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Non è tempo per noi

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2019 11:25
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Giudice*****
10/03/2019 20:11
 
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Re:
Ester.EFP, 10/03/2019 19.49:

Spero tanto che di questo contest indirai una seconda edizione, perché ora devo, a malincuore, ritirarmi :( purtroppo non ho avuto né il tempo né la tranquillità mentale necessaria a rendere giustizia a questo tema, che mi ha ispirato davvero molto!



Mi dispiace, ma se anche tu come Freya dovessi scrivere una storia ispirata a questo tema tra qualche tempo, non esitare a farmi avere il link, mi piacerebbe leggerla!

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Giudice****
10/03/2019 22:05
 
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Ciao Rormary, ti ho inviato l'email con la storia.
Attendo il tuo ok per procedere alla pubblicazione.
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Giudice*****
10/03/2019 23:04
 
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Re:
inzaghina.EFP, 10/03/2019 22.05:

Ciao Rormary, ti ho inviato l'email con la storia.
Attendo il tuo ok per procedere alla pubblicazione.



Arrivata, pubblica pure!
Non ho ancora letto la storia, ma bellissima la citazione di Wilde in apertura [SM=g27998]

10/03/2019 23:32
 
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Purtroppo non sono riuscita a finire, devo ritirarmi... Mi sono accorta tardi di questo contest e ho provato comunque a rispettare la scadenza, ma la storia che sto scrivendo mi piace e non vorrei rischiare di rovinarla o di non renderle giustizia finendola in fretta. Sarà per un'altra volta!
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Post: 2.618
Giudice*****
10/03/2019 23:48
 
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Re:
SakuraKurotsuki, 10/03/2019 23.32:

Purtroppo non sono riuscita a finire, devo ritirarmi... Mi sono accorta tardi di questo contest e ho provato comunque a rispettare la scadenza, ma la storia che sto scrivendo mi piace e non vorrei rischiare di rovinarla o di non renderle giustizia finendola in fretta. Sarà per un'altra volta!



Ti capisco benissimo, grazie di aver provato a partecipare malgrado il poco tempo a disposizione. Alla prossima!

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Post: 2.618
Giudice*****
11/03/2019 12:07
 
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Buongiorno, partecipanti!
Il termine per la scadenza è scaduto, sono arrivate tre storie, quindi il contest è valido. Come mia abitudine, non do una data entro la quale pubblicherò le valutazioni, ma di certo pubblicherò la classifica entro le tempistiche previste dal regolamento.
La traccia di questo contest è tutto fuorché semplice, quindi ringrazio davvero coloro che hanno provato a partecipare e ovviamente voi tre che siete riuscite a ultimare la storia!
Ricordo a inzaghina.EFP di pubblicare non appena possibile, mentre devo purtroppo segnalare all'amministrazione Sofifi che non ha avvisato del ritiro.
A presto!



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Post: 1.070
Giudice****
11/03/2019 14:26
 
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Eccomi!
ho finalmente pubblicato, notando tra l'altro ben due errori di battitura... 🙈🙈
Ecco qui: La condanna dei sopravvissuti
[Modificato da inzaghina.EFP 11/03/2019 14:26]
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Post: 2.618
Giudice*****
11/03/2019 17:49
 
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Re:
inzaghina.EFP, 11/03/2019 14.26:

Eccomi!
ho finalmente pubblicato, notando tra l'altro ben due errori di battitura... 🙈🙈
Ecco qui: La condanna dei sopravvissuti



Aggiunta, grazie!

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Post: 2.618
Giudice*****
17/03/2019 13:23
 
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DISCORSO PRE-RISULTATI

Buongiorno, ragazze, eccoci arrivate alla fase finale del contest!
Ho appena concluso le valutazioni, devo solo rileggerle e poi posso pubblicarle; tra oggi e domani, quindi, troverete i risultati. Nel frattempo vi anticipo il discorso pre-risultati, chiedendovi la cortesia di leggerlo.

In primo luogo, vi ringrazio ancora una volta di aver preso parte a questo concorso. La traccia era decisamente complicata, ma tutte e tre le storie sono state all'altezza – il premio Non è tempo per noi non è stato assegnato perché nessuna storia ha raggiunto 10/10, ma tutte hanno totalizzato un punteggio alto nel parametro relativo.

Come sempre dico, le valutazioni che leggerete sono solo il mio punto di vista, un parere su un vostro scritto. Ho cercato di essere quanto più oggettiva possibile, ma è naturale che il mio approccio alle storie sia filtrato dalla mia formazione e dal mio punto di vista.
Mi sono dilungata molto (che novità!), spiegando e motivando i punteggi assegnati, ma in caso di dubbi non esitate a chiedere! Vi invito, comunque, a soffermarvi sulla valutazione in sé, cioè la spiegazione dei parametri, e non sul punteggio numerico, utile solo ai fini della classifica.
Ciò che spero ogni volta che organizzo un contest è che le mie valutazioni siano costruttive oltre che un'occasione di confronto.

Andando nel dettaglio:

Stile e Lessico: ho valutato l'aspetto grammaticale (senza tuttavia riportare ogni singola svista con detrazione di punto), la struttura stilistica nella sua interezza (coerenza e coesione del testo, gestione del testo, punteggiatura, rapporto discorso diretto e indiretto, inserimento di eventuali marcatori e via dicendo), il registro lessicale e gli usi linguistici. In questo parametro, come ogni volta, ho spaziato molto.
Titolo: ho valutato se fosse coerente al testo, al genere e all'atmosfera della storia; se riuscisse a identificarla e ad attrarre lettori interessati.
Sviluppo del tema del contest: ho valutato quanto fosse presente e approfondito, e se fosse stato affrontato a tutto tondo o solo in parte.
Trama (struttura, sviluppo, coerenza): ho valutato la struttura della trama (ivi compresa la contestualizzazione), la coerenza e la coesione degli elementi che la compongono, la loro consequenzialità e il loro sviluppo nel corso della narrazione. Inoltre, ho valutato la coerenza rispetto alla saga originale.
Caratterizzazione e IC dei personaggi: ho valutato il grado di IC, lo spessore e la coerenza della caratterizzazione dei personaggi nella vostra cornice narrativa.

Le storie in gara sono solo tre, quindi verrà assegnata 1 recensione premio al primo classificato.
È tutto! Ci risentiamo per la classifica!


[Modificato da Rosmary 17/03/2019 14:18]

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Post: 2.618
Giudice*****
17/03/2019 15:42
 
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Terza classificata La condanna dei sopravvissuti di inzaghina.EFP con 34/50

Stile e lessico: 10/15
Iniziando dall’aspetto
grammaticale, inglobato in questo parametro, ho rintracciato alcune sviste sintattiche (in cui comprendo anche la punteggiatura) e verbali, ti riporto alcuni estratti a titolo di esempio:


Le note dell’assolo di chitarra risalirono fino alla stanza più isolata della tetra casa londinese ed il suo immusonito proprietario: “ed al” anziché “ed il”, perché “il suo immusonito proprietario” è retto da “le note dell’assolo di chitarra risalirono fino [a]”, quindi “fino alla stanza” e “fino al proprietario”.

Proprio lui, che una volta aveva adorato vivere al centro dell’attenzione, che non aveva mai esitato ad organizzare ed a prender parte ad assurdi scherzi il cui epilogo dovesse avvenire in Sala Grande, in quel momento avrebbe desiderato tornare ad essere Felpato, con la possibilità di andarsene da quella casa che detestava e respirare l’aria pura che era solo un miraggio nella metropoli londinese: questo periodo riassume tre situazioni, di cui una non strettamente grammaticale, l’affronto qui per praticità.In primo luogo, “doveva” anziché “dovesse”, perché la frase non esprime una possibilità, ma una certezza riferita a episodi già accaduti nel passato. Passando alla sintassi, il periodo è costruito in maniera inefficace, perché è costruito su un contrasto (“Proprio lui, che”) inespresso nel significato: il “proprio lui” iniziale seguito dalla serie retta da “che” e coeso a “in quel momento” dà l’idea di un periodo teso a mettere in evidenza una contraddizione – “proprio lui che in passato adorava il bianco, ora veste di verde”, facendo un esempio di contraddizione espressa –, ma a livello di significato la tua espressione non esprime affatto una contraddizione, ma una serie di eventi coerenti tra loro, ossia “proprio lui, che aveva adorato vivere al centro dell’attenzione eccetera, in quel momento avrebbe desiderato [coerentemente al suo passato, quindi] tornare a essere Felpato eccetera”. Insomma, sintassi e significato non vanno di pari passo. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di riformulare il periodo in modo tale da accordare ciò che vuoi esprimere con la sua veste sintattica. In ultimo, l’uso della d eufonica, riguardo al quale ti do un semplice consiglio che non ha inciso sulla valutazione: non esiste una regola grammaticale ferrea a riguardo, a parte l’obbligo di inserirla laddove le due vocali contigue siano identiche (“ed essere”), però le scelte editoriali odierne considerano il suo utilizzo un residuo arcaico o, al massimo, un uso ricercato della lingua. Detto questo, il mio consiglio è quello di non utilizzarla quando le vocali contigue sono diverse (come nel caso delle d eufoniche segnalate in grassetto), perché l’uso appesantisce il ritmo delle frasi e, laddove non sia integrato in un contesto stilistico-lessicale ricercato, può risultare poco coerente alla veste formale del testo; nel caso di vocali diverse, in genere si usa la d eufonica solo in espressioni entrate ormai nell’uso, come “ad esempio”. Prova a rileggere la frase riportata a titolo d’esempio senza le d eufoniche in grassetto, è probabile possa trovarla più scorrevole. Va proprio evitato invece l’utilizzo della d eufonica quando la parola che segue inizia con l’h aspirata di parole e nome stranieri, quindi qui va omessa: “strizzando l’occhio ai Weasley e ad Hermione”.

