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L'angolo della musica by .Neon.

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2006 09:08
09/09/2005 10:22
 
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Violenta? Finalmente!
Sono in trepidante attesa.
09/09/2005 17:00
 
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Rammstein - Reise Reise
…e violenza sia! I Rammstein, una delle band tedesche più famose al mondo, dopo lo spettacolare Mutter, danno alla luce una nuova creatura diabolica, Reise reise. Per chi non lo sapesse, i Rammstein sono uno dei pochi gruppi europei (senza contare il Regno Unito) ad essersi affermati negli States, conquistandosi l’ammirazione di gruppi come i Korn che nel ’94 li vollero di spalla nel loro Valutes Family Tour, insieme a Orgy e Limp Bizkit. Il nuovo album (ormai non più nuovo, visto che è passato quasi un anno [SM=g27990] ) dà una prova ulteriore del dinamismo della band: se con il precedente Mutter, un vero capolavoro, campione d’incassi negli USA , il sound era orientato molto verso quelle sonorità industrial americano (alla Ministry o Nine Inch Nails per intenderci), qui vi sono ampi richiami all’elettronica di matrice tedesca, al sinfonismo neo wagneriano, sempre strizzando l’occhio al thrash, al gothic, e ad alcune procedure elettro wave. Alla potenza inaudita del primo singolo estratto, Mein teil, si affianca una canzone strappa lacrime come Ohne Dich (Andrò tra gli abeti dove ho visto lei per l'ultima volta, la sera getta un velo sulla terra e sul sentiero sotto le somme degli alberi, il bosco diventa così nero e vuoto, oh sono io, e gli uccelli non cantano più[SM=g28000] ), il techno-industrial di Moskou si incontra col folk da strada (?) di Los. Altri brani come Amerika, ennesimo inno contro gli amministratori del mondo, Keine lust, rivendicazione del proprio ego, Amour, prima dolce poi affilata come la spada di un samurai che affonda e fa male, e la “gregoriana” Morgenstern, colpiscono per la varietà di riff, di melodie e sferzate sonore, ma al tempo stesso sono tasselli di un unico mosaico, così profondo, diretto, oscuro, perverso! Da qui deriva l’omogeneità di Reise Reise, l’album più tedesco dei Rammstein, potente, imprevedibile, romantico. Certo che la lingua tedesca, dagli accenti molto forti, potrebbe risultare per noi italiani un pò difficile da ascoltare, ma la scelta non è un caso e ben si adatta al sound della band: dagli esordi infatti i Rammstein hanno scelto la lingua madre per esprimersi. Se non avete pregiudizi del tipo "che schifo, sembrano usciti dal terzo reich" potrebbero sorprendervi e conquistarvi, altrimenti statene alla larga! [SM=g27989]

[Modificato da .Neon. 10/09/2005 15.25]

12/09/2005 13:33
 
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Tony Tammaro - The dark side of the moonezz
Dopo anni di silenzio torna il paladino della tamarraggine made in Naples, il mitico, il solo, l'ineguagliabile Tony Tammaro!
Il titolo, già tutto un programma( per chi non lo sapesse riprende in maniera parodica il capolavoro pink floydiano,the dark side of the moon), è molto evocativo: oltre ai richiami della mitica band di Oxford (pochi a dire il vero) c'è posto per la musica italiana ad "alto contenuto intellettuale" come quella di laura pausini e co. Le sonorità e le tematiche ne sono un chiaro esempio: Non chiamarmi Annarella e la classica canzone all'italiana che parla di una relazione che volge al termine perchè la moglie di lui ama Giggi D'Alessio; ò feeling è (con il rhoads in sotto fondo) è l'impossibilità di esprimere appieno il prorpio "sentimento" alla propria ragazza a causa delle madri che si intromettono nelle relazioni, Io sto cu tte è una canzone arabeggiante di un approfittatore che ha sposato una donna perchè "lo mantiene". Il capolavoro assoluto è però Supersantos, vero e proprio inno all'infazia (quale bambino in Italia non ha mai avuto il mitico pallone arancione?), reminiscenze dei bei tempi ormai trascorsi. Superlative anche Amico che compri i miei dischi, ipotetica ascesa al successo mondiale del cantante napoletano (ma ve lo immaginate?), e scarication telephone che riprende le soluzioni liriche del tormentone "Trerrote", solo che qui c'è maggior eleganza rispetto alla hit di qualche anno fa. Chiude l'album Trucida, pezzo dance con i synth tamarrissimi, cantata in romano maccheronico, ma sempre molto efficace. Sembrava spacciato il nostro Tamarrone preferito, invece è tornato alla grande e si sente! Intramontabile [SM=g27989]

