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TORINO 2006

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    Belmondo: "Come salire sul podio"
    Che emozione, mi tremavano le gambe"

    Stefania Belmondo racconta commossa la sua esperienza come ultimo tedoforo: "Non lo dimenticherò mai, è stata una emozione pari a quella di salire sul podio olimpico. L'emozione è stata grandissima e ho dovuto tenere ben salda in mano la fiaccola perchè gli atleti mi toccavano, traditi dall'entusiasmo. Mi tremavano le gambe dall'emozione". In tutto il mondo due miliardi di telespettatori hanno seguito la cerimonia.



    Stefania Belmondo è stata la protagonista del momento clou di una cerimonia molto suggestiva, dopo aver vinto in volata la "corsa" per il ruolo di ultimo tedoforo: "Se ne parlava da tre mesi, e io mi dicevo: se sarò io, la cosa mi renderà felice, ma se sarà Alberto Tomba, altrettanto, perchè lui suscita entusiasmo e simpatia. Ha accettato bene la sua posizione che è stata fantastica, perchè è entrato per primo allo stadio e ha suscitato l'entusiasmo della gente che ha riconosciuto in lui il grande campione che ci ha regalato tante vittorie. E poi, lui è il nostro animatore, da sempre".

    Deborah Compagnoni è d'accordo con la scelta della Belmondo: "Stefania è la più grande, meglio di lei nessuno avrebbe potuto fare l'ultimo tedoforo, era lei e basta". E la collega ha ricordato, commossa, quando, ad Albertville, si alternarono in lei gioia e tristezza, perchè aveva vinto la sua prima medaglia d'oro e contemporaneamente, quel giorno, l'amica Deborah si era gravemente infortunata.

    Grande emozione anche per la portabandiera italiana Carolina Kostner: "Ringrazio la gente che mi ha permesso di vivere un'emozione unica - ha dichiarato - La gioia è indescrivibile, è un grandissimo onore. Sono felice di aver sfilato in una cerimonia bellissima".

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci ha commentato così la cerimonia: "E' stata una bella cerimonia, più corta delle altre e questa è stata l'arma vincete, perchè non ha annoiato e poi non ci sono stati imprevisti, bravo Badoer con la Ferrari". Sulla scelta di Stefania Belmondo come ultimo tedoforo, il numero uno dello sport italiano ha riconosciuto come "tutti avevano titoli per essere scelti, però la Belmondo rappresenta gli sport duri, una disciplina duro e poi lei ha dato molto ma di ritorno ha ricevuto meno, credo sia la giusta ricompensa".
    Petrucci ha poi sottolineato poi la lealtà sportiva dell'ex fondista piemontese. "Dalla grande gioia per la vittoria alla compostezza per una sconfitta, mostrando di saper perdere e poi la sua grande lotta contro il doping - spiega - qualcuno non è stato contento di non essere stato prescelto ma poi tutti hanno partecipato al giro finale e poi bisogna accettare la scelta fatta".

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    Torino 2006: acceso il braciere
    Stefania Belmondo ultimo tedoforo

    Alle ore 22.34, Stefania Belmondo ha dato ufficialmente il via ai Giochi di Torino accendendo il braciere all'interno dello Stadio Olimpico. E' stato il momento clou di una cerimonia d'apertura molto suggestiva, durante la quale, come tradizione, hanno sfilato tutte le delegazioni dei paesi partecipanti. Una rumorosa ovazione ha accolto la squadra italiana, mentre Giorgio Rocca ha letto il giuramento degli atleti.



