TECNICHE DI GENOCIDIO

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Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:45
Un altro caso di vita vissuta capitò ad una giovane che aveva da poco partorito, ed allattava al seno la propria figlioletta. La donna era ancora debole e pesante per via del parto. Inciampando si contuse la caviglia. La donna in questione è un tecnico medico analista. Insomma, una persona che ben s'intende di farmaci. Essa scartò a priori l'idea di assumere un anti infiammatorio per via orale (Aulin od Oky, ad esempio) che le avrebbe risolto il problema fisico in poche ore; propese allora per l'uso di una pomata ad uso topico: un gel contro i traumi muscolari. Tuttavia, quando andò a leggere il foglietto illustrativo del medicinale, decise che <>. Risultato? La poveretta soffrì per più di due settimane!

Ora, ancora, mi domando: è vero, se la malcapitata avesse preso l'anti infiammatorio per via orale, questo sarebbe finito nel latte che dava alla figlia. Ma quale danno ci sarebbe stato per la bambina? Il metabolismo dei fanciulli è molto più efficente di quello degli adulti. Prova ne è che le mefitiche patatine fritte fanno molto male agli adulti e non fanno quasi niente ai bambini, perche essi metabolizzano ed espelgono tutto. Lo stesso dicasi per i dolci etc. E poi, addirittura, la pomata controindicata...

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:45
Questi sono casi dei quali sono giunto a conoscienza personalmente (riguardano delle miei parenti). Tuttavia non credo che sia difficile riscontrare altrove altre faccende simili...

Insomma, le "raccomandazioni mediche in caso di gravidanza e allattamento" vanno lette con MOOLTO spirito critico, alla luce di quanto fin qui detto, commisurando attentamente i benefici sicuri ed i danni supposti, quando non solo minacciati genericamente, ovvero senza addurre nessuna spiegazione del perché fa male.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:45
In aggiunta a quanto fin qui detto, merita menzione la faccenda relativa ad alcune strane "terapie" che hanno come "effetto collaterale indesiderato" la sterilità. Addirittura ve ne è una che, per curare l'acne giovanile, prevede l'uso di ormoni, che consistono in pillole anticoncezionali, le quali, oltre, ovviamente, a comportare la temporanea infecondità di chi le assume, possono, assunte per tre o quattro anni di fila, portare alla vera e propria STERILITA' femminile.

Inoltre si prenda nota del fatto che mai nessuno studio statistico serio viene compiuto per indagare le correlazioni esistenti fra l'uso massiccio di determinati medicinali e la sterilità. Dai prontuari medici ci viene solo genericamente detto che l'uso prolungato di farmaci (...quali?!) porta molte persone alla sterilità.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:46
8) Politiche del lavoro e della scuola


I) Premessa

In questo opuscolo si è già parlato qua e la di politche del lavoro. Ora però ne parleremo in modo organico, collegando l'analisi di tali politiche con quelle relative all'istruzione, e dimostrando come, anche questi strumenti politici, sono stati usati per fini antinatali.

Chi comanda il nostro paese, lo comanda sempre. La lobby ebraica è sempre al potere, sia che governi la "destra", sia che governi la "sinistra". Non esiste al riguardo dimostrazione migliore di quella che da la politica estera del nostro stato. Ma qui ci interessa parlare d'altro.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:46
Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, entità sovrannazionali potentissime, entrambe dirette da ebrei, decidono per tutti gli stati di quell'immenso impero ebraico chiamato occidente, le politiche sociali e quelle economiche. Le loro "direttive" vengono pedissequamente imposte dai singoli "governanti" ai loro popoli. E questo malgrado ciò possa comportare molta impopolarità. Gli ordini sono ordini, e devono essere eseguiti, anche se questo comporta una inevitabile sconfitta elettorale alle successive elezioni.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:46
II) La riforma europoide dell'istruzione

Le politiche del lavoro e della pubblica istruzione, dai primi anni ottanta ad oggi, qualunque fosse lo schieramento politico FORMALMENTE al potere, sono state tese a fare entrare i giovani nel mondo del lavoro quanto più tardi fosse possibile.

Non solo; l'obiettivo di tali politiche era anche quello di fare uscire dal mondo del lavoro il più tardi possibile.

