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autolesionismo..

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2007 19:10
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Giudice****
Utente Senior
Assistente admin di EFP
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07/01/2007 18:02
 
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In tv, sui giornali e nelle scuole si affrontano di continuo discorsi (importantissmi, per carità!) legati a stupri, violenze, bulimia e anoressia, ma troppe poche volte si lascia spazio ad un problema serio quale è l'autolesionismo.

L'autolesionismo viene in genere definito clinicamente come il tentativo di causare deliberatamente un danno al proprio corpo, lesionandosi in modo di solito abbastanza grave da provocare danni tessutali.

Solo la vista del sangue che scorre via, portandosi le paure e i timori, riesce a calmare il "cutter" (è il termine utilizzato per indicare gli autolesionisti), ma solo fino a un certo punto. Appena il sangue finisce di fluire dalla ferita lo stress torna, e il cutter viene nuovamente assalito dalle sue pene. Secondo qualcuno il corpo è come una pentola a pressione: quando il sangue comincia a ribollire, la lama diventa come la valvola che lascia uscire il liquido in eccesso, quello troppo ribollente.

Ma dopo l'atto subentra la vergogna.
Per cosa? Semplicemente per il gesto, giudicato vile dagli stessi cutter, insicuro e degno di una persona debole.

Spesso si ha paura di non essere capiti, di essere giudicati negativamente ("Sei un idiota”, “Vuoi solo attenzioni") o addirittura relegati immediatamente nella categoria pazzi.

Non ci si deve vergognare, sia perché gli autolesionisti non sono pazzi, sia perché tale fenomeno è più comune di quanto si creda, in forma patologica e non; bisogna trovare subito qualcuno che aiuti a uscire da quella situazione, sia un amico fidato o un semplice dottore.

La domanda più frequente è: perché? Non è facile trovare una risposta unitaria, dato che ogni persona ha un proprio motivo.

Semplicemente si tramuta in sofferenza fisica (quindi più facilmente gestibile) una sofferenza emozionale impalpabile, ma presente che non si sa come gestire. Infatti per un po' ci si occupa solo del dolore fisico, distogliendosi temporaneamente da quello interiore. Può essere un modo anche per mostrare agli altri che si sta davvero soffrendo, offrendo loro qualcosa di concreto e di comunemente accettato come "dolore".

Imparato a gestire il dolore interiore in questo modo, ci si abitua, non potendone più fare a meno. Si può controllare il dolore, e la sensazione che nessuno possa fargli male più di quanto non faccia la persona stessa già da sola è inebriante.

Penso che la cosa migliore da fare quando si incontra un autolesionista sia quella di fargli sentire subito il proprio appoggio, fargli capire che ci siamo.
Non giudicare ma capire, anche se magari non si condivide l'atto..
Io non sono autolesionista e non conosco nessuno con questi problemi ma so che questo è un problema molto comune e di poco interesse generale. Per questo ho voluto parlarne io, per rendere partecipe tutta la società di un dramma troppo frequente e, magari, più vicino di quanto non si pensi.


------------
"dietro l'angolo"
scritta da me sul momento..


"hai visto questa che ha scritto?" domandò l'uomo urlando dalla sala.
"chi tesoro?" rispose la moglie andando verso il marito chino sul pc.
"niente, una sul forum di Efp.. parla di autolesionismo!" disse lui ridacchiando.
"Ehm.. di che?" chiese lei stupita.
"bah, gente che si taglia da sola!" ribatté lui.
"che stupidaggine! come si potrebbe infliggersi dolore da soli?" si domandò allibita la donna guardando l'intervento sul forum.
"infatti.. chissà perchè, si chiede lei,se ne parla poco in giro?" disse l'uomo leggendo le parole dell'autrice.
"come fa a non capire che gente come gli autolesionisti è malata? altro che integramento nella società! certa gente è proprio pazza!" concluse la moglie dando un bacio sulla gancia al marito e tornando in cucina a fare la cena.
La ragazza appoggiò sconsolata la testa sulla porta della sua stanza. Si guardò il pols coperto di sangue e coprì i graffi col suo polsino nero di spugna; il taglierino era ancora lì, insieme all'attrezzatura di tecnica sullla sua scrivania.

