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23/11/2004 16:51 | |
Almanacco del mistero 2005 Comprato stamattina, in pausa pranzo ho letto la storia a fumetti.
Robin Hood.
Un tizio che conosce la risposta a qualunque domanda.
Un autore di romanzi gialli.
Il furto delle copie di un vecchio libro poliziesco di serie B.
Cosa hanno in comune tutte queste cose?
Devo dire che mi è piaciuta, è proprio un'avventura alla MM.
Ed è una storia che lascia aperti molti interrogativi e trame future. |
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25/11/2004 21:24 | |
Re: Almanacco del mistero 2005
Scritto da: Arjuna 23/11/2004 16.51
Comprato stamattina, in pausa pranzo ho letto la storia a fumetti.
Robin Hood.
Un tizio che conosce la risposta a qualunque domanda.
Un autore di romanzi gialli.
Il furto delle copie di un vecchio libro poliziesco di serie B.
Cosa hanno in comune tutte queste cose?
Devo dire che mi è piaciuta, è proprio un'avventura alla MM.
Ed è una storia che lascia aperti molti interrogativi e trame future.
ma la soluzione finale non ricorda un po' da vicino una recente bella storia di castelli? per inciso anche il soggetto di questa è dello stesso autore...
mumble mumble...
by the way, avete fatto caso che al ragazzetto che compare nelle prime pagine hanno dato una copia difettata dell'almanacco? lì la storia inizia a pagina pari anziché dispari...
o è difettata la mia?
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26/11/2004 09:47 | |
Re: Re: Almanacco del mistero 2005
Scritto da: Votarxy 25/11/2004 21.24
ma la soluzione finale non ricorda un po' da vicino una recente bella storia di castelli? per inciso anche il soggetto di questa è dello stesso autore...
Mi difetta la memoria...
Quale storia? |
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26/11/2004 14:31 | |
quella breve sulle sfere luminose depositate dagli alieni qualche millennio fa; l'episodio in cui compare la altrove francese ("le centre") e una versione modificata del mucca-rana.
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28/11/2004 12:20 | |
Ho appena comperato l'almanacco, quindi, dato che veo ne state discutendo, e dato che non voglio rischiare che mi "sveliate" troppo, mi assento per un po' dal forum per leggerlo.
Non temete amici, tornerò tronfio e tracotante, tutto spalmato di almanacco, e potrò finalmente partecipare da "allineato" all'esegesi del prezioso tomo.
(mi piace il concetto di esegesi dell'almanacco del mystero...) |
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01/12/2004 21:23 | |
Accidenti, sull'ESEGESI mi siete ammutoliti tutti eh?
Be' comunque rieccomi qui con voi.
In effetti non male la storiella di questo almanacco.
Mi è piaciuta l'idea di un albero come depositario del sapere universale.
Ho guardato con occhio triste in questi giorni i giardinieri "risistemarmi" il giardino.
Vabbe', andava fatto.
Comuqnue questa storia non mi è dispiaciuta affatto. Anzi.
Pensate se IL FOGLIO di Giuliano Ferrara fosse fatto tagliando uno di quegli alberi. O IL GIORNALE di Feltri.
O magari la Padania!!!!
Sai che figata? tutti a corerre e inseguirsi per avere uno di quei giornali.
Meglio di no va'... rimaniamo così.
...o no? |
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02/12/2004 07:42 | |
Yes, storia quanto meno graziosa. Anche se forse si potevano lasciar stare gli uomini in nero.
Buon lavoro di Giardo, che con il procedere della storia prende confidenza con il personaggio di MM e alla fine ne dà una bella versione grafica.
V.
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02/12/2004 11:38 | |
Scritto da: Juan Galvez 02/12/2004 7.42
Yes, storia quanto meno graziosa. Anche se forse si potevano lasciar stare gli uomini in nero.
V.
Gli Uomini in nero sono come il prezzemolo, dappertutto...
Battute a parte carina l'idea di Robin Hood come uomo in nero, il giustiziere buono per antonomasia faceva parte dei "cattivi". |
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03/12/2004 21:54 | |
Giganteeeeee... pensaci tu! bene archiviato anche questo almanacco, ora tocca al gigante.
Qualcuno ha qualche dritta a riguardo? |
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| | | | Post: 25 Post: 17 | Registrato il: 04/11/2004
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06/12/2004 10:38 | |
giganti si nasce... non si cresce. Eccolo:
è uscito sabato.
Mo' vado a prenderlo... |
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06/12/2004 10:46 | |
Re: giganti si nasce... non si cresce. Sperem, l'unica volta che Morales mi ha deluso è stato sul gigante.
V.
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08/12/2004 13:34 | |
Re: Re: giganti si nasce... non si cresce.
Scritto da: Juan Galvez 06/12/2004 10.46
Sperem, l'unica volta che Morales mi ha deluso è stato sul gigante.
