L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Sacrificio del Re sacerdote

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    Elke
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    Fanciulla dell'Isola
    00 30/05/2006 21:29
    Essendo la sottoscritta passata alla lettura del Ramo d'Oro vi toccherà sorbirvi anche questa...
    Ehm spero che non mi sia sfuggita una discussione simile a questa...

    Dunque all'inizio del libro viene descritto come i sacerdoti di Diana (si sempre lei!) ad Arricia si succedessero tramite l'assassinio,ovvero il più giovane uccideva il più vecchio guadagnandosi così il titolo di Sacerdote.
    Questo uso ricorda il Re Quercia e il Re Agrifoglio del solstizio d'inverno.
    Inoltre è strano trovare un culto così violento in una società considerata altamente avanzata e civile come quella classica.
    Anche nei libri del Ciclo di Avalon è descritto come il Re dell'Estate debba sacrificarsi, soprattutto nella storia di Gaio e Eilan e in quella di Carausio in particolare nel secondo caso questo si sottopone a tre morti: viene ferito, è semi annegato e in fine si impicca;si sottopone insomma ad una morte violenta e comunque dolorosa (anche quella tramite fuoco non doveva essere proprio una passeggiata).
    Quindi vi chiedo,voi cosa pensate di questa pratica rituale?
    Cosa pensate di quest'usanza, forse barbara ma comunque checchè se ne dica quasi affascinante per la sua "gravità", solennità e accettazione della morte per il bene della comunità?


    [Modificato da Elke 27/03/2009 17:17]
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    Strega della terra
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    Fanciulla dell'Isola
    00 30/05/2006 22:15

    Questa è una delle cose che ancora è quasi totalmente lontana dalla mia comprensione. Posso comprendere il sacrificio, il succedere del potere che viene dato generalmente ad un membri più giovane, ma non la morte. Questo, se non vado errata, non accade nel regno animale, vi sono degli scontri, si decide chi è il più forte ma non viene soppresso il più debole. Si passa da avere tutto ad avere niente, questo è il sacrificio al quale si va incontro quando si accetta di poter accogliere tra le proprie mani qualcosa di assoluto. Un ricevere ed un dare. Spero che questo passaggio nell'antichità sia stato più "simbolico" che reale. Però, pensate: chi ha il coraggio di affrontare una cosa del genere? Certamente qualcuno con uno spirito forte e determinato, colui che è coscente e sa accettare il proprio destino
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    Misaela
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    00 04/06/2006 17:10
    Concordo con Strega della terra, io posso capire che la dedizione al Dio o alla Dea possa comportare una forma di sacrificio, ma non comprendo quello estremo della morte. Anche capendo che per i celti la morte non è la fine ma solo un passaggio sinceramente mi sfugge la ragione di tali pratiche. Non capisco l'utilizzo del dolore fisico come espiazione o come dono alla divinità. Probabilmente questa mia posizione è il frutto della moderna società forse nell'epoca passata mi sarebbe stato tutto più chiaro, ciò non toglie ch equesta è l'unica cosa che mi da fastidio delle vecchie religioni i sacrifici inutili....
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    stregaviolet )O(
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    00 06/06/2006 20:54
    Dunque... bellissima discussione innanzitutto! [SM=g27823]
    Secondo gli studi di Frazer il capo tribù, o comunque la figura dominante di un gruppo, era il rappresentante della Terra e della tribù/clan/gruppo.
    In alcuni popoli egli veniva venerato come un Dio perchè si credeva che da egli dipendesse la vita e la morte, la fortuna e la disgrazia. La Terra era rappresentata da lui stesso ed egli doveva stare attento ad ogni cosa facesse. In certi popoli questa figura venerata veniva persino obbligata a stare sempre seduta in equilibrio perchè un minimo di tremore, o anche solo se egli si fosse mosso troppo, la Terra avrebbe potuto essere soggetta a terremoti terribili e sarebbe stata distrutta. Questo capo perciò era ossessivamente mantenuto integro e perfetto, perchè solo in questo modo la Terra lo sarebbe stata altrettanto.
    Ora... quando questa figura (e a vivere così penso che succedesse presto) iniziava a decadere e a mostrare segni di cedimento, anzi, appena prima che questo potesse avvenire, veniva sacrificata in presenza del suo successore, di modo che il potere venisse trasferito da un corpo all'altro e non si avrebbe avuto il rischio che, con il degrado, la debolezza o la malattia del precedente capo, la Terra potesse avere la stessa terribile sorte.

