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    MATTO UFFICIALE
    00 23/08/2005 18:29
    La sfida in barca a vela di Hilary
    Il mare è per molti una sfida e un'attrazione fatale: per Hilary Lister, 33 anni, tetraplegica, è molto di più. E' la dimostrazione che la forza di volontà può tutto: Hilary è partita da Dover, sulla costa meridionale dell'Inghilterra e sta attraversando la Manica con una barca a vela di 7,9 metri per approdare a Calais, sulla costa settentrionale francese.


    A bordo del suo cabinato Malin, un Soling di 24 piedi, Hilary governerà la barca grazie a un sistema di scotte e bozzelli, elastici e rimandi collegati ad un sistema a pompa che le permette con la sola forza del respiro di poter eseguire le manovre seguendo la rotta e "cercando il vento" con relativa facilità.

    Può muovere solo gli occhi, la bocca e, con molta fatica, la testa. Tutti gli arti sono fuori uso. Ma Hilary, a dispetto del suo corpo non funzionante, dei suoi circuiti rotti, vuole andare fino in fondo. Anche a dispetto delle sfavorevoli condizioni meteo che hanno ritardato di di qualche ora la sua partenza.

    A dispetto di tutto quello che suggerirebbe il buon senso, o il vecchio sano pragmatismo inglese che non straborda mai e non si spinge mai oltre i confini e i limiti tracciati dall'esperienza. Ma Hilary è da anni intera che si accanisce a dimostrare il contrario e a pretendere dalla vita quanto le spetta. Nata 33 anni fa nel Kent, si è brillantemente laureata in biochimica, a Cambridge.

    Si è ammalata di mal di vela un paio di anni fa, quando un'associazione di assistenza ai disabili l'ha iniziata a questo sport. A tal punto "boat addicted", alcolizzata "dipendente dalla barca a vela", da progettare un'impresa mai tentata fino ad ora da una persona tetraplegica. Se ci riuscirà, Hilary entrerà nel libro dei record.

    Il tempo stimato per completare la traversata della Manica è di circa 5 o 7 ore, in un tratto di mare considerato anche dai velisti più esperti infido e pericoloso per via dei forti venti e delle correnti.

    Ma Hilary non si lascia scoraggiare dalle cattive condizioni che la stanno costringendo a ritardare la partenza. Si sente pronta da mesi e scalpita per salpare. Guarda l'orizzonte increspato e la massa burrascosa di acqua che si agita di fronte a lei. Il vento forza 40 e le onde che si frangono contro le scogliere non la turbano minimamente.

    Lei si sente tranquilla e non ha dubbi sull'esito positivo dell'impresa, "Sono troppo testarda, troppo ostinata per abbandonare", ha risposto. Il mare ama gli spiriti forti e premia talvolta l'audacia. Hilary è convinta che sia così.

    Dopo mesi di duro allenamento nelle acque gelide e burrascose della Manica, Hilary si sente pronta. Comunque vada, è già una grande vittoria.

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    00 25/08/2005 17:47
    Governo: "Scelli ha agito da solo"
    L'ex capo della Croce Rossa Maurizio Scelli ha svelato che la liberazione di Simona Torretta e di Simona Pari, rapite in Iraq, fu barattata con cure mediche richieste dai terroristi. Secondo Scelli Palazzo Chigi era d'accordo mentre gli Stati Uniti furono tenuti all'oscuro. Immediata la replica del Governo: "La Croce Rossa ha agito in piena autonomia. Noi siamo stati sempre leali con Francia e Usa".


    Secondo Scelli, i quattro terroristi che furono curati dai medici della Croce Rossa in Iraq erano stati feriti in combattimento ed erano ricercati dagli americani. "Tacere agli Usa fu una condizione irrinunciabile per garantire l'incolumità degli ostaggi e nostra, che trovò d'accordo anche il sottosegretario Gianni Letta" ha rivelato Scelli.

    Secondo il delegato della Cri, anche Nicola Callipari, il funzionario del Sismi che ha mediato per la liberazione di Giuliana Sgrena ed è rimasto ucciso facendo scudo con il suo corpo alla giornalista, si raccomandò di non parlare dell'operazione neppure al generale Mario Marioli, il vicecomandante delle forze italiane in Iraq, per garantire il successo della liberazione delle due Simone.

    "I quattro terroristi furono nascosti e vennero operati e curati dai medici della Cri. Curammo anche quattro loro bambini, malati di leucemia" ha dichiarato l'ex capo della Croce Rossa.

    Maurizio Scelli, coinvolto anche nelle trattative per il recupero dei resti del freelance Enzo Baldoni e di Salvatore Santoro, l'italiano residente a Londra ucciso il 16 dicembre scorso in Iraq, è entrato più volte in contatto con l'ambiente dei sequestratori di occidentali in Iraq e ha allacciato utili contatti con il consiglio degli Ulema.

    Si è attivato anche per recuperare il corpo di Fabrizio Quattrocchi e per la liberazione degli altri tre ostaggi italiani Agliana, Cupertino e Stefio.