Perché?

Le scuse accampate sono sempre state penose e pietose, tanto da non poter reggere la critica più superficiale; il motivo vero è, invece, quello di ...ridurre le nascite.

Cerchiamo di capire perché.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:46
Se un giovane vuole sposarsi, ma non lavora ancora... semplicemente non si sposerà. Rinviando il matrimonio, rinvierà anche la nascita della sua eventuale prole.

E' vero, se avesse deciso di far solo due figli, il problema si porrebbe in maniera abbastanza limitata, ma ai nostri oppressori interessano le statistiche... A loro interessa la media. Ed, in media, è ovvio che, sposarsi a trent'anni invece che a venti, implica il procreare di meno...

Dopo aver capito il perché, ingegnamoci anche a capire COME tutto ciò accade.

Pochi anni prima che mi diplomassi, per diventare "ragioniere commercialista" era sufficiente pagare un obolo. Una tassa pagata bastava ad esercitare la libera professione fra i commercialisti. Sia chiaro che un ragioniere commercialista può fare quasi tutto ciò che permette di fare il titolo di dottore commercialista. Poi introdussero l'obbligo del "praticantato", che durava due anni, poi, se non erro, imposero l'esame di stato. Quest'ultimo, di anno in anno, divenne più difficile.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:46
L'anno prima che mi laureai, era sufficiente conseguire il dottorato in economia per esercitare la libera professione; oltre, ovviamente, a pagare la solita tassa. Quando conseguii il dottorato in economia, invece, se avessi voluto esercitare la libera professione, avrei dovuto fare un praticantato di ben TRE ANNI e, dopo, superare un esame di stato. Inutile dire che l'esame di stato non era certo facile da superare... ove mai fossi stato bocciato all'esame di stato, avrei potuto ripeterlo solo sei mesi dopo...

Pochi anni fa, per diventare puericultrice, bastava, dopo la terza media, frequentare un corso triennale... ora ci vuole ...la LAUREA! La stessa cosa dicasi per gli infermieri, per le maestre d'asilo e per quelle delle lementari...

Fra poco, non mi meraviglierei se imponessero agli spazzini, per esercitare la loro professione, una bella laurea in ecologia... con tanto di 25 esami, ivi compreso quello d'inglese e d'informatica!

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:47
Ma ci pensate?! Per far giocare i bambini dell'asilo, ora bisogna prendersi una laurea triennale?! Per tenere i conti delle salumerie ora bisogna conseguire una laurea quinquennale, un praticantato triennale, e superare un esame di stato???!!!

Siccome un mio intimo amico si deve ancora laureare, conosco dati di prima mano su quel che comporta la recente "riforma universitaria", varata dall'Unione Europea.

Con detta riforma la laurea in Economia e Commercio, si scinde in "Laurea di primo livello", che è triennale, e laurea "specialistica", che può essere conseguita solo dopo la suddetta laurea di primo livello. Al momento in cui scrivo (02/09/2003 a. D.) i corsi del biennio di "specializzazione" non sono nemmeno stati definiti...

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:47
Ai ragazzi era stata raccontata la bufala che, con la laurea di primo livello, si sarebbe comunque potuto lavorare. Ma, la triste realtà vuole che essa corrisponde ad una specie di ...titolo nobiliare...

Il "titolo di studio" della laurea di primo livello equivale al titolo di marchese o di barone... NON HA NESSUNA SPEDIBILITA' NEL MONDO DEL LAVORO. Non si può esercitare la libera professione (quando prima, lo ricordo, bastava la quinta ragioneria); non si possono fare i concorsi per laureati (quelli per il "livello D"); non si può fare né più né meno di quello che si sarebbe potuto fare col diploma di scuola media superiore.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:47
Quindi, per essere laureati davvero, si necessita della laurea "di secondo livello"; quella "specialistica". Ma come?! Si fa la riforma PRIMA di istituire i nuovi misteriosi "bienni di specializzazione"???!!! Se si fosse realmente puntato ad una maggiore qualificazione degli studenti, si sarebbe dovuto PRIMA stabilire come li si sarebbe dovuti meglio qualificare, e solo dopo si sarebbe dovuto mettere sul loro groppone il carico della riforma. O no?!