    Questo in tempi molto antichi..

    Co lpassare del tempo si è mantenuta questa usanza particolare di uccidere il Re Sacro, o il Sacerdote del bosco di Nemi (nel caso del ramo D'Oro). Questo Sacerdote regnava nel bosco ed era sempre pronto a combattere, sempre all'erta. Raramente poteva dormire perchè l'aversario, lo sfidante che pretendeva il suo posto, poteva sbucare dal buio in ogni momento e ucciderlo.
    Finchè questo Sacerdote fosse riuscito a sopravvivere agli sfidanti e a mantenere il "trono" sarebbe stato lui il "Re".. nel momento in cui qualcuno più forte di lui (e quindi migliore per svolgere il ruolo sacro) l'avesse battuto ecco che il suo sacrificio sarebbe avvenuto e il potere sarebbe passato al nuovo Sacerdote, al nuovo Re Sacro.

    Questa è la storia che probabilmente sta dietro ai maggiori miti di sacrificio umano avvenuto in età fiorenti (come quello di molti personaggi sacri del passato... qualcuno pensa che anche il Cristo sia stato uno di questi, stando anche a valutare ciò che ora è stato trovato scritto nel Vangelo di Giuda); sacrifici maschili perchè era l'uomo che "si sposava" con la Terra e doveva quindi essere per forza il migliore.
    Pensate anche solo al solito Artù (accidenti, sembra farlo apposta, ma è vero che le vicende di Artù e dei Cavalieri sono tra le maggiori fonti di simboli e miti)... egli sposa la Terra.. egli è il migliore. Egli riceve in dono un fodero particolare tessuto da Donne Sacre, quindi egli non è solo sovrano temporale ma è anche sovrano in un certo senso spirituale.. o comunque riconosciuto da coloro che si "occupano" della spiritualità.
    Pensate ai Cavalieri... quante volte avete sentito di gare e duelli in cui il migliore sarebbe stato premiato con il bacio di una Regina o della più bella Dama, che in quel caso rappresentava la Terra?
    Anche la storia di Enid che stiamo analizzando è stracolma di questi simboli... basta veramente guardarsi intorno per trovare spunti interessantissimi e ricchissimi di significato.

    Credo che dopo una bella riflessione e esercizio di "mitologia comparata" potreste rivalutare questo gesto che ha molto significato.. è legato ad un mondo in cui la vita era votata alla Grande Madre e i veri valori erano ritenuti sacri.
    Che ne pensate?



    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    Il Tempio della Ninfa

    [Modificato da stregaviolet )O( 10/06/2006 1.06]

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    stregaviolet )O(
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    00 06/06/2006 20:56
    ...dimenticavo...
    Col tempo questi riti furono "mitigati" e la morte reale del capo o del Re non fu più compiuta realmente ma fu sostituita da rappresentazioni rituali, vedete Re Quercia/Re Agrifoglio in occasione dei cambiamenti stagionali e altri tipi di ritualità come il bruciare effigi che rappresentano personaggi particolari, ecc.

    Comunque, anche se non è perfetto, vi consiglierei di leggere questo mio articolino (ora che c'è il sito e che comunque è segnato che alcuni articoli sono stati pubblicati sui Quaderni dell'Ynis Afallach Tuath posso segnalarveli)..
    E' una minuscola ricerca che ho fatto, magari vi può essere utile!