    Per rendere possibile il recupero del corpo di Santoro, l'ex commissario della Cri ha accolto anche la richiesta di aiuto di un padre con tre bambini nati sordi dalla nascita che poteva dare utili informazione sul luogo in cui si trovava la salma. Così ha reso possibile il ricovero presso l'unità operativa di otochirurgia dell'ospedale di Padova ottenendo in cambio le informazioni richieste



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    00 27/08/2005 13:43
    In mille fuori da carcere Abu Ghraib
    Almeno 1.000 detenuti sono stati liberati dagli Usa dal famigerato carcere di Abu Ghraib, su richiesta del governo iracheno. Non è chiaro se la decisione sia legata alla richiesta avanzata dai negoziatori sunniti della nuova Costituzione. I sunniti avevano sollecitato la liberazione di prigionieri sunniti in modo che potessero partecipare ad un referendum e ad elezioni alla fine dell'anno.


    In un comunicato il Comando Usa precisa peraltro che i detenuti lasciati andare appartengono non a una sola comunita' bensi' a diverse; ad Abu Ghraib erano stati condotti da altri penitenziari sparsi per tutto il Paese, e sono poi stati rilasciati a scaglioni, a partire dal 24 agosto fino a tutt'oggi compreso.

    "Quelli che sono stati selezionati per essere liberati non erano colpevoli di crimini gravi, in particolare violenti come attentati dinamitardi, torture, sequestro di persona o omicidio", si puntualizza, "e si sono impegnati a comportarsi da buoni cittadini di un Iraq democratico", rinunciando dunque alla violenza stessa. La scelta e' stata effettuata da una commissione mista, formata cioe' rappresentanti sia del governo iracheno sia delle forze americane, ed e' stata condotta caso per caso, analizzando a fondo la storia personale e i precedenti di ogni interessato.

    Secondo indiscrezione però sembra che la maggior parte dei detenuti sia di religione sunnita. E che sia stata la stessa parte sunnita in parlamento a chiederne la liberazione in cambio di una decisiva svolta nei negoziati sulla bozza della nuova Costituzione.
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    00 29/08/2005 10:26
    Furgone su corteo agricoltori
    E' sfociata in tragedia la manifestazione dei braccianti agricoli che in Puglia hanno bloccato l'autostrada A14 e A16 per protestare contro il mancato pagamento delle indennità di disoccupazione. Un agricoltore è morto travolto da un furgone, mentre stava attuando un blocco stradale su una strada statale a Canosa Di Puglia. La vittima è un 54enne impegnato nella protesta. Fermato il conducente del furgone.


    I carabinieri sono ancora al lavoro per chiarire del tutto la dinamica dell'incidente. La vittima è Giuseppe Rella, di 54 anni. Oltre a lui, nell'investimento è rimasto ferito un altro agricoltore, del quale non si è appreso il nome, che è ora ricoverato in ospedale. Il furgone che ha investito i manifestanti era occupato da quattro persone che sono state fermate e che sono ora ascoltate dagli investigatori.

    Intantio sembra avviata verso il ritorno alla normalità la situazione del traffico in Puglia, dove per tutta la notte è rimasto paralizzato il traffico ferroviario e quello veicolare sulle autostrade A14 e A16. Lunedì mattina i manifestanti hanno iniziato a togliere i blocchi che avevano attuato da ieri all'altezza dei caselli di Cerignola dell'A14 verso Pescara, mentre al momento sono ancora in piedi quelli di Cerignola ovest della A16 verso Napoli, il cui transito è quindi bloccato. Anche l'occupazione dei binari della stazione ferroviaria di Cerignola si è conclusa e il transito dei treni è ripreso intorno alle 8. Sui tronconi autostradali bloccati durante la notte si sono formate colonne di automobili e alcuni occupanti hanno accusato malori. Sul posto sono pattuglie della polizia stradale che stanno cercando di far deviare il traffico sulla provinciale 88, verso Stornara.

    Il blocco ha creato disagi in gran parte del Meridione, e i viaggiatori diretti a Bari e nel resto della Puglia hanno dovuto affrontare un percorso molto lungo a bordo di pullman, perché il servizio sostitutivo ha dovuto aggirare Cerignola passando per Lavello e per altre zone della Basilicata.

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    00 29/08/2005 10:27
    Ricerca dell'Asl: sulla strada a 7 anni
    Sono circa 70mila le prostitute che lavorano in Italia e di queste duemila sono minorenni: finiscono sulla strada a 7 anni. I numeri di questa ricerca sono stati resi noti dall'Osservatorio dell'Asl di Rimini. Secondo i dati raccolti, poco meno della metà delle "lucciole" sono immigrate e provengono da Nigeria (59%), Albania (14,1%) ed ex Jugoslavia (10%). Il 94,2% sono donne, mente il resto transessuali e travestiti.


    A preoccupare, però, è soprattutto il crescente numero di baby prostitute. Lo sfruttamento sessuale per i minori italiani avviene prevalentemente in casa, mentre i piccoli stranieri, maschi e femmine, sono costretti a prostituirsi in strada o in locali. La novità di questo fenomeno è che i minorenni sono pronti a vendersi occasionalmente per concedersi dei piccoli lussi. Un altro fatto che emerge da questa ricerca, realizzata, esaminando le coste di Marche ed Emilia Romagna e le province di Milano, Venezia, Roma, Napoli, Bari e Palermo, è che spesso oltre alla prostituzione controllata da vere e proprie organizzazioni criminali, c'è quella gestita tra le mura di casa. Secondo le indagini, l'iniziazione avviene per lo più in famiglia con violenze fisiche e psicologiche. La prostituzione vera e propria comincerebbe poi con la vendita del bambino, un inganno o un rapimento frequente soprattutto nei Paesi dell'Est Europa.