V.
s
p
o
i
l
e
r
bella storia, martin è quasi assente ma le pagine in cui c'è fa la sua figura.
bello il personaggio di angel (peccato non aver messo un collegamento alla recente storia sul ladro di ricordi), forse un po' troppo alla x-men l'evoluzione di maria ossobuchi.
pecche:
1) diana, soprattutto nelle ultime pagine, ha il volto di un'altra donna (non so chi sia e di certo non orbita attorno ai quaranta/cinquant'anni);
2) il ragionamento che porta martin a dedurre che "il numero uno" non è "quella certa persona" avrebbe potuto funzionare se fosse stato il mandante a dire "ora ti invio nome e indirizzo del bersaglio". essendo invece il killer telepate a dire la frase inversa ("pensa a nome e indirizzo") il ragionamento non porta da nessuna parte.
no, ho riletto la scena meglio. la tesi regge benissimo.
forse un pizzico troppo retorico/populista la scena finale con le varie insistenze su frigo e condizionatore (alla sclavi dell'epoca "cuore di gionni"). [Modificato da Votarxy 08/12/2004 16.02]
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09/12/2004 16:27 | |
Mi sono gustato il Gigante ieri.
Molto bello, una storia alla MM senza MM per un bel po'.
Carino il dialogo tra Martin e Diana "Ti secca non essere il protagonista?"
La leggenda metropolitana del messaggero che porta agli uomini politici le direttive da seguire, il grande complotto.
Sempre un tema interessante. |
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19/12/2004 08:48 | |
letto finalmente il Gigante.
ottima storia, ottimi disegni.
per me addirittura uno dei migliori fumetti dell'anno di casa Bonelli.
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19/12/2004 10:14 | |
Un gigante che si riscatta nell'ultima decina di pagine, un finale che dà senso e forza a tutta la storia, che riequilbra l'assenza fin lì enigmatica e priva di motivazione di Martin; che fornisce una scossa all'attenzione del lettore, fin lì mortificata dallo sviluppo prevedibile di una storia apparentemente abusata e noiosa; che motiva la caratterizzazione incolore ed illogica di Angel, povero psicopatico imbecille (ovvio: non è lui il vero Angelo del Male del titolo). E' un rischio grosso quello di Morales di dare potenza e significato alla storia solo nella sua coda terminale, ma questo dona uno dei finali più forti e memorabili della storia bonelliana.
Certo, la tirata dell'enigmatico Numero Uno può sembrare puramente moralistica, e non ha un sapore originalissimo, ma qui stiamo parlando di un fumetto seriale da edicola, di un fumetto bonelliano, dove assistiamo a una delle più rigorose, lucide esposizioni e condanne della filosofia neocon, della civiltà dei consumi come essa è stata edificata nelle sue storture: dall'insinuarsi nelle nostre vite in modo "morbido", inavvertito, sottopelle, della rapacità che è alla base di quella filofofia. In qualche pagina. E come dicevo, questo riequilibra perfettamente la scarsa presenza di Martin Mystère nella storia, perchè da sempre MM è l'uomo colto, civile, educato, e soprattutto profondamente morale prodotto da tutto ciò che di buono c'è nella nostra civiltà, dal meglio della nostra civiltà; e qui lo troviamo profondamente sconfitto, tradito, stuprato nello spirito. Probabilmente conscio del vicolo cieco in cui la sua persona, il suo senso morale si trova; dell'impossibilità di una reale e fattiva opposizione.
Senza dubbio il miglior albo bonelliano dell'anno, e una delle migliori cose tout-court.
Tanto di cappello a Morales.
V.
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14/01/2005 17:52 | |
Finisce l'avventura Dumasiana.
Carina, anche se il finale mi ha lasciato un po' perplesso.
Inizia un'altra avventura che riporta in auge un vecchio personaggio citato più volte, Tupac, un rinnegato Altlantideo di 10.000 anni fa, creatore della Macchina della Fine del Mondo.
E si parla di un'arma antichissima e potentissima.
E poi degli incubi di Martin. |
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14/01/2005 21:42 | |
Re: M.M. 274 - La cella N.13
Scritto da: Arjuna 14/01/2005 17.52
Finisce l'avventura Dumasiana.
Carina, anche se il finale mi ha lasciato un po' perplesso.
pensa a me che ancora non ho letto la storia...
Inizia un'altra avventura che riporta in auge un vecchio personaggio citato più volte, Tupac, un rinnegato Altlantideo di 10.000 anni fa, creatore della Macchina della Fine del Mondo.
anche un notevole rapper afroamericano, ricordalo!
E si parla di un'arma antichissima e potentissima.
noooooooooo! di nuovo il solito "ordigno fine di mondo"!?
E poi degli incubi di Martin.
i tormentopi alla riscossa? se son loro non si vedono dalla storia di mr jinx sui sogni!
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14/01/2005 22:05 | |
Scritto da: Votarxy 16/09/2004 11.20
perplessità: in un romanzo (IT) king dice che non è possibile costruire un proiettile d'argento per pistola che funzioni, per una questione di peso specifico.
L'argento non è sicuramente il migliore materiale per costruire un proiettile, ma comunque un uomo ce l'ammazzi lo stesso. E non credo proprio che il problema sia dato dalla densità, quanto dalle caratteristiche meccaniche.
Season of Fears, Season of Tears, Season of Sorrows, Season of No Tomorrows |
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17/01/2005 12:14 | |
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17/01/2005 13:12 | |
Re: M.M. 274 - La cella N.13
Scritto da: Arjuna 14/01/2005 17.52
Finisce l'avventura Dumasiana.
Carina, anche se il finale mi ha lasciato un po' perplesso.
Una storia certamente non indegna: solida, molto classica, con un villain piuttosto realistico, un duro da prendere sul serio. Ben disegnata da Romanini, che ormai padroneggia bene la materia mysteriosa.
Insomma, non è un capolavoro, ma fossero stati tutti così i MM post 200 parleremmo di una testata in più discreta salute.
V.
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