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Ultimo Aggiornamento: 14/04/2019 23:09
12/01/2007 22:05
 
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Re:

Scritto da: Sihaya.b16247 12/01/2007 16.58



CHE COPERTINA DELIZIOSA!!!!!!!!!!!

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
14/01/2007 21:20
 
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Re: Re:

Scritto da: euge65 12/01/2007 22.05


CHE COPERTINA DELIZIOSA!!!!!!!!!!!

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]



L'ho postata apposta! [SM=g27823]
14/01/2007 21:30
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: Sihaya.b16247 14/01/2007 21.20


L'ho postata apposta! [SM=g27823]



IMMAGINAVO UNA COSA DEL GENERE [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791]
18/01/2007 18:03
 
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recensione di un grande libro...


Così Ratzinger divenne Benedetto
di CLAUDIO SINISCALCHI

Come arrivò il cardinale Joseph Ratzinger a diventare il successore di Pietro con il nome di Benedetto XVI? Una precisa e pacata ricostruzione dei fatti possiamo trovarla nel bellissimo libro di un eminente studioso e teologo americano, George Weigel: "Benedetto XVI. La scelta di Dio" (Rubbettino, 365 pagine, 18 Euro). Weigel è l'autore del capolavoro biografico di Karol Wojtyla. Un saggio obbligatorio per comprendere non solo lo scorcio conclusivo del XX secolo della storia della cristianità, ma anche per capire lo snodo essenziale della storia contemporanea, determinato dalla caduta del totalitarismo comunista. Il lavoro di Weigel sgombra il campo da troppe semplificazioni, schematismi e forzature ideologiche. Partiamo dalla prima. In realtà Ratzinger non ha sconfitto un candidato alternativo dello schieramento "progressista". Non lo ha sconfitto perché non c'era. La candidatura di disturbo di Carlo Maria Martini non era utilizzabile a causa delle sue condizioni di salute. E la ragione della mancanza di una scelta alternativa deve essere addebitata alla crisi di identità dei "progressisti". «Se il cattolicesimo "progressista" - osserva Weigel - non ha una seria candidatura, non è perché non siano disponibili dei candidati, ma, più probabilmente, perché è andato esaurendosi il cosiddetto progetto progressista, impaziente che la Chiesa cattolica faccia sue le stesse concessioni alla modernità fatte praticamente da tutte le altre comunità cristiane occidentali non-fondamentaliste a partire dalla Seconda guerra mondiale». Una scelta non scontata
Non era così scontato che Ratzinger venisse eletto. Il suo predecessore, Giovanni Paolo II, aveva spianato la strada per una successione naturalmente gradita. Ma fu Ratzinger ad imporsi, giorno dopo giorno, come figura carismatica di riferimento alla quale affidarsi. Il primo segnale del carisma ratzingeriano si manifesta, inaspettatamente, durante l'omelia funebre di don Giussani a Milano. Tettamanzi, che rimarrà il "Papa dei media", è oscurato in quell'occasione dalla forza del discorso del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Poi Ratzinger, pronunciando in San Pietro l'omelia funebre per Giovanni Paolo II, mostra inequivocabilmente di saper tenere la piazza. Il prefetto di ferro, a dispetto dei suoi detrattori, stava svelando straordinarie capacità di comunicazione pubblica. Il tassello finale Ratzinger lo pone durante l'omelia Pro Eligendo, tenuta davanti ai padri conciliari prima di aprire i lavori del conclave. Il suo discorso è chiarissimo. Centra il pronunciamento sulla «dittatura del relativismo». Sarà il programma, se eletto, del suo pontificato. Chi vuole intendere, ed eventualmente votarlo, conosce da subito la sua posizione. Weigel non ha dubbi: con quel discorso «ha fatto capire precisamente ad ognuno dei votanti quale fosse la sua posizione, e precisamente quale tipo di analisi avrebbe portato al compito della Chiesa nel mondo moderno». Ratzinger, all'interno del conclave, rappresentava l'ultima grande figura vivente del Concilio Vaticano II. Nella vulgata progressista, e nei mezzi di informazione a lui ostili, che non perdono occasione per disegnarne un'immagine caricaturale lontana dalla realtà, Ratzinger viene considerato il nemico del Concilio. Ma egli ha soltanto cercato di correggerne le interpretazioni distorcenti. In special modo si è opposto alla corrente impegnata a ridurre il cattolicesimo ad un protestantesimo liberale. La lezione di Guardini

