domingo7, 15/06/2019 08.58:
(accettata la profezia di Daniele VII, perché mai escludere a priori l'esistenza di un figlio di Dio che collabora attivamente alla creazione, alla salvezza dell'uomo, al giudizio finale ed alla gloria del Padre magari pure sullo stesso trono ?)
Credo, Domingo, che prima di accettare la profezia di Daniele 7:13-14 gli ebrei dovrebbero accettare quella di Isaia 53 e non identificare il Servo sofferente con Israele, per non parlare della profezia di Isaia 9:6-7 (non mi risulta infatti che gli ebrei, a tutt' oggi, attribuiscano quei titoli al re Messianico).
Però è proprio quest' ultima profezia che dovrebbe far riflettere anche i cristiani, oltre che gli ebrei.
Infatti quel passo - che la tradizione cristiana attribuisce al Messia - testimonia che il re Messianico può essere definito "Dio" così come "Padre eterno" senza che quei titoli vadano a creare problemi di ordine ontologico e senza uscire dal solco del giudaismo biblico (non parlo ovviamente dell' interpretazione rabbinica...).
E' questa la strada che noi cristiani testimoni di Geova seguiamo: anche per ciò che concerne il trono e il fatto che l' Agnello stia sul trono di Dio, lo leggiamo alla luce di 1 Corinti 15:24-28: il re messianico avrà il potere reale fino a che non eliminerà l' ultimo nemico, la morte.
Poi, una volta sottoposte al Figlio tutte le cose, consegnerà il Regno al suo Dio e Padre, si sottometterà al Suo Dio e Padre e Dio sarà tutto in tutti.
In sostanza,
il nostro rifiuto non è della divinità di Cristo (Gesù è Dio Potente e il Logos è theos), ma della trinità immanente per cui il Figlio è Dio Onnipotente perché procede immanentemente dal Padre per generazione (eterna), processione in cui vi è la trasmissione della stessa sostanza.
E' questa costruzione artificiale che noi rifiutiamo.
[Modificato da Aquila-58 15/06/2019 09:48]