Storie di ordinaria Follia - IL CASO ALDROVANDI

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scafx
00martedì 17 gennaio 2006 23:44
Federico Ferrara, 2/1/2006

Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio.
Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti.
È morto il 25 settembre, il giorno di natale sono stati tre mesi…
Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro…
Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui.
Sabato 24 settembre è stato un giorno sereno, allegro…
Dopo la scuola il pranzo insieme, chiacchiere, risate. Era ancora estate, faceva caldo. Ha portato a spasso il suo amico cane. Non lo faceva spesso, ma quel giorno è andato con la musica in cuffia. Tutto in quel giorno aveva un’aura speciale.
Pensandoci ora è come se avesse voluto salutare tutti noi. Ha avuto sorrisi per tutti… la gioia era lui.
Ha incontrato la compagnia, ha fatto il suo lavoretto di consegna pizza.
Il programma della sera prevedeva un concerto a Bologna.
Prima di partire è passato da casa per cambiarsi le scarpe, rotte giocando a pallone…
È stata l’ultima volta che l’ho visto vivo.
Ha salutato tutti, compreso il fratello che dormiva già, chiedendomi perché Stefano non avesse risposto al suo saluto.
Anche una sua amica mi ha confermato che quella sera era sereno, che l’ha salutata sorridente con la solita pacca sulla spalla e l’appuntamento al giorno dopo…
Non è mai esistito il giorno dopo.
Al Link il concerto era stato annullato. Quindi la serata è trascorsa lì dentro.
L’hanno detto i compagni che erano con lui, non posso definirli amici, e le analisi lo hanno confermato. Uno dei ragazzi gli ha venduto una sostanza, una pasticca o simili.
Lo definiscono lo sballo del sabato sera. È sbagliato si. Ma non si muore di questo…
Federico lo sapeva bene. Era stato partecipe di un progetto scolastico di ricerca e informazione promosso dalla provincia. So che la sua era una conoscenza approfondita con ricerche sui siti delle asl, conosceva le sostanze e gli effetti. Ed era a suo modo un igienista. Aveva grande cura del suo corpo, di quel che mangiava. Era uno sportivo. Una ragazzo splendido pieno di salute.
E di progetti: pensava alla musica, al suo futuro, lo studio serviva a costruire il futuro.
Nell’immediato c’erano le cose semplici: la patente dopo pochi giorni, il karate, un band musicale da organizzare con gli amici, e la vita di tutti i giorni cercando di stare bene…
Trascorsa la serata il gruppo era rientrato a Ferrara, tornati al punto di incontro dove i più avevano lasciato le macchine o i motorini.
Federico era a piedi. Era partito da casa in macchina con Michy, che poi non era andato a Bologna.
Erano ormai le cinque del mattino. I ragazzi hanno raccontato che gli hanno offerto un passaggio ma Federico non aveva voglia di rientrare subito. Sarebbe tornato a piedi. Era vicino a casa…
Dal suo cellulare si vede che ha chiamato diversi altri amici. Specialmente i suoi migliori amici, un paio di volte ciascuno. Forse per chiedergli se erano ancora fuori… sembra che nessuno gli abbia risposto. I ragazzi che conosco mi hanno detto che avevano già spento il cellulare per dormire.
E poi non so cosa sia successo esattamente. A quell’ora mi sono svegliata, forse non del tutto, chiedendomi se Federico fosse rientrato. Avevo una stanchezza invincibile non riuscivo a muovermi. Poi ho sentito un rumore nella sua stanza ed ero sicura che fosse lì…
Mi sono risvegliata che erano quasi le otto.
Ho cominciato a chiamarlo e ad inviare messaggi. Nulla…
Non era possibile che non rispondesse. Se tardava mi avvisava sempre. Diceva che lo stressavo ma non voleva farmi stare in pensiero. Mi aggrappavo all’idea che avesse solo perso il cellulare…
Poi l’ha chiamato anche suo padre. Sul cellulare di Federico il padre è memorizzato col solo nome, Lino.
Una voce ha risposto.
Ha imperiosamente chiesto chi fosse al telefono, ed ha chiesto di descrivere Federico.
Poi si è qualificato come agente di polizia, ed alle nostre domande ha risposto che avevano trovato il cellulare su una panchina dalle parti dell’ippodromo e che stavano facendo accertamenti. Ed ha riattaccato.
Immediatamente ho cercato in Questura, e ho cercato anche ripetutamente un amico che ci lavora.
Nulla.
Il centralinista rispondeva: c’è il cambio di turno… non sono informato…, appena avremo notizie chiameremo noi…
Niente per altre tre ore!!!! Passate nell’angoscia e nelle telefonate frenetiche agli ospedali, ai suoi amici e di nuovo ripetutamente alla questura.
Nel frattempo Stefano è accorso in bicicletta alla ricerca del fratello. Ringrazio il cielo che non sia andato nel posto giusto.
La polizia è venuta ad avvisarci solo verso le 11. dopo che lo avevano portato via.
Il suo corpo è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11.
E non mi hanno chiamata. Era mio figlio. Nessuno ha il diritto di tenere una mamma lontana da suo figlio!
E mi hanno detto che lo hanno fatto per me… perché era meglio che non vedessi.
In quel momento gli ho creduto.
La polizia ha detto che un’abitante della zona aveva chiamato perché sentiva delle urla.
Dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i muri.
Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era sfigurato dalle percosse.
Molto tempo dopo ho riavuto i suoi abiti. Portava maglietta, una felpa col cappuccio e il giubbotto jens. Sono completamente imbevuti di sangue.
Hanno detto che non voleva farsi prendere. Che ha lottato ed è salito anche in piedi sulla macchina della polizia. I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all’occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi. L’ho visto nella bara. Il suo corpo non sembrava più allineato e simmetrico. Il mio bambino era perfetto, e stupendo. L’hanno distrutto…
E la polizia mi raccontava che era drogato. Che si era fatto male da solo. Che tutto questo era successo perché era un povero tossico e noi sfortunati…
Lo vogliono uccidere due volte. Le analisi hanno confermato che quel che aveva preso era irrilevante. Non certo causa di morte né di comportamenti aggressivi. Semmai il contrario.
Quel che penso è che Federico fosse terrorizzato in quel momento. Gli stava crollando il mondo addosso. La vergogna di essere fermato dalla polizia, la patente allontanata perché aveva preso una pasticca. E aveva dimenticato la carta di identità.

Quella mattina nel vicinato dicevano che era morto un albanese. Nessuno si preoccupava più di tanto…
Ha certo cercato di scappare. Di non farsi prendere. Visto com’era ridotto si capisce come lo abbiano fermato. Quando lo hanno immobilizzato, ammanettato a pancia in giù non ha più avuto la forza di respirare.
Chissà quando se ne sono accorti?
L’ambulanza è stata chiamata quando ormai non c’era più niente da fare. E nemmeno allora lo hanno portato all’ospedale per provare un intervento estremo. Lo hanno lasciato lì sulla strada. Cinque ore. Poi lo hanno portato all’obitorio. E solo allora sono venuti ad avvisarci.
Perché?
Se fosse vero che dava in escandescenze da solo perché non è stata chiamata subito l’ambulanza?
Perché atterrarlo in modo tanto violento e cruento? Era solo. Non c’era nessuno. Era disarmato. Non era una minaccia per nessuno.
Perché aspettare tanto prima di avvisare la famiglia? Chiaro. Per non farcelo vedere…
Se lo avessimo visto così cosa sarebbe successo? Che risonanza avrebbe avuto?
Sul giornale del giorno dopo un articolo che dichiarava che era morto per un malore… tratto dal mattinale della questura.
Il giorno dopo sull’altra testata cittadina “Federico sfigurato”. Immediate controdeduzioni del Capo Procura: “non è morto per le percosse”… questa è stata la prima ammissione di quanto successo.
Ad oggi ancora non sono stati depositati ufficialmente gli esiti degli esami medici. Sono emersi solo alcuni dettagli che ho citato prima.
Quel che non mi da pace è il pensiero del terrore e del dolore che ha vissuto Federico nei suoi ultimi minuti di vita. Non ha mai fatto male a nessuno. Credeva nell’amicizia che dava a piene mani. Era un semplice ragazzo come tanti. Come tutti i ragazzi di quell’età si credeva grande ma dentro non lo era ancora. Aveva tutte le possibilità di una vita davanti, e una gran voglia di viverla…













scafx
00martedì 17 gennaio 2006 23:50
da "la Nuova Ferrara" su Kataweb: Il questore Elio Graziano: "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"