Figuratevi che la riforma veniva propagandata come "un mezzo per abbreviare il corso di studi degli studenti che altrimenti avrebbero scelto di entrare nel mondo del lavoro subito dopo la maturità"(!!!). Insomma, per evitare che un uomo si realizzasse nel mondo del lavoro a vent'anni, lo si ingannava dicendogli di prendersi la laurea di primo livello che era facile da raggiungere e ponendolo, poi, difronte al fatto compiuto: O TI PRENDI LA "SPECIALIZZAZIONE" O PERDI TUTTI I SACRIFICI FATTI FINO AD ORA!

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:47
Unitamente a queste riforme, così distruttive per la vita di un giovane, ve ne sono state altre, forse ancor più perfide, anche se meno distruttive.

Ogni corso di laurea prevede esami di lingua straniera e di informatica. Ora vorrei sapere a quale giurista possa mai interessare la conoscenza dell'inglese nell'ambito professionale...

Così come vorrei sapere la programmazione fortran a quale economista possa mai interessare...

I corsi di laurea vengono artatamente gonfiati ed appesantiti, fino all'inverosimile. Solo l'incredibile remissività degli studenti fa si che il sistema possa continuare a funzionare senza intoppi. Oggi come oggi, purtroppo, i pochi studenti "ribelli", sanno esserlo solo nelle acconciature dei loro capelli...

La politica del lavoro ha poi toccato anche le ...CASERME...

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:48
Una volta, a sedici anni, si poteva entrare nell'esercito come volontario. Si veniva pagati poco e male, ma, soprattutto ai ragazzi del sud del nostro paese, quel denaro poteva fare comodo. Molti si sono sistemati economicamente così. Oggi questo non è più possibile: bisogna attendere a diciotto anni...

La scuola dell'obbligo presto sarà anch'essa estesa fino al limite massimo possibile: la maggiore età... Non sarà possibile estenderla ulteriormente solo per il fatto che, oltre i diciotto anni, i genitori non potrebbero più essere considerati penalmente responsabili per l'eventuale "abbandono scolastico" dei figli...

Mentre si fa il possibile e l'impossibile per allontanare l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, si fa di più e di peggio per trattenere fino a cent'anni il lavoratore anziano nell'impresa.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:48
Gli schiavi devono essere sfruttati fino in fondo, gli si deve togliere la liquidazione, gli si deve ridurre la pensione ai minimi termini, obbligandoli, di fatto, a restare in fabbrica fino a quando la salute glielo consente.

In questo modo il regime ottiene due grandi benefici. Innanzitutto, se si preferisce il lavoratore anziano a quello giovane, ovviamente, la prolificità di un popolo diminuirà; ma si riuscirà anche a fare una seconda cosa: far "quadrare i conti".

Quando studiai la disciplina chiamata "Scienza delle Finanze", imparai che il nostro sistema previdenziale non si basa sulla "capitalizzazione del risparmio", bensì su dei semplici "trasferimenti". Traducendo per i non addetti ai lavori, questo significa che, quando un lavoratore versa i suoi contributi, questi ultimi non vengono investiti e fatti fruttare, per poi restituirglieli sotto forma di pensione una volta raggiunti i limiti di età. No! Neanche per sogno! I contributi che, ogni mese, il lavoratore versa all'ente previdenziale (quasi sempre l'INPS), vengono semplicemente TRASFERITI, insomma, DATI ai pensionati... Le pensioni vengono pagate prendendo i soldi dai contributi previdenziali obbligatori che ogni lavoratore deve versare.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:48
Ora, se il numero dei lavoratori diminuisce a causa del fatto che non nasce più nessuno, e questo soprattutto nelle regioni più prospere del nostro paese, quelle dove la disoccupazione praticamente non esiste, mi sapreste dire ...DA DOVE MAI DOVREBBERO VENIRE I SOLDI PER LE PENSIONI?!

Se i soldi vengono trasferiti da chi lavora ai pensionati, ed il numero dei lavoratori si riduce per via della denatalità, come sarà possibile pagare la pensione a tutti?! Bisognerà per forza farli andare in pensione poco prima che tirino le cuoia! Magari uno o due anni prima, in media...

