Cinema

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lucaDM82
00giovedì 16 giugno 2011 13:52
Quarant'anni dopo la morte di Jim Morrison, mitico leader dei Doors, esce When you're strange, docu - film che ripercorre la storia del gruppo e la sua musica leggendaria. Diretto da Tom DiCillo e con un inedito Morgan nella parte del narratore, la pellicola uscirà nelle sale il 21 giugno e solo una settimana dopo sarà già disponibile in dvd.

In esso non sarà contenuto solo il nuovo film, ma anche la versione rimasterizzata del primo film dedicato a loro (1991), diretto da Oliver Stone con Val Kilmer nel ruolo del protagonista, intitolato per l'occasione: The Doors - 20th anniversary special edition.

Il nuovo film, oltre a concentrarsi sulla storia dei Doors, ripercorrerà anche la vicenda personale di Jim Morrison, figura tormentata e complessa la cui morte, avvenuta la notte del 3 luglio 1971, è ancora avvolta nel mistero.

Lo storico cantante venne infatti trovato privo di vita all'interno della vasca da bagno della sua abitazione, a Rue de Beautreillis (Parigi): c'è chi dice sia morto per overdose, chi per arresto cardiaco, ma di fatto sul suo corpo non fu mai eseguita l'autopsia.

In occasione dell'anniversario della sua morte, il film di DiCillo verrà trasmesso anche sul canale satellitare Studio Universal, dove sarà possibile vederlo il prossimo 3 luglio: nella pellicola saranno mostrate immagini inedite di Jim Morrison, mentre viene ripreso dietro le quinte di alcuni concerti e, naturalmente, verranno citate anche alcune delle sue numerosi frasi e riflessioni che, per la profondità dei loro concetti, sono passate alla storia con lui.
Sound72
00martedì 21 giugno 2011 17:00
Vasco a Morgan, cosa non si fa per popolarità
Dopo querelle con Liga, nuovo scontro a distanza per il rocker di Zocca



ROMA - "Il doppiatore di Johnny Depp?...Ma sì è lui...Morgan degli U2, quello che di concerti a San Siro se ne intende, altroché...!! Poverinoo...per un barlume di popolarità...cosa non si fa": così Vasco Rossi dalla sua pagina di Facebook risponde a Morgan che ieri, alla presentazione del docu-film di Tom DiCillo sui Doors 'When you're strangé, di cui Morgan è voce narrante, ha detto che Vasco Rossi "artisticamente è morto a 27 anni".

Marco Castoldi, in arte Morgan, durante la conferenza stampa del film ha risposto alla domanda di una giornalista sulle affermazioni di Vasco Rossi che, sui propri eccessi, avrebbe detto che se fosse andato avanti in un certo modo avrebbe fatto la fine di Jim Morrison, morto a 27 anni esattamente come Luigi Tenco, Janis Joplin e Jimi Hendrix. E Morgan a quel punto ha detto: "Anche Vasco Rossi è morto a 27 anni, almeno artisticamente. Sono serissimo". Non è la prima volta che i due artisti si lanciano frecciatine.

Morgan aveva definito senza senso la canzone del rocker di Zocca 'Un senso' e 'violenti' i fan del Blasco. Vasco, invece, parlando del talent X Factor lo aveva definito un programma dove si parla tanto e aveva ironizzato sulla presenza di Morgan degli U2. A dire il vero, dopo la famosa intervista di Morgan a Max (che gli costò l'espulsione da Sanremo) Vasco gli aveva anche dato attestazioni di simpatia. Sembra dunque essere nata una nuova querelle tra i due musicisti, dopo il presunto litigio virtuale con Ligabue. Era nato dopo un post apparso sulla pagina di Facebook di Vasco che esortava il Liga a "mangiare ancora un po' di polenta" prima di potersi confrontare con lui. Messaggio rimosso e che l'ufficio stampa del rocker aveva spiegato essere "uno scherzo di qualcuno", "comparso improvvisamente, non scritto da Vasco e quindi erroneamente attribuito a lui
lucaDM82
00mercoledì 1 febbraio 2012 11:14
ieri ho visto un pezzo della serie di romanzo criminale 2 (non ho sky,avevo visto solo qualche spezzone della prima serie nelle repliche di mediaset)...beh,è fatto bene...però mi sembra che il film si discosti abbastanza da come sono andate le cose.
faberhood
00giovedì 2 febbraio 2012 14:10
Mundial Olvidado - Il Mondiale Dimenticato

