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[fanfiction e originali] Pazzi/e/ie...d'amore

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2017 16:12
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Giudice*****
28/02/2017 21:35
 
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Primo posto
Alba cosacca
di Lun@/Celtica









Grammatica: 9.9/10

- cappuccio di pelliccia, colbacco.

Non ci sono errori grammaticali o di sintassi. Ho un solo dubbio: il colbacco è il cappello di pelliccia, ma il caftano non mi pare avere un cappuccio. Probabilmente questa "svista" è solo un errore mio dovuto a ignoranza, quindi ti chiedo di risolvermi il dubbio. Qualora abbia preso un granchio, eliminerò il centesimo di penalità.


Stile: 9.8/10

  - La guerra, la morte, il combattimento che avrebbe dovuto affrontare. Tutto divenne sfocato

  - Era lei che amava. Era per quel temperamento, quella sua aria ribelle, che l’aveva desiderata la prima volta. Quando suo fratello l’aveva colpita, spingendola a terra. Darya si era rialzata, lo aveva sfidato con uno sguardo, con una parola, e Vania era intervenuto per fermarli.

Questi sono gli unici casi in cui non sono d'accordo con la tua punteggiatura. Nella prima frase riportata, io avrei usato i puntini di sospensione per indicare che l'elenco è lungo e che scema verso il "tutto" che diviene sfocato. Per la seconda citazione: dopo che indichi il motivo per cui si è innamorato, io avrei messo i due punti, visto che prosegui narrando il momento di cui accenni nella prima frase.
Detto questo, io... ho un unico commento da fare: hai imbrogliato!
Ti ho già detto una volta che "la neve ti dona", e io non dimentico mai ciò che dico (quasi mai). Mi hai rifilato una storia dove neve, guerra, sangue e amore sono una simbiosi perfetta di idilliaca visione, dove con "idilliaca" indico l'utopica perfezione che solo tu, con il tuo talento, sai raggiungere e riportare su carta. Ma dove hai imparato?
La punteggiatura è netta e decisa: di solito un simile espediente comporta una lettura forzata, zoppicante se usata in un contesto di narrazione e descrizione. Ma tu sei andata oltre: non hai narrato con gli occhi dei protagonisti, dove la punteggiatura doveva dare fluidità e connessione tra i vari pensieri; hai raccontato con l'anima dei tuoi personaggi, e questo vuol dire che la punteggiatura era una pausa perfetta laddove il fiato di Vania si spezzava, i suoi occhi si soffermavano su Darya, le immagini di guerra e amore si frapponevano tra loro in un effetto speciale così nitido che solo una telecamera può dare sul grande schermo. Tu l'hai saputo realizzare su un foglio bianco, sparando colori così vividi da accecare gli occhi e sporcare irreparabilmente l'anima del lettore.
La cura di lessico e cultura, saputi equilibrare in un testo così breve senza farne subire il peso, sono stati una cornice perfetta che ha dato maggiore profondità a trama e sentimenti, dando un senso storico-geografico al carattere dei personaggi e alle scene che hai narrato. Accenni come "vodka a colazione", l'apprezzare su una donna il profumo di "pelo di cavallo", il senso di libertà patriottismo e fede ortodossa, il ruolo dei cosacchi e la loro duplice identità nella seconda guerra mondiale, l'evoluzione del ruolo della donna e dei diritti di un padre e dell'uomo su di lei… sono stati essenziale per determinare un contesto e un sentimento che ha invaso tutti e sei i sensi; e dico sei, perché il senso dell'empatia – non tutti ce l'hanno, ma in questo caso poco importa – è esploso, colpito a morte dalla tua storia.
Gli effetti speciali!

  - Una carezza al manto nero del suo cavallo.
Vania che la guardava come la prima volta, perso su quella pelle arrossata, sulla camicetta di cotone stretta in vita, sulla sua reazione sorpresa ai racconti di Polina.
“Tedeschi”, “invasione”, “guerra”.
[…]
“È la verità, Vania.”
Un nitrito, lo zoccolo che batteva a terra, il fiato caldo del cavallo come una nuvola di vapore attorno a lei.
Era bella, brava a montare come un uomo, fiera e indomabile.

