da corriere.it
Nuova moda Usa: genitali da pornostar
LOS ANGELES - Solo pochi giorni fa il settimanale Time dedicava la copertina alla nuova ossessione per la bellezza che attraversa l'Europa, con relativo, sempre più ampio, e sempre più maschile, ricorso alla chirurgia estetica. La lettura dell'articolo lasciava chiaramente pensare che, nella corsa verso «l'effimero estetico», il Vecchio continente avesse raggiunto e superato il Nuovo.
A «ristabilire» le gerarchie tradizionali ci ha, in un certo senso, pensato il Los Angeles Times, dedicando un ampio servizio a quella che, partendo dalla California, potrebbe rappresentare la nuova frontiera della chirurgia estetica: quella dei genitali femminili.
GLI INTERVENTI - Se qualcuno pensa di aver capito male si ricreda: proprio di quello si parla. Stando al quotidiano della West Coast, sarebbero ormai un drappello neanche tanto esiguo le signore Usa che si sono affidate a bisturi e laser per ridisegnare l'aspetto delle parti visibili del loro apparato riproduttivo. Gli interventi richiesti sono di vario tipo: dalla riduzione delle piccole o delle grandi labbra, al rimodellamento del clitoride o del pube eccetera.
PORNOGRAFIA - La «moda», anche se forse è presto per chiamarla davvero così, pare aver avuto la sua culla nel Sud della California. E non caso, visto che la zona è la mecca dell'industria dei film porno. Infatti proprio la diffusione della pornografia sarebbe in parte all'origine del fenomeno. Gli specialisti intervistati dal giornale americano dichiarano che non di rado le donne che chiedono di cambiare l'aspetto dei loro genitali arrivano in studio portando una rivista hard sottratta al marito o al fidanzato e indicando alcune «regine del porno» come punti di riferimento estetico. Ma - fa notare il Los Angeles Times - il fenomeno è uscito dai confini californiani e gli specialisti (ancora relativamente pochi) disposti a intervenire per gli scopi descritti, si vedono arrivare clienti anche dagli Stati centrali del Paese o dalla costa orientale.
MOTIVAZIONI - Le motivazioni che spingono le donne a chiedere interventi di questo tipo sono di vario genere. Quello più comune attinge ovviamente a motivazioni estetiche e di insoddisfazione di se', ma ci sono anche donne mosse da qualche tipo di distrurbo con correlati fisici più chiari, magari legati a parti problematici o particolarmente numerosi. Anche in questo caso, fanno notare gli specialisti, come per qualunque altro intervento estetico, l'etica del chirurgo rappresenta l'unico filtro tra un operazione giustificata e una inutile e rischiosa.
RISCHI- Ridisegnare l'aspetto dei genitali a colpi di laser, bisturi e suture, infatti, non è senza prezzo. E non solo in termini meramente economici (fino a 18mila dollari per una «ritoccatina»). Ci possono essere anche conseguenze più o meno dolorose e serie sulla funzionalità locale e pericoli d'infezione. Non solo - ricordano alcuni ginecologi consultati - ci può essere anche qualche sopresa inaspettata. Ci sono donne che si rivolgono al chirurgo sperando di ottenere una maggiore soddisfazione sessuale, ma rischiano di fare (magari e non necessariamente) un favore al partner, ma di danneggiare se stesse perdendo «sensibilità».
FEMMINISMO - In tutto ciò non manca una chiosa dei movimenti femministi, che fanno notare come il desiderio di correggere l'aspetto dei genitali femminili, anche se contrabbandato talvolta come un gesto di «appropriazione» del proprio corpo (per sentirsi più a proprio agio con se stesse), sia, in realtà e in ultima analisi, nient'altro che l'ennesima, ed estrema, abdicazione ai modelli di bellezza decisi e imposti da una società maschile in obbedienza non più ai canoni dell'industria della moda, ma, addirittura, di quella della pornografia. Che- ricordano alcuni specialisti intervistati dal Los Angeles Time- non sempre vende «verità»: spesso e volentieri l'effetto «photoshop», cioè il fotoritocco, non si limita a cancellare imperfezioni della pelle del viso. E così ciò che sembra, non necesarriamente è. A tutti i livelli.