Regia: Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni (opera prima)
Anno di produzione: 2011
Durata: 95'
Tipologia: documentario
Genere: sociale/sportivo/storico
Paese: Italia/Argentina
Produzione: Verdeoro, Docksur Producciones; in collaborazione con Rai Cinema, Rai Trade, NANOF, Cinecittà Luce
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: HD
Formato di proiezione: HD, colore e bianco/nero
Vendite Estere: Rai Trade
Titolo originale: Mundial Olvidado - Il Mondiale Dimenticato
Altri titoli: La Vera Incredibile Storia dei Mondiali di Patagonia 1942


Sinossi: “Il Mondiale del 1942 non figura in nessun libro di storia ma si giocò nella Patagonia argentina.”
(Osvaldo Soriano. Pensare con i piedi. 1995)

Il film ricostruisce le fantomatiche vicende dei Mondiali di Calcio di Patagonia 1942, mai riconosciuti dagli organi ufficiali dello sport e rimasti per decenni avvolti nella leggenda senza che se ne conoscesse il vincitore.
Il campionato fu organizzato grazie all'accanito impegno del Conte Vladimir Otz, stravagante mecenate illuminista di origini balcaniche, emigrato in Argentina negli anni '30, appassionato di calcio e faraonico collezionista, Ministro del IV Re di Patagonia in esilio a Parigi e sedicente amico personale del fondatore della Fifa Jules Rimet.
La storia si apre con il ritrovamento di un misterioso scheletro con la macchina da presa negli scavi paleontologici di Villa El Chocon, in Argentina... (continua). Le indagini svelano che i resti umani appartengono a Guillermo Sandrini, cineoperatore argentino di origini italiane, ex fotografo di matrimoni e inventore per hobby, ingaggiato per "filmare il Mundial in modo memorabile e rivoluzionario" (da una lettera del Conte Otz a Jules Rimet), sulle orme delle sperimentazioni formali e tecnologiche di Leni Riefensthal (che si dice avesse rifiutato l'incarico). La bobina contenuta nella macchina da presa di Sandrini promette di svelare la verità sul risultato della finale del Mundial dimenticato.
Girato tra Argentina, Inghilterra, Germania, Italia e Brasile, il film è un racconto corale condotto nello stile di un documentario classico. Il più esperto ricercatore del Mundial 1942, il giornalista argentino Sergio Levinsky fa da guida in un'inchiesta che attraversa l’America Latina e l’Europa, fino agli archivi di Cinecittà Luce di Roma, dove sono stati trovati alcune delle sequenze più significative della delicata ricostruzione. Le suggestioni di immagini d’archivio inedite e spettacolari e di una ricca documentazione (fotografie, giornali locali, lettere, diari privati) si alternano a numerose interviste che coinvolgono i pochi testimoni viventi delle vicende e personalità della cultura e del calcio (Gary Lineker, Joao Havelange, Darwin Pastorin, Pierre Lanfranchi, Osvaldo Bayer, Victor Hugo Morales).
Dal racconto emerge un caleidoscopio di vicende in cui la memoria si fa leggenda. Un crogiuolo di genti alle prese con la costruzione di una grande diga in mezzo al deserto della Patagonia. Un mecenate visionario animato dallo spirito di Voltaire e dall’ostinazione di Don Chisciotte. Una fotografa ebrea dalla bellezza magnetica, in fuga dal Terzo Reich. Un infallibile centravanti tedesco con gli occhiali. Un arbitro con la pistola. Un portiere mapuche che ipnotizza gli avversari. Dodici minatori, ingegneri ed ex cercatori d'oro, soldati nazisti e indios mapuches, acrobati del circo e rivoluzionari in esilio…. Mentre il mondo civilizzato è ingoiato dalla ferocia della II Guerra Mondiale.
Temi universali e intrecci sentimentali da rotocalco. Grandi valori dello sport e mitologie infantili.
L’anima invincibile del calcio romantico si fa beffe dello sport ufficiale asservito alla propaganda dei regimi nazifascisti del primo Novecento, e consuma la sua scanzonata vendetta sul calcio mercificato degli anni duemila.

