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L'angolo della musica by .Neon.

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2006 09:08
10/08/2005 11:35
 
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Visto che non ho un cazzo da fare ne approfitto per aprire la mia rubrica personale!
Qui mi divertirò a recensire per voi album di grandi artisti e non... sono ben accette anche contro recensioni.
10/08/2005 12:13
 
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.Neon.
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U2 - How to dismantle an atomic bomb
Bene cominciamo questa rubrica con un album che ha fatto tanto parlare di sè dal giorno della pubblicazione. Prima di recensire l'album è bene spendere qualche parola sulla band di Dublino:
gli u2 sono in attività dai primi anni '80, periodo in cui ci hanno regalato grandi dischi come october, war, the unforgettable fire e joshua tree; con l'inizio degli anni '90 cominciano a percorrere una via più "elettronica", fino ad approdare alla fine della decade ad un pop da classifica (anche se gli u2 nella loro carriera non hanno mai avuto problemi con le vendite). HTDAAB ripresenta in chiave un pò più rock ciò che era stato già espresso con l'album precedente: melodie facilotte camuffate dalle grandi produzioni che solo gruppi come gli u2 possono permettersi. Detto ciò passo all'analisi dell'album brano per brano.

Vertigo- il ritorno degli u2 coincide con un riff accattivante e qualche reminiscenza di october (è il primo singolo estratto): non mi convince perchè manca di quella freschezza iniziale deglia lbum degli anni '80 (boy,october,war), ha dei suoni troppo patinati, monotoni e standard. Suona già stanca ed è molto prevedibile.
Miracle Drug- bel pezzo uno dei migliori degli ultimi anni: Bono è al top, le chitarre e il basso si incastrano come pezzi del tetris, la batteria dà gli accenti giusti e contribuisce in maniera determinante al pathos generale, le tastiere danno un tocco in più. Il climax è raggiunto con l'assolo di chitarra, fantastico!
Sometimes you can't...: anche questo è un bel pezzo, quando si ha a che fare con le storie che ti segnano la vita escono le migliori canzoni! C'è qualcosa di ultraterreno che aleggia in questo brano.
Love and peace or else: che cos'è questa matassa di suoni iniziale? Se fosse impregnata di un sound più oscuro potremmo paragonarla a qualcosa dei massive attack, e invece no! gli u2 se ne escono con un rock d'altri tempi, mi ricorda personal jesus dei depeche mode, non per le note, ma per la concezione del pezzo, poi c'è quell'intermezzo che non c'entra niente e l'assolo: suvvia un pò di fantasia in più non avrebbe guastato. Pastrocchio!
City of blindig lights: è il classico pezzo che appena lo ascolti capisci che sono gli u2 di oggi, a nulla vale la tela armonica tessuta da The edge, è un brano troppo scontato strofa ritornello, bridge e ripresa del motivo inziale. Era proprio necessario riproporre quello che 15 anni fa hai fatto nettamente meglio? Meglio non pensarci...
All Because of you: toh suoni alla the edge! Che ci fanno in questo pezzo, se poi devono essere soffocati dalla scontatissima melodia che poi prende il sopravvento? Meglio non ascoltare il ritornello, quanti se ne sono sentiti in questi anni da tanti gruppi (radiohead, coldplay, travis, muse...e potremmo continuare all'infinito) che sono sì stati influenzati dagli u2, ma almeno hanno avuto il buon gusto di adottare soluzioni melodiche diverse. Come al solito i suoni da soli non bastano, manca la sostanza. Irritante!
A man and a woman: ecco finalmente un giro d'accordi interessante, diverso da quello che fanno gli u2, tuttavia non decolla, non cresce è statica alla pari di un brano di musica ambient (solo che quella ha un'altra funzione), peccato bella l'idea, poteva essere il miglior pezzo dell'album...
Crumbs from your table: all'inizio sembra qualcosa di unforgettable fire, non male la melodia, ma anche qui il pezzo è un pò statico, però qui c'è davvero un bell'arrangiamneto che lo salva in calcio d'angolo, bella la parte finale.
One step closer: che palle! il peggior pezzo dell'album, statico come nemmeno un bradipo sa essere... nemmeno il basso appena accennato e gli arpeggi di chitarra realizzano un magia, ma più che una magia servirebbe un miracolo!
Original of the species: non più della sufficienza, mi sembra sempliciotta, nel senso che troppe volte in quest'album abbiamo visto queste soluzioni(the miracle drug, someties...) sempre i classici fraseggi, faccio l'ennesimo appello all'originalità.
Yahweh[SM=g27991]k la tematica sarà pure complicata, ma le soluzioni sono ormai utilizzate fino alla noia. Tuttavia il pezzo non è male...manca quel qualcosa in più.
Fast cars (n.b. questo pezzo è incluso solo nella limited edition): è vero non sembra una canzone di quest'album ed è proprio qusto il bello,la reputo la più valida: senti il riff spagnoleggiante, gli arpeggi di matrice araba. Quando vogliono gli u2 sanno stupire e sanno fare musica diversa, peccato che non osano più di tanto
In definitiva, lo ammetto, sono un estimatore dei primi u2 perchè erano originali e freschi, non amo molto il periodo elettronico, ma ne apprezzo il coraggio, ora però sono caduti molto in basso, perchè non riescono a essere freschi e nemmeno innovativi. Se Fast Cars è stata frutto di un cazzeggiameneto (supposizione) allora che cazzeggino di più invece di fare album standard senza coraggio.
19/08/2005 14:51
 