    A peggiorare la situazione è il fatto che i numeri sono in continua crescita. Tante ragazze, infatti, preferiscono una vita che le consenta di guadagnare anche 20mila euro al mese piuttosto che la legalità di una vita normale ma ben meno agiata. Forse anche per questo il giro della prostituzione produce un fatturato annuo dai 16 ai 26 miliardi di euro.

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    00 29/08/2005 10:28
    Bandire quelle non in regola"
    Niente black list delle compagnie del trasporto aereo per l'Italia, ma non per disinteresse ma perchè la posizione del governo è assai più radicale di quella della commissione europea. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi che ha anche precisato: "Per noi e per i passeggeri devono esistere ed essere autorizzate ad operare solo compagnie aeree perfettamente sicure".


    Immediata la reazione dei Verdi, che si fanno sentire attraverso le parole del coordinatore nazionale Angelo Bonelli: "Mentre in alcuni Paesi dell'Europa ci sono compagnie aeree che sono state bocciate per gli scarsi standard di sicurezza, in Italia le stesse compagnie sono state promosse. E' per questo che la gestione del ministro Lunardi è totalmente inaffidabile".



    "A questo punto - prosegue Bonelli - non basta più diffidare Lunardi a rendere pubblico l'elenco delle compagnie aeree non

    sicure. E' necessario l'intervento dell'autorità giudiziaria per chiarire come mai alcune compagnie aeree sono vietate in Paesi europei, mentre in Italia no. L'inchiesta dell'autorità giudiziaria - conclude l'esponente dei verdi - è necessaria per garantire la sicurezza dei cittadini".

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    00 29/08/2005 10:30
    Al via evacuazione migliaia persone
    Paura a New Orleans per l'uragano Katrina, che punta dritto sulla città: le autorità hanno ordinato l'evacuazione obbligatoria di tutti gli abitanti. Katrina, che al suo passaggio sul sud della Florida ha provocato 7 morti, ha acquistato potenza transitando sulle acque del Golfo del Messico e attualmente è classificato come un uragano di forza 5, la massima prevista. Dovrebbe investire la città entro lunedì.

    L'allarme è reso più forte dal fatto che il Centro Nazionale degli Uragani di Miami prevede che l'uragano si rafforzerà ulteriormente nelle prime ore di domenica. Secondo la traiettoria prevista, dovrebbe investire New Orleans entro mezzogiorno di lunedì.

    L'allarme uragano riguarda tutta la costa della Louisiana. Il governatore dello stato Kathleen Babineaux Blanco ha dichiarato lo stato di emergenza e ha emesso l'ordine di evacuazione per le popolazioni residenti nelle basse zone costiere. Le autorità hanno avvertito di non mettersi in viaggio all'ultimo minuto e sulle superstrade stanno già cominciando a formarsi lunghe code di auto che si dirigono verso l'interno.

    Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin ha invitato a non farsi prendere dal panico ma ha avvertito che la situazione è di serio rischio. Nagin ha ordinato l'evacuazione di tutti i residenti: per gli sfollati sarà aperto il gigantesco stadio, il Superdome. Circa 1,3 milioni di persone vivono nell'area metropolitana di New Orleans. Intanto, le compagnie petrolifere hanno già provveduto all'evacuazione del personale da 21 piattaforme nel Golfo, una decisione che alimenta i timori di un ulteriore aumento del prezzo del petrolio alla riapertura dei mercati lunedì.

    Piogge torrenziali si stanno abbattendo anche su Cuba, in particolare nella zona occidentale dell'isola.

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    00 29/08/2005 10:32
    Un minuto di sonno costerà 70 centesimi
    E' l'ultima trovata di Mall of America, il centro commerciale più frequentato negli Stati Uniti. Fare shopping a spasso per 390mila metri quadri e 520 negozi è senz'altro un'esperienza faticosa, soprattutto per i mariti che le indomite casalinghe spesso si trascinano dietro. Così, oltre a numerosi cinema e parchi di divertimento per i più piccoli, arriva anche il rimedio salva-marito: un pisolino al 'modico' prezzo di 70 centesimi.


    Si chiamerà MinneNAPolis (da Minneapolis che è la grande città vicina e nap che significa pisolino) e promette preziosi attimi di riposo al riparo dall'esercito di casalinghe armate di carrello. Peccato però che l'agognato sonnellino verrà reso quasi impossibile dai costi esorbitanti. Un minuto di relax, infatti, svuoterà le tasche di 70 centesimi di dollaro, che significano 42 dollari all'ora. Difficile chiudere occhio senza immaginare il portafoglio che perde monete di mnuto in minuto. Molto più economico infilarsi per due ore in una dell 14 sale cinematografiche a disposizione.



    Ad allontanare questo pensiero, dovrebbero essere gli ambienti del nuovo negozio, che sarà composto da almeno tre stanze. Si potrà così scegliere se tuffarsi in uno "Spazio profondo", oppure riposare su un'"Isola tropicale", oppure essere avvolti dalla "Foschia asiatica". Ciascuna stanza avrà poi mure spesse quanto basta per attutire le urla dei bambini.



