, con un gemito di dolore, la dama si mise a sedere sul letto. Tenendo il lenzolo sulle spalle con una meno, puntó un dito accusatore verso Drawl. Il bandito ne fu come trafitto.

"É un arco di alto argento ed acciaio cavo numenoreano...questo basterebbe a mettere sale in zucca a chiunque. A te diró anche che l´arco é stato stregato, da me personalmente. Hai visto cosa ha fatto poco fa ai tuoi sgherri. Da questa distanza, posso ordinare ad Arhiael di scoccare alla spalla di Lasya. La freccia la attraverserá come fosse fatta d´acqua, una ferita curabile, credimi, e si fará strada nel tuo petto come un verme mangacarogne, e si infilerá nel muro per tutta la sua lunghezza. Se dó lórdine usando la mia magia, Arhiael non potrá opporsi, e con meno di tre passi a separarvi, per te sará come essere centrato da una ballista"

"Tu....tu...menti..." disse Drawl. Il bandito strinse il pugnale nella destra con ancora piú forza, per fermarne il tremore. "...strega...eretica..." quasi bisbiglió.

"Accuse pesanti, assassino. Forse le vuoi portare davanti alla Contessa? Ora peró sei qui, dieci metri sotto terra, circondato da due cavalieri, due cacciatori ed una strega" aggiunse lord Hirluin. OOra, anche le ginocchia di Drawl non sembravano piú tanto ferme.

"É stato un cavaliere....un uomo altissimo...enorme...con in testa uno strano elmo dalla visiera a forma di cavalllo, e...un lungo corno..." disse Drawl, in un sospiro, gli occhi velati dalla paura al riaffiorare di un qualche ricordo terribile "L´elmo di unicorno, lo ricordo bene....ed il freddo..."

*Il freddo...come Griogaire...*

I suoi occhi si posarono istintivamente su Dhargo, e dallo sguardo che lesse sul suo volto capì che anche lui stava pensando la stessa cosa.
Cercò di dissimulare la preoccupazione, prese lentamente una freccia e cominciò ad incoccare.

"Volete sapere anche il suo nome mia signora?"

Chiese rivolta a Meriel, dando l'idea al bandito di obbedire ciecamente agli ordini della donna.

Drawl strinse la presa su Lasya con un braccio, ma allentó quella sul coltello con l´altro. Era sulla difensiva, adesso, e la sua voce tremava leggermente. Piú al ricordo dell´incontro col cavaliere, pensó Arhiael, che alla vista della freccia puntata contro di lui.

"Non ha dato il suo nome. Noi non glielo abbiamo chiesto. Ha pagato in monete d´oro, e molto generosamente....cosí si fanno gli affari a Lonn Araado"

Drawl strinse la presa su Lasya con un braccio, ma allentó quella sul coltello con l´altro. Era sulla difensiva, adesso, e la sua voce tremava leggermente. Piú al ricordo dell´incontro col cavaliere, pensó Arhiael, che alla vista della freccia puntata contro di lui.

"Non ha dato il suo nome. Noi non glielo abbiamo chiesto. Ha pagato in monete d´oro, e molto generosamente....cosí si fanno gli affari a Lonn Araado"

La cacciatrice non mosse nemmeno un muscolo, la freccia sempre pronta a scoccare, gli occhi solo sul suo bersaglio.

"Mia signora?"

Chiese evidentemente a Meriel.

"Questo degenerato sembra dire la veritá" disse Meriel. A quelle parole, Drawl sembró rilassarsi un pó, quasi allentando la presa su Lasya. "Ma qualcosa la deve pagare, per quel che ha fatto. Arhiael, prendigli...un piede"