Filosoficamente e teologicamente Ratzinger aveva individuato nel 1968 la data di esplosione di alcuni processi. Seguendo l'insegnamento di Romano Guardini, che aveva cercato di fare i conti con l'epoca moderna, Ratzinger si era mosso sulla stessa linea d'onda, aprendo un dibattito serrato con la società postmoderna. Guardini aveva notato come la Chiesa nel corso della modernità era rimasta priva di riferimenti culturali e spirituali. Ratzinger stava avvertendo lo stesso sconcerto di Guardini. Nell'estate del 1969, professore a Tubinga, si trovò tra le mani un opuscolo sconcertante, dove stava scritto: «Che cos'è la croce di Gesù se non l'espressione di glorificazione sado-masochista del dolore?». Per contrastare questa tendenza, bisogna pur far qualcosa. Il successo internazionale della sua opera maggiore, "Introduzione al cristianesimo", venuta alla luce proprio per reazione a quel contesto, chiarì il percorso da seguire. Battersi contro il marxismo, la demitizzazione e il freudismo imperante nelle facoltà teologiche. Rileggere il Vaticano II e limitarne tutte le forzature operate dalle frange più estremiste come la teologia della liberazione latino-americana. Opporsi alla decadenza culturale europea e alla «dittatura del relativismo». Non serve Godot ma Benedetto

Il filosofo americano Alasdair MacIntyre in un suo celebre saggio, "Dopo la virtù", del 1981, parlando della confusione morale dell'Occidente, notava: non dobbiamo aspettarci un Godot, ma un nuovo San Benedetto, capace di ergersi contro l'attuale barbarie rappresentata dalla deriva nichilista e relativista. E il nuovo San Benedetto è arrivato. Un teologo battista, Timothy George, su "Christianity Today", ha individuato la forza di papa Ratzinger in cinque capisaldi: prende la verità seriamente; la sua teologia è incentrata sulla Bibbia; il suo messaggio è cristocentrico; è agostiniano in prospettiva; difende la cultura della vita. Naturalmente ciò preoccupa i detrattori di Benedetto XVI. Ne è cristallino esempio il libello anonimo "Contro Ratzinger 2.0. Scontro di civiltà e altre sciocchezze" (Isbn Edizioni, 60 pagine, 6,80 Euro). Nel pamphlet si ipotizza addirittura come il Pontefice possa favorire una sorta di Santa Allenza dei monoteisti, con musulmani ed ebrei. Il vero nemico da abbattere non è dunque l'islam, ma il neo illuminismo postmoderno. Lasciamo da parte queste fesserie. Il ruolo che spetta a Ratzinger è ben diverso. Basta prendere in esame il modo come ha gestito la vicenda del cardinale polacco Wielgus. Il comunismo, del quale la Chiesa ha sempre avuto una visione lucida, cadendo rapidamente e rovinosamente, ha lasciato un'eredità difficile da gestire. Un'eredità talmente vischiosa da non far sconti a nessuno, neppure alla coraggiosa Chiesa polacca. Ma per uscire fuori da certe ambiguità c'è bisogno di determinazione e coraggio. Benedetto XVI non ha mostrato tentennamenti nella vicenda. Ha intuito la gravità e imposto una linea chiara. Lech Walesa, recentemente, ha invocato un nuovo Mosè, capace di far traversare il deserto al popolo polacco per purificarsi. Ma è l'intera Europa bisognosa di un Mosè al quale affidare il proprio destino e la salvaguardia della propria identità. Molti fantasmi si aggirano per il nostro continente: il passato dell'ideologia comunista, il relativismo morale, il sincretismo religioso. E troppi profeti di sventura sono in attività. Ha ragione Walesa: abbiamo bisogno di un nuovo Mosè. All'orizzonte ne vediamo soltanto uno capace di ricoprire questo ruolo: Benedetto XVI.