    Nonostante il prezzo poco invitante, gli ideatori della nuova trovata prevedono affari a gonfie vele. Del resto, non è la prima stramba iniziativa che il centro commerciale intraprende. Oltre ai cinema e ai parchi giochi, infatti, il centro dispone anche di un museo che rende benissimo e addirittura di una cappella per celebrare i matrimoni. Fra le varie iniziative, anche una famosa maratona, che ha luogo ogni anno all'interno del Mall, per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro.

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    00 31/08/2005 12:00
    Udienza privata per la scrittrice
    Il Papa ha ricevuto Oriana Fallaci a Castel Gandolfo. L'incontro, molto lungo e riservato, è avvenuto sabato scorso. Dalle indiscrezioni trapelate pare che i due abbiamo conversato spaziando attraverso molti temi. Il più atteso quello della difesa dei valori dell'Occidente, l'aspetto che maggiormente unisce la Fallaci al Pontefice. Molto spazio anche per il problema del dialogo con l'Islam.

    L'atea-devota, che da tempo pone alla Chiesa lo scomodo interrogativo se sia possibile o meno per il cristianesimo dialogare con l'Islam, aveva manifestato il suo desiderio di parlare con Benedetto XVI già subito dopo la sua elezione. In una recente intervista, in particolare, la Fallaci aveva affermato di "ammirare molto" questo Pontefice per il modo in cui difende le basi della cultura europea e le radici cristiane del continente. E ad alcuni sacerdoti amici aveva manifestato il desiderio di poterlo incontrare personalmente.

    La richiesta d'udienza, partita dagli Stati Uniti dove la scrittrice vive, è stata subito accolta da Papa Ratzinger. Sull'incontro, che si è svolto in privato e avvolto dal più assoluto riserbo, sono trapelate indiscrezioni a Roma e negli Usa. Sembra che i due abbiano affrontato un tema caro ad entrambi: quello della difesa dell'Occidente.

    Per la Fallaci sia il risveglio dell'Islam che il propagarsi del fanatismo cieco costituiscono una minaccia per la nostra civiltà. Per questo la giornalista mette in guardia la Chiesa e il cattolicesimo da un atteggiamento troppo benevolo e condiscendente nei confronti dei musulmani, sostenendo che il terrorismo islamico non è un avvenimento isolato e che l'Europa, se continua ad osservare passivamente il fenomeno come sta facendo senza reagire, rischia di trasformarsi in "Eurabia".

    La ripresa dell'Islam, ha detto più volte la scrittrice, mira a cancellare l'Occidente e la sua cultura, i suoi principi, i suoi valori, la sua democrazia, il suo cristianesimo ma anche il suo laicismo. "Sissignori - ha scritto in un articolo pubblicato due settimane fa - anche il laicismo. Forse, soprattutto il laicismo. Ma non l'avete ancora capito che il laicismo non può coabitare con la teocrazia?".

    Altro punto sul quale Oriana Fallaci insiste, è la presenza degli immigrati musulmani. Una presenza che imporrebbe una riflessione più complessa e problematica di quanto sia stata fatta sino ad ora dalle istituzioni laiche e cattoliche. L'autrice di La forza della ragione sostiene che gli immigrati musulmani anche in possesso di cittadinanza non possono considerarsi europei, cioè "parte integrante di una storia e una cultura". Pertanto li definisce degli "invasori privilegiati", affermando che "sono ospiti punto e basta". Tuttavia questo non vuol dire espulsione indiscriminata per un'intera comunità religiosa, ma solo il pugno di ferro "per i terroristi, i clandestini e i vagabondi che vivono rubando o spacciando droga".

    Se nei confronti di Benedetto XVI mostra di avere una certa sintonia in tema di difesa delle radici cristiane, la Fallaci non lesina qualche critica a Giovanni Paolo II per non avere usato con l'Islam la stessa determinazione mostrata davanti al comunismo. A Wojtyla riconosce però di essere stato "un grand'uomo, un grande leader" anche se sulla questione Islam "sbagliava". Così la fiducia la ripone tutta sul suo successore, Benedetto XVI. "È troppo intelligente - ha affermato Oriana Fallaci - per non rendersi conto che il risveglio dell'Islam s'è ingigantito come all'epoca dell'Impero Ottomano, e che col suo fondamentalismo ha assunto i contorni di un nuovo nazismo".

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    00 02/09/2005 14:44
    Milano, due anni fa ammazzò un anziano
    Nonostante avesse la patente sospesa perché due anni fa non si era fermato dopo aver provocato un incidente mortale, un 42enne di Vigevano, in provincia di Pavia, il 23 agosto, al volante di un furgone ha di nuovo travolto e ucciso ad Abbiategrasso (Milano) un pensionato in bicicletta per poi fuggire. L'uomo è stato identificato e denunciato per omicidio colposo, omissione di soccorso e simulazione di reato.


    Questo secondo incidente è avvenuto di mattina lungo la ex statale 494. Giunto all'altezza di Abbiategrasso, il furgone Fiat Iveco Daily guidato dal piccolo imprenditore, titolare di una ditta di trasporti di piccole merci a Pavia, ha travolto, uccidendolo sul colpo, Giovanni Rampinelli, pensionato di 66 anni, di Abbiategrasso, che tornava a casa in bicicletta dopo aver raccolto funghi nei boschi del Ticino.

    Il ciclista è stato scaraventato in un fosso e C.R. ha arrestato la corsa del furgone. Ma poi si è allontanato, probabilmente perché aveva la patente sospesa per aver, alla guida di una Bmw, travolto e ucciso senza soccorrerlo a Corbetta un pedone il 10 ottobre del 2002.

