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Ucciso dai poliziotti ? La madre accusa, il Questore nega, il Sindaco...

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2006 23:04
12/01/2006 18:16
 
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E' un pò lunga la cosa, ma vale la pena leggere. Io commento alla fine.


da Kataweb
(La madre, nel blog)
Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio.
Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti. È morto il 25 settembre, il giorno di natale sono stati tre mesi…
Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro…
Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui.
Sabato 24 settembre è stato un giorno sereno, allegro…
Dopo la scuola il pranzo insieme, chiacchiere, risate. Era ancora estate, faceva caldo. Ha portato a spasso il suo amico cane. Non lo faceva spesso, ma quel giorno è andato con la musica in cuffia. Tutto in quel giorno aveva un’aura speciale.
Pensandoci ora è come se avesse voluto salutare tutti noi. Ha avuto sorrisi per tutti… la gioia era lui. Ha incontrato la compagnia, ha fatto il suo lavoretto di consegna pizza.
Il programma della sera prevedeva un concerto a Bologna.
Prima di partire è passato da casa per cambiarsi le scarpe, rotte giocando a pallone…È stata l’ultima volta che l’ho visto vivo. Ha salutato tutti, compreso il fratello che dormiva già, chiedendomi perché Stefano non avesse risposto al suo saluto.
Anche una sua amica mi ha confermato che quella sera era sereno, che l’ha salutata sorridente con la solita pacca sulla spalla e l’appuntamento al giorno dopo…Non è mai esistito il giorno dopo. Al Link il concerto era stato annullato. Quindi la serata è trascorsa lì dentro. L’hanno detto i compagni che erano con lui, non posso definirli amici, e le analisi lo hanno confermato. Uno dei ragazzi gli ha venduto una sostanza, una pasticca o simili. Lo definiscono lo sballo del sabato sera. È sbagliato si. Ma non si muore di questo…
Federico lo sapeva bene. Era stato partecipe di un progetto scolastico di ricerca e informazione promosso dalla provincia. So che la sua era una conoscenza approfondita con ricerche sui siti delle asl, conosceva le sostanze e gli effetti. Ed era a suo modo un igienista. Aveva grande cura del suo corpo, di quel che mangiava. Era uno sportivo. Una ragazzo splendido pieno di salute. E di progetti: pensava alla musica, al suo futuro, lo studio serviva a costruire il futuro. Nell’immediato c’erano le cose semplici: la patente dopo pochi giorni, il karate, un band musicale da organizzare con gli amici, e la vita di tutti i giorni cercando di stare bene…Trascorsa la serata il gruppo era rientrato a Ferrara, tornati al punto di incontro dove i più avevano lasciato le macchine o i motorini.
Federico era a piedi. Era partito da casa in macchina con Michy, che poi non era andato a Bologna. Erano ormai le cinque del mattino. I ragazzi hanno raccontato che gli hanno offerto un passaggio ma Federico non aveva voglia di rientrare subito. Sarebbe tornato a piedi. Era vicino a casa…Dal suo cellulare si vede che ha chiamato diversi altri amici. Specialmente i suoi migliori amici, un paio di volte ciascuno. Forse per chiedergli se erano ancora fuori… sembra che nessuno gli abbia risposto. I ragazzi che conosco mi hanno detto che avevano già spento il cellulare per dormire. E poi non so cosa sia successo esattamente. A quell’ora mi sono svegliata, forse non del tutto, chiedendomi se Federico fosse rientrato. Avevo una stanchezza invincibile non riuscivo a muovermi. Poi ho sentito un rumore nella sua stanza ed ero sicura che fosse lì…
Mi sono risvegliata che erano quasi le otto. Ho cominciato a chiamarlo e ad inviare messaggi. Nulla…Non era possibile che non rispondesse. Se tardava mi avvisava sempre. Diceva che lo stressavo ma non voleva farmi stare in pensiero. Mi aggrappavo all’idea che avesse solo perso il cellulare…Poi l’ha chiamato anche suo padre. Sul cellulare di Federico il padre è memorizzato col solo nome, Lino. Una voce ha risposto.
Ha imperiosamente chiesto chi fosse al telefono, ed ha chiesto di descrivere Federico. Poi si è qualificato come agente di polizia, ed alle nostre domande ha risposto che avevano trovato il cellulare su una panchina dalle parti dell’ippodromo e che stavano facendo accertamenti. Ed ha riattaccato.