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AFTERHOURS - Ballate per piccole iene
Il nuovo lavoro della band di punta del rock italiano è il frutto della collaborazione tra il leader, Manuel Agnelli, e Greg Dulli, pioniere della scena alternative prima negli anni '90 con i suoi Afghan whigs ormai sciolti da diversi anni, e ora con la nuova band, i twilight singer, di cui il nostro Manuel nazionale è stato tastierista nel tour conclusosi all'inizio del 2005. Ballate per piccole iene segue la scia dell'album precedente, Quello che non c'è, riproponendo quelle sonorità morbide, un pò '70s, a tratti cantautoriali, ma che al momento opportuno graffiano e fanno male, e in questo nuovo lavoro tale aspetto risulta molto più evidente. Non fatevi ingannare dall'inizio de "La sottilie linea bianca", brano simbolo degli Afterhours targati 2005, dove Manuel soffre, sussura, reaggisce, grida! Si cercano le verità nascoste di cui l’uomo ha bisogno per sopravvivere, ma bisogna lottare perché “è la fine quella più importante” , facendo molta attenzione perché “ci sono molti modi” per mentire a se stessi, di “essere il coltello ed insieme la ferita”. Canzoni di quella tristezza infinita che fa male dentro si alternano ad altre rabbiose, echi beatlesiani si fondono con un rock più sanguigno e sporco, i demoni del male sono sempre presenti, ma possono essere allontanati affermando se stessi per quello che si è.
Coprodotto da John Parish (PJ Harvey) e Hugo Race, l’album, pur presentando delle soluzioni melodiche piuttosto monotone, è sincero, sofferto e, come mai nella carriera del gruppo, omogeneo, certo non di impatto, anzi può lasciare perplessi al primo ascolto, ma poi a poco a poco, lentamente ti entra dentro, fino a che non se ne può più fare a meno, consapevoli che le debolezze espresse nell’album sono anche le nostre, e viviamo in un mondo dove “anche il sole sorge solo se conviene”.
L’album verrà pubblicato anche per il mercato statunitense cantato interamente in inglese a settembre. In bocca al lupo…ehm alla iena!
24/08/2005 16:09
 
