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[fanfiction] Il Citazionista 3

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2020 12:13
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Post: 2.943
Giudice*****
18/09/2020 23:11
 
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Re:
fantaysytrash, 18/09/2020 21:30:

II POSTO

“Dove non possono ferirci”, BessieB – 35,05/37

Grammatica: 9,05/10

In tutta la storia ho riscontrato solamente un paio di errorini, cosa per cui non posso che congratularti, specialmente vista la lunghezza non indifferente dello scritto.

Di seguito ti riporto i vari refusi:

[Capitolo 2]

“Lei penso che, di tutte le cose che Luke avesse mai detto, o fatto, questa era la più strana e innaturale: Annabeth non aveva dimenticato, le notti passate a temere per la sua vita, sapendolo soggetto a Crono.” -> “pensò” (errore di battitura) e c’è una virgola di troppo tra “dimenticato” e “le notti” (-0,15)

[Capitolo 3]

“Annabeth ricordava vagamente, il giorno in cui Luke era ritornato al Campo Mezzosangue con il viso decorato di polvere e sangue, e un taglio che gli sfigurava i lineamenti.” -> c’è una virgola di troppo tra “vagamente” e “il giorno” (-0,15)

“Puoi forzare qualcuno a fare qualcosa che aspetta da tutta una vita, si domandò Annabeth, guardandolo negli occhi.” -> manca il punto di domanda (-0,15)

“«Volevo farvi alcune piccole, ma essenziali rassicurazioni» disse Afrodite, con aria serie.” -> “seria”

“Annabeth si era adeguata con sollievo a quel suo mutismo, lieta che non le domandasse niente sulla rassicurazione che al Dea le aveva offerto, come un’elemosina schifata.” -> “la Dea”

“Lei annuì ma, dentro di sé, avvertire come un’ombra che macchiava quel bellissimo sogno che Luke stava cercando di mostrarle.” -> “avvertì” oppure “poté avvertire” (-0,50)

[Capitolo 4]

“Più Annabeth s’aggrappava alla mano di Luke, più ne era convinca: era quello, il loro mondo possibile, doveva essere quello.” -> “convinta”
“Per una manciata di giorni, che adesso avevano la consistenza di coriandoli colorati in un mare di carta bianca, aveva creduto per davvero che fosse quello, in futuro in cui nessuno li avrebbe più potuti feriti.” -> “potuti ferire”

“«E ti sono grado anche solamente per aver voluto tentare, ma adesso…»” -> “grato”

[Capitolo 5]

“Annabeth chinò il capo, un fiume di lacrime le scavarono il viso […]” -> “le scavò”

Altre piccole imprecisioni che ho notato sono state l’espressione “sé stesso” – la cui forma più comunemente accettata in italiano è “se stesso” – e “S. Francisco” – che solitamente viene lasciato scritto per intero, ovvero “San Francisco”.

Si tratta di sottigliezze minime, e specialmente in una mini-long è ben altro ciò che conta, ma mi è sembrato giusto riportare tutto.

Per quanto riguarda lo stile, invece, l’ho trovato molto sofisticato e ricercato, con diversi periodi ipotattici che ben si addicono al flusso di pensieri di Annabeth e alla narrazione di eventi intricati. Ho notato qualche virgola di troppo qua e là, ma nulla che disturbasse troppo la lettura. Nel complesso, in realtà, la tua storia è scivolata via senza intoppi e molto più rapidamente di quanto avessi previsto, tanto che l’ho divorata in un colpo solo, nonostante la lunghezza.


Trama e originalità: 10/10

La struttura della trama è certamente ben organizzata, si nota subito come tu abbia disposto le varie scene per formare un quadro complesso e articolato, che parte da un semplice what if e si trasforma in qualcosa di molto più grande.

Questo loop temporale per cui Annabeth continua ad andare indietro nel tempo sperando in un risultato finale differente inizialmente dona speranza al lettore tanto quanto alla protagonista, e si è trascinati subito nel vivo dell’azione, per cui risulta davvero impossibile non ritrovarsi a tifare per un risvolto positivo. Ma presto si percepisce anche l’inevitabilità del destino, e proprio come accade anche per Annabeth si passa da ostinazione a paura a rassegnazione.

