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Prima persona, autobiografismo e selfinserction

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2008 00:56
Autore
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Post: 425
Utente Senior
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05/11/2008 21:49
 
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una riflessione...
Dunque questa mattina in metro per non pensare alle mie sventure personali ho fatto questa "brillante" riflessione. Ho notato che molto spesso chi si avvicina per la prima volta alla scrittura (sia in ambito original che in quello delle ff) tende e trova più facile usare la prima persona. Questo può essere sintomo di forte empatia con il personaggio di cui si sta narrando (mi è capitato un paio di volte anche a me) ma a volte è accompagnato anche da netti spunti autobiografici. Così come le self-inserctions che personalmente trovo molto ingenue. Ora mi e vi chiedo, è più facile scrivere in prima persona? Perchè io invece scrivo quasi sempre in terza, diffilmente parlo di me e soprattutto amo mantenere una certa distanza tra me, la mia vita e quello che scrivo. Perchè fondamentalmente io scrivo per evadere dalla mia vita, non per inciamparci in continuazione. Sarà per questo che i miei generi sono piuttosto "lontani" (in senso spaziale e temporale) da quello che può essere la vita di tutti i giorni (e anche dal pianeta terra se per questo). Voi che ne pensate? Scrivete per scappare o per sublimare?
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Post: 354
Utente Senior
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05/11/2008 23:10
 
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Topic interessante! Dunque, io per i primi tempi in cui mi sono dedicata alla scrittura, ho sempre narrato in terza persona. E' vero, così facendo ti sembra di ritrovarti un pò più "distante" dalla storia, o almeno è la sensazione che ho avuto io quando per la prima volta ho scritto qualcosa in prima persona. E' tutto totalmente diverso, ed è molto, molto difficile riuscire ad immedesimarsi completamente in un altro personaggio, senza involontariamente metterci anche un pò della tua personalità. Io ci metto tutta me stessa per cercare di non cadere vittima di questa specie di tranello, eppure finisce sempre che i pensieri del mio protagonista assomiglino un pò troppo ai miei ^_^ ma quando scrivo lo faccio SOPRATTUTTO per sfuggire alla vita quotidiana, quindi cerco di non creare situazioni che siano ricollegabili in qualche modo alla mia vita.
Post: 611
Utente Senior
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06/11/2008 02:13
 
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Mhm... Io ho cominciato scrivendo in terza persona... solo una delle mie fanfic iniziali è in prima perzona... anche in seguito ho sempre prediletto la terza persona perché permette di aver più libertà e analizzare più aspetti, mentre nella prima sei vincolata troppo al personaggio narrante (comunque, dovrei aver anche alcune storie in prima persona, da qualche parte XD). Ultimamente, invece, sto apprezzando infinitamente la seconda persona, che però trovo più sadica/ironica. O per lo meno, quando mi ritrovo a scrivere in seconda persona divento sempre più ironica e sadica di quanto non sia già di mio. XD
Non so se sia più facile scrivere in prima, all'inizio, per me invece è quasi più difficile (mi ritrovo in corso d'opera a passare senza accorgermene dalla prima alla terza! XD Ed è quanto meno noioso corregger tutto, soprattutto perché qualcosa sfugge sempre! -.-), però è vero che spesso le storie scritte in questo modo sembrano più "infantili/ingenue" (senza offesa per nessuno, se no offenderei anche me stessa! XD).

Per l'autobiografismo, a me è capitato di scrivere sia cose che avevo provato in prima persona sia cose che sono di quanto più lontano si possa immaginare. Se nel secondo caso è solo (o per lo più) "esigenza di trama", nel primo spesso è un modo per "liberarsi" da quella cosa. O per condividerla. Esorcizzarla, forse... non so spiegarmi bene, però dopo aver trasformato quelle cose in fanfic mi sono sentita meglio. ^^

