Caso Rahman: manifestanti in piazza contro la liberazione
Scritto da: enricomolinaro 28/03/2006 10.49
il risentimento degli schiavi contro un uomo libero è cosa umanissima, che non mi stupisce affatto:
il problema è che il mantenimento delle masse islamiche in una condizione subumana è interesse, che viene accuratamente preservato, tanto del potere islamico quanto di quello capitalista, che col primo è quasi sempre alleato e connivente:
(e quando scoppia la guerra, è perché l'equilibrio, in una data situazione, si è rotto; non è mai una guerra di liberazione):
bestion, tu che sei in buoni rapporti con Gesù, chiedigli un po' se può liberarci, in un colpo solo, di islamismo e capitalismo:
[Modificato da enricomolinaro 28/03/2006 10.50]
Scritto da: enricomolinaro 28/03/2006 13.32
uno come Abdul Rahman non fa comodo a n-e-s-s-u-n-o:
certamente, gli occidentali, per non perdere la faccia, troveranno il modo di non farlo scannare, ma è, anche per loro, un rompipalle:
Convengo col tuo ragionamento, ma lo allargo con un’altra constatazione più cruda e a mio avviso radicale:
Quella che tu fai ben notare è sempre stata e sempre sarà la logica irreversibile nell’immanente della nostra realtà quotidiana, la quale in apparenza, è adulterata dai pochi che detengono il “potere”. Il criterio più consono è invece che, se da una parte il sistema per poter sussistere proficuamente al suo esclusivo interesse abbisogna che i molti siano da lui tiranneggiati, dall’alta, il medesimo potere trova il suo facile terreno verso gli asserviti, i quali, pur vedendo altre possibili alternative, le rendono assolutamente irrealizzabili per le loro volute accidiose scelte.
È lampante inoltre che l’uso migliore a quest’ambivalente sopruso, è di attuarlo col metodo sistematico a prescindere dal vestito religioso e ideologico col quale, in tempi e luoghi diversi, si presenta. Soprattutto, è di adescare con modi indolori, abili e suadenti con cui poter padroneggiare poi sull’insieme della popolazione; che a sua volta però e purtroppo, è spesso rea per la sua consapevole incoscienza d’indolenza religiosa, pigrizia culturale e civica. Essa è come quel sempre mitico gregge di pecore e caproni allo sbando che non cerca un pascolo sicuro da cui cibarsi e non vuole trovare un ovile stabile dove riposare. È allora come una massa enorme d’indifferenti oziosi che, rinunciando alla fatica della propria libertà, hanno solo l’urgente esigenza di sentirsi comandati e sottomessi.
Almeno da questo lato e fine non v’è alcuna differenza tra l’occidente cristiano democratico, progressista ed avanzato, da quello del mondo islamico orientale assolutista così retrivo e medioevale.
Quanto alla preghiera da rivolgere al nostro Amico e Salvatore Gesù, essa va implorata da tutti (non solo da me che con Lui ho sicuramente buoni rapporti!), tenendo tuttavia conto di ciò che Egli ha già operato con la sua croce e risurrezione. Difatti, Lui che come Dio è il Potere e come Figlio dell’Uomo è a misura nostra e della terra, ha fatto del potere un Servizio “per” tutti gli altri; indipendentemente dalla loro provenienza ideologica e religiosa. Di modo che, resta indispensabile sia per i pochi delegati al governo del potere sia per la massa a cui questo deve adeguarsi, il comune senso di servizio reciproco assumendo ognuno la propria irrinunciabile parte di responsabilità.
No dunque a chiedere la liberazione dall’islamismo, no a quella del cristianesimo e d’altre religioni; non è nemmeno da domandare la soppressione del capitalismo o d’altre rette ideologie.
È un sì invece, a supplicare un cammino di rinnovamento ideologico; ed è anche un sì ad invocare la semplice e più profonda conversione religiosa all’unico e vero Padre Eterno.
Manda, dunque, Signore il tuo Spirito benedetto e riempi ancora la faccia della terra!