    La Lotta fra i Re dell'Anno



    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    Il Tempio della Ninfa

    [Modificato da stregaviolet )O( 06/06/2006 21.01]

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    Elke
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    00 06/06/2006 22:21
    Per altro a me questo ricorda anche il Re Pescatore che secondo alcune versioni ha a una gamba una ferita insanabile e che a causa della sua malattia la sua terra è desolata e spoglia;oppure anche Nuada mano d'Argento (re dei Tuatha de Danaan) che quando perde la mano viene sostituito temporaneamente mi pare da Lugh...il Re doveva essere quindi integro e in condizioni ottime di salute...però stavo pensando,è la Donna che rappresenta la Terra e che in questa veste dona la Sovranità al suo sposo e quindi dovrebbe essere lei ad essere sempre integra come sempre dovrebbe esserlo la terra.
    Penso che questo sacrifico per quanto possa essere giudicato oltre modo violento abbia un suo significato profondo,nel contesto di quei tempi lontani quando la morte per la Terra doveva,suppongo,essere una fonte d'orgoglio.
    Certo in una società come la nostra è del tutto impossibile,ora sacrificarsi per la terra non avrebbe significato per quasi tutti;non pensate che io pensi che sia giusto uccidere qualcuno per fanatismo religioso o cose simili...dico solo che è un atto pieno di significato...
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    stregaviolet )O(
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    00 07/06/2006 01:32
    Sono d'accordo con te. Poi nota che quelli ("quelli" è mooooooolto riduttivo e generale dato che si tratta di una fascia di tempo immensa) erano tempi diversi in cui si moriva molto più facilmente, vuoi per varie guerre, vuoi per la mancanza di particolari cure (anche se sono certa che a quei tempi le persone erano molto più forti e sane di noi che appena abbiamo un tagliettino ci mettiamo la mano sulla fronte alla "oddio mo' svengo.. oddio una goccia di sangue.. oddio mi sento male"... che pappe molli che siamo! [SM=g27834] penose.. [SM=g27834] ).
    Ma io comunque credo che con l'andare degli anni e del subentrare sempre più subdolo e insidioso delle religioni patriarcali, del cristianesimo, ecc. fosse poi considerato stupido morire per la Terra... la Terra? non è quella "cosa" che Dio creò in sei giorni e poi ci mise su l'uomo e gli disse che aveva potere su ogni cosa terrestre? che era superiore?
    Ecco la fine del rispetto della Terra come Terra e della Terra come Donna Sovranità...
    L'uomo fa da sè... lui non ha bisogno di nessuno perchè lui ce l'ha lungo...
    Bah.. che schifo..

    Comunque al di là di questo sfacelo inevitabile per la poca intelligenza di molti uomini almeno ci è rimasto qualcosa di allora.. almeno i ricordi e la possibilità di interpretare i miti e i racconti, fonti inesauribili di saggezza.

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    Misaela
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    Fanciulla dell'Isola
    00 07/06/2006 09:38
    Uellàà complimenti per la valanga di citazioni...comunque, forse non mi sono espressa molto bene. Io sono d'accordo con il fatto che per il tempo in cui avvenivano questi riti la morte aveva un preciso significato e sapere eche erano lieti di sacrificarsi mi tira anche su di morale. Posso sicuramente apprezzare la nobiltà del gesto e la bellezza dei concetti sottostanti, ma, aihmè, non posso condivivere tali riti. C'è una profonda differenza tra capirli e condividerli..insomma potevano essere giusti contestualizzati nel periodo storico, ma penso che sarei fuggita a gambe levate anche allora (ho un istinto di sopravvivenza molto forte...)
    Attualizzando il tutto direi che sono d'accordo con i sarcifici in onore della terra, ma preferisco la via ecologica e non quella eterna [SM=g27828] !! Piuttosto io lancerei una domanda: leggendo tutto quello che è stato postato secondo voi come è possibile in pratica attualizzare il sacrificio per la Terra?? Nel contesto attuale, nella vita di tutti i giorni..per fare un modo che la saggezza passata divenga fonte di ispirazione odierna?

    ..:°o*. )O( .*o°:..


