Allora, come al solito si tratta di una delle mie domande "comportamentali".
Contesto fantasy/storico (se può servire in qualche modo).
Personaggio 1 (chiamiamolo Ugo) è un personaggio positivo che nella sua "lealtà" cerca di salvare un suo conoscente imprigionato (chiamiamolo Mario). Ha una morale abbastanza alta, è una figura di media autorità, che può intervenire in qualche modo sul corso della storia o il destino di Mario.
Mario non è un personaggio negativo, ma neanche molto intelligente. È provvisto di buon senso (in modo molto vago e generico) e considera Ugo un amico, ma si autoconsidera superiore a lui in qualsiasi circostanza, anche se, al momento in cui si svolge la scena, Mario non ha alcuna autorità ed è solo un capro espiatorio. Potrebbe rischiare la vita se condannato.
Mario è accusato di un reato di cui lui non è a conoscenza. Grazie a questo dettaglio, Ugo crede che sia innocente e, su quel presentimento, cerca di "fare la cosa giusta" ed aiutarlo ad uscire di prigione.
Quando i due si confrontano una prima volta, Ugo fa delle domande a Mario per capire qual è la situazione e cercare un alibi che lo scagioni dai suoi reati.
Ugo (da conoscente), incerto sul fatto che Mario lo riconosca o meno, si presenta e gli chiede se il suo volto/nome gli risultano in qualche modo familiari.
Mario (che invece lo considera un amico abbastanza fidato) conferma la cosa rispondendo
"Certo che lo so! Sei Ugo! Il mio amico!".
Tra le tante informazioni che Mario sa di Ugo, si ricorda di un'informazione sgradevole, ma che darebbe ad Ugo motivo di credere di più della sua identità e li avvicinerebbe di più in senso narrativo (tipo che Ugo ha l'alitosi).
Sarebbe più giusto che Mario dicesse una cosa tipo:
"Certo che lo so! Sei Ugo! Il mio amico con l'alitosi!"?
Mi sembra che dicendo una cosa del genere, Mario si dia la zappa sui piedi perché è in una condizione di svantaggio rispetto ad Ugo (comunque lui non lo sa o non se ne rende veramente conto) e lui potrebbe benissimo non aiutarlo se insultato, ma è anche un'informazione in più che avvicina i due personaggi e fa capire quanto realmente Mario conosca Ugo.
Come al solito è un'opinione generica:
Ugo aiuterebbe Mario anche se si sente insultato dalle sue parole? Oppure il buon senso di Mario lo porterebbe a stare zitto e non menzionare certe cose?
Grazie in anticipo per le vostre opinioni!