Ricordò le parole dei genitori di pochi minuti prima e, dopo aver tirato un sospiro, riscoppiò in lacrime.
Riprese il taglierino e, arrivata in bagno, concluse il suo "lavoro" passando un'altra e un'altra volta ancora la lama fredda sui polsi mutilati..


Post: 440
Utente Senior
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07/01/2007 19:37
 
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Io sono stata (molto recentemente) un'autolesionista, e quello che mi facevo, lo facevo perchè per me era come sentire tutto il dolore immenso che provavo dentro che "usciva" dal mio corpo, attraverso la pelle. Subito dopo, mi facevo quasi schifo, ma, in quel momento, per me era come pensare "Nessun dolore fisico sarà mai equivalente alla sofferenza che provo dentro di me"...
Questo era un ragionamento malato, ma quando sei lì con la lametta in mano, non sei in grado di pensare razionalmente, ma in qualche modo sei "lucida": pensi che vuoi autodistruggerti, e sai come farlo, ti fai schifo e tagliarti o spegnerti le sigarette sul braccio o graffiarti o tormentarti la pelle in qualunque modo, ti sembra la sola soluzione per estraniarti da quel dolore: in qualche modo, è come un sedativo.
Questo era ciò che avevo io in testa, ma è un tunnel in cui SCONSIGLIO VIVAMENTE a tutti di entrare, non ne esci più, a meno che (come è capitato a me) trovi qualcuno che non ti giudichi e che si impegni ad aiutarti.
Non mi riferisco a quelle persone (amiche, famiglia, fidanzato ecc) che si limitano a dirti "Smettila di tagliarti!!!" o la da me tanto odiata "Vedrai che si sistemrà tutto!!": mi riferisco a quelle persone (spesso è una sola, purtroppo) che ti strappano la lametta dalle mani, ti parlano come si parla ad una persona normale e non come a una malata di mente, se necessario ti danno anche uno schiaffo. Persone che ti sveglino FISICAMENTE dalla tua condizione, che ti lascino piangere sulla loro spalla ma subito dopo ti diano una bella scrollata e ti costringano a "tornare tra i vivi"...e lo dico per esperienza vissuta.
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Giudice****
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07/01/2007 20:05
 
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sono contenta di sapere che tu ne sei uscita, che quel circolo vizioso è per te finalmente terminato..
gli amici, quelli veri che ti fanno aprire gli occhi, sono rarissimi. A volte, se hai fortuna, ne hai anche 2, ma ci sono persone che non ne trovano nemmeno uno.. e lì diventa difficile uscire dalla propria condizione. I veri cambiamenti avvengono solo con la propria volontà ma.. un aiuto esterno è sempre ben accetto.


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07/01/2007 20:29
 
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Se non sbaglio quello che hai trascritto è un articolo che avevo già letto da qualche parte in rete...
Mah, tema scottantissimo, davvero tanto ;_; mi sa che verrà su un putiferio...
Per ora dico solo che quello che hai riportato non è esauriente, ci sono migliaia di casistiche tutte diverse.
La cosa importante, per me, è una sola: che un giorno non venga fuori che gli autolesionisti sono "ah, sì, quelli che si tagliano e poi fanno vedere a tutti le foto perché vogliono attirare l'attenzione".
Quelli sono alcuni autolesionisti, e di solito stanno sui maroni a tutto il resto della categoria.




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07/01/2007 22:47
 
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Re:

Scritto da: The Corpse Bride 07/01/2007 20.29
La cosa importante, per me, è una sola: che un giorno non venga fuori che gli autolesionisti sono "ah, sì, quelli che si tagliano e poi fanno vedere a tutti le foto perché vogliono attirare l'attenzione".
Quelli sono alcuni autolesionisti, e di solito stanno sui maroni a tutto il resto della categoria.



Ho letto dei blog con frasi di quel tipo, sono terribili e stupidi e, agli occhi di persone come me, che hanno vissuto questa realtà dolorosa letteralmente sulla loro pelle, leggere quei post è come sentire il loro dolore preso in giro, commercializzato, sminuito...è una sensazione orribile, ma non si vergognano?? Mi disgustano nel profondo queste persone, sono ignoranti che non capiscono niente, non sanno niente della sofferenza VERA...che schifo...
Naturalmente questa è solo la mia opinione, ma penso che siamo tutti infastiditi da questo genere di persone...
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Giudice****
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08/01/2007 14:41
 
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condivido pienamente, le frasi "il vero dolore non è quello fisico" oppure "quelli non hanno niente da fare, i veri problemi sono altri", possono essere pronunciate solo da gente insensibile e immatura.