(da "libero" del 18 gennaio 2007)

Vi consiglio caldamente questo libro perche' e' bellissimo [SM=g27811]

[Modificato da ratzi.lella 18/01/2007 18.06]

18/01/2007 21:39
 
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Re: recensione di un grande libro...

Scritto da: ratzi.lella 18/01/2007 18.03


Così Ratzinger divenne Benedetto
di CLAUDIO SINISCALCHI

Come arrivò il cardinale Joseph Ratzinger a diventare il successore di Pietro con il nome di Benedetto XVI? Una precisa e pacata ricostruzione dei fatti possiamo trovarla nel bellissimo libro di un eminente studioso e teologo americano, George Weigel: "Benedetto XVI. La scelta di Dio" (Rubbettino, 365 pagine, 18 Euro). Weigel è l'autore del capolavoro biografico di Karol Wojtyla. Un saggio obbligatorio per comprendere non solo lo scorcio conclusivo del XX secolo della storia della cristianità, ma anche per capire lo snodo essenziale della storia contemporanea, determinato dalla caduta del totalitarismo comunista. Il lavoro di Weigel sgombra il campo da troppe semplificazioni, schematismi e forzature ideologiche. Partiamo dalla prima. In realtà Ratzinger non ha sconfitto un candidato alternativo dello schieramento "progressista". Non lo ha sconfitto perché non c'era. La candidatura di disturbo di Carlo Maria Martini non era utilizzabile a causa delle sue condizioni di salute. E la ragione della mancanza di una scelta alternativa deve essere addebitata alla crisi di identità dei "progressisti". «Se il cattolicesimo "progressista" - osserva Weigel - non ha una seria candidatura, non è perché non siano disponibili dei candidati, ma, più probabilmente, perché è andato esaurendosi il cosiddetto progetto progressista, impaziente che la Chiesa cattolica faccia sue le stesse concessioni alla modernità fatte praticamente da tutte le altre comunità cristiane occidentali non-fondamentaliste a partire dalla Seconda guerra mondiale». Una scelta non scontata
Non era così scontato che Ratzinger venisse eletto. Il suo predecessore, Giovanni Paolo II, aveva spianato la strada per una successione naturalmente gradita. Ma fu Ratzinger ad imporsi, giorno dopo giorno, come figura carismatica di riferimento alla quale affidarsi. Il primo segnale del carisma ratzingeriano si manifesta, inaspettatamente, durante l'omelia funebre di don Giussani a Milano. Tettamanzi, che rimarrà il "Papa dei media", è oscurato in quell'occasione dalla forza del discorso del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Poi Ratzinger, pronunciando in San Pietro l'omelia funebre per Giovanni Paolo II, mostra inequivocabilmente di saper tenere la piazza. Il prefetto di ferro, a dispetto dei suoi detrattori, stava svelando straordinarie capacità di comunicazione pubblica. Il tassello finale Ratzinger lo pone durante l'omelia Pro Eligendo, tenuta davanti ai padri conciliari prima di aprire i lavori del conclave. Il suo discorso è chiarissimo. Centra il pronunciamento sulla «dittatura del relativismo». Sarà il programma, se eletto, del suo pontificato. Chi vuole intendere, ed eventualmente votarlo, conosce da subito la sua posizione. Weigel non ha dubbi: con quel discorso «ha fatto capire precisamente ad ognuno dei votanti quale fosse la sua posizione, e precisamente quale tipo di analisi avrebbe portato al compito della Chiesa nel mondo moderno». Ratzinger, all'interno del conclave, rappresentava l'ultima grande figura vivente del Concilio Vaticano II. Nella vulgata progressista, e nei mezzi di informazione a lui ostili, che non perdono occasione per disegnarne un'immagine caricaturale lontana dalla realtà, Ratzinger viene considerato il nemico del Concilio. Ma egli ha soltanto cercato di correggerne le interpretazioni distorcenti. In special modo si è opposto alla corrente impegnata a ridurre il cattolicesimo ad un protestantesimo liberale. La lezione di Guardini

