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Ucciso dai poliziotti ? La madre accusa, il Questore nega, il Sindaco...

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2006 23:04
08/04/2006 12:13
 
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18ENNE MORTO DAVANTI AGENTI, DEPOSITATA NUOVA CONSULENZA
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ZCZC0614/SXB YBO21282 R CRO S0B S41 QBXJ 18ENNE MORTO DAVANTI AGENTI, DEPOSITATA NUOVA CONSULENZA (ANSA) - FERRARA, 7 APR - La consulenza supplementare richiesta dalla procura sul caso di Federico Aldrovandi, il giovane 18enne morto il 25 settembre davanti agli agenti in circostanze ancora da chiarire, e' stata depositata. Sui risultati non ci sono state informazioni ufficiali, ne' da parte della procura stessa, blindatissima, ne' dai medici-legali interessati. Il procuratore capo Severino Messina e' stato lapidario: ''Confermo che la consulenza e' stata depositata questa mattina'', ha detto lasciando la procura. Il professor Francesco Maria Avato, incaricato di questa consulenza supplementare, si e' invece limitato a rispondere ad una serie lunghissima di domande dei cronisti con continui ''No comment''. Nessuno degli inquirenti interpellati ha voluto confermare o smentire le indiscrezioni trapelate che indicano come i risultati della consulenza smentirebbe di fatto le tesi proposte dai consulenti della famiglia Aldrovandi che ipotizzano come causa della morte del ragazzo una 'asfissia posturale' causata dall' ammanettamento con le mani dietro la schiena, che assieme alla concausa di una situazione di stress dovuto alla colluttazione violenta con gli agenti avrebbe causato l'insufficienza respiratoria e poi la morte. Avato era accompagnato dai medici-legali Stefano Malaguti ed Eleonora Lumare, che avevano compiuto la consulenza tecnica della procura che ha indicato come causa della morte una asfissia dovuta alla concausa dell'assunzione di droghe e alcool. La consulenza Avato era stata voluta, dunque dalla procura, per una ulteriore valutazione tra una asfissia ''non colpevole'', indicata dai tecnici della procura, e quella ''colpevole'' dei tecnici della famiglia. ''Non abbiamo nessun pregiudizio - aveva sottolineato tre settimane fa il pm Messina, ordinando la consulenza - e intendiamo verificare e valutare fino in fondo tutte le risultanze delle consulenze anche e soprattutto quelle presentate dai tecnici della famiglia. Per questo motivo abbiamo chiesto un supplemento 'a chiarimento' come indica la procedura, ai nostri consulenti e abbiamo incaricato il direttore dell'istituto di medicina-legale di Ferrara, affinche' valuti anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due consulenze''. Oggi i quattro agenti di polizia indagati (tre uomini e una donna) non si sono presentati, in procura, agli interrogatori fissati davanti ai due pm che conducono il caso, Nicola Proto e Severino Messina. Pur convocati, per la prima volta con un atto giudiziario formale - l'avviso di garanzia notificato nei giorni scorsi - i quattro agenti hanno inviato nei gironi scorsi una lettera in cui spiegavano le proprie ragioni: ''Ci siamo gia' avvalsi della facolta' di non rispondere, ed abbiamo spiegato i motivi, che ci inducono a non rendere dichiarazioni, in una lettera inviata al procuratore capo'', ha detto uno dei difensori, l'avvocato Gabriele Bordoni, sottolineando che i quattro agenti avevano gia' spiegato nel dettaglio il loro comportamento nelle relazioni di servizio gia' da tempo agli atti. Gli interrogatori, da quanto si e' appreso, dovevano puntare proprio a chiarire diversi dettagli del comportamento di quella mattina, e soprattutto verificare come era venuto l'ammanettamento del giovane e se vi fossero stati atti violenti nei suoi confronti, come invece, indica la tesi della famiglia. ''Non riusciamo nemmeno ad intuire i motivi che hanno spinto ad ipotizzare il reato di omicidio preterintenzionale - ha sottolineato Bordoni, che che assiste i quattro assieme ai colleghi Giovanni Trombini di Bologna e Francesco Zarbo di Rovigo -, e al momento, allo stato degli atti, senza il deposito di nessuna carta, questa imputazione ci lascia perplessi perche' porta ad una distorsione della realta': ci rimettiamo, dunque alle relazioni di servizio dei quattro agenti gia' agli atti dell'indagine. Confermiamo che la nostra posizione punta alla massima trasparenza in questa indagine, ma ribadiamo che l'ipotesi contestata e' del tutto incomprensibile''. La posizione del pool legale della famiglia Aldrovandi (avvocati Fabio Anselmo e Riccardo Venturi di Ferrara e Alessandro Gamberini di Bologna) sulla consulenza Avato era gia' chiara: i legali avevano criticato in modo tranciante la decisione della procura della consulenza Avato, perche' di fronte alle due tesi contrapposte (le due asfissie), avevano eccepito i legali, era piu' opportuno chiedere un incidente probatorio, una perizia superpartes in cui il gip sarebbe diventato il nuovo 'arbitro'. Sara' ora la procura a valutare questa possibilita', che potrebbe riaprire l'inchiesta. (ANSA). CST 07-APR-06 21:36 NNN



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