    "Desidererò sempre una felicità fuori dalla mia portata? Oppure imparerò, con il tempo, a vivere appagata all'interno delle nebbie che ci circondano?"
    (La Signora di Avalon, M.Z. Bradley)

    [Modificato da Misaela 07/06/2006 9.44]

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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 07/06/2006 13:06
    Ho scritto una FAQ del sito proprio su questo argomento, o quasi.. La posto e poi aggiungo qualcosina:

    "Le Streghe fanno sacrifici di sangue?

    Dipende da cosa si intende per sacrifici di sangue. Se si intende uccidere animaletti, sgozzare galli neri o altre simili crudeltà per offrire il sangue alla Terra no, la Strega non lo fa nel modo più assoluto, dato che sacrificare animali alla Grande Madre o a qualche particolare Divinità non ha assolutamente senso, se non altro nel mondo di oggi. L’animale in questione, qualunque esso sia, appartiene già alla Grande Madre, sia vivo che morto, e quindi “ucciderlo per offrirlo a Lei” è un atto alquanto inutile (lo stesso vale per piante e fiori strappati per offrirli a qualche statua della Dea). Inoltre è un gesto crudele e di sofferenza gratuita. Già uccidere gli animali per cibarsene, quindi per un motivo più che valido, è doloroso per la Strega (soprattutto se deve farlo lei stessa), figuriamoci farlo per altri motivi. Più sofferenza si può evitare di infliggere alla Grande Madre meglio è.
    Quanto ad altri tipi di sacrifici di sangue, intesi come rituali legati a particolari passaggi che vedono il sangue come elemento centrale, per esempio il primo ciclo mestruale, la perdita della Verginità o l’incorrere della fine del ciclo, per quando concerne la donna, e pratiche di coraggio e forza per l’uomo (sempre che ne esistano ancora), o giuramenti di sangue alla Terra, allora è facile che la Strega ne compia, ma i modi in cui questo può avvenire sono intimi e segreti ed ogni Strega può possedere i suoi. È però ovvio che il sangue in questione, versato naturalmente o da piccolissime ferite provocate volontariamente, sia sempre e solo il sangue della Strega e MAI quello di altri, persone o animali che siano."

    Ecco questo è ciò che penso e ciò che credo sia per la maggior parte delle streghe.
    Quindi direi che come sacrificio alla Terra, come promessa in un certo senso, si potrebbe donare ad essa del sangue.. non un barile, anche tre gocce vanno bene, ma deve comunque essere un gesto molto sentito e non "tanto per"..
    Poi questo è un mio punto di vista sulla questione e non ho detto che io lo farei o che non lo farei, ed essendo donna, forse io opterei per un altro tipo di sangue, ma questi sono punti di vista.



    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

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    [Modificato da stregaviolet )O( 07/06/2006 13.08]

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    LydiaDellaLuna
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    00 07/06/2006 14:50
    Sul libro di Vicky Noble "Il risveglio della Dea" è detto che anticamente le sacerdotesse sciamano che celebravano riti per la Madre Terra offrivano liberamente al suolo il loro sangue mestruale che è sempre stato considerato un elemento potentissimo per molti incantesimi, in particolar modo quando si trattava di un batuffolo di cotone imbevuto del primo sangue di una vergine.
    Il sangue mestruale è sangue ottenuto senza nuocere a nessuno, senza dover infliggere o autoinfliggersi nessun tipo di ferita o taglio.
    E' sangue che sgorga da una ferita sacra.
    Trovo molto bello questo modo così naturale e semplice di sacrificare che apparteneva alle nostre antenate che rilasciavano il loro flusso alla Terra, probabilmente nel periodo sacro del mestro quando si ritiravano per vivere i giorni della Strega sognando, creando o componendo, o addirittura prendendo in fase di trance decisioni per la comunità intera.
    Probabilmente in un bosco, o in un terreno considerato particolarmente sacro.
    Per me è pura poesia.
    La Madre è pace e queste donne lo sapevano......