    Una splendida cerimonia, fra mille luci e straordinari colori, con delle scenografie mozzafiato, ha aperto ufficialmente a Torino i XX Giochi Olimpici. In uno stadio Olimpico gremito, gli atleti hanno sfilato fra le ovazioni del pubblico, sulle note di suggestive colonne sonore e di esibizioni dal vivo che hanno visto impegnati, fra gli altri, Andrea Bocelli, Luciano Pavarotti, Claudio Baglioni e Peter Gabriel. E con un emozionantissimo inno di Mameli cantato da una bambina avvolta in una tuta tricolore.
    Bellezza e grazia sono state personificate da Sophia Lore, Carla Bruni, Eva Herzigova, mentre forza e virilità sono toccate a Yuri Chechi che ha battuto un enorme martello su una gigantesca incudine, mentre il corpo di ballo si esibiva in straordinarie evoluzioni e scenografie. Fino alla sorpresa di una rossa Ferrari che, guidata da Luca Badoer, si è esibita disegnando cerchi concentrici sul ghiaccio.
    Poi la sfilata degli atleti di tutte le nazioni, con un'ovazione olimpica per la squadra italiana, la cui delegazione era guidata dall'alfiere Carolina Kostner, con tutti gli azzurri che, davanti al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, sventolavano un fazzoletto tricolore con uno scudetto dipinto sulle guance. E la festa si apre ufficialmente, col presidente che dichiara l'inizio dei Giochi: "Dichiaro aperti i XX Giochi Olimpici invernali".

    Poi il giuramento, con un emozionato Giorgio Rocca, mano sulla bandiera olimpica: "Parteciperemo a questi giochi rispettando le regole impegnandoci per uno sport senza doping per la gloria dello sport". Alla fine, forse il momento più atteso, per lungo tempo avvolto nel mistero, con gli ultimi tedofori a portare nell'arena la fiamma per l'accensione del braciere. Inizia Alberto Tomba, che la consegna al quartetto olimpico del fondo e così di mano in mano la fiaccola passa a Piero Gros e a Deborah Compagnoni che, con corsa spedita, la consegna infine nelle mani dello "scricciolo" Stefania Belmondo, ultima tedofora di Torino 2006 che, visibilmente emozionata, accende il braciere. La cerimonia, suggestiva ed emozionante, si conclude per lasciare spazio alle gare.
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    Torino 2006: allarme Zoeggeler
    Lo slittinista si è ribaltato in prova
    La pista olimpica di Cesana Pariol mette in difficoltà Armin Zoeggeler, il grande favorito per la vittoria nello slittino uomini. L'azzurro, infatti, si è ribaltato a metà pista nel corso delle prove cronometrate. Un errore alla curva 4, quella chiave di tutta la gara, che è in programma sabato e domenica. "E' stato un eccesso di sicurezza - ha commentato il ct Andreatta - Comunque meglio fare gli errori in prova".

    Alla vigilia delle prime due manche dello slittino maschile, c'è un piccolo allarme in casa Italia. Armin Zoeggeler, il campione olimpico in carica e vincitore di cinque Coppe del Mondo, è apparso un po' in difficoltà sulla pista olimpica di Cesana, dove sabato e domenica ci sarà la lotta per le medaglie.
    L'azzurro si è ribaltato nella prova di giovedì pomeriggio, commettendo un errore alla curva 4, il punto decisivo del tracciato torinese. Forse un po' di nervosismo, quel ruolo da assoluto favorito, in cui in molti lo vedono come la medaglia d'oro sicura. I tecnici non si preoccupano particolarmente: "Armin è già molto concentrato - racconta il direttore tecnico Marco Andreatta - ma non eccessivamente. Non vuole e soprattutto non deve sprecare le energie prima della gara".

    Lui è apparso scuro in volto, non parla e cerca di ripercorrere tutti i passaggi della discesa, per cercare di non ripetere l'errore, quando non è concesso, durante le quattro prove che varranno il titolo. Intanto, ride il russo Demtschenko, che è apparso l'atleta più in forma ed ha fatto registrare tempi da record.