Post: 1.208
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08/01/2007 15:34
 
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Ho letto dei blog con frasi di quel tipo, sono terribili e stupidi e, agli occhi di persone come me, che hanno vissuto questa realtà dolorosa letteralmente sulla loro pelle, leggere quei post è come sentire il loro dolore preso in giro, commercializzato, sminuito...è una sensazione orribile, ma non si vergognano?? Mi disgustano nel profondo queste persone, sono ignoranti che non capiscono niente, non sanno niente della sofferenza VERA...che schifo...
Naturalmente questa è solo la mia opinione, ma penso che siamo tutti infastiditi da questo genere di persone...



Non conto quante litigate ho fatto con questo tipo di gente °__° vabè, io litigo con tutto ciò che si muove e respira, comunque mi ricordo che per chiudere il discorso ho detto a una tipa qualcosa come "spero che tu ne venga fuori", e questa mi fa "sì sì ma tanto tu cosa ne sai di cosa sia il dolore? Non capirai mai la gente come noi".
Come noi chi? Quelli che soffrono? Quelli che si tagliano? Quelli che postano le foto nel blog?
Mah. A parte che, ma che cazzo ne sai di quel che faccio io XD ma a parte questo, voglio dire, stai buona, non sei l'unica al mondo che sta male.
Ma poi la cosa che mi fa ridere è che mi dice "solo perché io sorrido e sembro felice non vuol dire che stia bene!" e insomma, presente quel tipo di blog dove l'autrice non fa che dire che sta male e che non ce la fa più? Ecco.
Comunque, penso che se una ha bisogno di mostrare a tutto il mondo che si taglia, sicuramente qualcosa non va °__° si vede che normalmente non le danno retta.
Perché di solito l'autolesionista vuole tutto tranne che essere scoperto. Poi però c'è da dire che in rete fa figo, ma fuori da qui, cioè nel mondo, ti prendono per un fuori di testa.

Vabè, questa è una parentesi, ma non è che si possa fare un discorso molto unitario su questa cosa... solo che questi casi in particolare mi perplimono perché sono proprio un fenomeno recente, e che differiscono dalle normali tendenze dell'autolesionista, proprio in questo volersi esibire.




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Utente Senior
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17/01/2007 22:49
 
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Beh hai ragione a prendertela, ma in fondo forse sarebbe meglio ignorarli e basta...tanto non ne vale la pena...
in fondo è vero che gli autolesionisti cercano aiuto, come coloro che tentano ripetutamente il suicidio, è come un grido d'aiuto: "Guardatemi, sono qui e sto male!"
Quando subisci un dolore fortissimo come quello che ha portato me a essere un'autolesionista, gli altri solitamente non capiscono, fingono di non vedere...alla "Occhio non vede, cuore non duole", ti danno della vittima o, peggio, dell'esibizionista...ti dicono "Pensa che al mondo c'è gente che sta peggio di te", con aria di rimprovero...
e tu pensi "Beh, sai che me ne frega degli altri!!! Io sto male, tutti se ne fregano e sono sola anche in mezzo a mille persone...perchè sono tutti indifferenti e falsi...difficile che qualcuno stia peggio di me!!"
E il dolore che provi resta dentro per sempre. Magari non ci pensi, magari ridi, scherzi e vai avanti con la tua vita, ma quelle cicatrici ci sono sempre, anche quando non le vedrai più...

Su un sito ho trovato questa testimonianza:
"Adesso vivo una vita normale, ho ancora dei nodi da risolvere ma me la sto cavando. So bene di non essere guarita. Guariti fino in fondo non si è mai. Quella voglia di tagliare, di ingerire qualcosa per “stare meglio” ci sarà sempre."