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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 07/06/2006 18:56
    Esattamente Lydia.. anche a me è venuto in mente questo e ho aperto apposta la discussione Il tempo della Luna!
    Comunque, tornando all'uomo e al Re Sacro credo che vi siano modi per "sacrificarsi" anche senza dover proprio morire.
    Si narra di Danze del Sole tra gli indiani d'America, rituali in cui gli uomini venivano appesi con ganci attaccati alla pelle ad un palo intorno al quale dovevano muoversi e danzare. Il dolore era tale da far raggiungere loro stati di coscienza alterata e visioni profetiche, nonchè il senso dell'Anima.
    Proprio nella risposta della FAQ ho scritto anche che per le donne era una cosa, i riti misterici sono diversi da quelli dell'uomo (o almeno si presume che sia così), per gli uomini un'altra. Per gli uomini credo consistessero in prove molto dure e forse anche dolorose, in cui il sangue scorreva a dissetare la terra ma senza che essi dovessero morire.
    Ho sentito parlare anche di particolari tatuaggi, fatti in occasione di iniziazioni e importanti rituali legati alla Terra e al proprio "rendersi sacri". E questi tatuaggi, anche se probabilmente venivano preceduti da particolari impacchi di erbe che rendevano la parte interessata meno sensibile, erano fatti con il coltello, senza pensarci due volte.
    Anche qui il sangue scorre liberamente a bagnare sacralmente la Terra e i magici simboli prendono forma sui corpi di coloro che sono stati prescelti per compiere questi magici e importantissimi ruoli.
    Ruoli che devono portare avanti in modo impeccabile perchè da loro dipende molto.
    E credo che una volta che il Sacrificio sia stato fatto e si sia sposata la Terra nulla potrà mai sciogliere questo legame... nulla e nessuno, di vita in vita.



    "Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
    Haria

    Il Tempio della Ninfa

    [Modificato da stregaviolet )O( 07/06/2006 18.57]

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    LydiaDellaLuna
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    00 07/06/2006 20:18
    Si, qualcosa del genere l'ho visto nel film "Un uomo chiamato cavallo" di Elliot Silverstein.
    Il protagonista, un uomo bianco catturato da una tribù di indiani, viene considerato per molto tempo un selvaggio finchè, imparando a conoscerlo, gli anziani della tribù non decretano la sua iniziazione affinchè possa a pieno titolo essere ammesso fra di loro.
    Dopo vari riti di purificazione, gli arpionano letteralmenete il petto con dei ganci che gli trafiggono la pelle da parte a parte, anche se il dolore è mitigato da una mistura di erbe allucinogene che dovrebbe anche favorire la visone scaimanica.
    E infatti, durantev la trance, l'uomo vede il suo animale totemico, un magnifico bisonte bianco....
    La lezione per lui è che l'uomo raggiunge la maturita attraverso il dolore.
    Un rito di iniziazione molto duro e, sicuramente, come dicevi tu, Violet, riservato agli uomini.
    Le vie femminili sono altre ma, se penso al parto e al fatto che fino a qualche tempo fa una donna poteva morirne, credo che anche noi in fatto di dolore, coraggio e sfida alla morte ne sappiamo qualcosa.
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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 08/06/2006 01:43
    Infatti credo che noi, dovendo già sopportare il parto, non abbiamo bisogno di altre prove di dolore..
    Ma è chiaro che la mia, posta così, è una battuta! [SM=g27824]
    Al di là di questo credo che le vie femminili siano adatte perfettamente allo spirito femminile, e quindi abbiano sì delle prove difficili ma di diversa natura, o almeno così posso dedurre. [SM=g27817]

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    Misaela
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    Fanciulla dell'Isola
    00 08/06/2006 09:35
    Ho visto anche io il film in questione (argh..solo parlarne mi viene in mente la scena),ed in effetti le vie maschili si sono sempre dovute confrontare con il dolore, la sopravvivenza e la forza fisica,anche perchè dovevano dar prova della loro capacità di difendere il proprio popolo e la propria terra. Mentre le vie femminili affrontavano principalmente (ma non solo ovvio) il dolore del parto e (non per tutte magari,ma per alcune tapine come me) anche del ciclo...forse per il fatto che nel passato i due ruoli sessuali erano più distinti di adesso in cui il ruolo materno delladonna tende ad essere messo da parte.
    E' bella l'immagine della donazione del ciclo mestruale, io purtroppo non sono ancora pronta...non è che mi faccia schifo, ma non mi trovo molto a mio agio a maneggiarlo (non credo di essermi spiegata benissimo), spero con il tempo di superare questo leggero blocco...