Ecco l’intervento del questore Elio Graziano sul caso del giovane deceduto: «In relazione al decesso del giovane Federico Aldrovandi ritengo giusto fornire alcune precisazioni. Pur nel rispetto per il dolore dei genitori e nel doveroso riserbo per l’inchiesta giudiziaria in corso, sono costretto a prendere posizione di fronte ad alcune affermazioni non rispondenti alla realtà e calunniose nei confronti del personale della Polizia di Stato in servizio a Ferrara, riportate dalla stampa ed attribuite alla madre di Federico Aldrovandi.

Tali affermazioni mi sorprendono perché all’indomani della morte del figlio ho informato personalmente la signora sulle circostanze relative alla sua morte e mi sono dichiarato disponibile a fornire ogni altro possibile ragguaglio che mi fosse stato richiesto anche successivamente. Sulle cause della morte di Francesco Aldrovandi l’ultima parola dovrà dirla, come è giusto che sia, l’autorità giudiziaria.

Però le circostanze e le modalità dell’intervento della Polizia al mattino in cui si verificò il fatto, sono “fissate” in verbali e registrazioni contenenti dati oggettivi, in possesso dell’Autorità giudiziaria, certamente non manipolabili che possono così riassumersi: alle ore 5.47 alla sala operativa della Questura veniva richiesto un intervento da partre di cittadini che avevano osservato un giovane che in via Ippodromo urlava frasi sconnesse e colpiva alcuni pali della luce con il capo.

L’equipaggio di una volante, accorsa sul posto pochi minuti dopo, notava un giovane in evidente stato di agitazione, che alla vista dell’auto era balzato sul cofano e aveva tentato di colpire con calci gli operatori. Non riuscendo a calmarlo e ad immobilizzarlo gli agenti richiedevano l’intervento di una seconda volante e, poi, di una pattuglia dei Carabinieri. Fin dall’inizio fu chiaro ad essi che l’obiettivo dell’intervento era di impedire al giovane di reiterare comportamenti autolesionistici, tant’è che proprio su loro sollecitazione alle ore 6.04 fu contattato dalla nostra sala operativa il “118” per l’invio di un’autoambulanza.

Per immobilizzare il giovane fu necessario applicargli delle manette ai polsi, che su parere conforme dei sanitari gli furono lasciate e solo successivamente tolte. In definitiva l’intervento degli operatori della volante si è dispiegato al cospetto di cittadini residenti nella zona, la cui attenzione era stata richiamata dalle urla del giovane, dei sanitari del “118” e dei Carabinieri e, si ripete, al solo scopo di impedire al giovane di continuare a farsi del male.
scafx
00martedì 17 gennaio 2006 23:55
Il "confuso" articolo del carlino:
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Ferrara

IL CASO ALDROVANDI

Mamma Patrizia
apre un blog

La donna: 'Adesso sono molti di più quelli che conoscono la storia di Federico'. Il 18enne morì vicino all'Ippodromo il 25 settembre scorso

Ferrara, 11 gennaio 2006 - La triste storia di Federico Aldrovandi non ha più confini. Dal 2 gennaio la mamma del diciottenne — morto vicino all’Ippodromo nelle prime ore del 25 settembre in seguito a un malore durante l’intervento del personale della polizia — ha scritto una lunga lettera su uno spazio blog, per chi non se n’intende troppo su Internet, e da allora assiste quasi meravigliata ai vari ‘commenti’, così si chiamano gli altri scritti che ogni giorno arricchiscono il blog. Ieri sera, attorno alle 19, erano 72, ma il loro numero aumenta di ora in ora. «Sono stata io ad aggiungere il link nei giorni scorsi — spiega mamma Patrizia (in foto). Ho visto un intervento che mi ha incuriosito e allora ho aggiunto il mio con l’indirizzo del blog. Sono stati degli amici a suggerirmi l’idea e devo dire che avevano ragione. Adesso sono molti di più quelli che conoscono la storia di Federico».

Già, la storia di Federico. Tutto inizia una domenica di fine estate, dopo la notte trascorsa a Bologna con gli amici. Al rientro la tragedia. Così ricostruiva i fatti una nota della Questura: «Alle ore 6 del 25 settembre 2005 personale della polizia di Stato interveniva in via Ippodromo su segnalazione di alcuni cittadini che avevano riferito del comportamento ‘strano’ di un giovane. Durante l’intervento del personale di polizia, il giovane è stato colto da malore. Poco dopo giungeva il personale medico del 118 che constatava il decesso del giovane». Poi si diceva che il ragazzo era incensurato e che erano in corso «accertamenti medico-legali da parte della Medicina legale per stabilire le cause del decesso e indagini per accertare le circostanze del fatto».

Da quel giorno nella vita dei genitori, Patrizia e Lino, è entrato il dolore. Un dolore lacerante, come solo le mamme e i papà che perdono i loro figli sanno bene. Già prima di approdare su Internet, per la precisione il 27 settembre, la coppia, per evitare qualsiasi polemica, aveva scritto una lettera ai giornali in cui, tra l’altro diceva, di avere «massima fiducia da parte nostra, anche in questo momento così drammatico, nelle forze dell’ordine e nell’operato della magistratura inquirente».

Toccanti le parole pronunciate da don Domenico Bedin durante l’omelia funebre: «Non possiamo nascondere che la morte di Federico è una sconfitta per tutti noi. Occorre cambiare. Dialogare». E sempre don Domenico ha proposto ai genitori di organizzare, nelle strade del quartiere in cui abitava Federico, una fiaccolata per ricordarlo. Sì, perché nell'attesa dei risultati dell’autopsia — finora è stata depositata soltanto la perizia tossicologica da cui emerge che le sostanze assunte da Federico non erano in quantità elevata — mamma e papà chiedono che sulla vicenda non scenda il silenzio e che ci si ricordi del loro figlio.

«Non era un tossicodipendente — ripete mamma Patrizia — e se avesse avuto seri problemi noi ce ne saremmo accorti. Quella domenica mi sono svegliata alle 8 e quando ho visto che Federico non era in casa ho capito subito che gli era successo qualcosa. Se fosse stato solamente un ritardo mi avrebbe mandato un messaggio sul cellulare».