Filosoficamente e teologicamente Ratzinger aveva individuato nel 1968 la data di esplosione di alcuni processi. Seguendo l'insegnamento di Romano Guardini, che aveva cercato di fare i conti con l'epoca moderna, Ratzinger si era mosso sulla stessa linea d'onda, aprendo un dibattito serrato con la società postmoderna. Guardini aveva notato come la Chiesa nel corso della modernità era rimasta priva di riferimenti culturali e spirituali. Ratzinger stava avvertendo lo stesso sconcerto di Guardini. Nell'estate del 1969, professore a Tubinga, si trovò tra le mani un opuscolo sconcertante, dove stava scritto: «Che cos'è la croce di Gesù se non l'espressione di glorificazione sado-masochista del dolore?». Per contrastare questa tendenza, bisogna pur far qualcosa. Il successo internazionale della sua opera maggiore, "Introduzione al cristianesimo", venuta alla luce proprio per reazione a quel contesto, chiarì il percorso da seguire. Battersi contro il marxismo, la demitizzazione e il freudismo imperante nelle facoltà teologiche. Rileggere il Vaticano II e limitarne tutte le forzature operate dalle frange più estremiste come la teologia della liberazione latino-americana. Opporsi alla decadenza culturale europea e alla «dittatura del relativismo». Non serve Godot ma Benedetto

Il filosofo americano Alasdair MacIntyre in un suo celebre saggio, "Dopo la virtù", del 1981, parlando della confusione morale dell'Occidente, notava: non dobbiamo aspettarci un Godot, ma un nuovo San Benedetto, capace di ergersi contro l'attuale barbarie rappresentata dalla deriva nichilista e relativista. E il nuovo San Benedetto è arrivato. Un teologo battista, Timothy George, su "Christianity Today", ha individuato la forza di papa Ratzinger in cinque capisaldi: prende la verità seriamente; la sua teologia è incentrata sulla Bibbia; il suo messaggio è cristocentrico; è agostiniano in prospettiva; difende la cultura della vita. Naturalmente ciò preoccupa i detrattori di Benedetto XVI. Ne è cristallino esempio il libello anonimo "Contro Ratzinger 2.0. Scontro di civiltà e altre sciocchezze" (Isbn Edizioni, 60 pagine, 6,80 Euro). Nel pamphlet si ipotizza addirittura come il Pontefice possa favorire una sorta di Santa Allenza dei monoteisti, con musulmani ed ebrei. Il vero nemico da abbattere non è dunque l'islam, ma il neo illuminismo postmoderno. Lasciamo da parte queste fesserie. Il ruolo che spetta a Ratzinger è ben diverso. Basta prendere in esame il modo come ha gestito la vicenda del cardinale polacco Wielgus. Il comunismo, del quale la Chiesa ha sempre avuto una visione lucida, cadendo rapidamente e rovinosamente, ha lasciato un'eredità difficile da gestire. Un'eredità talmente vischiosa da non far sconti a nessuno, neppure alla coraggiosa Chiesa polacca. Ma per uscire fuori da certe ambiguità c'è bisogno di determinazione e coraggio. Benedetto XVI non ha mostrato tentennamenti nella vicenda. Ha intuito la gravità e imposto una linea chiara. Lech Walesa, recentemente, ha invocato un nuovo Mosè, capace di far traversare il deserto al popolo polacco per purificarsi. Ma è l'intera Europa bisognosa di un Mosè al quale affidare il proprio destino e la salvaguardia della propria identità. Molti fantasmi si aggirano per il nostro continente: il passato dell'ideologia comunista, il relativismo morale, il sincretismo religioso. E troppi profeti di sventura sono in attività. Ha ragione Walesa: abbiamo bisogno di un nuovo Mosè. All'orizzonte ne vediamo soltanto uno capace di ricoprire questo ruolo: Benedetto XVI.

