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[2] Scenario: L'isola delle nebbie

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2004 11:02
15/01/2004 10:42
 
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I giorni successivi sono un susseguirsi di accampamenti di fortuna vicino alle strade romane dell'impero, a pasti sempre meno ricchi, e a un susseguirsi di foreste e di nebbia, ovunque.
I giorni passano, ma non incontrate nessuno: nebbia e solitudine.
Anche se siete in quattro, Falco, Giusto, Marco e Astrifone, non riuscite a dire nulla: il massacro compiuto dal sacerdote di Apollo Romeo Detamargus é troppo grande per trovare una spiegazione.. Giusto parlava della LORO volontà, ma più volte, in queste fredde mattinate e gelide notti immersi nella nebbia, vi siete chiesti se e quando il sacerdote é passato dalla LORO parte.. e con orrore vi siete chiesti se la pazzia, o la LORO lucida adorazione un giorno o l'altro vi colpirà anche a voi.
Ma é in una mattinata del settimo giorno, che in lontananza vedete, immerse in un grande prato, delle enorme pietre verticali, disposte a circolo.
Astrifone vi spiega che gli antichi druidi usavano queste pietre per stabilire l'arrivo delle stagioni, ma che c'è molto di più nascosto al loro interno.. MOLTO DI PIU'.
Ancora una volta vi chiedete quanto sa il druido e quanto non vi ha detto, ma accettate le sue parole.
Vi accampate poco lontano dall'enorme circolo di pietre, aspettando, quello che sembra un segno celeste, così dice Astrifone.. ma cosa?
17/01/2004 12:32
 
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Marco Bellero
Finalmente seduto, dopo giorni di peregrinazioni, posso riposarmi un poco. Improvvisamente tutto si fa buio... diamine, non posso essere così stanco! Lentamente mi lascio scivolare nell'oblio... immagino un accampamento coi miei compagni di viaggio, ma il luogo mi è sconosciuto. Mi sembra di capire dai discorsi che riesco a captare che si stia per entrare in Ade. IN ADE? Beh, in fondo non potrebbe essere peggio di quello che abbiamo vissuto finora. Comincio a parlare, nel tentativo di incoraggiare ancora Falco e Giusto, ma quello che esce dalla mia bocca è solo un fiume di parole sconnesse e prive di senso, o forse si?

"In sei partimmo dall'Urbe, compagni. Adesso siamo rimasti solo in tre ad accompagnare Astrifone. La lista dei nostri nemici si allunga sempre più, man mano che procediamo nel nostro cammino. Ed adesso siamo giunti alla mèta del nostro viaggio: qui troveremo le risposte... o forse anche la morte, dobbiamo esserne consapevoli."

"Mi sento stanco, terribilmente stanco... il pensiero di Caio ed Aracus mi tormenta continuamente! I nostri poveri compagni! Non avremmo potuto fare qualcosa per loro, anziché andarcene! Astrifone, per il tuo bene mi auguro alla fine del viaggio che tu sia stato una guida impeccabile... ma no, cosa avremmo potuto fare NOI... contro di LORO. La nostra storia, da quattro anni a questa parte, è fatta di continue sconfitte, fughe, terrore e paralisi, bracci avvizziti, ciocche bianche di capelli, perdite di memoria, carneficine, talismani, spade luminose. Mai abbiamo avuto l'impressione di raggiungere l'obiettivo, mai quella di fare un solo, misero passo in avanti. Siamo come relitti sballottati dal mare in tempesta, un mare misterioso, nero ed ostile quanto quello al di là delle Colonne d'Ercole."

Mi riprendo. Un pensiero improvviso mi lancina la mente e mi riporta duramente alla realtà. Se Detamargus è stato corrotto nell'animo, chi dice che la stessa cosa non potrebbe accadere a Falco e Giusto? Ed io, saprei in caso di necessità levare la spada su di loro? E se invece fossi IO a perdere il lume della ragione? Chi potrebbe aiutarmi?


22/01/2004 09:12
 
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Giusto
L'animo del giovane laziale è ormai lacerato dalla consapevolezza che ciò che ha ghermito Romeo Detamargus si annida anche in lui..."ma so che ne' il centurione ne' il pretoriano saranno mai minacciati da questo....".
Stancamante segue il gruppo nelle peregrinazioni che alfine terminano davanti al grande circolo di pietre.