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Subsonica - Terrestre
Dopo una breve pausa tornano i Subsonica con Terrestre, quarto lavoro in studio per una delle band di punta della musica alternative made in Italy, e mai titolo è più azzeccato per definire il nuovo sound di Samuel & Co, una nuova rotta che coincide tra l’altro con il passaggio dalla Mescal alla Emi. Svolta commerciale? Sbagliato! La band torinese appare più informa che mai, e, anche se le dosi massicce di campionatori ed effetti speciali lasciano spazio a chitarre dalla verve accattivante, suona terribilmente Subsonica, eccome! Le chitarre aggressive, ma allo stesso tempo estremamente liriche di Max camminano a braccetto con gli arrangiamenti sapienti di Boosta, sposandosi alla perfezione con lo stile vocale di Samuel che si conferma vocalist malleabile e ultra versatile, in grado di abbracciare tutto il background sonoro della band in questo lavoro decisamente rock.
Brani come Corpo a corpo, Gasoline, Vita d’altri, Amantide e Salto nel vuoto sono capi d’accusa contro la nostra società dominata da burocrati, arrampicatori sociali e ipocriti, dove la gente preferisce lasciarsi vivere piuttosto che vivere, illudersi piuttosto che aprire gli occhi, incapace di fare un salto nel vuoto, costretta a vivere in una finta libertà.
Le trame sonore ci portano in territori mai esplorati fin ora dai nostri: Le serpi, pur essendo un brano politico, farebbe venire la pelle d’oca anche ai Verdena, mentre in Incantevole aleggia minacciosa l’ombra dei Marlene Kuntz, e che dire del pezzo conclusivo (Dormi) dove dominano una chitarra quasi nuda e le voci, che poi viene carezzata dalla massa sonora che pian piano avvolge tutto? Afterhours? Non mancano tuttavia i brani in Subsonica Style (Abitudine, Ratto, L’odore) che sicuramente piaceranno ai fan della prima ora. In questo album sono contenute molte delle influenze del passato che avevano caratterizzato e fatto il successo immediato di questo tesoro nostrano, ma anche un innesto di suoni più “umani”, terrestri appunto: un album diverso che però non tradisce le attese, i gusti dei fan e che, probabilmente, procurerà una nuova schiera di ammiratori, amanti di un suono un pò alternative post-rock. Bravi. [SM=g27989]

[Modificato da .Neon. 24/08/2005 18.36]

24/08/2005 23:59
 
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Ma gli ultimi pezzi degli U2 non sono simili ai penultimi,
che sono simili ai terzultimi, che sono simili ai quartultimi
e così via fino ai primi anni novanta?
Ha senso ancora ascoltare Bono e compagnia?
25/08/2005 01:45
 
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eh cosa ci possiamo fare...ultimamente sono molto monotoni, mi pare impossibile che siano lo stesso gruppo degli anni '80, roba da non crederci!
30/08/2005 11:46
 
