Bastano i conflitti d’interesse, le risse tra i giudici e il potere esecutivo, le indagini sull’inquinamento della politica per spiegare la giustizia negata ai cittadini? Il libro scritto da Massimo Martinelli (La Palude, Gremese, pp. 222, e18), un cronista del Messaggero che da anni batte i corridoi delle procure di mezza Italia, tenta di rispondere al quesito. Il risultato che ne vien fuori è la drammatica fotografia di una giustizia sgangherata, immobilizzata da assurdità, sprechi, eccessi, incomprensibili cavilli burocratici.
Tutte incongruenze documentate, come si addice al lavoro del buon cronista, che vanno a incidere soprattutto sulla pelle del cittadino indifeso, perché per i potenti c’è sempre tempo e spazio per sfuggire alle maglie giudiziarie. I «fatti» narrati, dunque, sono autentici e privi di commento, visto che la valutazione quasi sempre è contenuta in una realtà paradossale e persino tragicamente umoristica. Pensiamo ai piccoli risparmiatori vittime del crac Parmalat: un mastodontico processo (66 imputati e 35 mila parti lese), sei milioni di pagine. Se si dovesse fare una fotocopia per ognuna delle parti si dovrebbero stampare 210 miliardi di fogli. Tutto ciò per sottolineare che siamo il Paese dei maxiprocessi, per l’autore anomalia tutta italiana.
Ma la radiografia di Martinelli consegna autentici paradossi: 1600 tribunali da Pantelleria a Bolzano, ma per ottenere una sentenza civile possono trascorrere anche vent’anni. Dal 2003 al 2007 gli errori giudiziari sono costati allo Stato 213 milioni di euro, ma quasi mai il danno erariale - sottolinea Martinelli - viene contestato a chi ha sbagliato. E, a proposito di privilegi per gli operatori della giustizia, viene citata l’incredibile vicenda del giudice di Gela che in 8 anni non è riuscito a scrivere la motivazione di una sentenza di condanna per alcuni mafiosi poi liberati per scadenza dei termini di custodia cautelare. Il Csm ha impiegato anni per «licenziare» il giudice lumaca, ma soltanto dopo l’intervento scandalizzato del Capo dello Stato. E che dire di quell’altro magistrato che, in malattia, si trastullava in barca a vela? E di quello che, per una lite da parcheggio, ha tagliato le gomme dell’auto del collega? Un quadro desolante.
Eppure pochi volenterosi, come si dice, tirano la carretta in silenzio, anche se sui giornali finiscono sempre i soliti noti ormai specialisti dello scontro politico. A questi Martinelli dedica un pensiero di Indro Montanelli: «Nella Giustizia c’è un dieci per cento di autentici eroi pronti a sacrificare carriera e vita: ma sono senza voce, in un coro di gaglioffi che c’è da ringraziare Dio quando sono mossi solo da smania di protagonismo».
Autore: Massimo Martinelli
Titolo: La Palude
Edizioni: Gremese
Pagine: 222
Prezzo: 18 euro