Immediatamente ho cercato in Questura, e ho cercato anche ripetutamente un amico che ci lavora. Nulla. Il centralinista rispondeva: c’è il cambio di turno… non sono informato…, appena avremo notizie chiameremo noi…Niente per altre tre ore!!!! Passate nell’angoscia e nelle telefonate frenetiche agli ospedali, ai suoi amici e di nuovo ripetutamente alla questura.
Nel frattempo Stefano è accorso in bicicletta alla ricerca del fratello. Ringrazio il cielo che non sia andato nel posto giusto. La polizia è venuta ad avvisarci solo verso le 11. dopo che lo avevano portato via. Il suo corpo è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11. E non mi hanno chiamata. Era mio figlio. Nessuno ha il diritto di tenere una mamma lontana da suo figlio!
E mi hanno detto che lo hanno fatto per me… perché era meglio che non vedessi. In quel momento gli ho creduto.
La polizia ha detto che un’abitante della zona aveva chiamato perché sentiva delle urla. Dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i muri. Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era sfigurato dalle percosse. Molto tempo dopo ho riavuto i suoi abiti. Portava maglietta, una felpa col cappuccio e il giubbotto jens. Sono completamente imbevuti di sangue. Hanno detto che non voleva farsi prendere. Che ha lottato ed è salito anche in piedi sulla macchina della polizia. I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all’occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi. L’ho visto nella bara. Il suo corpo non sembrava più allineato e simmetrico. Il mio bambino era perfetto, e stupendo. L’hanno distrutto…E la polizia mi raccontava che era drogato. Che si era fatto male da solo. Che tutto questo era successo perché era un povero tossico e noi sfortunati…Lo vogliono uccidere due volte. Le analisi hanno confermato che quel che aveva preso era irrilevante. Non certo causa di morte né di comportamenti aggressivi. Semmai il contrario. Quel che penso è che Federico fosse terrorizzato in quel momento. Gli stava crollando il mondo addosso. La vergogna di essere fermato dalla polizia, la patente allontanata perché aveva preso una pasticca. E aveva dimenticato la carta di identità. Quella mattina nel vicinato dicevano che era morto un albanese. Nessuno si preoccupava più di tanto…Ha certo cercato di scappare. Di non farsi prendere. Visto com’era ridotto si capisce come lo abbiano fermato. Quando lo hanno immobilizzato, ammanettato a pancia in giù non ha più avuto la forza di respirare. Chissà quando se ne sono accorti ? L’ambulanza è stata chiamata quando ormai non c’era più niente da fare. E nemmeno allora lo hanno portato all’ospedale per provare un intervento estremo. Lo hanno lasciato lì sulla strada. Cinque ore. Poi lo hanno portato all’obitorio. E solo allora sono venuti ad avvisarci. Perché?
Se fosse vero che dava in escandescenze da solo perché non è stata chiamata subito l’ambulanza ? Perché atterrarlo in modo tanto violento e cruento ? Era solo. Non c’era nessuno. Era disarmato. Non era una minaccia per nessuno. Perché aspettare tanto prima di avvisare la famiglia ? Chiaro. Per non farcelo vedere…Se lo avessimo visto così cosa sarebbe successo? Che risonanza avrebbe avuto ? Sul giornale del giorno dopo un articolo che dichiarava che era morto per un malore… tratto dal mattinale della questura. Il giorno dopo sull’altra testata cittadina “Federico sfigurato”. Immediate controdeduzioni del Capo Procura: “non è morto per le percosse”… questa è stata la prima ammissione di quanto successo. Ad oggi ancora non sono stati depositati ufficialmente gli esiti degli esami medici. Sono emersi solo alcuni dettagli che ho citato prima.
Quel che non mi da pace è il pensiero del terrore e del dolore che ha vissuto Federico nei suoi ultimi minuti di vita. Non ha mai fatto male a nessuno. Credeva nell’amicizia che dava a piene mani. Era un semplice ragazzo come tanti. Come tutti i ragazzi di quell’età si credeva grande ma dentro non lo era ancora. Aveva tutte le possibilità di una vita davanti, e una gran voglia di viverla…