"Astrifone dice che i druidi utilizzavano questo circolo per determinare l'arrivo delle stagioni.....immagino che ci dirà che siamo di fronte all'arrivo dell'inverno nella storia delle'esistenza di noi uomini"

26/01/2004 13:25
 
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FALCO

Lentamente si va delineando nella mia mente la paura di aver commesso un grandissimo sbaglio, un errore imperdonabile che ha causato la morte di molti innocenti...

Romeo Detamargus. Quell'uomo che ritenevamo nostro amico, nostro compagno, ci ha traditi per seguire la Loro volontà...
Inizialmente ero diffidente nei suoi confronti, ma poi quanto abbiamo vissuto e condiviso ci ha avvicinati e mi ha spinto a guardare oltre i pregiudizi, accantonando i dubbi che avevo su di lui.

Che sia stata tutta una farsa? Che fosse tutta finzione e stesse recitando il suo ruolo in questa storia?
Che si sia unito a noi per guadagnare la nostra fiducia, facendo in modo che Astrifone lo guidasse fino qui?

Resto pensieroso a fissare il fuoco con lo sguardo spento, perso nel vuoto.
Le immagini del massacro compiuto da Romeo sono ancora nitide e vive nella mia mente. Immagini che chiedono vendetta, che gridano giustizia...

Romeo, spera di non incontrarmi nuovamente perchè questa volta nulla potrà fermare la mia mano. Devo espiare all'errore che ho fatto fidandomi di te. Non dimenticare che Ex-Lvce ha ancora sete...

Mi riscuoto dai miei pensieri quanto un soffio d'aria fredda mi lambisce il volto. Mi accorgo dagli sguardi dei miei compagni che tutti siamo preoccupati e pensierosi.
Questo clima di tensione non porta a nulla, il silenzio ci opprime e il buio risveglia le nostre più recondite paure.
Non dobbiamo dare al Nemico alcun vantaggio su di noi...

Mi rivolgo quindi al druido.
"Astrifone, cosa pensi di quanto è successo? Anche questo era già deciso?
Pensi che Romeo abbia recitato la sua parte sin dall'inizio? E se così non fosse, come spieghi quello che ha compiuto? Può essere così pericoloso avvicinarsi alla Loro magia?"
26/01/2004 15:39
 
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"La strada della LORO magia é sempre pericolosa. Non é mai qualcosa di umano che spinge gli uomini ad avvicinarsi a qualcosa del genere... é solamente il LORO volere.. é solamente questo..."
Astrifone guarda Giusto per dei lunghi, imbarazzanti istanti, come se stesse scrutando nel suo profondo, dentro la sua anima, oltre la sua anima, ma poi continua, osservando ancora il cielo stellato, mentre la notte, ancora una volta é calata senza che ve ne accorgete, attorno a voi.
In un silenzio innaturale.
Solo un alito di vento che canta attraverso le enormi pietre del circolo, pietre antiche come e forse più di Roma stessa..
"Lui.. ha compiuto un sacrificio. La scelta, o almeno la sua scelta é stata quella di sacrificare degli innocenti per il LORO volere... ma forse lui era già impazzito, riscucchiato nel vortice della loro magia oscura"
Astrifone distoglie lo sguardo dal cielo e mentre parla vi guarda uno ad uno, intensamente, profondamente, e sentite o meglio, avvertite delle parole oltre a quelle che vi dice [guardate dopo]:
"Il tempo, infine é giunto. Voi siete stati scelti per questo, le vostre azioni, vi hanno portato contro i LORO servitori, ma non contro di LORO. Ricordate, da qui in avanti, in qualsiasi momento della vostra esistenza che LORO non ci considerano. Non siamo il nemico, siamo solo un sasso nei loro stivali, un inutile radice che può farli solamente inciampare.
NULLA POSSIAMO FARE CONTRO DI LORO.

..

Credete nei vostri cuori."
Astrifone alza gli occhi al cielo, seguite il suo sguardo, e vedete qualcosa che va oltre la vostra comprensione.. qualcosa di eccezionale, magico, superiore.
Realizzate che vi siete mossi, inconsapevolmente, senza volerlo al centro del circolo di pietre di questa isola delle nebbie, nel più lontano confine dell'impero.. Roma.. la città eterna é lontana oltre ogni vostra immaginazione.

"Lunae, Luna.
Martis, Marte.
Mercurii, Mercurio.
Jovis, Giove.
Veneris, Venere.
Saturno.
Ed il sole"

E vedete.. vedete per la prima volta TUTTI gli astri del cielo in riga, pronti perché siano allineati, pronti per qualcosa di terribile e stupendo allo stesso tempo.

