00 08/04/2005 20:49
Un articolo molto interessante che invito tutti a leggere nonostante la sua lunghezza. Andrebbe letto da tutti. Vi assicuro che dopo aver letto quest'articolo l'anarchia risulterà più interessante.

Scusate ma dovrò dividere l'intervista per motivi di spazio.

1996
Red & Black Revolution

Anarchia, marxismo e speranza nel futuro


Noam Chomsky, Kevin Doyle






Noam Chomsky è ben conosciuto per la sua critica della politica estera statunitense e per la sua opera nel campo della linguistica. Meno noto è il suo costante sostegno di obiettivi socialisti libertari. In un'intervista speciale concessa a Red & Black Revolution, Chomsky ci offre la sua visione dell'anarchia, del marxismo e delle prospettive del socialismo oggi. L'intervista è stata condotta da Kevin Doyle nel 1995.





Per cominciare, Noam, sei da molto un sostenitore dell'idea anarchica. Molti conoscono l'introduzione che scrivesti nel 1970 per il libro Anarchia, di Daniel Guerin, ma più recentemente, per esempio nel film Manufacturing Consent, hai colto di nuovo l'occasione per sottolineare il potenziale dell'anarchia e dell'idea anarchica. Cosa ti avvicina all'anarchia?

Sono stato attratto dall'idea anarchica da ragazzo, non appena cominciai a guardare al mondo in una prospettiva non più ristretta, e non ho avuto finora ragioni per rivedere quell'atteggiamento precoce. Penso che semplicemente abbia senso scovare e identificare le strutture dell'autorità, della gerarchia e della dominazione in ogni aspetto della vita, per metterle in discussione. A meno che non se ne possa dare una giustificazione, sono illegittime e dovrebbero essere smantellate, per accrescere il dominio della libertà umana.

Ciò vale per il potere politico, per la proprietà e la sua gestione, per le relazioni tra gli uomini e le donne, genitori e figli, per il nostro controllo sul destino delle generazioni future (l'imperativo morale essenziale del movimento ambientalista, dal mio punto di vista) e molto altro.

Chiaramente questo implica una sfida a istituzioni di costrizione e controllo gigantesche: lo stato, le tirannidi private che controllano sotterraneamente gran parte dell'economica interna e internazionale, e così via. Ma non solo esse.

Questo è quanto ho sempre inteso essere l'essenza dell'anarchia: la convinzione che l'onere della prova debba essere attribuito all'autorità, e che questa dovrebbe essere smantellata se la prova non può essere data. A volte è possibile. Se porto i miei nipotini a passeggio e quelli si lanciano in una strada trafficata, non userò soltanto l'autorità ma anche la forza fisica per bloccarli. L'azione dovrebbe essere messa in discussione, ma in questo caso credo che supererebbe la prova facilmente. E vi sono altri casi, la vita è una cosa complicata, comprendiamo molto poco degli uomini e della società e i grandi pronunciamenti sono generalmente più una fonte di guai che di vantaggi. Ma la prospettiva resta valida, credo, e ci può portare lontano.

Al di là di queste cose generali, cominciamo a considerare i casi concreti, laddove sorgono le questioni dell'interesse umano e della preoccupazione per le persone.

È senz'altro vero che le tue idee e la tua critica sono oggi più note che mai. Si deve anche dire che le tue opinioni sono ampiamente rispettate. Come pensi che sia considerato il tuo sostegno all'idea anarchica in questo contesto? In particolare, mi interessa la risposta che ricevi da persone che si avvicinano per la prima volta alla politica. Restano sorprese dal tuo supporto dell'anarchia? Sono interessate?

Il mondo intellettuale in generale, come sai, associa l'anarchia al caos, alla violenza, alle bombe, alla distruzione e così via. Perciò le persone restano sorprese a sentirmi parlare in termini favorevoli dell'anarchia e mi identifico con le sue principali tradizioni. Ma l'impressione è che tra la popolazione in genere, l'idea di base è accolta come ragionevole quando si chiariscano le cose.

Naturalmente, quando prendiamo in considerazione questioni specifiche - per esempio, la natura delle famiglie, o come il sistema economico funzionerebbe in una società più libera e giusta - sorgono domande e punti controversi. Ma è così che dovrebbe essere. I fisici non possono spiegare davvero perché l'acqua fuoriesce dai rubinetti e finisce nello scolo. Se prendiamo questioni enormemente più complesse che attengono alla sfera umana, la comprensione si fa sottile e si apre una vasta dimensione in cui il disaccordo, la sperimentazione, le possibilità di esplorare sia la vita intellettuale che quella reale possono aiutarci ad apprendere.