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    00 12/02/2006 19:08
    Torino 2006 - Piller Cottrer, fondo di bronzo



    PRAGELATO (To), 12 febbraio 2006 - Pillerino perfettino, o come c’è scritto simpaticamente nella sua borraccia, Killer Piller. L’Olimpiade azzurra nel fondo non poteva che aprirsi sotto il segno di Pietro Piller Cottrer, campione del mondo in carica e protagonista della stagione con un successo in Canada e un terzo posto nella 30 km (nonché un primo posto anche in staffetta), la stessa lunghezza che ha sostenuto per conquistare il bronzo ai Giochi, identico metallo individuale a quello di 4 anni fa acciuffato nella sprint da Zorzi. Pietro dietro il russo Eugeni Dementiev e il norvegese Frode Estil, più freschi nella volatona, ma anche Pietro davanti a Giorgio Di Centa (4°) e con un convincente Fabio Santus 16° al quale è successo di tutto in gara, e un Valerio Checchi 19° più bravo nella frazione in classico che in quella a skating.
    La combinata è una gara tremenda, in cui per emergere devi trovare gli equilibri giusti, azzeccare tutto e non solo due diversi materiali, devi sapere andare forte in salita, avere acume tattico, sfidare le gomitate e ogni genere di scorrettezze. Insomma devi essere un vero grande: e Pietro, da campione del mondo in carica, lo ha ribadito anche stavolta, nella gara rompighiaccio di un’Olimpiade che già si tinge d’azzurro. E' stato il più veloce a uscire dal pit stop, non ha mai tentato fughe avventate e pericolose, e ha saputo calibrare al meglio le forze per non scoppiare nel terribile finale.

    Il carabiniere di Sappada, che ha dedicato la medaglia al collega ucciso oggi, si è confermato il più completo, il più in forma, il più bravo a cogliere l’attimo nella gara che ha bocciato l’iridato Vittoz (solo sesto) o il dominatore della stagione, il tedesco Angerer. E’ una medaglia di gran valore anche per il morale della squadra che si ritrova attorno al suo leader scatenato, pronto a suonare la carica per nuovi raccolti. E’ una medaglia che serve anche a risollevare “Dicentino”, troppo deluso per quel finale in cui le gambe l’hanno tradito quando ha tentato in serrate decisivo; è una medaglia che ribadisce come questo tranquillo e scatenato pattinatore sia capace di tutto. Era arrivato qui per conquistare la 50 km, e si trova già con una medaglia scintillante, pesante, stupenda. Pietro il Grande, non ti fermare.

    Gazzetta
    Nolan van der Meulen


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    00 12/02/2006 19:25
    Torino 2006 - Deneriaz, sorpresa libera



    SESTRIERE (Torino), 12 febbraio 2006 - Con una tuta saldata al laser, di fabbricazione italiana, Antoine Deneriaz ha firmato la prima grande sorpresa di questa Olimpiade. Il francese ha messo in riga tutti i grandi favoriti della discesa maschile. Deneriaz è sceso col pettorale numero 30 quando sembrava che ormai nessuno potesse strappare l’oro dal collo dell’austriaco Michael Walchhofer. Ma la discesa del transalpino è stata pressocchè perfetta. Deneriaz ha sbaragliato i rivali chiudendo con il tempo di 1’48”80.
    Walchhofer, argento, è scivolato a 72 centesimi, lo svizzero Bruno Kernen, bronzo, a 1"02. Quarto a 1”08 il norvegese Kjetil Andre Aamodt, quinto a 1"13 lo statunitense Bode Miller, che avrebbe passato la notte precedente in discoteca, sesto a 1"13 l’austriaco Hermann Maier, ottavo il campione olimpico uscente Fritz Strobl, decimo Daron Rahlves. Per la Francia si tratta del quarto successo olimpico in discesa.
    "I favoriti erano altri– ha detto alla fine il 29enne francese – ma mentre scendevo sentivo gli sci correre alla grande e ho capito che potevo inserirmi sul podio. Amo questo tracciato e giorno dopo giorno mi sentivo sempre più a mio agio".
    Non è riuscito, invece, il miracolo a Kristian Ghedina, solo 23°. "Vado via dispiaciuto da questa Olimpiade. Mi dispiace, pensavo di poter fare meglio ma l’infortunio che ho avuto alla schiena mi ha impedito di fare una buona preparazione. Adesso farò l’ultima gara di coppa del Mondo e se va bene possiamo attaccarci un’altra stagione, altrimenti ci sono le corse in auto…". Il migliore degli italiani è stato Patrick Staudacher, nono a 1"49 da Deneriaz ("Il mio obiettivo era entrare nei primi 15, sono davvero soddisfatto", ha detto alla fine l’azzurro), 19° Peter Fill.