[Modificato da .Neon. 13/09/2005 0.44]

13/09/2005 15:28
 
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Aspetto con ansia che qualcuno mi procuri gli ultmi due recensiti![SM=g27987]
13/09/2005 17:14
 
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Sto sentendo l'ultimo di Tony Tammaro e ho le lacrime dalle risate!!!

[Modificato da Cr@nio 13/09/2005 17.44]

13/09/2005 19:13
 
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eheheh
...supersantos, supersantos
una macchia di arancione in mezzo al blù
supersantos, supersantos
e finivi sempre dentro alla pupù

mitico sto pezzo!

[Modificato da .Neon. 27/11/2005 1.48]

13/09/2005 19:18
 
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già vi dico che con la prossima recensione tratteremo un gruppo che farà la gioia di grandi e piccini, probabilmente mezza micrec già ce l'ha, però vediamo se i pareri sono concordanti.
25/09/2005 11:56
 
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Mi dicono che sono tra i citati sulla copertina dell'ultimo demo fade out!
Grazie!
25/09/2005 12:10
 
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fade out
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dovere caro ammiraglio!
25/09/2005 15:23
 
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QUEENS OF THE STONE AGE - Lullabies to paralyze
Torna il “carrozzone” stoner guidato da Josh Homme, ormai diventato uno dei punti di riferimento del rock alternetivo. A fare compagnia al buon vecchio Josh però non ci sono “i soliti ignoti”: Nick Olivieri ha abbandonato la band per i dissidi interni, Dave Grohl invece, impegnato con i suoi Foo Fighters, non ha potuto prendere parte alle sessions; subentrano così Troy Van Leeuwen, qui al basso (lo ricordiamo alla chitarra nel primo capitolo degli A Perfect Circle) e il “ritrovato” Joey Castillo alla batteria; completano la line up Mark Lanegan e l’inseparabile Chris Goss.
Si parte con “This lullaby”, ninna nanna sussurrata da Lanegan (in quest’ album presente solo in pochi episodi) dalla durata molto breve, quasi un preludio che subito lascia spazio a “Mendication”, una specie di “Feel good hit of the summer”; “Everybody knows that you are insane” è sublime e claustrofobia, “Tangled up in plaid” è un brano dal ritmo irresistibile con reminiscenze di “Know one knows”. Insomma la prima parte dell’album è a dir poco stupefacente, carica, sporca e accattivante, dove si raggiunge l’apice con la superba “Someone’s in the wolf”.
Nella seconda parte però emergono i limiti dei nuovi Queens of the stone age: i brani non hanno lo stesso effetto di rullo compressore, non convincono, alcuni sono quasi fini a sé stessi (The blood is love), altri invece sono di una tranquillità quasi innaturale per quest’album, non che siano delle brutte canzoni, però sembrano messe lì a forza! Nemmeno la presenza di ospiti illustri come Brody Dale (Distillers), Shirley Manson (Garbage) e Billy Gibbons (ZZ-TOP) serve a risollevare questo finale d’album. Viene da chiedersi quindi perché Josh Homme abbia voluto sfornare un nuovo album in così poco tempo? In fondo il mitico Songs for the deaf risale al 2002 e le splendide Desert Sessions 9&10 sono datate 2003! Se si pensa che Lullabies for paralyze non regge il confronto con le due opere precedenti, pur contenendo alcune delle canzoni più belle mai scritte da Homme, allora non era meglio ricostruire la band in maniera più solida, in modo da poter sfornare l’ennesimo capolavoro? In fondo le premesse iniziali erano più che buone! Bastava fermarsi a riflettere un attimo per poi ripartire. Non è un cattivo album, ma sappiamo che questi ragazzi potevano fare mOOOlto di più (per chi non li conoscesse, sono vivamente consigliati i precedenti Rated R e Songs for the deaf). Un vero peccato.
26/09/2005 15:56
 
