12/11/2005 23:11 |
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| | | OFFLINE | Post: 10.585 Post: 2.359 | Registrato il: 18/06/2004 Registrato il: 04/09/2004 | Età: 110 | Sesso: Maschile | Occupazione: Pirata Spaziale Lemuriano | | | |
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Previsioni per i prossimi tre secoli con il computer più potente del mondo: un pianeta arso dall’effetto serra. In Italia 10 gradi in più.
LOS ANGELES - Per la prima volta hanno spinto le previsioni climatiche fino al 2300 grazie a un nuovo modello di supercomputer. E ne sono rimasti inorriditi. Una catastrofe così non se la sarebbero mai immaginata, con vaste aree del mondo letteralmente arrostite dall’ effetto serra. Gli autori dell’esperimento virtuale, appena pubblicato sulle pagine del «Journal of Climate» dell’ American Meteorological Society (1 novembre 2005), sono fisici dell’atmosfera del Lawrence Livermore National Laboratory, in California che si sono dotati recentemente del più potente calcolatore del computer BluGene/L, capace di 280 mila miliardi di operazioni al secondo o 280 teraflops, come dicono i tecnici.
CALOTTE POLARI SCOMPARSE - Applicando sofisticati modelli climatici,gl i scienziati americani hanno esteso le previsioni per i prossimi tre secoli. I primi risultati dicono che, se si dovessero usare tutti i combustibili fossili disponibili, la concentrazione di anidride carbonica atmosferica (CO2) passerebbe dall'attuale valore di 380 parti per milione (ppm) a 1423 ppm e la temperatura media globale aumenterebbe fino a 8°C, passando dagli attuali 16° a 24°.
Poiché 8°C è un valore medio globale, l'aumento effettivo di temperatura nelle aree polari sarebbe di ben 20°C, con la conseguente distruzione totale delle calotte polari e con un innalzamento del livello del mare di circa 7 metri. Alle latitudini intermedie, e quindi anche dalle nostre parti, una decina di gradi di più sia d’inverno sia d’estate. . . A meno che un improvvisa instabilità del sistema climatico porti a conseguenze attualmente del tutto inimmaginabili, come per esempio una transizione dal caldo al freddo con l’innescarsi di una nuova glaciazione. Fenomeno, quest’ultimo, abilmente descritto dal film «L’alba del giorno dopo», in cui si ipotizza la scomparsa, a causa dell’effetto serra, della Corrente del Golfo e del suo effetto temperante sugli inverni del Nord Europa.
Fonte Corriere.it |
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14/11/2005 17:27 |
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chissà cosa accadrà |
14/11/2005 19:10 |
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| | | OFFLINE | Post: 7.997 Post: 2.260 | Registrato il: 28/12/2003 Registrato il: 02/03/2004 | Città: ROMA | Età: 32 | Sesso: Femminile | Occupazione: scrivo =P | | | |
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O___________________________________o
e non si può far niente x rimediare? |
15/11/2005 23:11 |
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| | | OFFLINE | Post: 10.585 Post: 2.359 | Registrato il: 18/06/2004 Registrato il: 04/09/2004 | Età: 110 | Sesso: Maschile | Occupazione: Pirata Spaziale Lemuriano | | | |
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Bisognerebbe utilizzare forme di energia diversa per inquinare meno ad esempio l'energia solare ecc cercare di arginare i gas serra emessi nell'atmosfera, ma qualche presidente americano ci ha messo lo zampino su un certo protocollo, rovinando anni di intese e di ricerca di intesa mariuolo |
16/11/2005 14:09 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.011 Post: 43 | Registrato il: 20/03/2005 Registrato il: 03/11/2005 | Sesso: Femminile | | | |
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panico nel Regno di Dio nn ci saranno disastri provenienti dal male........ amo Dio
genyus67 |
30/11/2005 22:14 |
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| | | OFFLINE | Post: 3.353 Post: 348 | Registrato il: 07/06/2005 Registrato il: 08/09/2005 | Città: NAPOLI | Età: 33 | Sesso: Femminile | Occupazione: Occupo | | | |
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oh mio Dio, spero che ci daranno particolari sul prevenire |
01/12/2005 04:07 |
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| | | OFFLINE | Post: 42.729 Post: 811 | Registrato il: 29/12/2004 Registrato il: 19/06/2005 | Sesso: Femminile | | | |
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Scritto da: ChoAila 14/11/2005 19.10
O___________________________________o
e non si può far niente x rimediare?