Ambientazione: Argentina / Inghilterra / Germania / Italia / Brasile

"Mundial Olvidado - Il Mondiale Dimenticato" è stato sostenuto da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC): 200.000 euro (Delibera Riunione 03/12/2010 - Opere Prime e Seconde)
Roma & Lazio Film Commission
Comune di Milano
Regione Lazio
Ministero degli Affari Esteri
Istituto di Cultura Italiano di Buenos Aires


Libro sul film "Mundial Olvidado - Il Mondiale Dimenticato":
"Pensare con i Piedi"
di Osvaldo Soriano, 216 pp, Einaudi, collana Tascabili



giove(R)
00giovedì 2 febbraio 2012 15:13
Re:
Sound72, 21/06/2011 17.00:

"Anche Vasco Rossi è morto a 27 anni, almeno artisticamente. Sono serissimo".




beh però più o meno è vero.
Sound72
00lunedì 9 luglio 2012 17:51
è morto Ernest Borgnine, grande caratterista..Il Mucchio selvaggio e Quella sporca dozzina su tutti..ma anche il tassista di 1997 fuga da New York..beh cmq 95 anni se l'è vissuta bene e sempre ad alti livelli..
ShearerWHC
00lunedì 8 ottobre 2012 18:38
Un paio di consigli documentaristici/sportivi:

-The two Escobars:
documentario ESPN (della serie "30 for 30", grande iniziativa per i loro 30 anni, sono 30 documentari di grandi registi su vicende sportive particolari, specialmente legate al mondo degli sport americani), purtroppo si trova solo in inglese e senza sottotitoli, comunque è abbastanza comprensibile anche perchè è parlato spesso in spagnolo o in inglese comprensibilissimo. Parla del boom del calcio colombiano tra fine anni '80 e metà anni '90, sostenuto dal potere dei cartelli, in particolare con i paralleli tra la vita di Pablo e quella di Andres Escobar. Sinceramente una storia davvero agghiacciante, con molte testimonianze di giocatori (Asprilla, Valderrama e compagnia), narcotrafficanti e politici dell'epoca

-Being: Liverpool
serie TV della Fox che sta andando in onda quest'anno, segue passo passo la stagione del Liverpool (una puntata credo ogni settimana, durata 45 minuti), senza filtri di sorta, mostrando (con buona regia, non da reality) la vita sul campo, nello spogliatoio, negli uffici e a casa di giocatori e manager. Il narratore è Clive Owen
BeautifulLoser
00lunedì 8 ottobre 2012 19:59
Re:
ShearerWHC, 10/8/2012 6:38 PM:

Un paio di consigli documentaristici/sportivi:

-The two Escobars:
documentario ESPN (della serie "30 for 30", grande iniziativa per i loro 30 anni, sono 30 documentari di grandi registi su vicende sportive particolari, specialmente legate al mondo degli sport americani), purtroppo si trova solo in inglese e senza sottotitoli, comunque è abbastanza comprensibile anche perchè è parlato spesso in spagnolo o in inglese comprensibilissimo. Parla del boom del calcio colombiano tra fine anni '80 e metà anni '90, sostenuto dal potere dei cartelli, in particolare con i paralleli tra la vita di Pablo e quella di Andres Escobar. Sinceramente una storia davvero agghiacciante, con molte testimonianze di giocatori (Asprilla, Valderrama e compagnia), narcotrafficanti e politici dell'epoca

-Being: Liverpool
serie TV della Fox che sta andando in onda quest'anno, segue passo passo la stagione del Liverpool (una puntata credo ogni settimana, durata 45 minuti), senza filtri di sorta, mostrando (con buona regia, non da reality) la vita sul campo, nello spogliatoio, negli uffici e a casa di giocatori e manager. Il narratore è Clive Owen




[SM=g8861]
Sound72
00domenica 2 dicembre 2012 11:41
Re:
chiefjoseph, 13/10/2010 13:50:

pure nei panni di sante cirinnà ne la piovra(la prima) veramente bravissimo...il migliore attore secondo me insieme a françois perier ( avv.terrasini) di quella prima serie...



ho preso il cofanetto della prima serie nice price ad una bancarella..quando la passarono in tv l'assassinio di Di Maria al bar fu uno shock!