    Così, alla vista del corpo immobile del pensionato, l'autista è risalito sul mezzo e ha fatto perdere le proprie tracce. Secondo gli investigatori, il giorno dopo ha convinto un conoscente, B.B., 46 anni, a simulare il furto del furgone per evitare di essere scoperto. L'Iveco è stato poi trovato dalla polizia di Milano il 25 agosto, bruciato vicino a un campo nomadi di Muggiano, alla periferia di Milano. Dai cocci di vetro del fanale raccolti sul luogo dell'incidente, gli agenti della Polstrada sono risaliti al modello del furgone. Poi hanno preso in esame 2.500 veicoli dello stesso tipo che risultavano in circolazione tra la provincia di Milano e quella di Pavia. Le indagini hanno portato i poliziotti in un autoparco di Milano, dove era stato portato il furgone incendiato.

    B.B. è stato convocato al commissariato di Vigevano e, messo alle strette, ha confessato di essersi inventato il furto per coprire l'amico. Per B.B.è quindi scattata una denuncia per simulazione di reato in concorso, mentre il responsabile dell'investimento deve rispondere anche delle accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso.

    Dal gennaio 2003 l'imprenditore risulta avere la patente sospesa per ordine del prefetto di Milano, che ha disposto a suo carico anche la revisione della permesso di guidare per motivi psicofisici dopo la condanna in primo grado a un anno emessa dal Tribunale di Milano per l'incidente che lo ha visto protagonista a Corbetta.

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    00 02/09/2005 14:51
    Mostrato un video girato dai terroristi
    Primo giorno di scuola per i piccoli sopravvissuti alla strage di Beslan. Un anno dopo l'inizio della tragedia che si concluse il tre settembre con 330 morti - tra loro 186 bambini - e oltre 700 feriti, gli scolari rientrano nella palestra dell'orrore in cui 1200 ostaggi furono tenuti sotto il tiro dei terroristi ceceni. E la rabbia degli abitanti riesplode per la proiezione di un video girato dai terroristi.


    Sono poche sequenze, girate con mano malferma dai compagni dei terroristi ceceni, che ritraggono i presunti assassini di Beslan mentre gozzovigliano e scherzano all'ombra di un boschetto, accanto ad alcune tende di fortuna e a fornelli e tavolini da campeggio. Gli uomini hanno la barba lunga, così come prevede la tradizione e in ossequio al loro capo Shamil Basayev, l'uomo più ricercato della Russia, ritenuto la mente della strage di Beslan.

    I terroristi guardano nell'obbiettivo della videocamera, armati fino ai denti, con la mimetica di ordinanza e intanto fumano, bevono e scherzano tra loro. Le immagini, girate probabilmente poco prima del 1° settembre dell'anno scorso, quando iniziò l'assedio nella scuola di Beslan, sono una provocazione intollerabile per i sopravvissuti.

    Pochi si curano delle due nuovissime scuole fatte costruire a tempi di record dal presidente Putin. E anche stamattina, gli sguardi erano tutti puntati sul vecchio edificio sventrato dove si è consumata la tragedia un anno fa: la palestra con il tetto scoperchiato, i muri crivellati dai colpi di mitragliatrice dove ancora si intavvedono macchie di sangue scure.

    Alle 9:15 (le 7:15 in Italia) rintocchi di campane hanno scandito il momento esatto in cui, un anno fa, i terroristi entrarono nel primo blocco dell'edificio scolastico. Gli abitanti di Beslan hanno cominciato così i tre giorni di lutto per ricordare la strage che si consumò tra il 1° e il 3 settembre del 2004.

    Dopo i rintocchi è risuonato il Requiem di Mozart. Le famiglie hanno portato un fiore nella palestra che fu teatro della tragedia. Presenti le autorità, tra misure di sicurezza nel timore di nuovi attentati della guerriglia cecena.

    Oggi è un giorno di dolore e di polemiche. I famigliari delle vittime, riuniti nel comitato delle Madri di Beslan, chiedono ancora di sapere il nome dei terroristi, chiedono di conoscere l'esatto numero del commando che assaltò la scuola. Le 3 inchieste promosse dal governo e le molte indagini parallele dei servizi segreti non hanno ancora fornito risposte soddisfacenti.

    La domanda più pressante a cui non è ancora stata data risposta riguarda il famigerato gruppo Alfa, le truppe speciali dell'esercito russo, che cercò di liberare gli ostaggi. Tra esplosioni, crolli e incendi causati da lanciafiamme Shmel - tra l'altro vietati dalle convenzioni internazionali- furono loro a provocare provocarono il maggior numero di morti.

    La strage di Beslan fu rivendicata in un video da Shamil Basayev ma il gruppo di terroristi non è stato ancora trovato. Finora è stato arrestato un solo uomo, il ceceno Nur-Pashi Kulayev, che il 19 maggio scorso in tribunale si è dichiarato innnocente e il 31 agosto ha nuovamente puntato il dito contro le teste di cuoio russe dicendo: "Chiedete a loro chi ha iniziato a sparare".

    Domani, 2 settembre, ci sarà un incontro al Cremlino tra una delegazione del comitato Madri di Beslan e il presidente Vladimir Putin. "Stiamo lottando per ottenere la verità", ha affermato Susana Dudiyeva, presidentessa del Comitato. Una verità che, un anno dopo la strage, pare ancora lontana.

