00 12/08/2010 15:35
Ecco che, dopo una lunga assenza (scusata: ero in giro per le Alpi a cercare posti nuovi), torno a scrivere una lunga recensione su una delle salite più entusiasmanti viste quest’estate.

Dove ci troviamo?...
Zermatt credo abbia bisogno di poche presentazioni, l’ho già scritto in passato parlando del Gornergrat.
Qua non mi resta che ricordare come la rinomata stazione sciistica invernale si trasformi d’estate in un piccolo paradiso per gli escursionisti e gli amanti della MTB, con una serie di strade sterrate – più o meno impegnative – che raggiungono le innumerevoli e splendide frazioncine che puntellano la conca di Zermatt.
Uno straordinario intreccio di strade bianche che permette, ai più fantasiosi, una quantità ed una varietà di percorsi quasi illimitate!

La salita.
Quella che descrivo oggi è una delle salite più famose della zona: tant’è che è descritta perfino nel Sito Ufficiale di Zermatt (http://www.zermatt.ch/it/).
Della salita ho però trovato ben poche recensioni in Internet (nessuna in italiano) pertanto, vista lo splendore dei luoghi visitati, m’è parso giusto ricominciare la stesura dei “miei racconti” proprio da lei. Mi pare corretto che gli amanti della MTB non abbiano più alcun timore, date le scarse informazioni al riguardo, ad intraprendere questa fantastica cavalcata (gli stessi timori li avevo io prima di iniziare a pedalare quella mattina!).
Oltre alla salita diretta allo Schwarzsee (bella ma un po’ breve) includerò nella descrizione la superlativa deviazione nella vallata dello Zmuttgletscher: una delle sorprese ciclistiche più entusiasmanti della stagione!

Un’ultima doverosa premessa: nella descrizione che segue cercherò di focalizzare l’attenzione anche sulle difficoltà tecniche (ciclabilità e pericolosità) delle due salite. Ovviamente questi parametri sono molto soggettivi e dipendono sia dalle capacità tecniche/atletiche di ciascuno, sia dalle condizioni meteo e sia dal mezzo a nostra disposizione: io cercherò di essere abbastanza obiettivo...

Il racconto parte da Zermatt, anche se è molto probabile che si cominci a pedalare ben più a valle (difficile trovare parcheggi non a pagamento nella parte alta della valle ed impossibile arrivare a Zermatt in auto, quindi...):



Non è facile districarsi nel dedalo di strade e stradine della cittadina ma, ricordandosi di stare ad oriente della Matter Vispa e di dirigersi verso sud, alla fine si dovrebbe giungere senza problemi alla stazione della funivia (1632m slm), da dove cominciano i rilievi altimetrici e da dove sarà difficile sbagliare strada: ora bisogna andare sempre dritti seguendo l’unica lingua d’asfalto.
Dopo la prima dura rampa iniziale (ben oltre il 10%) la pendenza si assesta intorno al 7-8%, senza grandi strappi ma anche senza molti momenti di riposo. Si entra nel bosco e, con un paio di tornanti, si raggiunge il caratteristico abitato di Furi e la relativa stazione (1900m slm).
L’asfalto prosegue, seppur malridotto; ora con andamento più discontinuo, alternando strappi duri a brevi falsipiani.
Alla nostra destra, le splendide baite di Zmutt:



Lo sterrato comincia a quota 1974m slm (peccato: sarebbe stato un duemilametri asfaltato inedito e di una spettacolarità unica!), dopo aver superato il laghetto artificiale creato dallo Zmuttbach a dalla relativa piccola diga:



A questo punto le pendenze salgono decisamente e, pur restando sempre tranquillamente pedalabili (sia per il fondo che per l’assenza di strappi oltre il 15%), ci fanno guadagnare rapidamente quota con una media dell’11%.
Il panorama si fa, pedalata dopo pedalata, sempre più grandioso: la vallata dello Zmuttbach si allarga, davanti a noi cominciano ad intravedersi le prime lingue di ghiaccio, mentre alla nostra sinistra la regale sagoma del Cervino spunta dalle montagne e sembra voler dominare tutta la nostra visuale.
A quota 2190m slm incontriamo, dopo un breve falsopiano, il bivio che conduce alla testata della vallata di Zmutt, deviazione che descriverò più avanti:



Ci attendono a questo punto 1500m estremamente duri che ci faranno compiere un balzo di oltre 200m, con una pendenza media del 14% e svariati strappi prossimi al 20% (i 500m più duri hanno una media del 16,6%). Indubbiamente il tratto più impegnativo della salita.
Ci verranno in aiuto sei tornanti (alcuni dei quali però stretti e da affrontare con la dovuta cautela) ed un fondo sempre perfetto e pedalabile (io però sono stato costretto al “piede a terra” per via del troppo traffico turistico: mica lo capivano, di doversi spostare!...):



Ci verranno in aiuto, ovviamente, anche gli splendidi panorami sulle montagne circostanti e sul Cervino (il quale, spostandosi via via più ad oriente, assume la sagoma più famosa delle Alpi):