(da "libero" del 18 gennaio 2007)

Vi consiglio caldamente questo libro perche' e' bellissimo [SM=g27811]

[Modificato da ratzi.lella 18/01/2007 18.06]



[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
19/01/2007 11:32
 
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Molte religioni un'unica alleanza



Molte religioni un'unica alleanza: Il rapporto tra ebrei e cristiani - il dialogo delle religioni
di Ratzinger Joseph

Continenti, nazioni, culture e religioni: l’incontro e il dialogo tra le religioni del mondo è ormai divenuto una necessità interna ad ogni convivenza civile. Ma quali sono i rischi e le speranze che questo dialogo comporta? Quale il compito della teologia? In particolare, ha assunto sempre maggiore attualità il tema del rapporto tra la Chiesa e Israele. Come trovare spazi di incontro senza false semplificazioni? Qual è la relazione fra l’Antico e il Nuovo Testamento, fra la visione giudaica e quella cristiana? Bisogna rinunciare a qualcosa o ricercare un nuovo livello di dialogo che, d’altra parte, la realtà dei fatti porta in evidenza con sempre maggiore forza? Una cosa è certa: la Bibbia è una sola.

Il volume raccoglie quattro testi scritti del cardinale Joseph Ratzinger, in diverse occasioni, che hanno come filo rosso il dialogo tra le religioni e in particolare il rapporto tra ebrei e cristiani.

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

Ciao

21/01/2007 09:34
 
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grazie dipl
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

Le parole del Papa in un «dizionario»
di Redazione

Due anni di Pontificato in pillole. Un’antologia di 337 «parole» di Benedetto XVI, suddivise in 1124 pensieri tratti da discorsi, omelie e interviste, e raccolti in «Lasciateci sorprendere da Cristo. Parole per gli uomini di oggi» , edito da Gribaudi. «L’uomo di oggi è distratto e insoddisfatto - spiega padre Leonardo Sapienza, curatore del volume e addetto al protocollo della Prefettura della Casa Pontificia - Pensa di avere tanto, ma gli manca tutto. Ha bisogno di qualcuno. Benedetto XVI si incarica di rispondere. E, con le sue parole, fa venir voglia di Dio». Con il suo stile «conciso e lapidario».

(da “il giornale” del 21 gennaio 2007)
25/01/2007 10:40
 
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nuovo libro


I cattolici oggi: Un saggio di franco garelli
Perché la Chiesa vuole visibilità
di RENZO GUOLO