Forse, più che ogni altra idea, l'anarchia ha sofferto del problema di una rappresentazione fallace. Anarchia può significare cose distinte per persone diverse. Ti capita spesso di doverti trovare a spiegare cosa intendi per anarchia? La falsa rappresentazione dell'anarchia ti dà fastidio?

Tutte le rappresentazioni false sono moleste. In gran parte questa si può ricondurre alle strutture di potere che hanno interesse a prevenire la comprensione, per ragioni del tutto ovvie. Fa bene richiamare i Principi del governo, di David Hume, che si sorprendeva di come la popolazione si fosse mai sottomessa ai suoi governanti. Concluse che poiché la Forza sta sempre dalla parte dei governati, i governanti non hanno nient'altro a loro sostegno che l'opinione. Perciò il governo è fondato esclusivamente sull'opinione; e questa massima si applica anche al più dispotico dei governi militari, come a quello più libero e popolare. Hume era molto acuto - e detto per inciso, ben difficilmente un libertario per gli standard del tempo. Sicuramente sottostimava l'efficacia della forza, ma quest'osservazione mi sembra essenzialmente corretta ed importante, in particolare nelle società più libere, laddove perciò l'arte del controllo dell'opinione è molto più raffinata.

La falsa rappresentazione e altre forme di offuscamento ne sono un fattore concomitante naturale.

Perciò, se mi disturba la falsa rappresentazione? Certo, ma anche il cattivo tempo. Esisterà sempre fintanto che la concentrazione di potere darà vita ad una classe di commissari per difenderla. Siccome di solito non sono abbastanza intelligenti da sapere che farebbero meglio ad evitare l'arena del ragionamento, si rivolgono alla falsificazione, allo svilimento e altri mezzi disponibili a coloro che sanno saranno protetti con tutti i mezzi accessibili ai potenti. Dovremmo comprendere perché tutto ciò accade, e sbrogliare la matassa meglio che possiamo. Ciò è parte del processo di liberazione - di noi stessi e altri, o più ragionevolmente, di persone che lavorano assieme per raggiungere questo scopo.

Sembra semplicistico, e lo è. Ma non ho ancora trovato molto relativamente alla società e alla vita umana che non appaia tale una volta sgombrato il campo da assurdità e atteggiamenti utilitaristici.

Che succede nei circoli più stabili della sinistra, dove ci si potrebbe aspettare di trovare maggiore familiarità con l'anarchia e il suo vero significato? Riscontri sorpresa qui per le tue opinioni e il sostegno all'anarchia?

Se capisco cosa intendi per circoli più stabili di sinistra, no, non c'è molta sorpresa, perché si sa molto poco di quello che penso su qualsivoglia cosa. Non sono questi i circoli con cui ho contatti. Difficilmente vi troverai un riferimento a qualcosa che abbia scritto o detto. Questo non è esattamente vero, chiaramente. E così negli Usa (e meno comunemente in Gran Bretagna e altrove) troverai una certa familiarità con ciò che dico in una parte dei settori più critici e indipendenti di quelli che si potrebbero chiamare i circoli della sinistra, e poi ho amici e collaboratori sparsi qua e là. Ma guarda i libri e le riviste e capirai quello che intendo. Non mi aspetto che ciò che scrivo o dico sia meglio accetto in questi circoli di quanto non lo sia in una redazione - anche qui, con eccezioni.

La questione si pone solo marginalmente, tanto che è difficile rispondere.

Molte persone hanno notato che usi il termine 'socialista libertario' come sinonimo di 'anarchia'. Consideri questi termini essenzialmente simili? L'anarchia è una specie di socialismo per te? Una definizione data in passato è che l'anarchia è il socialismo più la libertà. Accetteresti questa equazione di base?

L'introduzione al libro di Guerin che hai citato si apre con una citazione di un simpatizzante anarchico di un secolo fa, che dice che l'anarchia ha le spalle larghe e sopporta tutto. Uno degli elementi principali è stato quello che è stato chiamato tradizionalmente 'socialismo anarchico'.

Ho cercato di spiegare lì e altrove ciò che intendo, sottolineando che non è affatto una cosa originale; prendo le idee dalle figure principali del movimento anarchico che cito e che si descrivevano in maniera piuttosto omogenea come socialisti, eppure condannavano duramente la nuova classe di intellettuali radicali che cercavano di prendere il potere attraverso le lotte popolari e di diventare quella maligna burocrazia rossa contro cui metteva in guardia Bakunin.