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SYSTEM OF A DOWN - Mezmerize
I System of a down colpiscono ancora! Il nuovo lavoro è il frutto di un’unica session da cui sono nati ben 2 album: Mezmerize è solo l’inizio sconvolgente di questa operazione che vedrà il culmine solo a novembre, quando uscirà Hypnotize . La band di Serj Tankian e Daron Malakian ha dichiarato di aver messo a punto un’opera simile al “white album” dei Beatles, ma da gustare in diversi momenti (modesti i ragazzi). Scelta dettata da strategie di mercato? CHISSENEFREGA! Signori miei siamo di fronte a quello che forse è l’album dell’anno: Mezmerize beneficia di una freschezza impressionante, ritmi coinvolgenti, riff esaltanti, tra Thrash metal anni ’80 e folk armeno! Un intruglio malefico destinato a sottrarre al nostro cervello quelle poche mansioni che pigramente si apprestava a svolgere! La traccia introduttiva (soldier side) potrebbe trarre in inganno, specie i fans della prima ora, ma basta ascoltare solo l’inizio del primo singolo estratto (B.Y.O.B) per capire quanto siano affilati gli artigli dei Soad targati 2005: una canzone stupenda, dove metal e pop convivono alla perfezione, tra Metallica e Geroge Micheal, passando, ovviamente, per i Faith No More! Revenga invece ricorda i primi Queen miscelati agli Slayer, Radio/Video è un folk armeno-metallaro schizofrenico, cattivo e perverso che vi farà impazzire (provare per credere!), Violent pornography è una cavalcata epica e moderna dove “tutti vivono, succhiano, fottono, piangono e muoiono”, Question!(secondo singolo estratto) ha dei toni più pacati che poi esplodono in un ritmo sfrenato, dove è praticamente impossibile evitare il movimento sussultorio della testa. Pazze e malate sono anche Cigaro e Sad statue, taglienti, frenetiche e ironiche al punto giusto…un tir che ti schiaccia la testa! Chiude il disco Lost in Hollywood, brano di straordinaria bellezza e delicatezza, cantata con parole disperate e pungenti, in cui si accusa la mecca del cinematografo moderno di essere il fulcro di tutti i mali del mondo. Che dire? I System of a down non sono nuovi a lavori del genere, lo avevano già dimostrato quando quello straordinario quanto sorprendente Toxicity si impose,non solo a livello mondiale, ma anche nelle nostre coscienze! Da allora il Metal è cambiato e sono stati pochi i gruppi che hanno saputo tenere testa alla band di Los Angeles (i Tool sono l’esempio più illustre), altri invece si sono decisamente persi: tutti abbiamo visto che ne è stato dei Korn, i padri del Nu metal, incapaci di evolversi, diventando come i Metallica, l’ombra di se stessi . È difficile di questi tempi ascoltare un lavoro di tale intensità e profondità, dove melodie ben disposte e picchi di violenza diventano un cocktail espolsivo: i Soad hanno alzato il livello qualitativo del metal con canzoni fresche, toste e divertenti, sbaragliando una concorrenza che ancora si ostina a suonare cose che il Signor Mike Patton aveva già ampiamente esplorato ai tempi dei Faith No More, o, ancora peggio, che si perde nei clichè dell’hip hop più sterile e commerciale, alla 50 Cent per intenderci (Linkin Park), che badano solo al lato estetico della musica, lasciando nella dimenticanza le loro radici in favore del Dio denaro-successo. Serve aggiungere altro? Aspettiamo con impazienza Hypnotize per un’altra lezione di buona musica! [SM=g27990]
31/08/2005 16:29
 
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IMHO Mesmerize va che è una bomba!
A parte l'incipit impegnato, il resto è spumeggiante.
01/09/2005 18:06
 