Vania è talmente concentrato nel contemplare la sua amata, la quale a sua volta ascolta attentamente la sorella di lui, che la voce di Polina è un sussurro quasi illusorio, fin quando talmente fastidioso da irritarlo. La guerra e le sue immagini sfocano dietro al volto e ai gesti di Dashenka. In questo frangente hai accostato simultaneamente il senso della vista e dell'udito, concentrandosi su due cose differenti e creando una bellissima sovrapposizione atta a creare contrasto.
E ancora:

  - Corpi a terra, sangue, membra, immagini che gli sarebbero entrate negli occhi e nella mente, per sempre. E Darya. Il viso di Darya che galleggiava su una nuvola davanti a lui, mentre spingeva il cavallo al galoppo, mentre gli chiedeva di correre più veloce.

Un sovrapporsi di luoghi, immagini, sensazioni. E, infine, la più potente e suggestiva:

  - E poi un bacio, affrettato, ruvido, bagnato, che aveva in sé il sapore della battaglia, della libertà conquistata, della sua fede ortodossa. Un altro, un altro ancora, esplosioni che si rincorrevano nella sua mente, cannoni che eruttavano come vulcani, cosacchi che cadevano come occidentali.
Cavalli sollevati da terra, gli ultimi nitriti, respiri, richieste d’aiuto.

Hai creato un parallelismo paradossale tra guerra e amore, tra il volto della distruzione e il volto di Darya, che può acquistare senso e credibilità solo se partorito dalla mente di un cosacco, dalla mente complessa e radicale di Vania. Darya è l'emblema della libertà e dell'indomabilità del loro popolo, così come lo sono i cavalli e la vodka: potenza e coraggio, forza e ribellione. Non c'è una nota di debolezza in tutto ciò, anche mentre Vania preferisce stare con la sua donna piuttosto che con i suoi uomini, consapevole del fatto che non rinnegherà la sua natura né il suo dovere.
Il gioco di immagini è incredibile, così come metafore e allegorie. Un lavoro impeccabile!


Originalità e trama: 10/10

Riguardo all'attinenza con il bando, la tua storia rientra perfettamente in tutt'e tre le categorie, ovvero: "pazzi d'amore", "pazze d'amore" e "pazzie d'amore". Hai praticamente sviscerato il titolo del contest (wow!) e lo hai modellato a tua immagine e somiglianza. Vania è un pazzo se intende combattere con il volto della sua amata davanti agli occhi: in una guerra, una simile distrazione sarebbe fatale per sé e per i compagni, invece in lui è forza e ardimento, è la sua "croce tatuata addosso". È talmente folle di questo amore, imbevuto dell'essenza indomita di Darya da non sentire né dare peso a parole come "guerra" e "tedeschi". Dashenka è pazza d'amore a tal punto da arruolarsi a insaputa del suo uomo e combattere e (forse) morire con lui. È queste sono allo stesso tempo le loro pazzie, poiché nonostante il loro amore essi cavalcano contro i carri armati. E qui ti faccio notare un altro particolare! Hai presente quando ti ho detto che hai sovrapposto concetti e immagini? Bene: hai saputo persino sovrapporre la pazzia intesa come atto e la pazzia intesa come caratteristica psicologica. Le loro azioni sono la manifestazione del loro essere, anima e corpo che combaciano in perfetta armonia.
Non esiste, nella tua storia, una nota stonata, una forzatura o uno squilibrio tra le parti: la guerra incombe, un uomo coraggioso e impregnato di valori ha occhi e cuore solo per la sua donna, che è l'incarnazione della sua terra e del suo spirito, la sua metà perfetta; una donna che guarda con occhi mesti al suo villaggio, pronta a sacrificarsi e a ribellarsi a tutto pur di stare con il suo uomo, fino a scendere in guerra al suo fianco.
Nessun buco di trama; hai persino spiegato e mostrato il momento in cui Vania s'innamora di lei.
La trama non è per niente lineare, ma continua con questo gioco di passato e presente e futuro, in una commistione da togliere il fiato; ma non per questo c'è un incomprensione a cui io (o il lettore) può aggrapparsi per muoverti una critica. Ogni immagine, ogni azione è perfettamente inserita nel contesto spazio-tempo, dando profondità e carattere alla lettura.
Il contesto, poi, è uno sfondo a tre dimensioni, dove i cinque sensi divorano ogni cosa e il sesto pende dalla tua penna. Nonostante gli accenni siano inseriti in modo magistrale tra le meditazioni del protagonista e il suo ammirare la donna che ama, la Russia e le sue steppe si sono materializzate nella pagina, una presenza forte che non poteva essere ignorata.
Hai reso la trama uno stile di scrittura: assurdo!