Adesso è il momento di leggere altri interventi su Internet. «Alcuni li condivido, altri no. I testimoni non sono venuti allo scoperto — ammette la mamma — però hanno scritto tanti amici e persone sconosciute da tutt’Italia».
Pavia rossoblu
00mercoledì 18 gennaio 2006 00:02
Purtroppo viviamo in uno stato di Polizia, una dimensione post G8 di stampo Pinochetiano, dove gli agenti rimasti impuniti per maltrattamenti ai danni di indifesi cittadini sono una moltitudine (vedi, un caso fra tanti, eclatante e vergognoso, la caserma di Genova-Bolzaneto). Solidarietà alla famiglia del giovane massacrato dall'eccesso di zelo della forza "pubblica".
red koker
00mercoledì 18 gennaio 2006 12:53
sarebbe bello sapere la verita' su quello accaduto a federico ma vivendo nella repubblica delle banane penso (purtroppo ) venga insabbiato tutto anche kuesta volta .
condoglianze alla famiglia
!DellaS!
00mercoledì 18 gennaio 2006 13:11
Bisogna solo farlo sapere il più possibile, non insabbiarla noi questa notizia, come tante altre, come quella di Giuliani a Genova e tante altre...
Bisogna lottare Italia, bisogna lottare...
E a mali estremi, se vedete un agente tutto solo che si aggira in una zona buia e non frequentata a una cert'ora di notte, fategli capire di cosa fà parte, perchè secondo me non se ne rendono neanche conto, e se necessita sfiguratelo e lasciatelo sulla strada per 5 orette e poi anonimamente chiamate l'ambulanza...
Io li ho visti in faccia + volte, e per il movimento No-Tav li ho anche sentiti addosso + volte, unica affermazione, sono schifose bestie drogate, e non se ne salva uno, perchè se qualcuno di loro fosse una persona con coscienza, dopo tutto ciò che è successo in Italia si toglierebbe la divisa e ci sputerebbe sopra...

Come il fascista, l'unico sbirro buono è lo sbirro morto...

U.O.P.

SOLO RA
B@rt
00mercoledì 18 gennaio 2006 13:19
Re:

Scritto da: !DellaS! 18/01/2006 13.11
Bisogna solo farlo sapere il più possibile, non insabbiarla noi questa notizia, come tante altre



[SM=x374892]




Come il fascista, l'unico sbirro buono è lo sbirro morto...

U.O.P.

SOLO RA



[SM=x374924]
[SM=x374916]
!DellaS!
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:05
Scusa B@rt hai ragione, dovevo specificare...
Morto è in senso lato...

SOLO RA

P.S. Toglietevi queste cazzo di divise...
red koker
00venerdì 20 gennaio 2006 17:37
IERI POMERIGGIO C'E' STATA UN INTERPELLANZA PARLAMENTARE ( PENSO SI CHIAMI COSI' ) ED ERA IN DIRETTI IN TV !!!!!!!
SPERO CHE VADANO A FONDO A KUESTA COSA !
scafx
00martedì 28 febbraio 2006 16:07
Il paese dei conformisti: una domanda sul caso di Federico Aldrovandi

Vent’anni fa poteva un "Federico X" morire nelle circostanze perlomeno dubbie nelle quali è morto Aldrovandi senza suscitare praticamente alcuna reazione?

di Gennaro Carotenuto

www.gennarocarotenuto.it/

C’è almeno una domanda sul caso di Federico Aldrovandi che non è possibile non porsi. Sul suo caso c’è almeno un sito ed un blog, quindi non vale la pena dilungarsi sui dettagli. Federico, un diciottenne incensurato, forse (e sottolineo forse) è stato massacrato di botte da quattro poliziotti la notte del 25 settembre 2005 a Ferrara. La versione ufficiale parla di malore. Chi scrive ha passato a Ferrara praticamente tutte le due settimane successive alla morte di Federico. Ha parlato con centinaia di ferraresi e nessuno gli ha mai parlato di Aldrovandi. Come mai?

Vent’anni fa poteva un "Federico X" morire nelle circostanze perlomeno dubbie nelle quali è morto Aldrovandi senza suscitare praticamente alcuna reazione? C’è stata in questo paese una civilizzazione dei conflitti così radicale che di fronte ad una foto come quella che mostra Aldrovandi nell’obitorio (clicca per ingrandire), tutti aspettano serenamente il giudizio dei giudici? Vent’anni fa la morte di Federico Aldovrandi sarebbe stata un caso nazionale. Oggi al massimo... si mormora.

Vent’anni fa, trent’anni fa, ci sarebbe stato un partito preso corrispondente al 20, 30, 40% dell’opinione pubblica che (magari a torto) avrebbe irriducibilmente e indefettibilmente creduto alla versione dell’omicidio da parte della polizia. A ragione o a torto, non importa. Indipendentemente dai fatti, ci sarebbe stato un forte partito colpevolista (della polizia) speculare ad un’altrettanto forte partito innocentista. Eppure del caso se n’è parlato, perfino su Rai3, nella trasmissione Chi l’ha visto.

Oggi il partito "colpevolista a prescindere" si è così infinitamente ridotto da far pensare che forse non esista più. Forse è perfino un bene, forse no. Ma è senz’altro sorprendente. Se questo partito esistesse ancora il caso di Federico sarebbe comunque un caso nazionale, un nuovo caso Pinelli, già che per fortuna in questo paese non è così comune morire ammazzati di botte in un commissariato di polizia. Ma, ed è francamente sorprendente, non c’è un solo politico che abbia strumentalmente interesse in questa campagna elettorale a fare del caso di Aldrovandi un caso nazionale? E’ un tema che fa perdere voti evidentemente, laddove vent’anni fa forse ne faceva guadagnare.

Se questo partito colpevolista esiste ancora -ed è naturale che esista, per quanto ridotto- dunque ha scelto di non gridare, si scambia informazioni sotto voce, al telefono, nelle mailing list in Internet. Ma non esce allo scoperto, non fa proseliti. Si scandalizza ma non è particolarmente preoccupato. O forse è così preoccupato proprio dalla prospettiva di manifestarsi? Perché? E’ così scomodo dire che si teme che un ragazzo sia stato ammazzato dalla polizia? E’ così scandaloso pensarlo nell’Italia del 2006? E Bertold Brecht? Sono venuti a prendere Federico e non ho fatto nulla... o non ci credono più?

E’ possibile che in questo paese che ha una memoria irriducibilmente divisa su mille cose, il fascismo, la resistenza... in pochi anni si sia arrivati ad avere un’opinione pubblica così omogeneizzata da non dividersi neanche strumentalmente sul caso di un ragazzo forse massacrato di botte dalla polizia? Quattro cazzoni possono gridare "10-100-1000 Nassiriya" ma non è possibile un dibattito nel paese sul diritto alla resistenza di un popolo invaso? E se qualcuno mette sul tappeto tale dibattito anche il 99% di quegli italiani che pensano che esista un diritto alla resistenza, pensano che comunque questo non sia il momento di parlarne? Forse questi stessi italiani pensano anche che ora non sia il caso di parlare di Federico? Se non ora, in campagna elettorale, quando? Quel qualcuno, Marco Ferrando, viene dichiarato indegno di essere candidato alle politiche, bruciato sulla pira ed equiparato alla peggiore destra neofascista, ai Tilgher, ai Fiore? I nostri estremisti sono uguali ai loro... ma noi siamo più bravi perché li escludiamo dalle liste! Allo stesso modo anche la morte di Federico Aldrovandi è estrema, estremista. E allora è meglio non vederla!

Com’è arrivato questo paese dall’unanimismo (apparente) delle marce pacifiste di tre anni fa, quando il 90% si dichiarava contro la guerra, all’unanimismo (apparente?) sui caduti di Nassiriya? Tre anni fa la più impopolare delle guerre sembrava essere un grimaldello con il quale sconfiggere le destre. Due anni fa Zapatero vinse le elezioni in Spagna e tenne fede ai patti ritirandosi immediatamente dall’Iraq. Pochi mesi dopo, prima a sinistra che a destra, il termine "zapaterismo" divenne una clava -un sinonimo di irrealismo politico- con la quale offendere l’avversario, soprattutto all’interno della coalizione di centro sinistra. Oggi, con una situazione sul campo ogni giorno più grave in Iraq, siamo arrivati all’Union sacrée per la quale della guerra, dell’Iraq NON si deve parlare.