All'ultimo punto, credo dipenda solo dalla bravura dell'autore. Finché resta "umano" e credibile, uno può anche mettere tutto sé stesso in un unico personaggio e sono abbastanza sicura che, se non lo dice l'autore stesso, non sia tanto facile da capire (almeno da non conoscere bene l'autore XD).
Personalmente, tendo sempre a dare qualcosa di me ai miei personaggi originali (fosse anche unicamente il pallino per fare fotografie! XD) e a volte anche a quelli che 'prendo in prestito', se ciò non interferisce con il suo "io" originale. O meglio... mhm... diciamo che, forse, capita che, inconsciamente, approfondisca di più quegli aspetti del determinato personaggio che sono più vicini al mio carattere, mentre per gli altri lati ci devo ragionare di più, perché non mi vengono così 'automatici'.
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Post: 1.838
Utente Veteran
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06/11/2008 02:35
 
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Io ho un blocco nei riguardi della prima persona o_o non riesco a usarla, mi sembra sempre di non rendere i personaggi adeguatamente, mi rende le cose più difficili e mi fa venire l'ansia :o Rarissime volte ho provato a sperimentarla, sempre per cose che non ho mai pubblicato o che sto ancora progettando. Vedremo se in futuro mi sbloccherò :P

Perchè io invece scrivo quasi sempre in terza, diffilmente parlo di me e soprattutto amo mantenere una certa distanza tra me, la mia vita e quello che scrivo.

Quoto totalmente.

[Modificato da |Fae 06/11/2008 02:35]

Post: 659
Utente Senior
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06/11/2008 08:25
 
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Di solito nei romanzi e nei racconti con più personaggi uso la terza persona. La prima persona a volte la uso in racconti brevi più introspettivi, dove rispetto alla trama sono in risalto i sentimenti del protagonista.
Post: 2.378
Utente Veteran
Moderatore Temporaneo
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06/11/2008 10:54
 
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La prima fanfiction che ho scritto, l'ho scritta in prima persona. E' un modo di scrivere che mi piace molto, lo trovo immediato e facile da usare, tant'è vero che ci sono ritornata in un'altra occasione. Nel mio caso, la self-insertion è assai relativa, perché francamente non saprei che cosa farmene di una protagonista come me - non trovo nessuna difficoltà ad immedesimarmi completamente nel personaggio e a tenerlo al tempo stesso ben distinto dalla mia persona. Costruisco il mio personaggio nei minimi dettagli, perciò so quello che direbbe o penserebbe, e non necessariamente coincide con quello che direi o penserei io. Naturalmente usando la prima persona - ma anche usando sempre il punto di vista di un personaggio dall'inizio alla fine, sebbene si scriva in terza persona - si ha meno distanza e fatalmente si finisce con l'offrire buona parte della propria mentalità, questo è vero. Nella storia a capitoli che dicevo all'inizio, usare la prima persona mi ha dato un vantaggio pratico. Io uso un modo di narrare molto cinematografico, nel senso che procedo di scena in scena, come se stessi dirigendo gli attori attraverso una serie di set. Essere dentro le scarpe di uno di costoro, mi consente di risparmiare tempo e di avere un punto di vista predefinito, fisso, che non cambia mai, perciò non mi devo nemmeno curare di gestirne i cambiamenti, che è sempre un punto delicato.
Sto usando altri moduli, adesso. Saltello da uno dei personaggi all'altro. Uso il punto di vista un protagonista per tutta la storia e poi quello di un altro personaggio per l'ultima parte. Alterno il punto di vista dei due protagonisti. Mi piace sperimentare.
Ma la prima persona resta il mio modo narrativo preferito, soprattutto per la commedia.
Post: 425
Utente Senior
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06/11/2008 11:33
 
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Io trovo più difficile scrivere in prima persona, non so perchè. Ma questo non toglie che mi possa sentire in grandissima empatia con i personaggi che creo (ci sono dei casi in cui ho sofferto proprio fisicamente per loro). La seconda persona invece la trovo scomodissima! Credo anche che ovviamente riverso molto di me nei miei personaggi, ma scrivendo generi come fantasy e fantascienza di autobiografia per forza di cose ne entra poca, cioè le mie disavventure lavorative per esempio difficilmente saranno descritte in un mio racconto. Al contrario un mio personaggio può benissimo provare l'impressione di essere impantanato in una situazione senza via d'uscita.
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Post: 337
Utente Senior
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06/11/2008 11:39
 