Da qualche tempo i sociologi della religione si interrogano sul rinnovato protagonismo della Chiesa, e dei cattolici, nella scena pubblica italiana. Presenza che mette in crisi il paradigma della privatizzazione della religione elaborato da Luckmann e Luhmann e sembra, invece, esaltare le tesi di Casanova sul ritorno delle religioni nella sfera pubblica. Certo, per ragioni storiche, in Italia il fenomeno che Luckmann definisce di «religione invisibile» e suppone il declino delle istituzioni religiose tradizionali a favore di una ricerca di senso nella sfera privata, non ha mai avuto grande sviluppo. Sebbene gli italiani abbiano un atteggiamento flessibile nei confronti della fede, tanto da dare luogo a una sorta di «religione diffusa», caratterizzata da un approccio spesso assai personale, hanno comunque mantenuto un senso di appartenenza al cattolicesimo. In larga maggioranza lo considerano parte integrante della cultura e della storia della nazione. Da qui l´autodefinirsi cattolici in percentuali altissime: circa l´80% secondo recenti indagini.
L´evidente deprivatizzazione della religione in corso nel nostro paese ha varie cause. Tra queste la volontà della Chiesa di sfuggire a quella che ritiene la trappola della «religione civile», secondo Bellah la formula pubblica della religione moderna, che mette in evidenza i valori condivisi nella società da individui di orientamento culturale e religioso diverso. Nel caso italiano sfuggire alla trappola significa per la Chiesa rifuggire dall´apprezzamento generale. Un rischio in cui può facilmente incorrere limitandosi ad affermare valori socialmente condivisi e mettendo tra parentesi la propria identità religiosa; o accontentandosi di svolgere un ruolo, positivamente riconosciuto, in campi come l´assistenza, l´istruzione, la solidarietà sociale, l´immigrazione. Oscillare, insomma, tra l´essere produttrice di ethos collettivo e di servizi sociali. La Chiesa ha, invece, preso atto di essere minoranza in una società che, nonostante le autodefinizioni degli italiani, ha più volte definito «scristianizzata».
Ammissione che le ha permesso di affrontare, senza eccessive preoccupazioni di consenso, sfide complesse come la globalizzazione culturale, la trasformazione delle società europee in società multiculturali, il rapporto con l´islam.
Una trasformazione indagata, con il consueto rigore analitico, da Franco Garelli, in L´Italia cattolica nell´epoca del pluralismo (il Mulino, pagg. 176, 11 euro) che, tra gli altri temi, si occupa della rilevanza pubblica del cattolicesimo e del pluralismo religioso nel nostro paese. Garelli, uno degli studiosi più attenti alle dinamiche sociologiche del cattolicesimo italiano, individua proprio nel pluralismo religioso una delle ragioni che hanno indotto Chiesa e cattolici a una maggiore visibilità pubblica. Le affermazioni dell´identità altrui sollecitano le proprie; tanto più in un contesto in cui i legami civici non sono forti e si diffonde la sensazione, vera o presunta, di una carenza di valori fondanti nella società.
Producendo, nei tempi della modernità liquida descritta da Bauman, richieste di rassicurazione e di coesione sociale. Una domanda che, nell´epoca della fine delle grandi narrazioni, si indirizza verso agenzie di produzione di senso come le religioni, che dispongono di un repertorio simbolico conservato nel tempo. Nella «società dell´incertezza» molti riscoprono nell´appartenenza religiosa una risorsa che sembra rispondere a quelle pressanti domande. Il cardinale Ruini ne è convinto sin dall´11 settembre; a suo giudizio le Twin Towers hanno obbligato i cattolici a ripensare, valorizzandola, la propria identità religiosa, offrendo loro un´occasione storica per dare forma al progetto culturale «cristianamente orientato» della Chiesa. Un evento che ha fatto della Chiesa il punto di riferimento per individui e gruppi che hanno dato una particolare declinazione a quella che Garelli definisce la «religione dei valori». In questo sguardo la Chiesa è vista innanzitutto come argine alla frantumazione sociale imputata all´irrompere nella società della differenza culturale e religiosa. Il caso classico è quello dei cosidetti teocon italiani, tra i quali si trovano esponenti di formazione laica, ex-popperiani un tempo fautori della società aperta, «atei devoti». Una forma di adesione, ricorda Garelli, che non comporta necessariamente l´accettazione della religione di Chiesa; e cui lo stesso Benedetto XVI ha contrapposto un coerente vissuto da cristiani.
E´ la consapevolezza di agire in un simile scenario, secondo Garelli, che ha indotto la Chiesa a spostare lo sguardo dal cattolicesimo sociale a quello culturale, da una funzione di supplenza e di integrazione sociale a quella di attore identitario. Scelta che la proietta nella scena pubblica forse più di quanto abbia fatto la stessa a fine dell´unità politica dei cattolici. Il volume del sociologo torinese è, dunque, un prezioso contributo non solo per gli studiosi attenti alle trasformazioni del cattolicesimo italiano, ma anche alla discussione di quanti, laici e non, appaiono sorpresi da un protagonismo che, qualunque sia il giudizio in merito, non può più essere letto con categorie del passato.

(da "la repubblica" del 25 gennaio 2007)


non giriamo troppo in giro all'argomento, cari intellettuali: da quando e' stato eletto papa ratzinger la chiesa cattolica e' tornata alla ribalta perche' si e' riscoperto che fede e ragione vanno "a braccetto"
la tragedia delle torri gemelle e la necessita' di ritornare alle proprie radici, in contrapposizione all'islam, c'entrano fino ad un certo punto.
e' con l'elezione di benedetto che noi fedeli (ma anche molti non credenti) siamo usciti dal limbo e ritrovato il gusto di testimoniare la fede [SM=g27811]

[Modificato da ratzi.lella 25/01/2007 10.43]