A novembre su sky hanno trasmesso anche la serie tv de Il Mondo senza fine di Ken Follett, il seguito dei Pilastri della terra..a differenza del libro questa mi è sembrata superiore alla precedente serie.
Sound72
00venerdì 11 gennaio 2013 10:32


R.I.P.
BeautifulLoser
00sabato 12 gennaio 2013 11:22
premesso che mi piacciono i film di tarantino e che conosco le sue posizioni sul tema della violenza nei suoi film, questo è un esempio piuttosto carino di come un giornalista dovrebbe insistere durante un'intervista.

video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/tarantino-da-in-escandescenze-al-giornalista-non-sono-tuo-schiavo/11590...
Sound72
00mercoledì 16 gennaio 2013 17:52
gossip.fanpage.it/e-morto-gerard-depardieu-cosi-i-francesi-si-vendicano-del-loro-e...

E’ morto Gerard Depardieu”, così i francesi si vendicano del loro ex idolo

Non si placa la polemica in Francia per aver lasciato il paese d’origine ed essersi trasferito in Belgio. Il gesto di trasferirsi in seguito ad un regime fiscale finanziario troppo oneroso per i suoi redditi ha generato una discussione interna, che ha coinvolto sostenitori e detrattori, dai politici a chi si è sentito genuinamente tradito da Depardieu, da sempre simbolo del cinema e stile di vita francese. Ha restituito il passaporto, come emblema della sua rabbia per l’ipertassazione a cui era sottoposto e da vero cittadino europeo si è trasferito in Belgio, a Néchin, paesino famoso per il regime fiscale agevolato che applica ai ricchi espatriati. Accolto come una sorta di “eroe” da Putin che gli ha donato la cittadinanza russa, l’attore aveva da poco acquisito anche la patente belga. La sua esposizione mediatica in tal senso è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Troppo, per un popolo ferito che si è “vendicato” così: il settimanale di cultura “Les Inrockubtibles” lo ha sbattuto in copertina con tanto di epitaffio.
Il 2013 è stato l’anno in cui Depardieu è morto, almeno “concettualmente” nel cuore di un popolo che lo ha sempre amato e apprezzato, nonostante il carattere non facilissimo, perdonandogli gli episodi di guida in stato di ebrezza e tante altre “marachelle”. Ma adesso che non si sente più francese, e che a tutti gli effetti non lo è più, ecco che i suoi ex connazionali possono vendicarsi. In un sondaggio condotto da “Le Parisien” non molti giorni fa, il 63% dei cittadini della Francia pensa che il trasferimento sia stato un errore e, dato più allarmante, il 57% ha ormai una cattiva immagine dell’attore. A completare l’opera, Inrocks che ha diffuso l’epitaffio choc. Volendo essere precisi, i giornalisti hanno sostenuto che a parer loro è la carriera di Gerard ad essere finita nel 2013 ma in fondo la loro è stato una sorta di manifestazione di amore in controtendenza. Amano l’artista, infatti hanno affermato:

Sarebbe diventato l’artista che era quest’uomo? Sarebbe divenuto quel tipo di uomo se non fosse stato l’artista che è stato? Noi di Inrock amiamo Depardieu, l’attore. Il genio. Amiamo Gégé! Glielo vogliamo dire oggi, malgrado il nostro malcontento di fronte al suo gesto. Perché è sempre meglio ricordare le cose buone… Aiuta a rimpiangerle

BeautifulLoser
00mercoledì 16 gennaio 2013 19:32
ufff! per un attimo ho creduto fosse veramente morto! [SM=g27995]

comunque les inrocks è una rivista cult. fatta molto, molto bene. l'ho avuta in abbonamento per parecchi anni. molto belli anche i cd che allegano tre quattro volte all'anno.
BeautifulLoser
00lunedì 18 febbraio 2013 20:27
questo video andrebbe bene anche nel thread su dio ma non voglio esagerare con la blasfemia [SM=x2478856]

christoph waltz è un grande.

eccovi "djesus uncrossed"


Sound72
00domenica 3 marzo 2013 13:18






un grande davvero.. [SM=g10633]
BeautifulLoser
00domenica 3 marzo 2013 20:44
Re:
Sound72, 3/3/2013 1:18 PM:



un grande davvero.. [SM=g10633]




è vero.
uno dei grandi compositori italiani per il cinema!
poi la coincidenza di "manna li mejo grilli pe fa' cri cri" fa parecchio ridere...
Sound72
00venerdì 8 marzo 2013 14:44



e pure Damiani..rip..
chiefjoseph
00sabato 9 marzo 2013 01:05
come dimenticare



rip
Sound72
00sabato 9 marzo 2013 10:28
gran finale di puntata!
Michele Placido ha detto :" Gli devo tutto.."..
lucaDM82
00venerdì 4 ottobre 2013 22:15
Gemma al soccorritore: «Una moto
mi ha costretto a sterzare di colpo»
Nuova ricostruzione dell’incidente costato la vita ll’attore. Rintracciato dai vigili un uomo che dopo lo scontro aveva dato l'allarme