Siamo noi i colpevoli, perché pur sapendolo da molti anni, continuamo imperterriti nella distruzione della terra, con costruzioni selvagge al posto degli alberi che danno ossigeno al nostro pianeta, le fabbriche continuano con i loro scarichi di rifiuti tossici nell'aria e nella terra...e noi nel nostro piccolo in coscenza cosa stiamo facendo???...niente!
Ma é facile spaventarsi, accusare gli altri...siamo tutti colpevoli... |
01/12/2005 10:39 |
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| | | OFFLINE | Post: 10.585 Post: 2.359 | Registrato il: 18/06/2004 Registrato il: 04/09/2004 | Età: 110 | Sesso: Maschile | Occupazione: Pirata Spaziale Lemuriano | | | |
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Io cerco di contribuire nel mio piccolo, in tutto dalla raccolta differenziata dei rifiuti al risparmio di carta ecc... ma i veri sforzi li devono fare i grandi della terra, neppure sono stati in grado di portare avanti con serietà, il protocollo di Kyoto.
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01/12/2005 10:55 |
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| | | OFFLINE | Post: 10.585 Post: 2.359 | Registrato il: 18/06/2004 Registrato il: 04/09/2004 | Età: 110 | Sesso: Maschile | Occupazione: Pirata Spaziale Lemuriano | | | |
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Il Protocollo di Kyoto per la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (1997)
Il Protocollo di Kyoto è un documento redatto e approvato nel corso della Convenzione Quadro sui Cambiamenti climatici tenutasi in Giappone nel 1997. Nel Protocollo sono indicati per i Paesi dell’Annesso I** gli impegni di riduzione e di limitazione quantificata delle emissioni di gas serra (anidride carbonica, gas metano, protossido di azoto, esafloruro di zolfo, idrofluorocarburi e perfluorocarburi). Con più precisione le Parti dovranno, individualmente o congiuntamente, assicurare che le emissioni antropogeniche globali siano ridotte di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo di adempimento 2008-2012. Per il raggiungimento di questi obiettivi, i Paesi possono servirsi di diversi strumenti che intervengono sui livelli di emissioni di gas a livello locale-nazionale oppure transnazionale. Nell’ampio ventaglio di strumenti, ne vengono espressamente indicati tre, tutti appartenenti alle cosiddette misure di flessibilità. Queste misure sono l’Emissions trading, il Clean Development e la Joint Implementation.
L’Emission trading è una misura ammessa tra i Paesi appartenenti all’Annesso I e si sostanzia nella creazione di un mercato dei permessi di emissione. La Joint Implementation (implementazione congiunta) è una misura che prevede la collaborazione tra Paesi sviluppati e che consente a un Paese dell’Annesso I di ottenere dei crediti di emissione grazie a dei progetti di riduzione delle emissioni oppure di assorbimento delle emissioni di gas a effetto serra sviluppati in un altro Paese dell’Annesso I. Il Clean Development Mechanism (meccanismo di sviluppo pulito) è uno strumento analogo alla JI e si differenzia da quest’ultima in quanto coinvolge attori diversi ovvero Paesi appartenenti all’Annesso I e Paesi che non vi appartengono. Le misure di flessibilità vengono considerate supplementari rispetto alle azioni domestiche. Le regole che permetteranno di rendere operativi i meccanismi di flessibilità devono essere ancora precisate.
Il Protocollo di Kyoto entrerà in vigore solo nel momento in cui "venga ratificato, accettato, approvato o che vi abbiano aderito non meno di 55 Parti responsabili per almeno il 55% delle emissioni di biossido di carbonio (emissioni quantificate in base ai dati relativi al 1990)."
Attualmente solo 14 Paesi hanno ratificato il Protocollo e rappresentano, complessivamente, una percentuale irrisoria delle emissioni quantificate di gas a effetto serra.