E' per questo che è IMPORTANTISSIMO trovare qualcuno che non sminuisca la nostra sofferenza con frasi ipocrite...ed è importante ignorare quelli che parlano di ferite auto-inflitte come se fosse una cosa divertente...credetemi, in realtà non siete MAI completamente soli, sembrerà una frase fatta, ma NON VERGOGNATEVI DI CHIEDERE AIUTO, in qualunque modo...l'importante è che quel "qualcuno" sia una persona che riconosce il vostro valore e il vostro dolore e vi AIUTI.
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Utente Junior
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20/01/2007 15:43
 
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...sono entrata in questo topic quasi per caso e non pensavo che avrei scritto qualcosa, ma dopo aver letto cos'aveva passato Dark Kana ho deciso di farlo.

Non sono mai stata un'autolesionista, non una vera autolesionista almeno, perciò non posso comprendere appieno tutto ciò che ha scritto appunto Dark Kana sulla sua esperienza che spero, sinceramente, appartenga al passato...però l'altr'anno mi sono ritrovata a passare un periodo molto brutto della mia vita a causa di diversi fatti, anche piuttosto gravi, che mi erano capitati. Io non so veramente e totalmente quello che provano le persone che hanno avuto la tua stessa esperienza, Dark Kana, però so quello che provavo io quando, dopo le furiose liti che avevo con i miei parenti per vari motivi, mi ritrovavo chiusa in bagno a piangere silenziosamente per non farmi sentire e mentre provavo una sensazione stranissima, che forse, ma può darsi anche di no, anche tu avrai provato ogni tanto...era come se il mio corpo non potesse più contenere tutto il dolore atroce che provavo, come se dovessi tirarlo fuori in qualche modo, ma al tempo stesso dovevo reprimerlo perché non volevo mostrarmi così debole a tutti gli altri...e allora, in quei momenti mi guardavo le braccia, che erano la parte del corpo più semplice, o comunque migliore, per me, da colpire e la mia mente come si svuotava del dolore mentre invece lo sentivo affiorare sulle braccia, che mi graffiavo con le unghie e mi mordevo fino a farle sanguinare. Non mi tagliavo i polsi con le lamette, questo no, perché ero bloccata dalla paura, ma ferirmi, anche solo con le unghie e i denti, era comunque l'unico modo per farmi stare momentaneamente meglio. Il fatto è che non erano solo gesti dovuti alla rabbia, e lo so, perché lo facevo anche quando non litigavo con nessuno, ma semplicemente quando soffrivo per tutto quello che mi succedeva intorno e questo mi spaventava. Dopo quelle mie reazioni, come dici anche tu, mi sentivo una persona orribile, mi facevo proprio schifo...mi chiedevo se in questo modo pensavo di risolvere i miei problemi, mi sentivo in colpa, forse verso me stessa, forse verso le persone per le quali avrei dovuto trovare la forza di reagire, invece che continuare a cercare quel momentaneo sollievo nelle ferite che mi provocavo. Ferite che non erano causate da una furia rabbiosa che ogni tanto può anche colpire tutti noi, ma da un preciso meccanismo della mia mente, che continuava ad essere fredda e lucida, o quasi, quando facevo tutto ciò. Non so come si potrebbe definire tutto questo e, sinceramente, a questo punto non m'importa neanche più saperlo, so solo che se sono uscita da questo tunnel che stava diventando sempre più buio, e non scherzo perché mi sentivo davvero malissimo, è stato solamente perché, come è capitato anche a te, ho trovato una, anzi due, persone che hanno saputo scuotermi e farmi ragionare...mi hanno fatta reagire, davvero, prima che potessi cadere nel vero e profondo baratro dell'autolesionismo e per questo non finirò mai di ringraziarle. Non so perché vi ho raccontato tutto questo, non l'avevo mai fatto, però magari potrà essere utile a qualcuno, per evitare che ci cada, oppure per far capire a qualcun'altro che gli autolesionisti non sono pazzi, sono semplicemente persone che soffrono e hanno sofferto e che hanno reagito al dolore in modo diverso da quello degli altri, purtroppo. Non ignorate questo problema, perché è una cosa davvero seria e se credete che qualcuno abbia bisogno di voi, fatelo reagire e non negategli il vostro aiuto. Dark Kana (ma anche blackrystal che ha aperto il topic) grazie per aver scritto ciò che hai passato, mi hai fatto sentire meno "diversa" e meno "strana", spero che tu abbia superato tutto perché, almeno in parte, capisco come ti sei sentita. Grazie davvero.
Post: 1.476
Utente Veteran
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20/01/2007 17:22
 
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Io non riesco a capire fino in fondo chi si ferisce perchè sta male, seriamente..
Perchè sono una persona diversa e probabilmente, perchè se io non riesco piu a sopportre il dolore del cuore, invece che tagliarmi bè mi butto sul bere..
non so se è una forma di autolesionismo, no questa è autodistruzione..
ma non riesco a capirlo davvero..