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Anche io uso in particolare la prima persona per le commedie e ancor più le fic demenziali. Questo perchè la prima persona "avvicina" di più e quindi rende maggiormente l'effetto. Sinceramente però non ho un vero e proprio schema fisso. Cambio abbastanza: prima, terza, seconda, punto di vista interno o esterno e via dicendo. Ogni tipo di storia ha un tipo di narrazione più adatto.
Non mi pare di risultare più autobiografica in un caso che nell'altro, anzi al limite a me la prima persona fa l'effetto contrario: dovendo cercare di rendere direttamente i pensieri di qualcun altro tento di annullare la mia "voce" il più possibile, quando magari in terza non ci bado nemmeno.
La prima fic che ho pubblicato era in terza persona, poi un paio in prima. Non erano le prime che scrivevo però e tutte le precedenti erano rigorosamente in terza. E' il modo che mi sembra più semplice, permette un maggiore controllo. Quanto all'essere autobiografici, temo sia insito nello scrivere. Anche quando parliamo di qualcuno totalmente diverso da noi è attraverso la nostra ottica che cerchiamo di ricostruire i suoi meccanismi mentali ed emotivi e questo chiaramente vi lascia un'impronta.
Fine dello sproloquio.

Hasta pronto.
suni
[Modificato da su_ni 06/11/2008 11:40]
Post: 1.151
Utente Veteran
Piccola Iena
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06/11/2008 17:32
 
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Io *amo* la terza persona. E' una scoperta recente però: prima la usavo e basta, in maniera spontanea. Ora ho capito che meno si vede la mano dell'autore e più il racconto risulta realistico e credibile; in terza persona mi trovo meglio da questo punto di vista.
Però ogni tanto è bello inserire dei paragrafi in prima persona. L'ho fatto in alcune mie storie e l'ho letto in tante altre... come una pagina del diario del protagonista finita per caso nel libro. Se si riesce a non slegarla dal contesto è un buon modo per aggirare il problema dell'introspezione.

Per il resto, tutti i miei personaggi hanno qualcosa di me. Credo sia inevitabile.
Paradossalmente però quelli di cui mi innamoro sono quelli che proprio con me non c'entrano una mazza. Forse perchè scriverne è più avvincente, sono territori sconosciuti e sfide nuove.
Non amo troppo le self-insertion, forse perchè credo che al lettore freghi molto poco delle pippe mentali che mi faccio sul tal personaggio e l'ammore che potrebbe unirmi a lui, quindi evito di scriverne (ma ne immagino tante... ah, se le immagino!).



Post: 869
Utente Senior
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06/11/2008 19:02
 
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Io non ho preferenze, cerco di adattare la mia scelta tra prima e terza persona a seconda di quello che scrivo. Come ha già detto qualcuno, se si tratta di una storia di ampio respiro, con tanti eventi e tanti personaggi, prediligo la terza persona, se è un racconto breve, dipende... da tante cose... dal genere, da ciò che voglio trasmettere, dal livello di intimismo che desidero infondere.
I miei rapporti con le mie storie... non so dire se metto tanto di me stessa, sono sincera... nel caso delle fanfic, essendo fanatica dell'IC, per me è importante rendere al meglio il personaggio di cui tratto, anche se non nego di essere convinta che ciascuno di noi, nell'interpretare una storia, fermo restando il non oltrepassare i confini della storia stessa, ci mette almeno un poco di sé, di un personaggio o di una situazione potrei cogliere sfumature differenti rispetto ad un altro osservatore.
Per le original la questione è ovviamente un po' diversa, forse spesso creo personaggi che vorrei incontrare o conoscere, idealizzo molto, può essere che in parte infonda un po' i miei desideri ed i miei sogni nelle mie storie.
La distanza non riesco a mantenerla, lo ammetto, quando creo io sono fusa con la mia creazione che ritengo parte di me, la vivo, la sento dentro, le mie storie sono un po' come miei figli, mie creature e come tali le amo, sono un po' folle in questo^^
Post: 1.047
Utente Veteran
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06/11/2008 19:41
 