Falco

Guardi istintivamente la Ex-Lvce, ma tace, non illumina te e i tuoi compagni per un pericolo incombente.
Poi ti sembra di sentire un canto lontano, distante.. sussurrato.. in una lingua che non conosci, ma riconosci la cadenza: una marcia militare, precisa.. come una preghiera...
Vedi vedi davanti ai tuoi occhi un esercito senza tempo che avanza, schiacciando il suo ancestrale nemico.. ma annientando se stesso..
Vedi.

Marco

Guardi.. ma non vedi. Vedi solamente sangue attorno a te.
Un battito di ciglia, un istante, eterno ed illusorio.
Poi gli astri. Vedi tutto: satelliti, stelle oltre le stelle.
Vedi.
VEDI.

Giusto

Senti prima di ogni cosa.
Senti il vento che passa lento attraverso le pietre verticali.
Senti il peso della storia attorno a te, senti che il momento é giunto, il momento per cui lei ti ha preparato.
"Giustooooooooooooo" senti la sua voce!
Senti...
29/01/2004 16:55
 
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Giusto
Giusto rimane senza fiato dinnanzi all'affascinante spettacolo dell'allineamento degli astri....una terribile sensazione di vuoto e sgomento lo sorprende, mentre le sue mani cominciano a tremare ed il suo cuore a palpitare.

Un'impressione?

No, è certezza, quella che si sente è la sua voce, non può essere altrimenti...un barlume di raziocinio torna a rioportare Giusto alla realtà dei fatti, ed il suo sguardo spazia velocemente e febbrilmente intorno a se' cercandola.....

03/02/2004 18:25
 
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FALCO

Il rumore cadenzato dei passi di marcia, le grida della battaglia, il colore rosso del sangue dei nemici...

Visioni di scontri e urla di vittoria si susseguono nella mente di Falco, impalpabili emozioni si alternano nel suo cuore.
Dapprima timide, poi sempre più forti...

Il cuore batte in modo frenetico, pulsando la vitale linfa nelle sue vene.
Falco si ritrova nel mezzo della battaglia.
Schiva un fendente, para un affondo e brandisce Ex-Lvce verso la gola dell'avversario che nulla può contro il suo impeto.
Sprizzi di sangue gli umettano le labbra e il sapore del sangue lo inebria, lo rende cieco... Solo con la sua follia omicida.

[...]

Apro gli occhi.
Tutto è rosso, tutto è svanito... Muovo qualche passo in una direzione casuale, perso nelle nebbie dell'oblio, ma inciampo.

Riapro gli occhi.
Ora tutto è limpido, chiaro e... macabro.
Ai miei piedi giacciono decine di corpi orrendamente mutilati, gemiti si odono in lontananza e sguardi persi nel vuoto invocano la morte.

Mi guardo attorno e vedo solo sangue... E morte.
I corpi degli amici riversi su quelli dei nemici, abbracciati in una macabra danza nell'estremo tentativo di riemergere dall'abisso senza fine della morte.

Poi vedo un volto distinguersi tra i corpi, un volto conosciuto, un volto un tempo amico...

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
Un urlo mi nasce dentro, esplode e si riversa con tutto il mio odio sul campo di battaglia.

Il corpo di Aracus giace a pochi metri di distanza da me, riverso al suolo con ancora la spada stretta tra le dita rigide e fredde...

Sento qualcosa bruciarmi sul volto, rigarmi le guance scendendo verso la gola.
Lacrime... Lacrime amare per la perdita di un amico, di un fratello.

Non so per quanto piango, non mi interessa di nulla. Sono solo con il mio dolore che nemmeno il cielo ormai potrebbe contenere...

Mi alzo in preda al dolore. Non è giusto, non è vero!
Non puoi essere morto!
Perchè? PERCHE'?!?

Lentamente si fa largo dentro di me la consapevolezza di essere il responsabile della sua morte.
Sono stato io a condurlo in questa spirale di morte e distruzione. Sono stato io la lama invisibile che ha tranciato il filo della sua esistenza...

Le lacrime continuano a sgorgare senza fine...
Gli occhi mi bruciano, la vista è appannata e il respiro difficile.

Corro... Fuggo da tutto questo, fuggo da me stesso.
Inciampo nuovamente, ma mi rialzo e di nuovo cado al suolo.
Mi rotolo a terra in preda alla disperazione finchè tutto non diventa buio...