La polizia, i carabinieri, l’esercito, perfino i servizi segreti oramai godono di una buona stampa uniforme in questo paese. Non esiste un solo partito politico disposto a criticarli come non c’è praticamente nessuno -le eccezioni sono minime- disposto a difendere la magistratura. Eravamo tutti per Mani pulite... da giovani! Forse la meritano davvero, questa buona stampa, i carabinieri, i nostri soldati che a Nassiriya si dicono "Annichiliscilo!" ridendo, mentre sparano ad un abitante di un paese invaso. Anche questo -un frammento mandato in onda dalla RAI- è inopportuno da ricordare, no? Ma è possibile che tale buona stampa sia così unanime? Strano paese. Come si è arrivati in così poco tempo da un conflitto sociale che sembrava irriducibile a questo conformismo assordante?

Forse davvero Federico è morto per un malore. Ma nel paese del "malore attivo" di Pinelli stride che il suo caso non strida a nessuno. Anche solo per partito preso.



scafx
00martedì 28 febbraio 2006 16:12
Sateriale (sindaco di ferrara) sul caso Aldrovandi in consiglio comunale

Ferrara 28/02/06

“Noi vogliamo stare unicamente ai fatti e agli atti giudiziari che quei fatti spiegheranno e giudicheranno”. Sono le parole del sindaco di Ferrara Gaetano Sateriale in risposta a una interpellanza della maggioranza “in merito alla drammatica vicenda del giovane ferrarese deceduto in via Ippodromo”. Una seduta di consiglio comunale che è iniziata con la breve secessione dell’Aventino dell’opposizione, che non ha partecipato al question time relativo al caso Aldrovandi. “Era una questione che andava affrontata con un ordine del giorno al quale avremmo potuto partecipare e dire la nostra”, lamenta Enrico Brandani di An. Dai banchi di giunta intanto il primo cittadino esordisce manifestando “ancora una volta la piena solidarietà e il pieno appoggio alla famiglia Aldrovandi, nella sua ricerca della verità sulla morte di Federico e, nello stesso tempo, la piena fiducia nella Magistratura inquirente perché compia in autonomia e serenità le proprie valutazioni e il suo lavoro”. Questo “è l’equilibrio che questa istituzione intende perseguire nel voler rappresentare insieme lo stato d’animo dei suoi cittadini e il rispetto che si deve alle istituzioni, a tutte le istituzioni, della città”. Il sindaco pone il tema del riconoscimento e del rispetto reciproco come “fondamento di una coesione sociale e istituzionale che è il patrimonio più prezioso di una comunità. Per questo abbiamo fermamente condannato le intimidazioni rivolte al Procuratore della Repubblica e le accuse diffamanti rivolte all’operato della Questura”.

Il discorso cade poi sull’emotività “così naturale e spontanea che ci coglie davanti a una giovane vita tragicamente spezzata”, perché “può fuorviarci dal ruolo istituzionale che ci è proprio. Noi vogliamo stare unicamente ai fatti e agli atti giudiziari che quei fatti spiegheranno e giudicheranno”. Ecco allora che anche le parole possono essere fraintese, così come quando Sateriale ha parlato di “morte violenta” in occasione della festa dei vigili nelle scorse settimane: “nonn intendevo allontanarmi dai fatti o esprimere giudizi sommari sulla vicenda, né causare strappi istituzionali come qualche pensatore della domenica ha voluto attribuirmi. Poiché anche un suicidio è una morte violenta, anche un incidente stradale. Volevo solo definire una morte traumatica e non naturale. Ma se quei termini fossero risultati inappropriati o tendenziosi non ho difficoltà a ritirarli”. Sateriale torna poi sul tema del rispetto reciproco riferendosi alle accuse rivolte giorni fa da Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, “in attesa che altri si comportino allo stesso modo. Penso a chi ha parlato di “scontro sociale”, di “sciacallaggio”, di “speculazione politica”, di “processo di piazza”. Penso anche a chi ha descritto sulle tv nazionali la nostra città come nebbiosa e omertosa. Penso a chi si è permesso di sostenere che la tragica morte di Cristiano Scantamburlo è dipesa dal “clima pesante” che si è creato in città e avrebbe condotto quel giovane eroico servitore dello stato a un comportamento non prudente nell’esercizio delle sue funzioni”. Sateriale allontana quindi i giudizi di “clima pesante”, affermando che “le fiaccolate pacifiche non sono tali. La nostra comunità non chiede che di essere compiutamente informata di quanto è accaduto la mattina del 25 settembre. Non vuole convivere a lungo con versioni fra loro diverse dei fatti. Chiede di essere messa di fronte ad una sola e solida verità e di poter ritrovare in essa coesione e fiducia. Spetta all’autorità giudiziaria valutare i fatti, le prove documentali e le testimonianze, fino alla ricostruzione completa della vicenda. Noi aspetteremo con fiducia gli esiti dell’indagine”.

Infine, a proposito delle richieste giunte da più parti di fare un passo indietro, Sateriale risponde che “noi resteremo fermi nella posizione di chi vuole tutelare una comunità e continueremo a testimoniarne la richiesta di verità sulla morte di Federico Aldrovandi. Ci sostiene in questo proposito il senso di responsabilità per l’incolumità dei nostri cittadini e l’esigenza di operare perché fatti così traumatici e immotivati non debbano più accadere. Noi vogliamo fare un passo avanti verso la convivenza civile, vogliamo fare un passo avanti contro l’uso delle droghe soprattutto dei giovani, vogliamo fare un passo avanti nella cultura della non violenza”.

scafx
00martedì 28 febbraio 2006 16:18
Ecco la foto di Federico, morto per un malore....

Vietato ai minori di 18 anni

federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/./photos/uncategorized/aut31801_s...
scafx
00giovedì 2 marzo 2006 22:30
Da Il resto del carlino

Diritto di cronaca negato Fnsi, Aser e Ass. Stampa unite contro la Procura

La polemica risalirebbe allo scorso 25 febbraio, quando la Procura estense avrebbe annunciato l'apertura di un procedimento penale per diffamazione a carico delle testate giornalistiche che si sono occupate del caso.


Ferrara, 28 febbraio 2006 - 'Un attacco al diritto di cronaca quello che nei giorni scorsi (il 25 febbraio) e' stato portato a Ferrara dalla Procura della Repubblica nei confronti delle testate giornalistiche che si sono occupate del caso di Federico Aldrovandi, studente diciottenne morto tragicamente nelle prime ore del 25 settembre a Ferrara durante un controllo di polizia'': questa la posizione della Federazione nazionale della stampa, dell'Associazione stampa dell'Emilia-Romagna e dell'Associazione stampa Ferrara.

''Sulla vicenda - spiegano le organizzazioni sindacali in una nota congiunta - e' in corso un'indagine per determinare le esatte cause del decesso che in questi giorni ha attirato l'attenzione di giornali e tv. Nei giorni scorsi la Procura della Repubblica ferrarese e' intervenuta nei confronti degli organi d'informazione con l'invio di una comunicazione fax indirizzata ai direttori dei giornali locali e nazionali che hanno seguito la vicenda, non ancora del tutto chiarita, annunciando l'apertura di un procedimento penale in cui vengono ipotizzati, in maniera generica e senza l'indicazione dell'articolo sotto accusa, i reati di diffamazione a mezzo stampa e offese rivolte all'autorita' inquirente. Nella nota della Procura vengono, inoltre, richieste, 'con cortese sollecitudine' - si legge ancora nella nota - copie di tutti i giornali che riportano notizie 'sull'infausta vicenda che ha portato alla morte del giovane Federico Aldrovandi', le generalita' dei giornalisti autori dei servizi e quelle del direttore responsabile''.