    Gazzetta
    Nolan van der Meulen


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    00 12/02/2006 20:45
    Torino 2006 - Miller flop? Colpa della notte brava



    Non smette di far parlare di sé Bode Miller. Lo statunitense, dopo aver impressionato nelle prove, non è andato oltre un deludente quinto posto nella discesa libera olimpica. Ma alla base del flop ci sarebbe una notte brava in discoteca, condita da buona compagnia e birra a fiumi. Ore piccole che gli avrebbero fatto saltare anche l'ispezione della pista prima della gara. E il crazy-boy delle nevi cosa dice? Ovviamente smentisce.

    Che Bode Miller sia un personaggio a dir poco stravagante non c'erano dubbi: eccentrico in pista, ma ancora di più fuori. A fine ottobre la dichiarazione choc sull'Epo ("Trovo ipocrita che certi prodotti possano essere acquistati da chiunque ma non da un atleta. Il mio punto di vista è che se utilizzati in maniera adeguata, sotto stretto controllo medico e con l'autorizzazione degli organi preposti, possono aiutare gli atleti ad evitare infortuni e soprattutto le conseguenze degli infortuni. Alcune sostanze, come l'Epo, aumenterebbero la sicurezza per gli sciatori"). Poi il bis contro i controlli anti-doping ("Sono stufo, è umiliante. Ti arrivano a casa in ogni momento e tu devi abbassarti i pantaloni. Nell'ultimo mese sono stato testato tre volte"). E, ancora, la confessione di aver gareggiato in stato di ebbrezza ("In alcune occasioni le mie 'performance' sono state influenzate dall'alcol, a volte in positivo, altre in negativo").

    Ora, proprio i piaceri per l'alcool e i divertimenti rischiano di sollevare una pesante coda polemica per la sua deludente prova nella discesa libera olimpica. L'americano è infatti stato visto sino a notte fonda in discoteca, con davanti sempre un bel bicchiere di birra. La mattina della discesa non avrebbe compiuto neppure l'ispezione della pista prima della gara. Il crazy-boy delle nevi ha smentito, sostenendo di averla fatta, ma di essere stato più veloce dei giornalisti che, dunque, non avrebbero fatto in tempo a vederlo... Incorreggibile Bode!

    TgCom
    Nolan van der Meulen


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    pappi1388
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    SEI DA NEURO
    00 12/02/2006 21:39
    stupendo lo spettacolo di apertura...
    veramente spettacolare!! |smile34|










    Nella vita, raramente si incontrano persone dolci d'animo e intelligenti. La loro traccia resta indelebile nel cuore e mai svanisce. Io ho incontrato te, ti voglio bene e ti sono infinitamente grato, perchè mi hai fatto vedere il paradiso

    ADMIN DI...







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    meulen
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    00 12/02/2006 21:44
    Torino 2006 - Zoeggeler, lo slittino è d'oro