Utile anche l’idea di aprire e chiudere ogni capitolo con una citazione di uno dei precedenti – anche se leggermente alterata – in modo da collegare in modo chiaro le scene, e capire da che punto della storia si sta alterando la cronologia degli eventi e creando un nuovo percorso.

Confesso che speravo in un happy ending, ma il modo in cui ha terminato la faccenda ha decisamente più senso, ed enfatizza ancora di più tutto ciò che è accaduto prima, mettendo però in chiaro che il passato è da lasciare stare. Il modo in cui hai ricollegato il finale all’episodio canonico, riprendendo certi temi ma allo stesso tempo stravolgendoli, è stato magistrale, una degna conclusione a questa storia travagliata.

Anche per quanto riguarda i protagonisti in scena c’è tanto da dire. Innanzitutto, mi è piaciuta l’unione tra il Tempo come divinità greca – che può essere anche ricondotto a Crono stesso – e l’attributo offerto da Eraclito, ha creato una nuova immagine che ritorna sottile per tutta la fic, il rumore dei dadi che man mano che si procede sembra quasi farsi beffe dei giocatori.

I personaggi umani sono stati tutti caratterizzati ancor più egregiamente. In primo luogo abbiamo Annabeth, protagonista assoluta e colei di cui vediamo ogni minimo pensiero, speranza e preoccupazione. Ogni parte di lei che trasuda da questa storia è perfettamente in linea con il suo personaggio; la determinazione, la testardaggine, il suo prendersela non solo con i responsabili della situazione – Crono e gli Dei – ma anche con Luke stesso quando la tratta da bambina o non propriamente come suo pari… Mi è sembrato davvero di vedere la Annabeth dei libri, pronta a tutto per le persone che ama e sempre con un piano per mettere in moto gli eventi.

Dall’altra parte abbiamo poi Luke, straziato per le scelte e gli sbagli commessi, ma che non può fare a meno di essere egoista e cercare di scappare insieme alla ragazza che ama. Vederlo ripetutamente ucciso (ma anche scoraggiato, frustrato, geloso di Percy) ha riportato alla mente diversi momenti che vediamo nei libri e, così come allora, non ho potuto fare a meno di illudermi che avesse almeno una chance di rivalsa. Le emozioni che il suo personaggio ha suscitato in me per tutto il corso della lettura sono state veramente molte, e credo che questo sia sempre un buon segno per quanto riguarda sia la trama in sé – portata avanti appunto dalle interazioni interessanti e stimolanti tra Luke e Annabeth – sia per l’aspetto più emotivo che sei senz’altro riuscita a trasmettere.

Come se tutto ciò non bastasse, anche in ogni personaggio secondario, per quanto avente una presenza davvero marginale, sono stati riconoscibili certe caratteristiche fondamentali, anche dal più piccolo dei gesti.

Primo tra tutti Ermes; ciò che più è risaltato di lui è l’amore per il figlio e il suo credere in lui anche andando contro il parere di tutti gli altri. Mi è dispiaciuto non vedere interagire di più i due, ma anche questa mancanza è IC – Luke non può fare a meno di provare risentimento nei confronti del padre che, purtroppo anche qui come nel canon, arriva troppo tardi per fare una vera differenza.

Ma anche gli altri Dei e persino gli accenni a Percy hanno contribuito a formare un quadro d’insieme molto più dettagliato e che ho decisamente apprezzato.

La mia preferita comunque rimane Afrodite che, come se fosse la cosa più naturale del mondo, se ne esce con frasi tipo “Mi stavo divertendo a guardarvi, prima che tu riscoprissi di avere una coscienza e una morale” o “Tu e Percy Jackson… sai che smacco, per tua madre. Ma hai deciso autonomamente, rovinando tutto. E meno male! Ora è tutto immensamente più divertente” – quella scena è stata una delle mie preferite, leggera ma anche potente!

Anche il tema del fantomatico bacio che Annabeth continua a volere da parte di Luke ma che decide infine di prendersi da sola è stato significativo, come se fosse un simbolo del loro stesso percorso; se prima non hanno fatto altro che scappare e sperare per il meglio, ora prendono in mano le loro vite e scelgono un destino forse più drastico ma che possono in qualche modo controllare.