Quella canzone però, evocava in lui ricordi troppo vividi, un tempo della sua vita in cui aveva creduto di avere, finalmente, tutto e non aveva alcuna speranza di riuscire ad ignorarla: in questo caso c’è una svista legata alla punteggiatura e una alla sintassi. Partendo dalla prima, la virgola dopo “però” va omessa perché separa il soggetto (“quella canzone”) dal verbo (“evocava”). Per quanto riguarda la sintassi, invece, c’è la proposizione principale “quella canzone evocava in lui ricordi troppo vividi”, seguita da un inciso “un tempo della sua vita in cui aveva creduto di avere finalmente tutto”, e c’è poi un’avversativa introdotta in maniera errata dalla congiunzione “e”, ossia “non aveva alcuna speranza di riuscire ad ignorarla”. Ora, i problemi sono due: le virgole che racchiudono “finalmente” a livello sintattico, complice la “e”, coordinano l’inciso all’avversativa, e non va bene perché la comprensione dell’intero periodo è penalizzata da questo (inoltre, così com’è, l’inciso è aperto ma non chiuso); nel caso in cui “non aveva alcuna speranza eccetera” non sia un’avversativa, ma una aggiuntiva (cosa che in realtà credo, la sfumatura di significato credo sia questa), allora è l’inciso a dover essere inserito in maniera più efficace: omettendo il “finalmente” e spostando la virgola dopo “tutto”, oppure omettendo le virgole che racchiudono “finalmente” e mettendo la virgola dopo “tutto”, oppure chiudendo l’inciso tra lineette e rendendo palese la coordinazione tra le due proposizioni. Prendendo ad esempio l’ultima alternativa, la resa sarebbe questa: “Quella canzone però evocava in lui ricordi troppo vividi – un tempo della sua in cui aveva creduto di avere, finalmente, tutto – e non aveva alcuna speranza di riuscire ad ignorarla”.

almeno 16 gol: a eccezione delle date, i numeri in un testo narrativo si scrivono sempre in lettere, quindi “sedici”. Anche nel caso delle date, quando inserite nel corpo del testo, in genere è preferibile limitare le cifre agli anni (ad esempio: 2019 anziché duemiladiciannove) e non anche ai giorni (ad esempio: cinque gennaio anziché 5 gennaio); la forma più accettata, comunque, in testi di narrativa è la data in lettere e non in cifre.

Quella sera sancì l’inizio ufficiale della storia tra Sirius Black e Marlene McKinnon, che fecero ritorno alla torre di Grifondoro poco prima dell’inizio delle lezioni mattutine e che scatenarono più di una crisi isterica, e qualche lancio di fatture, tra le numerose fan del Malandrino presenti nel castello: “aveva sancito” anziché “sancì”; “avevano fatto” anziché “fecero”; “avevano scatenato” anziché “scatenarono”; i verbi vanno al trapassato prossimo e non al passato remoto perché in questo punto la narrazione torna nel presente del racconto (Sirius adulto che ricorda), contesto entro cui questa prima parte è riferita al passato del racconto (gli anni prima della prigionia). Ti segnalo poi una variante stilistica che a mio parere potrebbe alleggerire un periodo così complesso: siccome è il ritorno alla torre dei due (che simboleggia l’ufficializzazione della coppia) a scatenare le invidie delle ragazze, potresti sostituire la seconda relativa con una subordinata introdotta dal gerundio del verbo “scatenare”: “che fecero ritorno alla torre di Grifondoro poco prima dell’inizio delle lezioni mattutine, scatenando eccetera”.

Mmmh, no” rispose: le grafie corrette di questa onomatopea sono “mhmm”, “mm” o “mmh”.

Non ci sono molte altre situazioni dubbie nel testo, quelle riportate sono a mio parere le più importanti ed esemplificative. Per il resto la grammatica è buona, trovo che le situazioni meno efficaci siano dovute alla presenza di periodi complessi. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è quello di rileggere a voce alta, seguendo le pause date dalla punteggiatura, così da rintracciare eventuali problemi di ritmo e intonazione. Sono sicura che una rilettura a distanza di qualche giorno ti avrebbe fatto notare ogni piccola svista, la scadenza del contest ha di certo giocato un ruolo importante in questo. Ho notato poi qualche piccolo refuso, ma a riguardo è sufficiente una rilettura!

Arrivando allo stile, hai scelto di articolare la storia in flashback, questo ha dato dinamica al testo e reso la narrazione ricca di suspense nonostante la tematica sentimentale, perché sin dal primo flashback il lettore sa di dover ricostruire questa trama un tassello alla volta. La scelta di usare la terza persona narrante e il tempo passato è di certo indovinata per un testo così articolato, perché accompagna il lettore per mano, consentendogli di avvicinarsi e distanziarsi dal punto di vista privilegiato del protagonista in base ai momenti narrati. Dal punto di vista grafico, l’allineamento a destra e il corsivo per il passato è un marcatore inequivocabile per comunicare il passaggio da un tempo narrativo all’altro, l’unico mio dubbio a riguardo – che essendo tale non ha inciso sulla valutazione – è che una porzione di testo così ampia allineata a destra (dove non siamo abituati a leggere) possa affaticare il lettore e indurlo a non proseguire la lettura. Sempre restando nell’ambito dei flashback, trovo che il passaggio da un flashback all’altro segnalato dalla sola interlinea sia debole, perché a una prima lettura l’impressione è che sia semplicemente sfuggito uno spazio; il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di inserire dei riferimenti temporali a ogni inizio flashback, così da segnalare il cambio di scena (come ad esempio hai fatto qui: Marlene scoprì che anche Sirius manteneva le sue promesse alla fine della lezione di Astronomia del martedì seguente”).
È sicuramente uno stile che racconta, e che alterna momenti descrittivi a momenti dove attraverso il discorso indiretto libero sono espressi i pensieri del protagonista. La gestione del dialogato è ottima, il discorso diretto risulta integrato a meraviglia nel discorso indiretto; anche in questo la tua si rivela essere una narrazione dinamica. L’aspetto meno convincente dello stile di questa storia è la complessità sintattica: anche laddove i periodi sono costruiti bene, sono comunque molto complessi e organizzati con le sole virgole a livello di punteggiatura, il che da un lato non scandisce bene il ritmo e dall’altro rischia di far perdere sfumature di significato, il che è un peccato. Ti riporto una sola situazione a titolo d’esempio:

Sirius emise una risata amara, pensando al figlioccio per cui era stato poco più di un fantasma, era arrivato così vicino a diventare una figura fondamentale nella sua vita, proponendogli di andare a vivere con lui, ma il lurido topastro era sparito e, con lui, erano svanite le speranze di una vita migliore per Harry, e per Sirius stesso: in questo caso, inserire un punto o un punto e virgola dopo “fantasma” aiuta a creare una prima pausa forte. Mentre far seguire il “ma” con un “poi” rafforza la coesione del periodo e riprende il significato di “così”. L’impressione che ho avuto leggendo sia questo che altri periodi è che tu li abbia scritti così come li hai pensati, quindi con il ritmo scandito dall’intenzione che hai chiara in mente e con una sintassi che replica l’oralità – pensiamo come parliamo, dopotutto! –, per questo replico il consiglio di leggere a voce alta seguendo le pause della punteggiatura, dalla mia esperienza personale ho imparato che è l’unico modo per capire se l’intonazione che ho in mente corrisponda a quella effettivamente riprodotta su carta (ovviamente, è solo un consiglio!).

Un grande pregio della tua struttura stilistica, comunque, è che al di là delle situazioni messe in evidenza è proprio coerente a se stessa. Il testo nell’insieme risulta godibile, la narrazione chiara. Credo sul serio se avessi avuto a disposizione il tempo necessario a rileggere la storia un paio di volte ancora avresti potuto perfezionarla in ogni più piccolo dettaglio. Inoltre, anche se gli appunti fatti possono sembrare tanti, va tenuta presente la lunghezza della storia, quindi è tutto più che relativo e da mettere in relazione a un testo di oltre quattromila parole!

Arrivando al lessico, fai uso di un registro medio che diviene giustamente colloquiale nella parte dialogata. La scelta lessicale non è mai azzardata, ma sempre volta all’immediatezza, fattore che crea immediata empatia col lettore che si trova perfettamente a suo agio nella tua veste linguistica. Ciò che trovo meno convincente sono alcuni usi lessicali che rischiano di stereotipare un po’ le immagini che proponi, mi riferisco ai termini che utilizzi quando devi descrivere l’aspetto esteriore dei personaggi: “onde dorate”, “iridi argentee” sono poco espressive, e diventano ridondanti se riproposte in più occasioni (come nel caso del colore degli occhi di Sirius, che viene ripetuto più volte). Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è quello di fare uso di aggettivi per descrivere l’aspetto dei personaggi quando è utile a caratterizzarli. Ad esempio, scrivere che la risata Marlene è “cristallina” caratterizza il personaggio, mentre scrivere in varie occasioni che gli occhi di Sirius sono argentei (termine ricercato, tra l’altro, che viene preferito alla variante “grigi”) non aggiunge nulla al personaggio.

Concludendo, trovo che stile e lessico siano buoni, ma presentino qualche incertezza. La media dei pro e contro descritti mi ha portata ad assegnare 10/15 in questo parametro, spero di essere riuscita a spiegare le mie perplessità. Ad ogni modo, e lo ripeto ancora una volta, la tua scrittura ha una base buonissima, a mio avviso in questo frangente è solo mancato del tempo per limare i dettagli.

Titolo: 5/5
La condanna dei sopravvissuti è un titolo più che adatto alla tua storia, oltre che essere molto accattivante. È di certo un titolo in grado di attirare l’attenzione su di sé e di anticipare al lettore la tematica e il genere del racconto – se sarà un amore, sarà infelice; se sarà un’esperienza di vita, sarà complicata. Inoltre, è un titolo lapidario, ma al tempo stesso capace di aprire a interrogativi grazie all’ossimoro creato dall’associazione condanna/sopravvissuti; dopotutto, i sopravvissuti sono per antonomasia coloro che riescono a vincere un’avversità, quindi che a loro spetti una “condanna” è tutt’altro che un’associazione scontata. Passando invece al legame titolo-contenuto, è decisamente presente: su Sirius, ma anche su Remus, pende lungo l’intero arco narrativo la condanna di essere sopravvissuto alla prima guerra magica laddove i suoi affetti sono venuti a mancare. La condizione di sopravvissuto è per Sirius proprio una condanna, sia perché lo costringe a vivere in assenza di coloro che ama – compresa la donna che avrebbe voluto sposare –, sia perché il suo status di ricercato lo obbliga a non uscire dalla casa che ha sempre odiato. Il tuo protagonista è di nuovo in catene, fisiche ed emotive. Per tutti questi motivi, dunque, e non trovando davvero nessun appunto da fare a questo titolo, non posso che assegnare 5/5 in questo parametro. Bravissima!