    CESANA PARIOL (To), 12 febbraio 2006 - Armin Zoeggeler, ancora lui. Il silenzioso campione meranese firma l’ennesimo capolavoro della sua inimitabile carriera, trionfando nel singolo dello slittino. Un oro olimpico che si aggiunge a quello di Salt Lake City, all’argento di Lillehammer, al bronzo di Nagano (è il primo italiano a livello maschile a conquistare una medaglia olimpica invernale in quattro edizioni consecutive) oltre a cinque titoli mondiali.
    Zoeggeler, sempre primo dopo le prime tre manche, all’inizio della quarta aveva 124 millesimi di vantaggio sul russo Demtschenko. Nulla. Anche il minimo, impercettibile errore poteva essere fatale. Nella serata di sabato i tecnici azzurri avevano maniacalmente analizzato in video la partenza del meranese, leggermente difettosa, per cercare di limare ulteriori millesimi sugli avversari. I risultati si sono visti. O meglio, intuiti quando il cronometro ha sancito il trionfo dell’azzurro.
    "E' andato tutto molto bene – ha raccontato a caldo, ma senza perdere la consueta freddezza, l’olimpionico azzurro – Stamattina avevo mal di gola e mal di testa, ma le gambe hanno funzionato. La pista era difficile, molto veloce, bastava un piccolo errore per vanificare tutto". La stessa precoccupazione del c.t. Andreatta: "Il ghiaccio era durissimo. Ma Armin è un grande".
    Zoeggeler, che poco dopo la fine della gara ha ricevuto la telefonata di congratulazioni del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha chiuso con il tempo complessivo di 3’26”088, precedendo i rivali più temuti: il gigante siberiano Albert Demtschenko, argento in 3’26”198, e Martins Rubenis (prima medaglia per la Lettonia nello slittino), bronzo in 3’26”445. Ottavo e decimo gli altri azzurri Reinhold Reiner e Wilfried Huber.

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    MATTO UFFICIALE
    00 18/02/2006 10:44
    Super-G, è Maier contro Miller
    L'Italia si aggrappa a Fill e Blardone
    Dopo il flop di Ghedina in discesa libera, ai Giochi di Torino scocca l'ora del Super-G. Specialità che in Coppa del Mondo cerca ancora il suo re, dopo che le prime cinque prove della stagione sono andate a cinque talenti diversi. Tra i favoriti Herman Maier, reduce però da una fastidiosa influenza, e Bode Miller. L'Italia parte dalle retrovie e spera in un colpo di Fill, secondo a Kitzbuehel, o di Blardone.

    Il Super G è alla ricerca del suo re, e mai come in questa edizione delle Olimpiadi il trono è vacante. Gli occhi sono puntati su Bode Miller, il campione del mondo in carica dalla vita sfrenata, e Hermann Maier, il talento austriaco che ha saputo rigenerarsi dopo il grave incidente stradale. Ma attenzione agli outsider: il norvegese Aksel Lund Svindal, Daron Rahlves, gli austriaci Hannes Reichelt o Christoph Gruber, e naturalmente i nostri azzurri Fill e Blardone.
    I dubbi della vigilia del Super G sono tutti su come si presenterà Bode Miller al via, dal momento che è nota a tutti il suo amore per la vita spericolata, tanto che ha ammesso di aver gareggiato, in più di un'occasione, ubriaco. E, fino ad ora, nell'Olimpiade torinese è ricordato più per non aver saltato nemmeno una nottata nelle discoteche del Sestriere, che per la prestazione registrata in discesa libera. Herminetor, invece, dopo la libera è tornato ad allenarsi sulle nevi austriache per poter esprimersi al meglio nel Super G sulla pista della Banchetta. L'austriaco soffre ancora dei postumi dell'influenza, anche se sta meglio, ma confida sulla pista, tracciata dal suo tecnico Andi Evers.

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    00 18/02/2006 10:45
    Fusar Poli-Margaglio,è subito show
    Primi dopo il programma obbligatorio
    Straordinario rientro alle competizioni per Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, bronzi olimpici alle Olimpiadi di Salt Lake City, ritiratisi tre anni fa. Dopo il programma obbligatorio, nel quale hanno eseguito un valzer ravesburger, la coppia azzurra è al comando nella danza con 38.78, davanti alla coppia russa Tatiana Navka e Roman Kostomarov (38.20), campioni del mondo in carica e grandi favoriti per l'oro.