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MORGAN - Non al denaro non all'amore nè al cielo
Cos’è questo cd? Ha una copertina familiare, simile ad un famoso album degli anni ’70… ha anche lo stesso nome, Non al denaro non all’amore né al cielo (!), però c’è scritto Morgan, non De Andrè: album di cover? Il leader dei Bluvertigo si è divertito a cantare e suonare alcune canzoni del grande Faber? “Ma perché, che bisogno c’era?” si chiederanno i fan del cantautore genovese. Altri più estremisti grideranno allo scandalo: “Sacrilegio! Fabrizio De Andrè non si tocca!”. In effetti l’impatto potrebbe essere duro, ci si va con i piedi di piombo quando si tratta dei “mostri sacri” del passato, ma non si può negare il coraggio (fegato in questo caso) dell’artista milanese nel pubblicare un’opera così ambiziosa. È opportuno perciò soffermarsi sulle intenzioni: stando alle dichiarazioni dello stesso Morgan (alle anagrafe Marco Castoldi), l’album di De Andrè è un patrimonio comune, da tutelare e diffondere alle generazioni future. Il “filologo” Castoldi quindi compie un vero e proprio restauro, nel pieno rispetto della versione che fu pubblicata nel 1971 e che incantò l’Italia intera, ma, come spesso accade in lavori del genere, anche la mano del restauratore è ben visibile. Rispetto alla versione originale, Non al denaro non all’amore né al cielo del 2005 gode di 10 minuti di musica in più, una suddivisione in 17 tracce (la divisione originale era di 9), un’introduzione e una coda per dare un senso di continuità, un’ azione più lenta, piccoli ritocchi agli arrangiamenti affidati al gusto del restauratore stesso (le partiture originali sono andate ormai perdute purtroppo) e un’interpretazione diversa.
Il risultato finale è stupefacente! Morgan ha reso questo concept-album moderno, dai sapori retrò, in grado di abbracciare il gusto estetico di 4 generazioni, dove synth e clavicembali convivono con archi, fiati e chitarre elettriche, il gusto barocco abbraccia il pop, il tutto con una naturalezza impensabile, quasi inconcepibile date le pretese iniziali.
Dal punto di vista testuale non cambia assolutamente nulla, la fluidità della scrittura di De Andrè probabilmente non ha eguali, mentre è invece l’interpretazione ad essere diversa (come è giusto che sia) presentando le novità più interessanti, ma qui lascio che sia l’ascoltatore a scegliere il suo narratore preferito: De Andrè nelle vesti di cantastorie e quindi al di fuori dalle varie vicende, o Morgan che si immedesima nel personaggio e perciò emotivamente coinvolto? Di certo entrambe le interpretazioni presentano timbri, sonorità ed elementi espressivi interessanti. Sarebbe cosa buona e giusta ascoltare entrambe le versioni e confrontarle per comprendere a fondo tutte le sfumature e apprezzare ultieriormente l'album in entrambe le versioni.
Prese singolarmente, le canzoni che hanno subito notevoli cambiamenti sono “un Matto”, paragonabile ai Beatles di "Revolver", “un Giudice”, con una carica maggiore ed una drammaticità sempre crescente, ci riporta al Battiato di “Gommalacca”, e “Un Ottico”, più psichedelica ma meno incisiva; da citare sono “il suonatore Jones”, “Un medico” e “Un malato di cuore” alle quali sono state aggiunte delle piccolissime parti strumentali, sul modello di Vivaldi e Bach.
Di certo non è il solito remake, anzi è un lavoro che non ha precedenti e che andrebbe valorizzato solo per le intenzioni e per la chiave di lettura che Morgan ci ha proposto: intelligenza e gusto, queste sono le parole adatte per definire questa nuova edizione del capolavoro De Andreano. Morgan ha riproposto un album non suo, interpretandolo in maniera efficace pur riamanendo sé stesso, e non è poco. [SM=g28002]
02/09/2005 16:35
 
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L'opinione dell'ammiraglio: Subsonica - Terrestre

I subsonica provano ad essere poetici ma finiscono solo con l'essere patetici.
Scusate la rima.
I testi evidenziano una profonda ricerca estetica, ma, fatta salva la forma, il
contenuto e solo banalità. In verità mi è sembrato di cogliere qualche spunto
intelligente, ma niente che valga la pena di ricordare mezz'ora dopo l'ascolto.
Le sonorità vorrebbero essere romantiche, ma c'è troppa elettronica, troppi
effetti sonori da film di fantascienza, troppi loop, troppe paranoie e poca
freschezza, e così finiscono con l'essere decadenti.

Provo a ipotizzare un mercato target: le quindicenni depresse e i single trentenni,
(i secondi essendo depressi e infantili quanto le prime).

Parole chiave? Incomprensione e lacrime. Esattamente all'antitesi di quello
che mi aspetto dalla musica.

Non ho sentito altri lavori dei Subsonica. Questo Terrestre è il primo che sento,
e probabilmente anche l'ultimo.

Scusate pure l'opinione.
02/09/2005 16:39
 
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Vicieeeeeee
02/09/2005 19:25
 