Già, la MEDIA, l'unica cosa che interessa alla lobby...

I nostri aguzzini invisibili hanno pensato proprio a tutto: pur di non farci morire di fame, a causa del fatto che non ci sarà chi potrà garantirci la pensione, ci tengono a lavorare fino a settant'anni, ovvero fino a due anni prima che, statisticamente parlando, andremo al cimitero.

(...CONTINUA)

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:48
CONCLUSIONI (ad uso dei Credenti)
Affidiamo a Dio, Padre Onnipotente il nostro saggio, che, PER LA SUA MAGGIOR GLORIA, fu scritto.

Esclusivamente a Cristo, Via VERITA' e Vita, attribuiamo il merito della redazione di queste pagine, nostri possono essere solo gli errori.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:49
NOTE:
1)Gran parte degli argomenti di questo paragrafo sono stati già trattati nell'opuscolo inerente i messaggi subliminali e le tecniche di convincimento occulto nella musica.

2) Il poeta infatti cantava: <>(Dante. Paradiso V° canto, 76-81).

3) L'articolo in questione, datato 19 Luglio 2001 a. D. è tratto dall'autorevole sito www.ilnuovo.it al seguente indirizzo: www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,63618,00.html

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:49
I gay guariscono": polemica Usa

Dall'omosessualità si guarisce. E' la conclusione di uno studio Usa intitolato 200 persone che sostengono di aver cambiato il proprio orientamento da omosessuale a eterosessuale
Articolo di Lidia Castellani

Dall'omosessualità si può guarire. A questa conclusione decisamente provocatoria è giunto uno psichiatra americano che in questi giorni ha pubblicato i risultati di uno studio intitolato "200 persone che sostengono di aver cambiato il proprio orientamento sessuale da omosessuale a eterosessuale".
Da allora il 69enne professor Robert Spitzer della rinomata Columbia University di New York ha polarizzato su di sé l'attenzione dell'opinione pubblica americana scatenando polemiche infuocate e risposte violente. Che non accennano a diminuire. <>, ha affermato, intanto, lo psichiatra distrutto dall'attenzione ininterrotta dei mass media.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:49
Possibile? Eppure il professor Spitzer con la sua tesi mette in discussione la convinzione diffusa che l'orientamento sessuale di ognuno di noi sia il risultato di una storia individuale che affondando le sue radici nell'infanzia è essenzialmente immutabile. Lo psichiatra americano è giunto alla sua discutibile conclusione dopo aver seguito un gruppo di omosessuali "fortemente motivati" che si sono sottoposti volontariamente a una terapia di conversione sessuale.

Il risultato è stato sorprendente: secondo Spitzer il 66% dei maschi e il 44% delle femmine è riuscito a edificare "una eterosessualità funzionante". Ovviamente gli oltre venti milioni (uno su dieci?!! N.d.A.) di omosessuali che vivono negli Stati Uniti sono subito scesi sul piede di guerra.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:49
Questa non è scienza ma ciarlataneria - ha tuonato David Elliot, portavoce della National Gay and Lesbian Task Force. Instancabili fioccano i comunicati stampa delle varie associazioni omosessuali e tutti ripetono all'unisono che i volontari dello psichiatra newyorkese sono un gruppo tutt'altro che rappresentativo. Anche perché il 79% dei convertiti di Spitzer, tra le motivazioni principali alla base del desiderio di cambiamento ha indicato i "conflitti religiosi" (leggasi ...FEDE N.d.A.). Una molla che scatta solo per una minoranza di omosessuali. Tra le accuse rivolte al professor Spitzer c'è anche quella, particolarmente grave, di aver pubblicato uno studio che non è politicamente corretto.

Modry
00lunedì 25 aprile 2011 07:49
Fin dall'inizio degli anni '70, infatti, l'omosessualità è stata cancellata dalla liste delle malattie riconosciute dall'Associazione degli psichiatri americani. Che senso ha volersi ostinare a curare un atteggiamento che non è patologico?

(...) Il professor Spitzer che oltre alla notorietà si è guadagnato le simpatie dei gruppi conservatori e religiosi americani non ha dubbi: <> - ha affermato davanti alle telecamere - <>.

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