    Dieci anni di vita assieme sul ghiaccio, il trionfo con il titolo mondiale vinto, la caduta di lui a Salt Lake e l'oro olimpico che lascia il posto ad un meno quotato bronzo. Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio ci sono ancora, dopo tre anni di lontananza dalle competizioni agonistiche, trentasei lunghi mesi per riflettere e per cedere al richiamo dell'Olimpiade di casa. Fatto sta che la coppia per eccellenza del pattinaggio italiano è tornata per dare la caccia a quell'oro che andrebbe a coronare una grande carriera. Undici mesi di allenamenti durissimi, ore passate sul ghiaccio nel tentativo di regalare ancora emozioni al pubblico ed alla giuria, nessuna superstizione, nemmeno se la gara parte di venerdì 17, tutto ok, giurano loro.

    L'inizio non poteva essere dei migliori, con un fantastico 38.78 dopo l'obbligatorio che ha lasciato tutti a bocca aperta. A partire dalla coppia russa, Navka-Kostomarov, grandi favoriti per l'oro, che non si aspettavo una coppia italiana così forte. "Siamo davvero felicissimi, rimettere il piede in pista dopo 4 anni ed essere davanti ai Campioni del Mondo è un grande risultato, Ma noi siamo agguerriti, senza aver timore di nessuno - ha detto Maurizio Margaglio - E' solo la prima parte delle gara, tre serate molto lunghe, ma è importante partire davanti perché ora sono gli altri che ci debbono inseguire". Raggiante Barbara Fusar Poli: "C'e' la consapevolezza di essere pronti e di ambire a fare bene, a competere con i più bravi, ed anche noi lo siamo".

    L'altra coppia italiana, formata da Federica Faiella e Massimo Scali, ha ricevuto 33.20 di punteggio. Domenica si svolgerà il programma originale, lunedi' il libero che assegnerà le medaglie della specialità.


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    00 19/02/2006 18:54
    Torino 2006 - Aamodt e Kostelic da leggenda



    SESTRIERE, 18 febbraio 2006 - Grosso colpo per il norvegese Kjetil Andre Aamodt e la croata Janika Kostelic che a pochi minuti di distanza festeggiano il loro 4° oro complessivo ai Giochi, entrando nella leggenda.
    Il norvegese vince l'oro nel superG maschile, imponendosi con 13/100 di vantaggio sull'austriaco Hermann Maier e 33/100 sullo svizzero Ambrosi Hoffmann. La gara, sottoposta prima a un rinvio, poi a un annullamento per le avverse condizioni del tempo dopo la discesa di 17 atleti, ha visto il successo del 34enne campione norvegese, che bissa l'oro di specialità di Salt Lake City e conquista la sua ottava medaglia olimpica. Per Hermann Maier, olimpionico di specialità a Nagano '98, un meritato argento. Male gli azzurri: il migliore è Peter Fill, 13°, segue Patrick Staudacher, 17°.
    Nella combinata femminile, Janica Kostelic, in dubbio fino all'ultimo per problemi fisici, vince l'oro confermando a sua volta il titolo di Salt Lake City. La croata recupera dal 2° posto dopo lo slalom e si impone con 50/100 sull'austriaca Marlies Schild e 55/100 sulla svedese Anja Paerson, considerata la sua principale avversaria per il titolo. 20ª Nadia Fanchini, prima delle italiane.
    Successi importanti ed eclatanti, quelli di Kjetil Andre Aamodt e di Janica Kostelic: la presenza dei due atleti, infatti, era a rischio. Durante la discesa libera che Aamodt aveva chiuso ai piedi del podio, 4° e privato della gioia per la 8ª medaglia olimpica solo per il grande exploit di Deneriaz, il norvegese si era infortunato a un ginocchio. La distorsione lo ha indotto, quindi, a rinunciare alla combinata per recuperare in tempo per il SuperG. La vittoria conseguita, con una gara perfetta e sempre all'attacco, arricchisce il suo palmarés, conferendogli un riscontro numerico impressionante: 4° oro ai giochi - il 3° in SuperG dopo Albertville '92 e Salt Lake City 2002 -, 8ª medaglia olimpica e 20ª complessiva, includendo anche i Mondiali. "È una gioia incredibile - ha detto il norvegese -, non avrei mai pensato di vivere una giornata simile. È una sorpresa enorme, soprattutto dopo aver perso una medaglia in discesa per soli 6 centesimi".
    Janica Kostelic, invece, aveva già dato forfeit nella discesa vinta dalla Dorfmeister, e dopo le due manche dello slalom di ieri appariva stanca al punto da mettere in dubbio la presenza nella gara di oggi. Stanchezza legata ai problemi successivi all'operazione alla tiroide di due anni fa, ma che non ha impedito alla croata di sfoderare una prestazione eccellente: la due volte vincitrice della coppa del mondo si è ripresa alla grande, conquistando il 4° oro olimpico e la 5ª medaglia ai Giochi.
    Storie eccellenti per campioni da leggenda. Che con le prestazioni di oggi hanno scritto una pagina in più del grande libro dello sci.