Un commento a questa breve presentazione del Protocollo può essere utile per comprendere lo stato attuale: se tutti i Paesi dell’Annesso I (e in particolare i Paesi sviluppati) sono decisi ad assumersi degli impegni nella riduzione delle emissioni grazie soprattutto all’accoglimento del cosiddetto principio di responsabilità (principio secondo il quale i Paesi che hanno maggiormente contribuito ai livelli attuali di concentrazione di gas devono essere i primi a sostenere i costi e il peso di una riduzione delle emissioni) ciò che suggerisce agli stessi Paesi di essere cauti nell’adozione del Protocollo risiede in questa ragione. I Paesi non sviluppati o in via di sviluppo (come Cina oppure India), che secondo le previsioni saranno nel futuro i maggiori emettitori di gas antropogenici, non sono sottoposti a nessun tipo di vincolo e non sono obbligati a ridurre le emissioni di gas serra. Lo sforzo compiuto dai Paesi dell’Annesso I per contenere le emissioni dei gas serra potrebbe essere, quindi, completamente vanificato dal comportamento dei Paesi meno sviluppati. In altri termini, ad un sacrificio attuale di alcuni Paesi, corrisponderebbe un miglioramento solo presunto del problema globale connesso con le emissioni di gas serra.
** L’elenco dei Paesi appartenenti all’Annesso I e i rispettivi obiettivi di riduzione e di limitazione delle emissioni di gas antropogenici sono indicati al termine di questa presentazione.
Fonte
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01/12/2005 10:57 |
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Annesso B (Protocollo Di Kyoto,1997) Parti
Obiettivi di riduzione o di limitazione quantificata delle emissioni(percentuale dell’anno o del periodo base) :
Australia
108
Austria
92
Belgio
92
Bulgaria*
92
Canada
94
Croazia*
95
Danimarca
92
Estonia*
92
Federazione Russa*
100
Finlandia
92
Francia
92
Germania
92
Giappone
94
Grecia
92
Irlanda
92
Islanda
110
Italia
92
Lettonia*
92
Liechtenstein
92
Lituania*
92
Lussemburgo
92
Monaco
92
Norvegia
101
Nuova Zelanda
100
Paesi Bassi
92
Polonia*
94
Portogallo
92
Regno Unito e Irlanda del Nord
92
Repubblica Ceca*
92
Romania*
92
Slovacchia*
92
Slovenia*
92
Spagna
92
Stati Uniti d’America
93
Svezia
92
Svizzera
92
Ucraina*
100
Ungheria*
94
Unione Europea
92
*Paesi che stanno intraprendendo il processo di transizione verso un’economia di mercato
Esempio di lettura della tabella: l’Unione Europea deve ridurre le emissioni di una percentuale pari all’8 % rispetto ai livelli del 1990 ( livello di produzione 1990: 100; livello di emissione nel periodo 2008-2012: 92; la differenza in termini percentuali: 100-92=8)
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01/12/2005 10:58 |
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Il nostro Paese appartiene al gruppo delle Nazioni incluse nell’Annesso B del Protocollo di Kyoto (1997). L’obiettivo di riduzione dei gas serra indicato nel suddetto Protocollo è fissato ad una percentuale dell’8% (ovvero la stessa percentuale indicata per tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea).
In sede comunitaria, nel Giugno 1998, sono state stabilite le percentuali di riduzione a carico dei diversi Paesi. Per l’Italia, è stata fissata una percentuale del 6.5% (per l’elenco completo degli impegni a carico di tutti i Paesi UE, si veda dati e statistiche: emissioni di gas a effetto serra nella UE).
Al preciso scopo di favorire una riduzione delle emissioni di gas antropogenici (nonostante il nostro Paese non abbia ancora ratificato il Protocollo di Kyoto, come tutti i Paesi dell’Annesso I, ma lo abbia solo siglato nell’Aprile 1998), il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ha, nel Novembre 1998, individuato le azioni nazionali che permetterebbero di ottenere tale riduzione delle emissioni.
Fonte |
01/12/2005 22:35 |
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Grazie x averci chiarito e idee con il protocollo di Kyoto...molto interesante..
Certo che stiamo proprio rovinando il nostro bel pianeta...quoto con Harlock nel dire che ognuno nel suo piccolo fa ciò che può (io differenzio carta, plastica, spazzatura ecc) ma non basta... |
07/12/2005 17:01 |
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07/12/2005 22:55 |
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08/12/2005 04:53 |
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Avete ragione, noi nel nostro piccolo lo facciamo....ma quanti di noi lo fanno davvero...??
Non ditemi che non avete mai sentito dire che i bidoni della raccolta differenziata sono troppo lontani??
E poi...siete sicuri che quando arrivano a destinazione effettivamente si procede come dovuto invece di essere buttati tutti insieme??
Quanti sono i prodotti in commercio creati con riciclato dichiarato??
Io francamente qualche dubbio ce l'ho!!
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