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risposta all'ammiraglio sull'argomento "terrestre"
beh, la mia posizione è ben chiara nella recensione, quindi ti consiglio VIVAMENTE di riascoltarlo per poter cogliere quelle "sottigliezze", sia sonore che testuali, che fanno dei Subsonica una vera band, compatta, organizzata, con un sound piuttosto valido.
Non so se ti è capitato di vederli dal vivo, ma ti assicuro che sono molto energici e vivi...
Altro discorso è il fatto che a te possa non piacere l'elettronica... in questo caso credo che i Subsonica non sono proprio il gruppo che fa per te, anche in virtù del fatto che questo è il lavoro meno elettronico della band torinese. Comunque sia, e mi rivolgo a tutti quelli che non credono nell'elettronica come mezzo di espressione musicale, rassegnatevi perchè il futuro è tutto lì, e se anche il Signor Peter Gabriel, tanto per fare un nome, aveva già intuito nei primissimi anni '80 il suo potenziale espressivo, sarebbe ora che ve ne facesse una ragione.
Decadenza? Questa è l'era della decadenza, e non è detto che sia un male... parafrasando i Subsonica un mondo governato dai "Santi burocrati" e dal "sangue d'ipocriti" non può che essere decadente! Oggi tutta la nostra cultura è decadente, sono decadenti anche i gruppi come i White stripes (che piacciono al sottoscritto) per il semplice fatto che guardano con nostalgia a ciò che fu il rock negli anni '60, al movimento garage; decadente è andare da Maria De Filippi per il solo fatto di sfondare a tutti i costi; decadente è il nostro governo che ci sta massacrando con riforme utili solo ai Signori seduti sulle poltrone a Palazzo Chigi; anche lo sport è decadente (sappiamo tutti che fine hanno fatto il calcio e il ciclismo). Potrei aprire un topic sulla decadenza [SM=g27988]. Come cantavano i Bluvertigo in una canzone: GODIAMOCI UNA DECADE DI DECADENZA...
02/09/2005 19:29
 
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AMMIRAGLIO
comunque grazie! Facendo interventi di questo tipo rendi questo spazio più vivo: sarebbe stato una tristezza limitarmi a recensire solo gli album e voi a leggere in maniera passiva.
Anche gli altri sono invitati ad intervenire, ve ne sarei molto grato.
03/09/2005 20:54
 
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Spero di poter fare qualche critica positiva.

Ultimamente mi sono fissato con Jovanotti. Trovo che Buon Sangue
sia un buon lavoro. Trovo che Jovanotti sia tra i pochi a scrivere
canzoni politiche senza scadere nella propaganda. I testi sono pieni
zeppi di spunti di riflessione.

Che ne pensate?

[Non venitemi a parlare del tormentone Tanto Tanto Tanto Tanto]
03/09/2005 21:01
 
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I White Stripes piacciono anche a me. Hanno un suono atipico,
personale, semplice.
L'ultimo album, anche questo sentito solo una volta, è forse
un po' troppo melenso. Seven Nation Army è lontanta anni luce, purtroppo!
03/09/2005 21:22
 
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Se desideri fare una recensione dell'album di Lorenzo Cherubini accomodati pure, mica c'è bisogno che te lo dica io?[SM=g27988] Per me puoi anche recensire Britney Spears, poi però ti beccherai l'ira funesta del forum ahahahah (non credo accadrà lo stesso x l'album di Jovanotti).
Se ti piacciono i White stripes ascolta anche Blue cheer, Sonics e Stooges oppure contatta il Signor Marcello Spinelli che è appassionato del genere: capirai perchè nonostante il loro suono e la loro attitudine li reputo decadenti. Buon Ascolto. [SM=g27987]
08/09/2005 09:47
 
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Appena avrò un po' di tempo libero, o meglio, un calo della voglia
di studiare, darò volentieri il mio contributo al Neon's Music Corner.
Grazie per l'invito.
08/09/2005 14:55
 
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W la musica (quella che si può ascoltare senza che ti venga l'emicrania)
Vedo con piacere e stupore che anche voi della micrec parlate un pò di bella musica(perlomeno ascoltabile e non "chiassosa" come quella che piace a voi e/o suonate voi)...jovanotti,britney spears!!Io vi proporrei di ascoltare qualche altro buon cantante/musicista:juanes(la camisa negra),anastacia,madonna,carmen consoli,vasco rossi,giorgia,bruce springsteen,adriano celentano,manu chao,eminem,black eyed paces,e così via...!
08/09/2005 15:05
 
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mmm
oddio, il 90% dei nomi che hai sparato non mi piacciono proprio, sarà perchè sono un dinosauro violento ahahhah[SM=g27997] vedrai le prossime recensioni[SM=g27987]
08/09/2005 15:11
 
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anzi la prossima recensione tratterà una band davvero violenta, oltre quello che si suona in casa mic rec, probabilmente solo io la ascolto!!! [SM=g27997]

[Modificato da .Neon. 08/09/2005 15.20]

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