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    00 19/02/2006 19:14
    Torino 2006 - La staffetta azzurra è d'oro



    PRAGELATO (To), 19 febbraio 2006 - In delirio per gli azzurri del fondo. I magnifici moschettieri che hanno regalato all’Italia la gioia più grande trionfando nella gara delle gare, la staffetta che dà la misura esatta del valore di un movimento. Il fondo tricolore si ritaglia una domenica da impazzire, proprio il mezzogiorno di fuoco che Cristian Zorzi, lo Zorro delle nevi, aveva immaginato alla vigilia. Ma non fino al punto che l’Italia avrebbe dominato la 4x10 km mista, un’ora e 17 minuti di spasmodica corsa sugli sci verso la gloria, verso quella fuga mai vissuta in carriera da Zorzi, lo sprinter che ha completato l’impeccabile lavoro svolto in tecnica classica da Fulvio Valbusa al lancio e Giorgio Di Centa, due fantastici segugi che hanno controllato le operazioni degli specialisti dell’alternato: entrambi, curiosamente, arrivati al quinto posto con l’inezia di 1"7 da recuperare.
    Quando è sceso nell’area l’iridato Pietro Piller Cottrer, sulle tribune dello stadio di Pragelato sono cominciate le ola del pubblico, una spinta in più per Pillerino, il miglior pattinatore sugli sci del mondo, che ha attaccato nell’ultimo giro della sua frazione per cedere il testimone con un vantaggio di 5 preziosissimi secondi. Zorro avrebbe potuto viaggiare in compagnia dello svedese Soedergren, ma era così in vena che dopo pochi metri ha attaccato indemoniato per dominare e arrivare con la bandiera tricolore raccolta da un forestale. Al traguardo, con il tedesco Angerer d’argento in volata sullo svedese Mathias Fredrikson, l’abbraccio intensissimo dei quattro azzurri che poi hanno liberato la loro gioia saltellando felici e urlando “siamo noi siamo noi, i campioni dell’Olimpo siamo noi”.
    Per l’Italia di Albarello e Chenetti è il sigillo più prestigioso, la conferma che in staffetta siamo i più continui insieme ai norvegesi, affondati al quinto posto per colpa della terza frazione disastrosa di Frode Estil. Da Albertville a Torino, abbiamo conquistato 2 ori e 3 argenti. Ma questo conquistato in casa, davanti a decine di migliaia di tifosi in estasi, davanti a milioni davanti alla tv, ha un sapore davvero speciale. Moschettieri che emulano, in casa, quegli azzurri d’oro di Lillehammer ’94. Che domenica bestiale!