    P.s.: mi piace questa discussione...

  • SamuelStewart
    00 10/06/2006 01:48
    La rappresentazione femminile della terra intesa per la fertilità della donna e procreazione, è da ricondurre alla fertilità della terra stessa, e nelle sue infinite forme di rigenerazione.
    Per eccellenza, ciò che riflette lo stato riproduttivo, sanativo e di rigenerazione è prettamente femminile...

    In questo caso, come spesso accade per chi segue il vostro percorso, il confine tra ciò che è maschile e femminile trova un punto d'incontro, una zona di questo ipotetico schema dove si trova l'estremo della forza maschile sino al suo estremo femminile, quindi la delicatezza (tanto per fare un esempio). Nel mezzo esiste la promiscuità. Una impalpabile soglia dove ciò che è maschile e femminile si bilancia in un perfetto equilibrio.

    Non è difficile distinguere, è difficile bilanciare questo sottile equilibrio tra le parti.
    Il Dio protegge la terra, si prende cura del suo stato di salute. Combatte, protegge, e versa il sangue nemico su di essa per appagare la sua "vendetta"(1). Il pensiero dell'uomo diventa azione vera e propria, un modo "attivo" di intercedere PER la terra, di equilibrarsi con il ciclo DELLA la terra.

    La Dea è il ciclo perenne di vita, la parte vitale del grande embrione-terra-madre. Senza di essa, la presenza "fisica" della terra, non può essere vista con la sua controparte maschile.

    La donna giace a terra con il grembo pieno di vita e l'uomo protegge questo infinito ciclo. Infinito ciclo ripreso all'interno della donna quasi a volerne significare un susseguirsi di vita e morte onnipresente dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo.

    In questo discorso, avrete sicuramente avvertito la presenza costante dell'infinito. Infatti, vita e morte sono l'apertura e la chiusura del cerchio, esattamente come per la donna come per l'uomo, che sacrificava la sua vita alla protezione della terra.
    Dall'inizio alla fine.
    Non per niente, riti di questo tipo erano improntati sull'onnipresenza del cerchio. Le danze ossessive erano a moto circolare, molti templi dedicati alla terra sono circolari e questi sono solo alcuni esempi.

    A tal proposito posso accennare alla danza delle ombre, dove il fuoco o il sole erano la presenza del dio, e le ombre delle donne che danzavano erano il simbolo della dea per eccellenza (l'eclisse vi dice qualcosa a tal proposito..?), e che guarda caso, venivano riflesse proprio sulla terra nuda... Viene da citare il rito della maturazione o mutazione, dove i frutti, secondo le leggende, maturavano al tocco dell'unione delle ombre protette e generate dal tocco del calore divino maschile.

    Concludo dicendo una cosa:
    Chi riesce a vedere nei due opposti la compenetrazione delle forze, senza distinguerne la forma a prescindere dal pensiero umano, ha la chiave per giungere alla comprensione dell'infinito.


    (1) Piccola nota:
    La parola "vendetta" in questo caso è da intendere come concetto di difesa. Un tempo, ma ancora oggi, chi commette un grave affronto nei confronti di una donna viene punito con la giustizia o la vendetta, due cose ben distinte tra loro, ma tipicamente maschili dal lato esecutivo. Distinguiamo ancora, perchè se andiamo bene a vedere la giustizia e la vendetta, erano sempre rappresentate sotto forma di donne dall'aspetto fiero e forte.
    Ora la domanda è: riuscite a fare veramente delle nette distinzioni tra le due forze dominanti..?