05/02/2007 16:41
 
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nuovo libro


Benedetto XVI lavoratore nella vigna

Autore: ENZO BIANCO
N.ro pagine: 144
Collana: Biografie
Sezione: Chiesa, vita consacrata e religioni
Argomenti: Biografie

Data di pubblicazione: 26-01-2007

Descrizione:
È la prima biografia di Ratzinger pubblicata dopo la sua elezione a Papa, la prima che racconta la sua azione pastorale fino agli avvenimenti più recenti del Pontificato. Ripercorre a volo d'uccello l'ampio arco di 78 anni della vita del Papa: un'esistenza intensa, raccontata con stile rapido e avvincente sulla base di fonti autobiografiche, studi e saggi monografici, articoli, siti internet. Non si tratta di uno studio scientifico per gli studiosi, ma di un'esposizione divulgativa, accessibile al lettore comune, e di sicuro attesa nel mondo cristiano.
Prezzo di copertina: € 8,00

[SM=g27811] [SM=g27811]
lo compro domani [SM=x40799]
15/02/2007 16:34
 
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ALESSANDRA BORGHESE
15/02/2007 16:35
 
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ALESSANDRA BORGHESE
STA PER USCIRE IL NUOVO LIBRO DELLA BORGHESE " SULLE TRACCE DI JOSEPH RATZINGER" DOVE SI PARLA DELLA FAMIGLIA DEL NOSTRO AMATISSIMO BEPPE!!! UAHU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]
15/02/2007 17:36
 
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Re: ALESSANDRA BORGHESE

Scritto da: $anna67$ 15/02/2007 16.35
STA PER USCIRE IL NUOVO LIBRO DELLA BORGHESE " SULLE TRACCE DI JOSEPH RATZINGER" DOVE SI PARLA DELLA FAMIGLIA DEL NOSTRO AMATISSIMO BEPPE!!! UAHU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]



Già,appena esce mi fiondo subito a comprarlo! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=x40799]
"Shemà Israel,Adonai elohenu,Adonai ehad"

15/02/2007 23:12
 
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ECCO LA COPERTINA


Dalla sito della Borghese-
www.alessandraborghese.it/

Purtroppo non si vede la Prefazione che sarebbe accessibili con un Clic!
19/02/2007 20:02
 
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Re: ECCO LA COPERTINA

Scritto da: TERESA BENEDETTA 15/02/2007 23.12


Dalla sito della Borghese-
www.alessandraborghese.it/

Purtroppo non si vede la Prefazione che sarebbe accessibili con un Clic!



Io l'ho appena comprato! E' un libro davvero molto carino! Ripercorre le tappe geografiche del cardinale, inserendovi anche alcune testimonianze di persone che hanno conosciuto il cardinale Ratzinger.Non costa molto solo 13 euro!!(e la copertina è decisamente azzeccata!!!) [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]
19/02/2007 20:30
 
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Re: Re: ECCO LA COPERTINA

Scritto da: Ratzigirl 19/02/2007 20.02


Io l'ho appena comprato! E' un libro davvero molto carino! Ripercorre le tappe geografiche del cardinale, inserendovi anche alcune testimonianze di persone che hanno conosciuto il cardinale Ratzinger.Non costa molto solo 13 euro!!(e la copertina è decisamente azzeccata!!!) [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]



Wow!Domani mi fiondo subito a comprarlo!A proposito,poco fa sul tg di La7 c'è stata una breve intervista ad Alessandra Borghese,ha detto davvero delle cose belle su Ratzi! [SM=g27811] [SM=g27811]
"Shemà Israel,Adonai elohenu,Adonai ehad"

19/02/2007 20:42
 
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Se stasera non cado dal sonno, al mio ritorno vi scriverò dei brani interessanti tratti dal libro della Borghese. Dopotutto merita davvero un applauso la nobildonna romana: è una delle poche voci che ha sempre sostenuto Ratzi fin dal principio!( e non una come tanti che si ricrede solo per non fare brutta figura visto che l'opera boicottatrice non ha avuto successo... vedi tanti e tanti giornalisti che prima hanno tirato il sasso e dopo hanno ritratto la mano....)
19/02/2007 21:21
 