Non ha senso per una persona come che se una sta male si taglia per tirare fuori il dolore..
boh!
non capisco davvero
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Final Fantasy 7
Post: 1.208
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20/01/2007 21:23
 
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ma ferirmi, anche solo con le unghie e i denti, era comunque l'unico modo per farmi stare momentaneamente meglio.



Allora, non confondiamoci le idee.
E' vero che la forma di autolesionismo più comune è la lametta sul braccio, ma non significa che sia l'unica forma. Quelli sono i cutters, e sono un discorso. Ma c'è anche chi si provoca delle contusioni, chi si brucia con una sigaretta, chi si prende a graffi e a morsi.
Il tuo era a tutti gli effetti autolesionismo. C'è chi si pratica ferite più gravi, certamente, ma tu rientravi nella sindrome.


Non ha senso per una persona come che se una sta male si taglia per tirare fuori il dolore..
boh!
non capisco davvero



Che tu non lo capisca è un conto, ma che non abbia senso è un altro paio di maniche.
Tagliarsi non è sempre un metodo per tirar fuori il dolore, tra parentesi. C'è anche chi lo fa per uscire da uno stato di apatia, perché è un modo per avere la conferma che si è ancora qui; c'è chi lo fa per uscire dallo stato di depersonalizzazione; c'è chi lo fa perché, non potendo sfogare la sua aggressività sugli altri o su dell'altro, può ferire soltanto se stesso; c'è chi lo fa per, inconsciamente, far capire a chi lo circonda che sta male - a tutti o a una ristretta fascia di persone - ; c'è chi lo fa per autopunirsi; c'è chi lo fa per attirare l'attenzione; c'è chi lo fa per sembrare figa come tutte le altre cutters... migliaia di motivi.
"Tirar fuori il dolore" è un po' sommaria come spiegazione, può voler dire tutto o niente, e in parecchi casi non ci prende.
Può anche essere che in quel momento stai male, non c'è dubbio, ma rimane che se quando stai male tu ti tagli, allora un problema c'è al di là dell'avvenimento che ti è successo, per quanto possa averti sconvolto.
La domanda è: perché questa persona ha bisogno di tagliarsi per stare meglio?
E' una questione che si allontana abbastanza dalla spiegazione che tu dai.




Post: 1.476
Utente Veteran
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20/01/2007 21:30
 
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Non mi era parso di dare nessuna spiegazione, visto che non ho esperienze a riguardo.
Mi era sembrato di riportare quello che avevo capito, che ci si feriva perchè si aveva un dolore molto forte interiore, e ripeto che per me non ha senso..
non che non ha senso in generale..
tutto qui...

Io, oltre al bere, bè, prendo a pugni le robe..
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20/01/2007 22:34
 
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Non mi era parso di dare nessuna spiegazione, visto che non ho esperienze a riguardo.



Avevi parlato appunto di tirare fuori il dolore :O sì ma non voglio dire che hai detto stupidaggini, solo che non è tutto lì XD.


Mi era sembrato di riportare quello che avevo capito, che ci si feriva perchè si aveva un dolore molto forte interiore, e ripeto che per me non ha senso..
non che non ha senso in generale..
tutto qui...
Io, oltre al bere, bè, prendo a pugni le robe..