Il questore Elio Graziano: "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"
Ecco l’intervento del questore Elio Graziano sul caso del giovane deceduto: «In relazione al decesso del giovane Federico Aldrovandi ritengo giusto fornire alcune precisazioni. Pur nel rispetto per il dolore dei genitori e nel doveroso riserbo per l’inchiesta giudiziaria in corso, sono costretto a prendere posizione di fronte ad alcune affermazioni non rispondenti alla realtà e calunniose nei confronti del personale della Polizia di Stato in servizio a Ferrara, riportate dalla stampa ed attribuite alla madre di Federico Aldrovandi.
Tali affermazioni mi sorprendono perché all’indomani della morte del figlio ho informato personalmente la signora sulle circostanze relative alla sua morte e mi sono dichiarato disponibile a fornire ogni altro possibile ragguaglio che mi fosse stato richiesto anche successivamente. Sulle cause della morte di Francesco Aldrovandi l’ultima parola dovrà dirla, come è giusto che sia, l’autorità giudiziaria. Però le circostanze e le modalità dell’intervento della Polizia al mattino in cui si verificò il fatto, sono “fissate” in verbali e registrazioni contenenti dati oggettivi, in possesso dell’Autorità giudiziaria, certamente non manipolabili che possono così riassumersi: alle ore 5.47 alla sala operativa della Questura veniva richiesto un intervento da partre di cittadini che avevano osservato un giovane che in via Ippodromo urlava frasi sconnesse e colpiva alcuni pali della luce con il capo. L’equipaggio di una volante, accorsa sul posto pochi minuti dopo, notava un giovane in evidente stato di agitazione, che alla vista dell’auto era balzato sul cofano e aveva tentato di colpire con calci gli operatori. Non riuscendo a calmarlo e ad immobilizzarlo gli agenti richiedevano l’intervento di una seconda volante e, poi, di una pattuglia dei Carabinieri. Fin dall’inizio fu chiaro ad essi che l’obiettivo dell’intervento era di impedire al giovane di reiterare comportamenti autolesionistici, tant’è che proprio su loro sollecitazione alle ore 6.04 fu contattato dalla nostra sala operativa il “118” per l’invio di un’autoambulanza.
Per immobilizzare il giovane fu necessario applicargli delle manette ai polsi, che su parere conforme dei sanitari gli furono lasciate e solo successivamente tolte. In definitiva l’intervento degli operatori della volante si è dispiegato al cospetto di cittadini residenti nella zona, la cui attenzione era stata richiamata dalle urla del giovane, dei sanitari del “118” e dei Carabinieri e, si ripete, al solo scopo di impedire al giovane di continuare a farsi del male.



