Questa mi giunge da Aguascalientes, in Messico.Me la manda Maria Rosio, ed è opera di un poeta locale.
Homero Aridijs
A veces uno toca el cuerpo
A veces uno toca un cuerpo y lo despierta
por él pasamos la noche que se abre
la pulsación sensible de los brazos marinos
y como al mar lo amamos
como a un canto desnudo
como al solo verano
Le decimos luz como se dice ahora
le decimos ayer y otras partes
lo llenamos de cuerpos y de cuerpos
de gaviotas que son nuestras gaviotas
Lo vamos escalando punta a punta
con orillas y techos y aldabas
con hoteles y cauces y memorias
y paisajes y tiempo y asteroides
Lo colmamos de nosotros y de alma
de collares de islas y de alma
Lo sentimos vivir y cotidiano
lo sentimos hermoso pero sombra
A volte tocchiamo un corpo
A volte tocchiamo un corpo e lo svegliamo
attraverso di lui passiamo la notte che si apre
la pulsazione sensibile dei bracci marini
e come il mare lo amiamo
come un canto nudo
come l'estate unica
lo diciamo luce, come si usa dire ora
lo diciamo ieri e altri luoghi
lo riempiamo di corpi e corpi
di gabbiani che sono i nostri gabbiani
lo scaliamo picco dopo picco
con bordi e tetti e battenti
con hotel e canali e ricordi
e paesaggi e tempo e asteroidi
lo riempiamo di noi stessi e di anima
di collari di isole e di anima
lo sentiamo vivere e quotidiano
lo sentiamo bello ma ombra
...regalerò a un menestrello
l'armonìa delle mie parole
che ne faccia Poesìa.
Io sarò senza suoni,
ma quel menestrello
mi racconterà...
Merlino