CERVETERI - «Ho sterzato di colpo per evitare una moto». È una delle ultime frasi dette da Giuliano Gemma a un amico che lo stava soccorrendo: poco più di un’ora dopo l’attore è morto per le conseguenze dello scontro frontale all'incrocio di Cerveteri tra via del Sasso e via Zambra. Una moto nello scenario dell’incidente costato la vita all’attore? Anche l'altro conducente ha riferito di aver sentito Gemma pronunciare quella frase, riportata alla polizia municipale che sta svolgendo le indagini su disposizione della procura di Civitavecchia. Il riserbo degli investigatori è totale: servirà ancora tempo per ricostruire la dinamica dello scontro tra la Toyota Yaris blu guidata da Gemma e la Bmw station wagon, al cui volante c'era un militare e il figlio di pochi anni. Ad ogni pare accertato che un motociclista abbia effettivamente attraversato quell’incrocio in quei momenti: non ci sarebbe stato alcun impatto con le vetture e inoltre l’uomo si è fermato qualche metro più avanti chiamando anche i soccorsi. Le due auto al momento si trovano sotto sequestro penale.

LA CINTURA
Sempre secondo i primi rilievi nell’abitacolo della Toyota, dove sono stati trovati gli airbag esplosi, Gemma non aveva la cintura di sicurezza allacciata. Le cause del decesso si sapranno tuttavia soltanto dopo l’autopsia che sarà effettuata oggi a Civitavecchia.

LA POLEMICA
Intanto non si placano le polemiche sui soccorsi in via del Sasso. Gli amici, i testimoni, ai quali si è aggiunta la vedova Baba Richerme, hanno raccontato che l'ambulanza, con a bordo Gemma, è rimasta ferma a lungo posto prima di muoversi in direzione dell'ospedale San Paolo di Civitavecchia. L'Azienda Regionale Emergenza Sanitaria spiega: «Un’ambulanza - informa la direzione generale - e un'automedica sono arrivate dopo dieci minuti dalla chiamata, a quei mezzi si è aggiunta un'altra ambulanza dopo pochi minuti. Il personale specializzato ha provveduto a valutare clinicamente tutti i pazienti coinvolti e li ha stabilizzati per renderne idoneo il trasporto in ospedale. Giuliano Gemma è stato estratto dall'auto con gli opportuni presidi e le giuste tecniche di esecuzione, è stato immobilizzato su tavola spinale, gli è stato apposto un collare cervicale e preso un accesso venoso. Tali operazioni richiedono tempo e questo tempo non è perso».

LE AMBULANZE
L'Ares 118 Lazio prosegue nella nota. «Un corretto trattamento sanitario del paziente e una sua idonea stabilizzazione, soprattutto in caso di trauma, sono indispensabili per cercare di salvargli la vita e scongiurare l'insorgenza di future conseguenze invalidanti».

I FUNERALI
I funerali di Giuliano Gemma si terranno lunedì prossimo a Santa Maria dei Miracoli in piazza del Popolo a Roma. Domenica invece è prevista la camera ardente allestita, dalle 10 alle 19, nella sala della Protomoteca del Campidoglio in Comune. Tutta Cerveteri è ancora in lutto per la scomparsa del grande attore.

«Era uno di noi - dicono in tanti nelle vie del centro cittadino - una persona semplice, gentile e sempre sorridente».
-------------------