''L'intervento della Procura della Repubblica viene energicamente condannato da Fnsi, Aser e Associazione stampa Ferrara da sempre impegnate nella tutela della liberta' di stampa quando, come nel caso in questione, viene esercitata con scrupolo e professionalita' al solo scopo di dare conto all'opinione pubblica degli sviluppi di un'inchiesta tesa a chiarire le cause della morte di un ragazzo. Per ribadire il diritto alla liberta' d'informazione Fnsi, Aser e Associazione stampa Ferrara - conclude la nota - organizzeranno nella citta' estense un incontro dibattito incentrato su come giornali e tv hanno affrontato il caso Aldrovandi''.

[Modificato da scafx 02/03/2006 22.31]

Ravennanelcuore
00giovedì 2 marzo 2006 22:50
Re:

Scritto da: scafx 28/02/2006 16.18
Ecco la foto di Federico, morto per un malore....

Vietato ai minori di 18 anni

federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/./photos/uncategorized/aut31801_s...



SENZA PAROLE...
Ravennanelcuore
00giovedì 2 marzo 2006 22:58
Questo è il link al blog della madre di Federico:
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/
scafx
00giovedì 2 marzo 2006 23:34
LETTERA APERTA SULLA MORTE DI FEDERICO ALDROVANDI


Caro procuratore Capo,

ho letto ed ascoltato alla televisione le Sue parole sul caso nato dalla morte di mio figlio.
Sono profondamente addolorata e rattristata di fronte alle (poche per fortuna) dimostrazioni di inciviltà che qualcuno sul blog o sui muri vuole a tutti i costi dare per distinguersi da tutti coloro, con incarichi istituzionali e non, che mi sono costantemente vicini e solidali nella richiesta di verità e giustizia.
Vedo che anche lei come noi lamenta un clima pesante nel quale si svolgerebbero le indagini, mi chiedo a cosa lei faccia riferimento nel fare questa valutazione.
Ad una scritta apparsa sui muri già da tempo il cui significato si denuncia da sé senza necessità di ulteriori commenti?
A qualche insulto o minaccia apparsi sul blog da parte di chi sicuramente non ha a cuore la sorte di Federico o mia?
Caro Procuratore io, diversamente da Lei, sono nata e cresciuta in questa città, così come i miei familiari e credo di conoscerla bene.

La gente è civile, onesta, composta ed assolutamente estranea a qualunque genere di violenza anche verbale. E’ così per DNA generazionale. Questa, tutto sommato, è una città tranquilla. Ma alla gente di Ferrara ed a coloro che la rappresentano non si può impedire di pensare, di sapere, di valutare.
Qualcuno ha detto "che in una città piccola come Ferrara la verità viene sempre fuori". Ciò è ormai già accaduto. "E’ meglio quindi che venga fuori prima per la via ufficiale e non per altre vie".
Anche questo credo si sia già verificato. Noi la verità la conosciamo. A chi mi accusa di cercare una verità precostituita, rispondo di fronte a Dio e di fronte agli uomini, che la verità è una sola e non può essere quella spesso molteplice e contraddittoria delle aule di giustizia.
Vista le Sue continue e tempestive esternazioni sul caso che riguarda mio figlio, Le chiedo di rispondere pubblicamente a queste semplici domande:

Perché mio figlio è morto alle 6 del mattino del 25/9/2005 a poche centinaia di metri dalla sua casa, mentre noi genitori, che lo stavamo cercando in tutti gli ospedali, siamo da Voi stati informati ben 5 ore più tardi?

Perché si è fatto in modo che io non lo vedessi quando era ancora sul luogo dove aveva trascorso i suoi ultimi momenti della sua troppo breve vita?

Perché quando ripetutamente lo chiamavo sul suo cellulare col mio ed appariva la scritta "mamma" nessuno rispondeva, mentre quando lo chiamò mio marito col proprio ed apparve la scritta "Lino", un agente rispose?

Perché questo agente, che già sapeva perfettamente che stava parlando col padre di un ragazzo appena morto non gli disse nulla, ma anzi chiuse la conversazione in modo quantomeno sgarbato e sbrigativo, costringendoci a tempestare invano la Questura per chiedere informazioni sulla sorte di mio figlio?

Perché quella maledetta mattina la Questura fornì ai giornali una versione dei fatti completamente falsata in quanto si sostenne che Federico era morto per un "malore" in circostanze apparentemente non violente, tacendo che nel fatto ben quattro agenti sono ricorsi alle cure mediche all’Ospedale S. Anna?

Perché solo in Parlamento è stato ammesso il violento uso di manganelli sul corpo di mio figlio, fino a romperne addirittura due?

Perché tanta violenza? Per impedirgli di farsi del male da solo?

Perché si è falsamente sostenuto o comunque lasciato intendere che Federico fosse ancora vivo all’arrivo dei sanitari i quali, addirittura si sarebbero opposti alla richiesta di togliergli le manette?

Perché si è chiesto l’intervento della DIGOS con la motivazione che il giovane, privo di documenti, indossava abiti che potevano corrispondere alle persone dedite a frequentare i centri sociali, mentre non si è voluto rispondere al telefonino che chiaramente diceva che lo stava chiamando la mamma?

Caro Procuratore, i perché non sarebbero finiti , ma gli altri riguardano le modalità delle indagini e li lascerò per ora ai miei legali.

Se per clima si intende fiducia sul Vostro operato, questa purtroppo siete ora voi stessi a dovervela guadagnare di fronte alla collettività.
Fiducia che, su richiesta del mio legale, a suo tempo espressi insieme a mio marito in modo chiaro, esplicito e totale.
Le forze di Polizia sono un patrimonio preziosissimo delle comunità e meritano assoluto ed incondizionato rispetto. Chi mette in dubbio ciò in nome di mio figlio, sappia che manca di rispetto alla sua memoria.
Ciò però non significa che qualcuno non possa aver sbagliato quella maledetta notte.
Ciò però non esime quegli agenti interessati, il Questore, e tutti gli altri dall’obbligo della verità.

Attendo cortese risposta.

=Leonessa=
00giovedì 2 marzo 2006 23:56
Non c sono parole x discutere d questa vicenda!! Speriamo ke la verità venga presto a galla e ki deve essere punito venga punito severamente con il massimo della pena!! Questi signori sono delinquenti!! Mica il povero marocchino ke è stato picchiato a sassuolo!! Spero ke vengano puniti pesantemente anke quei carabinieri di sassuolo e ke vengano mandati a lavorare in miniera!! Ovviamente con tutto il rispetto x i minatori!! LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE X TUTTI CAZZO!!
scafx
00venerdì 3 marzo 2006 08:59
Re:

Scritto da: =Leonessa= 02/03/2006 23.56
Non c sono parole x discutere d questa vicenda!! Speriamo ke la verità venga presto a galla e ki deve essere punito venga punito severamente con il massimo della pena!! Questi signori sono delinquenti!! Mica il povero marocchino ke è stato picchiato a sassuolo!! Spero ke vengano puniti pesantemente anke quei carabinieri di sassuolo e ke vengano mandati a lavorare in miniera!! Ovviamente con tutto il rispetto x i minatori!! LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE X TUTTI CAZZO!!



si però...