    Ordine d'arrivo:
    1. Italia 1 h 43'45"7
    (Fulvio Valbusa, Giorgio di Centa, Pietro Piller Cottrer,
    Cristian Zorzi)
    2. Germania a 15"7
    (Andreas Schluetter, Jens Filbrich, Rene Sommerfeldt, Tobias
    Angerer)
    3. Svezia a 16"
    (Mats Larsson, Johan Olsson, Anders Soedergren, Mathias
    Fredriksson)
    4. Francia a 37"1
    5. Norvegia a 1'10"6
    6. Russia a 1'24"2
    7. Svizzera a 1'25"2
    8. Estonia a 1'38"1
    9. Repubblica Ceca a 2'17"6
    10. Finlandia a 2'50"4
    11. Canada a 4'30"2
    12. Usa 4'58"5
    13. Kazakhstan a 5'17"9
    14. Ucraina a 6'16"2
    15. Cina a 6'54"8
    16. Austria a 1 giro

    Gazzetta
    Nolan van der Meulen


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    00 27/02/2006 00:02
    Torino 2006 - Chiusura con l'oro di Di Centa



    TORINO, 26 febbraio 2006 - Grazie Giorgio. I brividi veri dell'ultima serata torinese vengono dall'eroe della 50 km di fondo. Come accadde con Stefano Baldini ad Atene, è la consegna dell'oro a Di Centa, vincitore dell'ultima, massacrante gara individuale, a registrare il momento più commovente della cerimonia di chiusura dell'Olimpiade. Lacrime vere all'interno di una festa che, come tutti i congedi, ha un sapore malinconico che non svanisce nemmeno con l'uso industriale di clown, ballerine ed effetti speciali.
    Sotto gli occhi di Silvio Berlusconi, fischiato alll'entrata nello stadio, la cerimonia si era aperta con l'ingresso di un clown bianco a cavallo e con l'irruzione degli Esploratori delle Nevi, calati dall'alto con una fune. Iniziava così una lunga fiaba, con protagonisti una sirena (interpretata da Valeria Marini) e tutti i personaggi del circo (con i costumi originali del film "I clown" di Federico Fellini). Ed era dichiaratamente felliniana anche tutta la lunga e spettacolare sezione successiva, la Parata del Carnevale, con maschere, giostre e tarocchi e tanto altro ancora, all'insegna degli eccessi e della trasgressione.
    Bello, ma certo non coinvolgente come la successiva premiazione dei 50 km con Giorgio commosso che abbraccia la sorella Manuela, purtroppo seguita dalla discutibile esecuzione dell'inno cantato dalla bambina in play-back della festa di inizio Olimpiade. La cerimonia era un continuo alternarsi di momenti trasgressivi e carnevaleschi ad altri più istituzionali e solenni. La festosa Parata degli Atleti, preceduta dai portabandiera (per l'Italia Armin Zoeggeler) e accompagnata da una bizzarra colonna sonora (presente anche la leggendaria "E la vita l'è bela" di Cochi e Renato! ), regalava poi una ventata di freschezza e spontaneità inevitabilmente assenti nel rutilante spettacolo precedente.
    Cominciava poi un'altra lunga fase dedicata ai simboli dei "ricordi italiani" (la 500, la Lambretta), seguita dalla davvero splendida esibizione degli "Uomini volanti". Archiviati i discorsi di rito del dirigenti (quello del presidente del Toroc Castellani, interrotto da un invasore solitario, pare spagnolo, e quello del presidente del Cio Rogge, prodigo di complimenti nei confronti degli organizzatori), l'Olimpiade torinese cedeva ufficialmente il testimone a Vancouver, sede dei prossimi Giochi invernali nel 2010. Veniva ammainata la bandiera olimpica, trasportata da otto grandi sportivi italiani: Nino Benvenuti, Klaus Di Biasi, Gianluca Vialli, Sara Simeoni, Gustavo Thoeni, Novella Calligaris, Livio Berruti e Mario Cipollini. Dopo gli interventi canori di Avril Lavigne e Andrea Bocelli e tante (troppe?) altre coreografie, a Isolde Kostner, vestita da sposa come altre 398 comparse, toccava il compito finale di spegnere la fiamma olimpica. Grazie Torino.

    Gazzetta
    Nolan van der Meulen


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