Titolo e impaginazione: 5/5

Per quanto riguarda l'impaginazione, non ho nulla da dire: il testo è giustificato e il font perfettamente leggibile. La lettura procede agevolata dalla composizione della pagina.
Il titolo è un discorso più lungo e complesso, che inizia con me a bocca aperta e finisce con me che continuo a ripetere, come idiota: bravissima!
L'alba segna l'inizio del giorno, di una nuova epoca, di un'evoluzione in un rapporto, di un punto di partenza. L'alba del titolo è un richiamo non solo al momento in cui i due amanti scendono insieme in battaglia sotto i raggi rossi della libertà e del sangue, ma è anche un rimando al fiorire e alla nuova scoperta del loro amore: è simbolo di unione e di scelte, di nuovi cammini. Questo concetto è ulteriormente ampliato dall'aggettivo "cosacca", che prende connotati tipici del loro popolo e della loro terra: l'alba è la ritrovata libertà, è il simbolo della lotta e della vittoria, di uno scatto indomito verso i carri armati.
L'alba cosacca segna il passaggio tra la pace, l'attesa, il tenere al sicuro un amore e contemplarlo con gli occhi di Vania, e lo scontro contro i tedeschi, dove la forza indomita dei due amanti esplode al pari dei cannoni. È anche ciò che esalta il passaggio tra l'oscurità che aleggia intorno a Dashenka – il suo non voler dire dove era stata a cavallo, la sua tristezza nel guardare un'ultima volta il suo villaggio, il suo continuare a sviare i pensieri del compagno, i suoi sottintesi – con la chiarificazione delle sue scelte, il suo voler vivere e morire affianco di Vania, la sua selvaggia anima che non si nasconde più dietro ai modi da "occidentale civettuola" ma che viene sbattuta in faccia a Vania e lettori – i capelli rasati, i vestiti da uomo e l'urlo selvaggio con cui carica verso il nemico. Qualsiasi sia la loro fine, quello è un nuovo giorno, e ha il colore rossastro dell'alba.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Non so se c'è ancora qualcosa da dire in questo punto, poiché i tuoi personaggi sono l'idealizzazione della terra in cui mi hai catapultato nel tuo racconto: entrambi incarnano lo spirito dei cosacchi, sono i "mustang" della loro terra.
Vania è l'uomo che ama la sua terra:

  - Quando un cosacco è a cavallo solo Dio è più grande di lui. [1]
Quel pensiero lo riempiva d’orgoglio. E non riusciva a idealizzarlo meglio che non posando gli occhi su Darya. Fiera, libera, indomabile… una cosacca perfetta; proprio come lui.

Egli è un cosacco: combatte con l'arroganza e la violenza del suo popolo, la libertà e la vodka gli scorrono nel sangue. Ha valori profondi che, però, non usa a discapito degli altri – per quanto uomo, non avrebbe mai colpito Polina con la nagaika, e non solo perché è il Consiglio degli Anziani cosacchi a decidere chi punire con la frustra. Il suo essere cosacco lo spinge ad apprezzare soprattutto in una donna l'essenza del suo popolo (voglio far notare che persino questo parallelismo tra la donna e l'entità spirituale dei cosacchi ha un forte contesto storico e acquista maggiore significato in un periodo come la seconda guerra mondiale). Evocativo il fatto che egli incarni il suo spirito indomito la sua spada e la sua croce in Darya. Amare lei vuol dire amare la patria, e non porta vergogna se è con lei e non con un bicchiere di vodka e il suo reparto che passerà la vigilia della battaglia.
Mentre Darya è donna e cosacca, e le due cose sono come due fili che si uniscono e si separano, sovrapponendosi e distinguendosi, ma mai si muovono in direzioni opposte. Darya ama Vania, e il fatto che di lei non venga dato un significato altrettanto radicato nello spirito cosacco, esalta il suo amare come donna, a dispetto del fatto che sia ribelle, forte e libera, senza padrone. Ella si sacrifica prima di tutto per Vania, è in lui che trova la forza di abbandonare il suo villaggio e di sopperire alle leggi della Russia. Suggestivo che, una volta detto addio alla sua vita voltandosi verso l'amato, non vi sia rimpianto o tentennamento nei suoi occhi: vuol dire che è fiera della sua scelta e non si guarda indietro, proprio come il più forte degli uomini. Tutto questo si trasferisce nel suo essere cosacca, e non solo perché cavalca e ha lo spirito della sua patria nell'anima: ella si nasconde perfettamente tra gli uomini e viene scoperta solo nel momento in cui si rivela perché il suo spirito è a pari di ognuno di loro; Vania, alla fine, non ha bisogno di parole né di gesti per sapere che lei gli è affianco e tanto basterà, a entrambi.