Scritto da: scafx 02/03/2006 23.34
Le forze di Polizia sono un patrimonio preziosissimo delle comunità e meritano assoluto ed incondizionato rispetto. Chi mette in dubbio ciò in nome di mio figlio, sappia che manca di rispetto alla sua memoria.Ciò però non significa che qualcuno non possa aver sbagliato quella maledetta notte.




si chiede solo verità e giustizia.
scafx
00mercoledì 15 marzo 2006 23:35
Fonte QNazionale

CHOC A FERRARA
Caso Aldrovandi, indagati 4 agenti

Iscritti nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale. Decisi un supplemento di perizia sulle due consulenze sull'autopsia


FERRARA, 15 marzo 2006 - Clamorosa svolta nella vicenda di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto in circostanze non del tutto chiare lo scorso 25 settembre.

La procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio preterintenzionale, i quattro agenti (tre uomini e una donna) presenti all'intervento del 25 settembre scorso in cui mori' Aldrovandi.

A confermare le tante indiscrezioni che si rincorrono da ieri e' stato questa mattina il procuratore capo Severino Messina.

Il magistrato ha anche confermato di aver incaricato il professor Francesco Maria Avato, direttore dell'Istituto di medicina legale, per eseguire un supplemento di perizia sulle due consulenze depositate nelle settimane scorse dai tecnici della famiglia Aldrovandi e della procura stessa.
I risultati di questo supplemento di chiarimenti dovra' essere depositato tassativamente entro il 7 aprile prossimo.

Lo stesso magistrato ha spiegato che la scelta dell'iscrizione al registro indagati e' un atto tecnico deciso in questo momento, che non presuppone alcuna ipotesi di responsabilita'.Il pm ha poi precisato il motivo della richiesta di supplemento: dalle due consulenze delle parti, famiglia e procura, erano emersi elementi divergenti.

La consulenza della procura parla di una asfissia dovuta ad una concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre i tecnici della famiglia avevano evidenziato nella causa della morte una ''asfissia posturale'' dovuta al fatto che il ragazzo sarebbe stato ammanettato con le mani dietro la schiena, posizione che avrebbe causato l'asfissia.

Quindi da una parte c'e' la consulenza della procura che e' arrivata a concludere per una asfissia ''non colpevole'' (come l'ha indicata il pm Messina per far capire) mentre la famiglia ha presentato la tesi dell'asfissia ''colpevole''.

''Non abbiamo nessun pregiudizio - ha ribadito il pm Messina - e intendiamo verificare e valutare fino in fondo tutte le risultanze delle consulenze anche e soprattutto quelle presentate dai tecnici della famiglia. Per questo motivo abbiamo chiesto un supplemento 'a chiarimento' come indica la procedura, ai nostri consulenti e abbiamo incaricato il direttore dell'istituto di medicina-legale di Ferrara, affinche' valuti anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due consulenze''.

Quella della procura parla di tracce di droga riconducibili alla morte, mentre quella dei tecnici della famiglia sostengono che si tratti di tracce del tutto scollegate. Ma questa richiesta tecnica e' appunto scollegata all'iscrizione al registro degli indagati, in quanto il supplemento di perizia viene svolto senza garanzie di difesa.

Il pm Messina ha spiegato che la decisione di indagare i 4 agenti e' frutto di una ''strategia processuale'' e non vi sono elementi di nessuna novita' nell'inchiesta dal punto di vista probatorio.

Ma l'inchiesta sulla morte di Federico Aldrovandi registra in queste ore anche un'altra novita': il pm titolare dell'indagine, Mariaemanuela Guerra ha lasciato l'inchiesta per motivi personali e famigliari e ora l'inchiesta e' avocata dal pm Messina che dovra' valutare prossimamente se tenerla per se' e gestirla in prima persona o affidarla ad un nuovo sostituto.
scafx
00giovedì 16 marzo 2006 11:17
Re:

Scritto da: scafx 15/03/2006 23.35
il procuratore capo Severino Messina.




[SM=x374917] [SM=x374917] [SM=x374917]
B@rt
00domenica 17 settembre 2006 10:52



Dal blog di federico

In conferenza stampa


Stamattina c'è stata la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. Ne ho approfittato, confesso che ne ho approfittato per togliermi alcuni grossi sassi dalle scarpe, e per fare il punto dopo un anno che Federico è stato ucciso, mettendo in coda le ultimissime novità e le nostre considerazioni su queste.

Mi ero scritta una traccia, che ho approfondito mentre parlavo, ma usando quella posso ripetere tutto a voi qui sul blog.

Ho iniziato parlando della manifestazione, di come sarà strutturata di quali sono gli intenti e le richieste nostri e della neonata Associazione Verità per Aldro, in cui sono confluiti tutti i Comitati nazionali e sottolineando che sappiamo bene che se ci dovessere essere un singolo peregrino episodio scorretto, questo sarà da qualcuno sottolineato e sfruttato per cercare di togliere credibilità alla folla civile e pacifica che pretende verità e giustizia. La violenza non abita qui. Ce n'è stata già troppa. Perciò se ci fosse qualcuno intenzionato ad uscire da queste aspettative che se ne stia a casa. Poi ho seguito questa traccia:

" Vorrei fare una dichiarazione preliminare.

Ho letto di accuse che sono state rivolte a noi genitori di Federico e a coloro che sostengono questa battaglia dal questore e da alcune forze politiche, alle quali colgo l’occasione di replicare chiarendo qual è il significato del blog, della nascita del Comitato, e di tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi sino a questa manifestazione.

A chi ci accusa di aver parlato di “complotti, di manovre per tacitare questo o quello” e a tutti voi vorrei ancora una volta chiarire che tutto ciò nasce dalla richiesta sempre più forte di avere indagini e processo giusti e “normali”.

Diritti questi che ci sono stati invece inizialmente negati.

Non si può impedire che tutti sappiano cosa è accaduto: oggi voglio ribadire che cosa significa per noi verità e giustizia, e il perché sono stata costretta ad aprire un blog che ha dato il via al coinvolgimento dell’opinione pubblica in questa drammatica vicenda.

Quali sono le anomalie? Oggi voglio dare più concretezza alla mia denuncia.

1) La mattina del 25 settembre moriva mio figlio in circostanze assolutamente violente e cruente. Si parlò prima di un malore da overdose poi di un intervento finalizzato a difendere mio figlio da se stesso in quanto stava compiendo presunti, e poi smentiti, atti di autolesionismo.

2) Il pm, che sempre normalmente interviene in loco in caso di morte violenta, al fine di prendere cognizione diretta dei luoghi, delle circostanze teatro dei fatti, per la morte di mio figlio non c’è andato.

3) l’auto sulla quale, a detta dei poliziotti intervenuti, si sarebbe ferito mio figlio, non è stata sequestrata consentendo che essa venisse pulita e riparata prima che qualsiasi processo potesse essere celebrato.

4) I manganelli usati per percuotere mio figlio, 2 dei quali andati rotti, non sono stati nemmeno essi sequestrati impedendo che essi venissero consegnati così com’erano immediatamente dopo i fatti e messi a disposizione di un eventuale giudice. Si badi bene che siamo venuti a sapere della rottura dei 2 manganelli soltanto a blog aperto e a polemica scoppiata. L’ha riferito il ministro Giovanardi rispondendo all’interpellanza parlamentare proposta dall’on. Titti de Simone. I manganelli sono stati messi a disposizione della procura soltanto in data….a blog già aperto e a polemica scoppiata

5) il nastro contenente la registrazione dei drammatici colloqui avvenuti tra i poliziotti e la sala operativa della questura, dove essi dichiarano di averlo picchiato di brutto per mezzora, e altre frasi dal contenuto inequivocabile, non è stato sequestrato dal magistrato. Esso è stato messo a disposizione della procura soltanto molto tempo dopo a blog già aperto e a polemica scoppiata il….

