00 09/09/2007 13:10
Non voglio farne una questione di rispetto dell'inno nazionale o dell'etichetta o del fair play. Non sono così moralista e non voglio unirmi alla disapprovazione di circostanza dei telecronisti e dei giornali di oggi.
La mia è solo una riflessione su dove sia scivolata ormai la cultura sportiva (per dirla alla Arrigo Sacchi) nel mondo del calcio.
Cioè in un burrone senza fondo. E di quanto questo ormai sia percepito come "normale".
Penso solo al rugby, in questi giorni inizia il campionato mondiale, sport nel quale si assiste agli incontri accanto ai tifosi avversari, dividendo spesso e volentieri i cori e la birra, abbracciandosi agli inni nazionali.
Questo calcio "cannibale" nella nostra cultura, nella nostra tv, nei nostri pensieri e discorsi, è sempre più, a mio parere, un dato negativo della società italiana.
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"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri" (G. Gaber)