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Io ho scritto racconti sia in prima che in terza persona. E' una scelta stilistica, i miei personaggi sono troppo diversi da me perchè possa immedesimarmi molto.
La prima persona mi va bene per storie brevi con un solo protagonista, che possono essere introspettive o anche semplicemente comiche: la prospettiva soggettiva giustifica i cambi di umore, dal brillante al tragico, e rende sentiti anche punti di vista oggettivamente non condividibili. Inoltre è spontanea e facile da usare.
La terza persona, invece, va meglio per raccontare una storia con più personaggi che possono anche apparire in scena indipendentemente l'uno dall'altro. E' più impegnativa, richiede uno stile più costante e descrittivo ed è più limitata nel trasmettere le emozioni dei personaggi quando la situazione oggettiva non le giustifica.
Post: 1.706
Utente Veteran
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06/11/2008 20:30
 
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Quello che dice il gentil signore qui sopra. :) Ben evidenziata la possibilità di sviscerare punti di vista opinabili.

Anch'io comunque ho iniziato scrivendo in prima persona, ora che ci penso.

Riguardo agli altri punti del topic, spezzo una mezza lancia a favore delle self insertion: saranno anche porcate nel 98% dei casi, ma il concetto in sé non è necessariamente da buttare. Possono essere funzionali, in certi, limitati casi. Penso che il distinguo stia nella finalità: se sto inserendo me (o un essere passato/futuro/alternativo in cui mi proietto) per raggiungere un determinato scopo, ben venga. Dal punto di vista del lettore, sarà un OC con una caratterizzazione chiara e coerente (si spera che l'autore abbia chiaro almeno se stesso, se non già i personaggi con cui lavora XD). Lo scopo può essere dei più vari... da punto di vista esterno e neutrale a passante di buon cuore del capitolo ventiquattro, passando per quei rari fandom in cui il protagonista sei proprio tu, con nome cognome e codice fiscale - o un generico "tu" di duecento anni fa che passava per un deserto in America/spirito guida del protagonista all'oscuro delle sue macchinazioni/dio percussionista di un popolo guerriero (un biscotto a chi coglie le ultime due XD)... e lì alla self-insertion non si scampa. Rendersi interessanti per il lettore di passaggio può anzi essere una piccola sfida.
Se si tratta solo di scriversi avvinghiati all'ammmore di turno, ben venga per lo scrittore, ma al lettore poco cala, come dice giustamente Valpur XD
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Post: 2.378
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Moderatore Temporaneo
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06/11/2008 21:19
 
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Non ho capito una cippa degli dei percussionisti e compagnia bella, Crimson, ma credo di aver colto il punto... Il tuo discorso mi ha fatto venire in mente che anche Hitchcock amava comparire nei suoi film come comparsa. Lo faceva sempre. Ci sono autori che narrano in prima persona una storia in cui l'io narrante ha una parte abbastanza marginale - mi viene in mente Fitgerald col Grande Gatsby. Questo è un uso molto interessante e pertinente della prima persona e del self-insertion. Un altro esempio è quello di Lemony Snickett con la sua Serie di sfortunati eventi, in cui il narratore entra lentamente in scena, romanzo dopo romanzo. Insomma, condivido l'idea che di per sé né la prima persona né la self insertion siano una cosa sbagliata. Che poi vengano usati per scaraventare il povero lettore in un turbinio di scemenze, questo è un altro conto. Resterebbero scemenze anche se raccontate in terza persona e sotto mentite spoglie!
Post: 1.151
Utente Veteran
Piccola Iena
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06/11/2008 23:20
 
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Ah, una precisazione: per "self insertion"non distinguo tra prima e terza persona: in tante storie è palese la proiezione di chi scrive (cosa naturale, ma nel caso che intendo io è portata all'estremo)nel/nella protagonista. Lecitissimo, eh, però proprio non mi aggrada come genere, specialmente perchè spesso questa trasposizione viene migliorata all'inverosimile. Ma sto generalizzando, credo^^



Post: 1.706
Utente Veteran
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07/11/2008 02:08
 
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Esatto, Reader! Erano esempi a casaccio di situazioni-limite della self insertion, interessantissimi anche i tuoi riguardanti la prima persona!
Il dio tambureggiatore è il loro e, fin dove sono arrvata io, è proprio il giocatore che li guida da fuori dalla console: non se ne scampa. L'altro esempio era questo signore qui che viene guidato anche lui dal giocatore stesso e questa identità-ma-non-troppo fra l'ometto e la sua guida viene usata in modo estremamente intelligente dalla trama. Scrivere degli uni o dell'altro implicherebbe necessariamente l'apparizione di questa creatura mistica che è la self insertion...

