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Recupero da ferita da arma da taglio

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2017 02:30
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Post: 411
Utente Senior
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11/02/2017 13:32
 
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Ecco.
Mi sono informata un po’ di più e qui mi sa di essere entrata nella tana del coniglio...


Il personaggio viene curato in casa, più che altro per evitare ripercussioni (compie un atto illecito e non vuole pagare ulteriori conseguenze quindi non si presenta da un dottore o in un ospedale) il personaggio che si occupa della medicazione ha delle conoscenze sulla sutura e il trattamento delle ferite, ma sicuramente non può avere tutti gli strumenti adeguati.


CURATO: di solito prima di disinfettanti vari usavano l'alcool in massicce dosi(per alcool intendo liquori dell'epoca/del luogo) sia per disinfettare la ferita sia per stordire il malcapitato se non era già stordito di suo.




Sì, anche il mio personaggio usa del distillato per il dolore e per lavare la ferita o annerire l’ago ma...


>In un periodo prima del 1800 e delle varie procedure igieniche quanto si sapeva sulle cause d’infezione?


>Il tipo che pulisce la ferita con l’alcool, può farlo anche solo a livello empirico/rituale, perchè lo ha visto fare o ha sentito dire che si guarisce più in fretta facendo così, ma senza un metodo più scientifico dietro?


>Potrebbe usare anche del sale allo stesso modo?


>Potrebbe cercare di utilizzare l’aglio (impacchi del succo sulla ferita)?
Altro problema: alcool e aglio aumentano la circolazione e fluidificazione del sangue, quindi anche se la ferita di per se è medio-grave, queste cure potrebbero aggravare in qualche modo le sue condizioni?


Rispondo subito alla domanda se può bere mentre è incosciente.
In linea teorica no. Il rischio che inali - ovvero che i liquidi prendano una strada che non dovrebbero prendere, ovvero che invece di andare giù per l'esofago vadano in trachea e quindi nei polmoni - è elevato e si correrebbe il rischio di aggravare la situazione.




La mia prima idea era quella (non so quanto realistica) di creare uno stimolo meccanico (con le dita o il manico di un cucchiaio) che appunto serva ad evitare l’inalazione senza l’uso di strumenti particolari, ma non so quanto sia fattibile... Forse è (narrativamente) meglio se le persone che gli stanno attorno riescano a svegliarlo anche solo per farlo bere, cambiare posizione e andare in bagno.


Per quanto tempo può rimanere privo di conoscenza?
Volendo per tutto il tempo che ti serve tenendo conto, però, che maggiore è il periodo di incoscienza maggiori sono i problemi che dovrai affrontare in seguito nella tua storia.
A parte il discorso dell'idratazione e dell'alimentazione devi tener presente che più a lungo rimarrà immobile e maggiore sarà la perdita di tono muscolare e quindi più
tempo gli ci vorrà per rimettersi in piedi e tornare ad essere attivo.
Oltre a questo devi tener conto anche delle lesioni da decubito che potrebbero insorgere - dovrai ipotizzare che qualcuno lo giri costantemente su di un fianco e sull'altro per cercare di evitare questo problema - ed ovviamente dei bisogni fisiologici. In parole povere il tuo povero personaggio se la farà addosso e dovrà essere pulito.



Ed infatti era anche per questo che l’idea di lasciarlo completamente incosciente per più di un determinato periodo di tempo non mi tornava: già ha perso sangue, già è ferito, fa fatica a nutrirsi, se aggiungo anche le piaghe da decubito e l’incontinenza le possibilità di infettarsi e non guarire sono infinite.

Su internet ho trovato anche queste tesine un po’ più generiche sulla vulnologia.

http://www.vulnologia.it/FORMAZIONE/PDF/2003/atti%2013%20dicembre/ULCERA%20CUTANEA%20UN%20PERCORSO%20NEL%20TEMPO.pdf

http://www.simsi.org/Simsi2012/SIMSI151112/Storia_vulnologia_2012-bonadeo.pdf



Sull'amnesia, invece, occorrerebbe sapere se il personaggio è avvezzo alle battaglie e ai traumi. Un soggetto non avvezzo potrebbe reagire con una rimozione dell'evento traumatico - fuga psicogenesi - a livello inconscio - non legato quindi al trauma - ma se non è influente per la trama sarebbe preferibile evitare.



Ok io non intendevo proprio una rimozione completa dell’episodio, il tizio ricorda di essersi fatto male o chi gli ha fatto male, piuttosto la capacità o meno di ricordare i singoli eventi con chiarezza e soprattutto il dolore provato durante la medicazione, la sutura e lo stato febbrile.
Comunque a livello di esperienze, la cosa è molto variabile da persona a persona.


Con questo, le informazioni che avete fornito sono già utilissime!


Grazie ancora!
 
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