    --------------------------------------------
    "Liberati da questi miasmi ammorbanti,
    vola a purificarti nell’aria superiore e bevi,
    come un liquido puro e divino,
    il fuoco chiaro che colma le regioni limpide..."
    (C. Baudelaire - Elévation)
    --------------------------------------------

    [Modificato da SamuelStewart 10/06/2006 1.59]

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    Eilan72
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    Guardiana
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    00 10/06/2006 09:24
    Una discussione molto interessante ed appassionante, devo dire!

    Per rispondere, anch'io non comprendo ancora (o forse non comprenderò mai) certe pratiche; vengo da una tradizione indu in cui il sacrificio al Dio si fa bruciando cereali e fiori in un fuoco sacrificale ed intonando preghiere o mantra... e già facevo fatica a capire perchè si dovesse bruciare del cibo, che era già del Dio, solo per offrirglielo [SM=g27820]: e mi dicevo: "se proprio voglio offrire qualcosa, che beninteso è già suo e quindi non sarebbe fattibile se non per il fatto che è buono e me l'ha offerto lui prima, perchè non posso semplicemente pensarlo? in fondo, il pensiero è energia e l'energia permea tutto quanto, tutto è energia, il pensiero quindi è forma, nel mondo spirituale"
    Vaneggio? forse, [SM=g27819] resta il fatto che se pensiamo di offrire qualcosa, dobbiamo essere assolutamente consci che offriamo cose non nostre. Una preghiera, un'invocazione che immaginiamo salga con le spire di un buon incenso, credo sia una buona offerta [SM=g27822]

    Per Sam: bell'intervento, illuminante come al solito, ma non ho capito cosa sia la vendetta, come l'hai scritta.

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    stregaviolet )O(
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    Anziana dell'Isola
    00 10/06/2006 12:45
    Il punto, Eilan, è che il cibo o il resto non è DEL Dio ma è IL Dio...
    E il Re Sacro o la sua effige o il cibo o tutto quello che si vuole, è sempre un rappresentante del Dio, e come il Dio ad un certo punto dell'anno si deve sacrificare per forza (grano, cereali, cervi, cinghiali, o più semplicemente il sole che tramonta) così si sacrifica il suo rappresentante... è un ciclo sacro, e era vissuto come tale.
    Poi per i rappresentanti della Terra credo di aver già spiegato sopra come intendevano il sacrificio del capo.. lo sposo della Terra o il suo rappresentante umano non poteva essere malato, decadente o altro, perchè la Terra avrebbe fatto la stessa fine. Quindi era necessario che a rappresentarla fosse un altro.. e il capo veniva sacrificato oppure, come nel caso del Sacerdote di Nemi, e di altri rappresentanti (Artù, i Cavalieri, ecc.) combatteva finchè uno più forte di lui non lo avrebbe ucciso e avesse, così, guadagnato il suo posto.

    Sono concetti da vivere, credo, per poterli capire appieno. La sacralità della Terra era infinita e una semplice vita di uomo non era certo più importante di lei tanto da dover essere salvaguardata più di lei. E inoltre credo che morire per la Terra fosse un onore molto grande.. così come esserne il rappresentante.

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    Ithilla
    Post: 15
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    Guardiana
    Viandante
    00 11/06/2006 15:10
    modesto contributo...
    ho letto e riletto questa discussione...
    quanti spunti!!!!

    provo a mettere in ordine e in verbo i venti che si sono agitati nella mia mente...
    non me la sento di esprimere un parere perchè, nonostante da donna guerriera abbia sconfitto il timore di abbandonare questa vita e mi viva con gioia le mie piccole morti mensilmente, sono temi troppo delicati per dare giudizi...

    per gli uomini eletti ad essere sacerdoti, la morte è un evento che fa parte della loro vita spirituale: nasce il binomio morte-resurrezione, come molla che permette di elevare lo spirito.
    sotto questa ottica si può leggere l'assassinio del vecchio sacerdote, consacrato così ad un nuovo e superiore livelllo di esistenza, da parte del giovane sacerdote che ne assorbe l'essenza e prosegue quell'antico cammino di saggezza.