Sviluppo del tema del contest: 7/10
Una cosa è certa: non è tempo per i tuoi Sirius e Marlene, per il loro amore. Il tema del contest è sicuramente presente in questo amore che non ha avuto il tempo di evolvere, che è stato costretto a sfiorire quando era rigoglioso, che ha lasciato un sopravvissuto a pezzi. È un amore fuori dal tempo quello della tua storia, perché i tuoi protagonisti si innamorano nonostante ci sia una guerra in atto e poco tempo a disposizione per viversi. Purtroppo, il fatto che la fine di questo amore sia solo suggerito e non narrato ha indebolito un po’ lo sviluppo del tema del contest – il tema c’è, ma è visto dall’esterno. Conosciamo piccoli momenti della storia d’amore protagonista e il dolore di Sirius, ma non vediamo il momento di rottura, il momento in cui tutto crolla e i protagonisti prendono atto di essere fuori dal tempo, di essere destinati a perdersi per non trovarsi più. Questa assenza ha indebolito anche l’altro aspetto del contest, ossia il fattore assolutizzante: è difficile rintracciare un “noi” dal sapore assolutizzante in una storia che, nei momenti più cruciali, vediamo dall’esterno. Ad ogni modo, sono ben consapevole di quanto fosse ostica la traccia del contest e tu, al di là dei dettagli messi in evidenza, hai fatto un ottimo lavoro, quindi 7/10 più che meritato!


Trama (struttura, sviluppo, coerenza): 7/10
La tua non è una trama complessa, ma è articolata in modo complesso, perché i continui balzi tra presente e passato rappresentano una struttura, come già detto, dinamica, che in termini di trama diviene complessa perché al lettore è richiesta una grande attenzione tesa a non perdere stralci di storia e a rapportare tutto ciò che viene narrato nel passato al presente del racconto. Trovo che tu sia stata molto brava a tenere uniti gli stralci del passato ai fatti del presente, il testo risulta coerente a se stesso – non ci sono contraddizioni interne tra i due piani temporali – e di conseguenza risulta anche coeso, perché ogni fine flashback corrisponde a un passo in avanti nella riflessione portata avanti dal protagonista nel presente del racconto. Insomma, è un insieme complesso, ma molto ben gestito! Quando si struttura un’intera trama sui flashback, lasciando i “fatti” al passato e le “riflessioni” al presente, il rischio più alto è quello di creare un insieme poco consequenziale, ma tu non sei affatto caduta in questo tranello, anzi hai gestito benissimo il lato strutturale della trama. Di conseguenza, anche lo sviluppo dei fatti è gestito bene: i ricordi che proseguono e il protagonista che nel presente esprime man mano ciò che prova in maniera sempre più esplicita è un vero e proprio climax emotivo, che culmina nella fine dei ricordi e nella amara presa di coscienza finale del protagonista, conscio di doversi rassegnare alla dura realtà dei fatti.
Il motivo per cui il punteggio, malgrado gli evidenti pregi ora spiegati, non è superiore a 7/10 è legato a dei fattori che ora spiego nel dettaglio.
Il primo è relativo a delle incongruenze con l’opera originale: nella tua trama Sirius è un Auror, ma noi sappiamo bene che non ha mai intrapreso questo percorso (cambiamento non di poco se si pensa all’epilogo di Sirius: sarebbe stato condannato senza processo anche se avesse ricoperto un tale ruolo di fiducia presso il Ministero? Il dubbio sorge); nella storia scrivi che Sirius sta organizzando una festa a sorpresa per i ventuno anni di Marlene, occasione in cui le avrebbe chiesto di sposarlo, ma questo risulta un elemento debole se rapportato alla saga: James e Lily muoiono a ventuno anni, quindi siamo già nel periodo di più alta tensione, con Voldemort che vuole uccidere Harry e tutto il resto, risulta un po’ assurdo che Sirius – con la complicità anche di James, tra l’altro – pensi a organizzare una festa; nella storia fai riferimento a una storia d’amore tra Remus e Mary, ho letto le tue note a riguardo ma non posso che considerarla comunque un’incongruenza: al di là del fatto che la Rowling è stata chiara circa il rapporto tra Remus e l’amore, in questa fase della saga c’è già qualcosa tra Remus e Tonks (sia pure una forte attrazione), quindi è incoerente che lui sia ancora così legato a questo suo primo amore; nella storia Hermione cita R.A.B., e questo è un errore di trama importante se si pensa alla coerenza con l’opera originale, noi sappiamo benissimo che il trio non avesse idea di chi fosse R.A.B., quindi in tal senso è un dettaglio incongruente.
L’altro fattore è legato al primo flashback: quando il lettore si trova catapultato per la prima volta nel passato si trova dinanzi una marea di personaggi (di cui alcuni sconosciuti perché tuoi OC) e una situazione non contestualizzata immediatamente. La prima impressione è quella di una grande confusione (e a riguardo non aiuta l’uso di diminutivi e simili; ad esempio mi sono chiesta chi fosse “Patricia”, così come chi fosse “il Battitore” – dopo ho capito ti riferissi a Sirius, ma il fatto che Sirius, dalle informazioni che abbiamo, non abbia mai giocato a Quidditch non rende palese l’associazione, perché il lettore della saga non è detto associ “battitore” a Sirius), accresciuta dal dialogo che segue dove risulta anche complicato capire chi dice cosa. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di contestualizzare sempre e non dare per scontato che il lettore abbia chiare tutte le relazioni tra personaggi che tu, in quanto autrice, conosci benissimo. In più, in una trama strutturata in flashback con protagonista una storia d’amore, aprire il primo flashback con una serie di personaggi secondari non è la tecnica migliore per coinvolgere subito il lettore nel mondo emotivo del tuo racconto.
Ad ogni modo, al di là dei dettagli ora spiegati, la trama è veramente ottima, quindi non posso che assegnare un punteggio alto: 7/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 5/10
La tua è una storia ricca di personaggi, tra tutti però emergono Sirius, il protagonista indiscusso, Remus e Marlene.
Soffermandomi prima sui personaggi di contorno, quelli del presente del racconto (Ron, Hermione eccetera) sono ben centrati in quella loro piccola apparizione, complice anche il fatto che li conosciamo meglio e quindi riusciamo a focalizzarli immediatamente. Quelli relativi al passato del racconto, invece, sono meno centrati, sembrano più che altro comparse utili a descrivere il contesto vissuto da Sirius; trovo che risultino funzionali e quindi bene inseriti, seppure un numero inferiore di comparse avrebbe forse permesso al lettore di familiarizzare anche con loro. L’unico elemento che ho trovato un po’ debole è la resa dell’amicizia tra i quattro malandrini: dai flashback emerge una sorta di “amicizia di gruppo” dove sono tutti sullo stesso piano, quando invece sappiamo bene quanto fosse esclusivo il quartetto. Personalmente, non credo che i fratelli di Molly fossero coetanei dei malandrini – idem per i genitori di Neville, che erano già Auror famosi e affermarti all’epoca della prima guerra magica –, ma questo è un mio parere che non ha in nessun modo inciso sul punteggio, dopotutto ad oggi non sappiamo che età avessero, quindi ognuno può immaginare la propria cronologia! Riguardo a Bellatrix, invece, ho trovato un po’ forzato il suo inserimento: la Bellatrix della tua storia, così come quella dei libri, è già adulta, sposata e Mangiamorte, risulta quindi strano che si interessi alle relazioni amorose di un cugino sedicenne – tra l’altro già diseredato –, inducendo addirittura Sirius a lasciare Marlene per difenderla; come detto, trovo l’inserimento un po’ forzato, come se servisse un pretesto per allontanare la coppia.
Passando a
Remus, e mi riferisco qui a quello adulto, ricopre il ruolo di coscienza per Sirius, lo aiuta a sfogarsi e a riflettere, fungendo da spalla e da elemento pacificatore, che vuole e riesce a capire la sofferenza dell’amico per dargli conforto. Credo che l’unico elemento meno convincente della sua caratterizzazione sia il suo essere un po’ troppo emotivo, quasi sentimentale nel lasciarsi andare ai ricordi. Il Remus della saga è più introverso, oltre che più essenziale nel descrivere il proprio mondo interiore.
Arrivando a
Marlene, non sono riuscita a rintracciare una vera e propria caratterizzazione, a riguardo mi sono chiesta se l’avessi approfondita in una long (ne citi una a proposito di una tua OC) e quindi ti fossi basata sull’approfondimento del personaggio fatto in altra sede, perché Marlene qui fatica a ricoprire il ruolo di co-protagonista. Di lei sappiamo che ha occhi chiari, capelli biondi e una risata coinvolgente che attrae Sirius. Sappiamo che non cede subito all’attraente Black, facendosi corteggiare. Ma a parte questo, che sono comunque dettagli in grado di dare una prima immagine del personaggio, non c’è altro. Il suo carattere resta sullo sfondo (la sua ritrosia iniziale ricorda un po’ la Lily canon, ad esempio), così come i suoi ideali e il suo amore per Sirius. È una caratterizzazione accennata, ma non approfondita, il che è un peccato perché credo che la tua Marlene avesse tutte le carte in regola per essere un personaggio a tutto tondo. Ad esempio, il dettaglio che hai sviluppato di più, ossia la sua risata, oltre a restarmi impresso l’ho trovato estremamente caratterizzante: mi è parso di sentirla, questa risata cristallina che arriva sino agli occhi e incanta Sirius.
Arrivando al protagonista, mi spiace dire di aver trovato
Sirius abbastanza OOC. Al di là di quanto già detto in “Trama” sulla questione Auror e sulla festa in relazione alla cronologia, l’ho trovato troppo romantico ed estroverso quanto a sentimenti. Il Sirius della Rowling è un personaggio in perenne bilico tra luce e ombra, un personaggio rude, sarcastico, intrigante, circondato da un alone di perdizione che sembra tenerlo in equilibrio su un dirupo. Al Sirius della tua storia queste sfumature mancano, anzi è addirittura romantico quando organizza il primo appuntamento sotto le stelle o la festa a sorpresa per chiederle di sposarlo. Così come appare sentimentale quando si confida con Remus, dove addirittura piange. È un Sirius “spogliato” delle sue ombre, non quelle legate alla biografia ma quelle legate alla caratterizzazione – quelle che lo inducono ad aggredire Piton al Quartier Generale, a immusonirsi con Harry quando vince il processo, a organizzare uno “scherzo” a dir poco pericoloso ai danni di Piton (e Remus) quando sono a Hogwarts. Che Sirius possa avere un lato romantico è naturalmente possibile, ma spogliarlo di tutto il resto lo rende, a mio parere, un personaggio lontano dalla controparte cartacea.
È probabililissimo che abbiamo due visioni diverse del personaggio, ma trovo il Sirius di questa storia poco in linea con quello della Rowling – sono presenti, seppure accennati, i contrasti con la famiglia, la voglia di combattere Voldemort, così come nei ricordi lo vediamo talvolta fare sfoggio del suo sarcasmo, sono questi i dettagli IC che collaborano al motivo per cui il punteggio non è inferiore a 5/10.
Concludendo, mi dispiace non assegnare un punteggio più alto, ma per i motivi detti ho trovato la caratterizzazione un po’ incerta. Continuo a non escludere la possibilità che tu abbia approfondito le varie sfumature in una storia a più capitoli a parte.