6) Nelle annotazioni di servizio e in qualche relazione stesa da parte di coloro che sono intervenuti quella mattina, si afferma il falso, e cioè che mio figlio fosse morto di fronte ai sanitari, e fosse ancora vivo quando essi sono arrivati. Ciò non è vero e il fatto che tali affermazioni provengano da coloro che hanno l’obbligo e la funzione di garantire al magistrato la piena leale e certa conoscenza dei fatti di un’ipotesi di reato è anomalia alquanto inquietante

7) Viceversa, il 28 settembre, e pertanto solo il terzo giorno dalla morte di mio figlio, dopo aver appena affidato l’incarico al proprio perito di stabilire le cause della morte, a indagini ancora ferme, il procuratore capo della repubblica Messina ilasciava un’intervista con la quale si intendeva chiaramente assolvere l’operato dei poliziotti mesi prima che i periti depositassero la loro relazione

8) I nostri avvocati, che hanno rilevato queste anomalie, sono stati insieme a me indagati e denunciati disciplinarmente.

9) Il pm primo titolare dell’inchiesta si è poi improvvisamente dimesso per motivazioni che, siano quelle dichiarate o qualunque altra, già da tempo aveva e non se ne capisce il ritardo.

10) Tutte le indagini nelle fasi più delicate sono state condotte dal pm che si è poi dimesso, in collaborazione con un ispettore di polizia che fa parte della squadra di pg presso la procura, coordinata dal convivente di una degli indagati.


Queste sono solo alcune delle anomalie verificatesi: credo di poterle chiamare tali anche se qualcuno dichiara apertamente di fare collezione di tutti i giornali per instaurare poi una causa miliardaria contro di noi.

Rispetto il questore che dichiara di essere tranquillo e sereno e in buona fede. Prendo atto della sua dichiarazione secondo la quale noi non lo saremmo. Mi piacerebbe che lo chiarisse, anche pubblicamente.

Ora siamo ad una perizia in un processo dove le indagini sono state fatte nel modo che sappiamo, e mi chiedo che cosa significhino i concetti di tempestività, genuinità ed efficacia delle indagini preliminari.

Mi è stato riferito che il medico legale torinese Roberto Testi, perito “super partes” nominato dal giudice e noto anche per le sue collaborazioni con polizia scientifica e Ris in casi di rilievo, manifesterebbe aprioristicamente una certa propensione “difensivista” in favore degli indagati: non voglio attribuire eccessiva importanza al fatto che sulle pareti del suo studio sono ben visibili i “ricordi” della polizia di stato, ma confido che i periti rifuggano da tentazioni “negazioniste”, che – dopo tutto il tempo trascorso ed il dolore e la fatica spesa per avere un’indagine degna di questo nome – non sono assolutamente disposta a tollerare.

Ricordatevi comunque che i poliziotti, che sempre ci hanno accusati di essere calunniatori, sciacalli e quant’altro, protestando la loro innocenza, quando sono stati chiamati all’interrogatorio dal nuovo pm, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.È un sacrosanto diritto ma per me significa che hanno qualcosa da nascondere e che non vogliono dire al nuovo magistrato."

Poi, ho preso una copia, avuta poco prima della conferenza stampa, della bozza di verbale del primo incontro relativo all'attività peritale disposta in incidente probatorio, a cui hanno partecipato i periti di Torino incaricati dal giudice, i consulenti nominati dai 4, e i consulenti nominati da me. Ho voluto leggere alcuni passaggi affermati dal nostro consulente Prof. Santo Davide Ferrara, dell'Università di Padova (a detta dei più il maggior esperto tossicologo in Italia), molto significativi:

- il Prof. Ferrara esprime perplessità in merito alla mancanza di elementi di verifica della catena di custodia dei reperti;

- nè la confezione contenente i reperti, nè i reperti stessi sono dotati di sigilli;

il Prof. Ferrara svolge una serie di considerazioni critiche riassumibili come segue:

a) la consulenza medico legale svolta a suo tempo su incarico del Pubblico Ministero è gravemente carente in quanto non sono stati prelevati reperti tissutali, quali fegato ed encefalo, che sarebbero stati preziosi a chiarire i tempi di assunzione e gli effetti delle sostanze farmacologiche ipoteticamente assunte;

b) manca qualsiasi elemento di certezza riguardo alla catena di custodia dei reperti, che non è in alcun modo documentata;

c) non esistono elementi che permettano di affermare che i reperti siano stati conservati in maniera adeguata;

d) le analisi chimico-tossicologiche eseguite in prima istanza presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Ferrara sono state svolte in maniera inadeguata, in quanto incomplete del quadro metabolico, limitate negli obiettivi ed anche parzialmente incoerenti nei risultati;

e) i reperti residuali, oggi disponibili per l'indagine peritale, sono del tutto insufficienti ad effettuare una ricognizione tossicologica esaustiva delle sostanze potenzialmente assunte e dei relativi metaboliti;

f) la determinazione quantitaviva dei metaboliti è peraltro indispensabile per delineare un quadro scientificamente certo delle sostanze assunte e soprattutto dei tempi di assunzione, che possa far luce sul comportamento dell'Aldrovandi prima del decesso e sulle cause stesse del decesso.

NON HANNO CONSERVATO I REPERTI!!

che è successo? non li hanno prelevati o li hanno buttati via o si sono deteriorati? che cavolo ha fatto la medicina legale di Ferrara??

QUALE DIGNITA' PUO' AVERE QUEST'INDAGINE?? NON SI VERIFICA MAI E POI MAI UNA SIMILE "INCURIA", SE NON IN PROCEDIMENTI PATOLOGICI!!

DOV'E' LA COSIDDETTA "EFFICACIA DELL'INDAGINE"??

IN CHE MODO LA MAGISTRATURA FARA' CHIAREZZA??

COME FACCIO A PENSARE CHE VERRA' FUORI LA VERITA? COME???

Però la gente non è stupida[/G], non si può pensare di tenere nascosta la verità. Tutti possono vedere quelle foto, e leggere la testimonianza, e conoscere Federico attraverso il racconto di tutti quelli che lo hanno conosciuto: noi, gli amici, i professori, i vicini di casa. Chiunque, al di là di tutto, vi dirà che ERA UN RAGAZZO DI 18 ANNI E DUE MESI, PIENO DI SPERANZE E DI SOGNI, CON LA VITA DAVANTI, E TUTTA LA VOGLIA DI VIVERLA...
Ravennanelcuore
00domenica 17 settembre 2006 21:09
Che schifo,ogni volta che leggo qualcosa su questo caso mi vien male...
scafx
00domenica 17 settembre 2006 21:48
Re:

Scritto da: Ravennanelcuore 17/09/2006 21.09
Che schifo,ogni volta che leggo qualcosa su questo caso mi vien male...