Il sindaco di Ferrara: "Ora si faccia chiarezza"
Alla fine è dovuto intervenire anche il sindaco di Ferrara, Gaetano Sateriale, sulla vicenda di Federico Aldovrandi, il diciottenne morto davanti ad alcuni agenti di polizia in circostanze misteriose la notte del 25 settembre scorso nella cittadina romagnola. Il primo cittadino, pur invocando la "totale fiducia nelle forze dell'ordine" - accusate da più parti e in primo luogo dalla famiglia del ragazzo di un comportamento equivoco - ha chiesto con forza che "si chiarisca presto la verità e che venga fatta rapidamente luce" sulla morte di Federico. Il sindaco sottolinea anche che "a quattro mesi dalla tragedia non posso che condividere la richiesta della famiglia Aldrovandi e della città perchè si giunga ad una rapida conclusione delle indagini e sia stabilita al più presto la verità". Quello di Sateriale è l'ultimo appello, in ordine di tempo, sulla tragica storia di Federico. Storia che sarebbe finita nel dimenticatoio se non fosse stato per il coraggio della madre Patrizia che, il 2 gennaio scorso, ha deciso di aprire un blog su Kataweb per raccontare la sua versione dei fatti e invocare almeno il diritto a una verità giudiziaria. Le parole di Patrizia hanno avuto quale primo effetto di scatenare un vivacissimo dibattito in rete con centinaia di commenti al blog: di solidarietà, di ammirazione per il coraggio della famiglia, alcuni anche di critica.
Il secondo effetto è stato quello di far rimbalzare la storia di Federico da un media all'altro - oltre alla stampa locale se ne sono occupati in questi giorni molti giornali nazionali e alcuni Tg, tra i quali Studio Aperto - e di obbligare le istituzioni locali a prendere posizione. Il primo a replicare all'ondata di sdegno suscitata dal blog è stato proprio il questore di Ferrara, Elio Graziano, che ha difeso gli agenti di polizia, ha elargito la propria versione dei fatti e ha messo in guardia dal lanciare accuse infondate contro le forze dell'ordine. Quasi contestualmente i deputati di Rifondazione comunista Titti De Simone e Franco Giordano hanno reso noto di aver presentato al ministro dell'Interno Pisanu un' interrogazione sulla vicenda. Ora tocca al sindaco di Ferrara invocare chiarezza a quattro mesi dalla morte del ragazzo. Intanto la famiglia Aldrovandi attende ancora l'esito dell'autopsia compiuta sul corpo di Federico. E la magistratura di Ferrara continua a indagare. (12 gennaio 2006)


Commento:
Io capisco il dolore di una madre che perde il proprio figlio e mi auguro che un'inchiesta faccia chiarezza, ma pretendo anche che se le sue accuse dovessero rivelarsi infondate paghi per quelle che il Questore definisce calunnie. Si, avete letto bene, lo pretendo. Perchè è ora di finirla. La Polizia è fatta di uomini e donne che tra tutti i cittadini sono quelli che quando sbagliano pagano e duramente, al contrario di altri, per cui se qualcuno li accusa di un crimine così grave e senza alcun elemento di fatto ma solo sulla base delle proprie "intuizioni", deve pagare con egual certezza.
Il Sindaco...già, il Sindaco. Ma pensino alle loro "polizie" prima di speculare e strumentalizzare. Si preoccupino dei loro amministrati che sparano settemila colpi "a scopo intimidatorio". Non so come ma su quelli tacciono sempre e rabbuiano tutto, che ci va di mezzo la loro "immagine" politica. Ma vaffa***** !!! Su Rifondazione Comunista non vale nemmeno più spendere parole. [SM=x165047]
Io per primo voglio la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità su questa storia. Poi ne riparleremo. Del resto, come noto, la Polizia non ha nascosto mai niente delle proprie magagne, la Uno bianca docet. E' ora di cominciare a mettere i puntini sulle "i" e di puntualizzare, perchè così non si può continuare. Sennò domani apro un blog e comincio a sparare cazzate su cazzate su tizio e caio e poi vediamo come va a finire. Anzi, no. Meglio che non lo faccio. Sono un poliziotto e sicuramente pagherei. Come è giusto che sia. [SM=x165043] [SM=x165043] [SM=x165043]


(p.s. fermo restando che se malauguratamente la cosa dovesse rivelarsi vera, io quelli là li voglio vedere sulla forca).

[Modificato da bluewall 12/01/2006 18.21]

"La regionalizzazione della Polizia di Stato è una cosa che si decide in Parlamento ed anche se non piace ai più di centomila lavoratori della Ps deve essere comunque accettato". F. Speroni, Lega Nord (Aripijate !!! - Bluewall)
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