Totale: 34/50


[Modificato da Rosmary 17/03/2019 15:51]

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17/03/2019 15:46
 
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Seconda classificata Hogwarts ti manca? No, di solito mi prende in pieno! di Sara Fri Rapace con 38.5/50

Stile e lessico: 11/15
Partendo dal punto di vista grammaticale, inglobato in questo parametro, la storia è decisamente pulita, non ci sono sviste importanti né ricorrenti. Ti segnalo le poche presenti cosicché possa rivederle (in grassetto le sviste):

Tassorosso e Serpeverde, disporti in due file ordinate in attesa: “disposti”, refuso.

averli corti dovrebbe compensare la goffaggine.”: il punto fermo è da inserire all’esterno delle virgolette, perché chiude l’intero periodo, non solo la frase racchiusa tra virgolette. In più, le virgolette doppie in questo caso vanno sostituite con la virgoletta singola che hai utilizzato nel testo per segnalare i pensieri del personaggio.

Era allora che aveva provato per la prima volta l'impulso di difendere le persone come suo padre: “era stato” anziché “era”, perché l’intera espressione si riferisce a un momento che rappresenta il passato del racconto.

Io non ho proprio testa in questo momento per rifletterci seriamente...”: tra le due parole in grassetto credo ti sia sfuggito l’articolo “la”.

muoveva i tentacoli in maniera iptonica: “ipnotica”, refuso.

Mmmh,” fece lei: le grafie corrette di questa onomatopea sono “mhmm”, “mm” o “mmh”.


doveva sentirsi realmente come loro... precipitò, pensando di essere l'unica: “Precipitò” con l’iniziale maiuscola e non minuscola perché in questo caso, a seguito dei puntini di sospensione, inizia una nuova frase segnalata dal verbo forte “precipitò”. I puntini di sospensione sono seguiti dall’iniziale minuscola quando, al contrario, ciò che segue è parte integrante della stessa frase.


in due file ordinate in attesa delle istruzioni di Madama Bumb. L'insegnante li studiò col suo sguardo giallo: a seguito del punto fermo si passa dalla descrizione introduttiva del contesto alla descrizione delle azioni che di lì in avanti si svolgono; il passaggio è segnalato dal tempo verbale che passa dall’imperfetto al passato remoto. Per tale ragione, a seguito di quel punto fermo è più corretto andare a capo.


Arrivando allo stile, è decisamente descrittivo, adatto al genere della storia, che alterna tra la commedia e l’introspezione. Ricco di parti dialogate, pensieri diretti e indiretti (questi ultimi espressi attraverso il discorso indiretto libero) e di parti descrittive, è uno stile dinamico, ma nel complesso coerente a se stesso. La scelta di utilizzare il tempo passato e la terza persona narrante è più che indovinata, essendo la combinazione tipica di questo tipo di struttura stilistica.
È poi uno stile diretto, che dice ciò che dice: non ci sono sotto-testi né sfumature prodotte dall’uso di figure retoriche. Il che non è un difetto, è anzi un tratto coerente al tipo di struttura scelta, tutta votata a raccontare nel senso più immediato e tipico del termine.
Il testo si articola poi in due momenti separati tra loro dagli asterischi divisori, ma nessuno dei due è slegato dall’altro né per ritmo né per stile. La tecnica della separazione visiva è difatti qui utilizzata al solo scopo di fare un passo in avanti spazio-temporale nella narrazione: la scena cambia come in una sequenza filmica, scelta più che buona nel contesto della struttura stilistica della tua storia, perché ti ha permesso di andare avanti senza doverti dilungare in descrizioni che in questa cornice narrativa sarebbero apparse superflue.
Il “problema” più diffuso, a mio parere, dal punto di vista stilistico è la poca chiarezza di alcune espressioni o descrizioni, in linea di massima causata da un’organizzazione sintattica meno efficace o da una ricchezza tale di particolari da penalizzare l’immediatezza del significato.
Partendo dalla questione dei tanti particolari, è il caso della descrizione iniziale del volo disastroso di Tonks, che trascina Merula con sé. La dovizia di particolari è tale da confondere un po’ il lettore sovraccaricato di informazioni, il che rende meno immediata l’immagine descritta. Questo rappresenta un problema anche perché questa scena è presente nella prima parte della storia: un lettore che non focalizza bene le immagini descritte potrebbe non essere invogliato a proseguire nella lettura, un vero peccato.
Quanto al resto, ti riporto di seguito le espressioni a mio avviso meno efficaci:

Cercò di focalizzare l'attenzione sul tepore del sole sulla schiena: era un bel giorno per morire, dopotutto. Trasalì. Il suo primo pensiero rivolto proprio a quello da cui si sforzava di allontanare la mente! : l’espressione “Il suo […] mente!” manca in scorrevolezza a causa sia dell’assenza di verbo reggente dinanzi a “rivolto” (come “era stato”), sia della perifrasi che indica il timore di morire. In “a quello da cui si sforzava di allontanare la mente” abbiamo in sequenza due pronomi, un riflessivo e un infinito retto da preposizione, è insomma una frase abbastanza articolata. Il mio consiglio è di semplificare, guadagnando in scorrevolezza, anche perché questo sembra essere un discorso indiretto libero, quindi più semplice è e più è coerente. Quanto a “Trasalì”, invece, trovo che il punto fermo che lo segue sia una pausa troppo forte considerando che la frase seguente è il motivo per cui il personaggio “trasalì”; in questo caso, suggerirei i due punti.

Concentrarsi non era il suo forte e Madama Bumb non l'aiutava, dato che ricordava loro che rischiavano d'ammazzarsi ogni volta che apriva bocca. Il concetto veniva ribadito almeno venticinque volte a lezione: questa espressione spiega e completa la precedente. In questo caso, dato che siamo a inizio storia, credo che il concetto sia espresso in maniera un po’ ridondante e che avresti potuto dedicargli meno parole al fine di rendere più immediata la parte introduttiva del racconto.

facendo sembrare l'esercizio vergognosamente semplice.// Arrivata con una vertiginosa: siccome qui stai descrivendo il volo di Merula, è più indicato non andare a capo dopo “semplice”, perché il punto e capo nel contesto di una descrizione segnala un cambio di scena, mentre in questo caso la scena è la stessa. Dal punto di vista sintattico, infatti, ci troviamo in presenza di un periodo unico, il cui soggetto è sempre “La ragazza di Serpeverde”.

fluttuando accanto a Tonks. Ismelda indicò Tonks con: qui c’è il problema inverso rispetto al punto precedente. Il soggetto cambia, la descrizione finisce, ma non c’è il punto e a capo. In questo caso, poi, viene introdotto per la prima volta un personaggio – Ismelda – che il lettore non sa dove collocare, quindi sarebbe stato utile, oltre al punto e a capo, anche un piccola introduzione per il personaggio – da intendersi anche come una minima specifica del tipo: Ismelda, che fluttuava a poca distanza dalle due compagne di corso, indicò Tonks con un gesto della mano: “Val la pena averla intorno, quella,” disse, “eccetera”. In questo modo comunichi che si tratta di una studentessa, dove si trova e con il “disse” aumenti la coesione dell’intero periodo. È solo un esempio, ovviamente!

che trascinò con sé nella picchiata con scopa, sguardo omicida, capelli ispidi e tutto: le frasi in grassetto sono frasi nominali e quindi poco coerenti dal punto di vista sintattico alla tua struttura stilistica, sempre molto lineare e coordinata. Inoltre, “e tutto” è poco efficace se non siamo in presenza di un discorso diretto, indiretto libero o di pensieri, perché è un modo di esprimere i concetti colloquiale.

paurosamente nel tentativo di liberarsi. Tonks provò a invertire la rotta: a seguito di “liberarsi” dovrebbe esserci il punto e a capo, perché lì termina il discorso diretto di Merula e la descrizione che lo riguarda, mentre con “Tonks” inizia un nuovo periodo. È una scelta che fai in tutta la storia quella di andare a capo non appena concludi il discorso diretto di un personaggio, quindi credo che qui ti sia semplicemente sfuggito.

Scostò la sedia dalla scrivania dell'insegnante e si sedette per terra: in questo caso il problema è la poca chiarezza, perché a una prima lettura non è chiaro che il personaggio caschi per sbadataggine, sembra anzi che Tonks scosti la sedia con l’intenzione di sedersi a terra e non su quella. Credo che a trarre in inganno sia il verbo “sedere” non accompagnato da termini che facciano intuire l’errore, ad esempio “e sbadatamente si sedette per terra”.

Era quello che le riusciva meglio, dopotutto, l'allegria incrinata da un vago timore. Se avesse fatto la scelta più facile, lavorare per Zonko, e tra dieci anni si fosse trovata a domandarsi: è tutto qui?: questa è la frase conclusiva del racconto, quindi dovrebbe avere un forte impatto sul lettore. A mio avviso, però, ci sono due fattori che la indeboliscono. Il primo è la frase “l’allegria incrinata da un vago timore” che è una circostanziale inserita come coordinata; così com’è, l’intera frase sembra dire “ciò che riesce meglio a Tonks è l’allegria incrinata da un vago timore”, ma non avrebbe senso a livello di significato, quindi scarto questa interpretazione; per esprimere ciò che credo tu intenda, ossia che l’allegria di Tonks, al pensiero che “era quello che le riusciva meglio”, viene incrinata da un vago timore, è necessario inserire la circostanziale come tale (ad esempio facendola precedere dalla lineetta anziché dalla virgola) oppure organizzare l’espressione in maniera diversa. Il secondo è legato all’ipotetica che inizia con “Se”: concludere un racconto con un’ipotetica è un azzardo interessante, nel tuo caso l’ipotetica è una riflessione concatenata alle precedenti, di conseguenza rimarcare questa concatenazione con una congiunzione iniziale, “E se”, avrebbe potuto “saldare” l’intero periodo e renderlo più efficace. In alternativa, avresti potuto scegliere di marcarla, mettendola quindi visivamente in una situazione di privilegio, inserendola dopo un punto e capo, omettendo i due punti e chiudendo “è tutto qui” tra virgolette (sempre per una questione di coesione).