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    00 02/09/2005 14:54
    La curiosa iniziativa di una scuola
    La prossima settimana, quando gli alunni della Weavers School torneranno a scuola, troveranno una sorpresa: potranno usare la parolaccia fuck, la più diffusa imprecazione britannica, a patto di non ripeterla più di cinque volte per lezione. La bizzarra iniziativa è stata lanciata dalla scuola superiore del Wellingborough nel Nortamptonshire (Inghilterra), con l'obiettivo di moderare il linguaggio degli alunni.

    I genitori degli studenti si sono lamentati dell'iniziativa che, secondo loro, non farà che peggiorare la situazione, ma il vicepreside Richard White ha detto che era l'unica soluzione possibile per tenere a bada due classi dell'istituto considerate problematiche.
    "Per ogni lezione - ha detto White - l'insegnate tollererà l'uso della parola e dei suoi derivati fino a cinque volte, segnandole sulla lavagna in modo che gli alunni si rendano conto di quanto viene ripetuta la parolaccia.
    Oltre questo limite la classe verrà rimproverata dall'insegnante alla fine della lezione".
    Alan Large, preside dell'istituto ha aggiunto: "La realtà è che questa parola è ormai parte integrante del linguaggio degli adolescenti per cui abbiamo deciso di lasciare loro un margine di flessibilità cercando di farli ragionare sul modo in cui si esprimono e su come potrebbero migliorare".

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    00 03/09/2005 17:05
    Palermo,lasciano abito uno dopo l'altro
    Singolare vicenda a Palermo, dove un prete, don Tonino, ha abbandonato l'abito talare per una donna qualche settimana dopo che anche il fratello Massimiliano aveva fatto lo stesso. Il fatto è accaduto nel difficile quartiere di frontiera Zen, dove i due, entrambi appartenenti alla congregazione del Verbo Incarnato, erano arrivati al per sostituire Domenico Galizzi, figura carismatica della chiesa cittadina.

    Fatica a trovare un sacerdote la piccola comunità palermitana dove, nel giro di poche settimane, don Massimiliano e don Tonino, due preti fratelli, hanno abbandonato l'abito talare conquistati da due bellezze locali. Inizialmente i due hanno inventato una scusa per guistificare il loro allontanamento dal ministero ma, a svelare il segreto, ci hanno pensato gli imbarazzati abitanti del centro.

    Anche se si faticano a trovare dati ufficiali, quella degli ex preti è ormai una realtà consolidata tanto che esistono in tutto il mondo fondazioni e associazioni che si occupano di chi lascia il sacerdozio o il convento. Diverse le ragioni che possono portare preti e suore alla decisione. C'e' chi lascia l'abito talare per sposarsi, come nel caso dei due fratelli, ma anche chi, e' un caso piu' raro, viene allontanato dalla gerarchia ecclesiastica. Vi sono anche preti che, dopo aver lasciato, chiedono di venire riammessi: il Vaticano pondera questi casi con prudenza. Dalle statistiche del Vaticano risultano, negli ultimi 30 anni, circa 60 mila abbandoni, per i motivi più svariati.

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    00 04/09/2005 12:34
    Dopo emergenza a Pantelleria
    Un Atr 42 della "Italy First" in volo per conto della Air One da Trapani a Pantelleria ha rotto un motore durante la fase di avvicinamento all'isola e ha effettuato un atterraggio di emergenza. L'aereo è stato bloccato dall'Enac, che sta valutando l'ipotesi di fermare tutti gli Atr che volano in Italia. "Prima - dice però il presidente dell'Enac, Vito Riggio - dobbiamo capire che cosa ha causato il guasto".


    Per il presidente dell'Enac, Vito Riggio, "Si tratta di un inconveniente grave: una squadra dell'Enac è stata inviata a Pantelleria con lo scopo di verificare che cosa sia successo. Abbiamo segnalato l'accaduto all'Agenzia nazionale sicurezza volo, che si occuperà dell'indagine". L'Atr 42, nel frattempo, è stato bloccato e rimarrà fermo nello scalo dell'isola per consentire gli accertamenti tecnici. Per ora l'unica cosa certa è che il pilota, dopo un improvviso calo di potenza di uno dei due motori, lo ha spento, seguendo le procedure previste dal manuale operativo.

    Ma il nuovo problema a un velivolo Atr, guasto che ricorda molto da vicino quanto accaduto durante la tragedia di Palermo, ha fatto squillare il campanello d'allarme all'Enac. Tanto che il presidente Riggio spiega che l'ente non esclude la possibilità di fermate tutti gli Atr in dotazione delle compagnie che operano voli in Italia. "Prima di prendere una decisione simile - sottolinea però Riggio - dobbiamo capire cosa ha provocato il blocco del motore dell'Atr partito da Trapani. L'indagine dell'Enac sarà aggiuntiva rispetto a quella dell'Agenzia nazionale sicurezza volo: aspettiamo i risultati poi la Direzione centrale assumerà le sue iniziative".

    Per quanto riguarda i 27 passeggeri a bordo del velivolo, nessuno è rimasto ferito perché il pilota è atterrato regolarmente sfruttando la potenza dell'unico motore rimasto, ed è riuscito a toccare terra senza problemi.