    la morte con sacrifico e sofferenza è utile per annullare l'io che è quella parte legata alle passioni, agli istinti e che genera la paura della morte...
    gesù ha subito gravi torture prima di abbandonarsi con gioia all'ascesa spirituale tramite il passaggio della morte.

    con il passare dei secoli, l'instaurarsi di religioni che usavano la paura della morte per assoggettare il volgo, con il dominio dell'individualismo, questo rituale si è trasformato in rituali di morte apparente o con pratiche che ne evocano il passaggio.

    nelle comunità arcaiche in cui la donna era sovrana, solo gli uomini degni di percepire ed amare la loro sacralità erano degni di unirsi con lei e di vivere in libertà nella comunità stessa...
    quando le donne hanno cominciato a perdere potere di scelta e selezione, un sano combattimento, con spargimento di sangue, fra uomini di valore è il modo, degli uomini, per stabilire chi ha accesso a penetrare la donna-dea: solo il vincitore, colui che con il cuore e con la mente, con la forza e con l'orgoglio sconfigge i rivali può avere questo privilegio.
    N.B.: il guerriero perfetto è quello che non ha paura di morire.

    (sogyal rinpoche: la morte non è nè depressione nè eccitazione, è semplicemente un evento della vita.)
  • SamuelStewart
    00 11/06/2006 23:09
    Re:

    Scritto da: Eilan72 10/06/2006 9.24
    Una discussione molto interessante ed appassionante, devo dire!

    Per rispondere, anch'io non comprendo ancora (o forse non comprenderò mai) certe pratiche; vengo da una tradizione indu in cui il sacrificio al Dio si fa bruciando cereali e fiori in un fuoco sacrificale ed intonando preghiere o mantra... e già facevo fatica a capire perchè si dovesse bruciare del cibo, che era già del Dio, solo per offrirglielo [SM=g27820]: e mi dicevo: "se proprio voglio offrire qualcosa, che beninteso è già suo e quindi non sarebbe fattibile se non per il fatto che è buono e me l'ha offerto lui prima, perchè non posso semplicemente pensarlo? in fondo, il pensiero è energia e l'energia permea tutto quanto, tutto è energia, il pensiero quindi è forma, nel mondo spirituale"
    Vaneggio? forse, [SM=g27819] resta il fatto che se pensiamo di offrire qualcosa, dobbiamo essere assolutamente consci che offriamo cose non nostre. Una preghiera, un'invocazione che immaginiamo salga con le spire di un buon incenso, credo sia una buona offerta [SM=g27822]

    Per Sam: bell'intervento, illuminante come al solito, ma non ho capito cosa sia la vendetta, come l'hai scritta.




    1. Ti capita mai di offire una parte di una cosa a colui/colei che te lo ha donato? Il concetto è lo stesso.
    Nel mondo tutto è di tutti e tutto è di nessuno, o almeno così dovrebbe essere, perchè niente ci appartiene davvero.
    E' quindi spontaneo condividere una gioia (il dono) con l'entità che te lo ha per primo concesso.
    Questo sarebbe a grandi linee il concetto di fondo.

    2. La vendetta, come ho spiegato in seguito con

    Piccola nota:
    La parola "vendetta" in questo caso è da intendere come concetto di difesa. Un tempo, ma ancora oggi, chi commette un grave affronto nei confronti di una donna viene punito con la giustizia o la vendetta, due cose ben distinte tra loro, ma tipicamente maschili dal lato esecutivo. Distinguiamo ancora, perchè se andiamo bene a vedere la giustizia e la vendetta, erano sempre rappresentate sotto forma di donne dall'aspetto fiero e forte.
    Ora la domanda è: riuscite a fare veramente delle nette distinzioni tra le due forze dominanti..?


    Ovvero: la distinzione tra ciò che è tipicamente maschile o femminile è un concetto che inizia a vacillare nel momento in cui i due sessi/forze si incontrano e creano l'EQUILIBRIO.
    Nell'equilibrio perfetto, le due forme perdono senso di esistere perchè ogni ruolo viene esaltato nel suo puro spirito e compensato nelle sue carenze dal suo opposto.