mi dispiace molto per questo epilogo tragico,gemma mi ha sempre fatto un'ottima impressione,un personaggio positivo.Non meritava una fine cosi'.Rip. [SM=g27992]
Sound72
00giovedì 6 febbraio 2014 22:34
La breve vita di Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman, che è morto domenica 2 febbraio a 46 anni, era stato negli ultimi due decenni uno degli attori americani più ammirati e di successo, con parti importanti in tantissimi film di qualità. Il New York Times lo aveva definito più volte “uno dei migliori attori della sua generazione” e si tratta di un’opinione piuttosto condivisa e poco discussa: era uno di quei pochi attori in grado di attrarre da solo interesse e curiosità riguardo un film – BBC dice oggi che “elevava qualsiasi film in cui recitasse” – e con una faccia e una persona inconfondibili. Aveva vinto un premio Oscar come attore protagonista, era stato nominato tre volte come miglior attore non protagonista e aveva vinto moltissimi altri premi, ma i premi raccontano solo un pezzo della sua carriera: ha avuto ruoli importanti anche in film per cui non ne ottenne – Quasi famosi, Moneyball, per dirne uno caro al Post, o La 25esima ora – ma che comunque sono memorabili.
Hoffman stava da molti anni insieme a Mimi O’Donnell, una costumista che aveva conosciuto nel 1999 mentre lavoravano insieme a uno spettacolo teatrale. Avevano tre figli: Cooper Alexander, 10 anni; Tallulah, 7 anni; e Willa, 5 anni. Hoffman era nato a Fairport, New York: sua madre era magistrato e attivista per i diritti civili, suo padre un dirigente della Xerox, aveva due sorelle e un fratello. Faceva teatro e cinema da una vita: aveva studiato alla Tisch School of the Arts a New York e aveva cominciato già da ventenne a ottenere piccole parti. E leggeva moltissimo, come aveva raccontato in una lunga intervista del 2004 con The Believer: i corridoi di casa sua sono pieni di libri “e come moltissimi lettori, ha la tendenza a non finire i libri che inizia, distratto dal lavoro o più spesso da altri libri”. Aveva una voce cavernosa da ex fumatore e una grossa risata, e ha sempre avuto una corporatura robusta – “noi Hoffman siamo fatti così”, aveva detto a Esquire nel 2012.
Il primo film a renderlo famoso nel mondo è stato probabilmente Il talento di Mr. Ripley, nel 1999, ma prima aveva già avuto ruoli apprezzati in Magnolia (“è uno dei migliori film che abbia mai visto e lo difenderò fino alla morte”, ha detto una volta), Flawless e Happiness, e parti minori in film importanti come Il grande Lebowski, Boogie Nights e Scent of a Woman, remake del Profumo di donna di Dino Risi. Dal 1999 in poi aveva ottenuto diversi ruoli importanti e con grandi registi, anche se raramente gli capitava di essere il protagonista unico del film: La 25esima ora con Spike Lee, Onora il padre e la madre con Sidney Lumet, La guerra di Charlie Wilson con Mike Nichols (e scritto da Aaron Sorkin), Il Dubbio con John Patrick Shanley, Synecdoche, New York con Charlie Kaufman, Le idi di marzo con George Clooney, The Master con Paul Thomas Anderson. Il suo film più importante e famoso è però probabilmente Capote, uscito nel 2005, nel quale interpretava lo scrittore Truman Capote: vinse una montagna di premi, tra cui il premio Oscar per il miglior attore.
Hoffman negli anni aveva continuato anche a lavorare a teatro – pensava fosse l’attività artistica più “onerosa” emotivamente – e nel 2010 aveva diretto il suo primo film, Jack Goes Boating, che non è mai arrivato in Italia e anche negli Stati Uniti uscì in pochissime sale, ma che fu apprezzato dalla critica. Negli ultimi anni aveva avuto un ruolo secondario dei film della serie The Hunger Games, di cui sono ancora in corso le riprese del quarto film (le riprese del terzo film, che uscirà nel 2015, sono invece concluse). I suoi ultimi film da attore sono stati God’s Pocket, nel quale Hoffman recita insieme con Richard Jenkins, Christina Hendricks e John Turturro, e A Most Wanted Man, basato su un romanzo di John le Carré, in cui recita con Rachel McAdams, Robin Wright, Willem Dafoe e Daniel Brühl. Entrambi sono stati presentati pochi giorni fa al Sundance Film Festival – qui c’è un’intervista con Hoffman girata durante il festival – e usciranno nelle prossime settimane.
Stando a quello che riportano le testate statunitensi, Hoffman è morto di overdose nel suo appartamento. Lo scorso maggio aveva detto di essersi fatto ricoverare in un centro di riabilitazione per via di una dipendenza da eroina: aveva spiegato al sito TMZ di aver sviluppato una dipendenza da un farmaco e che da lì era passato poi di nuovo all’eroina, e dopo una settimana si era fatto ricoverare. Hoffman aveva avuto già problemi con la droga da ragazzo: aveva raccontato quel periodo in un’intervista televisiva nel 2006, dicendo che «il problema era la droga, era l’alcool, era qualsiasi cosa su cui riuscissi a mettere le mani… mi piaceva tutto». Si fece ricoverare subito dopo essersi laureato e da allora era rimasto “pulito”, fino al 2013.
Nell’intervista del 2012 a Esquire aveva spiegato come si considerasse fortunato per il fatto che per la gran parte della sua carriera non fosse stato un attore “da copertina”, popolarissimo come altri grandi attori americani:
«Ci penso spesso. Credo che oggi sia meno vero di un tempo, più invecchio e più perdo il mio “anonimato”. Penso che sia perché oggi per le persone è molto più facile vedere tutto. Negli ultimi cinque anni le nostre foto – le mie, le tue, quelle di tutti – sono finite ovunque. Non è che le persone guardano più film, è che le immagini sono ovunque. Per gli attori più giovani sarà sempre più difficile mantenere un profilo basso. E questo anzi non vale solo per gli attori, vale per tutti»

