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Agur, Primo del suo nome

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2018 11:36
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Giudice*****
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03/08/2017 10:40
 
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Spin-off de "Il Tredicesimo Re"





Trama


Sette capitoli dedicati al Primo Re della Casa di Venasta.
Agur è il più grande cacciatore tra i Figli di Cahar. Giovane avvenente, erede del regno: gloria, donne e ballate tra le assi della taverna sono il suo pane quotidiano. Alla vigilia del suo ventitreesimo compleanno, egli decide di partire verso le Pietre di Shaev, alla caccia del leggendario Caimhal. E quando si renderà conto che l'ira del Dio Agabar è stata scagliata come una maledizione su di lui, tutto ciò che rimarrà di Venasta sarà il suo sangue e la sua sete di riscatto.


Estratto dal capitolo:

“Sopravvissuto” lo incalzò la voce di Der.
Agur ruotò su se stesso con un balzo teatrale e salutò calorosamente l’arrivo degli amici. Quelli sghignazzarono. “Attento, in quelle sottane potresti perderti per sempre.”
“Bah” lanciò uno sguardo alle sue spalle e non le vide più. Gettò la spiga per terra e afferrò i gemelli, gettandoli le braccia al collo. “Ragazzi, ho trovato cosa ci serve.”
“Un bagno?” Risero. “Tua madre, la nostra signora, ci ha ordinato di riportarti all’ovile. Ti attendono i tuoi doveri…reali” si piegarono in un buffo inchino derisorio.
Agur tentò di afferrarli, ma la sua mano si chiuse sull’aria. “Quello che ci serve” continuò, con il suo tono istrionico, “è una caccia che farà la storia ed entrerà nella leggenda.”
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Giudice*****
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17/12/2017 13:17
 
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ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Non riesci a dormire?» Jhann sbucò da dietro il tronco dell’acero rosso e si appoggiò con una spalla contro di esso, le braccia incrociate al petto e le mani sotto le ascelle per tenerle al caldo.
«Qualcuno deve montare la guardia» rispose in un borbottio sommesso.
«Per quello hai dei sudditi. Istituisci dei turni di guardia.»
Agur chiuse gli occhi e resistette alla tentazione di massaggiarsi le tempie. «Devono riposare…»
«Anche tu. Un re stanco non è utile a un popolo demoralizzato. Se tu vacilli, loro saranno perduti, senza più alcuna guida a cui aggrapparsi.» Si acquattò al suo fianco, reggendosi in equilibrio sulle punte dei piedi. «Non devi cercare la loro pietà o benevolenza, ma la loro fedeltà e la loro ubbidienza. Il resto verrà da sé.»
«Non sono re» si lasciò sfuggire dalle labbra.
La risposta di Jhann fu sorprendentemente dura. «Allora sei uno stolto. E scemo io che ti ho seguito. Di un principe non sanno che farsene, Agur.» Chiamarlo per nome fu la dimostrazione di quanto sfiduciato fosse anch’egli e di quanto poca stima gli rimanesse nei suoi confronti.
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Giudice*****
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23/05/2018 22:29
 
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ESTRATTO DAL CAPITOLO:

Uomini e donne si erano armati di spade e fiaccole, tra quella marea di appiedati cavalcavano cavalieri in assetto da battaglia, con le picche alzate e gli spadoni che brillavano alle luci del fuoco. Un alito di vento spianò gli stendardi di Valissa e Cabiorn.
Rineg saltò sul basso parapetto e fiutò l’aria. «Vengono per le nostre teste, alla fine.»
Agur sgranò gli occhi e valutò la situazione. C’erano i buoi che trainavano lunghi carri – lì tenevano gli sputafuoco e altre diavolerie incendiarie tipiche della città di Valissa – e piccole viverne corazzate – a Cabiorn c’erano allevatori di quelle bestie. Il declivio s’illuminò a giorno e si mischiò alle fiaccole che delimitavano l’ansa dell’Hiv. A occhio e croce Agur poté stimare che le due città si erano completamente svuotate e riversate nei boschi intorno a Vitahj, portando con sé persino i vecchi e i bambini, e capì che era la mossa di un folle a guidarli.
«Rineg, raduna tutti i Portatori.» La voce dell’Alto Cavaliere era servizievole.
La veste di Rineg frusciò via in uno svolazzo blu. Agur si avvicinò all’Alto Cavaliere. «Non vorrete attaccarli? Parlerò io alla gente.»
«Non farlo, principe» lo mise in guardia, le rughe tra gli occhi sempre più marcate, «quello è un fuoco che vuole divorarci. E un fuoco non sa distinguere tra la sua preda e le vittime che incontra sul suo cammino.»
«Quelli sono i miei sudditi» lo minacciò con lo sguardo.
«Anche noi lo siamo» gli ricordò con una pacatezza disarmante.
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Giudice*****
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01/08/2018 11:36
 
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E con questa settima parte, questa piccola avventura si conclude!




ESTRATTO DEL CAPITOLO:

Poche ore dopo, Agur si ritrovò di nuovo dentro al palazzo, chino su un tavolo, in compagnia di Hyria e dei capi del suo esercito. Sulla mappa tracciava diversi sentieri, ognuno con diversi ostacoli. «Più breve e sicuro sarebbe seguire l’ansa del fiume fino al delta e poi, da lì, restare di fianco alla costa fino alla Via Carraia.»
«Niente è più sicuro, nessuna strada è breve» fu la risposta enigmatica dell’Alto Cavaliere mentre la stanza si svuotava: era stato già scelto chi si doveva occupare dei rifornimenti e chi di dirigere le operazioni dei battipista e degli esploratori. Fece un cenno verso la fanciulla e le concesse un rarissimo sorriso, breve ma sincero. «Hai scelto?»
«Sì, padre.»
Agur cercò di dissimulare in fretta la sua sorpresa a sentir quell’appellativo.
«Anche io.»
«Lo so» rispose laconica, ma la voce gli si spezzò in un rantolo soffocato.
L’Alto Cavaliere tornò a guardarlo mentre si prestava a diventare Re e Dio insieme. «Sei un principe senza corona, Agur di Cahar» lo disarmò con la sua profonda conoscenza, mostrando un’inibente schiettezza e una durezza nella voce che sapeva di minaccia. «La tua gioventù porta con sé molte colpe e poca saggezza. Ma non puoi fidarti di chi ne vanta più di te. Dovrai accettare di sbagliare, di essere arrogante, di rimanere solo, di sacrificare i tuoi desideri. Dovrai diventare Re, e un Re esiliato in terra straniera non verrà mai veramente accettato. La tua strada non è né breve né sicura. Poche saranno le gioie e ancor meno le virtù che lascerai in eredità. Ma verrai ricordato come grande. Aspira a quella grandezza, questa sarà la tua virtù.»
Agur sentì uno strano disagio crescere lungo la schiena, fino alla nuca. Le parole dell’Alto Cavaliere erano algide, sembravano giungere direttamente dai freddi giacigli dell’Ambal, troppo fredde per un uomo in cui la vita ancora scorreva focosa. «Mi state dicendo che non dovrò fidarmi di voi?»
«Ti sto dicendo che non sei ancora Re, sicuramente non su questa terra. E io non ti seguirò» sancì duramente. «Le Silenti hanno spezzato il loro voto di silenzio per te» lo redarguì, esprimendo tutto ciò che aveva taciuto dal suo arrivo. «Ho visto il mio popolo racimolare la grazia dei Re di Cahar per anni, seduto sul poggio più alto senza il potere di riscattare per loro la dignità che meritano. Non scordarti di questo, non permettere che la tua gente dimentichi le mie parole.»
[Modificato da Nirvana_04 01/08/2018 12:21]
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