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All'armi!....il doc.

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2015 21:05
04/03/2015 10:45
 
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16 - Un quieto autunno...

Rientrato dunque alla "Monte Grappa" dopo l'insulsa parentesi parmigiana, potevo ulteriormente accrescere quella posizione di discreta benevolenza che, complessivamente, avevo acquisito. Ciò sta a significare che, ad agosto ormai inoltrato, avevo già svolto i 7/12 del mio servizio di leva, essendo pure sopravvissuto all'impatto con le truppe alpine ed al calore dell'estate che (fortunosamente) non fu eccessivo. Ormai, di fatto, uscivo il sabato mattina verso le 7-7.30, anche valutando i momenti di maggior ciclico transito di mezzi e, con libri e fascicoli sottobraccio, dopo una colazione ristoratrice al bar, raggiungevo in auto il Meteomont, situato in un palazzo austero della Torino barocca, nei pressi della Stazione di Porta Susa, ovvero a circa tre chilometri dalla mia temporanea residenza montegrappina.
Progressivamente, andavo sempre maggiormente erodendo, di minuto in minuto, la durata della mia presenza in ufficio, delegato a stilare i già nominati tre bollettini previsionali (validi 48 ore) per i differenti settori alpini. In pratica, dalle tre ore iniziali, giunsi ad un'ora e mezza...si e no...(!). Pertanto, prima delle 11 ero a casa, per una immediata doccia purificatrice e...tutto il resto, sino al dopocena della seguente domenica quando, entro le 23 dovevo rientrare. Ma, per solito, ero già appollaiato in infermeria alle 22, perchè preferivo essere fra i primi a re-insediarmi negli spazi che mi eran stati assegnati...

Ripresi, ovviamente, le mie consulenze mediche agli ufficiali che me le chiedevano, rimediando qualche altro pranzo decente alla loro mensa. Un giorno, il nuovo comandante però (un certo generale Job), si accorse della cosa e rimproverò con asprezza il capitano che sedeva con me. Dunque, di lì in poi, non potei più fruire di quel piccolo "bonus". Per ripianare un poco la situazione, grazie alla questione del sabato al Meteomont, mi capitò di "doverci andare" anche in altri giorni...che so, il martedì od il giovedì. Naturalmente non era vero ma io incedevo spedito verso la carraia e col braccio da lontano, già facevo cenno di alzare la sbarra. A nessuno, naturalmente, dei miei passaggi in settimana...importava qualcosa: l'importante è che fossi carico di fogli, fascicoli e libri (::) Una sola volta, il cosiddetto "ufficiale di picchetto" che, per specifica delega, presidiava l'accesso...mi chiese dove andavo e cos'era tutta 'sta roba che avevo sottobraccio. Cortesemente gli misi in mano una piccola parte di fogli che egli scorse...non capendoci nulla...fra numeri, grafici e testo scritto in svedese (::). Finse di aver compreso il tutto, dando l'ordine di alzare la fatidica sbarra (::)
In tal modo, anzichè pranzare alla mensa ufficiali...divenutami preclusa, "sbranavo" a casa mia; l'insieme era tornato in equilibrio pure se, il pomeriggio, un po' d'ansia sul fatto che qualcuno mi cercasse, di sicuro l'avevo e non saprei alla fine se, nel bilancio...fossero più i vantaggi o gli svantaggi nel compiere queste "fughe" indebite (?!)
Ad inizio settembre, inoltre, usufruii della cosiddetta "licenza ordinaria" che allora equivaleva un po' alla concessione di un breve periodo di ferie. Cinque giorni erano comunque meglio di nulla ed, "attaccati" al sabato e domenica...diventarono sette. Fu l'unica volta...per carità...ma, in quella ghiotta circostanza, chiesi al buon Minetti se poteva sostituirmi quel sabato mattina al Meteomont. In virtù della mia amorevole assistenza a Parma, non mi negò questo favore e consentì, pertanto, al povero doc di starsene una settimana a Ceresole Reale con la sua "bella" (::)

Non ero certamente il più anziano in infermeria, poi c'eran sempre i due tenenti che, più dei mesi, recavano la stella sulle spalline; ciò nonostante, il mio alternare la massima disponibilità ad un cortese atteggiamento di distacco, almeno in quell'ambiente...funzionava.
In sostanza, erano sempre i più deboli/sciocchini/rospi...chiamiamoli un po' come volete, ad esser rimproverati e puniti per qualsiasi mancanza avessero palesato.
Lì, mi accorsi, che non bisognava aver paura di chiedere. Permessi e licenze intendo. Senti (il tenente medico Calgaro, ad esempio), dovrei far questo, quello o quell'altro...avrei bisogno di un giorno, di tre ore, di un "24" o di un "36". In sintesi, mi accorsi che, a parte la già citata "licenza ordinaria" che era conteggiata, registrata e dunque irripetibile...eran tutte storie che ciascun militare non potesse avere più di un "tot" ciascun mese. Vero, in certe compagnie sempre a spasso per i monti o sin in Norvegia, c'erano reclute che stavano anche 40 o 50 giorni senza poter andare a casa. Ma, quelle erano delle sfortunate minoranze. Oppure, ovvio che, il militare di Crotone, Avellino od Udine, certo che mica poteva con un "24" andarsene a casa propria. In fondo, in Friuli anch'io c'ero stato e ad Ascoli, pure !).

Gianni S.

Segue...



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[Modificato da Gianni Sperone 12/03/2015 20:58]
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