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    00 04/09/2005 12:36
    Per la polizia l'incendio è doloso
    Un nuovo devastante incendio ha distrutto un palazzo di 18 piani nella banlieue parigina, a l'Hay-les-Roses. Si contano almeno 14 morti, di cui due bambini: a causare le morti è stato il fumo. Il palazzo, diversamente dai due precedenti roghi, non è abitato da immigrati. La polizia segue l'ipotesi dell'incendio doloso: testimoni hanno parlato di quattro giovani che hanno appiccato il fuoco alle cassette delle lettere del grattacielo.


    E' stata smentita la notizia circa il fermo di quattro persone, che invece sono state sentite come testimoni.

    Ma per il momento l'attenzione maggiore è rivolta alle vittime ed ai numerosi feriti tratti in salvo dai pompieri. "E' stato soprattutto il fumo ad uccidere - ha dichiarato il capitano Micheal Gros, portavoce dei pompieri parigini -. Il fuoco si e' diffuso velocemente e ha provocato fumo in tutta la struttura, dalle scale agli appartamenti". "Il tipo di abitazione stavolta non ha nulla a che vedere con le palazzine abitate da immigrati dove si sono sviluppati gli altri incendi di Parigi in questi giorni" ha sottolineato Gros.



    I feriti, 15 dei quali versano in gravi condizioni, sono rimasti intossicati dal fumo. Tra i feriti leggeri, una ventina, ci sono anche due pompieri. Il grattacielo in cui e' scoppiato l'incendio è composto da 110 appartamenti e fa parte di un grande complesso che conta altre due 'torri' uguali a quella dove si sono sviluppate le fiamme e immobili piu' piccoli"

    Il bilancio sarebbe stato assai meno pesante se gli abitanti del grattacielo non avessero aperto la porta dei loro appartamenti creando correnti d'aria che hanno fatto aumentare e diffondere il fumo. Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 17 persone, tra cui immigrati e squatter, erano morte nell'incendio di un palazzo in pessime condizoni nel 13/0 arrondissemnt parigino. Quattro giorni piu' tardi sette cittadini della Costa d'Avorio erano periti in un altro incendio nel Marais. Un altro gravissimo incendio, con un bilancio di 24 morti, era avvenuto in aprile in un albergo abitato da immigrari vicino all'Opera.
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    00 07/09/2005 14:32
    Sniffare il butano,nuova moda mortale?
    Un ragazzo di 14 anni è stato trovato morto in un giardino, a Milano, e si sospetta che il decesso possa essere stato provocato dall'uso di hashish e gas butano. A fianco al cadavere sono state trovate due bombolette di gas, del tipo usato per ricaricare gli accendini. Per la polizia questa è una pratica che sta dilagando tra i giovanissimi. Gli esami autoptici avrebbero evidenziato tracce di droga nel sangue.


    Della misteriosa morte del giovane milanese si sta occupando la squadra mobile dopo che i medici hanno trovato nel sangue del ragazzo tracce di thc, il principio attivo dell'hashish e dopo che la direzione sanitaria ha avvisato la Questura. Il ragazzo avrebbe compiuto 15 anni a fine mese: era uno studente, seppure con scarso profitto, e aveva già piccoli precedenti. La sua famiglia appartiene alla media borghesia.

    L'assunzione di hashish non ha esiti mortali. E' la presenza di due bombolette di gas butano nei pressi del corpo senza vita che fa sospettare una assunzione plurima di hashish e di butano. Il gas viene inalato (la pratica, in gergo, si chiama sniffing ed è diffusa in carcere) attraverso i vapori di colle, benzine e bombolette: l'assuntore infila la testa in un sacchetto di plastica per potenziarne l'effetto.

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    00 07/09/2005 14:33
    Annamaria incinta? Lei smentisce
    A due mesi dal verdetto dei giudici che dovranno decidere se condannarla o se concederle la libertà per la morte del piccolo Samuele, Annamaria Franzoni si è concessa una settimana in Sardegna. Il settimanale "Oggi" l'ha colta con il marito e i due figli in spiaggia ad Arbatax. Lei mostra una pancia che può far pensare a una nuova gravidanza. "Non sono incinta, è solo un po' di grasso in più", ha smentito la Franzoni.

    "E' la settima o l'ottava volta che viene diffusa questa notizia - ha spiegato la donna - ma non è vera neppure questa volta. Ho un po' di pancia, sono leggermente ingrassata, ma è normale con il passare degli anni e dopo tre gravidanze". Dalle immagini si coglie una famiglia spensierata, molto lontana dai tragici momenti che hanno seguito l'omicidio di Samuele, 3 anni, figlio di Annamaria e Stefano, avvenuto nella loro villetta di Cogne una fredda mattina del 30 gennaio 2002.

    La donna, condannata in primo grado a trent'anni di reclusione e ora in attesa della sentenza della Corte d'Appello, abbraccia teneramente il marito in acqua e gioca con i figli Davide e Gioele, nato il 26 gennaio del 2003 e concepito dopo la morte del piccolo Samuele. Il bikini leopardato che indossa Annamaria mostra delle rotondità sospette al ventre, che hanno indotto a pensare a un altro bambino in arrivo. La Franzoni viene ripresa poi in minigonna e canottiera al ritorno dal supermercato, dove ha fatto la spesa per il pranzo nella casa di amici dove la sua famiglia è stata ospitata.