Passando al lessico, trovo che sia stata molto brava! È un lessico che oscilla tra l’uso medio e il colloquiale – quest’ultimo nei discorsi diretti e indiretti liberi –, restando coerente a se stesso lungo l’intera storia. Inoltre, ho trovato davvero lodevole che i tuoi personaggi parlino in maniera coerente alla loro età. Il registro linguistico di Tonks è quello di un’adolescente, quindi diretto e semplice. Il lieve slittamento di registro che si registra lungo l’intera storia comunica in maniera efficace il passaggio dal discorso indiretto al discorso indiretto libero, quando a essere protagonisti sono in realtà i pensieri e le riflessioni della protagonista. Ho solo tre minuzie da segnalarti:

morte splatter: a meno che Ismelda non sia babbana di nascita (anche a metà!), credo che il termine sia un po’ fuori contesto, essendo legato soprattutto al lessico cinematografico – passato poi in un secondo momento all’ambito artistico più largamente inteso.
e erbacce: manca la d eufonica; ho notato che l’hai gestita con coerenza lungo l’intero testo (assente tra vocali contigue diverse, presente tra vocali contigue uguali), quindi credo sia un refuso.
lezione di volo: idem come sopra, segnali “Volo” come materia sempre con l’iniziale maiuscola, ti è semplicemente sfuggita.

Concludendo, quindi, stile e lessico di questa storia sono decisamente buoni, come sempre riesci a gestire bene la narrazione. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 11/15 è legato alle situazioni meno efficaci messe in evidenza, che temo penalizzino l’immediatezza e la scorrevolezza del testo in quei punti, e alle sviste in ambito grammaticale. Spero di essere riuscita a spiegarti al meglio le mie perplessità.

Titolo: 5/5

Il titolo è molto originale. Si tratta di una frase estrapolata da un libro e adattata, vero, ma ciò non toglie che la tua idea di sceglierla e adattarla alla storia manchi di originalità. Inoltre, è in linea sia con il personaggio di Tonks (una battuta, quella del titolo, che non fatico a immaginare sua) che con l’atmosfera quasi tragicomica del racconto, che strappando un sorriso mostra i fantasmi dell’adolescente protagonista. È un titolo, in più, che oltre a richiamare l’atmosfera della storia, ne richiama anche lo stile – incalzante, colloquiale, diretto – e, in ultimo, l’ambientazione. A tutto questo aggiungo che trovo sia un titolo che possa incuriosire e quindi attrarre lettori, di certo si distingue e identifica la tua storia tra tutte le altre, il che è più che positivo. Non ho proprio nessun appunto da fare in questo parametro, titolo perfetto! 5/5.

Sviluppo del tema del contest: 7/10

Sono stata un po’ indecisa sul punteggio da assegnarti in questo parametro. Alla fine ho optato per 7/10 perché il tema del contest c’è, è tutto nell’inadeguatezza vissuta da Tonks, ma manca il fattore assolutizzante che riesca a universalizzare questa esperienza di vita descritta – molto votata al particolare del tuo personaggio e non in grado di fare il passo in avanti: le riflessioni di Tonks sono così “sue” che è difficile dissociarle dal personaggio per trarne concetti assolutizzanti. Ad ogni modo, dato che era oggettivamente difficile sviluppare questo aspetto del tema, non ho ritenuto che dovesse pesare troppo sul punteggio.
Ma parliamo dei pregi! Non è tempo per noi, e di certo non lo è per Tonks, ingabbiata nelle sue paure, incertezze e insicurezze. Ingabbiata in una goffaggine su cui lei fa autoironia, ma che in fondo le fa percepire un sopito senso di inadeguatezza. Ingabbiata da un’ascendenza che non avrebbe voluto, i Black razzisti, quella zia che non ha il coraggio di nominare. Ingabbiata nella sensazione di non essere all’altezza delle proprie ambizioni. Ingabbiata, in ultimo, in riflessioni che la spingono a emergere e a lottare per ciò in cui vuole, ma che si scontrano rovinosamente contro delle insicurezze ancora troppo forti, contro una maschera così ben costruita che lei stessa fa fatica a mettere via. Da questo punto di vista, l’unico aspetto penalizzante per il tema del contest è lo spazio abbondante che il genere “commedia” ruba a quello “introspettivo”, nella prima parte della storia il tema del contest è poco rintracciabile.
In conclusione, comunque, sicuramente non è tempo per il tuo personaggio, non ancora, di conseguenza sei stata sicuramente all’altezza della sfida. 7/10!

Trama (struttura, sviluppo, coerenza): 8.5/10

La trama della tua storia ha una struttura salda e lineare: si svolge tutto nell’arco di pochi giorni, la protagonista si reca alle lezioni giornaliere e poi, il fatidico martedì, all’orientamento professionale. In questo arco di tempo incontra persone, agisce, riflette su se stessa. Una trama tutto sommato semplice, un vero e proprio spaccato di vita, ma in grado di regalarci un istante della vita adolescenziale di Tonks, ricreando a meraviglia l’atmosfera della sua Hogwarts e mettendo in scena gli stati d’animo di un’adolescente alle prese con le incertezze del futuro. Lo sviluppo cronologico degli eventi aiuta il lettore a seguire senza problemi l’evolversi della vicenda, seguendo da spettatore non pagante la protagonista nelle varie fasi – più o meno critiche! - delle sue giornate scolastiche.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 8.5/10 è legato a due fattori.
Il primo è l’avvicendarsi di personaggi all’interno della trama: come spiegherò meglio nel parametro successivo, l’elevato numero di personaggi originali poco approfonditi (ossia quelli presi in prestito dal gioco) ha fatto sì che in alcuni punti la trama risultasse un po’ confusa, sia perché il lettore non ha modo di conoscere chi siano questi personaggi presenti o chiamati in causa, sia perché non conosce quali rapporti intercorrano tra questi ultimi e la protagonista. Il risultato è che alcune sfumature della trama, che probabilmente erano affidate alle incursioni del personaggi, sono rimaste purtroppo inespresse.
Il secondo, decisamente meno importante, è riferito al momento in cui Tonks scopre che ci sono i colloqui di orientamento professionale. Potrà sembrare una sciocchezza, ma il fatto che in quel punto non sia chiaro dove si trovi il personaggio e con chi interagisca rende l’intera scena un po’ confusa. In un primo momento, complici le botti della Sala Comune che si scostano, sembrerebbe che la protagonista sia entrata in Sala Comune, ma poi subentra Oliver, un Grifondoro, quindi la protagonista è ancora all’esterno, nei corridoi delle cucine, che sembrano piuttosto affollati. Un attimo dopo “Tonks salutò il gruppetto e si avvicinò soprappensiero al centro del locale, non aveva nessuna intenzione di rovinarsi la giornata preoccupandosi per i G.U.F.O.” e non è chiaro cosa sia il “locale”, da quanto segue immagino sia la Sala Comune (visto il riferimento alla bacheca e a Penny – ma il lettore deve appunto ricordare che Penny è Tassorosso, così come che Oliver è Grifondoro, e qui ci ricolleghiamo al punto precedente). La scena è insomma un po’ confusa, e il fatto che i personaggi citati non siano noti a tutti rende ancora più difficile focalizzarla e capire dove si trovi Tonks e con chi stia interagendo – peccato che si tratti di un momento cruciale, perché qui Tonks scopre di dover fare il colloquio e si apre quindi la seconda fase della storia.
A parte questi due dettagli (il secondo dei quali ho ritenuto di doverlo segnalare qui e non in Stile perché lo considero un fattore legato alla contestualizzazione della storia e quindi alla struttura della trama), come già detto, la trama è pensata e sviluppata bene, quindi il punteggio alto è più che meritato!


Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7/10
Questa è quella che si usa dire una storia piena di personaggi, un piccolo spaccato di mondo. La protagonista indiscussa, Tonks, è tutto fuorché sola, la vediamo anzi quasi sempre relazionarsi con un altro personaggio.
Partendo proprio da Tonks, come sempre hai saputo caratterizzarla più che bene. Non c’è ombra di incertezza quando scrivi di lei, è un personaggio che conosci benissimo e che sai come gestire, questo sia quando devi farla agire, sia quando ne affronti l’introspezione. In questo caso, abbiamo una Tonks inedita per i lettori della saga: quindicenne e alle prese con la scuola, i compagni e un futuro ancora da costruire. Le sue insicurezze relative al sogno nel cassetto, la sua sbadataggine e la sua autoironia sono tuttavia familiari, sia perché perfettamente in linea con la controparte originale, sia perché coerenti a un’adolescente che è tutto fuorché perfetta e che di conseguenza teme di non essere adatta a un’ambizione come quella di diventare Auror. Molto coerenti al personaggio, a riguardo, sono anche le motivazioni che la inducono a dubitare di se stessa: da un lato una presunta incapacità legata a pasticci e bassi voti, dall’altro “il sangue”, il ramo marcio della famiglia che teme possa compromettere tutto – la persona giusta con la zia sbagliata, potremmo dire. La tua protagonista evolve dal semplice al complesso lungo l’arco della narrazione: la sbadataggine che la caratterizza all’inizio diviene motivo di riflessione nella parte centrale e svela insicurezze in quella conclusiva – ecco allora che l’autoironia è un meccanismo di difesa, mentre l’estroversione cela in realtà il timore di mostrare una parte di sé (la famiglia della madre). Il colloquio con la Sprite è rivelatore, ma lo è ancora di più la reticenza che Tonks mostra in conclusione, quando asseconda gli amici che credono stia scherzando, cedendo ancora una volta all’insicurezza – seppure ben camuffata. È un ritratto, il tuo, molto coerente al personaggio che conosciamo, non si fa fatica a credere che sia stata questa l’esperienza a Hogwarts di quell’Auror pasticciona, ironica e tanto coraggiosa, che durante gli ultimi anni a Hogwarts ha vinto le proprie remore e imboccato la strada che l’avrebbe resa un’Auror – non che lavorare da Zonko fosse una cattiva idea! L’ho sempre vista molto affine a Fred e George, questo nuovo dettaglio della sua biografia rafforza ancora di più la mia idea.
Passando agli altri personaggi e soffermandomi dapprima su quelli che conosciamo dalla saga, sia Gazza che gli insegnanti presenti o citati dai personaggi risultano ben caratterizzati nelle loro piccole comparse: così come la la Bumb è autoritaria e secca nell’esprimersi quanto nei libri, allo stesso modo la Sprite è attenta a capire cosa si celi dietro la facciata di combinaguai. Molto carino e convincente il riferimento alla Pince (e credibile l’idea che Tonks detesti frequentare la biblioteca a causa dei brutti modi della bibliotecaria!), così come quelli a Piton. Gazza, nella sua breve apparizione, è proprio quello cui siamo abituati: scontroso, insensibile e pieno di livore nei confronti degli studenti, non stupisce che sia lui ad alludere a Bellatrix per ferire Tonks.
Arrivando, in ultimo, ai personaggi che compaiono in Hogwarts Mystery e che io valuto come se fossero personaggi originali, arriviamo anche a quella che a mio avviso è la nota dolente della storia dal punto di vista delle caratterizzazioni. Come ho scritto all’inizio, questa è una storia piena di personaggi e noi vediamo la protagonista muoversi tra l’uno e l’altro. I personaggi presi in prestito dal videogioco sono qui solo accennati, nessuno di loro è approfondito e nessuno di loro riesce a spiccare tra gli altri. La stessa Merula, che rispetto agli altri studenti ha un ruolo privilegiato, ha una caratterizzazione sbiadita, sembra anzi la solita “villain” dei teen drama che eccelle in tutto rispetto alla protagonista e ha un pessimo carattere (alle volte, non sempre, fa da sfondo una situazione familiare difficile, come è nel caso di Merula). Dovendola valutare come OC, non posso che rintracciare una pecca in questa caratterizzazione poco approfondita e un po’ stereotipata (anche se immagino ti sia attenuta al personaggio per come viene presentato nel videogioco). Tutti gli altri personaggi, dalla brillante Penny al buon Oliver sono, mi spiace dirlo, interscambiabili. Un lettore che non conosce il videogioco, e quindi non sa chi siano, viene “assalito” da nomi di sconosciuti che restano tali. L’idea credo sia stata sia quella di mettere Tonks a confronto con un personaggio che evocasse i suoi timori (Merula), sia di mostrarla nella quotidianità scolastica, ma senza che questi personaggi riescano a muoversi in maniera autonoma e abbiano – come nel caso di Merula – una caratterizzazione convincente, l’idea stessa ne esce indebolita e si ha solo un caos di personaggi, di cui alla fine si fatica a ricordare anche i nomi. È stata la gestione degli OC ad abbassare il punteggio, che resta comunque alto sia per le buone caratterizzazioni dei personaggi estrapolati dalla saga che per l’ottima caratterizzazione della protagonista.
La media dei pro e dei contro emersi mi ha convinta ad assegnarti 7/10 in questo parametro. In ogni caso, come sempre e come ho anche già detto, la tua Tonks è splendida!

Totale: 38.5/50

[Modificato da Rosmary 17/03/2019 15:53]

OFFLINE
Post: 2.618
Giudice*****
17/03/2019 15:48
 
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Prima classificata Non fa per me di Giuly21 con 39.5/50

Stile e lessico: 13.5/15
Iniziando dalla grammatica, inglobata in questo parametro, la storia è ottima. Ti segnalo solo le piccolissime sviste presenti cosicché possa rivederle:

Il problema è dove mi sono trovato il momento della mia nascita: “al” anziché “il”.

Visto male da chiunque venga a sapere del suo problema, ma non per me: “da me” anziché “per me”.

i miei compagni di casa: “Casa” con l’iniziale maiuscola perché sottintende Casa di Grifondoro, quindi in questo frangente è da intendersi come “nome proprio”.

Fiero Grifondoro in un covo di Serpeverdi: il plurale è invariato, “Serpeverde”.

Arrivando allo stile, hai scelto di narrare al presente e in prima persona. Il tuo è di certo un flusso di coscienza, seppure sembra che il personaggio più che riflettere su e con se stesso, parli di se stesso a un interlocutore, perché i suoi pensieri sono incasellati in maniera coerente e lui, di fatto, si descrive, proprio come se dovesse spiegare a qualcun altro chi è e cosa sta vivendo in quel momento della sua vita. Questo apparente rivolgersi a un qualcuno ha fatto sì che il testo risultasse più razionale che emotivo: la punteggiatura è utilizzata lì dove occorre, non è un espediente per regolare il ritmo e l’intonazione delle frasi; i periodi sono tra loro coordinati e bene organizzati; non vi sono usi di figure retoriche, sia il lessico che la costruzione sintattica sono lineari e colloquiali, come se la voce narrante stesse effettivamente parlando. Tutti questi elementi danno origine a un testo coerente e coeso, ma poco espressivo – e di conseguenza più razionale che emotivo, perché il lettore accoglie ciò che la voce narrante dice, ma non carpisce le sue emozioni né viene coinvolto dal punto di vista emotivo.
Personalmente, sono convinta che un flusso di coscienza debba essere emotivo e “osare” con punteggiatura e sintassi, riproducendo in tal modo il flusso irrazionale dei pensieri. Però questo è un mio punto di vista, per cui la riflessione non ha inciso sul punteggio, ho solo voluto condividerla con te. Non ha inciso sul punteggio perché nel tuo caso, dopo aver riletto più volte la storia, ho concluso che la tua sia stata una scelta mirata: più che l’espressività, hai ricercato il racconto, hai proprio voluto che il personaggio si raccontasse, e se questo è stato effettivamente il tuo intento la gestione della struttura stilistica è stata molto buona.
Anche la gestione dei capoversi è buona, interessante a tale riguardo che l’unico capoverso nominale sia quello che cita la guerra, letteralmente: “La guerra.”, espressione che messa lì in posizione di rilievo riesce a catturare l’attenzione del lettore e a focalizzare la questione su questo concetto di primaria importanza che aleggia lungo l’intera storia.
L’unica espressione meno efficace è la seguente:

Nell’ultimo periodo mi ritrovo spesso da queste parti. Non è da me, lo so, perché solitamente sono sempre al centro dell’attenzione. Per colpa di qualche guaio che combino con gli altri, ma, a volte, sento il bisogno di un po’ di silenzio: in questo periodo c’è un problema di punteggiatura e di ritmo. In primo luogo, la pausa forte dopo “dell’attenzione” è eccessiva, perché sintatticamente ciò che segue è subordinato (“perché solitamente sono sempre al centro dell’attenzione per colpa di qualche guaio che combino con gli altri”, come vedi è possibile scriverla anche senza inserire nessuna pausa). In secondo luogo, “ma, a volte, sento il bisogno di un po’ di silenzio” a livello di significato è legato a “Nell’ultimo periodo mi ritrovo spesso da queste parti. Non è da me”, ma la punteggiatura così com’è ora non riesce a creare coesione tra le frasi, perché “ma eccetera” è sintatticamente legata a “Per colpa eccetera”; in alternativa a riformulare l’intero periodo senza pause forti (il punto fermo), omettere il punto fermo di cui parlavo prima è la soluzione anche a questa seconda situazione: “Nell’ultimo periodo mi ritrovo spesso da queste parti. Non è da me, lo so, perché solitamente sono sempre al centro dell’attenzione per colpa di qualche guaio che combino con gli altri, ma, a volte, sento il bisogno di un po’ di silenzio”. A livello di ritmo, trovo le virgole che racchiudono “a volte” rallentino troppo l’espressione, che dovrebbe essere letta tutta d’un fiato: “ma a volte sento il bisogno di un po’ di silenzio”.

Passando al lessico, lo trovo decisamente coerente alla prima persona narrante e al flusso di coscienza. Il registro linguistico è medio-basso, delle volte colloquiale, a volte fa uso di qualche ripetizione, ma è tutto ben inserito all’interno della struttura stilistica da te scelta, che tra l’altro deve riprodurre il vocabolario di un ragazzo di diciassette anni in un momento di riflessione. È giusto che nessun termine sia pretenzioso né aulico, così come è giusto che si ripetano nomi di Case, di persone, di ambienti famigliari al protagonista. L’unico consiglio che ti do in relazione al lessico è legato all’uso della d eufonica:

primo tra i Black ad essere smistato in Grifondoro: in questo caso, per il discorso appena fatto sulla riproduzione di un linguaggio d’uso e colloquiale, risulta più coerente omettere la d eufonica, identificata come scelta ricercata e quindi disomogenea rispetto al registro linguistico del tuo racconto. Non esiste una regola grammaticale ferrea sull’uso della d eufonica, che è lasciato al singolo autore – l’unica regola che ancora persiste è l’obbligatorietà di usarla quando le vocali contigue sono uguali, come in “ed essere” –, malgrado questo, però, le scelte editoriali odierne aboliscono la d eufonica in tutti i casi in cui essa non è obbligatoria, la ritengono un residuo arcaico. È dunque per questo motivo che ti consiglio di farne uso solo quando il contesto stilistico-lessicale del racconto è adeguato a quella che oggi è una scelta considerata in disuso.

A parte questo piccolo appunto, che è più che altro un consiglio, non ho altro da dire sul lessico, che come detto trovo pertinente al tipo di testo scritto.


Concludendo, quindi, trovo che in questo parametro abbia fatto davvero un buon lavoro! La grammatica, piccole sviste a parte, è impeccabile, mentre lessico e stile sono coerenti a loro stessi e impostati bene (fatto salvo quei piccoli appunti messi in evidenza). La sintesi del discorso fatto mi ha convinta ad assegnarti 13.5/15 in questo parametro!