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Penso che sia perfettamente in linea con i precedenti, forse appena appena più complesso, ma niente di eccezionale.
26/09/2005 20:56
 
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beh rated R e song for the deaf sono veramente belli, io almeno li ho consumati!
27/09/2005 09:33
 
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Forse non è il mio genere.
De gustibus...
27/09/2005 11:56
 
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ma qual è il tuo genere? vediamo se possiamo fare una recensione su commissione [SM=g27988]
27/09/2005 15:49
 
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Non saprei...Faccio un po' come le ragazze quando dicono "non è il mio tipo" o come una certa persona quando dice "non è brutta, ma non mi piace".
Non ci sono album che mi hanno sorpreso particolarmente tra gli ultimi usciti, a parte Jovanotti, ma solo per quanto riguarda l'impegno civile.
Mi piacciono i System of a Down, e li hai già recensiti.

Direi che sicuramente mi piacciono i Libertines, che ne pensi?
Gli album dovrebbero essere solo 2: "Up the bracket" e "The Libertines" e pare che si siano già sciolti.
27/09/2005 19:18
 
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i libertines sono già sciolti. stando a quel poco che ho ascoltato mi sembrano sonorità già ampiamente esplorate, quindi non mi ci soffermo, poi se vuoi non mi seccherebbe ascoltarlo e vedere nei dettagli di cosa si tratta.
pensa che adesso mi hanno messo ad ascoltare Madonna (!), quindi... sono pronto a qualsiasi test!
30/09/2005 12:46
 
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OffLaga Disco Pax - Socialismo tascabile
In provincia di Reggio Emilia c’è un paesino di nome Cavriago capace di dare i natali a Orietta Berti e, contemporaneamente, ospitare con fierezza il busto di Lenin. In questo contesto si muovono gli OffLaga Disco Pax, trio che fonde new wave, post-rock ed elettronica, figli della musica di Massimo Volume e CCCP: le loro storie narrano di ricordi militanti e di “resistenza alla democrazia dei sentimenti”. La track list del disco contiene titoli come tono “tatranky”, canto o meglio recita (perché l’album è tutto recitato) sul crollo del comunismo nell’Europa dell’Est sulle note di “Felicità” di Al Bano e Romina ascoltata in uno squallido club di Praga, “khmerRossa” ,storia d’amore tutta socialista, e “Tono metallico standard” accusa allo stereotipo dell’indie snob.
Non sono il solito gruppo da propaganda (come invece potrebbe sembrare), negli OffLaga Disco Pax c’è la consapevolezza delle contraddizioni che le ideologie si portano a spasso, rendendo tutto molto fragile e rarefatto.
Socialismo Tascabile è certamente un esperimento interessante, nuovo per certi versi, se non altro coraggioso per i suoi presupposti: parlare di socialismo di questi tempi senza cadere nei soliti concetti triti e ritriti non è cosa da poco. Il problema è che questo è un lavoro destinato ad un pubblico di pochi eletti, c’è un’interpretazione da dover fare, ci sono molte sottigliezze da cogliere, insomma non è l’album da primo impatto. Inoltre bisogna stare attenti alle innovazioni che sono sempre un’arma a doppio taglio: se da un lato sono il motore dell’arte che progredisce, quella in grado di rinnovarsi, si deve ammettere però che non è sempre facile toccare il cuore con tematiche e musiche così, quindi si rischia di essere totalmente snobbati, a meno che non sia una scelta della band rivolgersi ad un pubblico di nicchia. L’album è discreto, ma alla lunga potrebbe stancare.
01/10/2005 16:23
 
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Propaganda politica ai fini elettorali? [SM=g27985][SM=g27988]

[Modificato da Ammiraglio Tacca Vecchia 01/10/2005 16.24]

01/10/2005 18:30
 
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Caro lettore, gentile utente
sconfiggiamo insieme il potente!
E' il momento di dire BASTA al Berlusconismo, Cribbio! [SM=g27988]
02/10/2005 21:09
 
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