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    00 07/09/2005 14:36
    Ora l'ex raìs rischia il patibolo
    "Saddam Hussein ha confessato i suoi crimini" durante il suo regime. L'annuncio è stato dato dal presidente iracheno, Jalal Talabani. Talabani ha detto di esserne stato informato da un magistrato, il quale gli ha detto di "essere stato capace di ottenere confessioni dalla bocca di Saddam" in relazione a crimini "come le esecuzioni". Ora l'ex raìs rischia di essere condannato all'impiccagione.


    L'ex presidente iracheno comparirà per la prima volta davanti ai giudici il 19 ottobre prossimo, per rispondere del suo presunto ruolo nel massacro degli shiiti di Dujail (una città a nord di Baghdad), perpetrato nel 1982. Il Tribunale speciale iracheno sta anche esaminando il presunto ruolo dell'ex rais in altri misfatti, incluso l'assassinio con il gas, nel 1988, di migliaia di civili curdi a Halabja e, nel 1991, la repressione della rivolta sciita nel sud del paese.

    Saddam si è incontrato con il proprio avvocato, Abdel Haq Alani, per la prima volta dall'annuncio della data del processo, a quanto ha ammesso lo stesso legale, messogli a disposizione dalla figlia maggiore, Raghad, che vive in Giordania. Secondo gli osservatori, non è chiaro se l'ex rais abbia confessato nel senso pieno del termine o se abbia soltanto riconosciuto di aver ordinato assassinii o altri misfatti, ritenendoli tuttavia leciti, dal suo punto di vista.

    I legali di Saddam hanno preannunciato di volersi opporre alla data di inizio del processo, ritenendo insufficiente il tempo a disposizione per una difesa adeguata. Dalla sua cattura, nel dicembre del 2003, l'ex rais è detenuto, sotto il controllo degli americani, in una prigione segreta di Baghdad.

    Ora però l'ex raìs rischia davvero la vita a giudicare da quanto ha poi aggiunto lo stesso Talabani secondo il quale Saddam Hussein dovrebbe essere impiccato 20 volte. Il presidente iracheno ha precisato che non sottoscriverà mai il decreto che renderebbe esecutiva la condanna a morte. "Saddam merita di essere condannato a morte 20 volte al giorno perché ha tentato di assassinarmi 20 volte", ha detto Talabani aggiungendo che "ci sono cento ragioni per cui Saddam debba essere giustiziato".

    Talabani si è sempre dichiarato contrario alla pena di morte e infatti si è rifiutato anche di sottoscrivere quella che ha portato sul patibolo la settimana scorsa tre criminali comuni. Si era però limitato a delegare l'incarico al suo vice. Anche per Saddam farebbe lo stesso: "Se mi rifiuto di firmare non significa che bloccherò la decisione della corte", ha detto.

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    00 08/09/2005 20:28
    Per i recordman un pausa ogni 60 minuti
    Alcuni giovani tedeschi sono rimasti sotto la doccia per 101 ore (più di quattro giorni), stabilendo un nuovo record mondiale. Il primato precedente era di un'ora in meno. "Stanno fisicamente bene, ma sono molto stanchi", ha detto il portavoce dell'Hotel Victoria di Hoevelhof, dove è stata realizzata l'impresa. Ogni ora era consentita una pausa di dieci minuti, alla quale tuttavia si poteva rinunciare.


    Mercoledi avevano cominciato la prova in dieci, tutti giovani fra i 17 e i 25 anni. Tre avevano poi abbandonato. Fino a domenica pomeriggio avevano stabilito il nuovo record di 101 ore in sei, quattro uomini e due donne.

    In costume da bagno o bikini, si erano spalmati grande quantità di crema per proteggere la pelle dall'acqua continua. Il nuovo record di durata sotto la doccia verra' registrato nel libro dei Guiness, mentre i giovani primatisti otterranno in premio una somma complessiva di 2 mila euro.

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    00 08/09/2005 20:29
    Si presentano 50mila aspiranti spose
    Compito assai difficile per il re dello Swaziland, Mswati III. Lo attende un lavoro arduo: scegliere la 13esima moglie nel mazzo di 50mila aspiranti spose provenienti dal tutto il Paese africano. Il rito, per la verità, è già iniziato. Molte delle aspiranti regine hanno danzato davanti al re 37enne. Principali requisiti per essere scelte, bellezza a parte, sono verginità e aver compiuto il 13esimo anno di età.


    Le ragazze danzano vestite solo di perline brandendo machete e cantato tributi al re e alla regina madre, anche nota come la "Grande elefantessa". Un rito fermo nel tempo attraverso il quale il re manifesta tutto il suo potere. Mswati III, a capo dell'ultima monarchia assoluta che ancora sopravvive nell'Africa sub-sahariana, si è presentato coperto da una pelle di leopardo, pronto a fare la sua scelta, mentre nel regno scoppiavano polemiche sulle cattive abitudini pubblicizzate dal giovane sovrano.

    "Il re ha la passione per le donne giovani e l'opulenza", ha attaccato Mario Masuku, leader del partito d'opposizione messo al bando da Mswati: a detta di Masuku, sembra ignorare che i due terzi del suo popolo vivono in condizioni di povertà. Inoltre, hanno osservato i piu' critici, il sovrano pare trascurare che nello Swaziland il 40 per cento delle popolazione è affetta dal virus dell'Hiv e che attraverso questi rituali non dà certo il buon esempio, perché incoraggia la poligamia e il sesso con donne minorenni.

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