Titolo: 2.5/5

Il titolo scelto è sicuramente in linea con lo stile del racconto: prima persona, espressione diretta. Non fa per me anticipa al lettore che a narrare sarà un io e al tempo stesso lascia intuire, trattandosi di una negazione, che il protagonista si dovrà relazionare con qualcosa o qualcuno che sente distanti da sé. Per il resto, però, è un titolo generico e quindi poco identificativo: potrebbe riferirsi a qualsiasi situazione, tempo, personaggio, così come a qualsiasi genere di storia – potrebbe difatti adattarsi anche a una commedia, ad esempio, perché il Non fa per me potrebbe essere ironico; il lettore comprende quale intonazione dare alla frase solo a lettura ultimata. Trovo sia quindi un titolo sicuramente coerente al contenuto della storia, ma poco personale e attrattivo, il che è un vero peccato, perché il titolo è tra gli elementi che convince un potenziale lettore a leggere il racconto. La media dei pro e dei contro spiegati mi ha convinta ad assegnare 2.5/5 in questo parametro.

Sviluppo del tema del contest: 7/10

La storia si apre con delle parole estrapolate da Non è tempo per noi, dunque è chiaro sin dall’inizio quale sia la direzione imboccata dal tuo flusso di coscienza. Il tuo personaggio è lì, in quel parco tutto buio, a riflettere su quanto si senta inadatto alla famiglia di origine e a tutto ciò che la società si sarebbe aspettata da lui in quanto Black primogenito. In questo, è sicuramente presente il tema del contest, perché Sirius è decisamente fuori dal contesto entro cui è nato e cresciuto, non è il suo mondo, e lui ipotizza che forse non sia neanche il suo tempo. Di contro, però, il tema del contest risulta un po’ offuscato da queste stesse riflessioni, perché più che un personaggio fuori dal tempo e fuori posto, emerge un personaggio insoddisfatto che però è riuscito comunque a trovare la sua dimensione, entro cui si sente perfettamente a suo agio (i Grifondoro e i Malandrini). Manca poi, in ultimo, il fattore assolutizzante: il flusso di coscienza di Sirius è tutto votato al particolare, indissolubilmente legato al personaggio – mi rendo conto, comunque, della grande difficoltà insita in questo aspetto del contest. Valutando i pro e contro espressi, quindi, ho reputato che il punteggio più giusto fosse 7/10. Di conseguenza, ai di là dei piccoli appunti, brava davvero!

Trama (struttura, sviluppo, coerenza): 9.5/10

Hai scritto un flusso di coscienza, quindi non possiamo parlare di trama propriamente intesa. Voglio partire dall’unico aspetto che mi ha convinta meno, e che è il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9.5/10, ossia l’assenza di un antefatto che comunichi al lettore perché Sirius si ritrova nel parco di Hogwarts a riflettere. Dal testo sappiamo che Sirius sta vivendo un periodo particolare che lo porta a confrontarsi con se stesso, ma avrebbe giovato alla storia dare un riferimento più preciso, anche perché le riflessioni portate avanti insistono molto sul concetto di famiglia (Regulus, i Serpeverde e i Purosangue), quindi sono orientate in una direzione ben precisa, il che lascerebbe ipotizzare una causa scatenante – ad esempio, uno scontro verbale con Regulus. In assenza di questo antefatto, abbiamo solo un momento generico in cui collocare le riflessioni profonde di un personaggio che, per come lo conosciamo dalla saga, è tutto eccetto che riflessivo.
A parte questo dettaglio appena descritto, trovo che il flusso di coscienza, a livello di “trama”, sia strutturato bene: ha una contestualizzazione spazio-temporale iniziale e conclusiva che consente al lettore di visualizzare il personaggio, capire dove si trovi e in quale tempo della sua esistenza; i contenuti – le riflessioni – sono poi concatenati in maniera coerente e crescente, si parte infatti dalla famiglia per arrivare alla guerra, il tutto intervallato dalle riflessioni sul futuro incerto.
La conclusione, con Sirius che si allontana dal luogo di riflessione per rituffarsi nel caos del castello, è la giusta chiusura del cerchio: la storia si conclude con quel parco notturno che torna a essere solitario, perché Sirius è andato via.
Ottima struttura, quindi, per il tuo flusso di coscienza, 9.5/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7/10
L’unico personaggio della tua storia è Sirius, ma attraverso le sue parole riusciamo a leggere anche un accenno di caratterizzazione di James, Remus e Regulus.
Soffermandomi prima sui personaggi di contorno – il cui reale ruolo è quello di supportare l’introspezione del protagonista –, trovo che con Regulus abbia fatto un ottimo lavoro, la caratterizzazione restituita dalle parole di Sirius è più che coerente a ciò che sappiamo dai libri: il Black fatto e finito, quello perfetto agli occhi della famiglia. I ritratti di Remus e James, invece, hanno delle sfumature un po’ inedite: Sirius afferma che Remus è la mente del gruppo, quando dai pochi elementi presenti nella saga sappiamo che James e Sirius sono piuttosto indipendenti e interdipendenti tra loro, infatti Remus spesso “subisce” le loro iniziative pur non condividendole in toto (cosa evidente nel ricordo di Piton, ad esempio), quindi fatico ad accostargli questa definizione così netta espressa da Sirius; per quanto riguarda James, è particolare che Sirius non lo descriva come “malandrino”, ma come un bravo ragazzo sempre pronto ad aiutare tutti – non dico che non possa essere così, ma James è quello un po’ spaccone, il compagno di scherzi, sì, ma soprattutto di malefatte (in senso buono!), una sfumatura che non viene messa in evidenza, il che è inedito perché la voce narrante è Sirius, quello che considera James l’altra parte di sé, il complice di una vita, il fratello. A parte queste sfumature, comunque, i due personaggi emergono nella loro positività, emerge il legame di amicizia che li lega e gli ideali in cui credono, quindi bene da questo punto di vista.
Arrivando a Sirius, ho trovato singolare che lo presentassi in maniera così riflessiva, però è sicuramente plausibile che ci siano stati momenti in cui si sia fermato a riflettere. È sicuramente IC l’astio che nutre nei confronti della famiglia e di tutto ciò che rappresenta (i purosangue, il razzismo, Voldemort; a riguardo l’unico elemento su cui forse si insiste un po’ troppo è la questione Serpeverde-Grifondoro, trovo poco coerente che Sirius pensi di non essere perfetto per tutti i Serpeverde, non è un personaggio che bada a ciò che gli altri pensano di lui, figurarsi una massa di estranei), così come è IC il confronto con quel fratello che è tanto sbagliato per lui quanto è perfetto per la loro famiglia. Molto coerente con il personaggio della Rowling il desiderio irrealizzabile di appartenere a un altro mondo, così da rompere il legame indissolubile che lo ancora ai Black – si percepisce quanto Sirius detesti l’idea che, al di là di ogni scelta, è e resterà sempre un Black, un Black rinnegato, ma pur sempre un discendente di quella famiglia dalle idee così sbagliate. Coerente, ancora, il riferimento alla guerra: è plausibile che lui pensi a ciò che lo aspetta e intuisca che il futuro che ha dinanzi sia meno roseo di quanto vorrebbe; secondo il mio parere, però, a riguardo è meno coerente la riflessione legata alla frase “Questa battaglia non fa per me, perché sarò sempre dalla parte sbagliata”, perché nessun elemento della saga ci fa ipotizzare che Sirius abbia avuto pensieri simili, che implicano la necessità di fare una scelta sofferta – lui ha sempre saputo da che parte stare, sin dagli undici anni, e non è mai parso che sia tornato a riflettere sulla scelta fatta.
A parte quei dettagli già accennati, trovo ci siano alcuni elementi che stridono un po’ con la caratterizzazione originale di Sirius. Uno è legato alla descrizione che fa degli amici, dove emerge più la figura di Remus che quella di James (un po’ strano considerato il rapporto esclusivo che avevano Sirius e James), mentre è totalmente assente Peter (capisco che sia un personaggio odioso, ma era un Malandrino e faceva parte del gruppo, quindi che Sirius rifletta sui suoi più cari amici e non accenni a Peter è poco IC purtroppo). Un altro è legato all’ambizione di Sirius di diventare auror: sappiamo che Sirius terminati gli studi ha vissuto di rendita e si è unito all’Esercito di Silente, non c’è traccia di un’ambizione del genere, probabilmente doveva reputarla una carriera troppo “inquadrata” per lui. In ultimo, trovo che il periodo conclusivo “Metto al primo posto […] cognome sbagliato” sia un elogio dell’autrice più che una riflessione del personaggio: dico questo perché il tono della narrazione cambia, pur permanendo la prima persona narrante, perché il personaggio decanta se stesso, usando poi espressioni che difficilmente chiunque assocerebbe a se stesso: dire di se stesso “Un ragazzo leale, che non volta le spalle a persone buone e gentili” è poco credibile, nel caso di Sirius che non è un personaggio sentimentale, ma rude, lo è ancora meno. Essendo la frase conclusiva del racconto, incide tanto sulla percezione che il lettore trarrà del tuo protagonista a fine lettura.
La sintesi dei pro e contro mi ha convinta ad assegnarti 7/10 in questo parametro. L’IC del protagonista è in gran parte rispettato e il flusso di coscienza tocca alcuni dei punti salienti della caratterizzazione di Sirius, ma come ho detto trovo vi siano sfumature meno convincenti e coerenti alla controparte originale, ma trattandosi di sfumature e talvolta di interpretazioni sui personaggi (ad esempio il desiderio di diventare auror), non ho ritenuto di dover assegnare un punteggio inferiore.

Totale: 39.5/50

[Modificato da Rosmary 19/03/2019 19:24]

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Post: 2.618
Giudice*****
17/03/2019 15:50
 
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Classifica
Prima classificata Non fa per me di Giuly21 con 39.5/50
Seconda classificata Hogwarts ti manca? No, di solito mi prende in pieno! di Sara Fri Rapace con 38.5/50
Terza classificata La condanna dei sopravvissuti di inzaghina.EFP con 34/50


Premi
1 recensione premio a mia scelta a Giuly21: persa per mancanza di presa visione della classifica entro 15 giorni dalla pubblicazione della stessa
La valutazione come recensione alla storia per tutti (salvo richiesta contraria): ✓

Ragazze, è davvero tutto, passerò a lasciare a ognuna di voi la valutazione come recensione alla storia al più presto (salvo richiesta contraria). Ribadisco che le valutazioni non sono né più né meno che un parere su una vostra storia. Spero le abbiate trovate interessanti e costruttive, in caso di dubbi risponderò appena possibile alle vostre perplessità. Grazie ancora di aver preso parte a questo contest, permettendomi di leggere storia su una tematica che mi incuriosisce molto, avete colto una sfida in piena regola! A voi la parola!