Concordo con la percezione di Rudolf Rocker secondo cui queste tendenze (piuttosto centrali) dell'anarchia derivano dal meglio della tradizione illuminista e del pensiero liberale classico, ben oltre ciò che egli descrisse. Di fatto, come ho cercato di mostrare, contrastano fortemente con la dottrina e la prassi marxista-leninista che vanno di moda in Usa e in particolare in Gran Bretagna, e altre ideologie contemporanee, che mi sembrano tutte ridursi ad invocare questa o quella forma di autorità illegittima, spesso vera e propria tirannia.

La rivoluzione spagnola

In passato, parlando di anarchia, hai spesso evidenziato l'esempio della rivoluzione spagnola. Sembrerebbe ci siano due aspetti per te in questa cosa: da una parte l'esperienza della rivoluzione spagnole è, dici, un buon esempio dell'anarchia in azione; dall'altra un buon esempio di ciò che i lavoratori possono ottenere con i loro sforzi di democrazia partecipativa. Questi due aspetti sono due facce della stessa medaglia? L'anarchia è la filosofia del potere popolare?

Sono riluttante all'uso di parole come filosofia per riferirsi a ciò che appare essere semplice buon senso. E mi trovo anche a disagio con gli slogan. I successi dei lavoratori e dei contadini spagnoli, prima che la rivoluzione fosse schiacciata, furono notevoli da vari punti di vista. Il termine 'democrazia partecipativa' è molto più recente ed è nato in un contesto distinto ma certamente ci sono punti di somiglianza. Mi dispiace se questo può sembrare evasivo, e lo è, ma perché non credo che nessuno di questi concetti, anarchia o democrazia partecipativa, sia abbastanza chiaro da poter dire se sono lo stesso.

Una delle maggiori conquiste della rivoluzione spagnola fu il grado di democrazia dal basso che si raggiunse. In termini di persone, si stima che oltre tre milioni di persone vi fossero coinvolte. La produzione rurale ed urbana era gestita dagli stessi lavoratori. È una coincidenza secondo te che gli anarchici, noti per la loro professione di libertà individuale, hanno avuto successo in quest'area di amministrazione collettiva?

Nessuna coincidenza. Le tendenze dell'anarchia che ho trovato sempre più convincenti perseguono una società altamente organizzata, che integri molti tipi diversi di strutture (luoghi di lavoro, comunità e molte altre associazioni volontarie), ma sotto il controllo dei partecipanti, non di quelli in condizione di dare ordini (eccetto, di nuovo, i casi in cui l'autorità è giustificata, come accade a volte, in situazioni specifiche).

Democrazia

Gli anarchici spesso spendono molte energie nello sforzo di costruire una democrazia dal basso. Infatti sono spesso accusati di portare la democrazia agli estremi. Eppure, nonostante ciò, molti anarchici non identificherebbero immediatamente la democrazia come una componente centrale della filosofia anarchia. Gli anarchici spesso descrivono la loro politica come qualcosa relativa al 'socialismo' o all''individuo' - è molto meno usuale che possano dire che l'anarchia è una questione di democrazia. Concondi sul fatto che le idee democratiche sono una caratteristica centrale dell'anarchia?

La critica della 'democrazia' tra gli anarchici è spesso stata critica della democrazia parlamentare, come si è presentata in società dotate di tendenze repressive. Prendiamo gli Usa, liberi come nessuno sin dalle origini. La democrazia americana si fonda sul principio, sottolineato da James Madison nella Convention costituzionale del 1787, che la funzione primaria del governo è quella di proteggere la minoranza dei benestanti dalla maggioranza. Perciò segnalava che in Inghilterra, l'unico modello quasi democratico dei tempi, se alla popolazione fosse concessa la parola negli affari pubblici, avrebbero introdotto una riforma agraria o altre atrocità e che il sistema americano doveve essere definito con precisione per evitare questi crimini contro il diritto di proprietà, che deve essere difeso (in realtà, deve prevalere).

All'interno di questo quadro, la democrazia parlamentare merita forti critiche da parte dei veri libertari, e ho lasciato da parte molte altre caratteristiche che non sono affatto secondarie - la schiavitù, per dirne una, o la schiavitù del salario che fu duramente condannata da lavoratori che non avevano sentito niente di comunismo o anarchia per tutto il XIX secolo e oltre.