è già qualcosa, pensa che la maggior parte della gente manco ci riflette, chissà magari anche alla madre di federico, tanti anni fa, è capitato di leggere di un fatto del genere e pensare che era una cosa che non le riguardava....
)LuKaS(
00domenica 17 settembre 2006 22:52
Re: Re:

Scritto da: scafx 17/09/2006 21.48


è già qualcosa, pensa che la maggior parte della gente manco ci riflette, chissà magari anche alla madre di federico, tanti anni fa, è capitato di leggere di un fatto del genere e pensare che era una cosa che non le riguardava....



non si può rimanere indifferenti a leggere certe cose...ma purtroppo al mondo è pieno di gente che se ne frega di ciò che accade oltre al proprio giardino ed è buona solo a fare chiacchiere da bar.
!deb!
00mercoledì 20 settembre 2006 23:01
povero piccolo e non è il primo e non sarà l'ultimo.. con una divisa addosso si senton padroni del mondo.. infami bestie..
NOI NON SIAMO VESTITI UGUALI!
=nmm=
00domenica 24 settembre 2006 00:24
B@rt
00domenica 24 settembre 2006 09:33
Che rabbia..
=nmm=
00domenica 24 settembre 2006 23:39
scafx
00lunedì 25 settembre 2006 23:05
estense.com

Successo per la manifestazione nazionale a Ferrara
Aldrovandi. Ottomila in piazza per chiedere ''verità e giustizia''


Erano ottomila. Ottomila persone – secondo le stime degli organizzatori confermate dalla questura -per le strade di Ferrara. È stata un successo di partecipazione e compostezza la manifestazione nazionale per Federico Aldrovandi. Partito un po’ “in sordina”, sulle note di Starway to heaven, la canzone preferita di Federico, con circa 1500 persone in piazzale Poledrelli, il corteo è diventato via via sempre più numeroso, finché non è sboccato in largo Castello per il discorso di Patrizia Moretti e il concerto di chiusura.

“Senza di voi non saremmo giunti fin qui – afferma dal palco la madre di Federico -. Questa manifestazione è una battaglia per i diritti civili, per gridare a gran voce che siamo tutti uguali di fronte alla legge. Non vogliamo fomentare nessun odio né fare processi di piazza, ma solo rivendicare il rispetto delle regole e il rispetto per la dignità della morte e della vita di mio figlio. Tutto è nato dall’apertura del blog e sapete tutti come si sono evolute le vicende da allora. Noi genitori un anno fa siamo stati travolti dai fatti e dagli avvenimenti e avremmo accettato qualunque verità, purché questa fosse stata perseguita correttamente, lealmente e in modo efficace e tempestivo. Questo non è accaduto e oggi vogliamo dire che non dovrà più accadere”.

“È passato un anno da quel giorno terribile – continua Patrizia dal palco -. È passato un anno da quando mio figlio uscendo di casa mi ha salutato per l’ultima volta. Oggi siamo qui per avere verità e giustizia. Ci sono materiali che attraverso i media sono stati portati all’attenzione di tutti e chiunque può farsi un’opinione o quanto meno avere dei dubbi a proposito delle gravi anomalie che ha avuto l’inchiesta. Siamo qui per lottare con gli strumenti della legalità e mettere coloro che hanno determinate funzioni di fronte alle loro responsabilità”.

Tutta la manifestazione si è svolta con ordine e correttezza, senza nessun disordine. Ciononostante i negozianti di via Bologna – malgrado le rassicurazioni della questura – hanno preferito, salvo pochissime eccezioni, tenere le saracinesche abbassate. Loro forse sono gli unici sconfitti di questa giornata. Alla partenza si è presentato anche il questore Luigi Savina “ringraziandoci – racconta Lino Aldrovandi - per il tono equilibrato che abbiamo usato nei giorni scorsi e per la lettera diretta alla città prima della manifestazione”. Nel corteo si sono notati anche il sindaco Gaetano Sateriale e tantissimi rappresentanti del centrosinistra ferrarese, giunte comunali e provinciali comprese. Tutti senza bandiere di partito. Il primo cittadino ha risposto indirettamente alle polemiche dell’opposizione che aveva criticato la presenza della giunta alla manifestazione. “Il clima di oggi – ha detto Sateriale – dimostra che avevamo ragione. La gente, dopo questo evento che non ha precedenti nella storia recente della città, ha visto entrare in crisi la fiducia nelle istituzioni. Sarà un compito difficile, ma dobbiamo cercare di recuperarla”. C’è anche Heidi Giuliani a manifestare solidarietà a chi, come lei, ha perso tragicamente un figlio: “Patrizia si trova a combattere la stessa battaglia contro una verità ufficiale che non corrisponde alla realtà dei fatti. Sono qui per esserle vicina in questo”. “Tutte e due – le risponde a distanza Patrizia – vogliamo che chi ha fatto del male ai nostri figli paghi per le sue azioni. La loro morte ci rende uguali”.

Non mancavano neppure i parlamentari. Dalle prime file si intravedevano i ferraresi Rosella Ottone, Roberto Soffritti e Fernando Rossi. E ancora Titti De Simone del Prc e Paolo Cento dei Verdi, Katia Canotti dei Ds e Lidia Menapace di Rifondazione.

Tutti dietro lo striscione “Verità grido il tuo nome perché non succeda mai più”. In testa invece un megafono da un’auto precede il corteo. Dall’altoparlante musica e poesie dedicate a Federico dai suoi amici, quelli dell’associazione “Verità per Aldro”. “Sono stati dodici mesi duri – racconta il portavoce Andrea Boldrini -, ma oggi c’è spazio per essere contenti della vicinanza di così tante persone. Speriamo serva per avere verità e giustizia il prima possibile”.


=nmm=
00martedì 26 settembre 2006 00:42
E' allucinante vedere come i giornali tanto cari a tattoo, kyuss & co. (cioè carlino, voce e giornale) facciano finta di non vedere cos'è successo un anno fa a ferrara.
Carlo Giuliani aveva in mano un estintore, era un cattivone che si scagliava contro i buonissimi carabinieri e quindi prendere posizione contro di lui è sicuramente più semplice rispetto al caso di Aldro, ucciso solo perchè era per strada alle 4 di mattina "vestito da frequentatore dei centri sociali" (così è scritto nel verbale).
Un anno di silenzi, di provocazioni, di falsità e di insabbiamenti. Non so se Aldro fosse un compagno, mi interessa ben poco, so solo che è stato ammazzato a manganellate, gli hanno spaccato 6 costole (che gli hanno forato un polmone), gli hanno spappolato un testicolo, gli hanno fracassato il cranio e perché?
Non si sa.
Dopo 1 anno non si sa nulla, nessuno ha pagato e molto probabilmente nessuno pagherà mai.
L'unica cosa certa è che i due/tre testimoni si sono presentati dopo mesi accompagnati dagli avvocati, come se temessero qualcosa, cazzo sono testimoni e basta perché aver paura?
La risposta è tanto semplice quanto allucinante: siamo in uno stato di polizia.
Viviamo cioè una realtà in cui chi denuncia polizia e/o carabinieri deve temere per la propria incolumità.
Così la "nera" che ha visto tutto viene espulsa perché non ha il permesso di soggiorno, il vecchio che ha visto qualcosa riceve la visita di "presunti" digos e via così.
E il carlino o finge di non sapere cos'è successo o difende "senza se e senza ma" gli sbirri inventandosi che Aldro era un tossico, un violento ecc ecc ecc.

365 giorni fa è morto un ragazzo (ucciso dagli eroi del cazzo in divisa tanto osannati dalla destra) ma 'sta volta non c'entra la droga, non c'entrano gli extracomunitari, non c'entrano i centri sociali, quindi dov'è la solidarietà di "destra" per l'italico giovane barbaramente ucciso?
Ah beh, certo, era di "sinistra" quindi chi se ne fotte se l'hanno ammazzato, anzi facciamo articoli diffamanti, inventiamoci cazzate, dipingiamolo come un esperto di kung fu che si è spappolato da solo testa e palle, così "l'arma" che tanto piace a kyuss & co. è salva e può continuare a uccidere.

VERITA' PER ALDRO!

[Modificato da =nmm= 26/09/2006 0.45]

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