Terminato questo durissimo tratto, una lunga (1km) contropendenza ci farà perdere leggermente quota. Alle nostre spalle scompare dalla vista l’incantevole vallata dello Zmuttbach; ma in compenso cominciamo a godere della visuale su buona parte delle vette del Mischabel, mentre a nord gli scorci su Dent Blanche, Obergabelhorn e Zinalrothorn sono sempre più grandiosi:



In questo ambiente austero si ricomincia presto a faticare in salita, sotto il Suo occhio attento e vigile (non dimentichiamoci che mancano ancora 150m di dislivello):



Purtroppo ora non ci sono più tornati a darci una mano e nell’ultimo chilometro segnalo tre strappi al 20%-25% di difficile ciclabilità (io non ho vergogna ad ammettere di aver messo piede a terra, ma sono convinto che qualche funambolo della MTB riesca a percorrerli interamente in sella – anche considerando che si tratta di strappi lunghi al massimo 30-40m).
Finalmente quindi, non senza difficoltà, si giunge allo Schwarzsee:



Pur non trattandosi di un vero e proprio valico, ma un picco roccioso, il panorama che si apre verso il Massiccio del Monte Rosa ed del Mischabel – fino ad allora nascosti appunto dello sperone – è da mozzare il fiato!
Hohtalli, Gornergrat, Rifferlhorn, Nordend, Dufour, Gornergletscher, Liskamm, Breithorn, Kleine Matterhorn, Colle del Teodulo...
E, ai nostri piedi (è proprio il caso di dirlo), l’ardita strada che – passando per la stazione di Furgg – ci condurrà nuovamente a fondovalle. Possiamo scorgere una miriade di sentieri, più o meno impegnativi: un vero paradiso per gli occhi (nella foto è evidente il sentiero che percorreremo in discesa con le sue due possibili varianti)!



A nord, invece, la splendida conca di Zermatt dominata dalle vette più alte del Massiccio del Mischabel capeggiate dal Dom (4545m slm):



Dopo un ultimo sguardo al protagonista della giornata, siamo pronti a tuffarci nella discesa:



Ci sono due possibilità.
I più timorosi possono tranquillamente tornare sui propri passi e percorrere la stessa strada dell’andata, evitando così tratti a piedi ed alcuni passaggi abbastanza impegnativi. I più avventurosi possono proseguire il percorso e scendere attraverso la vallata creata dal Furggbach: bisogna mettere in preventivo di farsi qualche tratto a piedi ma il tracciato, tutto sommato, non è mai esposto né pericoloso (inoltre il traffico turistico è decisamente minore).
Prima, però, la “foto cartello” al Restaurant Schwarzsee:



Ecco la prima parte della discesa che, fino ai 2430m slm della stazione di Furgg, non presenta il minimo problema:



Qui possiamo scegliere se prendere la direttissima della pista da sci (che costeggia il Furggbach ed obbliga necessariamente a scendere di sella) oppure il tratto a tornantini visto nella foto in precedenza. Io ho scelto il primo, non avendo la certezza assoluta che i due tracciati si congiungessero (cosa che poi ho scoperto avvenire 150m più a valle).
Non mi sento di definire questo tratto “pericoloso”, però certo bisogna avere un po’ di destrezza e il piede fermo, perché si tratta pur sempre di una pietraia:



Alternando tratti più o meno in sella ci portiamo, superando 4 larghi tornanti, al termine del tratto più difficoltoso:



Come si vede i panorami, seppur limitati dalla strettissima vallata, sono pur sempre degni di nota (nella foto il Liskamm, credo, e la lingua terminale del Gornergletscher):



Intorno a quota 2000m slm rimontiamo definitivamente in sella: la strada torna ampia e, con pendenze accettabili, sfiora le strapiombanti rocce della gola creata dal Gornerbach e ci riporta in pochi minuti alla stazione di Furi (dalla quale eravamo transitati qualche ora prima).



A questo punto solo asfalto (chi vuole può ovviamente scegliersi uno degli innumerevoli sentieri sterrati che portano a valle) fino a Zermatt.
Dove sarà ben difficile non volgersi alle proprie spalle per ammirare nuovamente, questa volta con un pizzico d’orgoglio, la sagoma del Cervino e dello Schwarzsee Restaurant appena conquistato!




In conclusione
La salita allo Schwarzsee è probabilmente la più alta e ciclabile del comprensorio di Zermatt (onore e miei personali complimenti a chi è salito sul Gornergrat pedalando quasi interamente: ma quella non posso considerarla una salita da bici...). I più allenati non avranno problemi ad affrontarla quasi interamente in sella (magari scendendo per poche decine di metri, più che altro per via del traffico turistico e per evitare “figuracce”).
Anche la discesa proposta, quella classica, non presenta evidenti difficoltà – ma mi sento decisamente di sconsigliarla alle “famiglie in vacanza” (le quali peraltro salivano al ristorante in funivia e scendevano dalla via “più tranquilla”).
Insomma: se volete provare un percorso di Alta Montagna non particolarmente impegnativo e difficile, ma che regali comunque panorami mozzafiato dal primo all’ultimo chilometro, e se volete “vivere” il Cervino e toccarlo quasi con mano, non avete che da venire quassù!


A presto (c’è ancora l’idilliaca deviazione allo Zmuttgletscher da raccontare!),
Emiliano
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