Leninismo

L'importanza della democrazia dal basso per una qualunque trasformazione significativa della società sembra lapalissiana. Eppure la sinistra ha assunto posizioni ambigue su questo tema in passato. Sto parlando in generale della democrazia sociale ma anche del bolscevismo - tradizioni della sinistra che sembrerebbero avere in comune più con il pensiero elitario che con la pratica strettamente democratica. Lenin, per usare un esempio ben noto, era scettico del fatto che i lavoratori potessero sviluppare qualcosa che andasse oltre la consapevolezza sindacale - con la qual cosa, assumo, intendeva dire che i lavoratori non riuscivano a vedere molto oltre il loro predicamento contingente. Similmente, Beatrice Webb, socialista fabiana, che ebbe grande influenza sul Labour Party inglese, nutriva l'idea che i lavoratori fossero unicamente interessati alle scommesse sui cavalli! Da dove si origina questo elitarismo e qual è il suo effetto sulla sinistra?

Temo che mi sia difficile rispondere a queste domande. Se nel termine sinistra si include anche il 'bolscevismo', allora me ne dissocerei interamente. Lenin fu uno dei maggiori nemici del socialismo, secondo me, per ragioni che ho già discusso. L'idea che i lavoratori siano interessati soltanto alle corse dei cavalli è un'assurdità che non resiste neppure ad uno sguardo superficiale alla storia operaia o alla stampa operaia indipendente ed energica che fiorì in molti posti, tra cui le città manifatturiere dell'Inghilterra del nord a non molte miglia da dove scrivo - per non parlare delle lotte ispiratrici degli oppressi e dei perseguitati lungo tutta la storia, fino ad oggi.

Prendiamo l'angolo più misero di questo emisfero, Haiti, considerato dai conquistatori europei un paradiso e che ha fornito una parte non insignificante della ricchezza europea, e che ora è devastato, probabilmente oltre ogni possibilità di recupero. Negli ultimi anni, in condizioni talmente misere che pochissimi nei paesi ricchi possono immaginarle, i contadini e gli abitanti degli slums costruirono un movimento democratico popolare basato sull'organizzazione dal basso che va ben oltre qualunque altra cosa di cui sia a conoscenza; soltanto i commissari più convinti possono evitare di morire dalle risate quando sentono le affermazioni solenni degli intellettuali americani e dei leaders politici circa la necessità per gli Usa di insegnare agli haitiani le lezioni della democrazia. Le loro conquiste erano così sostanziali e minacciose per i potenti che dovettero essere sottoposti ad un'altra dose di terrore infernale, che ebbe un sostegno Usa maggiore di quello che si riconosce pubblicamente, e non si sono ancora arresi. Sono forse interessati solo alle corse dei cavalli?

Suggerisco alcuni passaggi che ho citato di quando in quando da Rousseau: quando vedo moltitudini di selvaggi nudi disprezzare la ricerca del piacere degli europei e sopportare la fame, le fiamme, la spada e la morte soltanto per difendere la loro indipendenza, sento che non è cosa da schiavi ragionare sulla libertà.

Parlando ancora in generale, la tua opera ha trattato in maniera coerente il ruolo e il prevalere delle idee elitariste nelle società come la nostra. Hai sostenuto che nelle democrazie occidentali (o parlamentari) esiste una forte opposizione a qualunque ruolo o input proveniente dalla massa della popolazione, laddove ciò metterebbe in discussione la distribuzione diseguale della ricchezza a vantaggio dei ricchi. La tua opera è abbastanza convincente qui, ma, a parte questo, alcuni sono rimasti scioccati dalle tue affermazioni. Per esempio, compari la politica di J.F. Kennedy con quella di Lenin, assimilandole. Ciò, potrei aggiungere, ha scioccato i sostenitori di entrambi i campi! Puoi dire qualcosa di più sulla validità di questa paragone?

In realtà non ho assimilato le dottrine degli intellettuali liberali dell'amministrazione Kennedy con i leninisti, ma ho notato sorprendenti similarità - più o meno come aveva previsto Bakunin un secolo prima nel suo commento illuminante sulla nuova classe. Per esempio, ho riportato passaggi da McNamara sulla necessità di rafforzare il controllo manageriale se vogliamo essere davvero liberi, e come la carenza di management sia la vera minaccia per la democrazia, e ciò è un vero e proprio attacco alla ragione stessa. Cambiando alcune parole di questo passaggio si ottiene la dottrina leninista ortodossa. Ho sostenuto che le radici affondano in profondità in entrambi i casi. Senza ulteriori dettagli su ciò che le persone trovano scioccante non posso aggiungere altro. I confronti sono specifici e penso che siano appropriati e giustificati. Altrimenti sarebbe un mio errore e mi piacerebbe essere illuminato al suo riguardo.




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"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella tua filosofia"
- Amleto, William Shakespeare