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KRANDE ALESSANDRA!!!
Se riesci postaci delle chicche del libro io sono curiosissima e corro subito a comprarlo!! Ne ho gia' letti 2 libri della Borghese Sete di Dio e Con Occhi Nuovi meritevoli veramente !!!! E deve avere prorpio una passione per il nostro Beppe!!!!!!HiHiHi [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
21/02/2007 20:43
 
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LIBRI: IL VIAGGIO DI ALESSANDRA BORGHESE NEI LUOGHI DI BENEDETTO XVI

Roma, 21 feb. (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Un lungo viaggio nella terra in cui e' nato Benedetto XVI. Incontri con le persone che lo hanno conosciuto piu' da vicino. Descrizione dei luoghi incantati aggrappati a tradizioni antiche e inalterabili. Chiese di campagna, piccoli monumenti, paesaggi mozzafiato. La scrittrice e giornalista Alessandra Borghese si muove nei luoghi in cui si e' formato Joseph Ratzinger nel volume ''Sulle tracce di Joseph Ratzinger'', pubblicato dall'editore Cantagalli.

La Borghese racconta che l'idea di visitare 'le citta'' del Papa' e' nata durante un breve soggiorno in Baviera. Un soggiorno che diventa, ben presto, una ricerca delle sensazioni, dei colori e dei paesaggi assaporati da Ratzinger nella sua giovinezza. ''Volevo guardare - scrive, infatti- con occhio attento i paesaggi di quei luoghi in cui si era mosso, immergermi nel clima di paesi e citta', penetrare nell'atmosfera spirituale delle chiese barocche di questa parte di Germania che aveva segnato profondamente - ne ero sicura - il modo di essere e di pensare, prima ancora che del Papa, dell'uomo Joseph Ratzinger''.

Accompagnata dalla sua amica Gloria von Thurn und Taxis, ''una donna forte, decisa e seria'', dunque, la Borghese ha cercato di cogliere le atmosfere serene che si avvertono nei paesi e nelle contrade della Baviera piu' nascosta e genuina. Il viaggio della Borghese inizia con un ritratto storico del Sud della Germania. Un'area nella quale la fede cattolica e' ancora molto radicata. ''Questa antichissima terra di Baviera - afferma la Borghese - e' stata spesso denominata 'l'enclave cattolica tedesca', perche' su circa tredici milioni di abitanti, oltre la meta' sono cattolici praticanti''.

[SM=g27811] [SM=g27811]
21/02/2007 20:56
 
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Re: PROPOSITO...

Scritto da: Ratzigirl 19/02/2007 20.42
Se stasera non cado dal sonno, al mio ritorno vi scriverò dei brani interessanti tratti dal libro della Borghese. Dopotutto merita davvero un applauso la nobildonna romana: è una delle poche voci che ha sempre sostenuto Ratzi fin dal principio!( e non una come tanti che si ricrede solo per non fare brutta figura visto che l'opera boicottatrice non ha avuto successo... vedi tanti e tanti giornalisti che prima hanno tirato il sasso e dopo hanno ritratto la mano....)



GRAZIE MIRIAM [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
22/02/2007 01:17
 
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...chicca dal libro della Borghese


...vi invito innanzitutto a leggerlo davvero tutto d'un fiato (tanto non è difficile, scorre molto bene!!) e poi vorrei condividere con voi questo semplice ricordo del Papa, trascritto nel libro proprio verso la fine.

Il Papa ha trascorso la sua giornata con il fratello in visita al cimitero dei suoi cari, in una giornata dedicata esclusivamente alla privacy. La nostra Borghese riesce a raggiungere il Papa e a scambiare con lui alcune brevi frasi. Il Papa allora racconta di aver passato l'intera giornata con il fratello, e " abbiamo cucinato insieme come una volta, ma non ci è stato permesso di lavare i piatti".......

questa immagine del Papa con il fratello ai fornelli mi è molto cara (ed è anche molto dolce!!!) [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]
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