[..]

Apro gli occhi...
Gli astri sopra di noi formano sconosciute costellazioni, un meraviglioso dipinto che non ci è dato comprendere.

Fisso Astrifone dritto negli occhi.
"Astrifone, siamo giunti qui e compiremo quanto è da compiere.
Ho perso tutto, mi resta solo l'odio a farmi compagnia..."

"Hai la mia spada, la mia vita. Dimmi cosa devo fare..."

[Modificato da lark 03/02/2004 18.28]

05/02/2004 20:18
 
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E' un attimo. Tutto è buio. Avverto una sensazione di vuoto. Dove sono? Tento di gridare: Giusto! Falco! Astrifone! Aracus! Caio! Dove siete? Non lasciatemi solo in questa oscurità! E' tutto inutile. L'oblio mi ha definitivamente sopraffatto?

No. Non è così. Devo razionalizzare. Devo, a costo di sprofondare nella follia! Mi trovo in un luogo sconfinato ed oscuro, sembra che qui dentro le dimensioni e la misura come noi le conosciamo non abbiano alcun senso e significato. E' una sorta di vuoto cosmico, immenso ed incalcolabile.

Cosmico... La mia mente vacilla al solo pensiero: mi trovo nel cielo, oltre le nuvole! Può essere che il cielo stesso non abbia dei confini? E' forse possibile che esso spazi verso dimensioni incalcolabili? Eppure dev'essere così... spazio è la parola giusta, si, mi trovo nello SPAZIO.

Torno a guardarmi intorno. Vedo come delle sfere, di vario colore, tutte allineate. Ora comprendo, sono gli astri! La Luna, Marte, Giove... tutti allineati fra di loro! Ma come può essere? Dove sei Astrifone, ho bisogno delle tue risposte! La realtà (se di realtà si può ancora parlare) che si para di fronte al mio sguardo divampa come una fiamma che bruci un vecchia pergamena ormai inutile.

Quegli astri allineati sono un chiaro segno. Si sta preparando qualcosa di inconcepibile, e noi, con le nostre misere forze, saremo i soli a poterlo fermare. Devo agire, devo credere al mio cuore come ha detto Astrifone (ma quando l'ha detto? Sembra passata un'eternità ormai) e riunirmi con i miei compagni. devo alsciare quanto prima questo posto... io VOGLIO ANDARMENE.

La visione, come obbedendo ad un mio comando, svanisce, e mi ritrovo di nuovo immerso nella tenebra. Improvvisamente, una nuova visione. Dura lo spazio di un respiro, ma ai miei occhi e soprattutto alla mia mente rimane impressa come se la fissassi per millenni. SANGUE. SANGUE. SANGUE. Sangue dappertutto. Il sangue dei miei amici... Il sangue versato dai miei nemici... il sangue dell'aggressore versato una notte di tanti anni fa con tre colpi mirati. Ovunque mi volti, il colore scarlatto mi aggredisce, acceca il mio sguardo, inonda le mie orecchie, riempie il mio naso e mi soffoca. Lo sento scendere giù per la gola ed annegarmi i polmoni. L'ultima, disperata mia azione prima di cedere è gridare, ma la voce mi muore in gola. L'unica cosa che esce dalla mia bocca è un disperato rantolo, per giunta offuscato da un irripetibile gorgoglio.

Riprendo conoscenza. E stavolta VEDO. Vedo in tutta la sua pienezza l'UNIVERSO. Uno spazio sconfinato, talmente immenso che non basterebbero interi eoni (ma che razza di parole mi vengono in mente?) per esplorarlo. Vedo milioni di astri simili al nostro Sole, vedo miliardi di astri ed altrettanti satelliti. La mia visione è piena, imponente, perfetta. Non debbo essere poi molto lontano dal centro dell'universo, se questo universo ha un suo centro. In un istante comprendo una volta di più, se ancora ce ne fosse stato bisogno, quanto insignificanti siano Roma, l'Impero ed anche Augusto. Microscopici granelli di sabbia in uno sconfinato deserto. Tutto è vuoto, freddo e silenzioso. Tutto è opprimente.