Sicuramente il dolore molto forte c'è, ma magari non è per il fatto in sé che ha scatenato l'episodio di autolesionismo.
Ti faccio un esempio deficiente: mamma e papà non mi lasciano andare al concerto dei Muse [no, non è vita vissuta, non ne parlerei con questa calma XD]. Io prendo e mi taglio. Uno mi chiede, ma sei deficiente? Io alzo le spalle, però magari c'è anche da aggiungere che, boh, i miei non mi tengono in considerazione, che non gli frega molto di ciò che voglio, o che sto passando un periodo di merda e nessuno se ne accorge e questa è la goccia che fa traboccare il vaso, e così prendo e dico "se non vi accorgete voi, vi faccio accorgere io" (anche se non è un ragionamento che si fa lucidamente, sia chiaro).
E' grave se uno ha bisogno di tagliarsi per far capire agli altri che è al punto di saturazione.
Ed è un esempio.
E' grave anche se una ha bisogno di atteggiarsi a cutter per sentirsi un po' più figa. Vuol dire che si sente così insignificante da esser disposta a tutto.
Così come è grave se una persona ha così poche valvole di sfogo da essere costretta a tagliarsi il braccio, anziché prendere a pugni le robe che sarebbe più salutare.

Poi anche sfondarsi di alcool è un comportamento autolesionistico, eh. Poi dipende a che livelli.




Post: 1.476
Utente Veteran
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21/01/2007 11:44
 
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E' interessante, perchè sembra quasi un'alternativa al suicidio!
Bè, molte persone attirano l'attenzione, o cercano di far smettere una situazione, col suicidio, l'autolesionismo sembra un'alternativa o forse la fase prima del provare proprio l'ultima spiaggia..

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Post: 1.208
Utente Veteran
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21/01/2007 13:54
 
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No, non sono d'accordo O_o anzi, credo che sia un atto che tende verso la vita più che verso la morte.
Ora; ci sono milioni di motivi diversi per cui uno si fa del male, ma spesso è o per esorcizzare il dolore, o per sentire la vita, o per chiedere aiuto. Non sono cose che cercano la morte.
Ripeto: bisogna andare oltre l'immagine della ragazzina che si taglia i polsi con la lama. Potrebbero essere anche le gambe. Se io mi faccio del male non significa che finirò con l'annullarmi, perché anche se è vero che rivolgo un attacco a me stessa, non significa che voglia attaccarmi fino a distruggermi. Spesso il farsi male non è nemmeno inteso come un "attaccarsi".
Insomma, non è che inizio a tagliarmi vicino ai polsi perché prima o dopo voglio trovare il coraggio di tagliare per lungo. Uno che si avvicina al suicidio tenta il suicidio, punto e basta. Per abituarsi all'idea cerca di rendersela familiare, ma non va a peggiorare le sue stesse condizioni, né tantomeno fa qualcosa di così evidente come ferire la propria pelle.
Purtroppo c'è poca informazione, e quella poca che c'è ormai è contaminata da quel tipo di autolesionismo esibizionista che si trova nei blog. Oppure uno passa semplicemente per "quello che si taglia le vene" (perché giustamente uno che si taglia il braccio mira alle vene -_-''), e si pensa che voglia ammazzarsi o attirare l'attenzione.
E' vero che comunque se uno in quel modo chiede aiuto deve ottenere l'attenzione di qualcuno, ma non è l'attenzione da "centro del palco", perché a pochi piacerebbe sentirsi urlare in faccia, in mezzo alla gente, "ma ti tagli?" (e succede. Spesso.) E' più un modo per dire "sentite, vedete qui? Datemi una mano, per piacere". Ma non è detto che quel messaggio sia rivolto anche a dei totali sconosciuti. Non è detto che uno voglia che TUTTI lo sappiano, la richiesta d'aiuto non è rivolta a TUTTI.
Questa è una casistica, tra l'altro. C'è anche chi non vuole dare un messaggio proprio a nessuno.




Post: 9
Utente Junior
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21/01/2007 15:03
 
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Re:
Allora, non confondiamoci le idee.
E' vero che la forma di autolesionismo più comune è la lametta sul braccio, ma non significa che sia l'unica forma. Quelli sono i cutters, e sono un discorso. Ma c'è anche chi si provoca delle contusioni, chi si brucia con una sigaretta, chi si prende a graffi e a morsi.
Il tuo era a tutti gli effetti autolesionismo. C'è chi si pratica ferite più gravi, certamente, ma tu rientravi nella sindrome.

certamente il mio era autolesionismo, intendevo semplicemente dire che era una forma diversa, anche se mi rendo conto di essermi espressa male. Anche perché spesso gli autolesionisti non hanno affatto paura del dolore fisico, mentre io, ad esempio, avevo il terrore di tagliarmi i polsi, ecc... Ma forse ne avevo paura solo perché, essendo questo il "segno" più comune che contraddistingue gli autolesionisti, se l'avessi fatto, avrei dovuto ammettere cn me stessa di essere realmente una di loro ed era questo che più di tutto temevo.