Tornando alle fanfiction, ho esempi personali riguardanti entrambi: scrivendo su ICO, mi serviva mostrare i due protagonisti cresciuti da un punto di vista del tutto ignaro ed esterno, tanto ignaro e tanto esterno che anche gestirlo con una terza persona limitata sarebbe sembrato forzatissimo (del tipo che il lettore si sarebbe detto "ma chi vuoi prendere in giro? Dai che lo sappiamo entrambi che in realtà le cose stanno cosà, smettila subito"). Sarebbe stata una terza persona onnignorante, uno scandalo. E che dovevo fare? Mi sono inventata un OC funzionale che li mettesse in luce come serviva a me e che narra il tutto in prima persona. Mi sembra che funzioni.
Con Myst invece mi trovo ad autoinserirmi per i motivi di cui sopra... se il protagonista sono io, e oggi mi gira di scrivere qualcosa che necessiti del protagonista (una dichiarazione d'amore verso il setting principale, per fare un esempio recente ç_ç), che devo fa', inventarmi una personalità da zero così per fare? Uso la mia e finita lì... senza dilungarmi in dettagli personali, perché non è quello che interessa al lettore, ma cose come le relazioni con gli altri personaggi e l'approccio agli enigmi sono quelli che provai io in partita, paro paro. Che alternative ho? In due occasioni ho provato a lasciare 'bianca' la caratterizzazione di un cosiddetto protagonista muto (link, Crono, Master Chief...), ma garantisco che è un casino immane e soprattutto funziona solo per certi tipi di racconto. Se il signore avesse dovuto appena appena interagire (le gasp! XD) con qualcuno, garantito che sarebbe dovuto venir fuori qualcosa e probabilmente sarebbe stato qualcosa di me.
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Post: 659
Utente Senior
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07/11/2008 08:09
 
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Re:
crimsontriforce, 07/11/2008 2.08:


Il dio tambureggiatore è il loro e, fin dove sono arrvata io, è proprio il giocatore che li guida da fuori dalla console: non se ne scampa.



Piccolo OT, non me ne vogliate...
Una fanfic sui patapon VOGLIO leggerla XD


Post: 425
Utente Senior
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07/11/2008 11:29
 
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Io non ho niente contro la prima persona, nel caso sia funzionale al racconto, sia chiaro. Anche io l'ho usata a volte con buoni risultati. La mia riflessione scaturiva anche dal fatto che in varie occasioni gente che non aveva mai scritto niente, sapendo che io scrivo, mi racconta che hanno cominciato a scrivere pure loro. E immancabilmente si tratta o di autobiografie o di racconti che hanno molto dell'autobiografia o parecchia self inserction. Probabilmente qui siamo tutti abbastanza scafati e siamo in grado di gestire le cose, Però so per certo che a me da quando ho cominciato a scrivere (avevo 9 anni circa) è sempre venuta più naturale la terza persona.
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Post: 2.378
Utente Veteran
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07/11/2008 12:18
 
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Io sono d'accordissimo sul fatto che gli scrittori in erba, specie se molto giovani, tendono a scrivere cose autobiografiche in modo imbarazzante. O meglio, più ancora che autobiografiche - perché non ci sarebbe niente di male - tendono a mettere in scena versioni idealizzate di se stessi, personaggi che si vestono come loro, ascoltano la musica che ascoltano loro, frequentano scuole che sono fotocopie della loro... e ai quali però capitano le cose straordinarie che, abbastanza ingenuamente, vorrebbero capitassero a loro. A seconda del mio umore in quel momento, simili letture mi indispettiscono o mi fanno sorridere.
Più che di self insertion, però, in questo caso parlerei di proiezione.
E non mi sembra che ci sia necessariamente correlazione con l'uso della prima persona, anzi. Di solito sono gli autori un po' più scafati a scegliere la prima persona per "ingannare" i lettori fingendo di essere chi non sono. Nel primo caso, quello dei principianti ingenuamente egocentrici, il personaggio in realtà non esiste, è solo una versione riveduta e corretta di chi scrive, nel secondo chi dice di scrivere, al contrario, è un personaggio di fantasia, che ha abbastanza poco a che fare con il vero autore.
Post: 815
Utente Senior
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07/11/2008 19:41
 