Sento. Impossibile sentire qualcosa qui. Eppure sento. In lontananza, come soffocato, sento un particolare rumore. Un rumore di flauto. No, sono più d'uno, sembrano una moltitudine. Concentrandomi adesso riesco ad udire perfettamente. Ma che musica è mai questa? Note che non avevo mai udito, neppure dai più valenti musici che frequentavano l'alta corte ai tempi del mio servizio presso Augusto. Melodie stranissime, non sembrano avere nessun accordo nell'esecuzione, e più e ascolto più mi sento oppresso ed agitato. Sembra che questa musica sia diretta ad onorare qualcuno. Qui, nel centro dell'universo, viene suonata della musica con lo scopo di glorificare qualcuno. Ma chi diamine potrebbe suonare in questo modo quei dannati flauti, e chi può essere il destinatario della composizione?

Mi sembra di intravedere qualcosa, lontano eppure ben percepibile. Il luogo in cui mi trovo trasuda malvagità, che guarda caso sembra proprio provenire da dove proviene la musica. Ed è proprio laggiù che sembra stagliarsi qualcosa di immenso ed eterno, primordiale ed assoluto...

Non sono in grado di sopportare oltre. La mia mente ed il mio corpo, ogni singolo muscolo rifiuta categoricamente di avvicinarsi o guardare più vicino. Basta, voglio e devo tornare dai miei compagni, ovunque essi siano. Con l'ultimo brandello di volontà che mi rimane, prima di abbandonarmi alla musica, penso categoricamente: VOGLIO TORNARE. Ho ancora qualcosa da fare.


06/02/2004 11:02
 
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Insieme, eppure distanti, gli astri si muovono.
I pianeti escono dalla congiunzione e all'occhio di un estraneo, di un osservatore distaccato, anche gli uomini in mezzo al centro di pietra scompaiono, inghiottiti da una oscurità senza tempo, luce, ne speranza.
Tutto tace, per alcuni, eterni, immutabili istanti, tace l'intero universo, tremando.
Ma nessuno si interessa a questo mutamento.
Sono scomparsi.

Dai libri di storia, il valente pretoriano Marco Bellero, servitore dell'Imperatore, scompare nelle misteriose terre dell'isola delle nebbie, inghiottito da un luogo che trasuda mistero, oltre che rispetto, perché é stato eretto per uno scopo ben preciso, che però é stato perso nei millenni passati.
Un gruppo di soldati della locale centuria viene mandato a cercarlo, ma non si sa più nulla: pare che sia scomparso nel nulla.
Questa notizia fa tremare i palazzi di Roma, ma Augusto ha altri problemi da gestire: il senato, l'organizzazione e l'amministrazione di un impero immenso.. ma non si dimentica di cosa si agitava ad Inax, vicino a Cartagine, di quelle morti ancora inspiegate per i più.. eppure Augusto SA.. sa che qualcosa si agita, ai confini come al centro dell'Impero Romano..

Lo stesso accade per il valente Giusto, studioso di origini Greche, che si dice, se l'osservatore facesse una buona ricerca, faceva parte di un gruppo guidato da un centurione di nome Falco.
Anche di Giusto, di quel piccolo uomo che chiedeva troppo, in termini di conoscenza, alla sua mente e agli uomini che gli uomini del suo tempo, viene dimenticato.
Solo una donna, che i più ritenevano scomparsa, lo aspetta per molti anni, continuando ossessivamente a cercarlo, finché non muore, uccisa da dei barbari germanici due anni dopo.
Quando muore, quando il suo sangue si mischia con la neve, l'ultimo ricordo va a quello che vedeva più che un discepolo, un figlio: Giusto... che aveva cercato di allontanare da certi tomi, da certe conoscenze.. fallendo..

Un giovane centurione, però, viene ricordato. Nel cuore di un vecchio, che si tormenta per gli anni a venire, domandandosi se non aveva chiesto troppo a quel giovane, e ai suoi compagni.
Domandandosi se dopo aver perso suo figlio, ora aveva perso un figlio adottivo.. Caio Albertus, perso oramai nel ciclo della follia, non farà altro che ricordare, alla sua servizievole nipote, quell'uomo, Falco, che é scomparso per salvare Roma tutta..
Ma di Falco, della sua missione, dei suoi uomini, la storia non se ne ricorda: a chi interessa il sacrificio di uno solo ? Dinastie, successioni, guerre.. solo questo interessa agli uomini.. ma altri, lontani nel tempo, ricorderanno, cercheranno e scaveranno a fondo, e forse un giorno, troveranno la storia di questo centurione e dei suoi compagni....

CONTINUA in Scenario: Dentro ognuno di noi
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