[Modificato da Rosmary 03/04/2019 12:21]

17/03/2019 17:08
 
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Oh, grazie, grazie! Mio figlio non mi dirà: te lo avevo detto xD bel giudizio, molto istruttivo... Come sempre. Ero così concentrata su Tonks che in effetti ho trascurato gli altri pg. E dire che avrei voluto scrivere una ff su Merula xD solo una cosa non ho capito: ho scritto che Oliver è Grifondoro? Forse hai pensato fosse Baston? Però Baston è più giovane di Tonks, non ha i GUFO quando li ha lei. Insomma, tutta quella scena è nella Sala Comune di Tassorosso, Oliver è un nome comune che ho preso dalla classifica dei Tassorosso del gioco. Effettivamente persistono i miei problemi con la chiarezza. Ti devo anche confessare che Ismelda è Purosangue, o almeno, mi pare lo sia.
[Modificato da Sara Fri Rapace 17/03/2019 17:12]
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Post: 2.618
Giudice*****
17/03/2019 18:06
 
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Re:
Sara Fri Rapace, 17/03/2019 17.08:

Oh, grazie, grazie! Mio figlio non mi dirà: te lo avevo detto xD bel giudizio, molto istruttivo... Come sempre. Ero così concentrata su Tonks che in effetti ho trascurato gli altri pg. E dire che avrei voluto scrivere una ff su Merula xD solo una cosa non ho capito: ho scritto che Oliver è Grifondoro? Forse hai pensato fosse Baston? Però Baston è più giovane di Tonks, non ha i GUFO quando li ha lei. Insomma, tutta quella scena è nella Sala Comune di Tassorosso, Oliver è un nome comune che ho preso dalla classifica dei Tassorosso del gioco. Effettivamente persistono i miei problemi con la chiarezza. Ti devo anche confessare che Ismelda è Purosangue, o almeno, mi pare lo sia.



Mi fa piacere che sia soddisfatta della valutazione! Riguardo a Oliver, errore mio, ero convintissima fosse tra i Grifondoro elencati nello specchietto che mi hai allegato in note (quello dove mi hai riportato le informazioni sui personaggi citati), non so proprio come abbia fatto a confondermi visto che l'ho riletto mille volte! Ora mi è più chiara anche la scena. Grazie di aver preso parte al concorso, passo a lasciarti la valutazione come recensione, alla prossima!

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Post: 1.070
Giudice****
18/03/2019 10:27
 
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Ciao Rosmary, innanzitutto ti ringrazio per il giudizio davvero completo, si vede che ci tenevi a questo concorso. Come ti avevo detto avevo notato delle sviste anche in fase di pubblicazione e mi mangio le mani perché avrei dovuto semplicemente rileggere un'altra volta, ma non ho avuto abbastanza tempo per scrivere la storia e ci tenevo davvero tanto a partecipare... devo decisamente organizzarmi meglio!
E' rimasto scritto "ed il" invece che "ed al" solo perché ho cambiato la costruzione della frase, avevo usato "raggiunsero la stanza più isolata ed il suo immusonito proprietario" prima di decidere di utilizzare risalire.
Con tornare a essere Felpato intendevo la controparte canina di Sirius che, pur se in fuga, era libero, ma forse non sono stata abbastanza chiara nello specificarlo.
Grazie molte per i consigli sulla d eufonica, in effetti quella frase che mi hai messo come esempio suona decisamente meglio senza.
Grazie molte per il consiglio di rileggere ad alta voce, lo metterò sicuramente in pratica, purtroppo tendo a complicarmi la vita con periodi lunghi che, a volte, potrei evitare, sicuramente andrò a recuperarmi una grammatica e mi rileggerò le preposizioni secondarie, che male non mi farà.
Per quanto riguarda i numeri e le onomatopee dovevo informarmi meglio.
Sul fatto di allineare i flashback a destra non posso che darti ragione, è una scelta che funziona con ricordi più brevi, ma che rischia di stancare il lettore con periodi più lunghi come i miei. Penso che sfrutterò il tuo consiglio e che, una volta passati i quattro mesi, inserirò i riferimenti temporali ad inizio flashback, spostando quindi la narrazione avvenuta nel passato a sinistra.
Sul lessico hai ragione, una nuova rilettura del testo mi avrebbe portato a correggere qualche aggettivo troppo utilizzato, come argentei legato agli occhi di Sirius, mi fa piacere comunque ricevere una critica costruttiva, per potermi migliorare.
Sono davvero soddisfatta che il titolo ti sia piaciuto, visto che faccio sempre piuttosto fatica a sceglierne di adatti, in questo caso direi che hai colto tutti i motivi che mi hanno spinto a scegliere questo in particolare.
Sono soddisfatta dei tuoi voti sullo sviluppo della trama, in effetti avrei dovuto inserire anche un flashback relativo alla fine brutale del rapporto tra Sirius e Marlene, lasciando le cose in questo modo al lettore manca la parte finale.
Sul riferimento a R.A. B. mi mangio le mani, perché Hermione non avrebbe mai dimenticato una cosa simile e sarebbe bastato usare un altro soprannome, sui dettagli non presenti nei libri invece faccio un'ammissione: non leggo molto spesso Pottermore, quindi pur sapendo che Tonks è stata la prima ed unica donna di Remus, non ho mai letto che Sirius non abbia giocato a Quidditch, quindi mi sono presa questa licenza. Per la sorpresa a Marlene, avrei dovuto specificare meglio, James e Remus sapevano che Sirius l'avrebbe organizzata, ma non hanno preso parte all'organizzazione in prima persona. come sempre farò tesoro di questi tuoi commenti.
Per l'IC di Sirius hai ragione, non ho mostrato i suoi lati più "oscuri" e giustamente mi hai penalizzato. Avrei avuto bisogno di più tempo per aggiungere dettagli che ho lasciato in sospeso.
Concludo ringraziandoti di nuovo per aver scritto una valutazione così dettagliata, di cui farò sicuramente tesoro e ti chiedo di lasciarmela come recensione alla storia.
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Post: 2.618
Giudice*****
18/03/2019 12:11
 
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Re:
inzaghina.EFP, 18/03/2019 10.27:

Ciao Rosmary, innanzitutto ti ringrazio per il giudizio davvero completo, si vede che ci tenevi a questo concorso. Come ti avevo detto avevo notato delle sviste anche in fase di pubblicazione e mi mangio le mani perché avrei dovuto semplicemente rileggere un'altra volta, ma non ho avuto abbastanza tempo per scrivere la storia e ci tenevo davvero tanto a partecipare... devo decisamente organizzarmi meglio!
E' rimasto scritto "ed il" invece che "ed al" solo perché ho cambiato la costruzione della frase, avevo usato "raggiunsero la stanza più isolata ed il suo immusonito proprietario" prima di decidere di utilizzare risalire.
Con tornare a essere Felpato intendevo la controparte canina di Sirius che, pur se in fuga, era libero, ma forse non sono stata abbastanza chiara nello specificarlo.
Grazie molte per i consigli sulla d eufonica, in effetti quella frase che mi hai messo come esempio suona decisamente meglio senza.
Grazie molte per il consiglio di rileggere ad alta voce, lo metterò sicuramente in pratica, purtroppo tendo a complicarmi la vita con periodi lunghi che, a volte, potrei evitare, sicuramente andrò a recuperarmi una grammatica e mi rileggerò le preposizioni secondarie, che male non mi farà.
Per quanto riguarda i numeri e le onomatopee dovevo informarmi meglio.
Sul fatto di allineare i flashback a destra non posso che darti ragione, è una scelta che funziona con ricordi più brevi, ma che rischia di stancare il lettore con periodi più lunghi come i miei. Penso che sfrutterò il tuo consiglio e che, una volta passati i quattro mesi, inserirò i riferimenti temporali ad inizio flashback, spostando quindi la narrazione avvenuta nel passato a sinistra.
Sul lessico hai ragione, una nuova rilettura del testo mi avrebbe portato a correggere qualche aggettivo troppo utilizzato, come argentei legato agli occhi di Sirius, mi fa piacere comunque ricevere una critica costruttiva, per potermi migliorare.
Sono davvero soddisfatta che il titolo ti sia piaciuto, visto che faccio sempre piuttosto fatica a sceglierne di adatti, in questo caso direi che hai colto tutti i motivi che mi hanno spinto a scegliere questo in particolare.
Sono soddisfatta dei tuoi voti sullo sviluppo della trama, in effetti avrei dovuto inserire anche un flashback relativo alla fine brutale del rapporto tra Sirius e Marlene, lasciando le cose in questo modo al lettore manca la parte finale.
Sul riferimento a R.A. B. mi mangio le mani, perché Hermione non avrebbe mai dimenticato una cosa simile e sarebbe bastato usare un altro soprannome, sui dettagli non presenti nei libri invece faccio un'ammissione: non leggo molto spesso Pottermore, quindi pur sapendo che Tonks è stata la prima ed unica donna di Remus, non ho mai letto che Sirius non abbia giocato a Quidditch, quindi mi sono presa questa licenza. Per la sorpresa a Marlene, avrei dovuto specificare meglio, James e Remus sapevano che Sirius l'avrebbe organizzata, ma non hanno preso parte all'organizzazione in prima persona. come sempre farò tesoro di questi tuoi commenti.
Per l'IC di Sirius hai ragione, non ho mostrato i suoi lati più "oscuri" e giustamente mi hai penalizzato. Avrei avuto bisogno di più tempo per aggiungere dettagli che ho lasciato in sospeso.
Concludo ringraziandoti di nuovo per aver scritto una valutazione così dettagliata, di cui farò sicuramente tesoro e ti chiedo di lasciarmela come recensione alla storia.



Ciao! Grazie a te di esserti dilungata in questo commento, nei miei contest cerco sempre di proporre riflessioni costruttive (è ciò che cerco da partecipante!), quindi mi fa molto piacere che abbia trovato utili alcuni dei miei suggerimenti.
Grazie ancora di aver partecipato, passo ora a lasciarti la valutazione come recensione!

Riguardo alla possibilità di modificare la storia dopo quattro mesi, l'amministrazione ha (finalmente, seppure da poco) modificato questa regola, puoi intervenire già dopo quindici giorni:


- Il testo delle storie partecipanti ai contest non potrà essere modificato in alcun modo fino a 15 giorni dalla data di pubblicazione delle valutazioni. A partire dal sedicesimo giorno e in assenza di contestazioni l'autore potrà modificare la storia a piacimento.



Alla prossima!


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