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Io faccio molta fatica ad usare la prima persona, e generalmente aborro self-inserection e autobiografismo: non scrivo per raccontare la mia vita e onestamente, a meno che qualcuno non abbia parlato con gli alieni/scoperto le rovine di un'antichissima civiltà/viaggiato nel tempo, non mi interessano le vite degli altri.
Tendo a considerare le storie come un frutto della fantasia, e non sopporto le autobiografie-fotocopia, tutte uguali (sto generalizzando, so che non sono tutte così).
Passando alla prima persona.
Io non sono capace di usarla e non mi piace molto neppure quando leggo (al punto che tendo a evitare libri scritti in prima persona), per svariate ragioni, e la prima è questa: io amo descrivere i personaggi. Ebbene, se scrivo in prima persona questo mi riesce difficile, forzato e innaturale. Inoltre la terza persona mi permette di "spostare la focalizzazione" da un personaggio all'altro oppure dare delle anticipazioni, cosa che non è possibile se il personaggio principale narra in prima persona, a meno che non sia una divinità.
Inoltre, come ha detto qualcuno qualche post più su, per me è necessario tenere separata la mia vita dalle mie storie, e se scrivo in prima persona questo mi viene difficile.
Post: 495
Utente Senior
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10/11/2008 11:22
 
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Bella questione. Direi che scrivere in prima persona, nel senso di raccontare sè stessi, è probabilmente più facile; scrivere in terza persona un po' più difficile; ma la cosa più difficile è sicuramente scrivere in prima persona immedesimandosi in un personaggio completamente diverso da noi, psicologicamente o addirittura fisicamente (cosa pensereste se foste un cane? O un angelo? O un divano?). Certo la scrittura in prima persona garantisce maggiore flessibilità nel raccontare le emozioni, che se descritte in terza persona suonano un po' banali. In questo caso, la bravura dello scrivere in terza persona sta nel riuscire a rendere le emozioni dei personaggi descrivendo i loro comportamenti, senza perdersi in tirate del tipo "lui era attratto da lei, ma non era sicuro di amarla; però..." XD. Quindi non penso ci sia una cosa più facile e una più difficile. Probabilmente però ci sono persone più portate per l'una o per l'altra cosa.
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Speranza e morte.
Violenza e amore...
...queste sono le mie storie

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Il mio nome giapponese è:石丸 Ishimaru (round stone) 紫呉 Shigure (giving violet).

Voglio passare ad un livello successivo,
voglio dare vita a ciò che scrivo,
sono paranoico ed ossessivo
fino all'abiura di me!
Caparezza, "Abiura di me"



35 litri di acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, 1 chilo e mezzo di calce, 800 grammi di fosforo, 250 grammi di sale, 100 grammi di salnitro, 80 grammi di zolfo, 7,5 grammi di fluoro, 5 grammi di ferro, 3 grammi di silicio, più altri 15 elementi in minima quantità.
Sono gli elementi che si è calcolato compongano un essere umano adulto. La scienza attuale è in grado di dirci tutto questo, eppure non si è mai sentito che qualcuno al mondo sia riuscito a portare a termine con successo una trasmutazione umana. C'è un "qualcosa" che manca, ma che cosa?
...
Tra l'altro, questi "ingredienti" se li potrebbe comprare anche un bambino al mercato con i soldi della paghetta. Gli uomini sono davvero roba da poco, eh?

Edward Elric

I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert& Near them, on the sand,
Half sunk, a shattered visage lies, whose frown,

And wrinkled lip, and sneer of cold command,
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamped on these lifeless things,
The hand that mocked them, and the heart that fed;

And on the pedestal these words appear:
y name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!

Nothing beside remains. Round the decay
Of the colossal wreck, boundless and bare
The lone and level sands strech far away.

Percy Bisshe Shelley

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