www.ilpost.it/2014/02/02/philip-seymour-hoffman-foto-video/


RIP..in questi giorni stanno passando alcuni film sulla rai..veramente grandi interperetazioni.


Cmq è vera la somiglianza con Fallica [SM=g27991]

lucaDM82
00giovedì 6 febbraio 2014 22:55
me lo ricordo ne "la 25esima ora" con norton.rip.
lucolas999
00venerdì 7 febbraio 2014 09:24
Sì l'altra srea l'ho rivistoo in Truman Capote, veramente bravo.
Se sacrifichiamo 2 o 3 cast dei film di Vanzina e Moccia lo riportiamo in vita ?
jandileida23
00venerdì 7 febbraio 2014 13:39
Era proprio un grande attore: a me piacque tanto anche in Hollywood Vermont.

giove(R)
00martedì 11 febbraio 2014 11:49
a me sembra che ci siano un sacco di attori che sembrano bravi solo perchè hanno una certa faccia talmente espressiva, o significativa che gli basta fare sempre quella.
questo mi sembra uno di quelli.
un altro è Toni Servillo.
Sound72
00martedì 11 febbraio 2014 14:18
Re:
giove(R), 11/02/2014 11:49:

a me sembra che ci siano un sacco di attori che sembrano bravi solo perchè hanno una certa faccia talmente espressiva, o significativa che gli basta fare sempre quella.
questo mi sembra uno di quelli.
un altro è Toni Servillo.




Su Servillo posso essere d'accordo..tra Andreotti, gomorra e la grande bellezza pare piuttosto stereotipato..su Seymour Hoffman mi manca l'audio..nel senso che poi uno può essere pure influenzato da come è doppiato, che manca un tassello non da poco per dare un giudizio completo.Però se abbini l'interpretazione a quello che sei nel film, la bravura va oltre l'espressione, nel senso che poi, devi anche essere bravo a renderla efficace e dinamica .E anche poliedrico visto che poi l'ha resa simile e diversa al tempo stesso passando da film abbastanza diversi come il grande Lebovski, la 25ma ora, Truman Capote o Il dubbio.
Poi questo è un discorso un pò scivoloso, nel senso che uno potrebbe darlo per buono pure per John Wayne o Clint Eastwood ad esempio.
jandileida23
00martedì 11 febbraio 2014 14:50
Giove non me ne volere ma tra Servillo e Hoffman c'è la stessa differenza che passa tra il culo de Angela Merkel e quello de Shakira. Non confondiamo [SM=g7554] [SM=g7554]

Servillo fa un ruolo solo, con una faccia sola e con un atteggiamento solo: è pure piacevole ma ormai ha un po' scassato il cazzo.

Hoffman ha fatto una quarantina di film e in ognuno c'ha messo qualcosa di indimenticabile e di suo. Vediti "Onora il padre e la madre" che è un filmone proprio: li è proprio un grande
giove(R)
00martedì 11 febbraio 2014 15:02
si sicuramente mi manca qualche film ... dato che non sono ciò che si può definire un Grande Cinefilo.

quando mi ricapiterà un suo film ci farò caso.

quanto a Eastwood e Wayne.. beh si... e infatti io non direi mai che sono Grandi Attori.
semmai Attori Famosi che hanno fatto Bei Film.

comunque il mio attore preferito è Edward Norton, se può aiutare a capire la mia idea.
jandileida23
00martedì 11 febbraio 2014 15:06
Se ti piace Norton non ti può non piacere pure il modo in cui recitava Hoffman, fidati.
Sound72
00lunedì 28 aprile 2014 10:07



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