La domanda è: perché questa persona ha bisogno di tagliarsi per stare meglio?

Sinceramente, per rispondere alla tua domanda, non lo so. So solo che quando lo facevo stavo bene, ma era una cosa decisamente momentanea, di pochi istanti, pochi minuti. Ogni tanto mi capita ancora di voler ricominciare, ma accade molto raramente, per fortuna, e mi trattengo sempre, reprimo quest'impulso, perché non voglio assolutamente ricaderci e perché ora so per certo che non mi aiuterebbe, anzi, mi farebbe sentire molto peggio, dopo.


Post: 1.208
Utente Veteran
OFFLINE
21/01/2007 16:50
 
Quota


Anche perché spesso gli autolesionisti non hanno affatto paura del dolore fisico, mentre io, ad esempio, avevo il terrore di tagliarmi i polsi, ecc... Ma forse ne avevo paura solo perché, essendo questo il "segno" più comune che contraddistingue gli autolesionisti, se l'avessi fatto, avrei dovuto ammettere cn me stessa di essere realmente una di loro ed era questo che più di tutto temevo.



Avere paura del dolore fisico è un conto... avere paura che si veda, un altro °_°. Comunque, se la paura di essere classificata autolesionista è valsa da deterrente, decisamente meglio così >_<.


Sinceramente, per rispondere alla tua domanda, non lo so. So solo che quando lo facevo stavo bene, ma era una cosa decisamente momentanea, di pochi istanti, pochi minuti. Ogni tanto mi capita ancora di voler ricominciare, ma accade molto raramente, per fortuna, e mi trattengo sempre, reprimo quest'impulso, perché non voglio assolutamente ricaderci e perché ora so per certo che non mi aiuterebbe, anzi, mi farebbe sentire molto peggio, dopo.



E' sempre una cosa di pochi istanti ._.
In ogni caso, è ammirevole la tua determinazione a non ricaderci. Ti faccio i miei complimenti, e anche i miei auguri che non ti capiti di farlo ancora >_




Post: 440
Utente Senior
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21/01/2007 17:07
 
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Confermo che può essere (a volte) una sorta di alternativa al suicidio...mi è capitato di pensare di aver troppa paura della morte per uccidermi del tutto, ma volevo in ogni caso farmi del male, quindi ho "ripiegato" sulle ferite auto-inflitte...ma tenete presente che non era una scelta lucida.
Come dice The Corpse Bride, spesso è un evento "di poco conto" a scatenare tutto, semplicemente perchè è unito a una serie di altri conflitti interiori mai espressi, mai "buttati fuori da sè": ed è qui che sta il "senso" dell'autolesionista: come ha detto kikka, il dolore che provi dentro ti sembra troppo grande (e spessissimo lo è, ve lo garantisco), il cuore e l'anima ti sembra stiano per scoppiare, nella tua testa si ripete la frase "Non ce la faccio più, basta...non è giusto...", ed è allora che allunghi le mani sul tuo corpo, che siano libere o che reggano oggetti contundenti o ustionanti, e decidi che...sì, forse il dolore fisico potrà fare uscire un po' di quello psicologico...
Possiamo dire che sia quasi una forma di "esorcismo", un "anestetico"...ma non generalizziamo, per me era così almeno, ma dipende dalle situazioni, anche se ho capito che io e kikka più o meno soffrivamo lo stesso senso di oppressione e lo stesso impulso autodistruttivo...
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Post: 9
Utente Junior
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21/01/2007 22:26
 
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Re:
]

Scritto da: The Corpse Bride 21/01/2007 16.50


Avere paura del dolore fisico è un conto... avere paura che si veda, un altro °_°. Comunque, se la paura di essere classificata autolesionista è valsa da deterrente, decisamente meglio così >_<.


Avevo paura di entrambe le cose: del dolore fisico, anche se mi sembrava un modo per stare meglio, e anche del fatto che si vedesse. Ma non solamente perché non volevo che gli altri lo vedessero, ma più per il fatto che IO non volevo rendermene conto completamente. Anche se, comunque non volevo assolutamente che gli altri lo capissero, non era un'inconscia richiesta d'aiuto la mia.