Citazione: 4/4

Aggiungere la citazione a destra del testo è un tocco elegante che, però, non ne limita l'uso: voglio dire che la frase da te scelta non si limita a essere un'introduzione esterna alla storia, ma è il filo conduttore, la metafora di un'intera trama meravigliosa.
Il bacio, sinonimo dell'amore sfaccettato di Vania e Darya, è uno struggente passaggio che si sovrappone allo sfondo di guerra e rivalsa. Hai creato una metafora che attraversa l'intero testo, pezzo che ho già riportato sopra quando ho parlato dello stile: l'amore e la guerra si sommano, l'uno che spiega e completa l'altro; la forza di questi sentimenti, la potenza del bacio scambiatosi alla vigilia è un'eco che Vania porta con sé, cucito addosso, avvinghiato alla sua spalla come un angelo custode, e lo accompagnerà anche fisicamente con la presenza della donna amata al suo fianco sul campo di battaglia. Il loro urlo si protenderà verso il nemico, violento quando un colpo di cannone.
Emblematico è il fatto che alla fine non c'è alcun contatto fisico tra i due prima del segnale del comandante; i cavalli si scontrano, Vania tenta di afferrare le redini ma non ci riesce; ma mai una volta i due amanti mostrano la violenta dolcezza che ha caratterizzato la scena della vigilia alla battaglia. Infatti l'amore supera il concetto fisico e diventa scontro di "egoismo/sacrificio": Vania la vuole in salvo, Darya, indomita e cosacca, vuole affrontare le conseguenze di quell'alba insieme. Sono i loro spiriti che si toccano in quel momento e che si riconoscono per quello che sono. E questo è un'eco dell'amore profondo e romantico della sera prima, ma a sua volta libera un'eco ancora più forte e che dura più a lungo, perché scaturisce dalla simbiosi tra le loro nature, quando con un urlo e senza un solo gesto i due spronano i cavalli verso il loro destino.


Gradimento personale: 5/5

Qui posso sbizzarrirmi! (come se non lo avessi fatto per tutta la valutazioneXD)
La tua storia è una perla che non mi stancherò mai di rileggere e che aggiungerò tra i preferiti. Non che ti serva, ma è giusto che chi vuole possa trovarla più facilmente, anche se poi il mio sarà un piccolo gesto che si perderà nel mare. Sei riuscita a farmi sognare nonostante tu non abbia smesso neanche per un attimo di parlare di guerra imminente e morte; anzi, tutto ciò rendeva ancora più vivido le emozioni di Vania e Darya, pompandole al massimo. Ho avuto i brividi durante la lettura e, lo ammetto, ti ho invidiato: saper scrivere con un tale effetto è il mio sogno e, purtroppo, ho la certezza che di strada da fare ne ho tanta. Leggerti mi dà ispirazione e mi sprona a scrivere e leggere e immaginare… e volare! Mi hai fatto volare in Russia, tra i freddi delle loro steppe e i sapori della loro terra. Ho sentito il profumo di pelo di cavallo e quello più acre della vodka. Ogni emozione mi ha colpito come una stilettata al cuore, e di questo ti ringrazio.
Ho finito!


Punteggio: 53.7/54


RETTIFICO: 
L'errore segnalato nella voce Grammatica non è valido, è stato un mio errore!

Punteggio finale: 53.8/54

[Modificato da Nirvana_04 01/03/2017 19:40]

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