Insomma, credo che potrei continuare all’infinito e raggiungere la lunghezza della storia stessa, ma credo di aver fatto arrivare il messaggio: trama complessa e interessante, personaggi caratterizzati e stimolanti e uno stile elevato e di grande impatto narrativo. Praticamente un lavoro perfetto!


Utilizzo della citazione: 5/5

La citazione è stata usata e sviluppata in modo più che soddisfacente, e costituisce a tutti gli effetti il fulcro del racconto. L’intera storia si basa sul voler vedere “l’altra strada”, quella non intrapresa, e non si tratta solo di domandarsi circa le conseguenze delle proprie azioni, ma vediamo proprio in prima persona quali queste conseguenze siano.

E il fatto che, nonostante tutti gli sforzi e i destini apparentemente alterati, si sia giunti praticamente al punto di partenza, con la medesima consapevolezza, prova davvero come non si possa mai essere certi di come le nostre azioni possano influenzare il mondo circonstante; allo stesso tempo, tuttavia, il percorso intrapreso per arrivarci è stato importante e significativo, e fa parte esso stesso di ciò che non si può controllare a priori, ma solo vivendolo e sperimentando via via che si prosegue.


Titolo: 2/2

Il titolo mi è parso fin dal principio molto intrigante, ma non appena è apparso nel quarto capitolo e ne ho compreso il vero significato mi si è stretto il cuore in una maniera che non avevo anticipato. Non dico di aver pianto, ma poco ci mancava.

L’idea per cui tutto quello che Annabeth voleva veramente era un posto sicuro – e che fosse disposta a ricercarlo anche “dalla parte sbagliata” – è stato heart-warming e heart-shattering al tempo stesso. Io generalmente apprezzo sempre quando c’è un momento preciso in cui il titolo di un libro o film viene reso noto, quindi anche nella tua fic mi ha fatto piacere scoprirlo.

Un altro dettaglio che ha la mia più alta approvazione è come il titolo sia “Dove non possono ferirci” invece di “Dove non possiamo essere feriti” perché di fatto è proprio per colpa del menefreghismo degli Dei che si è scatenata una guerra, tema che viene ripreso anche verso il finale quando Annabeth dice “Mi fidavo di voi”. Ho trovato che quindi costituisse una chiusura del cerchio completa, riagganciando le considerazioni finali alla premessa iniziale.


Gradimento personale: 9/10

La tua storia mi è piaciuta veramente molto – come suppongo sia risultato chiaro anche dai miei commenti precedenti – e sebbene io sia una ferma shippatrice della Thaluke, Annabeth e Luke hanno certamente il loro fascino, e mi è capito più di una volta di amare alla follia fic con loro protagonisti.

Anche questa tua storia rientra in questa categoria e finisce dritta tra le ricordate perché non è improbabile che io ritorni a leggerla di tanto in tanto; devo dire inoltre che mi ha addirittura ispirata per riprendere a scrivere su questo fandom, per cui non solo ti faccio i miei complimenti più sentiti ma ti ringrazio anche per questo input involontario.

Onestamente non so cos’altro aggiungere che io non abbia già detto, sappi solo che tutti gli aspetti della tua storia mi hanno convinta al massimo e da oggi in poi sonderò un po’ il tuo profilo alla ricerca di altre storie perché questa mi ha davvero conquistata!


Totale: 35,05/37




Mi mangerei le mani per quegli errori, ma purtroppo l'avevo preventivato, essendo la storia abbastanza lunga. Però sono comunque molto contenta del giudizio (che vorrei come recensione). Mi fa piacere che tu abbia colto la vera intenzione (che non era salvare Luke, per quanto sia il mio pg preferito) di questa storia, dove peraltro ci sta un lungo lavoro dietro, sia per integrare i viaggi nel tempo nell'universo di PJ, sia per ricostruire il viaggio di Luke e Annabeth attraverso il Canada.
Per le due recensioni premio scegli pure liberamente ma, se puoi, non andare troppo indietro, nel mio profilo ci sono nove anni di esperimenti AHAHAH
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