E' sempre una cosa di pochi istanti ._.
In ogni caso, è ammirevole la tua determinazione a non ricaderci. Ti faccio i miei complimenti, e anche i miei auguri che non ti capiti di farlo ancora >_



Grazie mille. Lo spero tanto anch'io. Grazie davvero per la solidarietà. [SM=g27768]


Scritto da: Dark Kana 21/01/2007 17.07
Confermo che può essere (a volte) una sorta di alternativa al suicidio...mi è capitato di pensare di aver troppa paura della morte per uccidermi del tutto, ma volevo in ogni caso farmi del male, quindi ho "ripiegato" sulle ferite auto-inflitte...ma tenete presente che non era una scelta lucida.
Come dice The Corpse Bride, spesso è un evento "di poco conto" a scatenare tutto, semplicemente perchè è unito a una serie di altri conflitti interiori mai espressi, mai "buttati fuori da sè": ed è qui che sta il "senso" dell'autolesionista: come ha detto kikka, il dolore che provi dentro ti sembra troppo grande (e spessissimo lo è, ve lo garantisco), il cuore e l'anima ti sembra stiano per scoppiare, nella tua testa si ripete la frase "Non ce la faccio più, basta...non è giusto...", ed è allora che allunghi le mani sul tuo corpo, che siano libere o che reggano oggetti contundenti o ustionanti, e decidi che...sì, forse il dolore fisico potrà fare uscire un po' di quello psicologico...
Possiamo dire che sia quasi una forma di "esorcismo", un "anestetico"...ma non generalizziamo, per me era così almeno, ma dipende dalle situazioni, anche se ho capito che io e kikka più o meno soffrivamo lo stesso senso di oppressione e lo stesso impulso autodistruttivo...



Sono pienamente e completamente d'accordo con te su tutto quello che hai detto. Anch'io penso che abbiamo provato più o meno le stesse sensazioni. Grazie ancora perché, te lo giuro, mi sento davvero meno diversa e meno sola. Grazie. [SM=g27768]

[Modificato da °{kIkKa}° 21/01/2007 22.30]

Post: 641
Giudice****
Utente Senior
Assistente admin di EFP
OFFLINE
22/01/2007 15:16
 
Quota

Da quanto tempo che non riscrivo più sul mio topic! Ho visto che l'argomento ha scatenato molte repliche, che ho trovato tutte molto interessanti e mi hanno aiutata a capire di più l'universo dell'autolesionismo.
Sapete, ci stavo cadendo anche io; anzi, se continua così ci cadrò.

"come fanno a tagliarsi?"...

Ci sono tanti motivi, e ne posso citare uno seguendo le mie esperenze.

Ci si sente sento rodere dentro, ci si sente appassire giorno dopo giorno...
E poi, un bel giorno -per modo di dire- ci si stanca di farsi appellare con nomignoli molto carini -anche da parte dei propri parenti/genitori/sorelle- quali ad esempio "scema, idiota, cretina, deficiente, malata mentale, matta, ecc ecc."...

E vi posso assicurare che non è bello sentire la propria madre piangere perchè non ce la fa più a sopportarmi, manco fossi il diavolo, mentre mio padre mi dice cose moooolto gentili, come "vaff****, vattene da uno psichiatra, ti mando in collegio, Vattene non vogliamo vederti..."...

bello, eh?

E ci puoi passar sopra una volta. E ci passi sopra un'altra volta, e un'altra e una ancora.

Ma poi basta. La vita comincia a diventare assai tediosa.
A che pro esistere? Perchè continuare queste sofferenza interiore- perchè non puoi farti vedere fragile- e doversi caricare sulle spalle tutte le responsabilità dei danni provocati da tutta l'umanità- dico "umanità" perchè x loro sono IO che do i problemi; esempio: cade un piatto a mia sorella mentre io non ci sono? Naturalmente è colpa MIA. ovvio-.

Io non sono autolesionista ma se continua così sono sulla buona strada.

Per quel che mi riguarda, queste potrebbero essere delle motivazioni che spingono una persona a diventare una autolesionista; si può uscire da soli da questa sitazione secondo voi?


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